Le malghe dell'Altopiano dei 7 Comuni - Gustolocale
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Che sia vera Resurrezione!<br />
tecnologia e alla scienza ci fossero anche mani e cuore, che non ci<br />
fossero cucine per ricchi e cucine per meno fortunati, che i tavoli non<br />
fossero pochi e lontani uno dall’altro come vogliono le guide, ma deschi<br />
che servono per socializzare e conoscersi, di fronte ad un unico cibo.<br />
L’aveva ben capito Franco Colombani nel suo “Sole” di Maleo: una voce<br />
nel deserto come quella di Giovanni Battista, una voce che non c‘è più.<br />
Il cibo dovrebbe essere un bene per tutti, senza distinzione.<br />
Da che cosa dobbiamo dunque risorgere? Più che risorgere, dobbiamo<br />
riappropriarci della nostra testa, della nostra terra, delle stagioni, <strong>dei</strong><br />
nostri prodotti tipici, della voglia di far dire ad un commensale: “era da<br />
quando è morta mia nonna che non mangiavo più questo cibo” e<br />
godere di tutto ciò, al di là del denaro. Noi cuochi, così come i creatori<br />
di moda, ci lasciamo influenzare dalle tendenze, dai personaggi che le<br />
creano e spesso anche dalle loro “stravaganze”. Ben vengano gli<br />
“stravaganti”, ma l’uomo mangia tutti i giorni e le “stravaganze” le<br />
centellina nell’arco dell’anno, soprattutto se sono costose. Proviamo<br />
per un attimo ad incensarci di meno, a rimetterci giacche bianche e<br />
pantaloni a quadretti lasciando chiuse nel cassetto patacche e targhe,<br />
usando le mani anziché le chiacchiere, dimostrando “sul campo” ciò che<br />
siamo in grado di fare per far star bene i nostri simili. Sarà un esempio<br />
per le nuove generazioni che potranno venire “a bottega” per imparare<br />
a privilegiare il buono sul bello, senza comunque dimenticare<br />
quest’ultimo, ma non mettendolo in “primo piano” a discapito dell’altro.<br />
La “resurrezione” dovrebbe quindi coniugare la tecnica e la conoscenza<br />
scientifica con il buono, il bello, il territorio, la stagionalità <strong>dei</strong> prodotti<br />
ed una buona manualità, soprattutto nell’esecuzione <strong>dei</strong> lavori più<br />
umili, quelli che “formano” e “forgiano” il giovane uomo e la giovane<br />
donna. Sono angosciato dal relativismo e dal “vuoto” che pervadono<br />
molti ragazzi, dalla loro mancanza di punti di riferimento che non siano<br />
il telefonino di ultima generazione e la playstation, dall’uso di sigarette,<br />
droghe e parolacce. Credo si stia toccando il fondo; bisogna tornare<br />
all’autenticità, alla verità: bisogna “risorgere”. Buona Pasqua.<br />
Amedeo Sandri<br />
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