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Agnello delle isole delizia sopraffina - Edit

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4<br />

Sabato, 28 marzo 2009 cucina<br />

ASPETTANDO PASQUA<br />

Uno tra i piatti tradizionali per le festività<br />

di Pasqua, è senza dubbio l’agnello,<br />

un tipo di carne di facile digestione e di<br />

alto valore nutritivo, con basso contenuto calorico.<br />

La sua particolarità è data dal fatto che<br />

può essere cucinato in mille modi diversi. Naturalmente,<br />

come per tutte le altre pietanze e<br />

per tutti gli altri tipi carne, c’è “carne e carne”<br />

o, per la precisione “agnello e agnello”. Dalle<br />

nostre parti, la più rinomata e conosciuta è<br />

quella proveniente dalle <strong>isole</strong> di Cherso e Lussino<br />

legate per antonomasia, oltre a tutte le sue<br />

caratteristiche turistiche, appunto alla carne<br />

d’agnello. Per sapere qualcosa di più in questo<br />

senso, abbiamo incontrato due persone che “di<br />

agnelli se ne intendono”: Zvonko Šalov, proprietario<br />

e cuoco nel ristorante “Poljana”, situato<br />

nell’omonimo campeggio lussignano, e<br />

il macellaio Ivan Burić di Lussinpiccolo. I loro<br />

greggi, sono disseminati in varie zone dell’isola<br />

ma anche negli isolotti circostanti ossia nelle<br />

aree di Palzol, Oruida, Canidole (Srakane),<br />

Stivan, Plata, Srem, Orlez e Krčina.<br />

Per quale motivo l’agnello isolano è ritenuto<br />

il migliore?<br />

“Ma è presto detto, esordisce Šalov. Principalmente<br />

per il fatto che le pecore (e quindi<br />

gli agnelli) non vivono al chiuso in qualche<br />

stalla. Sono sempre all’aperto, in natura<br />

– come se fossero bestie selvatiche. La specifi<br />

cità della nostra isola, che si nutrono con un<br />

migliaio di tipi di erbe tra le quali tantissime<br />

aromatiche e mediche… Non va dimenticato<br />

il fatto che considerate le caratteristiche del<br />

terreno vicino al mare, le erbe sono ricoperte<br />

di salsedine. Farò un esempio, nell’isolotto<br />

di Palazol, non c’è acqua. Le pecore, quindi,<br />

bevono quella marina, infi ltratasi tra le rocce.<br />

Gli ovini, quindi, sono sani sotto tutti i punti<br />

di vista visto che non bisogna nemmeno dimenticare<br />

il clima mediterraneo che è molto<br />

importante.<br />

Non vorrei togliere nulla alla carne di<br />

agnello dalle altre parti del Paese, quale quella<br />

della Lika ad esempio, ma l’isolana ha anche<br />

un odore e, di conseguenza, un sapore del<br />

tutto particolare. Si tratta di caratteristiche<br />

imparagonabili. Vorrei soffermarmi un attimo<br />

sul fatto che le nostre pecore bevono acqua<br />

marina. Succede molto spesso che quelle<br />

adulte, che hanno raggiunto anche i dieci anni<br />

e quindi destinate unicamente al macello,<br />

hanno le interiora come se fossero… agnellini<br />

di un anno. Il principale motivo è appunto<br />

l’acqua che non è quella potabile o stagnante,<br />

piena di batteri”.<br />

Quando la carne d’agnello è più prelibata?<br />

“Senza dubbio, quello di un agnellino tra<br />

il mese e mese e mezzo fi no ai sei mesi di vita<br />

anche se la sua qualità non viene meno se si<br />

tratta di un esemplare più anziano per tutte<br />

le caratteristiche citate più sopra”, afferma<br />

Zvonko Šalov.<br />

“Mi sia permesso di aggiungere – interviene<br />

Ivan Burić – che la gente, in primo luogo<br />

gli stranieri, hanno riconosciuto la qualità<br />

della carne d’agnello isolana. Quest’ultimi,<br />

non si lasceranno sicuramente ingannare…<br />

i ‘nostri’ agnellini non hanno la carne<br />

grassa. La vendita in macelleria? Mah, non è<br />

che vada proprio bene… Forse manca anche<br />

l’abitudine”.<br />

Veniamo ora alla parte più… “interessante”<br />

per il palato e per i buongustai. In<br />

quanti e in quali modi si può preparare la<br />

carne d’agnello?<br />

“Ma in… mille maniere. Ai ferri, allo<br />

spiedo, lesso, goulasch, fritta e chi più ne ha<br />

più ne metta. In poche parole: secondo i gusti<br />

e le abitudini…”<br />

Quali parti dell’agnello sono le migliori<br />

e come possono venire utlizzate in cucina?<br />

“A mio avviso – dice Burić– la parte migliore<br />

è quella anteriore dove ci sono più ossa<br />

ma ci sono coloro che preferiscono più carne.<br />

Lo ripeto, i gusti son gusti… I veri buongustai<br />

pretendono più carne anche se le costole<br />

non vanno da meno. Gli ossicini sono così<br />

piccoli da poter fare degli… stecchini”.<br />

Vediamo più da vicino le varie parti dell’agnello<br />

e per che cosa sono consigliate.<br />

Bracioline d’agnello: vengono ricavate<br />

dal lombo degli animali giovani, il cui dorso<br />

è abbastanza piccolo<br />

Il collo: il collo è ben venato di grasso<br />

ed è per questo motivo che durante la cottura<br />

questi pezzi rimangono molto sugosi e<br />

saporiti<br />

Costata d’agnello: è il nome dato a questo<br />

taglio inglese ricavato dall’intero pezzo di<br />

braciola, ma senza l’ultima costola. Questo<br />

pezzo è delizioso arrostito, ma attenzione: il<br />

grasso deve essere eliminato dopo la cottura.<br />

Bracioline di carrè d’agnello: molto<br />

buone da scottare in padella o alla griglia.<br />

Lonza: è molto buona d’arrostire intera.<br />

Tagliata in tranci è eccellente fatta scottata in<br />

padella o alla griglia.<br />

Il petto d’agnello: è uno dei tagli di questa<br />

carne più a buon mercato. Con o senza<br />

osso, può essere arrostito o grigliato. Disossato<br />

può essere utilizzato per arrosti arrotolati.<br />

Coscia d’agnello: può essere preparato<br />

in diversi modi. Intero, disossato, tagliato in<br />

tranci, arrosto, brasato, bollito o grigliato.<br />

Punta di petto d’agnello: ideale da cuocere<br />

alla griglia o da farcire.<br />

Coscia aperta: possono essere separati<br />

o anche essere tagliati in pezzi più piccoli.<br />

Attenzione , dopo la cottura il grasso va<br />

eliminato.<br />

Pancetta: da essa si ricava un’ottima carne<br />

arrotolata, che si può utilizzare come arrosto<br />

o grigliare in tranci.<br />

Posteriore con punta intero: se si arrostisce<br />

bisogna poi conoscere bene l’anatomia<br />

dell’agnello per poterlo tagliare correttamente.<br />

Spalla dell’agnello: costituisce al massimo<br />

il 17 o 18 p.c. del peso complessivo della bestia.<br />

Vista la taglia esile dell’animale raramente<br />

viene tagliata.<br />

L’agnello “sacrifi cale” è, da tempo immemorabile,<br />

la cifra distintiva <strong>delle</strong> tavole<br />

pasquali. La Pasqua greca non è concepibile<br />

senza il mitico “arnì sto souvla”,<br />

agnello intero arrostito allo spiedo, la<br />

cui cottura, lentissima, accompagnata da<br />

canti e danze tradizionali, occupa tutto il<br />

giorno di resurrezione. “Christos anésti”,<br />

“Cristo è risorto” inneggia il popolo greco,<br />

infi lzando fragranti bocconi di tenerissimo<br />

“agnus dei” cotto a puntino. È così che il<br />

dramma divino diviene teatro profano, pittoresco<br />

boccascena carnascialesco. Le sacre<br />

are trasformate, secondo i dettami di<br />

una laica, godereccia liturgia, in banchetti<br />

dionisiaci dominati più dal pathos che dalla<br />

pietas mistica. Il cibo diviene così indispensabile<br />

mezzo per conquistare il paradiso.<br />

Nei rituali pasquali, in modo particolare,<br />

l’alimentazione si viene ad intrecciare<br />

continuamente con la mitologia, pagana,<br />

cristiana o ebraica che sia. Lo stesso sacrifi<br />

cio dell’agnello attraversa, trasversalmente,<br />

tutte le cu Da quella mesopotamica<br />

alla greca, dalla cristiana alla<br />

giudaica e fenicia, il sangue dell’animale<br />

sacrifi cato ha, insieme, un valore purifi -<br />

catorio e propiziatorio. “Ecco l’agnello di<br />

Dio – esclama Giovanni il Battista – ecco<br />

colui che lava i peccati del mondo”, riferendosi<br />

al Gesù “sotiros”, al Gesù salvatore<br />

dell’umanità. Tra gli animali domestici,<br />

l’agnello era quello che maggiormente rispondeva<br />

ai canoni sacrifi cali, così mansueto<br />

e senza difese, senza artigli e senza<br />

corni, era ritenuto l’ideale per gli altari<br />

votivi.<br />

La festività pasquale ha tutte le caratteristiche<br />

<strong>delle</strong> mediterranee feste di primavera,<br />

plasmate, infl uenzate dal dramma<br />

di “morte-rinascita” insito nelle leggi<br />

Spalla di taglia maggiore: possono essere<br />

tagliate a livello dell’articolazione ed è ottimo<br />

arrostite o brasate.<br />

Cosciotto d’agnello: è molto magro. Delizioso<br />

se arrostito e speziato con erbe aromatiche.<br />

Le frattaglie<br />

La testa: non ha interesse a eccezione per<br />

i tagli di guanciale.<br />

Cervella: si deteriorano molto velocemente<br />

e si consumano soprattutto arrostite.<br />

Lingua: è di grande qualità. Nella maggior<br />

parte dei casi viene cotta o talvolta conservata<br />

salata.<br />

Animelle: sono il timo dell’animale, una<br />

ghiandola costituita da tessuto connettivo<br />

molle e delicato ed apprezzata sia per il sapore<br />

assai gustoso sia per la facile digeribilità.<br />

Sono deliziose se arrostite.<br />

Cuore: è eccellente da saltare in padella.<br />

Prima di cucinarlo bisogna eliminare minuziosamente<br />

ogni residuo di sangue.<br />

Fegato: ottimo da saltare in padella o d’arrostire<br />

allo spiedo.<br />

Torniamo ai modi di preparare la carne<br />

d’agnello. Alle specialità insomma…<br />

“Ma ecco. Nel mio ristorante offro l’agnello<br />

allo spiedo, sotto la campana , in guazzetto,<br />

ma anche un piatto che, in questo periodo,<br />

va per la maggiore: sugo di agnello con asparagi<br />

e fusi (oppure ‘šurlice’). Naturalmente si<br />

tratta di asparagi selvatici. Noi a Lussinpiccolo,<br />

tramite la Comunità turistica, prepariamo<br />

mensilmente specialità diverse che vengono<br />

offerte nei vari ristoranti. Ultimo nell’ordine,<br />

l’agnello al rosmarino….”.<br />

Usi e tradizioni<br />

Agnus Dei, cibo<br />

simbolo della Pasqua<br />

di Madre Natura. Pensiamo al mito, fortemente<br />

radicato nella cultura mediterranea,<br />

del Dio che muore e rinasce, come<br />

l’anatolico Attis o il fenicio Adone: due<br />

divinità perite di morte violenta, dal cui<br />

sangue versato risorgerà la vita. L’analogia<br />

con il mitologema salvifi co della<br />

Pasqua cristiana è quasi impressionante.<br />

Sarà proprio sul retaggio di questi antichissimi<br />

culti agrari che il popolo ebraico<br />

indirà la festa di Pesah, coincidente,<br />

come le Adonie (celebranti dal resurrezione<br />

del dio Adone), con il primo plenilunio<br />

successivo all’equinozio primaverile.<br />

Una festività che celebra, dunque,<br />

il passaggio dall’inverno alla primavera<br />

(la parola “pesah” vuol dire “passare oltre”).<br />

Come tutti i riti di passaggio, anche<br />

la Pesah era caratterizzata da offerte e<br />

sacrifi ci al dio, tra cui l’immolazione degli<br />

agnelli appena nati. Un’usanza, questa,<br />

ripresa e cristianizzata nell’Antico<br />

Testamento. Il libro dell’Esodo fa chiaro<br />

riferimento al sacrifi cio di “un agnello<br />

maschio, nato nell’anno”, da immolare<br />

al quattordici del mese di nisan, ossia<br />

dopo l’equinozio di primavera, tra marzo<br />

e aprile. “In questa notte ne mangeranno<br />

la carne arrostita al fuoco: la mangeranno<br />

con azzimi ed erbe amare” scandisce<br />

il Signore a Mosé e ad Aronne. Da allora,<br />

saranno questi i cibi rituali della cena<br />

pasquale ebraica o “haggadah”. Il sangue<br />

dell’agnello sacrifi cato, contrassegnando<br />

le abitazioni degli ebrei, segnerà<br />

la salvezza del popolo d’Israele in terra<br />

d’Egitto. A proposito dell’”agnus dei”, il<br />

Signore si raccomanda di non spezzarne<br />

alcun osso, ma di arrostirlo intero “con<br />

la testa, le gambe, le viscere”. Mai la parola<br />

di Dio sarà più esplicita di così in<br />

campo culinario.<br />

Sabato, 28 marzo 2009<br />

A Lussinpiccolo con due esperti in materia: Zvonko Šalov, proprietario e cuoco nel ristorante «Poljana», e il macellaio Ivan Burić<br />

Erbe, sale e clima: i tre segreti dell’agnello isolano<br />

di Silvano Silvani<br />

Il macellaio Ivan Burić assieme all’aiutante<br />

Zvonko Šalov con una <strong>delle</strong> cuoche del ristorante “Poljana”<br />

Alcune tra la moltitudine di ricette per preparare la carne d’agnello<br />

Guazzetto d’agnello alla Belej<br />

con asparagi e fusi<br />

Ingredienti per quattro persone: 1 kg di agnello,<br />

mezzo kg di cipolla, 2 dcl di vino bianco, concentrato<br />

di pomodoro, 2 cucchiai di farina, sale e pepe q.b., un<br />

rametto di rosmarino, 2 foglie d’alloro, 1 dcl di olio<br />

d’oliva, 1 dcl di olio di semi, mezzo kg di fusi, asparagi.<br />

Preparazione: tagliare la carne d’agnello a pezzeti; tritare<br />

la cipolla e farla soffriggere nell’olio. Quando imbiondisce,<br />

aggiungere la carne e dopo un paio di minuti<br />

aggiungere la farina, il concentrato di pomodoro, le foglie<br />

di alloro e gli altri ingredienti. Cospargere il tutto con<br />

l’olio e con il vino e cuocere per una ventina di minuti.<br />

Aggiungere gli asparagi e lasciare fi no a quando diventano<br />

teneri. Servire con i fusi precedentemente lessati.<br />

<strong>Agnello</strong> con piselli<br />

Ingredienti per 4 persone: 700<br />

grammi di agnello disossato, 450<br />

grammi di piselli (freschi o surgelati),<br />

70 grammi di pancetta, prezzemolo<br />

q.b., 4 spicchi d’aglio, una<br />

cipolla, 400 grammi di pelati, 200<br />

grammi di patate, olio d’oliva, sale,<br />

pepe.<br />

Preparazione: preparare il “pesto”<br />

con la pancetta sminuzzata e l’aglio.<br />

In una pentola, scaldare l’olio d’oliva<br />

e aggiungere la cipolla sminuzzata, salare<br />

e fare imbiondire. Aggiungere la<br />

carne tagliata a pezzetti. Mescolare i<br />

pelati (senza sugo) e il pesto, peperare<br />

e cucinare per una quarantina di minuti<br />

a fuoco lento aggiungendo un po’<br />

d’acqua. Indi, aggiungere il sugo dei<br />

pomodori, le patate tagliate a fettine e,<br />

quando ammorbidiscono, aggiungere i<br />

piselli. Cucinare ancora un paio di minuti<br />

e servire. <strong>Agnello</strong> lesso<br />

<strong>Agnello</strong> arrosto<br />

con patate<br />

Ingredienti: carne d’agnello, sale<br />

q.b., carote, sedano, cipolla, rosmarino,<br />

patate.<br />

Preparazione: tagliare la carne a dadi,<br />

salarla e soffriggerla. Aggiungere le carote<br />

affettate, il sedano, la cipolla e il rosmarino.<br />

Aggiungere le patate tagliate a<br />

pezzi e cospargere di tanto in tanto con il<br />

sugo. Arrostire per circa un’ora.<br />

Finora abbiamo parlato di piatti “classici”.<br />

Ci saranno, probabilmente, anche altri.<br />

Quelli che solitamente vengono preparati<br />

esclusivamente per uso domestico nel<br />

rispetto di tradizioni…<br />

“Certamente. Un’antica specialità paesana,<br />

d’antichissima tradizione, è il cosiddetto<br />

‘udić’. Di che si tratta? Una volta mangiata<br />

la carne, le ossa rimaste vengono fate bollire<br />

nell’acqua nella quale si aggiunge la polenta<br />

che deve restare molto liquida tanto da man-<br />

<strong>Agnello</strong> allo spiedo<br />

Preparazione:<br />

cospargere<br />

con abbondante<br />

sale l’agnello<br />

intero e lasciare<br />

insaporire per<br />

alcune ore. “Girarlo”<br />

vicino ad<br />

un abbondante<br />

brace (senza<br />

fumo) ottenuta<br />

dal legno di<br />

quercia per almeno<br />

tre ore.<br />

Guazzetto d’agnello<br />

Frittata con “prosciutto” d’agnello<br />

Ingredienti: mezzo kg di carne, una carota,<br />

una cipolla, radice di sedano, pomodori,<br />

una testa piccola di cappuccio, qualche foglia<br />

d’alloro, un piccolo porro, 4 spicchi d’aglio,<br />

un piccolo cucchiaio di chiodi di garofano, un<br />

rametto di rosmarino, un piccolo cucchiaio di<br />

pepe in grano, foglie di prezzemolo, sale.<br />

Preparazione: mettere la carne in una padella<br />

e coprirla con acqua fredda. Aggiungere le carote<br />

tagliate a fettine, le foglie di prezzemolo e sedano,<br />

l’alloro, gli spicchi d’aglio e il concentrato di pomodoro. Salare. Cuocere a<br />

fuoco lento per circa un minuto. Nel frattempo, coprire i pomodori con acqua bollente,<br />

toglierli, sbuccrali e tagliarli in piccoli pezzetti. Nell’olio, soffriggere l’aglio<br />

e quando imbiondisce aggiungere i pomodori. Salare e pepare. Quando la carne<br />

ammorbidisce, toglierla e tagliarla a pezzettini. Servire con patate salate.<br />

giarla con il cucchiaio. Semplicissimo da un<br />

gusto molto particolare. Non va nemmeno dimenticato<br />

il latte di pecora. Una volta fatta la<br />

ricotta è ideale per una buona ‘polenta alla<br />

Belej’. Forse sarò soggettivo, visto che mia<br />

moglie è di Belej, ma si tratta di una specialità<br />

sotto tutti i punti di vista. La polenta viene<br />

tagliata a fette e tra di esse si pongono <strong>delle</strong><br />

fette di ricotta. Potrei continuare con un altro<br />

piatti forse un po’ insoliti ma che sono ugualmente<br />

ricercati. Mi riferisco alle frattaglie e<br />

<strong>Agnello</strong> sotto la campana<br />

Ingredienti: 2 kg di agnello, 2 kg di<br />

patate, cipolla, rosmarino, foglie di alloro,<br />

strutto, olio d’oliva, sale e pere q.b.<br />

Preparazione: lavare la carne, asciugarla<br />

e tagliarla in due o tre pezzi. Soffregarla<br />

col sale e metterla nel recipiente inferiore<br />

unto della campana. Accerchiarla di patate<br />

tagliate a metà e di cipolla tagliata a fette.<br />

Aggiungere i rametti di rosmarino, le foglie<br />

di lauro, il sale, il pepe, versare l’olio<br />

e coprire con la campana. Rincalzare con<br />

la brace ed arrostire sul focolare un’ ora e<br />

mezzo - due.<br />

5<br />

specialmente alla trippa. Annualmente, durante<br />

la stagione, noi macelliamo dai trecento<br />

ai quattrocento agnelli e la trippa… sparisce<br />

subito”.<br />

E per fi nire. Esiste anche il “prosciutto”<br />

d’agnello?<br />

“Certo che esiste. Viene prodotto in quantità<br />

minime ed è prettamente per uso domestico.<br />

Lo si produce dalla coscia, nel modo usato<br />

per fare quelli ‘veri’, ossia di maiale. Particolarmente<br />

saporito con una buona frittata”...

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