15.06.2013 Views

Panorama - Edit

Panorama - Edit

Panorama - Edit

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Anno LVII - N. 5 -15 marzo 2010 - Rivista quindicinale - kn 14,00 - EUR 1,89 - Spedizione in abbonamento postale a tariffa intera - Tassa pagata ISSN-0475-6401<br />

<strong>Panorama</strong><br />

www.edit.hr/panorama<br />

Agricoltori-governo:<br />

solco sempre aperto


Lubiana: l’arte della decrescita<br />

Il giorno 8 marzo, all’Istituto Italiano<br />

di Cultura di Lubiana, è stata inaugurata<br />

la mostra intitolata De-Art L’arte<br />

per la decrescita. L’utilizzo delle “buone<br />

pratiche” nel quadro dello sviluppo<br />

eco-sostenibile trova un’interpretazione<br />

artistica nei lavori di quattro artiste triestine:<br />

Sara Bajec (scrittrice), Donatella<br />

Davanzo (fotografa), Donatella Ferrante<br />

(scultrice), Mara Giorgini (pittrice).<br />

Quattro arti a confronto che insieme<br />

danno voce a un’originale riflessione<br />

sull’attuale problematica sociale e ambientale<br />

che riguarda la crescita economica<br />

infinita e alle sue possibili soluzioni.<br />

La mostra resterà aperta e sarà visitabile<br />

fino al 9 aprile.<br />

Donatella Davanzo, antropologa e<br />

fotografa triestina, si dedica da anni allo<br />

studio della relazione tra ambiente naturale<br />

e comunità. Il paesaggio diviene un<br />

insieme di segni culturali, soggetto ad<br />

un’attenta lettura, sia nei territori nordamericani,<br />

sede delle sue ricerche sul<br />

senso della spazialità, sia in ambiti più<br />

vicini a noi, come i mestieri veneziani<br />

e lo studio sui cortili. Dalle sue esposizioni<br />

e pubblicazioni emerge l’interesse<br />

per una fotografia intesa non solo in<br />

senso artistico ed estetico ma anche interpretativo<br />

e importante strumento per<br />

la documentazione antropologica.<br />

Sara Bajec vive a Trieste dove lavora<br />

nel sociale. Nel suo lavoro quotidiano<br />

ascolta la storia delle persone e usa la<br />

scrittura per fermare i loro racconti sulla<br />

carta e dare voce attraverso la narrazione<br />

di ciò che altrimenti si perderebbe.<br />

In questa mostra raccoglie su pannelli i<br />

contributi di diversi autori, omogeneizzando<br />

con il filo comune delle parole<br />

questo lavoro di gruppo.<br />

A Trieste, città in cui è nata, opera<br />

pure Mara Giorgini. Diplomatasi<br />

2 <strong>Panorama</strong><br />

all’Istituto D’arte E. Nordio di Trieste è<br />

stata allieva di nomi prestigiosi dell’arte<br />

triestina e nazionale quali la pittrice<br />

Miela Reina e lo scultore Ugo Carà.<br />

Ha partecipato in qualità di pittrice a<br />

mostre personali e collettive in Italia e<br />

all’estero e si è distinta come scenografa<br />

e allestitrice di ambienti. Creativa e<br />

impegnata nella Rete di economia solidale<br />

del Friuli Venezia Giulia applica e<br />

diffonde cultura e pratiche di economia<br />

civile e solidale, nella profonda convinzione<br />

che l’uomo è un tutt’uno con<br />

l’universo e questo dev’essere costantemente<br />

rispettato.<br />

Donatella Ferrante, che pure vive<br />

ed opera a Trieste, è tesa alla ricerca<br />

dell’equilibrio fra mondo naturale<br />

e mondo umano. Nel Duemila ha cominciato<br />

a lavorare l’argilla trovando<br />

in questa materia plastica e immediata,<br />

il mezzo espressivo più consono per<br />

comunicare emozioni e sensazioni. In<br />

questa mostra ha sperimentato altri materiali,<br />

anche di riciclo, proponendo una<br />

visione pop art del presente e una preistorica<br />

del futuro.


di Mario Simonovich<br />

All’inizio di marzo gli alunni<br />

che frequentano una delle<br />

scuole italiane di Fiume sono<br />

stati portati al Museo cittadino per visitare<br />

la mostra “Drago mi je, Gervais!”,<br />

ovvero, come si direbbe in<br />

italiano “Piacere, Gervais!”. Come<br />

d’abitudine nelle circostanze in cui la<br />

frase viene usata, a detta dei resoconti<br />

di stampa, nel corso della visita hanno<br />

potuto conoscere dettagli sulla vita<br />

e l’opera di Gervais, prendere parte<br />

attiva alla mostra leggendo alcune<br />

sue poesie e ascoltandone altre recitate<br />

in dialetto ciacavo nonché assistere<br />

ad un cortometraggio sulla Fiume del<br />

secolo scorso.<br />

L’impegno dei docenti ad arricchire<br />

e approfondire ulteriormente<br />

le nozioni da essi impartite è sempre<br />

encomiabile. Più che giusto dunque<br />

che anche i nostri alunni conoscano<br />

le cantilenanti rime ciacave cui si descrivono<br />

le casette bianche sui versanti<br />

del Monte Maggiore o il ben<br />

noto tagliente chiachiericcio delle tre<br />

nonnette, poi ridotte a due, nei versi<br />

che inorgogliscono i loro coetanei<br />

della maggioranza.<br />

C’è da chiedersi però, la conoscenza<br />

si può fermare qui o c’è anche<br />

dell’altro che si dovrebbe doverosamente<br />

aggiungere? Ad esempio, i nostri<br />

ragazzi sanno quale fu l’atteggiamento<br />

dell’apprezzabile cantore ciacavo<br />

nei confronti della minoranza<br />

italiana? Si sa che egli fu convinto assertore<br />

delle tesi secondo cui tutta la<br />

croatizzazione linguistica e culturale<br />

di questo territorio, successiva alla<br />

guerra e al conseguente spostamento<br />

dei confini, altro non era da considerarsi<br />

altrimenti che una reconquista<br />

jugo/croata dinanzi a cui tutto il resto<br />

non contava? Si sa che muovendosi<br />

entro tali schemi sociopolitici - come<br />

si usava dire allora - alla fine di febbraio<br />

del 1956, in quanto sovrintendente<br />

del Teatro del Popolo, firmò i<br />

decreti con cui - il direttore Osvaldo<br />

Ramous in testa - venivano licenziati<br />

in blocco tutti gli attori del Dramma<br />

Italiano, in quanto era “cessato lo<br />

In primo piano<br />

I nostri alunni alla mostra su Gervais. Che ne sanno i croati di noi?<br />

E conoscenza sia, ma dettagliata<br />

scopo politico” della sua continuità?<br />

La manovra, è noto, fu sventata solo<br />

grazie ad un fulmineo viaggio di Ramous<br />

dapprima a Belgrado e, al ritorno,<br />

a Zagabria. Se così non fosse<br />

stato, la compagnia sarebbe stata<br />

sciolta e gli attori - secondo un piano<br />

“sostitutivo” esplicitamente preannunciato,<br />

ridotti al ruolo di filodrammatici<br />

presso gli allora Circoli di cultura.<br />

Si sa, infine, che i licenziamenti<br />

- esecutivi in agosto, alla fine della<br />

stagione ma formalmente decorrenti<br />

già dal primo marzo - non solo mai<br />

furono formalmente ritirati, ma ai<br />

colpiti dal “provvedimento” non fu<br />

rivolta neppure una parola di scuse,<br />

come se nulla fosse accaduto?<br />

Con questo non s’intende toccare<br />

in alcun modo la qualità della sua creatività,<br />

quanto a ricordare che fu pronto<br />

a compiere ogni passo ed allargare<br />

con tutti i mezzi lo “spazio” dell’etnia<br />

a cui apparteneva. E poco importa che<br />

l’altra parte non fosse ormai da tempo<br />

in grado di opporre una resistenza tale<br />

da impensierire: bisognava contrastarla<br />

e indebolirla ancora, nella massima<br />

misura possibile.<br />

Ciò detto, viene da chiedersi: se<br />

agli alunni delle scuole croate, coetanei<br />

di quelli sopra nominati, si chiedesse<br />

di dirci qualcosa - non troppo,<br />

presso a poco come riferito sopra<br />

in merito a Gervais - su figure quali<br />

Santarcangeli, Morovich, Zuane della<br />

Marsecia, tanto per restare nell’ambito<br />

fiumano - e guai se il discorso si allargasse<br />

all’Istria - quanti sarebbero<br />

in grado di darci una risposta, sia pur<br />

adeguata alla loro età? Non è difficile<br />

concludere che non ne sanno nulla.<br />

A questo punto anche da parte nostra<br />

s’impone una riflessione molto<br />

profonda, più che sulle nozioni, sugli<br />

orientamenti e le priorità che devono<br />

regolare il nostro vivere minoritario<br />

in tutte le sue espressioni. Dobbiamo<br />

essere ben coscienti che solo una conoscenza<br />

critica dei valori, fossero<br />

nostri come altrui, è presupposto di<br />

progresso, e per quel che ci riguarda,<br />

ancora prima, di sopravvivenza. Il<br />

rapporto verso Gervais in questo senso<br />

può essere esemplare.●<br />

Costume<br />

e scostume<br />

Va fuori d’Italia<br />

immigrato stranier!<br />

Ha trentun anni, è manager di<br />

tre piccoli alberghi presso Roma,<br />

è sposata con un australiano (a<br />

sua volta “di padre italiano e madre<br />

istriana”, precisa la stampa<br />

croata) e ha deciso di candidarsi<br />

alle elezioni regionali in programma<br />

alla fine di marzo nella<br />

Lista di destra guidata da Francesco<br />

Storace, ex collaboratore<br />

di Gianfranco Fini. Due i punti<br />

salienti del suo programma: riaprire<br />

le case di tolleranza, ma soprattutto<br />

espellere dall’Italia con<br />

effetto immediato tutti gli immigrati<br />

entrati illegalmente nel suo<br />

Paese. Suo, a dire il vero, formalmente<br />

solo da due anni, ossia<br />

da quando ha ottenuto pure<br />

lei la cittadinanza italiana. Sì,<br />

perché la protagonista della vicenda<br />

è la trentunenne spalatina<br />

Andrea Puižina, figlia degli spalatini<br />

Zora e Milivoj che, hanno<br />

ammesso, con lItalia non hanno<br />

alcun contatto. Se però la cittadinanza<br />

è relativamente fresca,<br />

l’amore per l’Italia è molto più<br />

consolidato, afferma con compiacimento<br />

l’interessata: inizia<br />

nell’infanzia con lo studio da autodidatta<br />

dell’italiano per consolidarsi<br />

in particolare negli anni<br />

in cui, adolescente, si presentava<br />

regolarmente ogni anno in Piazza<br />

San Pietro la Domenica delle<br />

Palme. Nel 1998 si iscrive alla<br />

Sapienza per laurearsi in scienza<br />

delle comunicazioni e, ottenuta<br />

la cittadinanza, inizia la crociata<br />

contro l’immigrazione illegale,<br />

fonte di tanti mali, sostiene.<br />

Che direa questo punto? Che per<br />

qualcuno l’Italia può essere davvero<br />

un paese di grandi opportunità...<br />

<strong>Panorama</strong> 3


<strong>Panorama</strong><br />

www.edit.hr/panorama<br />

Ente giornalistico-editoriale<br />

EDIT<br />

Rijeka - Fiume<br />

Direttore<br />

Silvio Forza<br />

PANORAMA<br />

Redattore capo responsabile<br />

Mario Simonovich<br />

caporedattore-panorama@edit.hr<br />

Progetto grafico - tecnico<br />

Daria Vlahov-Horvat<br />

Redattore grafico - tecnico<br />

Annamaria Picco e Saša Dubravčić<br />

Collegio redazionale<br />

Bruno Bontempo, Nerea Bulva,<br />

Diana Pirjavec Rameša, Mario<br />

Simonovich, Ardea Velikonja<br />

4 <strong>Panorama</strong><br />

REDAZIONE<br />

panorama@edit.hr<br />

Via re Zvonimir 20a Rijeka - Fiume,<br />

Tel. 051/228-789. Telefax: 051/672-<br />

128, direttore: tel. 672-153. Diffusione:<br />

tel. 228-766 e pubblicità: tel. 672-146<br />

ISSN 0475-6401 <strong>Panorama</strong> (Rijeka)<br />

ISSN 1334-4692 <strong>Panorama</strong> (Online)<br />

TIPOGRAFIA: “Helvetica” - Ri jeka-<br />

Fiume, tel. 682-147<br />

ABBONAMENTI: Tel. 228-782.<br />

Croazia: an nuale (24 numeri) kn 300,00<br />

(IVA inclusa); semestrale (12 numeri)<br />

kn 150,00 (IVA inclusa); una copia kn<br />

14,00 (IVA inclusa). Slovenia: annuale<br />

(24 numeri) euro 62,59 - semestrale<br />

(12 numeri) euro 31,30 - una copia euro<br />

1,89. Italia: annuale (24 numeri) euro<br />

70,00 una copia: euro 1,89.<br />

VERSAMENTI: per la Croazia sul<br />

cc. 2340009-1117016175 PBZ Riadria<br />

banka d.d. Rijeka. Per la Slovenia: Erste<br />

Steiermärkische Bank d.d. Rijeka 7001-<br />

3337421/EDIT SWIFT: ESBCHR22.<br />

Per l’Italia - EDIT Rijeka 3337421-<br />

presso PBZ 70000 - 183044 SWIFT:<br />

PBZGHR2X.<br />

Numeri arretrati a prezzo raddoppiato<br />

INSERZIONI: Croazia - retrocopertina<br />

1.250,00 kn; retrocopertina interna<br />

700,00 kn; pagine interne 550,00 kn;<br />

Slovenia e Italia retrocopertina 250,00<br />

euro; retrocopertina interna 150.00 euro;<br />

pagine interne 120,00 euro.<br />

PANORAMA esce con il concorso<br />

finanziario della Repubblica di Croazia<br />

e della Repubblica di Slovenia e viene<br />

parzialmente distribuita in convenzione<br />

con il sostegno del Governo italiano<br />

nell’ambito della collaborazione tra<br />

Unione Italiana (Fiume-Capodistria) e<br />

l’Università Popolare (Trieste)<br />

EDIT - Fiume, via Re Zvonimir 20a<br />

edit@edit.hr<br />

Consiglio di amministrazione: Ezio<br />

Giuricin (vicepresidente), Ennio Machin,<br />

Franco Palma, Carmen Benzan,<br />

Doris Ottaviani, Orietta Marot, Fabio<br />

Sfiligoi<br />

<strong>Panorama</strong> testi<br />

N. 5 - 15 marzo 2009<br />

Sommario<br />

IN PRIMO PIANO<br />

I nostri alunni alla mostra su Gervais:<br />

che ne sanno i croati di noi?<br />

E CONOSCENZA SIA,<br />

MA DETTAGLIATA ........................ 3<br />

di Mario Simonovich<br />

ATTUALITÀ<br />

La contestazione contadina si placa,<br />

ma la crisi va avanti approfondendo il<br />

solco delle difficoltà<br />

SALSICCE E POLITICA:<br />

GLI AGRICOLTORI PER ORA<br />

SI FERMANO .................................. 6<br />

a cura di Diana Pirjavec Rameša<br />

CULTURA E MONDO D’OGGI<br />

LA «LISISTRATA» FIUMANA<br />

È APPARSA INNOCUA .................. 9<br />

di Elvio Baccarini<br />

ITALIA<br />

Sarebbe bello, una volta tanto, veder<br />

trionfare il diritto contro la politica<br />

LISTE ELETTORALI, VERGO-<br />

GNOSO CAOS .............................. 10<br />

Riciclaggio e altri favori alla ’ndrangheta?<br />

NICOLA DI GIROLAMO<br />

SENATORE FUORILEGGE ......... 11<br />

a cura di Bruno Bontempo<br />

SOCIETÀ<br />

Osservazioni indotte dalle passeggiate<br />

in natura con il quattrozampe al seguito<br />

CANI, MA PERCHÉ RINGHIANO<br />

I PROPRIETARI? .......................... 12<br />

di Marino Vocci<br />

RIFLESSIONI IN CORNICE<br />

SULLA FINE DEL MONDO ........ 13<br />

di Luca Dessardo<br />

TEATRO<br />

Incontro con il drammaturgo Miro Gavran<br />

alla vigilia del terzo allestimento<br />

di una sua commedia da parte del DI<br />

RAPPORTI UOMO-DONNA?<br />

FELICITÀ AUTENTICA<br />

SOLO SE RECIPROCA .................14<br />

di Bruno Bontempo<br />

MUSICA<br />

Il mito del grande Fred: la storia di Buscaglione<br />

e dell’Italia del dopoguerra<br />

in due libri usciti di recente a mezzo<br />

secolo dalla sua morte<br />

VITA, CANZONI E INTUIZIONI<br />

DI UN’ICONA DEGLI ANNI<br />

CINQUANTA ................................. 18<br />

a cura di Bruno Bontempo<br />

CINEMA E DINTORNI<br />

”La prima cosa bella” di Paolo Virzì ed<br />

“Il concerto” di Radu Mihaileanu<br />

RICORRIAMO ALLA FINZIONE<br />

OGNI GIORNO CHE PASSA ........18<br />

di Gianfranco Sodomaco<br />

MOSTRE<br />

Dopo l’Aja, la retrospettiva del pittore<br />

di Ragusavecchia ospitata a Zagabria<br />

FAGGIONI-BUKOVAC, GRANDE<br />

IRREQUIETO TALENTO ............ 20<br />

di Erna Toncinich<br />

ITALIANI NEL MONDO<br />

Operazione eticamente non apprezzabile<br />

INDIGNATI PER I TAGLI<br />

ALL’EDITORIA ............................ 24<br />

a cura di Ardea Velikonja<br />

MADE IN ITALY<br />

Dal 19 al 21 marzo a Gorizia<br />

ARRIVA LA PRIMAVERA<br />

CON POLLICE VERDE ............... 26<br />

a cura di Ardea Velikonja<br />

REPORTAGE<br />

Alla 31.esima Fiera Ortogiardino la<br />

prima edizione di “Flor Art”<br />

LA SFIDA TRA FLORAL<br />

DESIGNER .................................... 28<br />

di Ardea Velikonja<br />

LETTURE ISTRIA NOBILISSIMA<br />

”ACQUA SU MARTE” ................. 34<br />

di Claudio Geissa<br />

CONCORSI BORSE STUDIO ..... 38<br />

SPORT<br />

L’appuntamento più atteso dell’anno<br />

MONDIALI, IL SUDAFRICA<br />

È PRONTO .................................... 44<br />

a cura di Bruno Bontempo<br />

Spentosi a 88 anni con la nazionale Usa<br />

disputò i Mondiali di calcio del 1950<br />

GINO GARDASSANICH, UN GRAN-<br />

DE DEL VIVAIO FIUMANO .......... 46<br />

di Igor Kramarsich<br />

ARBOREA<br />

NOCCIOLO, AUSPICE DI NUOVA<br />

VITA PER I DEFUNTI .................. 48<br />

di Daniela Mosena<br />

MULTIMEDIA<br />

Quali pregi e quali difetti (2 e continua)<br />

TOP TEN DEGLI ANTIVIRUS 2010 ... 50<br />

a cura di Igor Kramarsich<br />

RUBRICHE .................................. 52<br />

a cura di Nerea Bulva<br />

IL CANTO DEL DISINCANTO ... 58<br />

di Silvio Forza<br />

IN COPERTINA: La protesta degli agricoltori, la marcia dei trattori


Un modello più elastico e più in<br />

linea con i cambiamenti in atto<br />

nel mondo della scuola per quel che<br />

riguarda l’assegnazione delle borse<br />

di studio ai ragazzi delle scuole<br />

medie superiori italiane in Slovenia<br />

e Croazia. Lo ha deciso la Giunta<br />

esecutiva dell’Unione italiana in una<br />

recente riunione in cui si è discusso<br />

pure dei criteri di base per l’ottenimento<br />

della borsa studio: viene introdotta<br />

la meritocrazia, la cosiddetta<br />

“scala mobile”; si prevedono margini<br />

di discrezionalità; vengono privi-<br />

Un romanzo “petroso”, struggente,<br />

feroce, che narra la tragica<br />

vicenda di una famiglia istriana<br />

attraverso l’odissea di un ragazzo<br />

“venduto” dai suoi genitori e quella<br />

di un uomo alla ricerca disperata<br />

della propria paternità. Questo in<br />

sintesi il contenuto del romanzo di<br />

Diego Zandel, giornalista ed esule<br />

di origini fiumane che il Circolo di<br />

Cultura istro-veneta “Istria” ha presentato<br />

di recente a Trieste (nella<br />

foto). In realtà la prima stesura del<br />

Agenda<br />

La GE dell’UI ha definito le novità, ora la decisione spetta all’Assemblea<br />

Più elasticità nell’assegnazione di borse di studio<br />

Incantevoli scatti dai quali traspare<br />

una grande attenzione, amore<br />

e soprattutto rispetto per la natura.<br />

legiate le borse cosidette vincolate; si<br />

alleggeriscono determinati obblighi<br />

a carico dei fruitori. Quanto sopra si<br />

pone in funzione del rinnovamento<br />

dei quadri all’interno delle istituzioni<br />

della Comunità nazionale, in primis<br />

le scuole. Quindi le borse vincolate<br />

obbligheranno l’istituzione proponente<br />

a trovare un posto di lavoro per<br />

il proprio candidato. I candidati invece<br />

si vedranno dimmezzato il periodo<br />

obbligatorio da trascorrere presso<br />

questa istituzione e in più avranno diritto<br />

ad un “una tantum”, un contri-<br />

Questo in sintesi quanto presentato<br />

da Bruno Bontempo, alla serata<br />

Natura vita organizzata congiuntamente<br />

da <strong>Panorama</strong> e dalla<br />

CI fiumana. Attento osservatore<br />

e grande amante della natura, il<br />

giornalista ha presentato una serie<br />

di diapositive a ricordare, fra l’altro,<br />

che il 2010 è stato proclamato<br />

dalle Nazioni Unite l’Anno internazionale<br />

della biodiversità. La<br />

proiezione delle incisive immagini<br />

è stata accampgnata dalla lettura<br />

di versi della poetessa statunitense<br />

libro era uscita nel 1986 ma senza<br />

poter contare su delle recensioni<br />

dato che “i tempi non erano maturi”.<br />

Lo spunto per questo libro viene<br />

da una vicenda vera mentre la<br />

storia si svolge nella zona mineraria<br />

istriana tra Arsia e Albona. Nel<br />

parlarne Roberto Dedenaro, poeta<br />

triestino, ha ribadito che “colpisce<br />

ed affascina l’attenzione antropologica<br />

di una realtà mineraria ma anche<br />

quella di una famiglia ben radicata<br />

nel mondo contadino. Lo stile<br />

buto che servirà per le spese di equipollenza<br />

dei diplomi. Infine, i bandi<br />

di concorso non saranno più cinque<br />

ma tre. ●<br />

Riuscitissima serata di proiezioni di diapositive alla CI di Fiume<br />

La natura vista dall’obiettivo di Bruno Bontempo<br />

Emily Dickinson ad opera dell’attrice<br />

Elvia Nacinovich, che ha contribuito<br />

ad incantare ulteriormente<br />

gli spettatori e a inserirli ancora più<br />

profondamente nell’atmosfera magica<br />

di una natura incontaminata.<br />

Patricolare pure la colonna sonora,<br />

tratta da “Voyager” di Mike Oldfield.<br />

Le immagini naturalistiche,<br />

realizzate nel corso dei suoi viaggi<br />

ed escursioni sono state definite<br />

dall’autore “un mosaico d’immagini<br />

sulla natura senza alcuna pretesa<br />

artistica né documentaristica”. ●<br />

Presentato il libro di Diego Zandel, nato in un campo profughi da genitori fiumani<br />

«Il figlio perduto - La mia storia della terra d’Istria»<br />

è notevole, secco, con licenze che<br />

permettono di penetrare un paesaggio<br />

multilinguistico, con forti componenti<br />

dialettali”. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 5


6 <strong>Panorama</strong><br />

Attualitá<br />

La contestazione contadina si placa, ma la crisi va avanti approfondendo<br />

Salsicce e politica: gli agricoltori per or<br />

di Diana Pirjavec Rameša<br />

Il braccio di ferro tra il Governo<br />

croato ed i rappresentanti degli<br />

agricoltori e allevatori si è concluso<br />

con un accordo che salva la faccia<br />

al Ministero ma non accontenta del<br />

tutto i contadini. Un modo questo per<br />

fermare (ma fino a quando?) la feroce<br />

diatriba politica in cui l’esecutivo<br />

Kosor è confrontato con proteste di<br />

strada e blocchi delle viabili in Slavonia.<br />

A Zagabria, questa volta, i trattori<br />

non sono arrivati, ma il problema è<br />

lungi dall’essere risolto.<br />

Con i contadini è stato concordato<br />

il pagamento di una parte degli<br />

incentivi tramite materie prime<br />

per un controvalore di 600 kune per<br />

ettaro (che rappresenta un ulteriore<br />

26 p.c. in aggiunta al 60 per cento<br />

di incentivi che verrà corrisposto<br />

in contanti). Il versamento dovrebbe<br />

venir realizzato in due tranche: la<br />

prima entro il 31 marzo, la seconda<br />

entro il 15 aprile. Questo è il massimo<br />

che il Ministro dell’Agricoltura,<br />

Petar Čobanković, ha detto di poter<br />

offrire dopo estenuanti trattative<br />

condotte con i rappresentanti delle<br />

associazioni degli agricoltori. “Non<br />

possiamo dare di più senza mettere<br />

a repentaglio la Finanziaria”, ha<br />

spiegato ricordando che tra i benefit<br />

concessi figura pure l’esenzione dal<br />

pagamento dell’affitto dei terreni<br />

statali per l’anno in corso. L’accordo<br />

riguarda gli incentivi per la semina<br />

primaverile 2009/2010 e comunque<br />

dal provvedimento sono state esentate<br />

le fattorie con più di 300 ettari.<br />

Il nodo da risolvere riguarda anche<br />

gli incentivi per la semina primaverile<br />

del 2008/09 che dovrebbero<br />

venir corrisposti entro la fine di<br />

giugno.<br />

La protesta si è consumata sotto l’occhio vigile della polizia<br />

Estenuante confronto: il Ministro dell’Agricoltura, Petar Čobanković, ha<br />

avuto una serie d’incontri con le delegazioni dei produttori agricoli<br />

Ma la “questione contadina” va<br />

oltre il mero aspetto tecnico legato<br />

agli incentivi o alle manifestazioni di<br />

piazza ed il blocco delle viabili con<br />

i trattori, essa sfocia inevitabilmente<br />

nella politica testimoniando ancora<br />

una volta le grandi difficoltà da cui<br />

l’attuale leadership tenta di uscire.<br />

Sul problema si è soffermato il leader<br />

dell’opposizione Zoran Milanović.<br />

“Gli impegni presi nei confronti degli<br />

agricoltori vanno rispettati” - ha<br />

infatti rilevato il capo dell’SDP. A<br />

suo avviso le manifestazioni di piazza<br />

si sarebbero potute evitare se il<br />

Governo avesse informato in tempo i<br />

contadini del fatto che non era in grado<br />

di far fronte agli obblighi nei confronti<br />

del settore agricolo.<br />

In campo è sceso pure il Capo dello<br />

Stato, Ivo Josipović, il quale si è<br />

dichiarato solidale con i contadini e<br />

ha voluto pure sentire le testimonianze<br />

di alcuni rappresentanti di categoria.<br />

Con questo gesto ha però irritato<br />

parecchio la premier Kosor la quale<br />

ha subito controbattuto a tutti coloro<br />

che hanno criticato il Governo e aiutato<br />

la protesta aiutando i dimostranti<br />

a coprire le spese per il gasolio o con<br />

aiuti alimentari, sostenendo: “Non è<br />

che offrendo salsicce si risolvono i<br />

problemi”.


il solco delle difficoltà<br />

a si fermano<br />

Ripresa economica:<br />

un sogno lontano<br />

I sindacati, gli imprenditori ed<br />

il Governo riuniti dinanzi al Consiglio<br />

Economico-Sociale hanno esaminato<br />

la proposta di legge relativa<br />

alle nuove misure del Governo per<br />

la ripresa economica. I sindacati attendono<br />

con impazienza il nuovo<br />

piano di investimenti per le società<br />

in difficoltà, visto che di giorno in<br />

giorno si aprono nuovi procedimenti<br />

fallimentari o, ancora peggio, gli<br />

impianti produttivi chiudono i battenti<br />

mandando in cassa integrazione<br />

i propri dipendenti. “Ciascuna di<br />

queste aziende ha problemi specifici<br />

e proprio nel rispetto di tale specificità<br />

che questi vanno risolti”, ha<br />

detto Ivan Šuker, Ministro delle Finanze,<br />

dopo la sessione del Consiglio<br />

Economico-Sociale, precisando<br />

che il Governo, per due o tre settimane,<br />

porterà una decisione globale<br />

su come aiutare queste aziende.<br />

“Queste misure sono soltanto una<br />

parte del pacchetto anticrisi” - ha<br />

detto annunciando ulteriori misure a<br />

sostegno delle imprese in difficoltà.<br />

Ivo Josipović e Danilo Turk durante<br />

il loro primo incontro ufficiale<br />

a Brdo pri Kranju<br />

Non esiste la forza<br />

di ristrutturare<br />

Purtroppo non c’è né il coraggio<br />

né la forza di ristrutturare quel considerevole<br />

numero di società che non<br />

riescono a ripartire proprio a causa di<br />

problemi “strutturali”, come rilevano<br />

gli analisti. Le piccole e medie imprese<br />

dal canto loro invocano da alcuni<br />

anni l’approvazione di una strategia<br />

di sviluppo dell’economia a livello<br />

nazionale abbinata a misure d’intervento<br />

molto concrete. Il Governo croato<br />

a sua volta annuncia dolorosi tagli<br />

nel settore pubblico. Nell’occhio del<br />

P er<br />

Attualitá<br />

Un “momento di pausa” in un confronto a momenti molto aspro<br />

ciclone in queste settimane ci sono<br />

le pensioni privilegiate, vale a dire le<br />

quiescenze recepite da 180.000 persone<br />

di cui la maggior parte sono difensori<br />

croati o ex combattenti della<br />

Guerra popolare di liberazione. Per<br />

queste pensioni lo Stato spende annualmente<br />

7 miliardi di kune. Il taglio<br />

previsto sarebbe del 15 p.c. e non<br />

è l’unico che il Governo ha intenzione<br />

di realizzare nelle prossime settimane.<br />

Pare che dalle buste paga nelle<br />

prossime settimane verrà levato l’indennizzo<br />

per il trasporto, a giugno<br />

pure l’indennizzo ferie. Il Governo<br />

deve infatti recuperare i fondi neces-<br />

Prima visita ufficiale bilaterale in Slovenia<br />

Josipović a Lubiana, scelta mirata<br />

la prima visita ufficiale all’estero il neo eletto Presidente croato Ivo<br />

Josipović ha scelto, e non a caso, la Slovenia. Una giornata intensa<br />

quella trascorsa a Brdo pri Kranju assieme al Presidente sloveno Danilo<br />

Türk, in cui sono state prese in esame tutte le questioni bilaterali attualmente<br />

aperte. Si è parlato pure di sicurezza in regione e di rafforzamento<br />

dei contatti commerciali tra i due Paesi. “Siamo ben lieti del fatto che<br />

la Slovenia appoggia l’entrata della Croazia nell’Unione europea e che i<br />

problemi che hanno pesato sui rapporti tra i due Stati siano in via di soluzione”,<br />

ha sintetizzato così in una dichiarazione per la stampa il presidente<br />

croato.<br />

Riallacciandosi all’accordo d’arbitrato relativo al contenzioso confinario<br />

il Presidente sloveno ha ricordato che “nel documento è stato inserito il<br />

principio di equità e che questo criterio andrebbe applicato pure nella soluzione<br />

dei problemi attualmente aperti tra gli stati dell’ex Jugoslavia”. Per il<br />

Presidente Josipović “i contenziosi che pesano sui rapporti in regione vanno<br />

risolti in base al diritto internazionale e nel rispetto delle leggi nazionali”.<br />

Il Presidente croato ha incontrato a Lubiana pure il premier sloveno Borut<br />

Pahor ed il presidente del Parlamento, Pavel Gantar. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 7


sari per coprire il grande buco nel bilancio,<br />

recuperando in primo luogo i<br />

mezzi indispensabili per il pagamento<br />

delle pensioni e le spese della sanità<br />

pubblica il cui ammonto complessivo<br />

è di 65 miliardi di kune per l’anno<br />

corrente.<br />

Tassa anticrisi<br />

soluzione a metà<br />

L’esecutivo di Jadranka Kosor<br />

ha deciso di abolire la tassa anticrisi<br />

a partire dal 1.mo luglio. Si tratta di<br />

uno sgravio fiscale del 2 p.c. e riguarda<br />

solo quella fascia di reddito che va<br />

dalle 3.000 alle 6.000 kune mensili.<br />

Rimane invece in vigore, probabilmente<br />

fino alla fine dell’anno, la tassa<br />

del 4 p.c. sui redditi che superano<br />

le 6.000 kune mensili. Secondo dati<br />

recentemente pubblicati dal Ministero<br />

delle Finanze, il gettito della tassa<br />

anticrisi nel mese di gennaio è stato di<br />

204 milioni di kune.<br />

L’inarrestabile crescita del deficit<br />

è uno dei più grandi rischi per la stabilità<br />

macroeconomica della Croazia<br />

perché pone sempre la domanda di<br />

come sarà finanziato. È quanto sottolineato<br />

dagli analisti della società di<br />

rating internazionale “Dun & Bradstreet”<br />

(D & B), nella relazione per<br />

il mese di marzo. Per la Croazia vi è<br />

ancora un rating (DB3d), che mette il<br />

Paese in un lieve rischio imprenditoriale.<br />

Cambia invece la sua valutazione<br />

per 11 stati: migliora quello della<br />

Serbia che da alto rischio diventa<br />

a rischio moderato (DB5a a DB4d)<br />

grazie a interventi reputati positivi sia<br />

in ambito economico che politico. In<br />

particolare, il rapporto della “D & B”<br />

per la Croazia afferma che davanti al<br />

Governo di centro-destra vi è un periodo<br />

difficile di lotta contro la recessione.<br />

La ripresa della Croazia continuerà<br />

sulla scia di una crescita molto<br />

lenta nella zona dell’euro. La ricerca<br />

tecnologica e l’innovazione sarà indebolita,<br />

i consumi delle famiglie saranno<br />

sempre più in calo a causa della<br />

bassa crescita dei salari, l’elevata<br />

disoccupazione, tasse e condizioni di<br />

credito più restrittive. Anche le aziende<br />

spenderanno meno a causa delle<br />

restrizioni imposte dalle banche, le<br />

società che si occupano di export possono<br />

sperare in un un recupero grazie<br />

alla ripresa del commercio mondiale<br />

nel 2010 e 2011- prevede la “D&B”.<br />

8 <strong>Panorama</strong><br />

Attualitá<br />

A Vinkovci il 5 marzo i contadini hanno bloccato la tangenziale<br />

L’aumento del deficit resta comunque<br />

uno dei più grandi rischi per la stabilità<br />

macroeconomica della Croazia.<br />

Anche se il Governo croato negli ultimi<br />

anni ha provato a tagliare il debito,<br />

il forte calo dei redditi (e così degli<br />

introiti fiscali) contribuisce all’aumento<br />

del deficit pubblico.<br />

A tutto... gas<br />

Ma che qualche cosa di positivo<br />

si stia verificando in campo energetico<br />

lo conferma la recente visita della<br />

premier Kosor al presidente del Governo<br />

russo Putin: la Croazia è entrata<br />

ufficialmente nel consorzio per la<br />

costruzione del gasdotto South Stream,<br />

che trasporterà in Europa il gas<br />

russo bypassando l’Ucraina. È stato<br />

ratificato, infatti, un contratto per<br />

la gassificazione della Croazia e lo<br />

sfruttamento dei giacimenti di gas<br />

sul territorio della Repubblica di<br />

Croazia, creando in tal modo il quadro<br />

giuridico per l’inclusione di Zagabria<br />

nel South Stream. Il contratto<br />

apre la strada alla creazione di una<br />

joint venture tra Gazprom e Plinacro,<br />

a cui ciascuna delle imprese partecipa<br />

con il 50 p.c. L’accordo con i partner<br />

russi è stato firmato dal Ministro<br />

dell’Economia croato Đuro Popijač e<br />

dal Ministro russo dell’Energia, Sergej<br />

Smatko. “I dettagli dovranno ancora<br />

essere discussi e negoziati, ma<br />

ciò che è molto importante per noi è<br />

che l’accordo garantisce la fornitura<br />

di gas”, ha detto la Kosor esprimendo<br />

così la soddisfazione che la Croazia si<br />

affianca in questo progetto ai membri<br />

dell’Ue come l’Ungheria, la Bulgaria<br />

e la Slovenia, che già partecipano al<br />

progetto. La Croazia è particolarmente<br />

interessata ad incrementare i quantitativi<br />

di gas importati a 2,7 miliardi<br />

di metri cubi l’anno. Putin e Kosor<br />

hanno toccato anche il tema della<br />

Società “DružbAdria”, accennando<br />

al fatto cheTransnjeft e JANAF continueranno<br />

i negoziati con il Primo<br />

Ministro croato nel tentativo di “raggiungere<br />

nuovi progressi” nel settore<br />

delle infrastrutture lungo la cosa croata.<br />

Non viene nascosto il fatto che vi<br />

è un interesse reciproco, nonché una<br />

certa disponibilità della parte croata<br />

ad estendere l’attuale capacità di<br />

sfruttamento, pari al 22 per cento.<br />

La partecipazione della Croazia<br />

al progetto South Stream, oltre a garantire<br />

forniture di gas supplementari<br />

per il mercato croato, contribuirà a<br />

sviluppare tutto il settore energetico e<br />

così alla creazione di nuovi posti di<br />

lavoro. Dopo alcuni anni in cui le trattative<br />

con le autorità russe erano state<br />

“congelate” a causa di alcuni errori di<br />

percorso compiuti dalla Kosor ancora<br />

ai tempi della sua campagna elettorale<br />

per le presidenziali, ora il dialogo<br />

è stato finalmente riaperto. L’accordo<br />

è stato valutato positivamente<br />

dal gigante russo Gazprom. “La Gazprom<br />

accoglie con favore la firma del<br />

contratto tra il primo ministro Jadranka<br />

Kosor e il Primo Ministro Vladimir<br />

Putin” - si rileva in un comunicato<br />

stampa in cui si precisa pure che<br />

“l’accordo costituisce la base giuridica<br />

necessaria attraverso cui Russia e<br />

Croazia saranno in grado di realizzare<br />

il progetto”. ●


di Elvio Baccarini<br />

Leggendo alcuni commenti e<br />

dialogando con varie persone<br />

ho trovato divertenti alcuni atteggiamenti<br />

ispirati dal recente spettacolo<br />

dell’Ivan de Zajc di Fiume, la<br />

“Lisistrata” di Aristofane. Prima che<br />

il lavoro fosse presentato al pubblico,<br />

ne scrivevo in una corrispondenza email<br />

con un noto filosofo londinese<br />

amante del teatro che mi ha rivelato<br />

che il lavoro era stato messo in scena<br />

presso il liceo che frequentava qualche<br />

decennio fa, suscitando parecchio<br />

sgomento e un giudizio globale<br />

di “volgarità”. Due sono i pensieri<br />

che questo racconto mi ha ispirato,<br />

in relazione ad alcuni dei commenti<br />

successivi alla “Lisistrata” presentata<br />

a Fiume. Il primo è legato alla<br />

supposta inadeguatezza dello spettacolo<br />

nei confronti del pubblico formato<br />

da allievi delle scuole. Mi ha<br />

sorpreso non poco che vi siano reazioni<br />

di questo tipo parecchi decenni<br />

dopo che lo stesso lavoro venne stato<br />

messo in scena non solo per, ma addirittura<br />

da, allievi di una scuola londinese<br />

tradizionalista (una di quelle<br />

nelle quali si reclutano i futuri studenti<br />

di Oxford e Cambridge).<br />

Il secondo pensiero è la mia sorpresa<br />

di fronte al fatto che le stesse<br />

cose che scandalizzavano qualche<br />

decennio fa una scuola londinese<br />

tradizionalista possono scandalizzare<br />

ancora. Al contrario, a me la<br />

“Lisistrata” fiumana è apparsa innocua.<br />

In fin dei conti, tutti abbiamo<br />

imparato, negli anni liceali, che<br />

esiste questo testo. Non mi sembra<br />

sia il caso dover imparare che esiste,<br />

ma evitarne il contenuto (un po’<br />

come si faceva, o si fa ancora, nelle<br />

edizioni rivolte alle scuole del “Decamerone”,<br />

con la censura di alcuni<br />

capitoli).<br />

Per alcuni il punto è proprio<br />

questo: il teatro (soprattutto un teatro<br />

nazionale quale il de Zajc) dovrebbe<br />

essere un luogo elevato nello<br />

spirito e nelle maniere. La mia<br />

Cultura e mondo d’oggi<br />

convinzione è che vi debbano essere<br />

sedi privilegiate della produzione<br />

culturale d’alto livello. Un teatro<br />

nazionale, ovviamente, è per eccellenza<br />

una di queste. Non condivido,<br />

però, l’opinione che questa sede<br />

debba essere staccata dalla realtà<br />

in cui vive e lo affermo per più di<br />

un motivo.<br />

Il primo è che il teatro non è una<br />

testimonianza della creatività del<br />

passato. Il teatro deve essere una<br />

sede creativa e innovativa dell’arte.<br />

Con ciò non voglio esprimermi<br />

con toni di scarso apprezzamento<br />

nei confronti dei classici. Il valore<br />

dei classici sta nella forza e nella<br />

capacità di affrontare temi di validità<br />

eterna per l’umanità. Non voglio<br />

neppure sostenere un’aprioristica<br />

tendenza all’innovazione nella<br />

rappresentazione dei classici.<br />

Le presunte innovazioni sono state<br />

troppe volte soltanto banalizzazioni<br />

e depauperamenti. In fin dei conti,<br />

la “Lisistrata” che serve da spunto<br />

a questo mio commento, e che volentieri<br />

difendo da alcune critiche,<br />

è un testo classico, peraltro rappresentato<br />

in modo molto fedele (le innovazioni<br />

sono trascurabili). Voglio<br />

dire, però, che il teatro contemporaneo<br />

non può limitarsi soltanto a<br />

rappresentare i classici nella loro<br />

forma elegante e di buone maniere.<br />

Soprattutto, non può limitarsi<br />

soltanto a rappresentare i classici.<br />

Ritengo che le due migliori (e migliori<br />

in modo sensibile) rappresentazioni<br />

di teatro drammatico a Fiume<br />

negli anni recenti siano “Turbofolk”<br />

di Oliver Frljić e “Lo Zoo di<br />

vetro” con la regia di Anica Tomić<br />

e l’apporto drammaturgico di Jelena<br />

Kovačić. Nel primo caso, si tratta<br />

di un progetto d’autore e una feroce<br />

e molto ironica critica sociale,<br />

nel secondo caso di un rifacimento<br />

molto sensibile del lavoro di Tennessee<br />

Williams, la cui intenzione è<br />

quella di farci vivere e comprendere<br />

le sensazioni di un dramma familiare<br />

attuale. In entrambi i casi i lavo-<br />

Attualitá<br />

La «Lisistrata» fiumana è apparsa innocua<br />

ri sono molto lontani da un’estetica<br />

indirizzata all’espressione elegante<br />

e alle buone maniere, ma il valore<br />

delle due rappresentazioni sta<br />

proprio nella forza espressiva e nella<br />

connessione a temi esistenziali e<br />

sociali attuali, in un’estetica viva e<br />

comunicativa.<br />

Il secondo motivo per il quale<br />

giudico inadeguate le visioni tradizionaliste<br />

a proposito del teatro nazionale<br />

è legato al pubblico. Sono<br />

molto fermo nell’opposizione alla<br />

commercializzazione dell’alta cultura.<br />

Sono, però, anche cosciente<br />

dell’esigenza di equilibri nei confronti<br />

del rapporto con il pubblico.<br />

Uno dei momenti più belli, per<br />

me, negli ultimi anni a teatro è stata<br />

l’esecuzione del “Sekstet Verklärte<br />

Nacht” di Arnold Schönberg (in<br />

programma, lo stesso giorno, anche<br />

Haydn). Sabato 20 febbraio, eravamo<br />

una cinquantina. Questa è l’alta<br />

cultura della quale vorrei godere<br />

frequentemente, ma va tenuto conto<br />

anche della realtà, ovvero di quale<br />

sia il suo pubblico. Un altro esempio<br />

che posso offrire, al di fuori del<br />

de Zajc, è la rassegna jazzistica che<br />

si svolge ogni anno in primavera a<br />

Fiume - non ho mai vista riempita<br />

dal pubblico la sala dell’HKD. La<br />

“Lisistrata”, invece, è stata venduta<br />

in ogni ordine di posto.<br />

Proprio come dicevo, è evidente<br />

che nella scelta del repertorio ci<br />

vuole equilibrio, tenendo in considerazione<br />

la funzione sociale del teatro,<br />

che è quella di offrire cultura<br />

elevata, ma anche di attirare pubblico.<br />

Ovviamente, non tutti gli spettacoli<br />

offerti nel repertorio potranno<br />

soddisfare tutti. Alcuni si entusiasmeranno<br />

per la “Lisistrata”, altri<br />

per “Turbofolk”, altri per Schönberg,<br />

altri ancora per “Lucia di<br />

Lammermoor”. Alcuni sono aperti<br />

nei confronti di tutte queste forme<br />

espressive. L’importante, però, non<br />

è che tutti siano soddisfatti sempre,<br />

ma che ciascuno abbia la possibilità<br />

di scegliere. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 9


10 <strong>Panorama</strong><br />

Italia<br />

Sarebbe bello, una volta tanto, veder trionfare il diritto contro la politica<br />

Liste elettorali, vergognoso caos<br />

a cura di Bruno Bontempo<br />

È<br />

esploso in tutto il suo potenziale<br />

distruttivo, in termini politici<br />

e forse anche di ordine sociale,<br />

il problema delle liste elettorali. Dopo<br />

il ritardo nella presentazione delle liste<br />

del Pdl nella provincia di Roma,<br />

gli uffici elettorali dapprima hanno<br />

escluso e poi riammesso anche quella<br />

della Polverini nel Lazio. Lo stesso è<br />

accaduto a Milano alla lista Formigoni,<br />

facendo decadere anche nel feudo<br />

ciellino la coalizione di centrodestra.<br />

Il problema politico è dirompente. Poi<br />

il Tribunale Amministrativo Regionale<br />

del Lazio, malgrado il decreto legge<br />

interpretativo del Governo, ha rigettato<br />

il ricorso del Pdl. Qualcuno ha detto<br />

che questa decisione è uno schiaffo<br />

all’esecutivo, qualcun altro ha pensato<br />

che essa dipende soltanto dalla<br />

competenza della Regione in materia<br />

di leggi elettorali, ma poco importa.<br />

Infine il Consiglio di Stato ha dichiarato<br />

l’appello contro l’esclusione<br />

della lista Pdl Roma improcedibile: i<br />

giudici non si sono espressi nel merito<br />

sottolineando che non ci sono motivi<br />

per procedere. Ciò ha determinato<br />

la definitiva esclusione della lista Pdl<br />

della Capitale dalle regionali. Respinto<br />

il ricorso della Federazione della sinistra,<br />

invece, e sì alla lista Formigoni<br />

in Lombardia. Insomma un completo<br />

guazzabuglio.<br />

In linea teorica la sinistra ha indubbiamente<br />

ragione. In altri momenti e<br />

in altre regioni, per i motivi più diversi,<br />

erano stati esclusi altri partiti.<br />

Nella vita della nazione si incrociano<br />

spesso diritto e politica. Per il diritto<br />

“la legge è uguale per tutti”, per la politica<br />

no. Il diritto è formale: si faccia<br />

giustizia, caschi il mondo; la politica<br />

è sostanziale: si salvi il mondo, quali<br />

che siano le leggi. La gente sta col<br />

diritto e l’economia quando un meccanico<br />

licenzia un operaio perché nella<br />

sua officina non c’è posto e reddito<br />

per due, sta con la politica quando il<br />

licenziamento tocca migliaia di operai<br />

di uno stabilimento Fiat.<br />

Dal punto di vista giuridico ed<br />

economico i problemi sono uguali:<br />

ma mentre del singolo non s’interessa<br />

nessuno, dei mille si interessano i partiti,<br />

i giornali, la Chiesa. Tutti pretendono,<br />

magari a spese dello Stato, che<br />

non accada ciò che è accaduto legittimamente<br />

al singolo. Se fallisce un negozio<br />

di tessuti, non c’è neanche una<br />

riga nella gazzetta locale, se rischia di<br />

fallire l’Alitalia se ne parla per anni e<br />

alla fine interviene lo Stato.<br />

È sulla base di questa mentalità<br />

che, se pure con scomposta frenesia,<br />

il Governo è voluto intervenire per<br />

salvare sia il Pdl sia la validità della<br />

consultazione. La sinistra al contrario<br />

si è aggrappata alla legge per attaccare<br />

la maggioranza. Al Governo<br />

infatti avrebbe tentato di fare la stessa<br />

cosa e non meraviglia che il Presidente<br />

della Repubblica, uomo di sinistra,<br />

abbia ripetutamente affermato<br />

che “non si può escludere dalle elezioni<br />

il partito più forte”. Assistiamo<br />

ad una strana disputa in cui hanno tutti<br />

torto. Gli unici da assolvere sono forse<br />

i magistrati. Per una volta sarebbe bello<br />

veder trionfare il diritto contro la politica,<br />

come sarebbe bene che una volta<br />

tanto tutti soffrissero le conseguenze<br />

delle loro azioni e delle loro parole imprudenti.<br />

Invece il Pdl anche in questa<br />

confusa ricostruzione intorno alle liste<br />

nega che vi sia stata una lotta al coltello<br />

fino all’ultimo sui nomi da inserire<br />

in lista, non ammette l’errore di un<br />

proprio dirigente, come non rivela chi<br />

sono i “pesci grossi” (“io sono un pesce<br />

piccolo” ha detto Alfredo Milioni,<br />

presidente del XIX Municipio di Roma<br />

quando ha capito che per il ritardo la<br />

scusa del panino non reggeva...) che<br />

hanno imposto sbianchettature e modifiche<br />

in chiusura di liste. Irregolarità<br />

che anche altri partiti fanno, ma che<br />

forse nessuno avrebbe la sfrontatezza<br />

di presentare, una volta colto il flagrante,<br />

come colpe altrui. ●<br />

Renata Polverini, candidata presidente della Regione Lazio e, a destra, Roberto Formigoni per la Lombardia


Riciclaggio e altri favori alla ’ndrangheta?<br />

Nicola di Girolamo<br />

senatore fuorilegge<br />

La prima notizia è dello scorso 23 febbraio: chiesto<br />

l’arresto per il senatore. Di Girolamo per violazione<br />

della legge elettorale “con l’aggravante mafiosa”.<br />

Da quel giorno è stato un susseguirsi di colpi di scena,<br />

dichiarazioni, intercettazioni: il caso di Nicola Di Girolamo,<br />

l’ormai ex senatore accusato di essere arrivato<br />

a Palazzo Madama grazie ai voti della ‘ndrangheta, è<br />

diventato più che mai un caso nazionale, entrando nel<br />

pieno del dibattito politico, in un periodo particolarissimo:<br />

quella della campagna elettorale per le elezioni<br />

regionali. Per quanto riguarda il Parlamento finisce qui,<br />

ma continua il suo percorso giudiziario.<br />

Avvocato, imprenditore, residente a Bruxelles secondo<br />

il sito del Senato, 50 anni il prossimo 25 giugno, Di<br />

Girolamo è sposato e ha due figli: è stato eletto nella circoscrizione<br />

Estero, grazie ai voti degli italiani residenti in<br />

Europa. All’attività politica (faceva parte della commissione<br />

Esteri e del Comitato per le questioni degli Italiani<br />

all’estero), somma quella di avvocato e imprenditore ed è<br />

pure vicepresidente della Fondazione Italiani nel Mondo.<br />

Per quello che riguarda le accuse a Di Girolamo si ipotizza<br />

che la ‘ndrangheta, tramite emissari calabresi mandati<br />

in Germania, soprattutto a Stoccarda, avrebbe messo le<br />

mani sulle schede bianche per l’elezione dei candidati al<br />

Senato votati dagli italiani lì residenti e le avrebbero riempite<br />

con il nome del senatore. È uno dei profili più inquietanti<br />

emersi da questa indagine.<br />

Ma non è la prima volta che viene richiesto l’arresto<br />

per il senatore, eletto nel 2008 con oltre 25 mila preferenze.<br />

Allora, il primo dei non eletti, Raffaele Fantetti, propone<br />

ricorso al Senato sostenendo che Di Girolamo al momento<br />

della candidatura non risiedeva all’estero, come<br />

prescritto dalla legge. Sul presupposto della mancanza dei<br />

requisiti per l’elezione, il gip del Tribunale di Roma ha<br />

chiesto per Di Girolamo gli arresti domiciliari con le accuse<br />

di attentato ai diritti politici dei cittadini, falsa attestazione<br />

o dichiarazione sulla sua identità, in atti destinati<br />

alle operazioni elettorali e false dichiarazioni sulle sue generalità.<br />

Nel settembre 2008, il Senato non concede, però,<br />

l’autorizzazione all’arresto ma la verifica della Giunta di<br />

palazzo Madama si conclude con una proposta di decadenza<br />

dal seggio. Però il 29 gennaio 2009, l’aula del Senato<br />

ribalta il parere della Giunta, subordinando il riesame<br />

ad un’eventuale sentenza penale definitiva. Ora il senatore<br />

è anche accusato di associazione per delinquere finalizzata<br />

al riciclaggio transnazionale, per aver fatto parte<br />

di un gruppo criminale che, tra il 2003 e il 2006, avrebbe<br />

riciclato oltre 2 miliardi di euro. Le indagini hanno delineato<br />

la struttura transnazionale, tramite una rete di società<br />

appositamente costituite in Italia e all’estero. I capitali<br />

illegali riciclati provenivano da una serie di operazioni<br />

I precedenti<br />

Italia<br />

Quando la Camera di appartenenza ha detto sì<br />

alla richiesta di arresto da parte della magistratura<br />

27<br />

gennaio<br />

1955<br />

27<br />

luglio<br />

1976<br />

21<br />

settembre<br />

1983<br />

18<br />

gennaio<br />

1984<br />

Sandro SACCUCCI (Msi-Dn) accusato<br />

dell'omicidio di un giovane<br />

comunista, Luigi Di Rosa, a Sezze<br />

Romano nel 1976. L'autorizzazione<br />

fu concessa quando aveva<br />

già lasciato l'Italia<br />

Toni NEGRI (radicali) accusato<br />

di terrorismo. La richiesta<br />

di autorizzazione fu concessa quando<br />

Negri era già fuggito in Francia;<br />

tornerà in Italia nel 1997, scontando<br />

il residuo di pena<br />

Massimo ABBATANGELO (Msi-Dn)<br />

condannato per aver partecipato<br />

nel 1970 all'assalto con bottiglie<br />

incendiarie ad una sezione napoletana<br />

del Pci<br />

Le richieste respinte nell'attuale legislatura<br />

24 settembre<br />

2008<br />

18 dicembre<br />

2008<br />

10 dicembre<br />

2009<br />

Francesco MORANINO (Pci),<br />

condannato per la morte di sette<br />

persone durante la Resistenza.<br />

Si sottrasse all'arresto fuggendo<br />

in Cecoslovacchia. Fu graziato dal<br />

presidente della Repubblica Saragat<br />

Nicola Di Girolamo (Pdl)<br />

Salvatore Margiotta (Pd)<br />

Nicola Cosentino (Pdl)<br />

ANSA-CENTIMETRI<br />

commerciali fittizie di acquisto e di vendita di servizi di<br />

interconnessione telefonica internazionale, che avvenivano<br />

con la compiacenza di alti funzionari e amministratori<br />

delle società telefoniche, attraverso società di comodo<br />

di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese<br />

e off-shore, controllate dall’organizzazione.<br />

Il danno allo Stato italiano è stato calcolato in 360 milioni<br />

di euro per evasione dell’Iva su fatture per operazioni inesistenti<br />

per più di 1 miliardo e 800 milioni. Inoltre, l’incremento<br />

falso di fatturati e ricavi delle società telefoniche<br />

ha generato anche fittizi crediti Iva e utile da 96 milioni<br />

di euro.<br />

Dai collegamenti fra appartenenti alla famiglia Arena,<br />

l’ex amministratore delegato di Fastweb, Silvio Scaglia,<br />

l’imprenditore Gennaro Mokbel, l’ufficiale della finanza<br />

destinatario della tangente, gli investigatori sono arrivati<br />

a scoperchiare gli interessi illeciti dell’organizzazione<br />

e il sostegno che la stessa avrebbe dato alla candidatura<br />

e all’elezione di Nicola Di Girolamo, del Pdl, una delle<br />

menti finanziarie dell’organizzazione. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 11


12 <strong>Panorama</strong><br />

Societá<br />

Osservazioni indotte dalle passeggiate in natura con il quattroza<br />

Cani, ma perché ringhiano i pr<br />

di Marino Vocci<br />

Mi è capitato centinaia di volte,<br />

nelle mie abitudinarie,<br />

quasi quotidiane, passeggiate<br />

con il mio buonissimo cane, di<br />

essere investito da un domanda rivoltami<br />

dalla persona incontrata occasionalmente,<br />

anche lei accompagnata<br />

da un cane, non importa di che razza,<br />

o se di piccola o di grande taglia:<br />

“Maschio o femmina?”<br />

Partendo da questo interrogativo,<br />

che solo a un profano può sembrare<br />

un po’ stravagante, racconterò<br />

di alcune mie esperienze di uomini<br />

(o donne che siano) con un cane al<br />

seguito. Si rischia infatti, in questi<br />

momenti, di non dare la risposta<br />

giusta o attesa, o soprattutto la risposta<br />

che può rasserenare lo sguardo<br />

preoccupato della persona che hai<br />

davanti. Se rispondi che il tuo cane<br />

è femmina, questo può andar bene<br />

se l’altro è un maschio, ma questa<br />

è sempre soltanto una tua supposizione,<br />

perché, a raffica, ti viene posta<br />

un’altra domanda, soprattutto se<br />

il maschio che hai davanti mostra<br />

segni di... irrequietezza e ti si avvicina<br />

con amorevole trasporto: “È in<br />

calore?”<br />

Capita così che mentre cammini<br />

tranquillamente con il tuo cane<br />

al guinzaglio, in mezzo al bosco,<br />

di colpo ti scontri con una realtà<br />

che contrasta completamente con la<br />

piacevolezza e il silenzio del luogo<br />

che ti circondava fino ad un attimo<br />

prima: la domanda quasi sempre<br />

viene “sparata” come una fucilata, e<br />

la cortesia è lungi dall’essere rispettata.<br />

A volte il tono è anche bellicoso<br />

e da attaccabrighe, e la maggior<br />

animosità viene mostrata proprio da<br />

coloro che non rispettano le regole<br />

non scritte del buon comportamento<br />

e che invece in modo arrogante pretendono<br />

dagli altri il totale rispetto.<br />

Hai quindi uomini e donne che<br />

di sovente ti guardano in... cagnesco<br />

e il più delle volte camminano senza<br />

tenere al guinzaglio il “beniamino”<br />

che in taluni casi magari appartiene<br />

a razze incluse nell’elenco di<br />

animali pericolosi, che ti si avvicina<br />

digrignando i denti. Sembra incredibile<br />

e non so spiegarmi proprio il<br />

perché, ma quando passeggi così accompagnato<br />

molte delle persone che<br />

incontri hanno qualcosa da rimproverarti<br />

o perlomeno qualche sarcastico<br />

commento da fare, il più delle<br />

volte magari in maniera indiretta,<br />

oppure si impegnano a superarti velocemente<br />

senza neppure rivolgerti<br />

uno sguardo o un saluto, con un senso<br />

di fastidio.<br />

Questo per quanto riguarda le<br />

persone. I cani invece sono animali<br />

ai quali è giusto e anche salutare<br />

dedicare un po’ del nostro tempo:<br />

fa bene a noi e non solo. Accudire<br />

un cane, tra le altre cose, vuol dire<br />

anche essere costretti a stare all’aria<br />

aperta, a recuperare il piacere del<br />

movimento, ma, com’è ampiamente<br />

dimostrato, è un ottima terapia<br />

(pet-teraphy) contro il “logorio della<br />

vita moderna”. Non solo questi animali,<br />

anche altri quali i gatti, asini,<br />

cavalli, delfini e molti altri animali<br />

ancora, ci aiutano a mantenere il benessere<br />

e un buon livello di qualità<br />

della vita. Hanno infatti un rapporto<br />

immediato e diretto con le persone,<br />

riescono a trasmettere un‘energia<br />

positiva, un’energia non viziata<br />

dal raziocinio. Ma è soprattutto<br />

bello, anzi straordinario, avere un<br />

cane per amico, perché ti permette<br />

nello stesso momento di combattere<br />

la solitudine e godere della bellezza<br />

della solitudine, perché un animale<br />

sa starti vicino in modo molto<br />

discreto. Esiste infatti la bella solitudine;<br />

quella in cui stai da solo con<br />

i tuoi pensieri, ascolti il canto di un<br />

usignolo, guardi e ti emozioni davanti<br />

a un bel paesaggio, senti più<br />

intensamente il profumo di un fiore.<br />

Questa solitudine volontaria ha un<br />

valore speciale quando viene condivisa<br />

con quello che per tradizione<br />

è l’amico più fedele, discreto e affettuoso<br />

che si possa immaginare.<br />

E poi è veramente interessante<br />

osservare il comportamento delle<br />

persone con i cani: alcuni sono fraterni<br />

e affettuosi, altri sono burberi e<br />

violenti, altri ancora, e credo siano<br />

i peggiori, li usano e poi li abbandonano.<br />

Trovo altrettanto stupefacente<br />

il comportamento dei cani nei confronti<br />

delle persone o dei cani loro<br />

simili quando s’incontrano. Ce ne<br />

sono taluni che assolutamente ignorano<br />

tutto e tutti, altri abbaiano forsennatamente<br />

appena scorgono in<br />

lontananza un loro simile.<br />

Ci sono poi anche delle sorprese<br />

divertenti, come la mia Thea, che<br />

in tutta la sua vita, e ha ormai undici<br />

anni che per un golden retriver della<br />

sua stazza sono veramente tanti,


mpe al seguito<br />

oprietari?<br />

avrà abbaiato sì e no una cinquantina<br />

di volte, pochissime cioè. Ebbene<br />

il più delle volte che ha accolto<br />

qualcuno con il suo sommesso bau<br />

bau, è stato quando abbiamo incontrato<br />

un vecchio, ma soprattutto<br />

malvestito o trasandato. In quelle<br />

rare occasioni mi è sembrato che<br />

Thea si fosse sintonizzata improvvisamente<br />

su modelli di comportamento<br />

più vicini e consoni a quello<br />

che si usa correntemente definire il<br />

mondo di oggi, che non condivido,<br />

e cioè quelli che individuano il modello<br />

vincente nell’essere... giovani...<br />

ricchi e belli ! Anche se, così dicono<br />

almeno alcuni veterinari, questa<br />

non è proprio una sorpresa, perché<br />

i cani nella loro immaginazione<br />

hanno un’idea ben definita dell’uomo...<br />

normale, e quando incontrano<br />

uno che non coincide con il loro<br />

schema di uomo... normale, reagiscono<br />

abbaiando.<br />

Ancora un piccola osservazione,<br />

diverse volte mi capita di intravvedere<br />

una certa somiglianza, non soltanto<br />

di tipo fisico, tra cane e padrone<br />

(il che, in qualche caso, non<br />

è certo un complimento, fosse per<br />

l’uno che per l’altro), ma constato,<br />

sempre più spesso, che i cani sono<br />

migliori dei loro padroni.●<br />

Riflessioni in cornice<br />

di Luca Dessardo<br />

Catastrofi naturali di vario genere,<br />

l’ultima delle quali il terremoto<br />

in Cile - avvenuto prima ancora<br />

che cessasse la preoccupazione<br />

per le vittime del sisma che ha distrutto<br />

Haiti - sembrano succedersi<br />

con una frequenza e intensità sempre<br />

maggiori, denudando l’uomo di<br />

tutta la sua vanità. E nelle macerie<br />

che rimangono ritroviamo da una<br />

lato solidarietà spicciola, e dall’altro<br />

un insulso fatalismo che non giova<br />

a nessuno. Partiamo dalla solidarietà<br />

che si manifesta subito dopo<br />

le immagini di morte e rovina trasmesse<br />

dai media. Certamente va<br />

detto come troppo frequentemente<br />

questa solidarietà si riveli ipocrita:<br />

dalla sicurezza delle nostre case con<br />

un sms od una telefonata mandiamo<br />

qualche soldo di aiuto alle vittime,<br />

e questo è spesso un modo facile<br />

di lavarci la coscienza. Ma di quale<br />

colpa dobbiamo mai purgarci?<br />

Dalla nostra indifferenza, che non<br />

siamo in grado di sopportare. I senzatetto<br />

d’inverno muoiono di freddo<br />

per le strade (questo febbraio<br />

ne è morto uno a Fiume, soffocato<br />

dal fumo della candela con la quale<br />

tentava di riscaldarsi), ma passandoci<br />

vicino distogliamo lo sguardo.<br />

E poi pretendiamo di redimerci con<br />

un obolo di sms. Inoltre, il nostro è<br />

anche un tentativo di scuoterci di<br />

dosso il senso di colpa di essere nati<br />

più privilegiati - ecco il vero peccato<br />

originario che oggi ci angoscia.<br />

Figli della morale cattolica, per noi<br />

è un peso essere “nati meglio” rispetto<br />

ad altri. E allora una telefonata<br />

può fare tutta la differenza: per<br />

noi, piuttosto che per i bisognosi.<br />

L’universalità della disgrazia -<br />

ed invero negli ultimi tempi le catastrofi<br />

naturali colpiscono abbastanza<br />

indiscriminatamente - sta<br />

però cambiando qualcosa. Il pericolo<br />

si sta facendo sempre più generale,<br />

tanto che l’idea della fine<br />

del mondo è sempre più pressante.<br />

Come il Candide di Voltaire escla-<br />

Societá<br />

Sulla fine del mondo<br />

mava di fronte al terremoto di Lisbona<br />

“Ecco la fine del mondo!”,<br />

così anche oggi sono numerosi coloro<br />

che riprendendo in mano testi<br />

profetici (da Nostradamus al calendario<br />

Maya, fino ai segreti di Fatima),<br />

leggono nelle recenti devastazioni<br />

l’inizio della fine. Il problema<br />

dell’atteggiamento fatalista è che<br />

attribuendo la caratteristica di ineluttabilità<br />

a qualunque cosa accada<br />

perdiamo immediatamente ogni<br />

senso di responsabilità. Se si tratta<br />

di destino, ogni tentativo intrapreso<br />

per difenderci è inutile, perché alla<br />

fine il futuro è già scritto. Tanto vale<br />

non fare nulla per migliorare la situazione.<br />

Al massimo, insegna il Savonarola,<br />

potremmo pentirci dei nostri<br />

peccati. Religiosi o meno, la penitenza<br />

di fronte ad una qualsivoglia<br />

forza superiore che si manifesta in<br />

tutta la sua potenza rimane pur sempre<br />

passiva. Una sorta di penitenza<br />

coatta - a differenza di una fede che<br />

non ha bisogno di prove per essere<br />

forte o di una buona condotta che<br />

non abbia bisogno di minacce per<br />

mantenersi tale. Rifuggendo dunque<br />

dal bieco egoismo della penitenza<br />

sul letto di morte, lasciamo cadere<br />

in acqua anche l’idea che la fine<br />

sia inevitabile e abbracciamo piuttosto<br />

la consapevolezza o anche, se<br />

serve, la velleità che con le nostre<br />

azioni possiamo pur cambiare qualcosa.<br />

Prendiamo pertanto da una<br />

parte l’idea dell’universalità della<br />

disgrazia, concetto che la religione<br />

ha spesso tentato di insegnarci, insita<br />

nell’ipotesi della fine del mondo,<br />

e utilizziamola per purificare la solidarietà<br />

dalle sue aberrazioni utilitaristiche.<br />

Lo ha capito bene il premio<br />

Nobel Al Gore, il quale spiega<br />

che dobbiamo vedere nella disgrazia<br />

(ambientale, ma nulla vieta di<br />

trascendere questo limite) un nemico<br />

comune che possa, appunto,<br />

accomunarci. Nella prevenzione, e<br />

non solamente nel pianto rassegnato.<br />

Altrimenti la fine potrebbe veramente<br />

essere vicina. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 13


Seconda première stagionale<br />

del Dramma Italiano che<br />

porta in scena Tutto sulle donne,<br />

commedia scritta nel 2000 da<br />

Miro Gavran, il più conosciuto,<br />

prolifico e rappresentato scrittore<br />

e drammaturgo croato. Il testo,<br />

tradotto in italiano da Silvio Ferrari,<br />

con la regia di Neva Rošić,<br />

vede in scena le attici Elvia Nacinovich,<br />

Elena Brumini e Rosanna<br />

Bubola, ciascuna in cinque<br />

ruoli diversi in altrettante storie<br />

di vita alternate e intrecciate, tutte<br />

al femminile. È il terzo lavoro<br />

di Gavran che entra nel repertorio<br />

della nostra Compagnia di<br />

prosa, dopo Antigone di Creonte<br />

(con cui debuttò nel 1983) e Shakespeare<br />

ed Elisabetta.<br />

Classe 1961, nativo di Gornja<br />

Trnava, nella Posavina, ha scritto<br />

più di 40 commedie, una sceneggiatura<br />

per il cinema, otto romanzi<br />

e altrettante novelle per<br />

ragazzi. I suoi libri hanno avuto<br />

140 edizioni in Croazia e nel<br />

mondo, i suoi pezzi teatrali hanno<br />

vissuto qualcosa come 200 allestimenti<br />

in quasi tutti i continenti<br />

e sono stati visti da più di<br />

due milioni di spettatori. Tra i<br />

nummerosi premi letterari e teatrali<br />

conseguiti, vanno segnalati<br />

il Central European Time 1999,<br />

riservato all’opera complessiva<br />

dei migliori scrittori centroeuropei,<br />

e l’European Circle Awards<br />

2003 per l’affermazione dei valori<br />

europei nei testi letterari. La<br />

casa editrice Hiersemann di Stoccarda<br />

ha inserito tre sue commedie<br />

nell’edizione 2007 dell’antologia<br />

del teatro mondiale contemporaneo.<br />

Dopo la laurea all’Accademia<br />

zagabrese per il teatro, il film e la<br />

televisione, Miro Gavran ha organizzato<br />

corsi di recitazione, è<br />

stato direttore del Teatar&TD, ha<br />

promosso e redatto la rivista letteraria<br />

Plima, è stato fondatore<br />

e autore dell’Epilog Teatar. Nel<br />

2002, assieme alla consorte (e attrice)<br />

Mladenka, ha dato vita al<br />

Teatro Gavran (2002), che ogni<br />

anno mette in scena un suo lavoro<br />

inedito ed un centinaio di repliche.<br />

●<br />

14 <strong>Panorama</strong><br />

Teatro<br />

Incontro con il drammaturgo croato Miro Gavran alla<br />

Rapporti uomo-donna?<br />

di Bruno Bontempo<br />

Il suo lavoro si intitola Tutto sulle<br />

donne, un autore italiano, Marco<br />

Falaguasta, è andato addirittura<br />

oltre scrivendo So tutto sulle<br />

donne. Crede sia possibile, per un<br />

uomo, conoscere tanto bene l’universo<br />

femminile?<br />

”Lungi da me la pretesa di poter<br />

sapere proprio tutto sulle donne.<br />

Nel titolo della commedia, chiaramente,<br />

c’è una punta di ironia. Il<br />

lavoro comprende cinque diverse<br />

storie che hanno per interpreti le<br />

donne, e in ogni vicenda ci sono tre<br />

protagoniste, per cui in totale conosciamo<br />

ben quindici personaggi<br />

femminili, inseriti in situazioni<br />

e ambientazioni molto diverse tra<br />

loro, che vanno dall’asilo infantile<br />

alla casa di riposo per anziani.<br />

Al centro della pièce - costruita in<br />

modo da offrire una continua alternanza<br />

di toni che vanno dal drammatico,<br />

al comico, al grottesco - c’è<br />

comunque la donna inquadrata negli<br />

schemi di vita della società contemporanea”.<br />

Crede che dopo aver assistito a<br />

questa sua commedia, avremo le<br />

idee più chiare sull’altra metà del<br />

cielo?<br />

”In dieci anni, Tutto sulle donne<br />

è stato portato in scena addirittura in<br />

trenta teatri delle più disparate parti<br />

del mondo, a partire da Zagabria<br />

e Sarajevo, per arrivare fino a Buenos<br />

Aires, Rio de Janeiro, Cracovia,<br />

Bombay, Lubiana, Praga, Mostar,<br />

Bratislava, Amburgo... Alcuni allestimenti<br />

hanno superato le cento repliche,<br />

segno che questo dinamico<br />

racconto sulle donne richiama l’attenzione<br />

sia del pubblico maschile,<br />

sia di quello femminile. Credo che<br />

la felicità di uomini e donne, oggi,<br />

all’interno di una coppia può essere<br />

autentica soltanto se vissuta reciprocamente.<br />

Il dominio di un sesso<br />

sull’altro, finisce per causare infelicità<br />

tanto tra le donne quanto tra i<br />

maschi. Il teatro e la letteratura, dal<br />

Miro Gavran, uno dei più prolifici drammaturghi croati contemporanei<br />

canto loro, possono aiutarci a capire<br />

qualcosa di più sull’esperienza umana”.<br />

Lei ha scritto anche un pezzo<br />

teatrale che si intitola “Tutto sugli<br />

uomini”. A questo punto chiederle<br />

di fare un paragone o di tracciare<br />

un parallelo tra i due poli ci sembra<br />

inevitabile...<br />

”Sei anni dopo Tutto sulle donne,<br />

ho usato lo stesso modello drammaturgico<br />

e la stessa struttura attoriale<br />

per la stesura di Tutto sugli uomi-


Teatro<br />

vigilia del terzo allestimento di una sua commedia da parte del Dramma Italiano<br />

Felicità autentica solo se reciproca<br />

ni, affidando a tre interpreti la narrazione<br />

di cinque episodi sul mondo<br />

maschile. La commedia finora è<br />

stata messa in scena da dieci teatri<br />

diversi ed in alcuni casi, come in Lituania,<br />

Lettonia, Polonia e Slovacchia,<br />

è rimasta in cartellone parallelamente<br />

a quella sulle donne. Devo<br />

ammettere che da questa mia scrittura<br />

è uscito un universo maschile<br />

decisamente disegnato a tinte forti,<br />

per non dire fosche... Tutti e due i<br />

lavori, comunque, trascinano gli interpreti<br />

e il pubblico in un autentico<br />

vortice, avvalorano doti e qualità<br />

artistiche degli attori, dai quali<br />

richiedono inoltre notevoli capacità<br />

di adattamento e trasformazione per<br />

eseguire i frequenti e rapidi cambi<br />

di ruolo richiesti e repentini passaggi<br />

da uno stato d’animo all’altro, anche<br />

completamente contrario. Credo<br />

che il vostro pubblico avrà modo di<br />

gustare uno spettacolo di pregevole<br />

fattura, una produzione che le tre attrici<br />

del Dramma Italiano di Fiume<br />

stanno portando a termine con la regia<br />

di Neva Rošić”.<br />

La fortuna di aver avuto<br />

sempre ottimi traduttori<br />

Sul rapporto uomo-donna ci<br />

siamo concessi anche la libertà di<br />

scherzarci un po’ sopra. Ora torniamo<br />

sui binari con argomenti<br />

più seri. I suoi pezzi teatrali<br />

sono stati rappresentati praticamente<br />

in tutto il mondo, tradotti<br />

in un’infinità di idiomi, molti dei<br />

quali lei non conosce. Come le riesce,<br />

in questi casi, di valutare, giudicare<br />

e considerare l’aderenza,<br />

la fedeltà all’originale? Il discorso,<br />

più da vicino, riguarda la nostra<br />

lingua, visto che due dei suoi<br />

testi - La notte degli Dei tradotto<br />

da Gorjana Ducic e questo Tutto<br />

sulle donne opera di Silvio Ferrari<br />

- sono stati presentati recentemente<br />

in Italia.<br />

“Ritengo che siano gli attori,<br />

chiamati a interpretare le mie commedie<br />

nelle varie lingue, i più attentibili<br />

critici delle traduzioni.<br />

La regista Neva Rošić, Elena Brumini e, in piedi, Elvia Nacinovich e Rosanna<br />

Bubola durante le prove di “Tutto sulle donne” (Foto Dražen Sokčević)<br />

Sono loro che meglio di qualsiasi<br />

altro possono giudicare la validità<br />

del testo in quella determinata<br />

versione. Mi considero molto fortunato<br />

perché finora i miei copioni<br />

sono finiti sempre tra le mani di ottimi<br />

traduttori... È auspicabile che<br />

tra chi si appresta alla trasposizione<br />

e il testo in lavorazione scocchi la<br />

scintilla dell’innamoramento. I migliori<br />

esiti, comunque, si ottengono<br />

nei casi in cui è lo stesso traduttore<br />

a scegliere il testo che vorrà elaborare<br />

”.<br />

Legami indissolubili<br />

tra passato e presente<br />

Nei suoi pezzi teatrali coniuga<br />

volentieri e abilmente divertimento<br />

e pensiero, sorriso e riflessione.<br />

È lo strumento che ha scelto per<br />

racchiudere la realtà in una sceneggiatura?<br />

“Ogni individuo è testimone e depositario<br />

di tutti i pensieri, emozioni<br />

e gesti, con le sue conoscenze è<br />

capace di scandagliare situazioni di<br />

vita e infiniti stati d’animo, che vanno<br />

dal riso alla tristezza, dall’entusiasmo<br />

alle amare delusioni. Il massimo<br />

che si possa ottenere a teatro<br />

è uno spettacolo che riesce a dipin-<br />

gere verosimilmente le trame complesse<br />

della nostra esistenza”.<br />

Molto spesso nei suoi testi è<br />

andato a scavare nelle vicende di<br />

grandi personaggi storici o della<br />

cultura, da Antigone a George<br />

Washington, da Čechov e Tolstoj a<br />

Maria Teresa, Shakespeare ed Elisabetta.<br />

Che cosa cerca e che cosa<br />

riesce a trovare con questo lavoro<br />

di analisi e rilettura?<br />

“Ho realizzato un ciclo di drammi<br />

imperniati su alcuni tra i più illustri<br />

e famosi nomi dell’arte e della<br />

politica del mondo antico (Shakesperare<br />

ed Elisabetta) e di un passato<br />

più recente (Gli amori di George<br />

Washington, Čechov ha detto addio<br />

a Tolstoj, I segreti di Greta Garbo...).<br />

Nei grandi ho cercato sempre<br />

di scoprire gli aspetti più comuni e<br />

quelli meno noti della loro personalità;<br />

nell’osservare i cosiddetti nostri<br />

eroi contemporanei, invece, ho puntato<br />

a individuare le motivazioni che<br />

li hanno portati a diventare protagonisti<br />

di una piéce teatrale. Quando<br />

sono andato a scavare nel passato,<br />

è stato sempre con l’obiettivo di<br />

far emergere le similitudini e i nessi<br />

tra le vicende umane di ieri e la<br />

nostra contemponeaneità. Perché in<br />

tutti contesti storici, gli uomini han-<br />

<strong>Panorama</strong> 15


P arliamo<br />

16 <strong>Panorama</strong><br />

Teatro<br />

Gruppi etnici, «riflesso indotto» sulle maggioranze<br />

della posizione degli scrittori delle minoranze.<br />

Tra gli autori della CNI è opinione diffusa<br />

che nel panorama letterario croato hanno un<br />

ruolo marginale, di semianonimato, ignorati dalla<br />

distribuzione, dalla critica, dai traduttori. Qual’è<br />

il suo giudizio in merito e quale strada si potrebbe<br />

intraprendere per migliorare l’insufficiente grado<br />

d’integrazione?<br />

“Direi che gli scrittori delle diverse etnie in Croazia<br />

partono da una posizione privilegiata, in quanto<br />

intelettualmente e artisticamente possono attingere a<br />

due sorgenti. Il problema sorge con la promozione e la<br />

circolazione delle loro opere. Per affrontarlo sarebbe<br />

auspicabile e necessario procedere a una valutazione,<br />

un esame scrupoloso, una programmazione sistematica<br />

con il coinvolgimento delle maggiori case editrici,<br />

non solo croate ma anche straniere, il reperimento di<br />

fondi per borse di studio e la stampa di riviste bilingui,<br />

iniziative che potrebbero agevolare e incoraggiare<br />

l’affermazione di questi autori...”<br />

In quale misura conosce il contesto culturale,<br />

artistico e di socializzazione dei diversi gruppi etnici?<br />

“Ogni anno giro in lungo e in largo il Paese ed ho<br />

occasione di incontrare e collaborare con appartenenti<br />

a quasi tutte le minoranze che vivono in Croazia.<br />

Inoltre, negli ultimi tempi ho viaggiato molto anche<br />

all’estero e ciò mi ha permesso di discernere la posizione<br />

delle minoranze in tanti luoghi diversi, anche<br />

e soprattutto quella dei croati sparsi per il mondo,<br />

dall’Argentina, all’Ungheria, alla Serbia. In estrema<br />

sintesi, mi sembra di poter constatare che un appagante<br />

livello di integrazione e un sereno vivere dei diver-<br />

no amato e odiato, si sono innamorati<br />

e hanno sofferto, sono stati buoni e<br />

cattivi allo stesso modo e con la stessa<br />

intensità...”<br />

Salvare le ultime<br />

tracce di umanità<br />

Saltiamo a piè pari il fosso che<br />

separa il passato dall’attualità.<br />

Al teatro di Osijek recentemente<br />

è stato messo in scena il suo lavoro<br />

Mondi paralleli nel quale parla<br />

di come ci troviamo lontani gli uni<br />

dagli altri, pur vivendo gli uni accanto<br />

gli altri... In che mondo viviamo?<br />

“Il dramma Mondi paralleli parla<br />

del nostro tempo e del senso di inadeguatezza<br />

che si può provare nelle<br />

spirali di una società dominata<br />

dal culto della competitività e dalla<br />

ossessiva ricerca dell’accumulo,<br />

parla di persone perdenti sul fronte<br />

emotivo, private dei loro punti di riferimento<br />

sociali... Un testo che affronta<br />

la necessità di salvaguardare<br />

quell’umanità che c’è ancora dentro<br />

di noi e di valorizzare il significato<br />

più pieno del termine. Sono molto<br />

felice che l’allestimento sia stato accolto<br />

con favore sia dal pubblico, sia<br />

dalla critica, merito dei venti attori<br />

impegnati e del regista Robert Raponja”.<br />

Lei ha ribadito che da lettore<br />

apprezza maggiormente gli atteggiamenti<br />

di fiducia e speranza, il<br />

valore espressivo e comunicativo<br />

dell’umorismo, sia come momento<br />

catartico e liberatorio, sia come<br />

modalità creativa. Non crede che<br />

il pubblico, forse, si aspetta che un<br />

buon libro, e ancora di più un pezzo<br />

teatrale, assuma un atteggiamento<br />

estremamente critico nei<br />

Le attrici Bubola, Brumini e Nacinovich durante le<br />

prove di Tutto sulle donne (foto Dražen Sokčević)<br />

samente etnici, finisce per avere come riflesso indotto,<br />

il fatto di favorire il benessere emotivo dei popoli di<br />

maggioranza di questi Paesi. E viceversa: nei casi in<br />

cui i gruppi etnici non possono realizzare pienamente<br />

i loro diritti, neanche la popolazione numericamente<br />

più cospicua riesce a sentirsi completamente appagata.<br />

Pertanto, in Croazia come negli altri Paesi, la piena<br />

affermazione, il benessere e la felicità degli appartenenti<br />

alle minoranze nazionali dovrebbe essere una<br />

questione fondamentale, un interesse precipuo di tutta<br />

la collettività. Pur apprezzando moltissimo la musica,<br />

la pittura e tutte le altre arti, ritengo che - assieme<br />

ai diritti economici e politici - per la sopravvivenza e<br />

l’affermazione dei gruppi etnici alfine risultano determinanti<br />

la letteratura, il teatro e il giornalismo”.●<br />

confronti della realtà sociale e politica<br />

e delle strutture di potere, e<br />

non si limiti a essere uno strumento<br />

di analisi?<br />

“Anch’io ho prodotto alcuni testi<br />

impegnati, come l’Antigone di Creonte,<br />

La notte degli dei e Come uccidere<br />

il presidente. Ritengo, comunque,<br />

che in genere l’arte dovrebbe<br />

assecondare le emozioni positive, illustrare<br />

la vera ricchezza della vita e<br />

la pienezza dei rapporti umani, che<br />

non si possono tradurre solo in valori<br />

politici oppure in eventi che si caratterizzano<br />

come negazione assoluta...<br />

La vita è fatta anche dalle cosiddette<br />

piccole cose, concetti non proprio<br />

trascurabili, sui quali ho cercato di<br />

soffermarmi nei miei testi più recenti.<br />

Un argomento che giudico particolarmente<br />

importante per dare una<br />

risposta alla nostra ricerca di felicità,<br />

e che ho affrontato più volte nelle


mie commedie, riguarda la complessità<br />

e la profondità del rapporto uomo-donna”.<br />

I n<br />

Diffusione globale<br />

del suo pensiero<br />

Lei è l’unico drammaturgo europeo<br />

vivente al quale è dedicato<br />

un Festival riservato al suo teatro.<br />

Non in Croazia, ma in Slovacchia.<br />

Come mai? Non sarà mica un ennesimo<br />

caso di Nemo propheta in<br />

patria?<br />

“È successo per puro caso quando,<br />

nel 2003, addirittura sei teatri<br />

della Slovacchia avevano messo<br />

contemporaneamente in cartellone<br />

alcuni miei lavori. Ero decisamente<br />

il drammaturgo straniero più presente<br />

nel repertorio teatrale del Paese,<br />

per cui decisero di allestire la prima<br />

edizione di quello che chiamarono<br />

Gavranfest. Poi, visto il successo<br />

della manifestazione, fu deciso di riproporla<br />

altre tre volte, elevandola a<br />

rango internazionale, con la presenza<br />

di compagnie provenienti da Parigi,<br />

Cracovia, Zagabria, Praga, Celje,<br />

Brno... In questo momento i miei<br />

lavori sono presenti in una quarantina<br />

di palcoscenici in varie parti del<br />

mondo, in alcuni Paesi i miei testi<br />

un’intervista lei si è detto certo che tv, internet<br />

e altri media elettronici non potranno mai “inghiottire”<br />

cinema, teatro, libri... Eppure i gestori<br />

delle sale cinematografiche, gli editori di libri e<br />

giornali, gli operatori teatrali lamentano un preoccupante<br />

calo di utenti, sia lettori sia spettatori...<br />

Teatro<br />

Libri e palcoscenico, ancora unici e insostituibili<br />

Miro Gavran con la scrittrice spalatina Sanja Pilić<br />

“Il teatro croato di oggi è lungi<br />

dal meritarsi toni trionfalistici...”<br />

sono in cartellone con una frequenza<br />

tale, da non venir neanche più considerato<br />

straniero ma inserito tra gli<br />

autori nazionali...”<br />

Lontani da uno stile<br />

unico e originale<br />

Come giudica il livello del teatro<br />

croato contemporaneo?<br />

“All’interno di questa cornice<br />

troviamo un’enorme varietà di<br />

contenuti, alcuni di segno positivo<br />

ma anche tracce di orientamenti<br />

negativi. Direi che in questo calderone<br />

ognuno può trovare qualcosa<br />

che sia di suo gusto, però ogni<br />

espressione di trionfalismo è assolutamente<br />

fuori luogo. Perché siamo<br />

lontani dall’aver affinato uno<br />

stile teatrale che si possa definire<br />

autentico, unico, specifico”.<br />

La Croazia tra diversità culturale,<br />

tolleranza, dialogo: quale<br />

clima si respira nel Paese e soprattutto<br />

nei media?<br />

“Non vorrei generalizzare, ma<br />

nella grande maggioranza dei mezzi<br />

d’informazione osservo una preoccupante<br />

tendenza all’esclusivismo<br />

politico e culturale, alla quale<br />

si accompagnano la costante<br />

dell’affermazione di valori negativi,<br />

della faziosità, della parzialità.<br />

Eppure sono dell’opinione che la<br />

grande maggioranza delle persone<br />

è propensa al dialogo, alla tollenza,<br />

al rispetto reciproco. Purtroppo<br />

la tendenza al sensazionalismo<br />

si è insinuata nella maggior parte<br />

dei media e si manifesta con un rumore<br />

assordante e con l’assenza di<br />

dialogo”. ●<br />

“Un tempo frequentavo regolarmente la Buchmesse<br />

di Francoforte, la maggiore e più prestigiosa fiera<br />

del libro al mondo. Qui venivo a conoscenza di informazioni<br />

aggiornate e affidabili su questo mondo, dalle<br />

quali emergeva che da decenni, di anno in anno, si<br />

continuava a registrare un progressivo e confortante<br />

aumento del numero di libri stampati, del livello di alfabetizzazione,<br />

con risultato un crescente numero di<br />

appassionati lettori e di potenziale pubblico per i teatri.<br />

In quelli croati si registrano più spettatori che alle<br />

partite di calcio... Le nostre biblioteche sono frequentate<br />

da molte persone desiderose di avere tra le mani<br />

un buon libro... Il fatto che la tv abbia strappato una<br />

parte del pubblico alle sale cinematografiche era da<br />

aspettarselo, come il fenomeno Internet che in qualche<br />

segmento ha tolto lettori ai giornali... Ma è importante<br />

che ognuno di questi media prenda coscienza delle<br />

proprie prerogative e sappia conquistare la sua fetta di<br />

pubblico... A mio giudizio, la lettura di un buon libro<br />

non ha ancora un’alternativa valida, come del resto<br />

non lo può avere un teatro di qualità, la cui specificità<br />

è quella, appunto, della condivisione di un’esperienza<br />

irripetibile nei confronti degli altri media”.●<br />

<strong>Panorama</strong> 17


18 <strong>Panorama</strong><br />

Musica<br />

Il mito del grande Fred: la storia di Buscaglione e dell’Italia del dopoguerra in d<br />

Vita, canzoni e intuizioni di un’ico<br />

a cura di Bruno Bontempo<br />

È<br />

la mattina del 3 febbraio 1960.<br />

Le strade della capitale in quella<br />

maledetta alba di metà inverno<br />

erano pressoché deserte - scrive<br />

Maurizio Ternavasio -. D’altronde<br />

alle sei e venti di un mercoledì qualsiasi<br />

i più sono ancora a letto o, al<br />

massimo, si stanno pigramente preparando<br />

per la giornata che va a cominciare.<br />

A quell’ora invece Fred, il<br />

grande Fred, stava apprestandosi ad<br />

andare a dormire dopo una delle tante<br />

notti che non arrivavano mai alla<br />

fine, notti divenute ancora più frequenti<br />

da quando si era separato dalla<br />

moglie Fatima, e aveva lasciato definitivamente<br />

la sua Torino per stabilirsi<br />

in una camera doppia al secondo<br />

piano dell’Hotel Rivoli, ai Parioli,<br />

dove viveva solo come un cane... Ma,<br />

si sa, qualche volta all’alba giungono<br />

a termine le storie d’amore e spesso<br />

svaniscono i miti. Non per nulla Buscaglione<br />

si era ispirato proprio alle<br />

Buscaglione sposa Fatima Robin’s, testimone Gino Latilla (a destra)<br />

primissime ore della mattina per una<br />

strofa di “Cielo dei bars”, una delle<br />

sue ultime, struggenti melodie: Ci vediamo<br />

al fondo di un bicchiere / fino<br />

a quando l’alba in cielo tornerà / e<br />

nell’alba disperata / sarà triste rincasare<br />

/ per attendere la notte / e poterti<br />

ritrovare / al fondo di un bicchiere<br />

/ nel cielo dei bars.<br />

In uno dei passaggi del libro, l’autore<br />

ricostruisce l’incidente stradale<br />

in cui l’artista torinese perse la vita,<br />

un tragico destino che lo accomuna<br />

a Rino Gaetano, morto 21 anni dopo,<br />

sempre a Roma, ma sulla via Nomentana.<br />

Aveva 31 anni mentre Buscaglione<br />

era alle soglie dei 40.<br />

A 50 anni dalla prematura scomparsa<br />

di un grande talento della musica<br />

italiana, il giornalista torinese<br />

Maurizio Ternavasio, classe 1961,<br />

attualmente al quotidiano “La Stampa”,<br />

ha pubblicato con le edizioni<br />

Lindau Il grande Fred. Fred Buscaglione,<br />

una vita in musica, che racconta<br />

la straordinaria e breve avventura<br />

di una vera e propria icona del<br />

decennio Cinquanta: dall’infanzia<br />

contraddistinta agli stenti, dalle esibizioni<br />

in orchestre di terz’ordine<br />

alla guerra in Sardegna, dalle serate<br />

presso il locale torinese “Il Faro” ai<br />

primi timidi successi, fino all’entrata<br />

nell’olimpo degli artisti che rimarranno<br />

per sempre nell’immaginario<br />

collettivo e non soltanto perché colti<br />

dalla morte in giovane età, grazie<br />

alla radio, ai juke-box, al cinema. La<br />

storia di un vero e proprio precurso-


ue libri usciti di recente a mezzo secolo dalla sua morte<br />

na degli Anni Cinquanta<br />

re della musica leggera italiana sia<br />

per l’interpretazione, non più statica<br />

presenza scenica analoga a quella di<br />

mille altri, sia per i testi innovativi e<br />

lontani dal troppo rassicurante panorama<br />

canzonettistico sin lì imperante.<br />

Le vicende umane e professionali<br />

di un talentuoso e carismatico showman,<br />

capace di promuovere imitazioni<br />

e modi di fare, di un eclettico<br />

protagonista che “ragionava in note”,<br />

perché per lui la musica veniva prima<br />

di qualsiasi altra cosa. Il tutto raccontato<br />

e analizzato anche grazie alle testimonianze<br />

di chi, quel decennio, lo<br />

ha visto e vissuto di persona.<br />

”Noi di Torino sembriamo scemi”,<br />

scrive Gianpaolo Ormezzano, acuto<br />

giornalista sportivo, nella prefazione<br />

al volume, “invece abbiamo uno che<br />

canta lo swing; sembriamo provin-<br />

ciali, mentre abbiamo uno che è stato<br />

in America quando neanche sapevate<br />

che esistesse; sembriamo andare piano,<br />

invece ci schiantiamo all’alba su<br />

una Thunderbird rosa. Roma la possediamo<br />

di notte con le nostre auto,<br />

sembriamo niente, sembriamo provinciali<br />

invece abbiamo avuto un Buscaglione”.<br />

Buscaglione è stato un personaggio<br />

indimenticabile. La sua musica<br />

e la sua maschera si sono fissate per<br />

sempre nella storia dello spettacolo<br />

italiano. Le sue canzoni hanno lasciato<br />

una traccia indelebile nel costume<br />

e nella cultura popolare dell’Italia.<br />

Ne “Il grande Fred”, attraverso la sua<br />

vicenda artistica, rivive l’Italia che si<br />

era appena lasciata alle spalle la guerra<br />

e gli anni più difficili e si apprestava<br />

a compiere il grande balzo in<br />

avanti verso il benessere e la modernità.<br />

Quegli anni costituiscono una<br />

miniera di bei ricordi e di grandi personalità,<br />

ancora oggi vivi nell’immaginario<br />

di molti italiani.<br />

Sino ad oggi mancava una biografia<br />

accurata del “grande Fred”, capace<br />

di ricostruirne, sin nei dettagli più<br />

minuti, la parabola umana e artistica.<br />

Attraverso ricerche e testimonianze<br />

inedite, Ternavasio ne traccia un ritratto<br />

ricco e sfaccettato, in grado di<br />

Alla Bussola (1960) con l’attore Navarrini, Fatima e il ct del calcio Pozzo<br />

restituire al meglio la grandezza di<br />

un artista indimenticabile, per molti<br />

versi unico nella storia della musica<br />

popolare italiana. Una biografia che<br />

è anche un’occasione preziosa e unica<br />

per rivivere l’esistenza e i successi<br />

di un artista, la cui lezione - ironica,<br />

provocatoria, surreale - risuona ancora<br />

nelle voci di tanti cantautori.<br />

A ridosso di questo anniversario,<br />

un altro libro fa rivivere il mito<br />

dell’artista torinese che con la sua<br />

Musica<br />

voce, la sua mimica, le invenzioni<br />

jazzistiche e le storie da cinema<br />

evocate dalle sue canzoni, ha impresso<br />

una svolta nella musica leggera<br />

italiana. E si prepara una fiction<br />

tv che lo farà conoscere alle nuove<br />

generazioni. Il ruolo del protagonista<br />

dovrebbe essere affidato a Filippo<br />

Timi. “Anticipato in parte da personaggi<br />

come Alberto Rabagliati e<br />

Natalino Otto, Buscaglione ha creato,<br />

nel breve periodo del suo grande<br />

successo, un immaginario così moderno<br />

da reggere all’usura del tempo<br />

- dice Giancarlo Susanna, critico<br />

musicale e voce storica di Stereonotte<br />

che ha scritto ‘Nientepopodimeno<br />

che... Fred Buscaglione!’, pubblicato<br />

da Arcana nella Collana Songbook<br />

Big -. Difficile pensare alle canzoni<br />

di Paolo Conte o di Vinicio Capossela<br />

senza il passaggio geniale di Fred<br />

Buscaglione e del suo compagno<br />

d’avventure preferito, il paroliere<br />

Leo Chiosso (morto il 26 novembre<br />

2006, ndr)”. Per Susanna, “ripercorrere<br />

la vicenda umana e artistica di<br />

Buscaglione e riesaminare le caratteristiche<br />

della sua lettura del jazz e del<br />

rock’n’roll in chiave tutta italiana,<br />

vuol dire riscoprire una piccolo tesoro<br />

folle e travolgente inventiva. ‘Non<br />

sapete chi sono?’ canta Buscaglione<br />

in ‘Whisky facile’, sono Freddy dal<br />

whisky facile/son criticabile ma son<br />

fatto così. Con la semplicità di un<br />

uomo sopra le righe ma non troppo,<br />

onesto, leale, appassionato e sorprendente.<br />

Un artista nato e non studiato”.<br />

Nel libro Giancarlo Susanna passa<br />

in rassegna la sua vita, i testi delle<br />

canzoni, ma offre anche una galleria<br />

di foto dell’artista, tutti scatti in bianco<br />

e nero contraddistinti dall’immancabile<br />

bicchiere in mano, dalla sigaretta<br />

e dal mitico baffetto. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 19


20 <strong>Panorama</strong><br />

Cinema e dintorni<br />

La prima cosa bella di Paolo Virzì ed Il concerto del franco-rumeno<br />

Ricorriamo alla finzione ogni giorn<br />

di Gianfranco Sodomaco<br />

In tempi disastrosi per la nostra madrepatria,<br />

tempi in cui “il Sultano”,<br />

“l’Egoarca”, ha dato dei “talebani”<br />

ai magistrati della Repubblica e il suo<br />

Presidente altro non può fare che “richiamare<br />

tutti al senso di responsabilità<br />

e della misura”..., altro non resta, dopo<br />

essere scesi in piazza col popolo Viola<br />

della Rete, che andarsi a vedere qualche<br />

film per tirarsi su, da ridere, ma intelligente,<br />

magari con qualche bella<br />

canzone dentro, un po’ nostalgica, che<br />

ti riporta ai bei tempi della giovinezza,<br />

quando i sultani stavano solo nel lontano<br />

Oriente (o un concerto)...<br />

“La prima cosa bella che ho avuto<br />

nella vita è il tuo sorriso giovane, sei<br />

tu...”, così faceva il ritornello di una<br />

canzone sanremese degli anni ‘60, e<br />

“La prima cosa bella” è la canzone<br />

che Anna e i suoi due figli, dopo che<br />

lei è stata letteralmente buttata fuori<br />

di casa dal marito, cantano tutti assieme<br />

per sentirsi uniti, passando da<br />

una casa all’altra, da una situazione<br />

più o meno intricata all’altra: La prima<br />

cosa bella è anche il titolo dell’ultimo<br />

film di Paolo Virzì (ormai l’auto-<br />

re più importante di quel genere cinematografico<br />

che ad un certo punto si è<br />

chiamato “la commedia all’italiana” e<br />

di cui spesso abbiamo parlato, anche a<br />

proposito del precedente film di Virzì,<br />

“Tutta la vita davanti”) e che racconta,<br />

appunto, la storia di Anna. Sicché<br />

viene il sospetto, molto fondato, che<br />

“la prima cosa bella”, nel film, non<br />

è, come potrebbe sembrare, il primo<br />

amorino, la prima “cotta” fuggitiva e<br />

romantica tipicamente adolescenziale<br />

ma, molto più seriamente, se volete<br />

“edipicamente”, è, per i figli, in particolare<br />

per il figlio maschio, mamma<br />

Anna; sicché Anna (da giovane Micaela<br />

Ramazzotti, da vecchia, neanche<br />

a farlo apposta, Stefania Sandrelli) e<br />

il figlio Bruno (Valerio Mastrandrea)<br />

diventano, sono i protagonisti principali<br />

del film, che è però un film corale,<br />

dove la vicenda familiare diventa<br />

sempre più emblema di una situazione<br />

sociale, nello specifico della vita di<br />

una città, Livorno (la città, una volta,<br />

più comunista d’Italia...), che è la città<br />

d’origine di Virzì e dove, non solo tecnicamente,<br />

è tornato per girare il film.<br />

Perché Virzi è “tornato” nella sua Livorno?<br />

Perché ha sentito la necessità<br />

di raccontare una storia che “puzza”<br />

di autobiografico a quarant’anni di distanza?<br />

Perché anche lui come tanti,<br />

come tutti?, umilmente, in tempi politicamente<br />

durissimi (e comunque<br />

con cui si è confrontato), ha sentito il<br />

bisogno di ritirarsi, per non perdersi,<br />

nel privato, nel proprio piccolo vissuto,<br />

per ritrovare qualche radice forte,<br />

qualche valore resistente, qualche motivazione<br />

insostituibile per continuare<br />

a vivere e a lavorare.<br />

E allora, andiamo a vedere cosa<br />

racconta, nel dettaglio, Virzì: “Anna,<br />

nel 1971, fu eletta ‘la mamma più bella’<br />

e i maschiacci livornesi presero a<br />

colmarla di grandi attenzioni, creando<br />

scompiglio nella famiglia e scatenando<br />

chiacchiere e pettegolezzi tipici di<br />

una provincetta... Il film è la storia del<br />

ritorno a casa di Bruno, quarantenne,<br />

che si è rifugiato altrove, in una sorta<br />

di esilio. Ritorna malvolentieri, costretto<br />

dalla sorella (Claudia Pandolfi)<br />

per salutare la madre malata e per<br />

scoprire che Anna è ancora una donna<br />

affascinante, vitale, gioiosa. È un<br />

percorso nel passato, con un finale<br />

che induce al desiderio di far pace con<br />

la vita”. E qual è questo finale? Che<br />

Radu Mihaileanu, regista franco-rumeno de “Il concerto”


Radu Mihaileanu<br />

o che passa<br />

Anna chiude definitivamente sposando,<br />

sul letto di morte, un amico che<br />

aveva spasimato per lei tutta la vita ma<br />

di cui lei, distratta da “altri” ma soprattutto<br />

dalla gioia di vivere, non s’era accorta.<br />

Ed è Bruno che organizza la cerimonia,<br />

che ritrova, dopo molti anni,<br />

l’amore per quella madre un po’ “matta”<br />

che (ed è una frase che ad un certo<br />

pronuncia) “gli ha rovinato la vita ma<br />

senza della quale...”.<br />

Il film è pieno zeppo di episodi<br />

grandi e piccoli che riescono a creare<br />

un’atmosfera familiare e sociale comune,<br />

in cui il privato rimanda al collettivo<br />

e viceversa ed è, come abbiamo<br />

detto, certamente questa aria di<br />

casa perduta che Virzì voleva ri-trovare<br />

e ri-costruire: c’ha azzeccato in<br />

pieno. Certo, si ride amaro, come nella<br />

miglior tradizione della commedia<br />

all’italiana, ma resta anche un fondo<br />

dolce di autenticità di rapporti che può<br />

essere ritrovato. Valerio Mastrandrea:<br />

“In trentotto anni di vita ho detto a mia<br />

madre ‘ti voglio bene’ due-tre volte.<br />

Comincerò a dirglielo tutti i giorni”.<br />

Quale miglior commento finale?<br />

Anche ne Il concerto, del francorumeno<br />

Radu Mihaileanu (quello del<br />

famoso “Train de vie”, 1998), si ride<br />

amaro, a conferma che, dentro e fuori<br />

d’Italia, c’è ben poco da ridere! E infatti,<br />

per cominciare: il regista, per fare<br />

questo bel film, ha dovuto ricorrere a<br />

ben quattordici fonti di finanziamento,<br />

francesi, belghe, italiane ecc. La storia:<br />

trent’anni fa, il più ammirato diret-<br />

Cinema e dintorni<br />

Il regista Paolo Virzì (a sinistra) con il cast del film “La prima cosa bella”<br />

tore d’orchestra del Bolscioi di Mosca<br />

è costretto a licenziare i suoi musicisti<br />

ebrei (quasi tutta l’orchestra) perché il<br />

signor Breznev diffida dell’intelligenza<br />

critica degli ebrei (un vizio che non<br />

morirà mai?). Lui rifiuta e così vengono<br />

cacciati tutti, e il direttore diventa<br />

l’uomo delle pulizie del teatro. Un<br />

giorno, per caso, trova l’invito di un<br />

teatro parigino a tenere un concerto e<br />

ne fa lo strumento di una raffinata vendetta:<br />

rimette insieme il vecchio gruppo<br />

e lo sostituisce alla nuova orchestra<br />

del Bolscioi. Tra mille traversie arrivano<br />

a Parigi e anche lì inconvenienti,<br />

pasticci, ebrei che fanno affarucci anziché<br />

andare alle prove, sketches comici,<br />

scontro di culture e chi più ne<br />

ha... Ma alla fine, quando i musicisti<br />

attaccano il “Concerto per violino e<br />

orchestra” di Ciaikovskij, una bellissima<br />

armonia (complice una bravissima<br />

violinista francese, interpretata da<br />

Mélanie Laurent, la protagonista del<br />

tarantiniano “Bastardi senza gloria”),<br />

con una storia “franco-rumena” alle<br />

spalle, lega pubblico e orchestra e...<br />

noi spettatori in sala!<br />

Sentiamo Radu: “Come in ‘Train<br />

de vie’ un gruppo di ebrei, per sfuggire<br />

alle deportazioni, organizza un treno<br />

in cui qualcuno recita la parte del<br />

prigioniero e qualcun altro quello del<br />

nazista, anche qui i protagonisti sono<br />

costretti a rubare le vite degli altri (‘Le<br />

vite degli altri’, bellissimo film tedesco<br />

sulla vita rigidamente ‘controllata’<br />

nella comunista Germania dell’Est,<br />

ndr)..., è quella che io chiamo l’impostura<br />

positiva, una pratica tipica della<br />

natura umana. Dopo tutto, far finta<br />

di essere un altro è quello che facciamo<br />

tutti, tutti i giorni. A volte rubia-<br />

mo le vite degli altri, altre volte peschiamo<br />

tra le mille facce del nostro<br />

carattere... Noi siamo il popolo di Jonesco<br />

e Cioran che, elaborato il dolore<br />

provocato dalla repressione, oggi è in<br />

grado di riprendersi la vita e di riderci<br />

su. Non trascurerei poi l’influenza che<br />

la cultura balcanica (si pensi al cinema<br />

di Emir Kusturica, ndr), orientale<br />

e slava hanno avuto su di noi e la<br />

grande tradizione teatrale che ha formato<br />

generazioni di bravi interpreti.<br />

Mescolate tutti questi ingredienti e<br />

avrete quel movimento culturale vivace<br />

e produttivo di cui Cristian Mungiu<br />

(Palma d’Oro al Festival di Cannes<br />

con “Quattro mesi, tre settimane e<br />

due giorni”, 2007 - ndr) si è preso carico.<br />

Sta lavorando con il governo per<br />

far sì che in Romania ci siano una politica<br />

culturale e una struttura produttiva<br />

capaci di sostenere questa nuova<br />

ondata di creatività. Certo, pesano ancora<br />

gli effetti tragici degli anni della<br />

dittatura di Ceausescu, la paranoia, la<br />

diffidenza, la paura di essere spiati in<br />

ogni momento, sapere che siamo stati<br />

infettati da questo male e che sarà difficile<br />

guarire. Forse è presto, ma sono<br />

certo che tra un po’ arriveranno anche<br />

film capaci di raccontare la nostra storia<br />

più recente. Così come il mio dieci<br />

per cento gitano aspetta l’opera di<br />

un regista rom che racconti le infinite<br />

persecuzioni di cui questo popolo è<br />

vittima. Problema che in Italia conoscete<br />

bene”.<br />

E già... Riflessione: a ciascuno il<br />

suo “sultano”, ieri ai rumeni la dittatura<br />

di Ceausescu, caduta, oggi agli<br />

italiani la democrazia autoritaria di<br />

Berlusconi, ancora in piedi e chissà<br />

quando...●<br />

<strong>Panorama</strong> 21


22 <strong>Panorama</strong><br />

Mostre<br />

Dopo l’Aja, la retrospettiva dedicata al pittore di Ragusavecchia è stata<br />

Faggioni-Bukovac, grande irrequ<br />

di Erna Toncinich<br />

Chissà se Vlaho Bukovac, del<br />

quale è appena stata chiusa<br />

una grande mostra a Zagabria,<br />

sarebbe diventato tra i più celebri pittori<br />

croati dell’epoca moderna se non<br />

avesse avuto la fortuna di conoscere<br />

alcuni personaggi importanti come ad<br />

esempio il vescovo Juraj Strossmayer<br />

ed il letterato Medo Pucić, che<br />

lo aiutarono nell’intraprendere la via<br />

dell’arte. Chissà. Di talento, fuor di<br />

ogni dubbio, il giovinetto ne aveva da<br />

vendere, tanto che se ne erano accorti<br />

già i familiari e parenti nella sua natia<br />

Cavtat, Ragusavecchia, dove era<br />

nato, non però con questo cognome,<br />

che porterà quale ormai personaggio<br />

famoso, bensì come Biagio Faggioni<br />

(facile capire la traslazione). Il padre<br />

infatti proveniva da un “altro mare”,<br />

ovvero dalla ligure Chiavari, la madre<br />

invece era ragusina, proveniente da<br />

gente che poteva dirsi molto più povera<br />

che ricca, per cui a far studiare il<br />

loro (ancora) Biagio (e solo poi Vlaho)<br />

non se ne parlava neppure.<br />

Così, all’età di soli undici anni,<br />

con uno zio, egli varcava l’Oceano,<br />

e da allora la sua vita fu un continuo<br />

girovagare e cambiare attività lavorative.<br />

Fece il marinaio, nell’America<br />

del Sud fu occupato in una fabbrica<br />

di vagoni, fece il disegnatore di<br />

lettere e numeri; in California lavorò<br />

in un caffè come cameriere. Il tempo<br />

libero era però dedicato tutto alla pittura,<br />

molte persone si fecero ritrarre<br />

da quel giovane che in quanto a<br />

bravura non scherzava proprio, cosa<br />

che, d’altra parte, comprensibilmente<br />

gli fruttava qualche guadagno. Sognava<br />

sempre di dedicarsi esclusivamente<br />

alla pittura, di diventare un<br />

vero pittore, un pittore con tanto di<br />

studi adeguati alle spalle e pensava a<br />

Roma come il possibile luogo in cui<br />

poter realizzare quel suo sogno, sogno<br />

che non ebbe modo di avverarsi<br />

perché prese la via che conduceva<br />

alla sua Ragusavecchia. E fece bene,<br />

perché qui ebbe modo di conoscere<br />

persone che riconobbero appieno<br />

tanto il suo talento quanto la sua voglia<br />

di studiare. Fu proprio grazie a<br />

queste persone che poté raggiungere<br />

Parigi.<br />

Nella capitale mondiale dell’arte<br />

il giovane Bukovac avrebbe voluto<br />

entrare nella scuola di Alexandre<br />

Cabanel, conclamato artista di<br />

La mano sinistra appoggiata ad<br />

una pila. Questo il dipinto che gli<br />

fruttò l’accesso alla scuola di Alexandre<br />

Cabanel<br />

composizioni storiche e allegoriche<br />

e rappresentante dell’accademismo<br />

pittorico. Ma la cosa, come ben si<br />

può capire, era tutt’altro che facile<br />

in quanto di allievi desiderosi d’imparare<br />

l’artista francese ne aveva fin<br />

troppi. Il giovane raguseo-chiavarese<br />

(ancora Faggioni) comunque non<br />

si scoraggiò e decise di fare un disegno<br />

molto particolare: ritrasse la<br />

sua mano sinistra, appoggiata ad una<br />

pila di libri, un soggetto che richie-<br />

“La grande Isa”, dipinto esposto al Salone di Parigi nel 1881. Già prima nella capitale francese la sua “Figura<br />

di donna montenegrina” (nell’immagine a destra) era stata giudicata con molto favore dalla giuria di un’importante<br />

manifestazione artistica


ospitata a Zagabria<br />

ieto talento<br />

deva grande maestria. Cabanel ne fu<br />

tanto favorevolmennte impressionato<br />

da farlo entrare nella sua scuola.<br />

La mano, del resto, è un soggetto che<br />

l’artista croato sapeva rappresentare<br />

con somma perizia, bisogna osservare<br />

le mani delle sue figure per capire<br />

la grande abilità nel riprendere<br />

questa difficile parte del corpo umano:<br />

non per niente viene riconosciuto<br />

come grande ritrattista della mano,<br />

frutto, questo, anche di lunghi appassionati<br />

studi della scultura antica,<br />

greca e romana.<br />

Realizzato il sogno di frequentare<br />

una scuola di pittura, al giovane ne<br />

rimase un altro: quello di partecipare<br />

al Salone di Parigi: Era una considerevole<br />

manifestazione artistica e<br />

prendervi parte significava essere riconosciuto<br />

artista in quella che allora<br />

era la capitale dell’arte mondiale.<br />

Il sipario realizzato per il Teatro<br />

nazionale croato di Zagabria denominato<br />

“Risorgimento croato” del<br />

1896, divenuto, nel tempo, immagine<br />

cult della croaticità<br />

È leggendo un romanzo di Bouvier,<br />

“La grande Isa”, pubblicato a puntate<br />

su un giornale della stessa Parigi,<br />

che Bukovac trovò l’ispirazione per<br />

un dipinto con il quale tentò di entrare<br />

nella rosa degli espositori del famoso<br />

Salone. Eseguì il dipinto, ma<br />

la figura femminile che riuscì a fare<br />

era goffa, aveva le gambe corte, era<br />

sproporzionata, così ingaggiò la bella<br />

cameriera di un bar che si prestò a<br />

fargli da modella. Neanche quella era<br />

una Venere, ma lui, che di bellezza<br />

femminile, proporzioni, eccetera... se<br />

ne intendeva avendo studiato bene le<br />

armoniose forme delle statue classiche,<br />

inventò, ci mise del suo, abbellì<br />

ogni cosa. Presentò il lavoro alla giuria<br />

in uno spirito di concorrenza spaventosa,<br />

ma la sua Grande Isa riuscì<br />

a figurare tra le centinaia e centinaia<br />

di opere che furono esposte al Salone.<br />

Era il 1881, Bukovac aveva allora<br />

ventisei anni.<br />

Lasciata Parigi, raggiunse Zagabria.<br />

Era il 1896 e Bukovac, non ancora<br />

quarantenne portò nel capoluogo<br />

croato, dove giunse su insistenza<br />

del suo primo mecenate. Strossmayer,<br />

una ventata di modernità. Era<br />

molto attivo, non solo come artista,<br />

ma anche come organizzatore di una<br />

vita artistica fino ad allora piuttosto in<br />

sottotono. Fu il momento, quello, in<br />

cui realizzò le sue note composizioni<br />

storiche, tra cui Risorgimento croato,<br />

sipario del Teatro nazionale croato di<br />

Zagabria, Il sogno di Gundulić, ed altri<br />

dipinti, senza peraltro abbandonare<br />

il genere che gli era molto caro e<br />

nel quale riusciva bene, anche se, nel<br />

ritrarre le persone raggiunse sempre<br />

la somiglianza del soggetto, non però<br />

la psicologia dello stesso. Richiestissimo,<br />

ritrasse un gran numero di personaggi<br />

in vista della vita culturale e<br />

politica, non solo croata, ma anche<br />

semplici cittadini.<br />

A Zagabria comunque non si sentiva<br />

particolarmente soddisfatto: varie<br />

incomprensioni lo spinsero a lasciarla<br />

per Praga, dove per lunghi<br />

anni insegnò all’Accademia di Belle<br />

Arti. Biagio Faggioni-Vlaho Bukovac,<br />

il “giramondo”, l’artista eclet-<br />

Mostre<br />

Biagio Faggioni - Vlaho Bukovac venne alla luce nel 1855 a Ragusavecchia<br />

(Cavtat) e morì nel 1922 a Praga. L’ “Autoritratto” qui sopra è opera<br />

del 1912. A destra, il catalogo della mostra che, allestita ai Klovićevi dvori<br />

a cura dello storico dell’arte Igor Zidić, ha registrato una significativa<br />

affluenza di pubblico<br />

tico del primo realismo, della luce e<br />

del colore dell’impressionismo, del<br />

puntinismo tutto suo, non alla maniera<br />

dei classici Seraut e Signac e di<br />

altri poentilisti francesi, l’artista che<br />

ha lasciato un grandissimo numero di<br />

opere, eseguite con incredibile sveltezza<br />

e bravura, finì i suoi giorni nella<br />

grigia Praga sognando il mare ed<br />

il cielo azzurri della sua Ragusavecchia.<br />

Era l’anno 1922.<br />

Una mostra comprendente una<br />

cinquantina di opere del pittore croato<br />

è stata allestita il febbraio scorso ai<br />

Klovićevi dvori di Zagabria (essendo<br />

mostra di grande richiamo, doveva<br />

essere aperta più a lungo!) dopo essere<br />

stata presentata in Olanda, all’Aja.<br />

Allora, tra le cento opere esposte (il<br />

doppio di quelle presentate a Zagabria)<br />

ce n’erano tre che provenivano<br />

da collezioni private croate: una<br />

di proprietà dell’aspirante presidente<br />

della Repubblica di Croazia, il taycoon<br />

Nadan Vidošević; un secondo<br />

dipinto di un altro noto taycoon,<br />

il proprietario dell’”Agrokor” Ivica<br />

Todorić. Il terzo dipinto è uscito dalla<br />

casa dell’ex premier Ivo Sanader,<br />

acquistato a Konavle per soli settemila<br />

marchi tedeschi da un signore<br />

costretto a vendere questo bene di<br />

famiglia per fra fronte ai danni che<br />

la sua casa aveva subito negli anni<br />

dell’acquisizione dell’indipendenza<br />

croata. Si sa che quell’area, a sud di<br />

Ragusa, era stata fra quelle più duramente<br />

colpite.●<br />

<strong>Panorama</strong> 23


24 <strong>Panorama</strong><br />

Italiani nel mondo<br />

Operazione eticamente non apprezzabile e giuridicamente disinvolta<br />

Indignati per i tagli all’editoria<br />

a cura di Ardea Velikonja<br />

Con l’approvazione da parte del<br />

Senato del decreto cosiddetto<br />

“milleproproghe” si è chiusa<br />

definitivamente, almeno per ora, la<br />

non edificante vicenda dei contributi<br />

pubblici all’editoria: si è ripristinato<br />

il diritto dei giornali no-profit, di cooperative<br />

e di partito; contemporaneamente<br />

si è ridotto drasticamente<br />

il finanziamento per le radio e tv locali<br />

(per gli abbonamenti alle agenzie)<br />

e per i giornali delle associazioni<br />

dei consumatori e, soprattutto, per<br />

i quotidiani italiani editi all’estero<br />

e per le testate periodiche da e per<br />

gli italiani nel mondo. Siamo soddisfatti<br />

per la parte positiva: assicurare<br />

più occupazione e maggiore informazione<br />

è opera meritoria e condivisibile.<br />

Siamo naturalmente sorpre-<br />

A<br />

si e indignati per l’operazione, un<br />

po’ vigliacchetta, che ha ridotto del<br />

50% i contributi alla stampa italiana<br />

da e per l’estero: tagliare ai più<br />

deboli, politicamente, per darlo ad<br />

altri, politicamente più forti, è un<br />

esempio eticamente non apprezzabile<br />

e dimostra insensibilità morale<br />

e politica, disinvoltura giuridica, disconoscimento<br />

grave delle difficoltà<br />

enormi che si stanno creando alle<br />

aziende editoriali, molte delle quali<br />

a rischio di sopravvivenza. Abbiamo<br />

seguito con contatti costanti e continui<br />

l’impegno di molti parlamentari<br />

eletti all’estero che hanno tentato<br />

invano di far capire l’inaudita gravità<br />

di un intervento non meditato che<br />

può avere conseguenze negative serie<br />

sulla vita delle comunità italiane<br />

all’estero, nel momento in cui, per<br />

ragioni altre, si sta sviluppando in<br />

I patronati pronti ad assistere i pensionati all’estero<br />

Nuova campagna Red Est<br />

partire dal 1.mo marzo - e sino al 30 giugno 2010 - verrà attivata<br />

la nuova campagna RED/Est con cui l’Inps chiede ai pensionati<br />

che risiedono fuori dall’Italia il rendiconto dei redditi di cui<br />

hanno beneficiato nel 2009, per verificare l’eventuale diritto alle<br />

prestazioni legate appunto al reddito come l’integrazione al minimo,<br />

la maggiorazione sociale e i trattamenti di famiglia.<br />

“Anche quest’anno - annuncia l’Inas Cisl in una nota - le sedi<br />

del nostro patronato nei paesi dell’emigrazione italiana saranno a<br />

disposizione dei nostri connazionali per fornire assistenza gratuita<br />

nella compilazione dei moduli e nella raccolta dei documenti richiesti,<br />

e per inviare il tutto all’Inps in modalità telematica.<br />

La novità di quest’anno - anticipano dal patronato - consiste<br />

nel fatto che, d’ora in poi, l’accertamento avrà luogo ogni anno, in<br />

modo da allinearlo con quello che riguarda i pensionati Inps residenti<br />

in Italia: un cambiamento auspicato e più volte sollecitato dai<br />

patronati per contenere il problema degli indebiti”.<br />

“In passato - si ricorda nella nota - è accaduto che pensionati italiani<br />

all’estero percepissero erroneamente anche per anni - in molti<br />

casi senza dolo - prestazioni legate al reddito cui non avevano diritto.<br />

In questo modo, tra un accertamento e l’altro, si trovavano ad<br />

accumulare somme anche ingenti di cui l’istituto, una volta verificato<br />

l’errore, reclamava la restituzione trattenendole sull’assegno<br />

mensile. Non pochi pensionati si sono trovati per questo in serie<br />

difficoltà economiche, tanto che i patronati hanno più volte chiesto<br />

una sanatoria per le situazioni in cui non vi fosse dolo accertato”.<br />

(aise)<br />

Italia un dibattito sul voto all’estero<br />

che può andare oltre le tecniche e le<br />

procedure elettorali.<br />

Diamo atto del loro onesto e generoso<br />

impegno; prendiamo atto,<br />

però, senza nulla togliere alla convinta<br />

stima personale, della loro<br />

quasi irrilevanza politica nel momento<br />

in cui decidono Governo, segreterie<br />

politiche e presidenze dei<br />

gruppi. Un possibile, e da noi pressantemente<br />

richiesto, ripensamento<br />

- ripristino delle somme “scippate”<br />

- sembrerebbe garantito sia dall’accoglimento<br />

dell’ordine del giorno<br />

formalmente presentato al Senato<br />

sia da un concordante impegno alla<br />

Camera. Noi aspettiamo fiduciosamente,<br />

ma siamo pronti a cercare<br />

con la Federazione nazionale della<br />

Stampa - che già autorevolmente si<br />

è molto impegnata -, le altre associazioni<br />

di categoria e tutte le rappresentanze<br />

dell’editoria minore,<br />

forme di protesta ed iniziative politiche<br />

a sostegno di un’informazione<br />

libera, garantita, non discriminata,<br />

senza privilegi.<br />

La Fusie, consapevolmente, porrà<br />

al prossimo congresso, prevedibile<br />

per fine aprile a Roma, tutta<br />

la problematica dell’informazione<br />

italiana all’estero: con il rinnovo<br />

della dirigenza, difesa delle testate,<br />

rispetto delle regole, criteri<br />

chiari, trasparenza e rapidità delle<br />

procedure, riconoscimento di ruolo,<br />

apertura alle nuove forme di comunicazione,<br />

solidarietà e collegamento<br />

con le altre rappresentanze<br />

nazionali dell’editoria. Sarà un’occasione<br />

importante per un dibattito<br />

aperto, con la partecipazione di tutte<br />

le componenti politiche , professionali<br />

e del mondo dell’emigrazione.<br />

(aise)


Italiani nel mondo<br />

Considerazioni di Dino Nardi sulla riforma dell’attuale normativa<br />

Ci vuole un restyling per il CGIE<br />

Affrontando il tema della riforma<br />

dell’attuale normativa dei Comites<br />

e Cgie, che sembra essere diventato<br />

il principale oggetto, se non l’unico,<br />

dell’attenzione del Comitato per<br />

le questioni degli italiani all’estero<br />

del Senato, è opportuno ricordare due<br />

cose. La prima, i Comites sono stati<br />

già riformati nel 2003 e quindi pochi<br />

anni orsono e, comunque, successivamente<br />

all’entrata in vigore della legge<br />

sul voto all’estero (L. 429/2001).<br />

La seconda cosa è che a seguito del<br />

voto all’estero e della riforma della<br />

legge sui Comites (L.286/2003),<br />

lo stesso Cgie iniziò immediatamente<br />

a discutere di una ormai indispensabile<br />

riforma anche della normativa<br />

del Consiglio Generale (datata 1998).<br />

Una discussione che coinvolse l’associazionismo<br />

italiano nel mondo ed<br />

i Comites e che portò il Cgie ad approvare,<br />

quasi all’unanimità nel maggio<br />

2007, un documento su come il<br />

Cgie vedeva una sua autoriforma e<br />

che implicitamente era anche un sollecito<br />

per il legislatore a mettervi le<br />

mani.<br />

Ciò premesso diventa quindi difficile<br />

comprendere la necessità di<br />

una nuova riforma dei Comites limitandone,<br />

oltretutto, la loro istituzione<br />

in quelle Circoscrizioni consolari<br />

in cui risiedono molte migliaia<br />

di italiani. Facendo così scomparire<br />

molti degli attuali Comites quando,<br />

invece, in presenza di un costante<br />

impoverimento del mondo associativo,<br />

ci sarebbe la necessità di un loro<br />

incremento numerico. D’altra parte<br />

è ormai notorio che l’autorevolezza<br />

dei Comites non dipende solo dalla<br />

normativa che li regola, né dal numero<br />

di cittadini che rappresentano<br />

bensì dalla competenza ed autorevolezza<br />

dei suoi membri (con in primis<br />

il presidente) ed anche dalla passione<br />

ed il tempo che gli eletti mettono<br />

in questo loro impegno di volontariato.<br />

E veniamo al Cgie. Ovviamente<br />

questo organismo, con l’introduzione<br />

del voto all’estero per corrispondenza<br />

e l’elezione di diciotto parlamentari,<br />

va sicuramente ritoccato ed<br />

il primo a riconoscerlo, come ho già<br />

ricordato, è stato proprio lo stesso<br />

Consiglio Generale attualmente in<br />

carica. Un restyling che: 1) ne riduca<br />

il numero dei suoi membri rispalmandoli<br />

nei vari Paesi e continenti<br />

sulla base dei dati aggiornati<br />

dell’AIRE e rivedendo la composizione,<br />

anche numerica, di quelli di<br />

nomina governativa; 2) ne riveda la<br />

ripartizione geografica per renderla<br />

conforme a quella della Circoscrizione<br />

Estero; 3) rafforzi il ruolo delle<br />

Commissioni continentali riducendo<br />

ad una sola volta all’anno la<br />

convocazione dell’assemblea plenaria;<br />

4) introduca un limite di mandato<br />

per i suoi membri. Tanto per citare<br />

alcuni esempi. Pertanto, a mio<br />

modesto avviso, al momento, non<br />

c’è alcun bisogno di modificare l’attuale<br />

normativa dei Comites mentre<br />

è assolutamente necessario un restyling<br />

di quella del Cgie e non sicuramente<br />

uno stravolgimento di entrambi<br />

le leggi. Dopo di che subito<br />

al voto ed entro quest’anno senza<br />

ulteriori e incomprensibili rinvii<br />

che sarebbero inaccettabili. Tutto<br />

questo in attesa di capire quale impianto<br />

istituzionale di rappresentanza<br />

nei confronti dello Stato italiano<br />

vorranno poi avere (sempre che lo<br />

Dino Nardi<br />

vogliano davvero) le giovani generazioni<br />

di figli e nipoti di emigrati,<br />

unitamente ai nuovi migranti italiani<br />

(semplici lavoratori, stagisti, ricercatori<br />

e tecnici) che sempre più<br />

popolano il mondo.<br />

Purtroppo di tutt’altro avviso è il<br />

Comitato per le questioni degli italiani<br />

all’estero del Senato che, invece,<br />

si è stranamente incaponito nel<br />

voler riformare in profondità con un<br />

colpo solo sia i Comites che il Cgie<br />

infischiandosene del parere negativo<br />

di tanti Comites e dello stesso<br />

Consiglio Generale. Peccato! Perché<br />

certamente non mancherebbero,<br />

a questo Comitato ed ai senatori<br />

che lo compongono, altri e più sentiti<br />

problemi che hanno oggi gli italiani<br />

all’estero a cui dedicare altrettanta<br />

attenzione e dedizione come, per<br />

esempio, il ripristino dell’esenzione<br />

dell’ICI sulla loro abitazione in Italia,<br />

i tagli alle politiche scolastiche<br />

ed all’assistenza agli indigenti, la<br />

funzionalità della rete consolare e la<br />

chiusura di molti Uffici consolari in<br />

regioni ad alta presenza di emigrati.<br />

Ma tant’è, con buona pace di tutti<br />

coloro che vivono fuori dei confini<br />

nazionali!<br />

Dino Nardi<br />

Coordinatore UIM Europa e membro CGIE<br />

<strong>Panorama</strong> 25


a cura di Ardea Velikonja<br />

La 6.a edizione di Pollice Verde<br />

a Gorizia dà il benvenuto alla<br />

primavera: il quartiere fieristico<br />

apre così le sue porte al verde e<br />

alle meraviglie della natura. Il capoluogo<br />

isontino riscopre la sua storia<br />

di ville e palazzi, di parchi e giardini.<br />

La Fiera dei fiori infatti si svolgerà<br />

da venerdì 19 a domenica 21 marzo<br />

al quartiere di Gorizia fiere dalle ore<br />

10 alle 20 con ingresso libero.<br />

Accanto alla variegata esposizione<br />

di piante e fiori, la mostra-mercato<br />

offre allestimenti floreali e oggettistica,<br />

prodotti per la coltivazione e<br />

l’alimentazione biologica e biodinamica,<br />

arredo da esterni e attrezzatura<br />

da giardinaggio, idee e soluzioni<br />

per il verde urbano e la realizzazione<br />

di giardini e terrazzi, editoria di<br />

settore e molto di più. Per gli amanti<br />

del turismo itinerante e del vivere<br />

all’aria aperta gli espositori della sezione<br />

Caravan e Camper presenteranno<br />

le novità del settore.<br />

“Pollice Verde”, mostra-mercato<br />

dedicata a florovivaismo e all’orticoltura,<br />

è anche una preziosa occasione<br />

per parlare di natura, ambiente<br />

ed ecologia. Un ricco programma<br />

di convegni, seminari, dimostrazioni<br />

pratiche, esibizioni di maestri<br />

fioristi di fama internazionale, treeclimbing,<br />

presentazioni editoriali,<br />

26 <strong>Panorama</strong><br />

Made in Italy<br />

Dal 19 al 21 marzo al quartiere fieristico di Gorizia la Fiera dei fiori<br />

Arriva la primavera con Pollice verde<br />

escursioni con partenza dal quartiere<br />

fieristico e sotto la guida di professionisti<br />

esperti animeranno le tre<br />

giornate della rassegna.<br />

A “Pollice Verde” si rinnova anche<br />

l’appuntamento con la Mostra<br />

Internazionale Cunicola: oltre 150<br />

soggetti, provenienti da Slovenia,<br />

Austria e Italia e alcune cucciolate<br />

per la gioia dei più piccoli visitatori<br />

della rassegna.<br />

Tra i contenuti dell’evento anche<br />

una panoramica sulle diverse<br />

offerte che l’eco-didattica presenta<br />

in Regione, con proposte di educazione<br />

ambientale che coinvolgono<br />

i bambini e ragazzi in attività<br />

gratuite durante tutte le giornate di<br />

apertura della manifestazione. Sviluppato<br />

in collaborazione con gli<br />

espositori che aderiscono all’iniziativa,<br />

Verde Pollicino è uno spazio<br />

esclusivo dove i giovanissimi<br />

visitatori della manifestazione e le<br />

loro famiglie vengono coinvolti in<br />

laboratori naturali, giochi creativi,<br />

presentazioni interattive e miniesperimenti.<br />

La rassegna è supportata da una<br />

consolidata azione promozionale<br />

e da una campagna pubblicitaria<br />

che precede e accompagna la manifestazione.<br />

Particolarmente attesa<br />

e apprezzata dal pubblico isontino,<br />

“Pollice Verde” è meta di un sempre<br />

maggior numero di visitatori prove-<br />

nienti dalla vicina dalla vicina Slovenia,<br />

anche grazie ad un’azione<br />

promozionale oltre confine. ●


Made in Italy<br />

Il Salone Nautico Internazionale dal 18 al 21 marzo prossimo alla Marittima<br />

A Venezia la Fiera del mare<br />

Dal 18 al 21 marzo 2010 torna il<br />

consueto appuntamento annuale<br />

con il Salone Nautico Internazionale<br />

di Venezia. L’evento si svolgerà<br />

nella storica sede della Marittima, con<br />

grandi novità ed importanti partnership.<br />

Insieme ai più prestigiosi marchi<br />

internazionali dei grandi yacht e<br />

della piccola nautica, quest’anno anche<br />

l’offerta del charter per la prossima<br />

stagione estiva. Un weekend da<br />

sogno a Venezia per vedere e provare<br />

la propria barca direttamente in laguna.<br />

“Expo Venice spa” punta a valorizzare<br />

ancora di più le potenzialità<br />

espositive di Venezia con le attività<br />

legate al mare e alla nautica, e la<br />

nuova edizione del Salone Nautico<br />

si propone di volare in alto grazie ai<br />

cantieri espositori, alla valorizzazione<br />

dell’usato di qualità, allo sviluppo<br />

del settore del Charter. Elementi<br />

questi che lo caratterizzano rispetto<br />

ad ogni altro salone italiano ed internazionale.<br />

Nello specifico, per la nona edizione<br />

del Salone Nautico ci sarà<br />

un’area esclusiva dedicata al Charter,<br />

con l’invito a scoprire rotte, imbarcazioni<br />

e servizi per chi vuole programmare<br />

per tempo la propria stagione<br />

estiva.<br />

Curatore di questo innovativo format<br />

fieristico è Lorenzo Pollicardo,<br />

uno dei principali esperti internazionali<br />

del settore nautico, già segretario<br />

generale di UCINA, ed ora consulente<br />

della società fieristica di Venezia<br />

per la realizzazione dell’articolato<br />

programma di eventi legati al mare.<br />

A Rimini Sapore 2010, la Fiera dell’alimentazione<br />

Hanno vinto gli affari<br />

Sapore 2010 ha fatto centro. La prima volta della nuova formula espositiva<br />

di Rimini Fiera che riassume le storiche manifestazioni sull´alimentazione<br />

extradomestica (MIA, MSE, FRIGUS, DIVINO LOUNGE, ORO GIALLO<br />

e PIANETA BIRRA BEVERAGE & CO., svoltesi in contemporanea dal<br />

21 al 24 febbraio), va in archivio con la piena soddisfazione degli operatori<br />

dopo quattro giornate produttive e all´insegna dell´innovazione.<br />

L’esposizione ha totalizzato 76.123 visitatori (-8% sul 2009), con uno straordinario<br />

+25% di operatori esteri. E proprio l´innalzamento del profilo di internazionalità<br />

era la primaria richiesta delle aziende.<br />

Ogni giorno a “Sapore” si sono svolti circa 1.000 business meeting, con<br />

l´ulteriore affermazione del progetto Sapore International Matching che on<br />

line profila l´incontro nelle settimane che precedono la fiera.<br />

Sono stati 612 i giornalisti accreditati all’esposizione ed i servizi sulla stampa<br />

nazionale, regionale e locale hanno raggiunto oltre 41 milioni di contatti.<br />

”Sapore” ha proiettato nel futuro gli operatori del food&beverage mostrando<br />

in anticipo gli orientamenti che il mercato del “fuori casa” proporrà successivamente<br />

al consumatore. Sapore Innovation Area è stata la vetrina di tutte<br />

le proposte più innovative, illustrate anche attraverso la guida “Sapore Innovation<br />

book”. ●<br />

Il Salone Nautico Internazionale<br />

di Venezia vedrà una sua diramazione<br />

anche nell’evento “Mare Maggio”,<br />

che si terrà dal 14 al 16 maggio presso<br />

l’Arsenale di Venezia, luogo simbolo<br />

della marineria e dell’arte navale.<br />

Un’area di grande valore storico,<br />

artistico, produttivo e culturale, finora<br />

inaccessibile ad eventi fieristici.<br />

L’Arsenale ha trovato il gradimento<br />

degli espositori abituali e il concreto<br />

interesse di tutti i grandi marchi internazionali,<br />

dai maxi yacht alle piccole<br />

imbarcazioni e dei maggiori dealer<br />

del Triveneto. Un luogo di esclusività<br />

e tradizione. L’Arsenale veneziano<br />

è capace di catalizzare l’attenzione<br />

di un vasto pubblico: appassionati di<br />

mare e diportismo, esperti naviganti,<br />

addetti ai lavori, curiosi e tutti gli<br />

amanti del mare e della nautica.<br />

“Expo Venice spa” intende continuare<br />

a proporre manifestazioni<br />

espositive sempre più legate allo spirito<br />

della città, ai suoi luoghi, in forte<br />

coordinamento con gli enti, le istituzioni,<br />

i privati, che operano sul territorio,<br />

con l’obiettivo di rendere Venezia<br />

un’area espositiva policentrica.<br />

Oltre al business, nelle fiere si punta<br />

anche all’aspetto culturale, recuperando<br />

la vocazione storica della città<br />

quale luogo di scambi commerciali<br />

e di idee innovative e contribuendo<br />

alla creazione di flussi turistici di<br />

qualità. Così facendo si sviluppa un<br />

mercato di valenza internazionale sul<br />

“palcoscenico” Venezia, e si contribuisce<br />

allo sviluppo economico della<br />

città. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 27


28 <strong>Panorama</strong><br />

Reportage<br />

Alla 31.esima Fiera Ortogiardino la prima edizione di Flor Art<br />

La sfida tra Floral designer<br />

testo e foto di Ardea Velikonja<br />

La primavera ce l’ha fatta nei<br />

confronti dell’inverno, almeno<br />

per quanto riguarda i padiglioni<br />

di Pordenone fiere dove, per una<br />

settimana, a Ortogiardino si sono dati<br />

appuntamento più di 250 tra vivaisti,<br />

floricoltori, rivenditori di bulbi e<br />

sementi, concimi, attrezzature per il<br />

giardinaggio, mobili per esterni, ma<br />

anche architetti per parchi e giardini.<br />

Un successo di pubblico, attestato<br />

da oltre 70.000 visitatori, ma anche<br />

commerciale, dato che non c’è stata<br />

persona che non sia uscita dalla fiera<br />

senza la sua bella borsa con la spesa.<br />

La 31.esima edizione di Ortogiardino<br />

ormai è diventata una fiera che attira<br />

parecchia gente anche da Slove-<br />

Omaggio floreale alla giornalista<br />

Non me l’aspettavo certamente che un bellissimo mazzo di fiori creato<br />

da Andrea Rebaudo avrebbe preso la strada di casa mia. Invece<br />

Santillo De Cristoforo, direttore di redazione della Flor Art, una volta che<br />

Rebaudo ha finito il suo mazzo primaverile ha detto al numeroso pubblico<br />

presente nel padiglione: “E adesso questo mazzo di fiori lo regaliamo<br />

all’unica giornalista della Croazia presente che scrive in lingua italiana,<br />

un omaggio per domani 8 marzo, Giornata internazionale della donna”.<br />

Non vi dico la mia sorpresa, ma anche il piacere di ricevere un riconoscimento<br />

simile dalle mani di uno dei più bravi floral designer d’Europa.<br />

Tulipani gialli, gerbere gialle, gigli gialli (il giallo è il colore simbolo della<br />

Festa della donna), il tutto elegantemente “racchiuso” invece che con<br />

la classica carta con un tessuto colorato. Fantastico davvero! ●<br />

La sede di Pordenone Fiere dove si è svolta Ortogiardino<br />

nia e Croazia, tanto che il sabato e la<br />

domenica non si contavano i pullman<br />

di “escursionisti interessati”, provenienti<br />

da Fiume, Zagabria o Pola.<br />

In otto giorni, quanto è durata la<br />

fiera dei colori e profumi primaverili,<br />

tante sono state le manifestazioni<br />

collaterali grazie alla collaborazione<br />

con Flor Art, la prima scuola per floral<br />

designer di Rudiano vicino a Brescia<br />

che sta avendo un grosso successo<br />

internazionale. “Flor Art” è legata<br />

a “Florasat Agrichannel”, l’unica<br />

TV sui fiori esistente in Italia, e si è<br />

presentata ogni giorno con un altro<br />

tema, dai fiori di primavera alla festa<br />

della donna, ma ha anche organizzato<br />

assieme a tre floral designer corsi rivolti<br />

al pubblico e una gara nazionale<br />

tra 8 concorrenti fioristi e quindi una<br />

giuria internazionale ha assegnato il<br />

primo trofeo “Ortogiardino”.<br />

Santillo De Cristoforo, direttore di<br />

redazione di “Florasat Agrichannel”,<br />

ha tenuto su il programma legato ai<br />

floral designer italiani ed europei,<br />

che si sono messi a confronto in suggestive<br />

sfide a colpi di fiori, foglie e<br />

fronde, dinanzi ad un folto pubblico.<br />

Tra loro c’era anche Liliana Stranić,<br />

di Parenzo, proprietaria del negozio<br />

“Bouquet by Lily”. Abbiamo chiesto<br />

a De Cristoforo come Liliana è<br />

arrivata a Pordenone. “Ero in vacan-


La fiera dei colori<br />

<strong>Panorama</strong> 29


Assieme ai fiori si usano frutta,<br />

verdura e i materiali più svariati<br />

Santillo De Cristoforo direttore di redazione di AGRI-<br />

Channel ha saputo intrattenere con maestria il pubblico<br />

Liliana alle prese con i cristalli<br />

30 <strong>Panorama</strong><br />

Per una creazione mozzafiato ad Andrea Rebaudo sono<br />

sufficienti non più di quattro minuti<br />

Il tocco elegante al mazzo<br />

Floral desig<br />

si sfidano a c<br />

Con il filo di ferro, lana e fio


Rebaudo è docente alla prima Scuola<br />

per floral designer che si trova a Brescia<br />

ner europei<br />

olpi... di fiori<br />

ri vi faccio una borsa!<br />

Gli ultimi tocchi: perline e fiori<br />

Liliana Stranić con il collega Rebaudo<br />

mentre spiega quali materiali userà<br />

Ed ecco pronto un centrotavola veramente originale<br />

Ed ecco un’originalissima borsa,<br />

mica facile da fare<br />

<strong>Panorama</strong> 31


Che giardino sarebbe senza<br />

le casette per gli uccellini?<br />

Perché coltivare l’erba se la si può acquistare a rotoli?<br />

32 <strong>Panorama</strong><br />

Arredamenti da terrazza<br />

Fiori sì, ma anche giardino<br />

I cristalli artificiali si abbinano molto bene con i fiori<br />

Non serve più l’acqua per fare il laghetto:<br />

bastano i cristalli e l’effetto luce<br />

Non è un’amaca e non è una poltrona,<br />

ma è comodissima


za a Parenzo e facendo il giro del centro<br />

sono stato attratto dall’eleganza di<br />

un negozio di fiori. Sono entrato ed ho<br />

trovato la simpatica proprietaria. Ho<br />

capito subito che aveva ‘il tocco giusto’<br />

e così le ho consigliato la Scuola<br />

per floral designer. Lei ha detto subito<br />

di sì sicché ora la sta frequentando.<br />

Ha un talento inverosimile: datele due<br />

nastri e un fiocco e vedrete che confezione<br />

riesce a fare. Continuando nella<br />

nostra collaborazione, abbiamo deciso<br />

di farla partecipare a questa Flor Art di<br />

Ortogiardino, la prima edizione simile<br />

organizzata nell’ambito di una fiera<br />

di fiori.<br />

La Scuola per floral designer di<br />

Brescia è nata nel 2005 e in quattro<br />

anni e mezzo è stata frequentata da<br />

1316 ‘studenti’ dai 17 ai 65 anni. La<br />

nostra TV è il primo canale al mondo<br />

che parla la lingua dei fiori, così tutti<br />

possono entrare nel mondo dei fiori,<br />

un mondo dove c’è bisogno di passione<br />

e una vena d’arte. Ed è proprio questa<br />

vena che ‘viene fuori’ alla Scuola<br />

dove si impara tutto sui fiori in teoria<br />

ma si fa anche tanta pratica. Per la pri-<br />

Liliana Stranić, parenzana di nascita,<br />

ama i fiori da quando era<br />

bambina. “Avevo una zia in Italia e<br />

quando da piccola passeggiavamo<br />

per il centro stavo sempre attaccata<br />

con il naso alle vetrine dei tanti<br />

fiorai. Ammiravo la grande quantità<br />

di fiori esposti, le decorazioni e<br />

tutti gli accessori che servono per<br />

fare un bel bouquet. Dato che la<br />

mia passione per i fiori non è mai<br />

scemata finalmente nel 1997 sono<br />

riuscita ad aprire a Parenzo il mio<br />

negozio che si chiama Bouquet by<br />

Lilly ed ho raggiunto ciò che volevo.<br />

Da noi non esiste una scuola<br />

per floral designer e così un paio di<br />

volte mi sono recata a Milano per<br />

seguire dei corsi e qui ho conosciuto<br />

De Cristoforo.<br />

Da noi è difficile trovare i piccoli<br />

accessori necessari alle decorazioni<br />

floreali, sicché li acquisto<br />

in Italia, e lo stesso faccio con i fiori,<br />

che sono i migliori in Europa sia<br />

come qualità che come varietà.<br />

ma volta abbiamo deciso di organizzare<br />

questo ‘Flor Art’ alla fiera Ortogiardino<br />

di Pordenone e la sua riuscita<br />

ci pare palese. La gente è molto interessata<br />

a come si crea ‘qualcosa’ con i<br />

fiori perché credo non ci sia al mondo<br />

una persona che almeno una volta nella<br />

vita non abbia avuto a che fare con<br />

essi. I nostri floral designer hanno svelato<br />

i segreti dell’ armonia dei colori,<br />

della varietà dei fiori, del materiale e<br />

della fantasia usata tanto nei bouquet<br />

quanto anche nelle composizioni floreali”.<br />

Oltre a Liliana era presente Andrea<br />

Rebaudo, uno dei professori di design<br />

della Scuola, proprietario, a Ventimiglia,<br />

di un negozio di decorazioni floreali,<br />

ma soprattutto persona che mette<br />

tanta abilità e fantasia nelle sue creazioni.<br />

“E infatti avete potuto assistere<br />

alla creazione di una borsa con filo di<br />

ferro, perline e lana cotta, il tutto adornato<br />

da fiori freschi: risultato un pezzo<br />

unico da portare a passeggio” ha concluso<br />

Santillo De Cristoforo.<br />

Andrea Rebaudo ci ha raccontato<br />

l’esperienza della scuola: “Abbia-<br />

Reportage<br />

mo allievi di tutte le età che cercano<br />

di entrare nel mondo floreale. La prima<br />

cosa che insegniamo loro è di non<br />

guardare solo alla parte materiale di<br />

questo lavoro. Per farlo bisogna prima<br />

di tutto amare e rispettare i fiori.<br />

Certamente ci vuole un tocco di fantasia<br />

che è individuale per ognuno,<br />

comunque si comincia dalla base, dal<br />

conoscere i fiori, per arrivare agli abbinamenti<br />

e quindi alle creazioni. Negli<br />

ultimi anni va molto di moda l’abbinamento<br />

tra fiori, frutta o ortaggi: ne<br />

vengono fuori delle bellissime composizioni.<br />

Ad una rassegna denominata<br />

‘Natura e Gusto’ abbiamo creato<br />

composizioni con ben dieci quintali<br />

tra frutta e ortaggi. Ad ‘Agrumi fioriti’<br />

invece abbiamo usato 400 chili tra<br />

arance e limoni oltre che logicamente<br />

fiori. Questo è un lavoro che dà grandi<br />

soddisfazioni perché riproduce l’estro<br />

artistico e la fantasia di ogni persona.<br />

Attualmente alla scuola abbiamo gente<br />

di tutte le età provenienti da più parti<br />

d’Europa a cui si aggiungono i tre<br />

punti-scuola che operano in Francia ,<br />

Spagna e Portogallo”.●<br />

Liliana Stranić di Parenzo è una delle migliori floral designer della Croazia<br />

Per i fiori ci vuole passione<br />

Che cosa serve per fare un bel<br />

mazzo di fiori? Semplicemente tanta<br />

passione e rispetto per i fiori e un<br />

tocco di fantasia. Ogni composizione<br />

è particolare, oggi uso abbinare<br />

anche frutta e verdura sicché ne vengono<br />

fuori dei bellissimi centrotavola.<br />

Non credereste su quante piccole<br />

cose ‘poggia’ una buona composizione,<br />

dal filo di rame, alle perline, ai<br />

cristalli, ai nastri, alla lana, ecc. Finora<br />

mi sono occupata di decorazioni<br />

florali nelle grandi catene alberghiere<br />

in Croazia, ma da alcuni anni mi<br />

sbizzarrisco anche nei confetti per<br />

matrimoni, battesimi e altre occasioni.<br />

Che dire, il mio lavoro è anche la<br />

mia passione e forse per questo, secondo<br />

quanto dicono gli altri, lo faccio<br />

piuttosto bene” ha concluso Liliana<br />

Stranić.<br />

È doveroso dire che ha ottenuto<br />

parecchi riconoscimenti internazionali<br />

per le sue composizioni floreali,<br />

ma da persona modesta qual<br />

è non ha voluto soffermarsi nei det-<br />

Il negozio di Liliana a Parenzo<br />

tagli, come del resto non ha voluto<br />

confermare la voce che circola fra i<br />

parentini, secondo cui “non c’è negozio<br />

più elegante della ‘Bouquet<br />

by Lilly’ non solo a Parenzo ma, per<br />

certuni, in tutta la Croazia”. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 33


Lo scorso giugno sono stati attribuiti i Premi della<br />

XLII edizione del concorso Istria Nobilissima, che<br />

hanno dato una nuova conferma dei potenziali creativi<br />

del gruppo nazionale italiano nei campi dell’arte<br />

e della cultura. Ritenendo che di tali potenziali debba<br />

fruire il maggior numero di lettori nelle pagine riservate<br />

alle letture, “<strong>Panorama</strong>” propone le opere a cui<br />

siano stati attribuiti premi o menzioni.<br />

Nella sezione “Poesia in lingua italiana” la giuria<br />

ha assegnato la menzione onorevole a CLAUDIO<br />

GEISSA di Capodistria. Il titolo della raccolta di poesie<br />

è ”Acqua su Marte”.<br />

Last minute<br />

Un signore si appoggia al bastone<br />

esce con i sacchetti della spazzatura<br />

fuori brulicano le notizie<br />

ma lui non sente<br />

si attiene al patto del silenzio<br />

esalano anche i ricordi<br />

troppo agguerriti<br />

per un’ inizio di settembre<br />

non dice niente<br />

forse partirà<br />

nella seconda metà del mese<br />

in sospensione fra lontane vacanze<br />

e lunghe assenze<br />

in ogni caso<br />

il vecchio della città<br />

senza mare<br />

sa già dove andare.<br />

Percorsi<br />

Amanti che spasimano<br />

come cavalli affamati<br />

agli angoli della bocca<br />

cola la bava<br />

avanza come la sabbia<br />

sul cuore spento<br />

che avido di memoria<br />

ribatte ancora<br />

nei troppi petti da gonfiare<br />

si conficca nelle orbite<br />

degli occhi penzolanti.<br />

34 <strong>Panorama</strong><br />

Letture<br />

«Acqua su Marte»<br />

Bolle di sapone 1<br />

Rimane tutto intatto,<br />

identico il tuo stupore<br />

identico il mio sentire<br />

viaggi di solo andata<br />

o lunghi ritorni rovinati<br />

per ritrovare la stessa vaghezza.<br />

Bolle di sapone 2<br />

Incerto ancora il cammino<br />

di aspirazioni gelate<br />

fermo da tempo il tempo<br />

fisso senza corona gli ideali<br />

inzuppati di stanco sudore<br />

sul volto rigato per troppo stupore.<br />

Bolle di sapone 3<br />

Ancora ritengo di poter trattenere<br />

a lungo il respiro<br />

ma non mi faccio illusioni<br />

stavolta ti distruggo davvero.<br />

Nessuno<br />

Fra i centomila frammenti<br />

che come schegge<br />

si immergono nella massa informe<br />

sostai davanti al milite ignoto<br />

mi strinsi nelle spalle.


Non ci sono<br />

Per serenità mia<br />

e di nessun altro<br />

non ci sono.<br />

Tènere richieste si mettono a ballare<br />

la musica è completamente disidratata<br />

si moltiplica il bisogno di coprire i nostri corpi<br />

con foglie umide.<br />

L’inizio non cederà<br />

ma ora non ci sono.<br />

Ancora sospiro<br />

per non scoprire<br />

chi passa per caso da queste parti<br />

cerco un riparo che non c’è<br />

fuori di me<br />

che non ci sono.<br />

Quando il silenzio squarciò l’alba<br />

scesi dal guanciale<br />

intorpidito nelle membra di tanti passati<br />

allontanai le urla dei vicini<br />

e delle anime opprimenti<br />

per un’unica notte<br />

il cuore si distraeva con i suoi battiti<br />

non c’era verso di bloccare il suo stupore<br />

onda del vento sui capelli di un tempo<br />

come fossero stati creati sul momento<br />

unicamente per noi<br />

ma io non c’ero.<br />

Oggi risento lo stesso tambureggiare<br />

i figli dei nostri figli assieme ai figli dei loro figli<br />

rifanno involucri d’amore<br />

tutto ciò non basta<br />

si scaraventano ancora troppe parole sospette<br />

da diventare cumuli comuni<br />

lasciati alla fonte degli inchini<br />

dove non è dato di dubitare<br />

guai poi accostarsi senza riverenze.<br />

Non ci sono nei dubbi<br />

nella voglia dello scorrere<br />

ripesco uno sguardo stantio<br />

e un gelido gesto<br />

che irrompono nell’ammirevole<br />

tuo dolce sorriso<br />

stampato sulla stella più prossima.<br />

Destino!<br />

Versare su quell’handicappato conto<br />

contorni di minuti avanzi<br />

rimasugli non sbranati<br />

per scostare<br />

la seccatura delle stampelle<br />

e le cariche<br />

delle sedie a rotelle.<br />

Che destino<br />

essere nato<br />

in contrapposizione.<br />

Letture<br />

Notte di luna<br />

I piedi ancora contorti<br />

di percorsi<br />

di tanfo e imputridimento<br />

è abisso<br />

è inghiottitoio vorace<br />

assoluto abbattimento<br />

qualche nascituro<br />

si schianta già relitto<br />

trasportato dal mare<br />

in questa notte di luna<br />

comunque sia<br />

ci sarà ancora il tempo<br />

di ingannare anche Te<br />

luna dei sogni amanti.<br />

Abbi cura di te amore mio<br />

Ribalto il ribaltabile<br />

rovescio della medaglia<br />

nell’infinito eternare<br />

tramando a te<br />

gioia della mia vita<br />

un sorso di luce<br />

che inciampi io ora<br />

prima di chiudere<br />

questo sogno stanco.<br />

Che destino!<br />

Destino tuo<br />

destino mio<br />

destino<br />

di essere nato in contrapposizione<br />

versare su quell’ handicappato conto<br />

contorni di minuti avanzi<br />

rimasugli non sbranati<br />

per scostare<br />

la seccatura delle stampelle<br />

e le cariche<br />

delle sedie a rotelle.<br />

Disadorno disimpegno<br />

Nel cestino guizzano i fiori<br />

divini petali della risalita<br />

inciampano sul vissuto<br />

le storie dei fanfaroni<br />

ormai abbondante<br />

sorreggono questo ultimo tratto di strada<br />

la sera<br />

lacrima di stelle<br />

sembra una notte in anticipo<br />

ed è questo che conta<br />

quando si avvicina il sipario.<br />

<strong>Panorama</strong> 35


Fuori piove<br />

36 <strong>Panorama</strong><br />

Letture<br />

Marchiata a fuoco<br />

da un ripudio che si specchia<br />

nella via della salvezza<br />

la capacità indebolita<br />

dai tanti piedi mozzati<br />

stento a capire<br />

le contrapposizioni che abbattono<br />

nulla sconcerta la fine<br />

il tronco abbracciato all’albero<br />

i rami e le foglie<br />

sperse nell’universo interiore<br />

e fuori piove.<br />

Gironzolando<br />

Dopo essersi ripresentato<br />

con sberleffi e foschi scenari<br />

l’ineluttabile sipario si schiuse<br />

raccolse gli sghignazzi della prole<br />

che sulla terra azzoppata<br />

bofonchiava a stento<br />

penetrando nelle sue orecchie<br />

dalla bocca spalancata<br />

faceva uscire gemiti<br />

e sorrisi abbondanti<br />

a gesti e spruzzi.<br />

Se potessi insistere<br />

non mi sorprenderei di estrarre<br />

da questa mente altri pareggi<br />

ma i troncamenti strillano<br />

e il vuoto non si arrende.<br />

Il bacio<br />

Riti inebrianti<br />

incoraggiano i fatti<br />

quasi sempre prepotenti<br />

ai cancelli del nulla<br />

a guardia degli echi<br />

dove oscillano le opinioni<br />

sotto gli archi di poveri Cristi<br />

ai piedi degli opulenti<br />

senza aver marcato l’unica differenza<br />

che sta<br />

nell’atto spontaneo del bacio.<br />

Innocenza<br />

Se non fosse più possibile<br />

cosa cambierebbe<br />

in te in me<br />

nell’idea che di noi abbiamo<br />

misurandoci col mondo<br />

per la prima volta in fondo<br />

un’altra riflessione<br />

che si spalma nella mente<br />

sente e accoglie<br />

come un sasso<br />

battezzato in uno stagno<br />

accresce il sogno della fonte<br />

continua ad evitare toni sconvenienti<br />

discorsi duri per uomini apparenti<br />

bestemmiano in silenzio<br />

ad alta voce pregano<br />

di fronte ai loro figli non nati<br />

confondono l’ ambiguità<br />

con una questione di stato<br />

lo scandalo<br />

con nuovi foschi viaggi.<br />

La fine del sentiero<br />

Fissando il cielo<br />

ne parlo con gioia<br />

di questa fine<br />

che ha stregato l’amore<br />

che mi ha lasciato<br />

che mi ha tradito<br />

cambio casa<br />

cambio tutto<br />

solitario fra solitari<br />

dispiaciuto ma convinto<br />

andato e rimasto<br />

cammino per caso<br />

su questo grezzo pavimento<br />

che porta alla tua mano<br />

e la fine del sentiero<br />

si appoggia sul mio cuore.<br />

La speranza<br />

Gli occhi sciupati nel vuoto<br />

a fatica hanno riassunto<br />

l’antico, il poetico,<br />

l’unico e straordinario<br />

antagonismo della luce<br />

quando viene<br />

senza frastuono<br />

al di là<br />

di tutte le albe.


Mi sottraggo<br />

Sull’orizzonte lontano<br />

ho steso questi anni scoloriti<br />

mi affascinano ancora<br />

come un’aurora<br />

un tormento che brilla<br />

oggi mi sento di voler camminare<br />

senza toccare la terra bagnata<br />

nessuno mi conosce<br />

per strada il saluto<br />

alla New York.<br />

Parangal<br />

Sceso da talami pestiferi<br />

dimeno le falde<br />

in anonime improvvisate<br />

sopprimo servizievoli<br />

e zelanti “leccaleonti”<br />

lingue multiculturali di ultima generazione<br />

biforcute all’origine<br />

stentano a scrollarsi<br />

la puzza della patria<br />

ancor peggio se madre puttana<br />

di tutte le epoche.<br />

Senza una meta<br />

Pagine inguaiate<br />

di grande emancipazione<br />

corro per distese bonificate<br />

ascoltando gli uccelli alla radio<br />

senza compromessi ti abbraccio<br />

ancora non so se il ticchettio<br />

di questo orologio arrugginito<br />

renderà nostalgico il mio sentire.<br />

Stati baldracche<br />

Paradosso di date<br />

dalle morali sacre e profane<br />

con spavalda regolarità<br />

sventolano le bandiere puttane<br />

sulle altalene degli stati adulteri<br />

quisquiglie di caratteri<br />

spostano al largo dei battesimi<br />

l’offesa di chi<br />

è un altro.<br />

Letture<br />

Supplizio<br />

Fitte di frecce suggeriscono<br />

un groviglio di commenti<br />

attorno al senso del tempo<br />

prorompono pensieri<br />

ai margini sbiaditi<br />

di parole sconvolte<br />

incompleta la frase assorbe<br />

l’enorme quantità di zampilli<br />

che sgorgano impetuosi<br />

da essere un tormento.<br />

Sussulto<br />

Ogni tanto si interrompe il giorno<br />

chi crede<br />

non si circonda di gabbiani<br />

ma di sole enormi montagne da scalare<br />

ogniqualvolta tremano i polsi.<br />

Tutto passerà<br />

Quello che aspettavi<br />

la delusione per l’attimo<br />

che non hai colto.<br />

Tutto passerà<br />

sarà l’attimo di ieri<br />

che ti ha sorpreso impreparato.<br />

Tutto passerà<br />

quello che aspettavi<br />

è già lontano.<br />

Tutto passerà<br />

in un istante.<br />

Acqua su Marte<br />

Nessuna impronta che chiama<br />

immenso silenzio<br />

immenso e solo un momento<br />

un soffio di dolce candore<br />

che appaga lo slancio<br />

rimango rapito<br />

anch’io “trafitto da un raggio di sole”.<br />

<strong>Panorama</strong> 37


46 <strong>Panorama</strong><br />

Sport<br />

Un ricordo dell’ex portiere, spentosi a 88 anni: con la nazionale Usa disputò i<br />

Gino Gardassanich, un grande del viv<br />

di Igor Kramarsich<br />

Venerdì 12 febbraio è giunta<br />

la notizia che a Westchester,<br />

nell’Illinois (Stati Uniti), si è<br />

spento Gino Gardassanich, uno dei primi<br />

grandi portieri del vivaio calcistico<br />

fiumano. Aveva iniziato la sua carriera<br />

a Zagabria, ma si era affermato a Fiume<br />

per raggiungere poi i più grandi traguardi<br />

in America. Ho avuto occasione<br />

di conoscerlo nell’estate del 2007,<br />

durante la sua ultima visita a Draga<br />

di Moschiena, nel Quarnero, in quella<br />

che ormai era diventata la sua seconda<br />

casa. Un incontro che ha portato Gard,<br />

come era conosciuto negli Usa, a ricordare<br />

gli anni giovanili (era stato amico<br />

di mio padre), l’esilio in Italia e poi il<br />

destino che dalla Sicilia lo aveva portato<br />

Oltreoceano, fino alla partecipazione<br />

ai Mondiali di calcio del 1950 con la<br />

maglia della nazionale statunitense.<br />

Gino Gardassanich era nato il 26<br />

novembre 1922 a Sušak. Sua madre,<br />

Anna Hubler, come tanti fiumani in<br />

quegli anni, passava spesso il confine<br />

italo-jugoslavo sulla Fiumara e fu<br />

così che si trovò a Sušak in visita ad<br />

un’amica quando Gino decise di venire<br />

al mondo. Era il primo figlio di<br />

Piero Gardassanich, commerciante in<br />

pollame e uova all’ingrosso: più tardi<br />

arrivarono Anita, Sonia e Nevio.<br />

Gino visse la sua infanzia a Fiume<br />

in piazza Regina Elena, sopra l’ex pasticceria<br />

Piva. Già da ragazzino mani-<br />

festava una grande passione per il calcio<br />

e le sue doti acrobatiche lo fecero<br />

dirottare in quel ruolo particolare. Una<br />

spinta gli arrivò pure dal portiere della<br />

Fiumana, Stefano Raicovich, che gli<br />

predisse un grande futuro.<br />

Però i genitori avevano altri progetti<br />

per lui e lo fecero frequentare<br />

l’Accademia Commerciale di Zagabria.<br />

Qui si dedicò seriamente pure<br />

all’attività calcistica e le sue doti non<br />

passarono inosservate: alla fine degli<br />

anni ’30 fu ingaggiato dalla più<br />

forte squadra zagabrese dell’epoca,<br />

il Građanski. Il suo idolo era Franjo<br />

Glaser (classe 1913, morto nel 2003),<br />

numero uno del Građanski e della nazionale<br />

jugoslava e croata, che fu pure<br />

suo allenatore. Fare la riserva di un<br />

grande campione era di certo appagante,<br />

il tecnico ungherese Bukovi in<br />

alcune occasioni concesse pure fiducia<br />

al promettente estremo difensore<br />

fiumano, ma con Glaser comprensibilmente<br />

titolare inamovibile tra i pali,<br />

le sue presenze in squadra furono poche<br />

in verità.<br />

Terminati gli studi, rientrò a casa.<br />

Trovare un posto nella Fiumana che<br />

disputava la Serie B, tra Dapretto e<br />

Kanz, fu impossibile e così finì all’Orijent<br />

di Sušak. Dopo un anno ricevette<br />

la doppia offerta di Lauro Pillepich.<br />

che lo chiamò a giocare per i Magazzini<br />

Generali, squadra che si apprestava<br />

a disputare il campionato di Serie C,<br />

ed a lavorare come assistente magaz-<br />

Gino con il “Montgomery Trophy”<br />

di miglior portiere Usa del 1950<br />

ziniere nella stessa ditta. Nonostante<br />

la concorrenza di Brazzoduro, Gardassanich<br />

disputò quasi tutte le partite<br />

ma il campionato fu interrotto per lo<br />

scoppio della guerra. Nel 1943, grazie<br />

alle sue conoscenze linguistiche (oltre<br />

all’italiano parlava pure croato, inglese,<br />

francese e tedesco), trovò impiego<br />

come traduttore nella stessa azienda<br />

occupata dai tedeschi ed ebbe anche<br />

l’opportunità di salvare dalla deportazione<br />

diversi giocatori che, incautamente,<br />

si erano “permessi” di sconfiggere<br />

una squadra tedesca in una partita<br />

di calcio. Finita la guerra, Gardassa-<br />

Gino Gardassanich durante il soggiorno a Draga di Moschiena nel 2007 e, a destra, con l’autore del servizio


Mondiali di calcio del 1950<br />

aio fiumano<br />

nich tornò al suo posto di impiegato e<br />

di portiere nei Magazzini Generali che<br />

trionfarono nel primo vero trofeo cittadino,<br />

la Coppa Maras del 1946, e passò<br />

alla neofondata Quarnero che si accingeva<br />

a disputare il nuovo campionato<br />

jugoslavo di prima divisione. Si<br />

trovò titolare e disputò sei partite prima<br />

di intraprendere, come tanti altri, la<br />

via dell’esodo alla ricerca di un mondo<br />

e di una vita migliore. Nel novembre<br />

del 1946 - quando si era infortunato il<br />

portiere Giuseppe Erbele - Gardassanich<br />

venne acquistato dalla Fiorentina<br />

grazie all’intercessione dell’amico<br />

triestino Alberto Eliani (ex terzino della<br />

Ponziana, scomparso nel 2009 a 86<br />

anni, che indossò le maglie di Modena,<br />

Fiorentina e Roma e da allenatore<br />

scoprì Causio, Tacconi e Zenga). Gino,<br />

però, i campi della Serie A li vide solo<br />

dalla panchina: il titolare dei viola era<br />

Romoli e Gardassanich giocò soltanto<br />

alcune partite amichevoli.<br />

Decise di cambiare aria: non gli andava<br />

di stare in panchina, aveva una<br />

voglia matta di giocare. Passò così al<br />

Marsala in Serie C con gli ex compagni<br />

dei Magazzini Generali, Antonio<br />

Velcich e Oselladore. Questa decisione,<br />

senza saperlo all’epoca, gli cambiò<br />

la vita. Infatti, in Sicilia conobbe la<br />

sua futura moglie, Anna Rizzo, nata in<br />

America da genitori italiani. Nell’estate<br />

del 1948 andò ad infoltire la nutrita<br />

schiera fiumana nella Reggina. Con<br />

Bercarich, Bercich, Lucchesi e Bartolomei<br />

fu spesso titolare nel campionato<br />

di Serie C. Durante quella stagione<br />

si sposò e nell’agosto del 1949, nonostante<br />

la contrarietà della dirigenza<br />

calabrese, decise di seguire la moglie<br />

negli Usa e si stabilì a Chicago,<br />

dove fu tesserato subito dai locali dello<br />

Slovaks. Divenne ben presto titolare<br />

e già nella prima stagione vinse due<br />

trofei: il Nielsen Trophy nella I Divisione<br />

del calcio indoor e il Montgomery<br />

Trophy. Il 10 maggio 1950 disputò<br />

una delle sue più grandi partite, quella<br />

tra i Chicago All Star e il fortissimo<br />

Amburgo. Fu naturalizzato statunitense,<br />

grazie alla moglie, e il suo cognome,<br />

secondo le leggi dell’epoca, fu accorciato<br />

in Gard.<br />

Sport<br />

Gardassanich con il berrettino, tanto di moda tra i portieri dell’epoca<br />

In virtù delle sue prodezze tra i pali,<br />

si meritò la convocazione in nazionale.<br />

Così in meno di un anno, da portiere<br />

della Serie C italiana si trovò a disputare<br />

i Mondiali del 1950! Sembrava<br />

destinato a partire da titolare, ma<br />

alla fine gli fu preferito Frank Borghi<br />

del Saint Louis e per Gard ci fu solo<br />

la panchina nelle tre partite disputate<br />

dagli Stati Uniti. Comunque fu il secondo<br />

fiumano a disputare un campionato<br />

del mondo dopo Mario Varglien,<br />

che con la maglia della Juventus, nel<br />

1934, era stato tra gli azzurri campioni<br />

del mondo con Vittorio Pozzo.<br />

Gardassanich invece disputò in totale<br />

sei partite con la selezione statunitense.<br />

Giocò sempre per lo Slovaks<br />

fino al 1959, quando passò a lavorare<br />

come allenatore e consulente di<br />

importanti squadre americane fino al<br />

1970. Nel 1992 venne inserito nella<br />

Illinois Hall of Fame del Soccer Usa<br />

e nel 2002 nell’Albo d’oro del calcio<br />

statunitense. Lo si ricorda come un<br />

portiere che riusciva sempre a mantenere<br />

la calma, aveva uno spiccato senso<br />

della posizione e difficilmente si lasciava<br />

sorprendere. Grande acrobata,<br />

aveva un’ottima nella presa dei palloni<br />

alti ed era sicuro nelle uscite. Possedeva<br />

mezzi atletici notevoli e si tuf-<br />

fava su ambo i lati con uguale bravura<br />

e tempestività. Giocava regolarmente<br />

con il cappellino, che all’epoca era assai<br />

di moda tra i portieri. Quel che forse<br />

si ricorda meno di lui è che fu pure<br />

ottimo giocatore di pallanuoto nel ruolo<br />

di centroboa, tanto da disputare parecchie<br />

partite per il Victoria di Sušak.<br />

Finita la carriera nel mondo del calcio,<br />

si dedicò anima e corpo al suo lavoro<br />

di gioielliere, attività oggi diretta<br />

dal suo figlio più giovane, Gary, nato<br />

nel 1956 (l’altro è Gino junior, classe<br />

1953).<br />

Anche se la sua seconda patria era<br />

l’America - gli ultimi anni li ha trascorsi<br />

a Westchester, periferia di Chicago<br />

- è rimasto sempre legatissimo<br />

alle sue origini e al Quarnero. Ritornava<br />

quasi ogni anno a Draga di Moschiena,<br />

con le sue due sorelle, Sonia<br />

rimasta a Fiume e Anita che vive in<br />

Germania. Qui trascorreva buona parte<br />

dell’estate facendo delle lunghissime<br />

passeggiate sul lungomare. Nonostante<br />

la sua grande forza di volontà,<br />

i problemi di salute negli ultimi anni<br />

avevano diradato le sue visite nei luoghi<br />

che amava tanto: l’ultima fu quella<br />

dell’estate 2007, quando incontrò anche<br />

diversi suoi ex compagni di squadra<br />

degli anni giovanili a Fiume. ●<br />

<strong>Panorama</strong> 47


Negli ultimi anni sulla scena politica<br />

delle nostre aree è venuta<br />

a consolidarsi la convinzione<br />

che l’elezione diretta dei rappresentanti<br />

del popolo sia uno strumento di<br />

maggior garanzia dello spirito della democrazia.<br />

Così, prima in Italia, poi in<br />

Croazia, nel giro di pochi anni è stata<br />

introdotta l’elezione diretta del sindaco<br />

e del presidente della regione (“zupano”,<br />

“governatore”).<br />

Il principio dell’elezione diretta si<br />

fonda sul convincimento che la scelta<br />

di un candidato ad un’importante<br />

funzione istituzionale sia, da una parte,<br />

un’espressione più coerente della<br />

volontà degli elettori e, dall’altra, rappresenti<br />

un impegno più vincolante per<br />

chi viene eletto direttamente nell’urna<br />

piuttosto che da chi s’introna passando<br />

per liste partitiche e con la mediazione<br />

di consigli, assemblee, parlamenti. In<br />

virtù di questo mandato popolare – che<br />

già in sé è certamente timbro di trasparenza<br />

– l’incaricato gode di parecchi<br />

svincoli rispetto ai piccoli ricatti interpartitici<br />

che avvengono nelle varie aule<br />

(il che lo rende abbastanza protetto dalle<br />

varie “crisi”) e dunque di una libertà<br />

di movimento che non può far che<br />

bene quando ispirata dalle buone intenzioni.<br />

L’elezione diretta consente inoltre<br />

di relegare in secondo piano gli intrallazzi<br />

(vari scambi di favore) che di<br />

norma avvengono all’interno dei partiti<br />

quando giunge il momento di compilare<br />

le liste.<br />

Ragioni di dubbio sulla bontà assoluta<br />

del metodo ce ne sarebbero tante,<br />

ma limiatiamoci a una: si pensì soltanto<br />

ai vari vecchi e moderni dittatori in<br />

giro per il mondo, tutti in carica in virtù<br />

del mandato popolare. Quello stesso<br />

mandato popolare che d’altra parte è<br />

ragione d’orgoglio per chi viene scelto<br />

tramite elezione diretta.<br />

La questione, dunque, non è così<br />

semplice. A complicarla c’è il carattere<br />

stesso del comune cittadino elettore:<br />

molto attento e coinvolto fin che dura<br />

la campagna elettorale, risulta praticamente<br />

disinteressato ed assente per<br />

tutta la durata del mandato. Si è dunque<br />

in presenza di un rapporto diretto<br />

(tra eletto ed elettore) che se è molto<br />

concreto sul come (in campagna elettorale),<br />

risulta invece abbastanza presunto<br />

tale, anemico e fittizio sul “cosa”<br />

58 <strong>Panorama</strong><br />

JKL Il canto del disincanto<br />

(la durata e le azioni intraprese durante<br />

il mandato).E, paradossalmente, durante<br />

il mandato (il “cosa”) a vigilare<br />

sull’azione dell’eletto non sono i cittadini<br />

che gli hanno assegnato il mandato<br />

popolare, bensì proprio quei partiti<br />

(tramite l’azione in aula) che si volevano<br />

evitare in sede elettorale quali possibili<br />

inquinatori della libera e diretta volontà<br />

del popolo!<br />

Anche in seno all’Unione Italiana,<br />

l’organizzazione centrale e unitaria degli<br />

Italiani di Crozia e Slovenia, c’è voglia<br />

di elezione diretta. Se n’è discusso<br />

alla recente Assemblea UI di Abbazia.<br />

In effetti, dopo il ribaltone di vent’anni<br />

fa, un bisogno di rinnovamento si avverte<br />

davvero.<br />

Attualmente in seno all’UI vige la<br />

cosiddetta diarchia perfetta: accanto al<br />

Presidente dell’Assemblea (l’organo<br />

legislativo o, meglio sarebbe dire – decisionale),<br />

convive di pari grado il Presidente<br />

della Giunta (l’organo esecutiva).<br />

Tanto per rendere chiare le cose, i<br />

documenti dell’UI sono validi solo se<br />

firmati da entrambi i presidenti. Manca<br />

invece il Presidente dell’Unione Italiana<br />

(anche se questo titolo appartiene<br />

formalmente al Presidente dell’Assemblea),<br />

inteso come vertice rappresentativo<br />

dell’associazione e dunque, come<br />

tale, privo di poteri reali ma gravido di<br />

un peso morale.<br />

La diarchia, in questi quattro lustri,<br />

è riuscita a creare un buon equilibrio:<br />

non tanto tra la Giunta esecutiva (che in<br />

questi anni ha avuto non soltanto l’esecutività<br />

che le compete, ma anche una<br />

determinante propositività) e l’Assemblea<br />

(che tanto ha deciso – giustamente,<br />

come da statuto – ma poco ha proposto),<br />

quanto piuttosto tra personalità<br />

forti trovatesi contemporaneamente<br />

a ricoprire i due incarichi (bastino gli<br />

esempi Borme / Tremul degli esordi e<br />

Radin / Tremul di oggi)<br />

Ad ogni modo, a parte le impressioni<br />

personali, un’analisi seria sugli effetti<br />

della diarchia in seno all’UI manca.<br />

Ma una cosa è certa: l’eventuale introduzione<br />

dell’elezione diretta in seno<br />

all’Unione porterà all’abolizione della<br />

diarchia perché il mandato popolare,<br />

se tale deve essere, si può assegnare<br />

soltanto ad una persona. A chi? Solitamente<br />

lo si da a chi ha incarichi esecutivi<br />

(i presidenti di Francia e USA,<br />

di Silvio Forza<br />

Elezioni dirette per direttissima?<br />

ad esempio, oppure i sindaci di cui prima).<br />

D’altra parte è difficile immaginare<br />

un Presidente dell’Assemblea eletto<br />

direttamente dal popolo: o viene eletto<br />

dall’Assemblea, oppure non è più presidente<br />

dell’Assemblea. È pur sempre<br />

possibile una terza via, quella di procedere<br />

a modifiche statutarie che prevedano<br />

l’introduzione di un Presidente<br />

dell’Unione Italiana tout court e che ne<br />

indichino chiaramente le competenze<br />

e le modalità di convivenza dialettica<br />

con il presidente dell’Esecutivo.<br />

Nel nostro microcosmo minoritario,<br />

l’elezione diretta a livello locale,<br />

cioè di Comunità degli Italiani, potrebbe<br />

rivelarsi una scelta azzeccata poiché<br />

nelle località piccole ci si conosce<br />

di persona e si può votare con perfetta<br />

cognizione di causa. Più complesso invece<br />

il voto a livello intercomunitario<br />

(cioè di Unione Italiana), poiché inevitabilmente<br />

il voto andrebbe a premiare<br />

quelle tre/quattro persone che negli ultimi<br />

anni hanno avuto grande visibilità<br />

nei media. Da una parte si può dire che<br />

queste tre/quattro persone negli ultimi<br />

vent’anni hanno fatto un ottimo lavoro<br />

e che dunque non ha senso cambiare.<br />

Detto questo, cioè che un avvicendamento<br />

di nomi non è necessariamente<br />

obbligato, si deve pur constatare, a<br />

livello di principio, che con l’elezione<br />

diretta tale cambiamento sarebbe di<br />

fatto impossibile. Chi sta ripetutamente<br />

nei giornali e nelle TV da anni è inattaccabile.<br />

Per non dire che ripetizione<br />

è anche reputazione. Si tratterebbe<br />

di un mandato popolare inquinato per<br />

disparità di trattamento, e non perché<br />

voluta essa dai “vecchi” candidati, ma<br />

semplicemente perché al momento attuale<br />

questa è la natura delle cose, ovvero<br />

perché i nomi nuovi partirebbero<br />

da posizioni di visibilità originaria distante<br />

anni luce rispetto a quella di chi<br />

è ormai noto da decenni.<br />

Ecco perché l’introduzione dell’elezione<br />

diretta degli incaricati UI (così<br />

come la decentralizzazione al suo interno,<br />

oppure la rappresentanza di tutte<br />

le CI in seno all’Assemblea: ma questi<br />

sono altri argomenti), non è una pratica<br />

che si può risolvere in maniera troppo<br />

sbrigativa. Può essere, invece, l’ordine<br />

del giorno fondamentale del mandato<br />

della nuova assemblea che verrà eletta<br />

nella tarda primavera. ●


Vita, colore e sentimento<br />

nella Venezia dell’800<br />

Opere dei maestri più noti dell’800<br />

veneto tra i quali Bartolomeo Bezzi,<br />

Guglielmo Ciardi, Giacomo Favretto,<br />

Pietro Fragiacomo, Cesare Laurenti,<br />

Alessandro Milesi, Luigi Nono, Ettore<br />

Tito, Federico Zandomeneghi. A presentarle<br />

è stata la rassegna Vita a Venezia.<br />

Colore e sentimento nella pittura<br />

veneta dell’800, allestita recentemente<br />

a Milano. Dipinti che esemplificano le<br />

tematiche ricorrenti nella pittura italiana<br />

dell’epoca, fra cui le scene di genere,<br />

il paesaggio e la ritrattistica.<br />

Un esempio ne è il seducente movimento<br />

delle figure nella Piazza San<br />

Marco di Tito. Rimarcano, inoltre,<br />

quella suggestione di vita quotidiana,<br />

numerosi capolavori tra quali spiccano<br />

In pescheria di Laurenti ed El va<br />

di Favretto. Di grande interesse anche<br />

le vedute paesaggistiche che emergono<br />

dalle opere di Guglielmo Ciardi,<br />

Pietro Fragiacomo, Bartolomeo Bezzi,<br />

accomunate dalla ricerca della linea<br />

dell’orizzonte e da un’atmosfera lirica,<br />

intima, malinconica e volutamente alternativa<br />

a quella della consueta veduta<br />

che negli anni Ottanta ha ancora molti<br />

esponenti: da Grubacs a Querena a<br />

Caffi ad Antonietta Brandeis.<br />

Opere come Piazza San Marco, invece,<br />

testimoniano il ritorno in auge<br />

delle scene in costume tipico del revival<br />

settecentesco, grazie alla riscoperta<br />

della pittura tiepolesca e dei temi goldoniani<br />

avvenuta principalmente ad<br />

opera di Pompeo Gherardo Molmenti.<br />

“El và”, olio su tavola di Giacomo Favretto<br />

del 1884. In alto a sinistra: “Piazza<br />

San Marco”, olio su tavola di Ettore<br />

Tito del 1884.<br />

A sinistra: “Sul Canal Grande”, olio su<br />

tela di Pietro Fragiacomo, e a lato: “In<br />

pescheria”, pastello su carta di Cesare<br />

Laurenti del 1887<br />

<strong>Panorama</strong> 59

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!