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22 <strong>Panorama</strong><br />
Mostre<br />
Dopo l’Aja, la retrospettiva dedicata al pittore di Ragusavecchia è stata<br />
Faggioni-Bukovac, grande irrequ<br />
di Erna Toncinich<br />
Chissà se Vlaho Bukovac, del<br />
quale è appena stata chiusa<br />
una grande mostra a Zagabria,<br />
sarebbe diventato tra i più celebri pittori<br />
croati dell’epoca moderna se non<br />
avesse avuto la fortuna di conoscere<br />
alcuni personaggi importanti come ad<br />
esempio il vescovo Juraj Strossmayer<br />
ed il letterato Medo Pucić, che<br />
lo aiutarono nell’intraprendere la via<br />
dell’arte. Chissà. Di talento, fuor di<br />
ogni dubbio, il giovinetto ne aveva da<br />
vendere, tanto che se ne erano accorti<br />
già i familiari e parenti nella sua natia<br />
Cavtat, Ragusavecchia, dove era<br />
nato, non però con questo cognome,<br />
che porterà quale ormai personaggio<br />
famoso, bensì come Biagio Faggioni<br />
(facile capire la traslazione). Il padre<br />
infatti proveniva da un “altro mare”,<br />
ovvero dalla ligure Chiavari, la madre<br />
invece era ragusina, proveniente da<br />
gente che poteva dirsi molto più povera<br />
che ricca, per cui a far studiare il<br />
loro (ancora) Biagio (e solo poi Vlaho)<br />
non se ne parlava neppure.<br />
Così, all’età di soli undici anni,<br />
con uno zio, egli varcava l’Oceano,<br />
e da allora la sua vita fu un continuo<br />
girovagare e cambiare attività lavorative.<br />
Fece il marinaio, nell’America<br />
del Sud fu occupato in una fabbrica<br />
di vagoni, fece il disegnatore di<br />
lettere e numeri; in California lavorò<br />
in un caffè come cameriere. Il tempo<br />
libero era però dedicato tutto alla pittura,<br />
molte persone si fecero ritrarre<br />
da quel giovane che in quanto a<br />
bravura non scherzava proprio, cosa<br />
che, d’altra parte, comprensibilmente<br />
gli fruttava qualche guadagno. Sognava<br />
sempre di dedicarsi esclusivamente<br />
alla pittura, di diventare un<br />
vero pittore, un pittore con tanto di<br />
studi adeguati alle spalle e pensava a<br />
Roma come il possibile luogo in cui<br />
poter realizzare quel suo sogno, sogno<br />
che non ebbe modo di avverarsi<br />
perché prese la via che conduceva<br />
alla sua Ragusavecchia. E fece bene,<br />
perché qui ebbe modo di conoscere<br />
persone che riconobbero appieno<br />
tanto il suo talento quanto la sua voglia<br />
di studiare. Fu proprio grazie a<br />
queste persone che poté raggiungere<br />
Parigi.<br />
Nella capitale mondiale dell’arte<br />
il giovane Bukovac avrebbe voluto<br />
entrare nella scuola di Alexandre<br />
Cabanel, conclamato artista di<br />
La mano sinistra appoggiata ad<br />
una pila. Questo il dipinto che gli<br />
fruttò l’accesso alla scuola di Alexandre<br />
Cabanel<br />
composizioni storiche e allegoriche<br />
e rappresentante dell’accademismo<br />
pittorico. Ma la cosa, come ben si<br />
può capire, era tutt’altro che facile<br />
in quanto di allievi desiderosi d’imparare<br />
l’artista francese ne aveva fin<br />
troppi. Il giovane raguseo-chiavarese<br />
(ancora Faggioni) comunque non<br />
si scoraggiò e decise di fare un disegno<br />
molto particolare: ritrasse la<br />
sua mano sinistra, appoggiata ad una<br />
pila di libri, un soggetto che richie-<br />
“La grande Isa”, dipinto esposto al Salone di Parigi nel 1881. Già prima nella capitale francese la sua “Figura<br />
di donna montenegrina” (nell’immagine a destra) era stata giudicata con molto favore dalla giuria di un’importante<br />
manifestazione artistica