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20 <strong>Panorama</strong><br />
Cinema e dintorni<br />
La prima cosa bella di Paolo Virzì ed Il concerto del franco-rumeno<br />
Ricorriamo alla finzione ogni giorn<br />
di Gianfranco Sodomaco<br />
In tempi disastrosi per la nostra madrepatria,<br />
tempi in cui “il Sultano”,<br />
“l’Egoarca”, ha dato dei “talebani”<br />
ai magistrati della Repubblica e il suo<br />
Presidente altro non può fare che “richiamare<br />
tutti al senso di responsabilità<br />
e della misura”..., altro non resta, dopo<br />
essere scesi in piazza col popolo Viola<br />
della Rete, che andarsi a vedere qualche<br />
film per tirarsi su, da ridere, ma intelligente,<br />
magari con qualche bella<br />
canzone dentro, un po’ nostalgica, che<br />
ti riporta ai bei tempi della giovinezza,<br />
quando i sultani stavano solo nel lontano<br />
Oriente (o un concerto)...<br />
“La prima cosa bella che ho avuto<br />
nella vita è il tuo sorriso giovane, sei<br />
tu...”, così faceva il ritornello di una<br />
canzone sanremese degli anni ‘60, e<br />
“La prima cosa bella” è la canzone<br />
che Anna e i suoi due figli, dopo che<br />
lei è stata letteralmente buttata fuori<br />
di casa dal marito, cantano tutti assieme<br />
per sentirsi uniti, passando da<br />
una casa all’altra, da una situazione<br />
più o meno intricata all’altra: La prima<br />
cosa bella è anche il titolo dell’ultimo<br />
film di Paolo Virzì (ormai l’auto-<br />
re più importante di quel genere cinematografico<br />
che ad un certo punto si è<br />
chiamato “la commedia all’italiana” e<br />
di cui spesso abbiamo parlato, anche a<br />
proposito del precedente film di Virzì,<br />
“Tutta la vita davanti”) e che racconta,<br />
appunto, la storia di Anna. Sicché<br />
viene il sospetto, molto fondato, che<br />
“la prima cosa bella”, nel film, non<br />
è, come potrebbe sembrare, il primo<br />
amorino, la prima “cotta” fuggitiva e<br />
romantica tipicamente adolescenziale<br />
ma, molto più seriamente, se volete<br />
“edipicamente”, è, per i figli, in particolare<br />
per il figlio maschio, mamma<br />
Anna; sicché Anna (da giovane Micaela<br />
Ramazzotti, da vecchia, neanche<br />
a farlo apposta, Stefania Sandrelli) e<br />
il figlio Bruno (Valerio Mastrandrea)<br />
diventano, sono i protagonisti principali<br />
del film, che è però un film corale,<br />
dove la vicenda familiare diventa<br />
sempre più emblema di una situazione<br />
sociale, nello specifico della vita di<br />
una città, Livorno (la città, una volta,<br />
più comunista d’Italia...), che è la città<br />
d’origine di Virzì e dove, non solo tecnicamente,<br />
è tornato per girare il film.<br />
Perché Virzi è “tornato” nella sua Livorno?<br />
Perché ha sentito la necessità<br />
di raccontare una storia che “puzza”<br />
di autobiografico a quarant’anni di distanza?<br />
Perché anche lui come tanti,<br />
come tutti?, umilmente, in tempi politicamente<br />
durissimi (e comunque<br />
con cui si è confrontato), ha sentito il<br />
bisogno di ritirarsi, per non perdersi,<br />
nel privato, nel proprio piccolo vissuto,<br />
per ritrovare qualche radice forte,<br />
qualche valore resistente, qualche motivazione<br />
insostituibile per continuare<br />
a vivere e a lavorare.<br />
E allora, andiamo a vedere cosa<br />
racconta, nel dettaglio, Virzì: “Anna,<br />
nel 1971, fu eletta ‘la mamma più bella’<br />
e i maschiacci livornesi presero a<br />
colmarla di grandi attenzioni, creando<br />
scompiglio nella famiglia e scatenando<br />
chiacchiere e pettegolezzi tipici di<br />
una provincetta... Il film è la storia del<br />
ritorno a casa di Bruno, quarantenne,<br />
che si è rifugiato altrove, in una sorta<br />
di esilio. Ritorna malvolentieri, costretto<br />
dalla sorella (Claudia Pandolfi)<br />
per salutare la madre malata e per<br />
scoprire che Anna è ancora una donna<br />
affascinante, vitale, gioiosa. È un<br />
percorso nel passato, con un finale<br />
che induce al desiderio di far pace con<br />
la vita”. E qual è questo finale? Che<br />
Radu Mihaileanu, regista franco-rumeno de “Il concerto”