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ospitata a Zagabria<br />
ieto talento<br />
deva grande maestria. Cabanel ne fu<br />
tanto favorevolmennte impressionato<br />
da farlo entrare nella sua scuola.<br />
La mano, del resto, è un soggetto che<br />
l’artista croato sapeva rappresentare<br />
con somma perizia, bisogna osservare<br />
le mani delle sue figure per capire<br />
la grande abilità nel riprendere<br />
questa difficile parte del corpo umano:<br />
non per niente viene riconosciuto<br />
come grande ritrattista della mano,<br />
frutto, questo, anche di lunghi appassionati<br />
studi della scultura antica,<br />
greca e romana.<br />
Realizzato il sogno di frequentare<br />
una scuola di pittura, al giovane ne<br />
rimase un altro: quello di partecipare<br />
al Salone di Parigi: Era una considerevole<br />
manifestazione artistica e<br />
prendervi parte significava essere riconosciuto<br />
artista in quella che allora<br />
era la capitale dell’arte mondiale.<br />
Il sipario realizzato per il Teatro<br />
nazionale croato di Zagabria denominato<br />
“Risorgimento croato” del<br />
1896, divenuto, nel tempo, immagine<br />
cult della croaticità<br />
È leggendo un romanzo di Bouvier,<br />
“La grande Isa”, pubblicato a puntate<br />
su un giornale della stessa Parigi,<br />
che Bukovac trovò l’ispirazione per<br />
un dipinto con il quale tentò di entrare<br />
nella rosa degli espositori del famoso<br />
Salone. Eseguì il dipinto, ma<br />
la figura femminile che riuscì a fare<br />
era goffa, aveva le gambe corte, era<br />
sproporzionata, così ingaggiò la bella<br />
cameriera di un bar che si prestò a<br />
fargli da modella. Neanche quella era<br />
una Venere, ma lui, che di bellezza<br />
femminile, proporzioni, eccetera... se<br />
ne intendeva avendo studiato bene le<br />
armoniose forme delle statue classiche,<br />
inventò, ci mise del suo, abbellì<br />
ogni cosa. Presentò il lavoro alla giuria<br />
in uno spirito di concorrenza spaventosa,<br />
ma la sua Grande Isa riuscì<br />
a figurare tra le centinaia e centinaia<br />
di opere che furono esposte al Salone.<br />
Era il 1881, Bukovac aveva allora<br />
ventisei anni.<br />
Lasciata Parigi, raggiunse Zagabria.<br />
Era il 1896 e Bukovac, non ancora<br />
quarantenne portò nel capoluogo<br />
croato, dove giunse su insistenza<br />
del suo primo mecenate. Strossmayer,<br />
una ventata di modernità. Era<br />
molto attivo, non solo come artista,<br />
ma anche come organizzatore di una<br />
vita artistica fino ad allora piuttosto in<br />
sottotono. Fu il momento, quello, in<br />
cui realizzò le sue note composizioni<br />
storiche, tra cui Risorgimento croato,<br />
sipario del Teatro nazionale croato di<br />
Zagabria, Il sogno di Gundulić, ed altri<br />
dipinti, senza peraltro abbandonare<br />
il genere che gli era molto caro e<br />
nel quale riusciva bene, anche se, nel<br />
ritrarre le persone raggiunse sempre<br />
la somiglianza del soggetto, non però<br />
la psicologia dello stesso. Richiestissimo,<br />
ritrasse un gran numero di personaggi<br />
in vista della vita culturale e<br />
politica, non solo croata, ma anche<br />
semplici cittadini.<br />
A Zagabria comunque non si sentiva<br />
particolarmente soddisfatto: varie<br />
incomprensioni lo spinsero a lasciarla<br />
per Praga, dove per lunghi<br />
anni insegnò all’Accademia di Belle<br />
Arti. Biagio Faggioni-Vlaho Bukovac,<br />
il “giramondo”, l’artista eclet-<br />
Mostre<br />
Biagio Faggioni - Vlaho Bukovac venne alla luce nel 1855 a Ragusavecchia<br />
(Cavtat) e morì nel 1922 a Praga. L’ “Autoritratto” qui sopra è opera<br />
del 1912. A destra, il catalogo della mostra che, allestita ai Klovićevi dvori<br />
a cura dello storico dell’arte Igor Zidić, ha registrato una significativa<br />
affluenza di pubblico<br />
tico del primo realismo, della luce e<br />
del colore dell’impressionismo, del<br />
puntinismo tutto suo, non alla maniera<br />
dei classici Seraut e Signac e di<br />
altri poentilisti francesi, l’artista che<br />
ha lasciato un grandissimo numero di<br />
opere, eseguite con incredibile sveltezza<br />
e bravura, finì i suoi giorni nella<br />
grigia Praga sognando il mare ed<br />
il cielo azzurri della sua Ragusavecchia.<br />
Era l’anno 1922.<br />
Una mostra comprendente una<br />
cinquantina di opere del pittore croato<br />
è stata allestita il febbraio scorso ai<br />
Klovićevi dvori di Zagabria (essendo<br />
mostra di grande richiamo, doveva<br />
essere aperta più a lungo!) dopo essere<br />
stata presentata in Olanda, all’Aja.<br />
Allora, tra le cento opere esposte (il<br />
doppio di quelle presentate a Zagabria)<br />
ce n’erano tre che provenivano<br />
da collezioni private croate: una<br />
di proprietà dell’aspirante presidente<br />
della Repubblica di Croazia, il taycoon<br />
Nadan Vidošević; un secondo<br />
dipinto di un altro noto taycoon,<br />
il proprietario dell’”Agrokor” Ivica<br />
Todorić. Il terzo dipinto è uscito dalla<br />
casa dell’ex premier Ivo Sanader,<br />
acquistato a Konavle per soli settemila<br />
marchi tedeschi da un signore<br />
costretto a vendere questo bene di<br />
famiglia per fra fronte ai danni che<br />
la sua casa aveva subito negli anni<br />
dell’acquisizione dell’indipendenza<br />
croata. Si sa che quell’area, a sud di<br />
Ragusa, era stata fra quelle più duramente<br />
colpite.●<br />
<strong>Panorama</strong> 23