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“La musica<br />
è il più bel dono<br />
che Dio ci abbia fatto”<br />
(Nikolaus Harnoncout)<br />
il pentagramma<br />
Cari lettori,<br />
bentrovati all’inaugurazione del<br />
nostro “salottino musicale!”. Ahinoi,<br />
niente “tè e pasticcini” e nemmeno un<br />
sottofondo musicale raffi nè! Che ne<br />
so... un duo di fl auto ed arpa, un quartettino<br />
d’archi...dei deliziosi lieder di<br />
Shubert... tuttavia cercheremo di non<br />
deludervi, anzi speriamo proprio che<br />
i nostri appuntamenti vi saranno graditi.<br />
Spettegoleremo su fatti, avvenimenti,<br />
personaggi musicali nostrani e<br />
del gran mondo, criticheremo (oh, che<br />
bello!), faremo quattro chiacchiere “<br />
in famiglia” su quello che combinano<br />
i nostri connazionali sul versante della<br />
creatività musicale! È importantissimo<br />
cantare (o suonare) le proprie radici,<br />
la propria anima, la propria identità<br />
(che è il modo più alto ed universale<br />
di fare ...“politica”), stare insieme (ottimo<br />
antidoto contro la solitudine e la<br />
malinconia), senza contare che lo sprigionare<br />
le proprie energie creative fa<br />
benissimo all’autostima (parola di psicologo).<br />
Insomma “canta che ti passa”!<br />
Per fortuna noi siamo un popolo<br />
canterino, e di ciò meniamo vanto.<br />
Rievocheremo “con nostalgia i bei<br />
tempi passati” (senza piangerci troppo<br />
addosso)! Magari, daremo una sbirciatina<br />
nei grandi teatri lirici, nelle<br />
sale da concerto più prestigiose, e<br />
di Patrizia Venucci Merdžo<br />
faremo delle gran scarrozzate - con<br />
l’ausilio di qualche dottissimo Cicerone<br />
- nelle magnifi cenze del barocco,<br />
nelle turbolenze dello “Sturm und<br />
Drang” romantico, nell’intricato Novecento.<br />
Non disdegneremo di certo<br />
qualche “gioco di società” (magari<br />
un quiz?), o le dicerie messe in giro da<br />
qualche chiacchierone sul musico tal<br />
dei tali (che ve ne pare, ogni tanto, di<br />
un po’ di aneddotica? Di maldicenza?<br />
Ma non si dice che dove c’è fumo c’è<br />
pure arrosto?); tanto per non prenderci<br />
troppo sul serio.<br />
E siccome il monologo non ci diverte<br />
punto, “vi ingiungiamo”! – e<br />
guai a voi se non lo fate - di segnalarci<br />
personaggi, cori, complessi e complessini<br />
che nel loro e vostro piccolo, si<br />
sono distinti per meriti particolari, per<br />
affezione e militanza nella Musica,<br />
per peculiarità tutte loro ecc. Naturalmente,<br />
se posssibile, con tanto di foto!<br />
Per cui mano agli album ingialliti ed<br />
ai cassetti dimenticati! (“Come iero<br />
cocola trenta ani fa quando cantavo<br />
nel coro parochiale direto da don Giusepe!”).<br />
Avete qualche ideuzza arguta? Tiratela<br />
fuori. Siete profondamente infelici<br />
perché per le prove del coro “i<br />
ne tramaca de qua e de là”? Piangete<br />
sulla nostra “poderosa” spalla!<br />
www.edit.hr/lavoce Anno I • n. 1 • Mercoledì, 27aprile 2005<br />
Ah! La Musica! La più immateriale<br />
e sublime delle Arti (una volta almeno<br />
era così)! Lì, dove la parola (troppo<br />
positiva per sua natura) ammutolisce<br />
impotente, subentra la Musica<br />
inondando i pori del Tutto: rallegrando,<br />
appassionando, emozionando,<br />
confortando, elevando, estasiando...an<br />
do...ando...<br />
Ohibò! Per tutti i trilli del diavolo!<br />
Ma cos’è sto fracasso! Fine mundi?!<br />
Dies irae? Nooo, arrivano i rockettariii!<br />
Si salvi chi può!<br />
E va be’. Bisogna pur rassegnarsi.<br />
Il mondo “va avanti” (per modo di<br />
dire). La democrazia è il male (e relazione)<br />
necessario che deriva dalla<br />
natura della nostra scellerata società.<br />
(Libera interpretazione del pensiero<br />
rosminiano, ehm,ehm...).<br />
Ebbene, sia! Ammettiamoli graziosamente<br />
nella nostra «distinguished<br />
society» , questi rockettari, questi<br />
«piercingati», questi bardi dello schiamazzo,<br />
questi (boh?) ... a patto che,<br />
non incitino alla violenza, all’uso di<br />
stupefacenti e men che meno! al suicidio.<br />
La Musica è un inno alla Vita!<br />
Alla Gioia! Anche nelle sue pieghe più<br />
sofferte.<br />
Per il chitone di Euterpe! Che baraonda!<br />
Calma! Calma!<br />
E andiamo a incominciare.<br />
DEL POPOLO<br />
musica
2 musica<br />
procità», viene data l’occasione<br />
di esibirsi fuori casa. Ecco che<br />
mediante questa attività, spesso i<br />
cori vengono a rappresentare uno<br />
dei principali «mezzi di scambio<br />
culturale».<br />
Un quadro parziale sul fronte<br />
del canto in questa parte di mondo<br />
ci è stato dato dal breve colloquio<br />
con il maestro Maurizio Lo<br />
Pinto, docente di musica presso<br />
alcune scuole elementari e medie<br />
italiane della Slovenia che<br />
opera «nel tempo libero», chiamiamolo<br />
così, oltre che presso la<br />
CI di Buie, anche presso quelle di<br />
Umago e Cittanova, da, rispettivamente,<br />
nove, tre e quindici<br />
anni. «Ogni coro o gruppo vocale<br />
è una realtà a sé che va gestita nel<br />
rispetto della struttura dei suoi<br />
componenti, delle loro esigenze<br />
e possibilità oggettive» ci ha detto<br />
Lo Pinto «e dunque il repertorio<br />
va scelto in base a questo. Il<br />
coro misto della CI di Buie, è,<br />
per numero di voci, decisamente<br />
un coro. La sua base e l’impostazione<br />
delle voci si sposano meglio<br />
con il canto tradizionale e<br />
popolare. Nel «Vocal ansamble»<br />
di Cittanova, il numero di voci<br />
è molto inferiore, tutto al femminile<br />
e prevalentemente giovanile<br />
– con loro abbiamo sviluppato<br />
un repertorio classico basato<br />
sulla polifonia sacra e profana del<br />
‘500, il gospel, lo spiritual, il can-<br />
Mercoledì, 27 aprile 2005<br />
VITA NOSTRA - “ANDANTINO”<br />
Le tradizionali rassegne corali rappresentano un importante momento di confronto e socializzazione<br />
Cori del Buiese: entusiasmo, progetti<br />
e buona volontà<br />
BUIE - La recente e tradizionale<br />
rassegna dei cori «Verdi armonie»<br />
tenutasi a Buie e organizzata<br />
dalla locale Comunità degli<br />
italiani, nel corso della quale si<br />
sono esibiti i cori misti delle CI<br />
di Buie, Momiano e Bertocchi, ha<br />
dato modo di vedere per l’ennesima<br />
volta quanti siano gli entusiasti<br />
del canto corale, quante le persone<br />
che, tra tutti gli impegni che<br />
la vita quotidiana impone, riesco-<br />
Neuroscienza e musica: un rapporto “intrigante”<br />
LIPSIA -Si terrà a Lipsia dal<br />
dal 5 all’8 maggio il II° Convegno<br />
Internazionale dedicato alle<br />
Neuroscienze e alla Musica nelle<br />
loro interazioni, organizzato<br />
dalla Fondazione Mariani Onlus<br />
con la partnership dell’Istituto<br />
Max Planck per le Scienze Cognitive<br />
e Cerebrali di Lipsia e la<br />
collaborazione della New York<br />
Academy of Sciences, dell’European<br />
Society for the Cognitive<br />
Sciences of Music (ESCOM)<br />
del Belgio, dell’8a International<br />
Conference on Music Perception<br />
& Cognition (ICMPC 8) e della<br />
Society for Music Perception<br />
and Cognition (SMPC). Tema<br />
no a trovare il tempo e la voglia<br />
di coltivare questa passoine. Ma<br />
il discorso potrebbe estendersi a<br />
tutti gli attivisti di tutte le sezioni<br />
di tutte le CI. Per questa volta,<br />
però, rimaniamo in tema di coro,<br />
e non a caso. Sul territorio dell’ex<br />
buiese, salvo alcuni casi, ogni<br />
Comunità annovera tra le sue attività<br />
anche quella corale, organizzando<br />
a questo proposito diversi<br />
incontri e rassegne, profon-<br />
MUSICOTERAPIA - “GRAVE E PENSOSO”<br />
principale del congresso sarà<br />
il passaggio dalla “Percezione<br />
alla Performance”, l’esecuzione<br />
musicale nelle sue varie componenti.<br />
La musica sembra mettere<br />
in discussione le certezze della<br />
neuroscienza che la colloca<br />
elaborata dall’emisfero destro,<br />
in contrapposizione a quello sinistro<br />
che domina i processi logici.<br />
In effetti le moderne tecniche<br />
di monitoraggio dell’attività<br />
cerebrale hanno dimostrato che<br />
l’ascolto della musica e’ capace<br />
di attivare aree della corteccia<br />
che vanno al di là di quelle uditive,<br />
compresa quella visiva, il<br />
che suggerisce che il messaggio<br />
Il coro della CI di Buie<br />
damente radicate nella tradizione,<br />
come la primaverile «Verdi armonie»<br />
di Buie o la tardo-autunnale<br />
«Umago canta», per citarne due.<br />
Queste occasioni rappresentano<br />
un importante momento di incontro<br />
non solo tra gruppi corali vicini,<br />
ma anche con quelli un po’ più<br />
lontani perché spesso vi partecipano<br />
cori dall’Italia o dalla Slovenia.<br />
Così anche ai nostri coristi,<br />
secondo il principio di «reci-<br />
sonoro sia capace di stimolare<br />
connessioni neuronali estremamente<br />
complesse. Mentre l’emisfero<br />
“creativo” coglie il timbro<br />
e la melodia, il sinistro, analizza<br />
il ritmo e l’altezza dei suoni<br />
coinvolgendo aree tipicamente<br />
deputate a funzioni diverse,<br />
come quella di Broca, area del<br />
linguaggio, che pare riconosca<br />
la sintassi musicale. Se come<br />
sembra musica e linguaggio non<br />
rappresentano due percorsi così<br />
distinti a livello cerebrale, allora<br />
è possibile ipotizzare che proprio<br />
attraverso la musica si possano<br />
stimolare e aiutare le funzioni<br />
del linguaggio. Alcuni lavori<br />
presentati al convegno sulla<br />
percezione di soggetti affetti da<br />
amusia o epilessia, mostreranno<br />
che gli emisferi raggiunti da uno<br />
stimolo collaborano, più che dividersi<br />
i compiti. Sarà presente<br />
anche le musica “spettrale”, uno<br />
dei primi tentativi di comporre<br />
musica in un linguaggio fi siologico,<br />
tale da suscitare emozioni<br />
lasciando una traccia nei processi<br />
plastici del cervello, che sono<br />
alla base della memoria. Si parlerà<br />
del grande e universale potere<br />
della ninna-nanna attraverso<br />
le sue caratteristiche melodiche<br />
e di ripetitività. Alcuni studiosi<br />
si concentreranno sullo sviluppo<br />
delle abilità musicali e cognitive<br />
del bambino in riferimento<br />
ai disturbi del linguaggio dimostrando<br />
come alcuni metodi di<br />
istruzione musicale potrebbero<br />
avere in questo campo risultati<br />
interessanti.<br />
L’Ensemble di Cittanova<br />
di Marianna Jelicich Buić<br />
to gregoriano. Dall’altra parte poi<br />
abbiamo il gruppo vocale della<br />
CI «Fulvio Tomizza» di Umago<br />
nel quale canto anch’io per «rinforzare»<br />
la parte maschile, attualmente<br />
carente, e qui il repertorio<br />
varia dal tradizionale allo spiritual.»<br />
Il trucco del mestiere dunque<br />
è, in primo luogo, conoscere<br />
il gruppo con cui si lavora, sia dal<br />
punto di vista musicale che umano;<br />
successivamente poi si sonda<br />
la vocalità e in base a questo si<br />
procede.<br />
La carica per portare avanti<br />
i tre cori deriva dall’entusiasmo<br />
che questi trasmettono – entusiasmo<br />
che supera di gran lunga le<br />
Il maestro Lo Pinto<br />
diffi coltà oggettive a cui un maestro<br />
dall’Italia va incontro: problemi<br />
con i pagamenti, con il riconoscimento<br />
delle spese sostenute,<br />
con il rinnovo del contratto,<br />
da parte dell’Ente che dovrebbe<br />
provvedere a queste cose.<br />
Per ciò che riguarda il futuro,<br />
il maestro ha evidenziato due interessanti<br />
progetti che vorrebbe<br />
realizzare: una serie di concerti<br />
itineranti con i tre cori che dirige<br />
artisticamente e un corso di<br />
formazione professionale per direttori<br />
di coro; profi lo questo che<br />
manca cronicamente dalle nostre<br />
parti. Due progetti assolutamente<br />
validi e fatibili, a patto che, oltre<br />
all’entusiasmo, si trovino anche i<br />
mezzi per realizzarli.
Mercoledì, 27 aprile 2005<br />
IL COMMENTO - “FORTISSIMO”<br />
Nell’“Antologia” signoreggiano le “Culture di carta” . La musica ridotta a lumicino<br />
Mi rallegro per l’ottima iniziativa di inserire<br />
il supplemento “In più Cultura” che<br />
arricchisce ulteriormente il nostro quoti-<br />
diano. Il “PROLOGO” di Silvio Forza apparso<br />
nell’inserto intitolato “Tra memoria e<br />
multiculturalismo”, ed i miei originari Lari<br />
istroquarnerini, mi incoraggiano ad intervenire<br />
sull’argomento, accogliendo l’invito<br />
espresso nel citato “PROLOGO”.<br />
Il tema del dibattito proposto è molto<br />
complesso nei particolari ma semplice<br />
nella sostanza di fondo. Partirei dalla fondamentale<br />
focalizzazione che ne dà Giacomo<br />
Scotti: “una Comunità, numericamente<br />
pari a quella di un piccolo Comune italiano<br />
ed in più suddivisa in due diverse entità statuali,<br />
che può disporre di un quotidiano, due<br />
riviste culturali, un’attività editoriale, una<br />
compagnia teatrale, una televisione e radio<br />
di Stato ed alcune emittenti radiofoniche.”<br />
Non c’è alcun Comune nella Nazione Madre<br />
che, con pari popolazione, goda di tanta<br />
“grazia”. Pochi che si “moltiplicano” sostenendo<br />
plurime attività. Da ciò sorgono molti<br />
problemi pratici: quello della “veicolazione”,<br />
individuato da Franco Juri e Maurizio<br />
Tremul; la necessità di “sinergie” fra le istituzioni,<br />
espresso da Ezio Giuricin; il pericolo<br />
dell’”annacquamento” dei livelli su valori<br />
“provinciali”.<br />
Un’analisi “in progress” è quella di Martina<br />
Gamboz col neologismo “Glocal” (localismo<br />
globale), quando coglie l’origine<br />
“individuale” del fenomeno che peraltro<br />
accomuna, sotto vari “stili”, una matrice<br />
comune a tutta l’umanità, dove le “differenze”<br />
sono più gergo che di sostanza ed il<br />
gergo rappresenta, insieme con la “continuità”<br />
del passato, anche il sapore, il sale e gli<br />
aromi delle “diversità”. Quindi la necessità<br />
dell’”allargamento” ad altre componenti<br />
culturali non nasconde pericoli di “assimilazione”.<br />
“Voglia di cambiamento” manifesta positivamente<br />
anche Laura Marchig, auspicando<br />
il passaggio dalla “cultura dei morti”<br />
ai “moti interiori ma non centripeti” dell’autoghettizzazione.<br />
A questo diagnosi, dalle quali non è diffi<br />
cile individuare la terapia d’una ricetta salvifi<br />
ca, desidererei aggiungere un dato di fatto<br />
utile a dissipare quell’alone di timidezza<br />
nei confronti delle varie forme d’arte e<br />
di cultura della Nazione Madre. Anche in<br />
Italia esse non sono univoche ma promanano<br />
dalla sommatoria (non dalla fusione)<br />
di tante “diversità” regionali, locali, talora<br />
“cittadine” o “agricole”, dette per comodità<br />
“scuole” (veneta, lombarda, toscana, romana,<br />
napoletana, siciliana ecc, ecc.). Perché<br />
allora “vergognarsi” di appartenere a quella<br />
“istrodalmata” e lasciarsi “colonizzare”,<br />
per puro complesso di inferiorità, quando<br />
con essa e con pari dignità si può far parte<br />
del grande coro della Cultura della Nazione<br />
Madre e contribuire ad arricchirla con le nostre<br />
“diversità” e la nostra multiculturalità?<br />
La nostra Musica<br />
grande Cenerentola<br />
Non essendo un “tuttologo”, preferisco<br />
attenermi al mio campo professionale: quello<br />
musicale. Senza tediare con particolari citazioni<br />
storiche, desidero richiamare i contributi<br />
musicali che la cultura istrodalmata<br />
ha donato all’Europa, a partire dal Quattrocento<br />
fi no alla contemporaneità, soffermandomi<br />
solo sui nomi più “vicini” di Tartini,<br />
Smareglia, Dallapiccola e Dino Ciani. Per<br />
tacere del ricchissimo patrimonio etnofonico<br />
popolare, coreutico e corale.<br />
L’integralismo irredentistico che, con valenza<br />
bipolare, ha improntato di sé l’Ottocento<br />
ed il Novecento di questi territori, ha<br />
teso a riservare qui alla Musica un oscuro<br />
ruolo di Cenerentola, a causa dell’internazionalità<br />
del suo linguaggio ritenuto, a torto,<br />
“non nazionalmente probante” la “legittimità”<br />
dell’uno e dell’altro irredentismo nazionalistico.<br />
Privilegiato fu, invece, il campo<br />
linguistico, considerato il più “probante” a<br />
far pendere il piatto della bilancia nel verso<br />
della “matrice culturalnazionale” che più<br />
premeva.<br />
Cominciò così l’era della “Cultura di carta”,<br />
era le cui propaggini si fanno pesantemente<br />
sentire anche nella realtà d’oggi. Specifi<br />
catamente, dopo il 1918, il centralismo<br />
romano (aggravato, durante il regìme fascista,<br />
dall’utopia di uno standard culturale unitariamente<br />
“granitico”) si trasformò, nell’ex<br />
Regno d’Italia, in un meccanismo “roma-<br />
centrico” anche geografi co, del quale soffrirono<br />
soprattutto le regioni “periferiche” e le<br />
loro culture, specie quella musicale, in uno<br />
con la progettata “eliminazione dei dialetti”.<br />
A questa “colonizzazione” seguì quella di<br />
segno opposto del secondo dopoguerra, favorita<br />
involontariamente dal massiccio “esodo”,<br />
particolarmente impoverente il ceto più<br />
acculturato della componente italiana, con il<br />
conseguente immiserimento numerico degli<br />
italofoni, fi no a rasentare il pericolo della<br />
scomparsa della stessa lingua italiana autoctona.<br />
Iniziative coraggiose, intelligenti e tenaci,<br />
come il Centro di Rovigno, il sostegno<br />
attraverso l’UPT ed in particolar modo il<br />
Concorso “Istria Nobilissima” (intuizione<br />
dei compiti Antonio Pellizzer e Marcello<br />
Fraulini) rianimarono i “rimasti” in un ampio<br />
raggio di discipline artistiche e culturali,<br />
che logicamente, in quegli inizi pionieristici,<br />
privilegiarono la conservazione del primo<br />
“bene”, la lingua, pur senza trascurare le<br />
arti fi gurative e la Musica, però al fi ne precipuo<br />
di radunare le fronde sparse più che<br />
di instaurare un severo metro “selettivo”. La<br />
severa “selezione” veniva rimandata ad una<br />
seconda fase che avrebbe dovuto seguire a<br />
quella di consolidamento, per fortuna ormai<br />
da anni raggiunta.<br />
Urge rinnovare<br />
Istria Nobilissima<br />
Ma questa “seconda fase”, al trentottesimo<br />
anno di vita del Concorso, non è ancora<br />
all’orizzonte, Si sono ingigantite le “Culture<br />
di carta” (linguistiche e visuali) padrone assolute<br />
delle pagine dell’annuale “Antologìa”<br />
del Concorso, e si è ridotta al lumicino la<br />
musica 3<br />
Musica: la grande Cenerentola<br />
di Istria Nobilissima<br />
di Fabio Vidali<br />
Sarebbe opportuno estendere, per gli esecutori,<br />
la partecipazione ai Gruppi Corali e strumentali<br />
ed inserire un nuovo Premio per la migliore<br />
esecuzione di almeno una composizione di autore<br />
del Novecento, nato nell’area di Alpe Adria<br />
I n tal modo il concorso<br />
si orienterebbe verso<br />
quella “multidisciplinarità”<br />
indispensabile<br />
ad instaurare quella<br />
“sinergìa” che dovrebbe<br />
imporsi anche fra le arti<br />
oltre che fra le istituzioni<br />
della Comunità<br />
Ana Dražul vincitrice del Premio promozione a “Istria Nobilissima” 2003<br />
Musica. Gli esiti si vedono dalle iscrizioni di<br />
quest’anno alla “Categoria F” (Premio Dallapiccola):<br />
candidati solo per l’”Esecuzione<br />
strumentale e vocale”. Nessuno per la Composizione<br />
e la Musicologia, sezioni che, sin<br />
dagli inizi “pionieristici”, erano corpose e<br />
spesso numerosamente affollate. Le ragioni<br />
di ciò si possono agevolmente comprendere<br />
dalla cristallizzazione ripetitiva del Bando<br />
(puntualmente “ricopiato” da trentott’anni)<br />
e, soprattutto, dagli spazi sempre più avari<br />
riservati alla Musica.<br />
Solo una volta (3.7.2002 - Fiume, Sala<br />
dei Marmi) è stato indetto un Concerto dei<br />
Premiati nelle varie Sezioni della Categoria<br />
Musica e anch’esso “soffocato” fra le esibizioni<br />
dei premiati delle altre categorie, mentre<br />
quest’evento dovrebbe aver luogo regolarmente<br />
ad ogni edizione. Nell’”Antologia”<br />
dell’ultimo Concorso, sono sparite anche<br />
le quasi inutili poche pagine dedicate alla<br />
riproduzione di estratti delle partiture premiate,<br />
mentre l’assenza di concorrenti per<br />
la Musicologia è conseguenza della mancata<br />
pubblicazione, negli anni precedenti, degli<br />
integrali dei saggi premiati. Anche i CD musicali<br />
dei vari “Premi Promozione Musica”<br />
assegnati, sono in ritardo pluriennale. Quali<br />
incentivi hanno dunque i compositori, i saggisti<br />
e gli interpreti per metterci ingegno e<br />
fatica e partecipare al Concorso? Solo il piccolo<br />
premio pecuniario non basta. In più è<br />
sempre stato disatteso l’impegno sancito all’Art.<br />
2 del Bando di “diffondere queste forme<br />
di creatività anche nei territori della Nazione<br />
Madre”.<br />
Per quanto attiene alla “Categoria Musica”<br />
del Premio (già oggetto ripetutamente di<br />
interventi su questo quotidiano ed in agenda<br />
nei “Programmi di lavoro dell’Assemblea<br />
dell’U.I. per il 2005”), mi permetto di<br />
suggerire, come veterano delle Commissioni<br />
Giudicatrici del settore, qualche idea riformatrice.<br />
Fermo restando il “Bando” base (con<br />
qualche piccola correzione, p.e. gli esecutori<br />
non possono essere chiamati autori) inserire,<br />
nella categoria “Composizione” un Premio<br />
per le composizioni che adottino testi poetici<br />
o narrativi di autori della Comunità italiana,<br />
o si ispirino ad opere “visuali” di artisti della<br />
Comunità stessa, o compongano “Variazioni”<br />
su temi di nostri compositori del passato<br />
e/o contemporanei, o elaborino (strumentalmente<br />
o vocalmente) spunti del nostro patrimonio<br />
tradizionale.<br />
Estendere, per gli esecutori, la partecipazione<br />
ai Gruppi Corali e strumentali ed inserire<br />
un nuovo Premio per la migliore esecu-<br />
Bisognerebbe inserire, nella categoria “Musica”<br />
un Premio per le composizioni che adottino testi<br />
poetici o narrativi di autori della Comunità italiana,<br />
o si ispirino ad opere “visuali” di artisti della Comunità<br />
stessa, o compongano “Variazioni” su temi di nostri<br />
compositori del passato e/o contemporanei,<br />
o elaborino (strumentalmente o vocalmente) spunti<br />
del nostro patrimonio tradizionale<br />
zione di almeno una composizione di autore<br />
del Novecento, nato nell’area di Alpe Adria.<br />
Con tali “innovazioni” (da esplicitare in<br />
una o più conferenze stampa di presentazione<br />
del Bando “riformato”) le attrattive del<br />
Concorso aumenterebbero e, soprattutto, si<br />
orienterebbero verso quella “multidisciplinarità”<br />
indispensabile ad instaurare quella<br />
“sinergìa” che dovrebbe imporsi anche fra<br />
le arti oltre che fra le istituzioni della Comunità.<br />
Vedano coloro che hanno il compito e<br />
l’onore di decidere in merito e mi scusino<br />
per la presunzione.
4<br />
musica<br />
Mercoledì 27 aprile 2005 Mercoledì 27 aprile 2005<br />
A LA RECHERCHE DE LA MÉMOIRE PERDU - “A TEMPO DI VALZER”<br />
La splendida stagione musicale di Fiume tra le due Guerre...<br />
La musicologa Lovorka Ruck nel suo libro “Musica senza/con frontiere” offre un’articolata panoramica della Fiume musicale di una volta<br />
di Patrizia<br />
Venucci Merdžo<br />
FIUME - Avevamo atteso a lungo un libro<br />
che gettasse luce sul passato musicale<br />
di Fiume, incredibilmente vivo ed intenso<br />
quanto prestigioso, del quale la maggioranza,<br />
non escluse le massime istituzioni musicali<br />
cittadine e nazionali, non avevano<br />
conoscenza né tanto meno coscienza. Da<br />
tale atteggiamento d’ignoranza e apatia generale<br />
per il passato musicale cittadino era<br />
derivato - e ahinoi, sussiste tuttora - l’infondato<br />
pregiudizio che ha fatto si che Fiume<br />
fosse “bollata” (non senza soddisfazione<br />
di “alcuni”) quale città musicalmente (e<br />
non solo) “provinciale” e retrograda, ancorata<br />
tutt’al più ad una populistica ed italica<br />
tradizione d’opera.<br />
Pazienza!, e chiediamo venia se mentre<br />
certuni cantavano e danzavano il “kolo”-<br />
detto senz’offesa – tal’altri, nelle osterie<br />
della Cittavecchia, si “limitavano” a cantare<br />
i cori e le arie verdiane, con annesse gare<br />
di “acuti” e “sopracuti”.<br />
Una ricercatrice solitaria<br />
Tuttavia il “miracolo” è avvenuto per il<br />
tramite della penna di una giovane studiosa<br />
fi umana, la musicologa e critica Lovorka<br />
Ruck, autrice di “Musica (con) senza fron-<br />
tiere”- “Glazba s/bez granice”, libro uscito<br />
per i tipi della ICR, nella collana “Fluminensia”,<br />
del quale si era già scritto su<br />
queste pagine; ma l’argomento ci riguarda<br />
troppo da vicino per non indugiarci con affettuosa<br />
ed orgogliosa attenzione.<br />
“Il libro raccoglie il lavoro di diversi<br />
anni di ricerca effettuata presso archivi e<br />
biblioteche cittadine e varie altre fonti informative.<br />
Mossa da curiosità - spesso avevo<br />
udito le testimonianze di persone che<br />
avevano vissuto quei tempi - e cosciente<br />
della quasi totale assenza di informazioni<br />
su questa realtà, mi sono messa ad indagare.<br />
Non sto a dirti la mia sorpresa ed il<br />
crescente interesse e passione man mano<br />
che mi si apriva davanti un passato musicale<br />
assolutamente affascinante e, spesso,<br />
di livello europeo. Credo che questo libro<br />
rappresenti uno schizzo, un’affi dabile base<br />
scientifi ca sulla quale costruire ulteriormente”<br />
ha dichiarato l’autrice.<br />
Sfogliando le pagine del libro ti si<br />
squadernano davanti immagini di passioni<br />
e tradizioni musicali capillarmente diffuse<br />
nella città di San Vito.. di atmosfere<br />
che parlano di ricercatezza e ricchezza interiore,<br />
di divertimento e slanci personali<br />
ai quali - visti dalla prospettiva della nostra<br />
omologante, “globalizzata”, piatta, spesso<br />
stupida e volgare cultura di massa - si stenta<br />
a credere.<br />
“Una volta, de sabato e domenica, tutta<br />
Fiume cantava e ballava”...”Ferraresi fece<br />
al ‘Verdi’ tutti i ventiquattro ‘Capricci’ di<br />
La sala del Teatro della Filodrammatica<br />
La grande cantante da camera<br />
Conchita Riveira<br />
Paganini ...un portento”...”Ricordo quando<br />
assieme alle altre ‘Figlie di Maria’ dal<br />
loggione ascoltavamo la Toti dal Monte’<br />
in ‘Madame Butterfy’. Era veramente<br />
un’usignolo”...”Al ‘Fenice’ vegniva le<br />
compagnie de varieté, che all’epoca era<br />
ritenudo un spetacolo un poco’spinto’...”.<br />
Sono gli echi di alcune delle tante testimonianze<br />
che abbiamo avuto occasione di<br />
sentire da parte dei nostri vecchi.<br />
Le leggende<br />
del concertismo<br />
Parallelamente alla vita operistica gli<br />
accadimenti concertistici non erano da<br />
meno; a cominciare dalla prestigiosa “Società<br />
di concerti” attiva sin dal 1905 e grazie<br />
alla quale si esibirono a Fiume i più<br />
grandi concertisti del Novecento in assoluto.<br />
Ricorderemo i violinisti Hubay, Kubelik,<br />
Szigeti, Milstein, Hubermann, Heifetz,<br />
Flesch ecc.; i pianisti Serkin, Rubenstein,<br />
Arrau, Godovsky, Michelangeli, Backhaus;<br />
i violoncellisti Casals, Janigro, Mainardi<br />
ecc; le fi larmoniche di Praga, Budapest, Filadelfi<br />
a; formazioni da camera di prestigio<br />
provenienti da Parigi, Vienna, Berlino, Ve-<br />
nezia, Budapest ecc; cantanti quali la Favero,<br />
Maria Caniglia, Gina Cigna ecc. Concerti<br />
venivano organizzati pure dal “Sindacato<br />
musicisti” e dalla Società Filarmonico<br />
Drammatica, poi Circolo Savoia. In ambito<br />
amatoriale (di invidiabile livello) ricorderemo<br />
le orchestre del Circolo impiegati,<br />
del Dopolavoro ferroviario, del Circolo fi -<br />
lodrammatico corale. Tra i cori l’eccellente<br />
Società corale fi umana, i cori dell’Unione<br />
corale operaia, dell’Unione corale dopolavoro,<br />
del Circolo rionale Cosala-Belvedere,<br />
del Dopolavoro ferroviario, del Dopolavoro<br />
Monopoli, Dopolavoro aziendale<br />
del Silurifi cio, del Dopolavoro dei Cantieri<br />
Navali, del Dopolavoro di Borgomarina e<br />
altri. Non mancavano né le sezioni mandolinistiche<br />
e neppure i corsi di musica che si<br />
potevano frequentare presso i Circolo Iride,<br />
Circolo impiegati, Dopolavoro rionale<br />
San Vito, Circolo fi lodrammatico corale,<br />
oltre all’educazione musicale offerta dalla<br />
Scuola di Musica e dai numerosi e eccellenti<br />
pedagoghi privati.<br />
Le bravissime concertiste<br />
fi umane<br />
Ma veniamo alle bravissime, e non poche!<br />
, concertistiche fi umane diplomate di<br />
regola presso alcune delle più prestigiose<br />
istituzioni musicali superiori europee! A<br />
cominciare dalla decana, l’eccellentissima<br />
concertista e pedagoga Wanda Tyberg<br />
- di origine polacca, ma attiva a Fiume, oltre<br />
che a Vienna, quasi tutta la vita – allieva<br />
del celebre pianista e compositore polacco<br />
Leschetizky, della quale si rilevava la magistrale<br />
tecnica, la grandissima partecipazione<br />
tanto da far scrivere che “…ogni suo<br />
concerto è un evento”. Aveva un repertorio<br />
enorme che spaziava da Bach ai moderni.<br />
L’affascinante Marta Bayer invece studiò<br />
a Vienna con Rosenthal ed ottenne il<br />
master a Trieste. Tenne concerti in Italia ed<br />
Austria, fu attiva a Fiume come concertista<br />
e pedagoga e autrice di articoli sulla pedagogia<br />
del pianoforte (“Insegnamento moderno<br />
del pianoforte e alcune recentissime<br />
innovazioni”).<br />
Molti ricordano ancora la bravissima<br />
Nina Boccolini (fi nì i suoi giorni in<br />
miseria), la migliore allieva diplomanda<br />
del Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro<br />
la quale tenne numerosissimi concerti<br />
in Italia e in vari paesi europei oltre che<br />
a Fiume, dove pure insegnava pianoforte<br />
al Circolo impiegati. Attivissima come<br />
concertista, negli anni ’20 a Fiume, fu Rosina<br />
Frankl, interprete di un vasto repertorio.<br />
Come non ricordare le sorelle Lia-<br />
Remo Venucci all’organo nella cripta<br />
dei Cappuccini<br />
na e Gisella (Luci) Pasquali? La prima fu<br />
pianista e arpista, con studi a Roma ed a<br />
Parigi presso il celebre arpista e compositore<br />
Marcel Tournier, ed un’attività concertistica<br />
a Fiume ed all’estero. La seconda<br />
fu violoncellista i cui concerti a Roma,<br />
Siena e a Fiume con l’orchestra del G.U.F<br />
La pedagoga Wally Ossoinack<br />
(Gioventù Universitaria fascista) diretta da<br />
Nino Serdoz, riscossero lusinghieri successi<br />
di critica e pubblico.<br />
Tenne parecchi concerti a Fiume (anni<br />
Trenta) ed in varie città italiane pure la<br />
pianista Giuseppina ( Josè Dolores) Rusich,<br />
master al Conservatorio di Pesaro e<br />
indi perfezionamento con la Tyberg, come<br />
pure Enna Gottardi, diplomata all’Accademia<br />
di “Santa Cecilia” in Roma ed un’attività<br />
di concertista pianista espletata in<br />
varie città d’Italia. Pedagoghe di prestigio<br />
furono Emilia Duimich, pure lei diplomata<br />
a “Santa Cecilia” nel 1921; Stefania de<br />
Jäger, diploma al Conservatorio “G. Tartini”<br />
di Trieste, la cui memoria presso molti<br />
è ancora ben viva; Wally Ossoinach, della<br />
famiglia di armatori e magnati dell’industria<br />
fi umana, la quale si diplomò al Conservatorio<br />
di Bologna ed ottenne il master<br />
nel 1933; infi ne la triestina Silvana Vecci,<br />
che dopo il diploma a Trieste insegnò all’Ateneo<br />
Musicale Triestino e indi, tenne<br />
scuola privata a Fiume. Quale messe, signori!<br />
Quale messe!<br />
Veniamo alle cantanti. Alice Caravani,<br />
raffi nata interprete di un vastissimo repertorio,<br />
godette reputazione internazionale<br />
come pure la grande Conchita Riveira,<br />
ovvero, Maria Conchita Mohovich (studiò<br />
a Vienna e Roma), attrice intelligentissima<br />
che entusiasmò le platee di Budapest,<br />
l’Aja, Vienna, Praga, Colonia, Roma ecc.<br />
“Un canto da ascoltare ad occhi chiusi…”<br />
rilevava “Il Corriere della sera”. Insegnò<br />
canto al Conservatorio di Cagliari. Si spense<br />
a Firenze nel 1990.<br />
Margherita Maggini si era diplomata in<br />
canto a Firenze e prediligeva l’interpretazione<br />
delle arie d’opera. Si distinsero in<br />
campo concertistico pure le cantanti Jolanda<br />
(Lola) Petris, Dia Stangher, e Isabella<br />
(Beba) Wurzer.<br />
Lo spazio è veramente poco tuttavia<br />
desideriamo perlomeno menzionare gli<br />
ottimi ed anche eccelsi musicisti e compositori<br />
che operarono tra le due guerre a<br />
Fiume imprimendole spesso un tono di livello<br />
europeo. E’ indispensabile ricordare<br />
l’apprezzatissimo compositore, organista<br />
e pedagogo Marcello Tyberg Junior – fi -<br />
glio della pianista Wanda Tyberg e di Mar-<br />
cello senior, il quale fu eccelso concertista<br />
del violino e pedagogo - che si diplomò a<br />
Vienna e fi nì tragicamente ad Auschwitz, in<br />
quanto ebreo. Come non ricordare il pianista,<br />
pedagogo e compositore Bruno Rudan,<br />
nativo di Sušak, con studi a Trieste e Vienna<br />
(dove fu amico e compagno di studi di<br />
Serkin Backhaus, Bush) attivo a Fiume e in<br />
Italia e premio “Cristofori” a Firenze per la<br />
composizione?!Oppure il trevigiano Mario<br />
Trevisiol pianista, compositore, pedagogo,<br />
direttore, attivissimo in tutti i settori della<br />
vita musicale fi umana? Il polese Guido<br />
Smareglia, violoncellista, compositore, pedagogo,<br />
nipote del grande Antonio Smareglia.<br />
Quindi, Augusto Serrazanetti, spiritus<br />
movens della Scuola di Musica; il fi umano<br />
Alessandro Petterin direttore d’orchestra e<br />
compositore (studi con Tyberg ed a Graz)<br />
attivo fi no 1967 pure presso il Teatro cittadino;<br />
Francesco de Pauer direttore presso<br />
la Società Filarmonico Drammatica.<br />
L’alta tradizione<br />
musicale sacra<br />
La musica sacra occupa all’interno del<br />
libro una sezione modesta - sebbene le<br />
Schole Cantorum delle singole chiese fi umane<br />
rappresentassero un’attività di canto<br />
fondamentale ed estremamente seguita per<br />
la città - in quanto gli studiosi non hanno<br />
accesso alle notizie (“Croniche”) concernenti<br />
la pratica della musica sacra a Fiume<br />
tra le due guerre perché queste non sarebbero<br />
state ancora computerizzate e pertanto<br />
sensibili al degrado nel corso della<br />
manipolazione. Comunque in tale contesto<br />
si fa il nome dell’ing. Remo Venucci ,<br />
organista titolare e maestro di coro presso<br />
le chiese dei Cappuccini (alla cui apertura<br />
della chiesa superiore nel 1929 diresse<br />
la “Missa Papa Marcello di Palestrina a sei<br />
voci), del Duomo, S.Vito, S. Girolamo nelle<br />
quali, prima di operare eliminò i mantici<br />
di stampo antico degli organi pneumatici<br />
sostituendoli con ventilatori elettrici.<br />
Coltivò un repertorio sacro che andava dal<br />
canto gregoriano ai maestri contemporanei<br />
collaborando pure con compagini orchestrali,<br />
per le solennità. Wilma (Esmeralda)<br />
Venucci, sorella di Remo, diplomata in<br />
pianoforte a Udine e pianista presso l’Orchestra<br />
Filarmonica della Società Filarmonico<br />
Drammatica, operò per trentasei anni<br />
L’organista, pianista e pedagoga<br />
Wilma Venucci<br />
come organista e maestra di cori femminili<br />
presso le chiese di S. Vito, del Duomo, S.<br />
Girolamo, dei Cappuccini, del SS. Redentore<br />
e dei Salesiani. Inoltre compose brevi<br />
brani sacri (Tantum Ergo, Ave Maria, Inno<br />
all’Assunta ecc.). Prese la via dell’Italia<br />
dove operò come pedagoga. Anche se il<br />
libro non lo riporta noi aggiungeremo, per<br />
amor di verità che pure la signorina Beba<br />
Budin, abile pianista, fu organista e maestra<br />
del coro femminile presso i Cappuccini<br />
come pure il maestro Mario Trevisiol il<br />
quale fu attivo presso il Duomo.<br />
Ad ogni modo, sin dal Duecento la musica<br />
sacra a Fiume - di fatto erano veri e<br />
propri concerti di musica sacra classica<br />
- si era mantenuta su livelli esecutivi ammirevoli<br />
e con un repertorio che spaziava<br />
dal rinascimento al Novecento. In ogni<br />
caso si trattava di un livello qualitativo di<br />
prassi musicale sacra inimmaginabile - per<br />
principio - rispetto a quello di oggi. Tanto<br />
per dire kapellmeister presso il Duomo era<br />
Giovanni de Zaytz le cui messe, scritte all’epoca<br />
per il servizio divino dell’Assunta,<br />
oggi vengono eseguite in concerto con tanto<br />
di coro, orchestra e solisti.<br />
Musica profana<br />
Teatri! Teatri! Teatri! Divertimenti, varieté,<br />
opera lirica, operetta, serate danzanti!<br />
L’affascinante pianista Marta Bayer<br />
“Quante paia de scarpe che go consumà<br />
in ‘Sala Bianca!” ...”Ero un’abonada a<br />
tutti i spetacoli de varieté e d’operetta al<br />
‘Fenice’. Che divertimento quando veniva<br />
Cechelin! Una volta, siccome le ballerine<br />
le era un poco tropo ‘generose’ i muli<br />
dell’Azion Catolica i gaveva incominciato<br />
a zigar Buu,buu!’”quasi interrompendo el<br />
spetacolo!”<br />
Istituzione sacra e cuore musicale cittadino<br />
era il Teatro “Giuseppe Verdi”. E guai<br />
chi lo toccava! La grande Toti del Monte<br />
dichiarò che temeva il pubblico di due città:<br />
quello di Parma e quello di Fiume! E<br />
pensare che Caruso giovane, fu fi schiato a<br />
Fiume; in seguito, il più grande tenore del<br />
Novecento ammise che i loggionisti avevano<br />
avuto pure ragione.<br />
Ma ce la facciamo, noi, oggi, ad immaginare<br />
stagioni d’operetta con venti titoli –<br />
premiére? Genere amatissimo dai fi umani.<br />
Operette in italiano, tedesco, francese?<br />
Dei massimi autori quali Strauss, Kalmann,<br />
Lehar, Hervé, Gilbert, Lombardo, Suppé,<br />
Costa, Stolz Graziani ecc. ecc. Fantascienza!<br />
Pura fantascienza per noi, che quando<br />
si fece fi nalmente “Il pipistrello”, (unica<br />
operetta in tre decenni, oltre alle “famose”<br />
“Mala Floramy, My Fair Lady”e soprattutto<br />
la “celebre” “Karolina riječka”, “spettacolo<br />
di spari” e non so che, con Severina<br />
superstar!) restando in cartellone per anni<br />
annorum, si fecero salti di gioia?<br />
Riusciamo ad immaginare stagioni<br />
d’opera “normali” con una media di cinque<br />
La mitica “Sala bianca”, tempio della danza e dell’eleganza<br />
- sette prime (Wagner e Musorgski e Bizet<br />
compresi)? Tempi andati che non ritorneranno<br />
più. Situazioni musicali e culturali di<br />
ieri imparagonabili - per qualità, quantità,<br />
nonché passione e competenza di pubblico<br />
- a quelle di oggi. Decisamente, musicalmente<br />
siamo ancora nel paleolitico.<br />
Ovviamente c’erano le stagioni, per cui<br />
se si eccettua l’ottima orchestra del Teatro,<br />
per ogni spettacolo, o quasi, si ingaggiavano<br />
compagnie di canto differenti e con artisti<br />
di reputazione internazionale.<br />
Quanto c’è da imparare e da rifl ettere!<br />
Che lezione ci viene dal passato!<br />
Da non dimenticare, oltre a queste due<br />
colonne portanti, il nutrito segmento amatoriale,<br />
ossia il Teatro in seno alla Società<br />
Filarmonico Drammatica Filodrammatica,<br />
il Teatro “Apollo”, poi “Alhambra” con<br />
spettacoli di musica leggera e varieté, ed<br />
ancora il “Dancing Bomboniera Varietè”<br />
dove operava l’orchestrina stabile diretta<br />
da Aldo Casadei e nel quale si tenevano<br />
pure serate di musica jazz.<br />
Come non ricordare la mitica “Sala<br />
Bianca”, tempio dell’intrattenimento danzante<br />
e... dell’eleganza! Oppure le qualifi -<br />
cate orchestrine di vario tipo che allietavano<br />
gli avventori dei raffi nati caffè fi umani<br />
e di alcuni alberghi: Caffè Budai, Caffè<br />
Centrale, Caffè Fiume, Caffè Risorgimento,<br />
Caffè Roma, Caffè Borsa... Bonavia,<br />
Excelsior...<br />
Per navigare in campo teatrale amatoriale<br />
di tipo religioso rileveremo che popolarissimo<br />
fu il Teatrino S.Giorgio dei<br />
Cappuccini dove si facevano gli spettacoli<br />
e recite (pure per la raccolta di fondi<br />
per la costruzione della chiesa superiore)<br />
con tanto di scene, costumi, musiche ecc.<br />
E chi non ricorda il Teatrino - cinema dell’Oratorio<br />
dei Salesiani con gli spettacoli<br />
La prof.ssa de Jager<br />
5<br />
alla grande per S. Giovanni Bosco ai quali<br />
partecipavano, coro, attori, con la partecipazione<br />
pure delle dame patronesse<br />
che eleganti e spavalde facevano il loro<br />
“trionfale” ingresso al ritmo della banda<br />
dell’Oratorio?<br />
Tutta questa ricchissima ed articolata<br />
realtà musicale - ovviamente suscettibile<br />
di ulteriori ricerche ed arricchimenti - è<br />
emersa ufficialmente con il libro di Lovorka<br />
Ruck, il quale rappresenta sicuramente<br />
una delle pubblicazioni più utili e<br />
illuminanti circa il passato di Fiume, degli<br />
ultimi anni.<br />
Ovviamente l’autrice fa riferimento<br />
pure alla vita musicale di Sušak, la quale<br />
anche se non paragonabile a quella di Fiume<br />
ebbe nomi di chiaro rilievo quali Ivan<br />
Matetić Ronjgov, Slavko Zlatić e il triestino<br />
Fortunato Luzzato, trapiantato a Fiume<br />
in età infantile, il quale studiò a Vienna<br />
pianoforte, organo e composizione nella<br />
classe di Bruckner per poi operare a Parigi<br />
come pianista e direttore d’orchestra e far<br />
ritorno a Sušak nel 1913. E infi ne il medico<br />
e pluripremiato costruttore di strumenti<br />
ad arco, attivo pure a Fiume e Sušak Franjo<br />
Kresnik, sui cui strumenti suonavano i più<br />
grandi virtuosi cecoslovacchi.<br />
Si tratta di un libro da diffondere e soprattutto<br />
un testo da integrare nella materia<br />
di cultura musicale presso le scuole medie<br />
superiori di Fiume e regione ed in special<br />
modo nell’ambito di storia della musica<br />
alla SM “Ivan Matetić Ronjgov”di Fiume<br />
la quale, ad eccezione dell’autore alla quale<br />
è intitolata, dell’invidiabile tradizione<br />
musicale di Fiume non ci ha mai insegnato<br />
niente. E sarebbe ora di riparare a questo<br />
grossissima, a dir poco, mancanza.
6 musica<br />
FIRENZE - Due mesi esatti di opere,<br />
concerti, balletti e mostre a partire dal 30<br />
aprile (d’ora in poi data fi ssa e memorizzabile<br />
d’inizio Festival) fi no al 30 giugno, una<br />
forte sigla registica per i nuovi allestimenti,<br />
le bacchette prestigiose di MEHTA, CLAU-<br />
DIO ABBADO, BYCHKOV, CHAILLY,<br />
due mostre agli Uffi zi e a Palazzo Pitti, le<br />
voci di RAIMONDI, FRITTOLI, DEVIA,<br />
URMANA, FURLANETTO, PROCLE-<br />
MER e addirittura due “None Sinfonie” di<br />
Beethoven sono il fulcro del programma che<br />
il 68° MAGGIO MUSICALE FIORENTI-<br />
NO presenta al pubblico internazionale, a<br />
testimonianza di un Fondazione teatrale in<br />
eccellente salute artistica, produttiva e progettuale.<br />
Se infatti il Sovrintendente Giorgio van<br />
Straten e il Direttore Artistico Gianni Tangucci<br />
hanno dovuto rinunciare per quest’anno<br />
ad inserire una quarta opera nel cartellone<br />
(“Il giro di vite” di Britten con la regia di<br />
Ronconi), sono ben tre i titoli lirici schierati,<br />
ad iniziare dall’ inaugurale “TOSCA” pucciniana<br />
che, a quasi vent’anni anni dalla ‘scandalosa’<br />
versione di Jonathan Miller, si presenta<br />
in un nuovo allestimento che si avvale<br />
della fi rma registica di GIORGIO BARBE-<br />
RIO CORSETTI, della direzione di ZUBIN<br />
MEHTA e delle voci di VIOLETA URMA-<br />
NA, che per la prima volta affronta il ruolo,<br />
e di RUGGERO RAIMONDI, che invece riprende<br />
– dopo dodici anni di assenza da Firenze<br />
- uno dei suoi personaggi più acclamati,<br />
quel demoniaco Scarpia interpretato anche<br />
nel fi lm televisivo “nei luoghi e nelle ore<br />
di Tosca”.<br />
E Mehta sarà sempre sul podio anche<br />
per il “DON GIOVANNI” di Mozart, interpretato<br />
da un cast stellare che vede, fra<br />
gli altri, affi ancate MARIELLA DEVIA e<br />
BARBARA FRITTOLI; mentre SEMYON<br />
BYCHKOV, a lungo direttore ospite principale,<br />
torna al Maggio con un capolavoro che<br />
si addice perfettamente alla sua natura musi-<br />
cale, ovvero “BORIS GODUNOV”, protagonista<br />
un grande basso italiano come FER-<br />
RUCCIO FURLANETTO e messo in scena<br />
da un regista di inquietante profondità quale<br />
il lituano EIMUNTAS NEKROSIUS, alla<br />
sua seconda prova lirica a Firenze dopo uno<br />
‘stregato’<br />
Il versante concertistico vede impegnati<br />
i due direttori d’orchestra in due concerti<br />
per entrambi: Mehta si avvale dei SWIN-<br />
GLE SINGERS per rendere omaggio a Luciano<br />
Berio con la sua “Sinfonia” affi ancata<br />
ai Quattro pezzi sacri di Verdi, e dello<br />
straordinario violinista GIL SHAHAM per<br />
il secondo programma imperniato su Mozart,<br />
Brahms e Webern; Bychkov presenta<br />
la Quinta Sinfonia di Mahler – dal famoso<br />
Adagietto utilizzato da Visconti in Mor-<br />
te a Venezia – e il pianista-prodigio LANG<br />
LANG.<br />
Sarà Firenze, poi, la prima città italiana<br />
dopo la sede bolognese ad ascoltare la nuova<br />
ORCHESTRA MOZART fondata e diretta<br />
da CLAUDIO ABBADO, il Maestro<br />
particolarmente legato al Teatro fi orentino,<br />
prescelto due anni fa per tornare a dirigervi<br />
un’opera con i complessi del Maggio (quel<br />
memorabile Simon Boccanegra che è ora un<br />
DVD prodotto e distribuito da Rai Trade e<br />
TDK), ed anche per l’ORCHESTRA VER-<br />
DI diretta da RICCARDO CHAILLY si tratterà<br />
del debutto fi orentino.<br />
Fra i solisti, BRUNO CANINO e AN-<br />
TONIO BALLISTA proporranno l’insolita<br />
trascrizione lisztiana della Nona Sinfonia<br />
di Beethoven, affi ancata alla prima assoluta<br />
di Boulevard promenade, una commissione<br />
del Maggio a Paolo Castaldi per festeggiare<br />
il cinquantesimo anniversario del duo<br />
pianistico, ALDO CICCOLINI impaginerà<br />
un raffi nato programma giocato su Debussy<br />
e sui celebri Quadri di un’esposizione dell’autore<br />
di “Boris”, Musorgskij, ed una grande<br />
signora del palcoscenico di prosa, ANNA<br />
PROCLEMER, sarà la protagonista assoluta<br />
al Teatro della Pergola del recital “Anna dei<br />
pianoforti” tratto da testi di Alberto Savinio.<br />
Come tradizione, una novità coreografi ca<br />
completa l’offerta di spettacoli, e per MaggioDanza,<br />
la Compagnia che dirige, Giorgio<br />
MANCINI sta creando un nuovo “ROMEO<br />
E GIULIETTA” che vedrà il debutto come<br />
costumista del giovane stilista fi orentino<br />
CESARE FABBRI, grazie alla stimolante<br />
collaborazione con Pitti Immagine.<br />
Due mostre accompagnano e completano<br />
il Festival.<br />
La prima, alle Reali Poste della Galleria<br />
degli Uffi zi dal 30 aprile, è dedicata alla diva<br />
della lirica per eccellenza, MARIA CAL-<br />
LAS, con l’esposizione di tutti i suoi gioielli<br />
di scena fi rmati Swarowski attorniati da bozzetti<br />
e fi gurini attinti dal ricco Archivio Storico<br />
del Maggio a testimonianza di spettacoli<br />
che, a Firenze prima che altrove, ne decretarono<br />
il successo e il mito; nell’occasione,<br />
sarà per la prima volta esposto anche il costume<br />
completo della sua Medea del 1952,<br />
fornito dalla Fondazione Cerratelli.<br />
La seconda mostra, che si aprirà il 17 giugno<br />
alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti,<br />
offre al pubblico i costumi e i gioielli di<br />
scena che un’altra grandissima interprete, il<br />
mezzosoprano EBE STIGNANI, volle donare<br />
nel 1966 al Maggio Fiorentino.<br />
Mercoledì, 27 aprile 2005<br />
FESTIVAL - “ALLEGRO CON MOTO”<br />
Opere, balletti e concerti per un prestigioso<br />
68.esimo Maggio Musicale Fiorentino<br />
Si apre con un omaggio alla grande<br />
Tebaldi, indimenticabile Tosca<br />
L’orchestra del Maggio<br />
musicale Fiorentino<br />
Rostropovich grande protagonista<br />
della tournée indiana<br />
BOMBAY - È iniziata con la toccante<br />
Aria sulla quarta corda di Bach,<br />
preceduta da brevi sentite parole di<br />
ZUBIN MEHTA, struggente fuori programma<br />
in segno di omaggio per le<br />
esequie del Santo Padre Giovanni Paolo<br />
II, la tournée in India dell’ORCHE-<br />
STRA DEL MAGGIO MUSICALE<br />
FIORENTINO a Bombay, città natale<br />
del suo Direttore principale. Ma poi,<br />
insieme ai “destini” dell’italianissimo<br />
Verdi con la Sinfonia operistica della<br />
Forza e alla Quinta Sinfonia di Beethoven,<br />
detta appunto “del destino che<br />
bussa alla porta”, è stato il settantottenne<br />
violoncellista MSTISLAV RO-<br />
STROPOVICH il protagonista dell’affollatissima<br />
serata nel recente Jamshed<br />
Bhabha Theatre, capace di oltre mille<br />
posti.<br />
Rostropovich con l’orchestra fi orentina<br />
e il maestro indiano hanno dato<br />
un luminoso esempio di collaborazione<br />
internazionale nel segno della grande<br />
musica e dell’impegno sociale: i tre<br />
concerti programmati infatti nella città<br />
indiana, che seguono i successi riportati<br />
a Singapore hanno un fi ne dichiaratamente<br />
benefi co.<br />
Su invito della Mehli Mehta Foundation,<br />
intitolata al padre di Zubin<br />
Mehta, che per primo fondò a Bombay<br />
un’orchestra sinfonica che riuniva<br />
parsi, ebrei e marinai indiani, e grazie<br />
sia al contributo locale di uno sponsor<br />
come l’industria Tata che del Governo<br />
italiano, gli introiti delle prime due serate<br />
andranno a costituire borse di studio<br />
destinate a giovani indiani meritevoli<br />
di studiare musica all’estero, come<br />
gli stessi due Mehta ebbero l’opportunità<br />
di fare, mentre la terza, alla quale<br />
parteciperà il violinista JULIAN RA-<br />
CHLIN, sarà devoluta alle popolazioni<br />
vittime dello tsunami.<br />
Rostropovich è giunto per l’occasione<br />
direttamente da Mosca, ed è per<br />
lui la quarta volta che partecipa ad ini-<br />
Rostropovich in concerto<br />
ziative benefi che in India; direttore e<br />
solisti non percepiscono alcun cachet,<br />
mentre l’Orchestra ormai rientrata ha<br />
iniziato immediatamente le prove per<br />
l’opera che inaugurerà il 30 aprile la<br />
sessantottesima edizione del Maggio<br />
Musicale Fiorentino: sarà Tosca di<br />
Giacomo Puccini, sul podio proprio<br />
Zubin Mehta.
Mercoledì, 27 aprile 2005<br />
Titolo Waiting for the Sirens’ Call<br />
Artista New Order<br />
Genere Rock, electronica<br />
Etichetta Warner Brothers<br />
Data uscita 26/4/2005<br />
.<br />
Titolo No Wow<br />
Artista The Kills<br />
Genere Rock<br />
Etichetta Rough Trade/RCA<br />
Data uscita 8/4/2005<br />
Titolo Lonely Runs Both Ways<br />
Artista Alison Krauss & Union Station<br />
Genere Bluegrass (country music)<br />
Etichetta Rounder<br />
Data uscita 23/10/2005<br />
Titolo Lullabies to Paralyze<br />
Artista Queen of the stone age<br />
Genere Rock<br />
Etichetta Interscope<br />
Data uscita 22/3/2005<br />
.<br />
Titolo Natural Fake<br />
Artista De-Phazz<br />
Genere Electronica<br />
Etichetta Universal International<br />
Data uscita 26/4/2005<br />
.<br />
ROCK!!! - “FORTISSIMO E SCATENATO”<br />
Novità<br />
discografi che<br />
Titolo Lost and Found<br />
ArtistaWill Smith<br />
Genere Rap<br />
Etichetta Interscope<br />
Data uscita29/3/2005<br />
Titolo Super Saucy<br />
Artista Baby Bash<br />
Genere Rap<br />
Etichetta Universal<br />
Data uscita 15/3/2005<br />
Titolo Pleasure and Pain<br />
Artista One twelve<br />
Genere R&B<br />
Etichetta Def Soul Classics<br />
Data uscita 29/3/2005<br />
.<br />
Titolo Gold<br />
Artista Parliament<br />
Genere R&B<br />
Etichetta Mercury<br />
Data uscita 1/3/2005<br />
.<br />
Titolo Inside of Emptiness<br />
Artista John Frusciante<br />
Genere Rock<br />
Etichetta Record Collection<br />
Data uscita 26/10/2004<br />
Vox Populi consiglia<br />
Artista: Franz Ferdinand<br />
Album: Franz Ferdinand<br />
Data d’uscita: 9 marzo 2004<br />
Casa discografi ca: Domino<br />
Genere: Rock.<br />
Giudizio: ★★★★★<br />
Il nome fa riferimento proprio<br />
all’arciduca d’Austria la<br />
cui morte, avvenuta in seguito<br />
all’attentato di Gavrilo Pincip<br />
a Sarajevo il 28 giugno 1914,<br />
diede inizio alla Prima Guerra<br />
Mondiale. Album dell’anno’04.,<br />
uscito esattamente un<br />
12 mesi fa; Vi proponiamo il<br />
giudizio critico di quest’album<br />
“non più nuovo”, perché riteniamo<br />
che questo fenomeno<br />
scozzese, con oltre un milione<br />
di copie vendute, sia il caso<br />
discografi co dell’anno passato.<br />
Dunque oltre un milione di<br />
copie vendute, mica male per<br />
un album d’esordio?! Il gruppo<br />
è formato da Alex Kapranos<br />
voce e leader della band;<br />
Robert Hardy basso e Nicholas<br />
Mc Carthy chitarra. Il gruppo,<br />
con questo disco, riesce a<br />
stupire con suoni graffi anti, robusti<br />
e ottime melodie. La forte<br />
grinta di “Dark Matinne”,<br />
o l’allegro crescendo di “Take<br />
Me Out” e l’affascinante “Michael”<br />
sono solo alcuni dei titoli<br />
che troverete in questo, possiamo<br />
defi nirlo, intelligente album.<br />
Intelligente, perché i FF,<br />
furbamente, riescono a non<br />
collocare il loro album sotto<br />
nessun genere; indubbiamente<br />
Ultimissimi<br />
Artista: Moby<br />
Album: Hotel<br />
Data d’uscita: 22 marzo 2005<br />
Casa discografi ca: V2<br />
Genere: Elettronica ambientale,<br />
Pop, Rock.<br />
Giudizio: ★★★★✩<br />
Lasciatemelo dire, Moby è<br />
di nuovo grande. È ritornato<br />
a livelli di Play (Mute, 1999);<br />
bellissimo album che l’ha consacrato<br />
re del genere elettronica<br />
ambientale (e chi più ce ne<br />
ha, più ne metta). Passò sotto<br />
il rifl ettore con la celebre cover<br />
del tema di James Bond<br />
nell’album I Like To Score<br />
(Mute, 1997). Solamente con<br />
Play è riuscito a stupire. Non<br />
c’è una direzione musicale che<br />
tenga a guidare il cd (sia Play<br />
sia Hotel), si passa dal Blues al<br />
Soul per spiccare poi un salto<br />
alla Techno e alla Club Dance<br />
per poi fermarsi al genere Rock<br />
e Pop. Un vero folletto metropolitano.<br />
Lui il talento c’è l’ha<br />
nel sangue, è in parentela con<br />
Herman Melville (1819-1891),<br />
grande scrittore americano, autore<br />
di “Moby Dick”, la mitica<br />
balena da dove il Nostro ha<br />
preso il nome.<br />
Hotel nasce dopo tre anni di<br />
silenzio (l’ultimo album era 18<br />
(V2, 2002), piuttosto bruttino e<br />
insapore); tre anni passati a lavorare<br />
sul nuovo album? N’è<br />
valsa la pena!<br />
Moby, rinchiuso nel suo<br />
appartamento (di soli 15 metri<br />
quadrati), ha scritto 250<br />
canzoni, ma solo 14 di queste<br />
sono fi nite nel nuovo album.<br />
Moby, come sempre, ha suonato<br />
ogni strumento, eccetto<br />
la batteria suonata dall’amico<br />
Scott Frassetto. Il suo nuovo,<br />
ambizioso, album è progettato<br />
appositamente per piacere alle<br />
masse, con canzoni orecchiabi-<br />
il genere è rock, ma quale? Sul<br />
sito www.allmusic.com, lo stile<br />
di musica è classifi cato come<br />
genere Indie Rock; secondo<br />
noi solamente come infl uenza.<br />
I FF trovano inspirazione in<br />
gruppi come “Television”, “Joy<br />
Division”, “Pixies”. È una musica<br />
molto ironica e a tratti retrò;<br />
si lega molto bene ai suoni<br />
delle generazioni post-punk.<br />
Un “must” per ogni amante<br />
delle buona musica, una realtà<br />
della musica rock. L’album<br />
Vi trascinerà già con la prima<br />
track “Jacqueline”: “Jacqueline<br />
was seventeen/working on<br />
a desk/when Ivor/Peered above<br />
a spectacle/forgot that he had<br />
wrecked a girl” (Jacqueline<br />
aveva 17 anni/lavorava su una<br />
scrivania/Quando Ivor fece<br />
capolino sul suo spettacolo/<br />
Dimenticò di avere rovinato<br />
una ragazza). In tutto il disco<br />
forma e contenuto sono elementi<br />
che giocano una funzione<br />
basilare. Assolutamente da<br />
avere nella propria collezione<br />
musicale.<br />
li e canticchiabili, ma che sicuramente<br />
soddisferanno i palati<br />
più raffi nati. Moby non è il solito<br />
deejay, è in realtà un piccolo<br />
genio della musica. Molti<br />
affermeranno, sicuramente,<br />
che questo suo ennesimo album<br />
sia soltanto un sequel sull’onda<br />
del fortunato “Play”, è<br />
sicuramente hanno ragione; in<br />
ogni modo resta incontestabile<br />
che l’album ha una forte carica<br />
(musicale) espressiva.<br />
Moby è un vegano (è questo<br />
tengo a precisarlo perché molte<br />
star della scena musicale si<br />
dichiarano vegetariani – è di<br />
moda e suscita scalpore! –, non<br />
sapendo distinguere una capra<br />
da un fagiolo), ossia è un vegetariano<br />
integralista: non mangia<br />
nulla che abbia origine animale,<br />
neppure le uova.<br />
L’album è in debito con<br />
gruppi come Joy Division,<br />
Echo and the Bunnymen e New<br />
Order, da dove Moby cita (solo<br />
le frasi) “Temptation” con<br />
l’omonima canzone “Temptation”.<br />
Altri titoli di grande<br />
spicco sono “Lift Me Up”,<br />
“Spiders”, “Slipping Away”.<br />
L’album è doppio: la prima<br />
parte contiene il vero album,<br />
mentre la seconda (la meno interessante)<br />
solo la parte strumentale.<br />
In conclusione: un gran disco<br />
da sentire.<br />
musica 7<br />
L’evento musicale<br />
da non perdere<br />
Il grande artista californiano,<br />
quello dell’indimenticabile<br />
“Loser”, arriva in Italia per due<br />
concerti imperdibili incentrati<br />
sul divertente sound di “Guero”<br />
(Interscope), il suo nuovo<br />
album che conferma come<br />
il rock possa sempre trovare<br />
sfaccettature diverse e nuove<br />
ispirazioni attraverso i suoni<br />
creati da quel piccolo genio<br />
che porta il nome di Beck.<br />
22/06 - Ferrara<br />
(Piazza Castello)<br />
23/06 - Genova<br />
(anteprima Goa Boa)<br />
Biglietti in prevendita su<br />
www.ticketone.it Costo dei biglietti<br />
sia per Ferrara che per<br />
Genova: 25 Euro<br />
Artista: The Chemical Brothers<br />
Album: Push the Button<br />
Data d’uscita: 25 gennaio 2005<br />
Casa discografi ca: Astralwerks<br />
Genere: Electronica<br />
Giudizio: ★★✩✩✩<br />
Non riesce a coinvolgere e<br />
convincere l’ultimo album dei<br />
fratelli alchimisti (Ed Simmons<br />
e Tom Rowlands). Dopo il buon<br />
successo dell’ottimo album/<br />
compilation intitolato “Singles<br />
93-03” (2003, Astralwerks), il<br />
duo ritorna con quest’album<br />
intriso di collaborazioni, ma<br />
povero dal punto di vista artistico<br />
(o meglio del suono).<br />
Non si riconosce lo stile dei<br />
fratelli chimici, manca quella<br />
verve che ha caratterizzato gli<br />
album precedenti (in special<br />
modo “Dig your own hole”,<br />
1997 Astralwerks; e “Come<br />
with us”, 2002 Astralwerks),<br />
vale a dire suoni presi (e saccheggiati)<br />
dalla urban culture,<br />
dalla psichedelica, dal rock e<br />
da altri stili musicali per poi<br />
trasformarli in musica techno<br />
dance e club culture. L’unica<br />
canzone che si salva da<br />
questa mischia di bruttezza è<br />
nientepopodimeno che Galvanize,<br />
pulsante brano con stili<br />
musicali nordafricani. Il brano<br />
ha trainato l’album intero<br />
nelle vendite, inoltre la canzone<br />
vede la collaborazione del<br />
rapper Q-Tip. I fratelli chimici,<br />
come sempre, si confermano<br />
“spugne” nell’assorbire i<br />
principali fenomeni musicali<br />
mondiali (in voga); questo attento<br />
accoppiamento dà frutto,<br />
assieme ai vari stili musicali<br />
etnici, al beat dei fratelli.<br />
Con questo ultimo lavoro, il<br />
duo perde il fattore (o chiamiamolo<br />
dono) artistico, e ci<br />
si chiede se siano ancora degli<br />
artisti. Ben presto, ascoltando<br />
l’album, si capisce che<br />
sono diventati solamente dei<br />
tecnici del suono, i quali usano<br />
dei campionari musicali e<br />
strumentazioni varie per creare<br />
musica che riesce a stimolare<br />
la voglia di ballare, ma per<br />
il resto tutto fi nisce lì; non si va<br />
per niente oltre.
8 musica<br />
QUIZ - “ALLEGRO CON BRIO”<br />
La 3.sinfonia in mi bemolle<br />
maggiore di Ludwig van<br />
Beethoven, denominata “Eroica”,<br />
è stata originariamente<br />
composta in omaggio a:<br />
a) Francesco Giuseppe<br />
b) Napoleone Bonaparte<br />
c) Vittorio Emanuele II<br />
Quale dei seguenti compositori<br />
veniva chiamato “Il prete<br />
rosso”?<br />
a) J.S.Bach<br />
b) Antonio Vivaldi<br />
c) Arcangelo Corelli<br />
Una delle arie più diffi cili<br />
nel repertorio operistico di<br />
tutti i tempi è quella della “Regina<br />
della notte”, composta da<br />
W.A.Mozart per l’opera:<br />
a) Le nozze di Figaro<br />
b) Il fl auto magico<br />
c) Don Giovanni<br />
Il grande genio dell’opera<br />
tedesca Richard Wagner<br />
si fece costruire all’epoca un<br />
teatro lirico per la rappresentazione<br />
delle sue saghe teutoniche<br />
a:<br />
a) Lipsia<br />
b) Monaco di Baviera<br />
c) Bayreuth<br />
Il primo grande capolavoro<br />
operistico, l’”Orfeo” di Claudio<br />
Monteverdi, fu composto<br />
nel:<br />
a) 1607<br />
b) 1680<br />
c) 1703<br />
Una delle sinfonie-simbolo<br />
del Romanticismo, la “Sinfonia<br />
fantastica”, è stata composta<br />
da:<br />
a) Franz Liszt<br />
b) Franz Schubert<br />
c) Hector Berlioz<br />
Ziggy Stardust fu uno degli<br />
alter-ego del cantante inglese:<br />
a) Sting<br />
b) David Bowie<br />
c) Elton John<br />
Il noto gruppo fi umano<br />
“Belfast food” basa la sua musica<br />
sul folklore:<br />
a) spagnolo<br />
b) italiano<br />
c) irlandese<br />
Chi è il noto cantautore italiano<br />
nato a Saigon (Vietnam)<br />
che ha di recente portato in<br />
scena il musical “Notre Dame<br />
de Paris”?<br />
a) Riccardo Cocciante<br />
b) Lucio Battisti<br />
c) Fabrizio de Andrè<br />
Uno dei più grandi successi del celebre gruppo inglese “The<br />
Rolling Stones” s’ intitola:<br />
a) London Calling<br />
b) Yesterday<br />
c) Satisfaction<br />
Soluzioni: 1. b), 2. b), 3. c), 4. b), 5. c), 6. a), 7. c), 8. b), 9. c), 10. a)<br />
La musica di fondo<br />
Dei ricercatori americani, nel corso di un ciclo<br />
di esperimenti sulla sensibilità dei vegetali, hanno<br />
allestito tre camere identiche: stesso tipo di illuminazione,<br />
medesima temperatura e grado di umidità<br />
e vi hanno sistemato varie piante combinate<br />
allo stesso modo. nella prima però vi era il silenzio<br />
assoluto, nella seconda degli altoparlanti diffondevano<br />
ininterrottamente musica classica, nella<br />
terza musica rock molto assordante.<br />
Dopo qualche giorno, le piante della seconda<br />
camera erano protese verso gli altoparlanti ed erano<br />
molto rigogliose, nella terza se ne ritraevano e<br />
apparivano sofferenti. Al primo posto tra i compositori<br />
preferiti dalle piante è risultato J.S.Bach !<br />
Ciò è stato confermato dagli esperimenti condotti<br />
da un agronomo, sempre americano, su un campo<br />
di orzo: sotto l’effetto delle sonate per violino di<br />
Bach, la produzione è risultata superiore alla norma<br />
nella misura del 70 per cento!<br />
Brahms<br />
Brahms era noto per il suo carattere burbero:<br />
una volta una cantante che non aveva grandi qualità<br />
canore gli chiese quale dei suoi Lieder le consigliasse<br />
di cantare ed egli, pronto, rispose: ”Un<br />
Lied postumo”.<br />
----------<br />
Un’altra volta, Brahms dava un concerto con<br />
un violoncellista non troppo brillante e allora,<br />
seccato per il compagno che gli era capitato, martellava<br />
con violenza sui tasti del pianoforte. Il collega<br />
timidamente lo pregò di suonare più piano,<br />
perché cosi non riusciva nemmeno a sentirsi e<br />
Brahms replicò: “Beato voi”.<br />
Giuseppe Verdi a Milano<br />
Un giorno il generale austriaco Governatore di<br />
Milano fece chiamare l’allora giovane maestro e<br />
gli chiese una marcia per le sue truppe. Verdi freddamente<br />
rispose: “Generale, ho pronte solo arie di<br />
ritirata: ne volete?”.<br />
Verdi...a Venezia<br />
Un’altra volta, dopo la prima rappresentazione<br />
de LA TRAVIATA alla Fenice di Venezia, alcuni<br />
uffi ciali austriaci vollero offrigli un vermut, per<br />
dimostragli la loro ammirazione.<br />
“Buono!” disse il maestro cortesemente. Allora<br />
un uffi cialetto altezzoso affermò: “Lo prenderemo<br />
più buono a Torino tra poco”, e alludeva alla<br />
guerra col Piemonte ormai dichiarata.<br />
Fu pronta la replica del maestro:”A Torino?<br />
non credo che Vittorio Emanuele sia tanto ricco<br />
da poter offrire il vermut ai suoi prigionieri di<br />
guerra.<br />
Mercoledì, 27 aprile 2005<br />
ANEDDOTI E PENSIERI - “ANDANTE CON SPIRITO”<br />
Mancato omicidio<br />
Rossini era sempre disponibile ad accontentare<br />
i gusti del pubblico. Valga ques’episodio, che<br />
riguarda il fi nale dell’opera Otello, in cui Desdemona<br />
viene ucciso da Otello.<br />
Il pubblico non volle saperne del fi nale tragico,<br />
e il maestro lo modifi cò, da perfetto burlone. Al<br />
momento in cui Otello alza il pugnale, Desdemona<br />
grida: “Sciagurato che fai? Sono innocente!”<br />
“Innocente?!”. Allora Otello prende per mano la<br />
calunniata sposa, e conducendola alla ribalta canta<br />
con lei il duettodell’Armida (un’opera precedente<br />
di Rossini): “Cara per te quest’anima”. Il<br />
buon umore, la digestione e il tranquillo riposo<br />
del pubblico erano salvi. Tutti applaudivano e<br />
sfollavano contenti<br />
Aristotele<br />
“Si ascolta una canzone sul fl auto con più piacere<br />
che sulla lira, perchè il canto della voce umana<br />
e del fl auto si mischiano molto bene insieme a<br />
causa della loro corrispondenza e simpatia, l’uno<br />
e l’altro infatti sono animati dal vento, ma il suono<br />
della lira non formandosi in questo modo non<br />
può associarsi altrettanto bene con la voce; e cosi<br />
dando maggiore pena ai nostri sensi, solletica<br />
molto meno”.<br />
Plutarco<br />
Il fl auto addolcisce gli spiriti, e penetra dentro le<br />
orecchie con un suono cosi grazioso che porta una<br />
tranquillità e pacifi cazione di tutti i movimenti fi n<br />
dentro l’anima, tanto che se è ancora restata nell’intendimento<br />
qualche noia, qualche cura e sollecitudine<br />
che il vino non abbia potuto cancellare e scacciare,<br />
per la grazia amabile e la dolcezza del suo canto<br />
esso l’addormenta e l’assopisce, poichè si mantiene<br />
così nella mediocrità, e non muove e non appassiona<br />
l’anima con troppi toni e passaggi, quand’essa è<br />
stemperata e facile a scivolare a causa del vino”.<br />
IL GORGHEGGIO - “VIVACE E BRILLANTE”<br />
FESTIVAL VERDI 2005<br />
Teatro Regio di Parma<br />
“ERNANI” musica di Giuseppe Verdi<br />
“AIDA” musica di Giuseppe Verdi<br />
FESTIVAL DI EDIMBURGO<br />
“DER FREISCHUTZ”<br />
di Carl Maria von Weber<br />
Scottish Chamber Orchestra<br />
Direttore, Charles Mackerras<br />
VENEZIA<br />
Teatro “La Fenice”<br />
“PIA DÉ TOLOMEI” di Gaetano Donizetti<br />
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice<br />
di Venezia<br />
Direttore, Paolo Arrivabeni;<br />
Regia, Christian Gangneron<br />
TORINO<br />
Teatro “Il lingotto d’oro”<br />
“EL RETABLO DE MAESE PEDRO”<br />
di Manuel de Falla<br />
Orchestra sinfonica nazionale della RAI<br />
direttore, Pedro Alffter Caro<br />
NAPOLI<br />
Teatro “San Carlo”<br />
“ROMEO ET JULIETTE” di Hector Berlioz<br />
Orchestra e Coro del Teatro San Carlo<br />
di Napoli<br />
direttore, Yoram David<br />
VIENNA<br />
Staatoper<br />
“FALSTAFF” di G.Verdi<br />
“SIMON BOCCANEGRA” di G. Verdi<br />
“TOSCA” di G. Puccini<br />
“ELEKTRA” di R. Strauss<br />
PARIGI<br />
Opéra de Bastille<br />
“TRISTANO E ISOLDA” di R. Wagner<br />
“BORIS GOUDONOV” di M.Musorgskij<br />
LONDRA<br />
Covent Garden<br />
“UN BALLO IN MASCHERA” di G. Verdi<br />
“MADAMA BUTTERFLY” di G. Puccini<br />
NEW YORK<br />
Metropolitan Opera House<br />
“UN BALLO IN MASCHERA”,<br />
“DON CARLO” di G. Verdi<br />
“TOSCA”, “TURANDOT” di G. Puccini<br />
“LA VALCHIRIA” di R. Wagner<br />
“DON GIOVANNI”, “IL FLAUTO<br />
MAGICO”, “LA CLEMENZA DI TITO”<br />
di W.A. Mozart<br />
“DER ROSENKAVALIER” di R. Strauss<br />
Anno 1 / n. 1 27 aprile 2005<br />
“LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina<br />
IN PIÙ, supplementi a cura di Errol Superina, progetto editoriale di Silvio Forza<br />
edizione: MUSICA<br />
Redattore esecutivo: Patrizia Venucci Merdžo / Art director: Daria Vlahov Horvat<br />
Redattore grafi co: Vanja Dubravčić<br />
Collaboratori: Fabio Vidali, Marianna Jelicich Buić, Gianfranco Miksa, Helena Labus