2. 1.2008 - Edit
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DEL POPOLO<br />
palcoscenico<br />
www.edit.hr/lavoce Anno IV • n. 1 • Mercoledì, 2 gennaio 2008<br />
Sipario<br />
UN CAFFÈ CON...<br />
Paolo Limiti<br />
LA RECENSIONE<br />
Il signor G<br />
L’una e l’altra<br />
Menopause<br />
ALFATEATRO<br />
G come...<br />
H come...<br />
Pagine 2-3<br />
Pagine 4-5<br />
Pagina 6<br />
TEATRALIA<br />
Premi al «de Zajc» Pagina 7<br />
NOTES<br />
Gennaio nelle CI Pagina 7<br />
CARNET PALCOSCENICO<br />
Il cartellone del mese<br />
Pagina 8
2 palcoscenico<br />
UN CAFFÈ CON...<br />
Paolo Limiti<br />
Paolo Limiti<br />
di Rossana Poletti<br />
La storia non è proprio così:<br />
questo programma è andato<br />
in onda ogni giorno per<br />
2 ore e 5 minuti in diretta per sei<br />
anni consecutivi, senza considerare<br />
le serate e gli spettacoli festivi<br />
che continuavo a seguire. A quel<br />
punto dissi “datemi un settimanale<br />
perché non ce la faccio più”. Del<br />
programma curavo un po’ tutto,<br />
facevo il direttore artistico seguivo<br />
gli arrangiamenti delle musiche,<br />
curavo i costumi, insomma il lavoro<br />
era pesante; tutti i giorni della<br />
settimana, sabato e domenica<br />
compresi. Fisicamente ero distrutto.<br />
Mi sentivo come se fossi sempre<br />
alle olimpiadi, per 13- 14 ore<br />
al giorno, alla mia età<br />
poi (ndr Limiti nasce a<br />
Milano nel 1940). Allora<br />
avevo in mente<br />
questo programmasettimanale<br />
e ne<br />
feci anche un<br />
numero zero. Si<br />
intitolava O.R.O.<br />
che erano le iniziali<br />
di Opera, Romanza<br />
e Operetta. Pensavo ad<br />
una sorta di Hit Parade di<br />
questo genere musicale. Non<br />
che non fossi consapevole delle<br />
diffi coltà di fare in Rai una cosa del<br />
genere. Certo non c’erano vallette,<br />
niente sederi fuori e seste misure.<br />
Ma valeva la pena tentare di pro-<br />
Loretta Goggi?<br />
Lei è una signora<br />
porre una cosa elegante, fatta con<br />
gusto. Poi è arrivato quello, non<br />
mi ricordo come si chiama, quello<br />
un po’ piccolo, con gli occhietti in<br />
fuori, che bacia tutti sulla bocca,<br />
che spacca il naso della gente con<br />
i microfoni, ah sì Noisette (ndr il<br />
riferimento è a Del Noce, direttore<br />
di Rai Uno). Ci siamo incontrati<br />
e gli ho esposto le mie idee e lui<br />
ha cominciato a fare “ahm, ahm..<br />
si, vedremo, ahm, ahm” e continuava<br />
ad ahmmeggiare tanto che<br />
pensavo gli fosse venuto un ictus,<br />
mi ha raccontato quattro panzane<br />
e la cosa è morta lì. Il rapporto<br />
si è fratturato. Il perché è presto<br />
detto. Io sono arrivato a fare<br />
questo mestiere con passione,<br />
studiando e preparandomi,<br />
ma devo comunque il mio<br />
successo al pubblico. Fino al ’96<br />
ero un normalissimo autore, scrivevo<br />
per Mina e Mike Bongiorno.<br />
Un giorno durante un programma<br />
in Rai passa un direttore di rete e<br />
mi dice, “senti quel programmino<br />
lo devi presentare tu”. Io non ero<br />
molto d’accordo perché ero timido,<br />
adesso lo sono meno… Mi dicono<br />
fai quindici giorni d’estate e<br />
Il varietà non è morto; funzionerebbe<br />
benissimo, ma non lo sanno fare.<br />
Siamo sinceri: se arriva sullo schermo<br />
una che magari ha una faccia bellina,<br />
ma fi sicamente lascia a desiderare,<br />
non sa cantare, non recita e non<br />
balla, voi cambiate canale. Il varietà<br />
ha bisogno di persone che funzionino,<br />
che facciano bene la loro parte<br />
dopo se va lo riprendiamo d’inverno.<br />
Erano delle monografi e. Accade<br />
che i primi dieci giorni non fanno<br />
grandi ascolti, tanto che decido<br />
di registrare tutte le ultime cinque<br />
puntate e andarmene in vacanza.<br />
E così accade che dopo la prima<br />
registrazione l’auditel segnala un<br />
aumento dello share da 14 a 21, il<br />
giorno dopo schizza a 25 per fi nire<br />
al 30. Mi chiamano velocemente e<br />
mi dicono di procedere fi no a dicembre,<br />
a dicembre mi chiedono di<br />
proseguire fi no a gennaio e insomma<br />
sono rimasto lì per sei anni.<br />
Il varietà?<br />
Purtroppo non<br />
lo sanno fare<br />
Sarebbe come dire che con<br />
quel programma possiamo ritenere<br />
di mettere una pietra<br />
tombale sul varietà<br />
televisivo, perché i<br />
programmi di intrattenimento<br />
che si vedono oggi in tv non hanno<br />
niente a che fare col varietà.<br />
No, il varietà funzionerebbe benissimo,<br />
ma non lo sanno fare. Siamo<br />
sinceri: se arriva sullo schermo<br />
una che magari ha una faccia bellina,<br />
ma fi sicamente lascia a desiderare,<br />
non sa cantare, non recita<br />
e non balla, voi cambiate canale.<br />
Il varietà ha bisogno di persone<br />
che funzionino, che facciano bene<br />
la loro parte. Insomma, tanto per<br />
cominciare, il mio programma ha<br />
avuto successo perché non c’erano<br />
raccomandati. Oggi non si può fare<br />
la televisione di una volta, con<br />
il varietà del sabato sera<br />
provato e riprovato<br />
tutta la settimana,<br />
ma che alla fi ne risulta paludato,<br />
ingessato. Oggi i giovani si annoierebbero<br />
a morte, c’è bisogno di un<br />
altro linguaggio, internet ha cambiato<br />
tutto. Carosello rappresentò<br />
il momento di cambio nella logica<br />
televisiva, l’esigenza di far stare i<br />
messaggi brevi ma effi cace in tempi<br />
stretti prestabiliti, costrinse ad un<br />
altro tipo di impostazione. Comunque<br />
anche a quel tempo si facevano<br />
delle porcherie, non è vero che<br />
tutto era bello e guardabile, avevamo<br />
anche noi i nostri<br />
cagnacci, ma erano<br />
pochi. Era pos-<br />
Mercoledì, 2 gennaio 2008<br />
La giornata è bella, soleggiata e tiepida per essere dicembre. Paolo Limiti arriva all’aeroporto<br />
all’ora di pranzo. C’è tutto il tempo per parlare, discutere, preparare la cerimonia in cui gli verrà<br />
consegnata la statuetta per aver vinto il Premio Internazionale dell’Operetta nella sua ventesima<br />
edizione. È simpatico, un gran chiacchierone, che personalmente considero una buona dote.<br />
Provate a stare qualche ora assieme ad uno che a malapena ti risponde con qualche monosillabo<br />
e vedrete se non è splendido avere affi anco qualcuno che ti racconta le storie della sua vita senza<br />
quasi prender fi ato, e facendoti anche divertire. A parte questo Limiti è una persona speciale,<br />
perché a differenza di quello che si vede in giro di questi tempi e soprattutto in televisione, è una<br />
persona colta, umanamente sensibile. La giornata trascorre lieta, un piatto di pesce, un bicchiere<br />
di vino, un giro per la città, vivace perché con il Natale alle porte è inevitabile che lo sia. Arriva<br />
velocemente il fatidico momento della cerimonia. La gente si accalca alla porta del Ridotto del<br />
Teatro Verdi per entrare, si spintonano, volano insulti, e allora capisci fi no in fondo che nel cuore<br />
delle persone questo signore è entrato prepotentemente e non ha intenzione di andarsene. È evidente<br />
che in quelle sue trasmissioni quotidiane Limiti donava al suo pubblico calore e gioia, che il<br />
pubblico ricambia seguendolo nei suoi spostamenti, che ormai avvengono fuori dalla tv, solo nei<br />
teatri e negli eventi esterni.<br />
Infatti, tutti si chiedono come mai “Ci vediamo su Rai Uno” programma apprezzato, seguitissimo<br />
è stato al fi ne cancellato e dopo di allora nessun altro ne è seguito.<br />
sibile che un dirigente, diciamo per<br />
simpatia, dicesse “c’è una ragazza<br />
bella alta un metro e ottanta, bionda,<br />
occhi azzurri, con un bel sederino,<br />
brava e istruita, prendiamola”.<br />
Ma era una non novantacinque. Si<br />
possono proporre quindi operette e<br />
Mike Bongiorno è una persona<br />
diffi cile con un carattere chiuso. Non<br />
prepara mai le cose. Pensate che<br />
l’unica gag che preparò fu quella<br />
di “Ahi ahi, signora mi è caduta<br />
sull’uccello”. E non era la Longari,<br />
era invece una signora di Genova<br />
che si presentava al Rischiatutto<br />
sulla materia dell’ornitologia<br />
romanze, basta farlo con qualità e<br />
con i tempi giusti, quelli di oggi, il<br />
risultato è diverso.<br />
I miei simpatici.<br />
E quelli<br />
decisamente no<br />
Torniamo alla sua trasmissione,<br />
a quella che di più l’ha fatto<br />
amare dal pubblico, perché ce ne<br />
sono state tante in realtà, come diversissime<br />
sono le attività che ha<br />
fatto nella sua lunga carriera: autore,<br />
produttore, conduttore, regista<br />
e chi più ne ha più ne metta.<br />
Parliamo delle sue tante amicizie,<br />
dei suoi ospiti, di quelli più simpatici...<br />
Alberto Sordi. A dire il vero,<br />
sono stati tutti simpatici, ma Sordi<br />
Yul Brynner,<br />
l’unico uomo<br />
che Gina<br />
Lollobrigida<br />
amò, era di<br />
un’antipatia<br />
mostruosa<br />
è un’altra cosa. A questo proposito<br />
racconto una storia. Ad un certo<br />
punto del mio programma sentii<br />
l’esigenza di suonare l’inno italiano,<br />
mi guardarono tutti con gli<br />
occhi fuori dalle orbite. Mandai a<br />
prendere la registrazione e mi portarono<br />
un pezzo in cui c’era una<br />
strofa sola. Mi dissero che l’inno<br />
era così. Capii allora che erano<br />
troppi gli anni che non si suonava<br />
più. Quando lo mandai in onda in<br />
trasmissione tutti rimasero seduti,<br />
qualcuno ridacchiava. Io che ricordavo<br />
dai tempi della scuola che<br />
l’inno nazionale si ascolta in piedi,<br />
feci alzare tutti. Successe una cosa<br />
straordinaria. L’inno fece una<br />
punta d’ascolto del cinquanta per<br />
cento. Mi arrivarono telefonate e<br />
lettere di gente convinta che questa<br />
cosa era ben fatta. Era il momento<br />
giusto, anche Ciampi co-
Mercoledì, 2 gennaio 2008<br />
Intervistai Charlton Heston quando<br />
era ormai ammalato di Alzheimer; a<br />
fi ne intervista mandò un messaggio<br />
agli amici: “Ricordatevi che se<br />
qualche volta vi incontro e non vi<br />
saluto, non è perché non lo voglio<br />
fare, ma semplicemente perché non<br />
vi ho riconosciuto. Adesso che sono<br />
ancora in grado di farlo, vi saluto<br />
tutti”. E poi è sparito.<br />
minciò a parlare di patria, io usavo<br />
questa parola perché mi piaceva,<br />
mi andava l’idea di sentire le nostre<br />
radici, amare la nostra patria.<br />
Dissi tra me e me “io la uso, pensino<br />
quello che vogliono”. Intanto<br />
fu ripristinata la festa della Repubblica<br />
del 2 giugno. In trasmissione<br />
eravamo in dubbio su chi chiamare<br />
per l’occasione: l’alternativa era<br />
tra Alberto Sordi e Raffaella Carrà.<br />
La Carrà non volle venire, probabilmente<br />
perché non conduceva lei,<br />
e sinceramente non ne ho sentito la<br />
mancanza. Accettò Sordi, andammo<br />
a cena e lì capii quanto fosse intelligente,<br />
era capace di un’attività<br />
speculativa di due marce sopra gli<br />
altri, non era un comico ma bensì<br />
un sociologo, aveva studiato e capito<br />
l’essere umano, mi raccontò di<br />
quando fece il fi lm “Un borghese<br />
piccolo piccolo” contro la pena di<br />
morte e contro la vendetta personale.<br />
Era angustiato dal fatto, diceva<br />
lui, di aver sbagliato tutto e che il<br />
pubblico non avesse capito. Con lui<br />
la trasmissione fu magnifi ca.<br />
E il personaggio più deludente?<br />
Yul Brynner. L’unico uomo che<br />
Gina Lollobrigida amò. Giravano<br />
una storia d’amore, il regista diceva<br />
stop e loro continuavano. Brynner<br />
si presentò in trasmissione e<br />
cominciò a dire “make it fast” (ndr.<br />
facciamo presto), di un’antipatia<br />
mostruosa. E poi Lauren Bacall:<br />
Anche ai tempi di Carosello si<br />
facevano delle porcherie, non è vero<br />
che tutto era bello e guardabile,<br />
avevamo anche noi i nostri cagnacci,<br />
ma erano pochi<br />
odiosa. Arrivò e la Rai la mandò<br />
a prendere con una Bentley bianca.<br />
Io personalmente le avrei mandato<br />
una bella automobile ma un po’ più<br />
discreta. L’autista l’aspettò sotto<br />
all’albergo per mezz’ora e quando<br />
lei scese disse “oh mi spiace non<br />
mi avevano avvertita”. L’usciere<br />
Nato a Milano nel 1940, Limiti debutta come<br />
creativo pubblicitario e nel 1968 fi rma una radiorivista<br />
per Elsa Merlini. Inizia qui la lunga collaborazione<br />
con Mina, che incide decine di sue canzoni, da<br />
“La voce del silenzio” a “Secundì Secundà”. Sarà,<br />
quello con la tigre di Cremona, uno stretto rapporto<br />
professionale ricco di soddisfazioni, cementato<br />
dalle tre stagioni di Radio Montecarlo e più tardi<br />
dallo strepitoso successo dello special “Viva Mina”,<br />
che spinse la Rai a produrne altri. Altrettanto profi<br />
cua è la collaborazione con Mike Buongiorno<br />
come autore di tante trasmissioni, fi no alle cinque<br />
gloriose stagioni del “Rischiatutto”. Dalla Vanoni<br />
alla Worwick, da Di Capri alla Goggi, da Al Bano a<br />
Bongusto, tutti si affi dano alla sua eccezionale vena<br />
creativa.<br />
Nel 1979 collabora con Marchesi alla rivista domenicale<br />
“Ma perché? Perché sì”. Vince la Rosa<br />
d’oro a Montreux con i numeri televisivi di “Fatti<br />
e fattacci” per Ornella Vanoni e Gigi Proietti. Cura<br />
per la Mondadori trasmissioni di successo e fi rma<br />
il primo fortunato settimanale “Guida Tv”. Inizia il<br />
rapporto con le TV commerciali e diventa direttore<br />
dei programmi di Telemontecarlo, avendo collaboratori<br />
come Walter Chiari e Gianfranco Funari. La<br />
prima sit-com italiana “Crociera di miele” con Gaspare<br />
e Zuzzurro porta la sua fi rma. Suo anche il<br />
telequiz “Un milione al secondo” con Pippo Baudo<br />
per Telequattro. Non si contano gli altri programmi<br />
Rai che produce o conduce, tra cui le “Tv Story”<br />
da Celentano alla Carrà. Per Telemontecarlo produce<br />
in Brasile una teleserie per ragazzi. Grande<br />
è il suo amore per il cinema a cui dedica eccezionali<br />
programmi, a partire da “Viva Hollywood” a<br />
cui partecipano attori come Lauren Bacall, Esther<br />
Williams e Charlton Heston. Molti anche gli special<br />
Rai sulla Callas, Villa, Battisti, la Monroe, la<br />
Lollobrigida e altre star, nonché i “Supersera” con<br />
la Taylor, la Goldberg, la Stone, Bocelli e Pavarotti,<br />
e i “Paolo Limiti Show” con Delon, la Valente, le<br />
Kessler, Ranieri e Dorelli. Per Pavarotti fi rma pure<br />
il concerto al PalaTrussardi. Ma Limiti vince anche<br />
il Golden Antenna e il Telegatto, crea “Evviva<br />
il 2 giugno” per la festa della Repubblica, è a Tori-<br />
disse che l’avevano chiamata ben<br />
quattro volte, probabilmente si<br />
stava mettendo i tiranti per tener<br />
su la faccia… Salì in macchina e<br />
disse “odio le Bentley e soprattutto<br />
se sono bianche”. Poi arrivò in<br />
Rai e prima del programma doveva<br />
fi rmare il contratto che portava in<br />
Corsa senza ostacoli<br />
un tuo fi lmato”. Mi mandò subito<br />
un bacio, entrò e disse “sono felice<br />
di essere qui”. Questa era Lauren<br />
Bacall.<br />
E poi Elizabeth Taylor. Lei è<br />
esattamente come la conosciamo.<br />
Strana. Pensate che quando venne<br />
in Italia volle che nelle cantine<br />
dell’Hotel Excelsior a Roma dove<br />
alloggiava, mettessero un allevamento<br />
di polli perché lei voleva le<br />
uova fresche di giornata, voleva vedere<br />
le galline che le facevano. Comunque<br />
magnifi ca, pensate che ha<br />
avuto 8 mariti, e affermò che voleva<br />
essere sepolta con loro, e invece<br />
li ha seppelliti tutti lei. Il primo, lei<br />
aveva appena 17 anni ed era uno<br />
splendore, poco elegantemente affermò<br />
che tutta l’America avrebbe<br />
voluto andare a letto con sua<br />
moglie e non sapeva che bastava<br />
chiedere.<br />
Con Charlton Heston ho fatto<br />
un’intervista in tv quando era ormai<br />
ammalato di Alzheimer. A conclusione,<br />
eravamo in diretta, lui<br />
mi chiese di aggiungere una cosa<br />
e disse che quella era stata la più<br />
bella intervista della sua vita. Voi<br />
direte aveva l’Alzheimer, invece io<br />
credo fosse sincero, anche se quello<br />
che mi commosse di più fu qualche<br />
tempo dopo quando andò in televisione<br />
e annunciò uffi cialmente<br />
la sua malattia. Disse che voleva<br />
mandare un messaggio ai suoi amici.<br />
“Ricordatevi che se qualche volta<br />
vi incontro e non vi saluto, non è<br />
perché non lo voglio fare, ma semplicemente<br />
perché non vi ho riconosciuto.<br />
Adesso che sono ancora<br />
in grado di farlo, vi saluto tutti”. E<br />
poi è sparito.<br />
Non manca la curiosità del<br />
pubblico di un suo commento sull’ultima<br />
diatriba televisiva, quella<br />
tra Loretta Goggi e Mike Bongiorno.<br />
Mike Bongiorno è una persona<br />
diffi cile con un carattere chiu-<br />
palcoscenico 3<br />
Lauren Bacall: odiosa. La Rai la mandò a prendere con<br />
una Bentley bianca, l’autista l’aspettò sotto all’albergo<br />
per mezz’ora e quando lei scese disse “oh mi spiace<br />
non mi avevano avvertita” ma l’avevano chiamata ben<br />
quattro volte. Salì in macchina e disse “odio le Bentley e<br />
soprattutto se sono bianche”<br />
calce il suo vero nome. Cominciò a<br />
sbraitare con la segretaria che glielo<br />
porgeva perché lì non c’era il suo<br />
nome, minacciò di strapparlo, disse<br />
che negli States aveva acquisito legalmente<br />
il suo nome d’arte e che<br />
quindi… “Va bene - dissi io - noi<br />
siamo in Italia non possiamo sapere<br />
questi particolari, comunque<br />
non fa niente o entri in scena o io<br />
racconto tutto al pubblico e mando<br />
no a presentare l’Otello, a Verona per il gala della<br />
Ricciarelli e a Firenze per il prestigioso Prix Italia<br />
della Rai. Autore di libri di ricordi e del romanzo<br />
“Bugiardo e incosciente” è giustamente considerato,<br />
per la diffusione di “Ci vediamo in Tv”, uno dei<br />
più popolari e amati personaggi italiani all’estero.<br />
Due anni fa con Mara Venier conduce “Domenica<br />
in” su Rai Uno confermando il suo ruolo centrale<br />
nel mondo televisivo. Si deve infatti a Limiti una<br />
serie di trasmissioni di grande successo, di cui non<br />
si sono mai chiariti i motivi dell’abbandono, dove<br />
sono stati rievocati i momenti gloriosi dell’operetta,<br />
della commedia musicale e del musical in una<br />
brillante e melodiosa serie di esibizioni, che hanno<br />
visto cimentarsi personaggi celebri dello spettacolo,<br />
giunti anche da Oltreoceano, e mettersi in luce nuovi<br />
e valenti artisti, da Angiolillo alla Taigi, da Terranova<br />
alla Villa, da Binetti alla Mattera. Davanti agli<br />
occhi dei telespettatori, Limiti ha rievocato i grandi<br />
autori di ogni epoca, dall’operetta italiana a Lehár,<br />
da Kálmán a Herbert, da Kern a Weill, da Rodgers<br />
a Porter, fi no ad anticipare gli ultimi successi<br />
di Broadway e di Londra, da “Aida” a “The Producers”<br />
e a “Re Leone”, compresi i nostri trionfi ,<br />
da Garinei e Giovannini a “Notre Dame de Paris”<br />
di Cocciante, fi no a gioielli a noi sconosciuti, come i<br />
“Fantasticks”, o dimenticati come “Wunder Bar”.<br />
Grazie a Limiti, la TV italiana è stata per lungo<br />
tempo all’avanguardia in un settore così importante<br />
e oggi tanto trascurato, poiché ogni performance,<br />
spesso splendidamente coreografata,<br />
veniva arricchita dal suo inesauribile bagaglio di<br />
cognizioni e di aneddoti, anche cinematografi ci,<br />
come per Noël Coward. Basterebbero queste trasmissioni,<br />
da “Ci vediamo in TV” a “Alle due su<br />
Raduno”, a giustifi care largamente l’assegnazione<br />
del premio, ma c’è nella sua carriera molto di più,<br />
a partire da commedie musicali come “L’ora della<br />
fantasia” per Baudo e la Mondaini, a “Biondissimamente<br />
tua” sulla vita di Wanda Osiris, dalle<br />
canzoni di “Victor Victoria” per Sandro Massimini<br />
al melodramma “La zingara guerriera” assieme<br />
a Luigi Nicolini, fi no al musical “Carmen Pop”<br />
con Cecilia Gasdia.<br />
so. Non prepara mai le cose, e<br />
quindi sicuramente non l’ha fatto<br />
apposta. Pensate che l’unica gag<br />
che preparò fu quella di “Ahi<br />
ahi, signora mi è caduta sull’uccello”.<br />
E non era la Longari, era<br />
invece una signora di Genova<br />
che si presentava al Rischiatutto<br />
sulla materia dell’ornitologia.<br />
Pensate che a quel tempo in<br />
Rai vigeva la censura stretta. Comunque<br />
nel caso della Goggi, lei<br />
era stata chiamata a copresentare<br />
con Mike Bongiorno il programma<br />
di Miss Italia. Doveva<br />
lavorare alla pari con lui. Poi la<br />
Goggi è una signora. Avrebbero<br />
dovuto entrare in scena assieme.<br />
Elizabeth Taylor è esattamente come<br />
la conosciamo. Strana. Comunque<br />
magnifi ca: ha avuto 8 mariti, e<br />
affermò che voleva essere sepolta con<br />
loro, e invece li ha seppelliti tutti lei<br />
Oppure Mike doveva presentarla<br />
subito. Lui non sapeva che la<br />
Rai gli aveva piazzato lì un collegamento<br />
con Fiorello. Bastava<br />
che lo fermasse un attimo dicendo<br />
“fermo là Fiorello che sta entrando<br />
Loretta Goggi” e poi bla,<br />
bla andare avanti assieme in tre,<br />
magari con qualche imitazione di<br />
lei e Fiorello. Lei si è arrabbiata<br />
molto, giustamente, perché come<br />
dice sempre, non ha bisogno della<br />
televisione. Ci sono personaggi<br />
come Baudo, che vivono per<br />
quella lucetta rossa, se la porterebbero<br />
anche in bagno. Per Loretta<br />
non è così: lei ne può fare<br />
a meno, ci sono altre cose, tante<br />
da fare, lei è come me. Ha fatto<br />
bene ad andarsene arrabbiata, io<br />
avrei fatto di peggio.<br />
E per fi nire, Trieste.<br />
Sì, a Trieste mi fermai brevemente<br />
qualche anno fa di ritorno<br />
da Abbazia, ma non ebbi tempo per<br />
vederla bene. Oggi ho girato molto,<br />
la giornata era splendida e ho<br />
visto una città bellissima. Volevo<br />
andare a San Giusto perché quando<br />
torno a Milano chiamo Nilla<br />
Pizzi, ricordate la sua canzone<br />
Vola colomba, e le dico che sono<br />
stato a vedere il Campanon.
4 palcoscenico<br />
Mercoledì, 2 gennaio 2008 Mercoledì, 2 gennaio 2008<br />
Un certo signor G L’una e l’altra<br />
Menopause, The musical<br />
Libertà è partecipazione. Credo<br />
Personalmente ho sempre amato Giorgio Gaber,<br />
per quella sua capacità di essere critico senza<br />
essere acrimonioso; di essere contro, coinvolgendo<br />
e portando tutti nel suo mondo di canzoni che,<br />
in un virtuale collage, costituiscono un manifesto<br />
alla vita, o meglio, per la vita. L’ultima sua tournée<br />
fu un grande successo e contribuì fortemente<br />
a far sì che lo rimpiangessimo ancora più dolorosamente<br />
quando scomparve prematuramente.<br />
Erano gli anni Novanta, verso la fi ne, quando la<br />
politica e la società mostravano sempre più visibilmente<br />
lacerazioni e contrasti violenti sul niente,<br />
l’assenza di etica e morale. La televisione, a cui<br />
Gaber aveva voltato le spalle già da tanto, cadeva<br />
sempre più in basso nella rincorsa alla volgarità.<br />
E lui arrivava in scena, davanti a platee sempre<br />
stracolme, cantando “Ma cos’è la destra cos’è<br />
la sinistra... L’ideologia, malgrado tutto credo<br />
ancora che ci sia, è la passione, l’ossessione della<br />
tua diversità che al momento dove è andata non si<br />
sa.”. Un inno di denuncia per il vuoto che le idee,<br />
se c’erano, rappresentavano e però anche la speranza<br />
che la passione degli uomini tornasse a farsi<br />
vedere da qualche parte.<br />
Attore, autore teatrale, uomo di cultura ma soprattutto<br />
uno spirito libero e critico che ha sempre<br />
affrontato con ironia, intelligenza e lucidità le<br />
contraddizioni del nostro tempo, sia quelle di carattere<br />
personale che quelle di carattere sociale, si<br />
esprimeva da cantautore nei teatri con il semplice<br />
intento di insinuare il “dubbio” in chi l’ascoltava.<br />
Pensavo che non avrei mai più rivissuto l’emozione<br />
della sua ultima esibizione e invece è riaccaduto<br />
assistendo allo spettacolo “Un certo Signor G”<br />
che Neri Marcorè assieme a due valenti musiciste<br />
Gloria Clemente e Vicky Schaetzinger sta portando<br />
in giro e in questi giorni è approdato al Rossetti<br />
di Trieste. Marcorè è noto ai più nei<br />
panni del comico, ultimamente ha condotto<br />
qualche intelligente programma<br />
di cultura alla televisione, è un attore<br />
affermato, ma non avrei mai pensato<br />
che reggesse benissimo i panni<br />
di Gaber. Intendiamoci Giorgio Gaber<br />
è inimitabile, lui era<br />
amaro pur riu-<br />
scendo ad insinuare un bagliore ottimistico che<br />
invadeva e sfumava quel sentimento negativo.<br />
A Marcorè questa qualità è preclusa, ma ciò<br />
non toglie che in scena spiega in musica, cantando,<br />
recitando e suonando la chitarra, tutto il gaber-pensiero,<br />
facendo divertire e rifl ettere un pubblico<br />
grato. E attraverso le più famose canzoni<br />
“L’ingranaggio”, “C’è un’aria” e “L’odore” incomincia<br />
a descrivere l’uomo vittima di un meccanismo<br />
che lo stritola, di un consumismo che lo invoglia<br />
ad avere sempre di più, a non accontentarsi<br />
mai, perdendo il senso e il valore delle cose, di una<br />
società alla mercè dell’informazione costruita a<br />
tavolino, sempre uguale, tanto da fargli dire “Lasciateci<br />
il gusto dell’assenza, lasciatemi da solo<br />
con la mia esistenza che se mi raccontate la mia<br />
vita di ogni giorno fi nisce che non credo neanche<br />
a ciò che ho intorno”.<br />
Di questo uomo, ne “La nave” è racchiusa la<br />
sua più brutale descrizione. La nave è come la<br />
vita, canta, ma sulla nave ci sono “prima classe,<br />
seconda classe, terza classe e poi i disoccupati,<br />
gli extracomunitari, gli albanesi, gli slavi…<br />
una battaglia che cresce: quelli di prima vomitano<br />
su quelli di seconda, quelli di seconda su quelli<br />
di terza. Lo scontro è sfrenato, violento, la gente<br />
rimanda, reagisce, boccheggia…. Quelli di sopra<br />
hanno la meglio, si sporgono per vomitare, una<br />
vera cascata… la nave è tutta piena… Avanti,<br />
avanti, avanti, si può spingere di più insieme nella<br />
vita a testa in su”. E poi l’amore ne “Il narciso”,<br />
in “Quando sarò capace di amare” e nel “Il<br />
dilemma”, divertente ma anche doloroso dilemma<br />
sulla incomprensione tra uomo e donna, condannati<br />
a far sesso senza sapere se si amano, fi no a<br />
fargli dire che “se vuoi rovinare un’amicizia facci<br />
l’amore”. E poi la società, la dittatura e la democrazia,<br />
ma quale democrazia. Nelle canzoni<br />
“Si può”, “Io non mi sento italiano”,<br />
“Quello che perde i pezzi” e “Se<br />
ci fosse un uomo”, dalla spietata<br />
analisi della realtà che gli fa dire<br />
“sono una merda, ma per un momento<br />
ho avuto paura di non essere<br />
neanche una merda” poche<br />
speranze restano per noi mortali<br />
destinati a vivere su questa terra.<br />
Ma basta il ritornello, cantato<br />
tra i bis richiesti e applauditi,<br />
“la libertà non<br />
è star sopra un albero<br />
non è neanche un gesto<br />
o un’invenzione<br />
la libertà non è uno<br />
spazio libero, libertà<br />
è partecipazione”<br />
per farci riandare<br />
agli anni in cui veramentepensavamo<br />
che per avere<br />
la democrazia bastasse<br />
molto poco,<br />
ce ne siamo illusi;<br />
chissà all’inizio<br />
si è illuso anche<br />
Gaber. Oggi<br />
Marcorè ci ha<br />
raccontato un’altra<br />
storia, quella di<br />
un uomo che vedeva<br />
troppo bene dentro il<br />
mondo, aveva capito tutti gli inganni<br />
e le trappole, cercava ferocemente<br />
la sua semplicità, come<br />
l’unica forma per liberarci da<br />
quella cupola di oppressione che ci<br />
stritola giorno dopo giorno. Lo faceva<br />
con la leggerezza di una canzone<br />
e con il ritmo di una ballata senza<br />
tempo. (rp)<br />
E l’altro e i fi gli...<br />
di Rossana Poletti<br />
Trieste. Politeama Rossetti.<br />
Ogni tanto, soprattutto quando<br />
la frequentazione teatrale è assidua<br />
e costante, si sente l’esigenza<br />
di assistere a spettacoli scritti<br />
da autori contemporanei. Basta<br />
con i soliti classici! si è portati a<br />
pensare; e giustamente visto che<br />
la fantasia dei registi e produttori<br />
di questi tempi spesso non è<br />
fervida. Quanti Amleti, Antigoni<br />
e Pirandelli, Shakespeare, Goldoni,<br />
e l’elenco potrebbe allungarsi<br />
inutilmente, abbiamo visto<br />
più e più volte nella nostra vita<br />
a teatro. Poi ogni tanto, come<br />
è successo l’anno scorso con<br />
“Processo a Dio” protagonista<br />
Ottavia Piccolo, abbiamo la fortuna<br />
di assistere a un bel testo<br />
nuovo, originale, ben scritto, ben<br />
rappresentato e allora il nostro<br />
cuore si apre alla speranza. La<br />
mente sviluppa velocemente pensieri<br />
ed elaborazioni impreviste,<br />
guarda al palcoscenico con quel-<br />
presto nuovi stimoli. Ma poi capita,<br />
come questa volta, che sul<br />
palcoscenico approdi uno degli<br />
ultimi scritti di Botho Strauss,<br />
del 2005, e allora le valutazioni<br />
sono diverse.<br />
Di lui si scrive sulla Garzantina<br />
e su Wikipedia: “nato a<br />
Naumburg nel 1944. Tema centrale<br />
della sua opera è la frustrazione<br />
del desiderio di contatto<br />
umano a causa di una nevrotica<br />
incapacità di comunicazione.<br />
Esso si realizza nei primi drammi<br />
attraverso una vena grottesco-surreale<br />
che sovrappone psicoanalisi<br />
e letteratura di consumo:<br />
Gli ipocondriaci (1972), Volti<br />
noti, sentimenti misti (1974).<br />
Con Trilogia del rivedersi (1976),<br />
Kalldewey: farsa (1981), e Il parco<br />
(1983), il mondo poetico di<br />
Strauss acquista maggiore concretezza<br />
psicologica. Il linguaggio<br />
si fa ricco di sfumature e allusioni<br />
letterarie. Altri romanzi<br />
e racconti sviluppano in variazioni<br />
sempre nuove la perdita di<br />
un rapporto signifi cativo con la<br />
realtà, che coincide con la dissoluzione<br />
della propria identità”.<br />
Allora uno potrebbe obiettare<br />
che letto questo non ci si può<br />
aspettare niente di allegro. Ma<br />
tra il non allegro e l’ossessivo,<br />
frantumato, “schizzato”, maniacale…<br />
passa una bella differenza.<br />
Se ad aggravare la già tragica<br />
situazione del testo ci si mette lo<br />
zampino del regista (Cesare Lievi),<br />
che evidentemente non manca<br />
del suo, la frittata è fatta. Vi<br />
basti sapere che a teatro, su una<br />
platea di circa mille persone ne<br />
restavano in sala all’inizio del<br />
secondo tempo poco più di duecento.<br />
Personalmente mi rifi uto<br />
di pensare che settecento e più<br />
persone siano tutte defi cienti. La<br />
storia è di quelle grottesche e paradossali,<br />
che non stupiscono ai<br />
giorni nostri. Una donna, Insa,<br />
contende all’altra, Lissie, il marito,<br />
entrambe fanno con l’uomo<br />
un fi glio, la ragazza Elaine e il<br />
ragazzo Timmi. L’uomo scompare<br />
abbandonando entrambe.<br />
I due fi gli non sanno l’uno dell’esistenza<br />
dell’altra, si conoscono<br />
e per ironia della sorte si<br />
innamorano, sconfi nando nel-<br />
il bicchiere in mano, recrimina<br />
e cerca invano ciò che non ha e<br />
probabilmente non ha mai avuto.<br />
Lissie la insegue a metà strada<br />
tra fenomeno da baraccone<br />
e da centro d’assistenza sociale.<br />
Per non dire di Elaine, macabra<br />
masochista, che lambisce il sogno<br />
di una crocifi ssione, messa<br />
in atto sulla scena con una crudeltà<br />
e freddezza senza appello.<br />
C’è un tentativo di usare umorismo<br />
e ironia per “alleggerire il<br />
clima”, ma è inutile, anzi probabilmente<br />
controproducente. La<br />
vita di Botho Strauss è solo disperazione,<br />
dramma, solitudine,<br />
incomprensione. Per fortuna,<br />
per quanto dura sia la realtà non<br />
è proprio così.<br />
Il lavoro, prodotto dal Teatro<br />
Stabile di Brescia, si avvale della<br />
recitazione di Paola Mannoni e<br />
Ludovica Modugno (a loro si aggiungono<br />
Leonardo De Colle e<br />
Paola Di Meglio nel ruolo rispettivamente<br />
di Timmi e Elaine);<br />
da citare perché molto effi caci<br />
le luci spiazzanti di Gigi Saccomandi<br />
e le scene di Margherita<br />
Palli, con i loro tagli e frammentazioni<br />
rendono il senso dello<br />
spettacolo ancor più vicino alla<br />
realtà dell’autore.<br />
Unite da scomode vampate<br />
Donne di tutto il mondo… unitevi? Grazie, abbiamo<br />
già dato. Bionde, more, rosse, longilinee,<br />
oversize, intellettuali, casalinghe, innamorate, illuse,<br />
deluse, ci accomuna la menopausa. Sì, quella<br />
stagione di repentini sbalzi di umore, sudate anche<br />
davanti ad un frigorifero; la stagione che introduce<br />
all’autunno…ehi, ehi, ehi, autunno un corno! Andiamoci<br />
piano. Potrebbe essere un inizio, no? Chi<br />
l’ha detto che per forza di cose deve essere un mezzo<br />
(se non di più) dramma? Ma prendiamo la faccenda<br />
con un po’ di fi losofi a! Ridiamoci su. Tanto, con gli<br />
sbalzi d’umore, tra un attimo ci lacrimeremo su.<br />
Ridiamoci e ragioniamoci su, intanto, con “Menopause.<br />
Il musical”, da un’idea dell’americana<br />
Jeanie Linders e riadattato per questa parte dell’oceano<br />
da Manuela Metri, Antonella Laganà e<br />
Paola Tiziana Cruciani.<br />
Lo spettacolo è andato in scena sui più importanti<br />
palcoscenici d’Italia riscuotendo un successo<br />
a cinque stelle.<br />
La storia coinvolge una casalinga, una manager,<br />
un’attrice di soap e una sessantottina, quattro<br />
donne apparentemente molto diverse tra loro, ma<br />
con qualcosa in comune: la menopausa della quale<br />
dicevamo. Donne interpretate da Marisa Laurito,<br />
Fioretta Mari, Marina Fiordaliso e Manuela Metri<br />
L’attrice, Marina Fiordaliso, è una donna attraente,<br />
dal fi sico palestrato, con una maniacale<br />
cura di sé. Da anni, davanti alla telecamera interpreta<br />
il ruolo di un’ingenua ragazza in una famosa<br />
soap opera, anche se ha oltrepassato l’età<br />
per essere credibile. Perennemente in lotta contro<br />
l’avanzare degli anni, punta tutto sull’aspetto<br />
esteriore, oscillando tra la frustrazione e la paura.<br />
Marisa Laurito impersona la tipica casalinga<br />
del sud, formosa, impacciata, goffa, dal gusto provinciale.<br />
Arriva a Roma (dove si svolge l’azione)<br />
al seguito del marito che partecipa ad una convention,<br />
con la speranza che la breve vacanza lontano<br />
da casa riporti un po’ di romanticismo nel<br />
suo matrimonio e soprattutto una ventata di vitalità<br />
tra le lenzuola.<br />
Manuela Metri è “fi glia dei fi ori”, sopravvissuta<br />
ai turbolenti anni ‘60-’70, salutista, vegana, erborista<br />
e astrologa; vive in una fattoria-comunità<br />
della Toscana, con il suo compagno. Un po’ abbondante,<br />
senza preoccupazione per il suo aspetto<br />
fi sico, è alla ricerca di una serenità e di un equilibrio<br />
interiore; semplice, diretta, affettuosa, ha<br />
sempre con il sorriso sulle labbra.<br />
Fioretta Mari è la donna-manager, ambiziosa e<br />
arrabbiata, in eterno confronto con gli uomini per<br />
la supremazia professionale, ha scelto la realizzazione<br />
nel lavoro castigando gli affetti familiari (la<br />
fi glia e la madre).<br />
Le quattro donne che più diverse non si piò, si<br />
incontrano al reparto lingerie della Rinascente di<br />
Roma. Tutte hanno l’età nella quale non si chiede<br />
più l’età, qualcuna veste taglie che non è lecito<br />
dichiarare e soffrono di quelle imbarazzanti condizioni<br />
regalate da vampate, ormoni impazziti, sudorazioni<br />
notturne. Comune denominatore di 72 milioni<br />
di donne europee e 42 milioni negli Stati Uniti.<br />
Donna signifi ca, spesso, antagonista, concorrenza,<br />
ma la menopausa appiana questi potenziali rischi;<br />
alla base di molte amicizie e altrettante complicità<br />
c’è la menopausa. Tra reggiseni e mutandine in<br />
saldo, nasce la complicità che le porterà a raccontare<br />
le loro storie e il loro modo di vivere la condizione.<br />
E così cambiano: l’attrice sul viale del tramonto<br />
imparerà che la bellezza va oltre l’aspetto fi sico,<br />
spesso menzognero; la sessantottina capirà di amare<br />
e di essere amata, di avere cioè qualcosa che attrae<br />
la gente. La manager capirà che potrà controllare<br />
gli affari ma che gli ormoni sfuggono al suo<br />
polso: potrà, nell’evenienza, usarli per stare meglio.<br />
La casalinga, un po’ in fuga dal ruolo tradizionalista<br />
di madre e moglie capirà che appunto in questi<br />
stanno la sua forza e la sua realizzazione.<br />
E vissero a lungo serene e felici. Beh, perchè<br />
no? In fondo, per vivere bene basta essere se stessi.<br />
Per “Menopause”, Vincenzo Incenzo e Tony<br />
Fornari hanno riscritto, in modo dissacratorio e<br />
originale, alcuni grandi successi pop e melodici, italiani<br />
e internazionali, dagli anni Sessanta agli Ottanta:<br />
“Maledetta primavera” di Loretta Goggi diventa<br />
“Maledetto climaterio”, “La Bamba” dei Los<br />
Lobos diventa “La Vampa”, “Only you” dei Platters<br />
“Soltanto tu mi infi ammi sempre più”, “Sentimental”<br />
di Wanda Osiris “Ormoni adieu”, “Night Fever”<br />
dei Bee Gees “Suderai”.<br />
Ottima introduzione il fi lmato iniziale, con interviste<br />
realizzate per strada, a donne e uomini: la prova<br />
provata che c’è poca informazione sul tema della<br />
menopausa, delle sue conseguenze, dei sintomi. Per<br />
non dire della terminologia scientifi ca che la caratterizza.<br />
“Lei è in menopausa?”, la domanda fatta ad<br />
un uomo. Risposta: “Sì, certo”. Ancora: “Che cos’è<br />
il climaterio?”. Sentite qua: “Una medicina”. Gli<br />
estrogeni, invece, “Malattie gravissime”. (ro)<br />
5
6 palcoscenico<br />
«G «G come...» come...»<br />
ALFATEATRO Personaggi del palcoscenico dall’A alla Z<br />
...Giulietta<br />
Giulietta nasce nobile, nella famiglia<br />
dei Capuleti di Verona. Potrebbe avere vita<br />
facile, considerate le premesse, invece, il<br />
destino vuole condirle la vita di guai. E che<br />
guai! Di tutti i giovani di belle speranze, il<br />
cuore della ragazza se ne infi schia e vola<br />
dritto dritto ... dove non dovrebbe: in casa<br />
Montecchi, nemica dei Capuleti, e si mette<br />
nelle mani di Romeo. Non può essere che<br />
tragedia. I due giovani si sposano segretamente<br />
e potrebbero anche attendere che<br />
le cose tra famiglie si mettano a posto, ma<br />
Romeo durante una lite uccide il cugino di<br />
Giulietta Tebaldo, ed è bandito. Frate Lorenzo,<br />
che ha sposato i due, dà a Giulietta<br />
una pozione che la rende come morta<br />
in modo che poi Romeo possa portarla via<br />
dalla cripta e fuggire con lei a Mantova.<br />
L’uomo, purtroppo, non sa niente del trucco<br />
e credendo morta Giulietta si avvelena.<br />
Svegliatasi e visto Romeo morto, Giulietta<br />
si uccide con il suo pugnale.<br />
Povera Giulietta, condannata dall’amore.<br />
Cosa farebbe, oggi, una Giulietta in<br />
jeans? Innamorata di un uomo vietato,<br />
potrebbe sbattere le porte di casa (e così<br />
farebbe il suo lui), assieme prenderebbero<br />
una stanza o una garconniere in affi tto<br />
e le famiglie se la vedano un po’ come vogliono.<br />
Insomma, piuttosto che morire per<br />
amore, per amore preferirebbe vivere.<br />
«H «H come...» come...»<br />
...Holmes, Sherlock<br />
"Il suo sguardo era acuto e penetrante;<br />
e il naso sottile aquilino conferiva alla sua<br />
espressione un'aria vigile e decisa. Il mento<br />
era prominente e squadrato, tipico dell'uomo<br />
d'azione. Le mani, invariabilmente macchiate<br />
d'inchiostro e di scoloriture provocate dagli<br />
acidi, possedevano un tocco straordinariamente<br />
delicato, come ebbi spesso occasione di<br />
notare quando lo osservavo maneggiare i fragili<br />
strumenti della sua fi losofi a", così il dottor<br />
Watson descrive l'investigatore del 221B<br />
di Baker Street. Investigatore-investigatore:<br />
con conoscenza di un'infi nità di materie, ma<br />
soprattutto dell'animo umano, della psicologia,<br />
della mente. Spirito deduttivo da vendere,<br />
insomma (ma anche un po' antipatico, forse<br />
proprio per questo. Povero Watson, messo in<br />
croce da un mare di "Elementare, mio caro<br />
Watson", come dire "ma che sei sc...? mio<br />
caro ecc. ecc.). Eppure, ha ragione, "eliminato<br />
l'impossibile, ciò che resta, per improbabile<br />
che sia, deve essere la verità".<br />
...Gonerilla<br />
Un ricco proprietario di,<br />
beh, fa lo stesso... banca,<br />
fabbriche...insomma, un bell’impero;<br />
un paio di fi glie interessate<br />
a questo stesso impero<br />
e quindi in concorrenza, bugie,<br />
intrighi, veleni, sangue. Una storia<br />
moderna. Sì, questi sarebbero<br />
gli ingredienti oggi, ambientazione<br />
metropolitana e via di<br />
seguito, ed ecco un bel dramma<br />
in equilibrio precario sull’orlo<br />
della tragedia. Metiamo che il<br />
padre, invece di reggere le sorti<br />
di un impero fi nanziario regga<br />
le sorti di un impero e basta,<br />
mettiamo che sia re, che si chiami<br />
Lear, che le fi glie si chiamino<br />
una Gonerilla, una Regana,<br />
una Cordelia. Insomma, Shakespeare<br />
e “Re Lear”. Gonerilla<br />
(ma del resto nemmeno Cordelia)<br />
non ci fa una bella fi gura:<br />
sposa del Duca di Albany (non<br />
Mercoledì, 2 gennaio 2008<br />
è peccato, ma comunque lo critica<br />
e sopporta per la sua “gentilezza<br />
lattiginosa” e l’uomo fi nisce<br />
per rivoltarsene contro), con<br />
false attestazioni di amore “liscia”<br />
il padre-re peravere i suoi<br />
beni, ma poi lo tradisce e cospira<br />
contro di lui insiema alla sorella<br />
Regana. Un po’, Lear se<br />
l’è cercata: “Quale di voi dovrò<br />
dire che mi ama di più?”, chiede<br />
per decidere la divisione del regno.<br />
Per la calcolatrice Gonerilla<br />
(e l’uguale Regana), il fi schio<br />
d’inizio della corsa al potere.<br />
Innamorata, ancora in concorrenza<br />
con la sorella, del malvagio<br />
Edmund (un perfetto trio<br />
amoroso-calcolatore) cavalca la<br />
sua freddezza e cattiveria fi nchè<br />
i suoi intrighi vengono scoperti.<br />
Avvelena la sorella - rivale in<br />
amore e poi, sconfi tta su tutti i<br />
fronti si uccide.
Mercoledì, 2 gennaio 2008<br />
palcoscenico 7<br />
TEATRALIA<br />
Premi al «de Zajc»<br />
Premi al «de Zajc»<br />
Fine Anno con riassunto,<br />
si potrebbe dire, in casa<br />
“De Zajc”, anzo di più:<br />
tradizionalmente il teatro chiude<br />
con il conferimento dei premi<br />
ai migliori in varie categorie.<br />
Premi come tradizione e<br />
per la tradizione, in quanto intitolati<br />
a persone e personaggi<br />
che hanno fatto la storia teatrale<br />
di Fiume.<br />
Vediamo: “Premio Đuro<br />
Rošić” al miglior spettacolo,<br />
“Premio Zlata Nikolić” alla migliore<br />
attrice, “Premio Raniero<br />
Brumini” al miglior attore,<br />
“Premio Boris Papandopulo”<br />
per il Balletto; “Premio Olga<br />
Orlova” per la miglior ballerina.<br />
Miglior spettacolo della stagione<br />
2006/07, e quindi “Premio<br />
Đuro Rosić”, “Le polygraph”<br />
di Robert Lepage e Marie<br />
Brassard per la regia di Dino<br />
Mustafi ć.<br />
A Mirko Soldano il “Premio<br />
Raniero Brumini” al miglir attore.<br />
L’attore del Dramma Italiano<br />
ha avuto il riconoscimento per il<br />
ruolo di Polan ne “Dramma Italiano<br />
- La casa dei fi ori che volano”<br />
di Edoardo Erba.<br />
Il “Premio Zlata Nikolić” è<br />
andato a Olivera Baljak per l’interpretazione<br />
di Ana ne “Ničiji<br />
sin” (Figlio di nessuno) di Mate<br />
Matišić.<br />
Triennali i premi nella categoria<br />
Balletto.<br />
A “Circus Primitif Balet” di<br />
Staša Zurovac il “Premio Boris<br />
Papandopulo”. Il “Premio Speciale<br />
Boris Papandopulo” per il<br />
2007 è stato assegnato a “Three<br />
songs” (Tre canzoni) realizzato<br />
in collaborazione con la Biennale<br />
di musica di Zagabria ed il<br />
Balletto teatro di Torino.<br />
Il “Premio Olga Orlova” per<br />
il balletto nella miglior interpretazione<br />
femminile e maschile è<br />
andato rispettivamente a Sabina<br />
Voinea e Andrei Köteles.<br />
Il Premio ‘’Raniero Brumini’’<br />
per il miglior attore è andato<br />
a Mirko Soldano per il ruolo<br />
di Polan ne “Dramma Italiano -<br />
La casa dei fi ori che volano”.<br />
Nella motivazione si legge<br />
che Mirko Soldano, non solo<br />
interpreta Polan, ma con la<br />
sua bravura e abilità interpretative<br />
“è Polan”: confuso e timido,<br />
con calore e sensibilità<br />
misti a momenti di umorismo,<br />
rompe le barriere psicologiche<br />
e di comunicazione con Elsa<br />
ed entra nel suo mondo, meglio,<br />
fa ritornare lei nel mondo<br />
che le appartiene. Mirko Soldano<br />
conduce il gioco della<br />
comunicazione con sottigliezza,<br />
risaltando il momento verbale<br />
ma al contempo riesce a<br />
smitizzare l’handicap (Elsa è<br />
afasica): l’incapacità di verbalizzare<br />
non deve per forza renderci<br />
incapaci di comunicare.<br />
Polan che aiuta, che tende la<br />
mano, diventa, via via che la<br />
storia si dipana, l’uomo che<br />
ha bisogno di aiuto e che cerca<br />
una mano. Polan è l’uomo<br />
dal passato che si vorrebbe dimenticare;<br />
la disponibilità,<br />
il calore, l’ingenuità iniziale<br />
diventano delusione, dolore,<br />
fragilità. Polan è tutto questo.<br />
Soldano è tutto questo.<br />
“Questo bel riconoscimento<br />
è il risultato di un lungo e<br />
generoso lavoro tra la Compagnia<br />
del Dramma Italiano,<br />
Edoardo Erba, Lorenzo Loris e<br />
tutto lo staff. Riconosco a questo<br />
lavoro un valore civile e<br />
culturale di grande importanza<br />
e devo al personaggio di Polan<br />
un punto di svolta nel mio percorso<br />
artistico e nella mia tecnica<br />
attoriale... Spero che l’apprezzamento<br />
per questo lavoro<br />
possa tradursi in una maggiore<br />
visibilità di questo spettacolo<br />
in Croazia e in Italia” - ha<br />
scritto Mirko Soldano, impossibilitato<br />
a ritirare il premio di<br />
persona poichè impegnato con<br />
una tournèe in Italia.<br />
NOTES<br />
Gennaio nelle CI<br />
A cura di Daniela Rotta Stoiljković<br />
CI DIGNANO<br />
5 gennaio ore 19,30 Brindisi di Capodanno<br />
CI FIUME<br />
13 gennaio ore 19 concerto del Collegium Musicum Fluminense,<br />
al Museo di storia della marineria. Si esibiscono Ingrid Haller (soprano),<br />
Vanja Zelčić (soprano), Kristina Kolar (mezzosoprano), Robert<br />
Kolar (baritono). In repertorio arie dal “Rinaldo” di G.F.Handel.<br />
Ospiti della serata i solisti della Cappella Savaria (Ungheria)<br />
14 gennaio ore 20 concerto dei solisti della “Fratellanza”<br />
CI PIRANO<br />
7, 14, 21 e 28 gennaio ore 17 L’ora della fi aba<br />
17 gennaio ore 18 nella Sala delle vedute, Saggio con gli allievi<br />
del corso di pianoforte
8 palcoscenico<br />
CARNET PALCOSCENICO rubriche a cura di Carla Rotta<br />
TEATRO Il cartellone del mese<br />
IN CROAZIA<br />
Teatro Nazionale Ivan de Zajc - Fiume<br />
9, 10 e 11 gennaio ore 19,30<br />
Romeo e Giulietta balletto<br />
di S. Prokofjev. Coreografi a<br />
e regia Staša Zurovac. Dirige<br />
Nada Matošević. Interpreti Laura<br />
Popa, Cristina Lukanec, Sabina<br />
Voinea, Andrei Köteles, Leonid<br />
Antontsev, Staša Zurovac,<br />
Tomaš Danielis, Roberto Pereira<br />
Barbosa Junior, Ashatbek<br />
Yusupzhanov, Alen Nezirević<br />
13 e 14 gennaio ore 19,30<br />
Le nozze di sangue di F.G.<br />
Lorca. Regia Damir Zlatar Frey.<br />
Interpreti <strong>Edit</strong>a Karađole, Leonora<br />
Surian, Olivera Baljak,<br />
Andreja Blagojević, Ana<br />
Kvrgić, Anastazija Balaž Lečić,<br />
Biljana Torić, Alen Liverić, Adnan<br />
Palangić, Luka Peroš, Alex<br />
Đaković, Predrag Sikimić, Sabina<br />
Salamon, Tanja Smoje, Dmitri<br />
Andrejćuk, Svebor Zgurić,<br />
Alen Nezirević, Ashatbek Yusupzhanov<br />
16, 17, 18, 21, 22 e 23 gennaio<br />
ore 19,30<br />
Ero, il fi danzato caduto dal<br />
cielo di Jakov Gotovac. Regia<br />
Krešimir Dolenčić. Interpreti<br />
Ivica Čikeš, Siniša Štork, Nelli<br />
Manuilenko, Anđelka Rušin,<br />
Valentina Fijačko, Vedrana<br />
Šimić, Olga Šober, Miljenko<br />
Teatro cittadino - Pola<br />
Non pervenuto<br />
IN SLOVENIA<br />
Đuran, Damir Fatović, Janez<br />
Lotrič, Mirko Čagljević, Robert<br />
Kolar, Marko Fortunato, Marijana<br />
Radić, Antonio Haller<br />
19 gennaio ore 20<br />
Ventaglio d’arpe concerto di<br />
arpe dell’orchestra di Udine<br />
21 gennaio ore 11 e 12; 22,<br />
23, 24 e 25 gennaio ore 20 - FI-<br />
LODRAMMATICA<br />
Bonaventura veterinario<br />
per forza di Sergio Tofano. Regia<br />
Giorgio Amodeo<br />
31 gennaio ore 19,30<br />
Nunsense musical di Dan<br />
Goggin<br />
Teatro cittadino - Capodistria<br />
7 e 10 gennaio ore 20<br />
Serata con Iztok Mlakar<br />
17, 18, 19 e 22 gennaio ore 20;<br />
22 gennaio ore 16,30<br />
Re Lear di William Shakespeare.<br />
Regia Tomi Janežič. Interpreti<br />
Boris Cavazza, Gorazd<br />
Žilavec, Primož Ekart, Borut<br />
Veselko, Aleksander Čaminski,<br />
Gregor Zorc, Branko Jordan,<br />
Peter Musevski, Igor Štamulak,<br />
Vesna Jevnikar, Darja Reichman,<br />
Mojca Fatur, Pavel Rakovec,<br />
Matjaž Višnar<br />
27 gennaio ore 20<br />
Medigo per forza di Iztok<br />
Mlakar (tratto da Moliere). Regia<br />
Vito Taufer. Interpreti Iztok<br />
Mlakar, Urška Bradaškja, Gregor<br />
Zorc, Boris Cavazza, Lara<br />
Komar, Teja Glažar, Gorazd<br />
Žilavec<br />
30 gennaio ore 20<br />
Commedia intima di<br />
Noël Coward. Regia Zvone<br />
Šedlbauer<br />
IN ITALIA<br />
Teatro lirico Giuseppe Verdi - Trieste<br />
11, 15, 16, 17 e 18 gennaio ore 20,30; 13 gennaio<br />
ore 16; 12 gennaio ore 17<br />
Il turco in Italia di Gioacchino Rossini. Regia<br />
Antonio Calenda. Interpreti Alessandra Marianelli,<br />
Silvia Dalla Benedetta, Kenneth Tarver, Blagoj<br />
Nakovsky, Nicola Ulivieri, Roberto Tagliavini, Paolo<br />
Borgogna, Nicolò Ceriani, Josè Fardilha, Bruno<br />
Taddia, Giovanna Lanza. Maestro concertatore e direttore<br />
Antonello Allemandi<br />
Politeama Rossetti - Trieste<br />
Ciclo:Prosa<br />
16, 17, 18 e 19 gennaio ore 20,30; 17 e 20 gennaio<br />
ore 16<br />
Delitto perfetto di Frederick Knott dalla commedia<br />
omonima e dalla sceneggiatura del fi lm di<br />
Hitchcock. Regia Geppy Gleijeses. Interpreti Geppy<br />
Gleijeses, Stefano Santospago, Marianella Bargilli,<br />
Raffaele Pisu, Massimo Cimaglia<br />
22, 24, 25 e 26 gennaio ore 20,30; 23 e 27 gennaio<br />
ore 16<br />
Sei brillanti - Giornaliste Novecento di Paolo<br />
Poli da Mura, Masino, Brin, Cederna, Aspesi, Belotti.<br />
Regia Paolo Poli<br />
Interpreti Paolo Poli, Luca Altavilla, Alberto<br />
Gamberini, Alfonso De Filippis, Giovanni Siniscalco<br />
Ciclo:Altri percorsi<br />
29, 30 e 31 gennaio 20,30<br />
Le storie del signor Keuner di Bertolt Brecht.<br />
Regia Roberto Andò e Moni Ovadia. Interpreti<br />
Moni Ovadia<br />
Lee Colbert, Roman Siwulak, Maxim Shamkov,<br />
Ivo Bucciarelli<br />
Moni Ovadia Stage Orchestra<br />
Ciclo:Musical e grandi eventi<br />
8, 9, 10, 11 e 12 gennaio ore 20,30; 13 gennaio<br />
ore 16<br />
Tre metri sopra il cielo da Federico Moccia. Regia<br />
Mauro Simone. Interpreti Massimiliano Varre-<br />
La Contrada - Trieste<br />
8, 13, 15 e 20 gennaio ore 16,30; 9, 10, 11,<br />
12, 16, 17, 18 e 19 gennaio ore 20,30<br />
Il divo Garry di Noel Coward. Regia Francesco<br />
Macedonio. Interpreti Gianfranco Jannuzzo,<br />
Daniela Poggi, Paola Bonesi, Giovanni Boni,<br />
Davide Calabrese. Maria Serena Ciano<br />
Anno IV / n. 1 2 gennaio 2008<br />
“LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina<br />
IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina<br />
Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat<br />
edizione: PALCOSCENICO<br />
Redattore esecutivo: Carla Rotta / Impaginazione: Andrea Malnig<br />
Collaboratori: Rossana Poletti, Daniela Rotta Stoiljković<br />
Foto: d’arhivio<br />
Mercoledì, 2 gennaio 2008<br />
se, Martina Ciabatti, Massimiliano Pironti, Nadia<br />
Scherani, Marco Massari, Carlo Spanò, Andrea<br />
Verzicco, Marco Bebbu, Leonardo Di Minno,<br />
Carlotta Cannata, Chiara Sarcinella, Dania Mansi,<br />
Alberto Galetti, Massimo Sansottera, Roberta Serafi<br />
ni, Mattia Aicardi, Paolo Gualdi, Mauro Dell’Olio,<br />
Silvia D’Aries<br />
Ciclo: Danza e dintorni<br />
5 gennaio ore 20,30; 6 gennaio ore 16<br />
Istinto - Tango y musical di Erica Boaglio,<br />
Adrian Aragon. Regia Adrian Aragon - coreografi e<br />
di Erica Boaglio, Adrian Aragon. Interpreti Erica<br />
Boaglio, Adrian Aragon<br />
Javier Gardela, Ismael Reyna, Isaac Gardela,<br />
Cristian Saldana, Mariana Casagrande, Daniel<br />
Oviedo, German Filippelli, Rocìo Leguizamòn,<br />
Esteban Gutierrez<br />
Ciclo: Fuori abbonamento<br />
15 gennaio ore 21<br />
Dionne Warwick in concerto<br />
20 gennaio ore 17; 21 gennaio ore 18,30; 22 e 23<br />
gennaio ore 10,30<br />
Pomeriggio d’inverno - Cenerentola all’opera<br />
di Antonella Caruzzi - liberamente tratto da “La<br />
Cenerentola”. Regia Antonella Caruzzi. Interprete<br />
Serena Di Blasio<br />
25 gennaio ore 21; 26 e 27 gennaio ore 17; 29, 30<br />
e 31 gennaio ore 10,30<br />
Pomeriggi d’inverno - Varietà<br />
Il presente supplemento viene realizzato nell’ambito del Progetto EDIT Più in esecuzione della Convenzione MAE-UPT n. 1868<br />
del 22 dicembre 1992 Premessa 8, supportato fi nanziariamente dall’UI-UPT e dal Ministero Affari Esteri della Repubblica italiana.