2. 1.2008 - Edit
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2 palcoscenico<br />
UN CAFFÈ CON...<br />
Paolo Limiti<br />
Paolo Limiti<br />
di Rossana Poletti<br />
La storia non è proprio così:<br />
questo programma è andato<br />
in onda ogni giorno per<br />
2 ore e 5 minuti in diretta per sei<br />
anni consecutivi, senza considerare<br />
le serate e gli spettacoli festivi<br />
che continuavo a seguire. A quel<br />
punto dissi “datemi un settimanale<br />
perché non ce la faccio più”. Del<br />
programma curavo un po’ tutto,<br />
facevo il direttore artistico seguivo<br />
gli arrangiamenti delle musiche,<br />
curavo i costumi, insomma il lavoro<br />
era pesante; tutti i giorni della<br />
settimana, sabato e domenica<br />
compresi. Fisicamente ero distrutto.<br />
Mi sentivo come se fossi sempre<br />
alle olimpiadi, per 13- 14 ore<br />
al giorno, alla mia età<br />
poi (ndr Limiti nasce a<br />
Milano nel 1940). Allora<br />
avevo in mente<br />
questo programmasettimanale<br />
e ne<br />
feci anche un<br />
numero zero. Si<br />
intitolava O.R.O.<br />
che erano le iniziali<br />
di Opera, Romanza<br />
e Operetta. Pensavo ad<br />
una sorta di Hit Parade di<br />
questo genere musicale. Non<br />
che non fossi consapevole delle<br />
diffi coltà di fare in Rai una cosa del<br />
genere. Certo non c’erano vallette,<br />
niente sederi fuori e seste misure.<br />
Ma valeva la pena tentare di pro-<br />
Loretta Goggi?<br />
Lei è una signora<br />
porre una cosa elegante, fatta con<br />
gusto. Poi è arrivato quello, non<br />
mi ricordo come si chiama, quello<br />
un po’ piccolo, con gli occhietti in<br />
fuori, che bacia tutti sulla bocca,<br />
che spacca il naso della gente con<br />
i microfoni, ah sì Noisette (ndr il<br />
riferimento è a Del Noce, direttore<br />
di Rai Uno). Ci siamo incontrati<br />
e gli ho esposto le mie idee e lui<br />
ha cominciato a fare “ahm, ahm..<br />
si, vedremo, ahm, ahm” e continuava<br />
ad ahmmeggiare tanto che<br />
pensavo gli fosse venuto un ictus,<br />
mi ha raccontato quattro panzane<br />
e la cosa è morta lì. Il rapporto<br />
si è fratturato. Il perché è presto<br />
detto. Io sono arrivato a fare<br />
questo mestiere con passione,<br />
studiando e preparandomi,<br />
ma devo comunque il mio<br />
successo al pubblico. Fino al ’96<br />
ero un normalissimo autore, scrivevo<br />
per Mina e Mike Bongiorno.<br />
Un giorno durante un programma<br />
in Rai passa un direttore di rete e<br />
mi dice, “senti quel programmino<br />
lo devi presentare tu”. Io non ero<br />
molto d’accordo perché ero timido,<br />
adesso lo sono meno… Mi dicono<br />
fai quindici giorni d’estate e<br />
Il varietà non è morto; funzionerebbe<br />
benissimo, ma non lo sanno fare.<br />
Siamo sinceri: se arriva sullo schermo<br />
una che magari ha una faccia bellina,<br />
ma fi sicamente lascia a desiderare,<br />
non sa cantare, non recita e non<br />
balla, voi cambiate canale. Il varietà<br />
ha bisogno di persone che funzionino,<br />
che facciano bene la loro parte<br />
dopo se va lo riprendiamo d’inverno.<br />
Erano delle monografi e. Accade<br />
che i primi dieci giorni non fanno<br />
grandi ascolti, tanto che decido<br />
di registrare tutte le ultime cinque<br />
puntate e andarmene in vacanza.<br />
E così accade che dopo la prima<br />
registrazione l’auditel segnala un<br />
aumento dello share da 14 a 21, il<br />
giorno dopo schizza a 25 per fi nire<br />
al 30. Mi chiamano velocemente e<br />
mi dicono di procedere fi no a dicembre,<br />
a dicembre mi chiedono di<br />
proseguire fi no a gennaio e insomma<br />
sono rimasto lì per sei anni.<br />
Il varietà?<br />
Purtroppo non<br />
lo sanno fare<br />
Sarebbe come dire che con<br />
quel programma possiamo ritenere<br />
di mettere una pietra<br />
tombale sul varietà<br />
televisivo, perché i<br />
programmi di intrattenimento<br />
che si vedono oggi in tv non hanno<br />
niente a che fare col varietà.<br />
No, il varietà funzionerebbe benissimo,<br />
ma non lo sanno fare. Siamo<br />
sinceri: se arriva sullo schermo<br />
una che magari ha una faccia bellina,<br />
ma fi sicamente lascia a desiderare,<br />
non sa cantare, non recita<br />
e non balla, voi cambiate canale.<br />
Il varietà ha bisogno di persone<br />
che funzionino, che facciano bene<br />
la loro parte. Insomma, tanto per<br />
cominciare, il mio programma ha<br />
avuto successo perché non c’erano<br />
raccomandati. Oggi non si può fare<br />
la televisione di una volta, con<br />
il varietà del sabato sera<br />
provato e riprovato<br />
tutta la settimana,<br />
ma che alla fi ne risulta paludato,<br />
ingessato. Oggi i giovani si annoierebbero<br />
a morte, c’è bisogno di un<br />
altro linguaggio, internet ha cambiato<br />
tutto. Carosello rappresentò<br />
il momento di cambio nella logica<br />
televisiva, l’esigenza di far stare i<br />
messaggi brevi ma effi cace in tempi<br />
stretti prestabiliti, costrinse ad un<br />
altro tipo di impostazione. Comunque<br />
anche a quel tempo si facevano<br />
delle porcherie, non è vero che<br />
tutto era bello e guardabile, avevamo<br />
anche noi i nostri<br />
cagnacci, ma erano<br />
pochi. Era pos-<br />
Mercoledì, 2 gennaio 2008<br />
La giornata è bella, soleggiata e tiepida per essere dicembre. Paolo Limiti arriva all’aeroporto<br />
all’ora di pranzo. C’è tutto il tempo per parlare, discutere, preparare la cerimonia in cui gli verrà<br />
consegnata la statuetta per aver vinto il Premio Internazionale dell’Operetta nella sua ventesima<br />
edizione. È simpatico, un gran chiacchierone, che personalmente considero una buona dote.<br />
Provate a stare qualche ora assieme ad uno che a malapena ti risponde con qualche monosillabo<br />
e vedrete se non è splendido avere affi anco qualcuno che ti racconta le storie della sua vita senza<br />
quasi prender fi ato, e facendoti anche divertire. A parte questo Limiti è una persona speciale,<br />
perché a differenza di quello che si vede in giro di questi tempi e soprattutto in televisione, è una<br />
persona colta, umanamente sensibile. La giornata trascorre lieta, un piatto di pesce, un bicchiere<br />
di vino, un giro per la città, vivace perché con il Natale alle porte è inevitabile che lo sia. Arriva<br />
velocemente il fatidico momento della cerimonia. La gente si accalca alla porta del Ridotto del<br />
Teatro Verdi per entrare, si spintonano, volano insulti, e allora capisci fi no in fondo che nel cuore<br />
delle persone questo signore è entrato prepotentemente e non ha intenzione di andarsene. È evidente<br />
che in quelle sue trasmissioni quotidiane Limiti donava al suo pubblico calore e gioia, che il<br />
pubblico ricambia seguendolo nei suoi spostamenti, che ormai avvengono fuori dalla tv, solo nei<br />
teatri e negli eventi esterni.<br />
Infatti, tutti si chiedono come mai “Ci vediamo su Rai Uno” programma apprezzato, seguitissimo<br />
è stato al fi ne cancellato e dopo di allora nessun altro ne è seguito.<br />
sibile che un dirigente, diciamo per<br />
simpatia, dicesse “c’è una ragazza<br />
bella alta un metro e ottanta, bionda,<br />
occhi azzurri, con un bel sederino,<br />
brava e istruita, prendiamola”.<br />
Ma era una non novantacinque. Si<br />
possono proporre quindi operette e<br />
Mike Bongiorno è una persona<br />
diffi cile con un carattere chiuso. Non<br />
prepara mai le cose. Pensate che<br />
l’unica gag che preparò fu quella<br />
di “Ahi ahi, signora mi è caduta<br />
sull’uccello”. E non era la Longari,<br />
era invece una signora di Genova<br />
che si presentava al Rischiatutto<br />
sulla materia dell’ornitologia<br />
romanze, basta farlo con qualità e<br />
con i tempi giusti, quelli di oggi, il<br />
risultato è diverso.<br />
I miei simpatici.<br />
E quelli<br />
decisamente no<br />
Torniamo alla sua trasmissione,<br />
a quella che di più l’ha fatto<br />
amare dal pubblico, perché ce ne<br />
sono state tante in realtà, come diversissime<br />
sono le attività che ha<br />
fatto nella sua lunga carriera: autore,<br />
produttore, conduttore, regista<br />
e chi più ne ha più ne metta.<br />
Parliamo delle sue tante amicizie,<br />
dei suoi ospiti, di quelli più simpatici...<br />
Alberto Sordi. A dire il vero,<br />
sono stati tutti simpatici, ma Sordi<br />
Yul Brynner,<br />
l’unico uomo<br />
che Gina<br />
Lollobrigida<br />
amò, era di<br />
un’antipatia<br />
mostruosa<br />
è un’altra cosa. A questo proposito<br />
racconto una storia. Ad un certo<br />
punto del mio programma sentii<br />
l’esigenza di suonare l’inno italiano,<br />
mi guardarono tutti con gli<br />
occhi fuori dalle orbite. Mandai a<br />
prendere la registrazione e mi portarono<br />
un pezzo in cui c’era una<br />
strofa sola. Mi dissero che l’inno<br />
era così. Capii allora che erano<br />
troppi gli anni che non si suonava<br />
più. Quando lo mandai in onda in<br />
trasmissione tutti rimasero seduti,<br />
qualcuno ridacchiava. Io che ricordavo<br />
dai tempi della scuola che<br />
l’inno nazionale si ascolta in piedi,<br />
feci alzare tutti. Successe una cosa<br />
straordinaria. L’inno fece una<br />
punta d’ascolto del cinquanta per<br />
cento. Mi arrivarono telefonate e<br />
lettere di gente convinta che questa<br />
cosa era ben fatta. Era il momento<br />
giusto, anche Ciampi co-