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10 <strong>Panorama</strong><br />

Italia<br />

Sarebbe bello, una volta tanto, veder trionfare il diritto contro la politica<br />

Liste elettorali, vergognoso caos<br />

a cura di Bruno Bontempo<br />

È<br />

esploso in tutto il suo potenziale<br />

distruttivo, in termini politici<br />

e forse anche di ordine sociale,<br />

il problema delle liste elettorali. Dopo<br />

il ritardo nella presentazione delle liste<br />

del Pdl nella provincia di Roma,<br />

gli uffici elettorali dapprima hanno<br />

escluso e poi riammesso anche quella<br />

della Polverini nel Lazio. Lo stesso è<br />

accaduto a Milano alla lista Formigoni,<br />

facendo decadere anche nel feudo<br />

ciellino la coalizione di centrodestra.<br />

Il problema politico è dirompente. Poi<br />

il Tribunale Amministrativo Regionale<br />

del Lazio, malgrado il decreto legge<br />

interpretativo del Governo, ha rigettato<br />

il ricorso del Pdl. Qualcuno ha detto<br />

che questa decisione è uno schiaffo<br />

all’esecutivo, qualcun altro ha pensato<br />

che essa dipende soltanto dalla<br />

competenza della Regione in materia<br />

di leggi elettorali, ma poco importa.<br />

Infine il Consiglio di Stato ha dichiarato<br />

l’appello contro l’esclusione<br />

della lista Pdl Roma improcedibile: i<br />

giudici non si sono espressi nel merito<br />

sottolineando che non ci sono motivi<br />

per procedere. Ciò ha determinato<br />

la definitiva esclusione della lista Pdl<br />

della Capitale dalle regionali. Respinto<br />

il ricorso della Federazione della sinistra,<br />

invece, e sì alla lista Formigoni<br />

in Lombardia. Insomma un completo<br />

guazzabuglio.<br />

In linea teorica la sinistra ha indubbiamente<br />

ragione. In altri momenti e<br />

in altre regioni, per i motivi più diversi,<br />

erano stati esclusi altri partiti.<br />

Nella vita della nazione si incrociano<br />

spesso diritto e politica. Per il diritto<br />

“la legge è uguale per tutti”, per la politica<br />

no. Il diritto è formale: si faccia<br />

giustizia, caschi il mondo; la politica<br />

è sostanziale: si salvi il mondo, quali<br />

che siano le leggi. La gente sta col<br />

diritto e l’economia quando un meccanico<br />

licenzia un operaio perché nella<br />

sua officina non c’è posto e reddito<br />

per due, sta con la politica quando il<br />

licenziamento tocca migliaia di operai<br />

di uno stabilimento Fiat.<br />

Dal punto di vista giuridico ed<br />

economico i problemi sono uguali:<br />

ma mentre del singolo non s’interessa<br />

nessuno, dei mille si interessano i partiti,<br />

i giornali, la Chiesa. Tutti pretendono,<br />

magari a spese dello Stato, che<br />

non accada ciò che è accaduto legittimamente<br />

al singolo. Se fallisce un negozio<br />

di tessuti, non c’è neanche una<br />

riga nella gazzetta locale, se rischia di<br />

fallire l’Alitalia se ne parla per anni e<br />

alla fine interviene lo Stato.<br />

È sulla base di questa mentalità<br />

che, se pure con scomposta frenesia,<br />

il Governo è voluto intervenire per<br />

salvare sia il Pdl sia la validità della<br />

consultazione. La sinistra al contrario<br />

si è aggrappata alla legge per attaccare<br />

la maggioranza. Al Governo<br />

infatti avrebbe tentato di fare la stessa<br />

cosa e non meraviglia che il Presidente<br />

della Repubblica, uomo di sinistra,<br />

abbia ripetutamente affermato<br />

che “non si può escludere dalle elezioni<br />

il partito più forte”. Assistiamo<br />

ad una strana disputa in cui hanno tutti<br />

torto. Gli unici da assolvere sono forse<br />

i magistrati. Per una volta sarebbe bello<br />

veder trionfare il diritto contro la politica,<br />

come sarebbe bene che una volta<br />

tanto tutti soffrissero le conseguenze<br />

delle loro azioni e delle loro parole imprudenti.<br />

Invece il Pdl anche in questa<br />

confusa ricostruzione intorno alle liste<br />

nega che vi sia stata una lotta al coltello<br />

fino all’ultimo sui nomi da inserire<br />

in lista, non ammette l’errore di un<br />

proprio dirigente, come non rivela chi<br />

sono i “pesci grossi” (“io sono un pesce<br />

piccolo” ha detto Alfredo Milioni,<br />

presidente del XIX Municipio di Roma<br />

quando ha capito che per il ritardo la<br />

scusa del panino non reggeva...) che<br />

hanno imposto sbianchettature e modifiche<br />

in chiusura di liste. Irregolarità<br />

che anche altri partiti fanno, ma che<br />

forse nessuno avrebbe la sfrontatezza<br />

di presentare, una volta colto il flagrante,<br />

come colpe altrui. ●<br />

Renata Polverini, candidata presidente della Regione Lazio e, a destra, Roberto Formigoni per la Lombardia

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