GIOIELLI, OROLOGI E ARGENTI - Bloomsbury Auctions
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IL DIAMANTE<br />
Il Re delle Gemme<br />
a cura di Loredana Prosperi – Responsabile del Laboratorio dell’Istituto Gemmologico Italiano<br />
Il diamante ha una composizione chimica semplice: è costituito solo da atomi di Carbonio (C); eppure è un minerale<br />
che presenta caratteristiche fisiche eccezionali che lo rendono particolarmente ricercato sia per usi industriali sia<br />
come gemma. In gioielleria è la gemma più utilizzata.<br />
Tutti i minerali necessitano per la loro cristallizzazione di particolari condizioni di pressione e temperatura. Le<br />
condizioni necessarie per la cristallizzazione del diamante si trovano ad una profondità compresa tra 150 e 200 km<br />
all’interno della terra, ove sono presenti temperature intorno ai 900 -1200° C e pressioni tra 45.000 e 70.000 atmosfere.<br />
E’ a tali profondità, a livello del mantello terrestre, che il diamante cristallizza e può poi raggiungere la superficie solo<br />
grazie a potentissime eruzioni vulcaniche. Senza quelle pressioni e temperature il carbonio cristallizza come grafite,<br />
minerale anche esso formato solo da carbonio, ma con caratteristiche fisiche completamente differenti.<br />
Fu in India, attorno all’800 a. C, che gli uomini si resero conto che, tra tutte le gemme, il diamante era quella di<br />
più elevata durezza e maggior lucentezza. Per molti secoli tutti i diamanti in circolazione continuarono a provenire<br />
esclusivamente dal sub-continente indiano.<br />
Solo nel 1725 furono scoperti nuovi giacimenti in Brasile. L’aumentata diffusione del diamante e il suo sempre più<br />
frequente utilizzo nella maggior parte dei gioielli ha avuto inizio con la scoperta dei giacimenti del Sud Africa nel 1866.<br />
Dopo il 1950 giacimenti di diamanti furono trovati anche in Russia, nella Siberia orientale, nel 1970 in Australia e negli<br />
anni ‘90 in Canada.<br />
Prima della scoperta dei giacimenti in Africa, i diamanti erano stati ritrovati solo in giacimenti alluvionali, di deposito<br />
fluviale. Nell’area di Kimberley, in Sud Africa, fu scoperto il primo giacimento diamantifero in cui il minerale era<br />
nella roccia con cui era stato trasportato dal mantello verso la superficie terrestre. I giacimenti in depositi alluvionali<br />
vengono definiti secondari perché derivano dalla alterazione, erosione, trasporto e deposizione dei frammenti derivanti<br />
dalle rocce che in origine contengono i minerali. I giacimenti in cui i minerali si trovano ancora nelle rocce vengono<br />
definiti primari. Le rocce vulcaniche entro le quali si rinviene il diamante si chiamano Kimberlite e Lamproite. La<br />
prima deve il suo nome alla città di Kimberley, ma kimberliti sono state successivamente ritrovate oltre che in Africa<br />
anche nel continente americano e in Siberia. La Lamproite diamantifera è stata invece ritrovata in Australia nel 1970<br />
e, per una singolare coincidenza, anche questo giacimento primario si trova nel distretto australiano di Kimberley.<br />
Attualmente il maggior produttore di diamanti è il Botswana, seguito da Australia, Sud Africa, Russia, Namibia, Zaire,<br />
Angola, Guinea, Sierra Leone, Canada e Sud America (Venezuela)<br />
Le caratteristiche qualitative del diamante:<br />
Quando si parla del valore del diamante, internazionalmente si fa riferimento a “ 4 C”:<br />
Clarity, ( caratteristiche interne, o “purezza”),<br />
Colour (colore),<br />
Carat (carato, l’unità di misura della massa delle gemme),<br />
Cut (taglio).<br />
Clarity - Caratteristiche interne.<br />
La formazione dei minerali non avviene mai in modo costante e tranquillo. Anche all’interno del diamante si possono<br />
osservare tracce di questa crescita. Le caratteristiche interne, denominate anche inclusioni, sono costituite<br />
soprattutto da: altri minerali che sono rimasti intrappolati nel diamante durante la sua cristallizzazione; minute<br />
fratture; lineazioni strutturali, sempre legate alla genesi del cristallo di diamante.<br />
Non esistono diamanti senza caratteristiche interne, ma esse possono essere più o meno visibili. La loro visibilità<br />
è classificata utilizzando una lente a 10 ingrandimenti. Un diamante viene commercialmente definito “puro”, o più<br />
correttamente IF (Internally Flawless), quando non presenta caratteristiche interne se osservato con una lente a dieci<br />
ingrandimenti.<br />
In Italia viene utilizzata la scala UNI che differisce da quella utilizzata negli Stati Uniti soprattutto perché quest’ultima<br />
prevede un ulteriore grado FL, che indica un diamante privo sia di caratteristiche interne che di caratteristiche<br />
esterne..<br />
In Italia e in Europa le caratteristiche esterne vengono giudicate e tenute in considerazione nella valutazione del<br />
taglio.