Quaderni tematici COVIP

decreti volti alla disciplina delle modalità di funzionamento del Fondo di garanzia e alla
individuazione della parte del contributo di solidarietà da destinare al finanziamento del Fondo
medesimo.
La norma in esame è stata recentemente oggetto di alcuni giudizi di merito 19 . Sia in
primo che in secondo grado è stato individuato nell’Inps il soggetto tenuto ad integrare il fondo
pensione a norma dell’art.5 anche nei casi in cui il datore di lavoro versi il contributo di
solidarietà ad altro ente di previdenza obbligatoria.
Nel caso di specie l’Inps aveva chiesto in via principale la dichiarazione della propria
estraneità agli obblighi di cui all’art. 5 e, in subordine, l’integrazione del contraddittorio con i
Ministri del lavoro e dell’economia, ai quali compete, ex comma 5 del citato art. 5,
l’emanazione della normativa secondaria volta all’attuazione del Fondo, sostenendo che
l’inerzia delle amministrazioni abbia di fatto lasciato inattuate le previsioni sulla istituzione del
Fondo di garanzia.
Tale tesi non è stata condivisa dai giudici di merito che hanno ritenuto insussistenti i
dubbi di individuazione prospettati, ritenendo inequivoco il dettato normativo “dal momento
che il lavoratore può chiedere l’integrazione dovuta alla gestione complementare solo ed
unicamente al Fondo di garanzia all’uopo istituito presso l’INPS ” confermato dalla
“surrogazione del Fondo per l’equivalente dei contributi omessi, previsto dal comma terzo
della suddetta norma” (art. 5, d. lgs. n.80/92).
Riguardo al concorso nel finanziamento del Fondo di garanzia del contributo di
solidarietà versato all’Inpdai, il Giudice, muovendo dalla considerazione che la norma ha
previsto il versamento di quota del citato contributo al Fondo di garanzia presso l’Inps, quale
soggetto distinto e diverso, ha sostenuto che “tale circostanza porta necessariamente ad
escludere che i singoli enti gestori siano tenuti alla obbligazione di cui trattasi che, invece,
resta a carico del gestore di tale Fondo che, non va dimenticato, è privo di autonomia
patrimoniale”.
19 Sentenza del Tribunale di Bari, 30 giugno 2000, in primo grado e sentenze della Corte di appello di
Bari n. 566, 573, 577 e 579 del 22 maggio 2001, in secondo grado.
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