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VITAASSOCIATIVA<br />
Napoli<br />
64|<br />
Lya Ferretti<br />
compianta “madrina”<br />
dei cuochi campani.<br />
Lya Ferretti ci ha lasciati<br />
di Gaetano Riccio<br />
Il nobile cuore di Donna Lya si è fermato<br />
e lei dolcemente si è addormentata. Lya ci<br />
ha lasciato, e lo ha fatto come solo i grandi<br />
possono fare, senza<br />
preavviso e in punta<br />
di piedi. Senza dar fastidio,<br />
come è stata<br />
tutta la sua lunga esistenza.<br />
Giornalista,<br />
scrittrice, imprenditrice,<br />
testimone e artefice<br />
di tutti gli appuntamenti<br />
di enogastronomia<br />
del territorio.<br />
Una cara<br />
amica per tutti noi,<br />
dai modi gentili, elegante<br />
e colta. Spiritosa e innamorata dei cuochi,<br />
che conosceva uno per uno. Conosceva<br />
le loro storie, dove avevano lavorato e le loro<br />
aspirazioni, li incoraggiava, li coccolava e<br />
da questi era ricambiata con eguale affetto,<br />
tanto da essere considerata a pieno titolo<br />
la madrina dei cuochi campani.<br />
Grande conoscitrice del cibo, dei vini e<br />
della cultura di tutto il meridione, con chiaro<br />
riferimento alla Campania, a Napoli in particolare,<br />
e alla Calabria, regioni che lei amava<br />
profondamente.<br />
È impossibile elencare tutto quello che faceva<br />
tanto era instancabile e attenta. Alle<br />
cinque del mattino era già sveglia, un poco<br />
di cyclette per tenersi in forma e poi subito<br />
al lavoro. Nel periodo estivo nel meraviglioso<br />
albergo di proprietà della famiglia, che portava<br />
il loro nome: l’Hotel Ferretti di Diamante.<br />
Per il resto dell’anno da Napoli dirigeva<br />
tutte le sue attività. Come scrittrice<br />
di libri di cucina e di vini, anche se negli ultimi<br />
tempi la sua grande mission erano i<br />
testi per gli istituti alberghieri che lei redigeva<br />
insieme al figlio Piero, di cui era particolarmente<br />
fiera.<br />
Curava poi in prima persona i rapporti con<br />
le tante associazioni di cui faceva parte e<br />
di cui spesso era parte integrante, come la<br />
EnoHobby, con la carica di presidentessa;<br />
l’Accademia <strong>Italiana</strong> della Cucina, per la<br />
quale proprio negli ultimi giorni stava cu-<br />
ERRATUM<br />
rando un intervento sull’uso della birra in<br />
cucina; le associazioni cuochi che lei tanto<br />
amava, Napoli, Salerno e tutte quelle della<br />
Campania, ma anche quella cosentina, da<br />
lei fortemente voluta.<br />
Decana dei giornalisti enogastronomici<br />
della Campania, socio onorario di Urcc, Aibes,<br />
Ais, Amira, Ada, Aidda, Cist e tante<br />
altre ancora. Fiera e orgogliosa partecipe honoris<br />
causa dell’Ordine Internazionale dei<br />
Disciples d’Auguste Escoffier. E per tutte queste<br />
associazioni non faceva mai mancare il<br />
suo impegno professionale e la sua presenza<br />
fisica. Quelle poche volte che mancava, era<br />
sua premura darne preventiva informazione<br />
e interessarsi poi di come era andata la manifestazione.<br />
Ma non si può parlare di Lya Ferretti senza<br />
parlare della sua famiglia. I figli, Piero e<br />
Paolo, le nuore, Paola Pasqualetti e Paola<br />
Migliorini, e i tanto amati nipoti erano un<br />
tutt’uno con lei. Rispetto, rigore, affetto, considerazione,<br />
tenerezza erano solo alcune facce<br />
della stessa medaglia per definire il loro<br />
splendido rapporto quotidiano. Non passava<br />
giorno che non si vedessero o si sentissero,<br />
sempre con lo stesso sentimento di amorevole<br />
vicinanza.<br />
Senza di lei siamo tutti un po’ più soli; a<br />
me mancheranno tanto le sue telefonate<br />
quando tornava da Diamante e si informava<br />
su cosa era successo a Napoli raccontando<br />
contemporaneamente gli accadimenti nel<br />
suo albergo, i ricordi della sua vita quando<br />
insieme partecipavamo ai convegni fuori Napoli<br />
e lei mi chiedeva di passarla a prendere;<br />
e poi gli auguri di Natale, non ne ha dimenticato<br />
uno, proprio come un’affettuosa<br />
mamma.<br />
Ciao Lya, anche se non ci sei più, rimani<br />
sempre nei nostri pensieri, nei nostri cuori<br />
e nei nostri ricordi. Ci piace pensare che<br />
adesso da lassù, insieme al tuo amato marito<br />
Mimmo, ancora di più saprai guidarci<br />
per la giusta via.<br />
L’auspicio finale è che quanto prima la<br />
si possa ricordare, come merita di essere ricordata,<br />
con un premio interdisciplinare,<br />
come è stato il suo interesse per una vita.<br />
L’autore dell’articolo “Gli Oscar dell’enogastronomia” pubblicato nel n. 295 a pag. 70 è Umberto Moschini<br />
e non Paola Piroddi, come erroneamente indicato. Ce ne scusiamo con gli interessati.