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TESI def.12.pdf - OpenstarTs - Università degli Studi di Trieste

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compresi alcuni la cui <strong>di</strong>scriminazione è risultata inaccessibile alle altre specie animali (come<br />

ad esempio 5 vs. 6 e 6 vs. 7), hanno mostrato la completa assenza <strong>di</strong> una correlazione dei<br />

risultati col rapporto tra le quantità confrontate o la grandezza totale. Gli elefanti, non<br />

addestrati per questo specifico compito, sono dunque in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare tra quantità<br />

<strong>di</strong>verse <strong>di</strong> oggetti, superando ampiamente il limite in<strong>di</strong>viduato nella maggior parte delle altre<br />

specie animali. Degno <strong>di</strong> nota è il fatto che i soggetti potevano in<strong>di</strong>viduare il numero <strong>degli</strong><br />

elementi nascosti solamente attraverso il suono prodotto dalla loro caduta all’interno <strong>di</strong> una<br />

scatola, oppure dai movimenti eseguiti da parte dello sperimentatore. Gli autori della ricerca<br />

suggeriscono che gli elefanti potrebbero utilizzare un meccanismo <strong>di</strong>verso da quello delle altre<br />

specie per rappresentare e confrontare le quantità e ipotizzano che tale peculiare abilità possa<br />

essere emersa in un contesto ecologico nel quale la valutazione delle <strong>di</strong>mensioni numeriche<br />

del proprio gruppo sociale o <strong>di</strong> un gruppo rivale è particolarmente importante.<br />

Infine, pochi stu<strong>di</strong> hanno avuto come protagonisti gli Invertebrati. Esperimenti condotti su<br />

soggetti adulti <strong>di</strong> sesso maschile del coleottero Tenebrio molitor impiegati nel rilevamento <strong>di</strong><br />

tracce olfattive lasciate da quantità <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> femmine hanno mostrato risultati significativi<br />

nel caso dei confronti aventi un rapporto inferiore a 1:2 (ad esempio, 1 vs. 4 e 1 vs. 3), mentre<br />

nel caso dei confronti 2 vs. 4 e 1 vs. 2 non sono state registrate preferenze significative (Carazo<br />

et al., 2008). Gli odori in<strong>di</strong>viduali rilasciati dalle femmine costituivano eventi temporalmente<br />

<strong>di</strong>stinti in quanto venivano incontrati dai maschi in sequenza, e ciò al fine <strong>di</strong> ridurre la<br />

probabilità che essi venissero percepiti come una mescolanza. In questo stu<strong>di</strong>o, che <strong>di</strong>mostra<br />

la presenza <strong>di</strong> competenze proto-numeriche in una specie <strong>di</strong> Invertebrato, l’aspettativa che le<br />

tracce chimiche piuttosto che quelle visive potessero me<strong>di</strong>are la rappresentazione delle<br />

quantità era giustificata dal fatto che proprio tali in<strong>di</strong>zi olfattivi rappresentano il principale<br />

mezzo <strong>di</strong> comunicazione nella specie utilizzata.<br />

16<br />

3.2 Rappresentazione spontanea <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> quantità<br />

Senza dover ricorrere ad alcun genere <strong>di</strong> addestramento e sottoponendo a test lo stesso<br />

soggetto una sola volta, Elizabeth Spelke e Fei Xu hanno utilizzato l’ipotesi che sta alla base del

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