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TESI def.12.pdf - OpenstarTs - Università degli Studi di Trieste

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<strong>degli</strong> stessi. Al momento del test, che consisteva nella presentazione <strong>di</strong> 6 stimoli in sequenza,<br />

ciascuno contenente 8 o 16 elementi alternati, veniva registrato il tempo <strong>di</strong> fissazione. Gli<br />

stimoli del test erano inoltre bilanciati nelle <strong>di</strong>mensioni e nella densità tra le due <strong>di</strong>verse<br />

numerosità, cosicché il tempo <strong>di</strong> fissazione maggiore sul nuovo stimolo non poteva <strong>di</strong>pendere<br />

dalle variabili continue o dalle <strong>di</strong>fferenze tra i due stimoli al test, ma doveva essere<br />

riconducibile ad un riconoscimento delle numerosità.<br />

In conclusione, gli esperimenti condotti sulla <strong>di</strong>scriminazione numerica <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> quantità<br />

hanno messo in luce come il limite <strong>di</strong>scriminativo <strong>di</strong> 3 o 4 elementi precedentemente rilevato<br />

(nel caso <strong>di</strong> piccole numerosità) possa essere superato aumentando il rapporto tra le quantità<br />

poste a confronto. La <strong>di</strong>fferenza tra la rappresentazione <strong>di</strong> piccole quantità e quella <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

quantità starebbe dunque nel fatto che nel primo caso il limite <strong>di</strong>scriminativo è assoluto e<br />

fissato attorno a 3 o 4 elementi, mentre nel secondo caso <strong>di</strong>pende dal rapporto tra i valori<br />

posti a confronto, secondo le previsioni dettate dalla legge <strong>di</strong> Weber (Gallistel & Gelman,<br />

1992). La legge <strong>di</strong> Weber (ve<strong>di</strong> ad es. Jordan & Brennon, 2006) afferma che la capacità <strong>di</strong><br />

riconoscere <strong>di</strong>fferenze nell’intensità <strong>di</strong> uno stimolo <strong>di</strong>pende dalla grandezza originale dello<br />

stimolo; nel nostro caso significa (Feigenson et al., 2002b) che la <strong>di</strong>scriminabilità tra due<br />

quantità è una funzione del loro rapporto (“ratio”), il quale, definito come “grandezza del<br />

gruppo più piccolo / grandezza del gruppo più grande”, tiene in considerazione tanto la<br />

<strong>di</strong>stanza numerica tra i gruppi che le loro grandezze.<br />

18<br />

3.3 Meccanismi coinvolti nella rappresentazione <strong>di</strong> quantità: evidenze da dati<br />

comportamentali e fisiologici<br />

La capacità <strong>di</strong> esprimere giu<strong>di</strong>zi non verbali <strong>di</strong> numerosità viene identificata, nella specie<br />

umana, attraverso l’esposizione dei soggetti a <strong>di</strong>fferenti numerosità per un tempo (frazione <strong>di</strong><br />

secondo: 200 ms) sufficientemente ridotto da garantire che la risposta relativa alle quantità<br />

presenti non <strong>di</strong>penda da un conteggio delle stesse (Kaufman et al., 1949). Questa possibilità <strong>di</strong><br />

realizzare una stima numerica in maniera rapida ed intuitiva è stata definita subitizzazione.

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