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TESI def.12.pdf - OpenstarTs - Università degli Studi di Trieste

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abbiamo detto, non è vero il reciproco: l’assenza <strong>di</strong> preferenze, ovvero una <strong>di</strong>stribuzione<br />

casuale delle scelte tra i due gruppi, in una tale con<strong>di</strong>zione, non permetterebbe <strong>di</strong> escludere<br />

che i soggetti siano in grado <strong>di</strong> rappresentare le numerosità, in quanto è sempre possibile che<br />

la particolare con<strong>di</strong>zione ecologica considerata non richieda il processamento delle variabili<br />

numeriche. Ci aspettiamo che una specifica pressione selettiva abbia portato all’emersione<br />

della capacità <strong>di</strong> rappresentazione del numero nelle specie animali, ma le con<strong>di</strong>zioni<br />

ecologiche nelle quali la prestazione ad essa legata si manifesta rimangono da definire.<br />

Un contesto nel quale numero e variabili continue sembra essere entrambi processati per<br />

piccole numerosità è quello stu<strong>di</strong>ato da Wood et al. (2008). In questo caso ai soggetti, delle<br />

scimmie rhesus, era richiesto <strong>di</strong> compiere una scelta tra due contenitori all’interno dei quali<br />

venivano versate delle carote tagliate a pezzetti. Dato che le carote venivano versate in<br />

porzioni che corrispondevano ad altrettante azioni <strong>di</strong>screte da parte dello sperimentatore, e<br />

visibili dai soggetti, questi potevano basare le loro decisioni sul numero <strong>di</strong> azioni osservate o<br />

sulla quantità totale (supposta) <strong>di</strong> sostanza versata. Per verificare quale delle due informazioni<br />

venisse processata dalle scimmie, si è proceduto mettendo in contrasto numero <strong>di</strong> azioni e<br />

quantità versata. Nel primo esperimento (confronto 1 vs. 2), il numero <strong>di</strong> azioni correlava con<br />

la quantità <strong>di</strong> cibo versata; le scimmie sceglievano la quantità maggiore, ma non era possibile<br />

trarre conclusioni su quale delle due variabili venisse utilizzata. Nel secondo esperimento<br />

(confronto 1 vs. 2), la quantità totale <strong>di</strong> cibo versata dall’azione singola era il doppio della<br />

quantità versata da ciascuna delle due azioni; le scimmie sceglievano il contenitore che aveva<br />

ricevuto due porzioni, anche se si trattava <strong>di</strong> due mezze porzioni, <strong>di</strong>mostrando con ciò <strong>di</strong><br />

processare il numero. Tuttavia, nel confronto 1 vs. 1 con manipolazione del volume (una<br />

porzione grande vs. una porzione piccola), i soggetti sceglievano la singola porzione grande,<br />

<strong>di</strong>mostrando con ciò <strong>di</strong> poter considerare anche l’informazione relativa al volume oltre al<br />

numero . Nell’ultimo esperimento, un confronto 2 vs. 2 nel quale la seconda porzione <strong>di</strong> uno<br />

dei gruppi era costituita da sabbia, anziché da pezzetti <strong>di</strong> carote, le scimmie confermavano con<br />

le loro scelte la capacità <strong>di</strong> considerare non solo il numero <strong>di</strong> azioni osservate ma anche le<br />

proprietà <strong>degli</strong> oggetti (<strong>di</strong>versamente, ci saremmo aspettati che fossero andate a caso).<br />

In uno stu<strong>di</strong>o sui pulcini <strong>di</strong> pollo domestico <strong>di</strong> pochi giorni (Rugani et al., 2008), le<br />

caratteristiche fisiche <strong>di</strong> stimoli bi<strong>di</strong>mensionali presentati in fase <strong>di</strong> test sono state manipolate<br />

al fine <strong>di</strong> verificare se i soggetti erano in grado, dopo essere stati addestrati alla<br />

<strong>di</strong>scriminazione <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> stimoli sulla base del loro numero, <strong>di</strong> conservare le abilità così<br />

acquisite anche dopo l’introduzione <strong>di</strong> tali variazioni. I risultati <strong>di</strong>mostrano che i pulcini<br />

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