30.06.2013 Views

Vision n. 42.pdf - Unindustria Reggio Emilia

Vision n. 42.pdf - Unindustria Reggio Emilia

Vision n. 42.pdf - Unindustria Reggio Emilia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

42<br />

Articolo di copertina<br />

riduzione dei consumi e per la conseguente minore produzione<br />

di CO2 e sia per il recupero di parte dell’energia altrimenti<br />

dissipata in frenata; questo recupero avviene utilizzando<br />

il motore elettrico come generatore e riversando l’energia<br />

così prodotta in una batteria dedicata. I principali obiettivi<br />

del progetto sono: la riduzione di CO2 su utilizzo urbano,<br />

il miglioramento della guidabilità a bassi regimi ed infine<br />

una facilità di installazione presso officine autorizzate. Il<br />

SIER, in buona sostanza, è la risposta ad una sempre maggiore<br />

richiesta di veicoli ecologici rispettosi dell’ambiente e<br />

risparmioso in termini di consumo combustibile.<br />

Quali sono i risultati già raggiunti?<br />

“Ad oggi esistono due prototipi marcianti con un elevato livello<br />

di significatività dal punto di vista funzionale rispetto<br />

a quello che sarà il prodotto finale - spiega Giampiero Einaudi,<br />

responsabile del progetto SIER per la Landi Renzo<br />

– inoltre sono stati elaborati modelli di calcolo per rendere<br />

più agevole lo sviluppo senza passare necessariamente<br />

attraverso la sperimentazione su componenti che sappiamo<br />

essere dispendiosa in termini di tempi e costo. Tra<br />

i risultati già raggiunti è necessario sottolineare l’importante<br />

collaborazione con il Ministero Trasporti per la certificazione<br />

in termini omologativi di una tipologia di sistema che<br />

è presente sul mercato come equipaggiamento originale ma<br />

non ancora come kit da installare su un veicolo esistente”.<br />

La Landi Renzo di Cavriago collabora con Lamborghini Spa<br />

di S. Agata Bolognese (gruppo Audi) e con la Rete Alta Tecnologia<br />

della Regione <strong>Emilia</strong> Romagna: Unibo, <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />

Innovazione, Unimore-Intermech, Democenter-Sipe di Modena<br />

e Politecnico di Torino. Il progetto è stato avviato nell’aprile<br />

2010 e si chiuderà quest’anno in ottobre.<br />

La regione <strong>Emilia</strong> Romagna con la sua rete di Tecnopoli<br />

può essere un alleato?<br />

“Le aree di specializzazione del laboratorio InterMech-Mo.Re<br />

nel campo della meccatronica (materiali/ sistemi) costituiscono<br />

certamente un polo di eccellenza. In tema collaborazione<br />

già si sta facendo e si può fare di più anche attraverso<br />

le occasioni di conoscenza che non sono mancate<br />

durante l’iter del progetto. La conoscenza delle persone è<br />

fondamentale e da lì si parte per fare sì che le esigenze comuni<br />

diventino occasione di sinergie e collaborazioni”.<br />

A livello internazionale sinergie come queste sono quotidiane..<br />

quanto siamo in ritardo in Italia?<br />

“E’ vero, a livello internazionale sinergie come queste sono<br />

all’ordine del giorno, la Germania in questo senso rappresenta<br />

un esempio virtuoso dietro l’angolo, esperienze come<br />

questa di SIER insegnano che si può fare e che si possono<br />

cogliere anche i frutti anche in Italia… in tempi credibili.<br />

Bisogna però evitare di marciare in ordine sparso, ognuno<br />

per conto proprio col rischio di perdersi per strada e di<br />

trovarsi ad affrontare la concorrenza di grossi pool di aziende<br />

associate in modo complementare fra di loro. Questa<br />

consapevolezza della necessità di fare squadra, anche pilotata<br />

dalla attuale crisi economica, mi pare acquisita”.<br />

La creazione nell'area Ex-Reggiane di un Hub, di un polo<br />

dove far convergere le attività di ricerca è uno scenario<br />

che giudicate interessante? Siete interessati ai progetti<br />

che nascono intorno all’Area Nord? Cosa sarebbe<br />

possibile fare?<br />

“Certamente un’area e una regia unitaria di tutti i progetti<br />

relativi alla Meccatronica a <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> rappresenta uno<br />

scenario interessante e stimolante anche dal punto di vista<br />

della riconoscibilità esterna e della capacità di attrarre<br />

nuovo capitale umano. La presenza di <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> Innovazione,<br />

del Polo della Meccatronica, la sede di un incubatore<br />

per Spin off e Start up e di laboratori di ricerca<br />

privati di aziende manifatturiere e di servizi del terziario avanzato<br />

realizzerebbero un terreno fertile in grado di concentrare<br />

conoscenze e competenze e di portare anche benefici<br />

in termini di occupazione”.<br />

La collaborazione con l'Università. Da tempo le imprese<br />

la sollecitano. Oggi siamo di fronte a risultati concreti:<br />

"ragionate alla pari" per obiettivi comuni e condivisi?<br />

Si sono davvero "aperti" al mondo dell'industria,<br />

alla concretezza di progetti che possono diventare industrializzabili?<br />

“Il progetto SIER rappresenta un esempio di buona collaborazione<br />

fra il mondo dell’industria e l’Università. Il luogo<br />

comune che vede il mondo accademico distante da quello<br />

industriale e poco finalizzato al rispetto dei target di progetto,<br />

in fatto di tempi e costi di prodotto, è sfatabile attraverso<br />

innanzitutto una scelta oculata da parte degli operatori<br />

dell’impresa delle eccellenze universitarie unitamente<br />

alla capacità dell’impresa di sapere coinvolgere e motivare.<br />

In altre parole nel nostro caso specifico abbiamo cercato<br />

di ritagliare aree di azione coinvolgendo l’Università<br />

sui nostri obiettivi industriali. Fare parlare la stessa lingua<br />

due mondi tenuti a lungo separati non è facile, ma i risultati<br />

sono stati eccellenti.<br />

Fare ricerca unendo le forze di più soggetti: è un'opportunità<br />

oppure si rivela un problema?<br />

“Senz’altro rappresenta un’opportunità, ma comporta<br />

ASTER E LA RETE ALTA TECNOLOGIA<br />

Il Tecnopolo di <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> fa parte della Rete Alta Tecnologia / High Technology Network - HTN della Regione <strong>Emilia</strong>-Romagna.<br />

La Rete costituita da laboratori di ricerca industriale e da centri per l'innovazione, raggruppa le istituzioni accademiche<br />

e i centri di ricerca pubblici della regione per offrire competenze, strumentazioni e risorse al sistema produttivo. La Rete Alta<br />

Tecnologia è composta da 10 Tecnopoli (le infrastrutture fisiche che sorgeranno in ciascuno dei capoluoghi di provincia e che<br />

ospiteranno i Laboratori di ricerca applicata rivolti alle imprese) e da 6 Piattaforme Tecnologiche che raggruppano i laboratori<br />

di ricerca di tutta la Regione per tematiche:<br />

Meccanica/materiali<br />

Energia/Ambiente<br />

Agroalimentare<br />

Costruzioni<br />

Scienze della vita<br />

ICT e Design<br />

I tecnopoli sono luoghi che aggregano risorse umane e tecnologie, spazi in cui il mondo accademico dialoga con le imprese:<br />

i 10 tecnopoli rappresentano una tappa fondamentale nel processo di posizionamento dell’<strong>Emilia</strong>-Romagna tra le regioni più<br />

evolute del contesto europeo.<br />

Nei Tecnopoli trovano collocazione i laboratori e i centri della Rete Alta Tecnologia, le competenze scientifiche e le risorse umane<br />

che ne fanno parte ma anche incubatori e imprese che costituiscono il sistema produttivo regionale. Sono pertanto luoghi<br />

in cui il sapere viene trasferito al sistema produttivo e in cui l’accesso all’innovazione e alle nuove tecnologie da parte delle<br />

imprese viene sostenuto e sviluppato da tutto il sistema della ricerca pubblica in <strong>Emilia</strong>-Romagna.<br />

Nella realizzazione della Rete Alta Tecnologia sono coinvolti l’Università di Bologna, di Modena e <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>, di Ferrara, di<br />

Parma, il Politecnico e la Cattolica di Milano con la sede di Piacenza, il CNR, l’ENEA, l’Istituto Ortopedico Rizzoli e altri organismi<br />

di ricerca, La Regione e gli Enti locali coinvolti: Province, i Comuni capoluogo e i Comuni che ospiteranno laboratori e infrastrutture<br />

della rete.<br />

Il coordinamento della Rete Alta Tecnologia, organizzata in Piattaforme Tematiche, è affidato ad ASTER. ASTER è il Consorzio<br />

tra la Regione <strong>Emilia</strong>-Romagna, le Università, gli Enti di ricerca nazionali operanti sul territorio - CNR ed ENEA - l'Unione regionale<br />

delle Camere di Commercio e le Associazioni imprenditoriali regionali, nato con lo scopo di promuovere e coordinare azioni<br />

per lo sviluppo del sistema produttivo regionale verso la ricerca industriale e strategica; azioni per il trasferimento di conoscenze<br />

e competenze tecnologiche e azioni per lo sviluppo in rete di strutture dedicate alla ricerca di interesse industriale promosse<br />

in collaborazione con Università, Enti di ricerca e imprese operanti in <strong>Emilia</strong>-Romagna. Il Consorzio è stato costituito sulla<br />

base del Protocollo d'Intesa del 2001 ed opera senza finalità di lucro.<br />

43<br />

Articolo di copertina

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!