Esposizione della regola di diritto romano nemo pro parte testatus ...

ESPOSIZIONE DELLA REGOLA DI DRITTO ROMANO
NEMO PRO PARTE TESTAT US
PRO PARTE INTESTAT US DEC EDERE POTEST
Questa regola, che forma la base del sistema ereditario romano,
viene categoricamente enunciata da Pomponio nella famosa 1. í
de R. J. " Jus nostrum non patitur eumclem in paganis, et testato, et in-
testato decessisse: earumque rerum naturaliter inter se pugna est, testatus,
et intestatus ,,, ed espressamente applicata a speciali indagini da
Trifonino 1. 19. § 2. de castr. pecul. e da Giustiniano § 5. I. de hered.
instituend. La ricorda aneo Cicerone De Invent. II. c. 21.: " nec um-
quam factum est, ut ejusdem pecuniae alius testamento alius lege 1 eres
esset „. Gli scrittori tutti sono d' accordo nel ritenere, che la re-
gola sia tanto antica quanto il dritto romano: quel " naturaliter „
di Pomponio, e più la chiara testimonianza di Cicerone confer-
mano cotesta universale opinione. È del pari piena armonia nello
intendere il significato, che in generale ha la regola medesima;
cioè non poter essere nello stesso tempo due specie di successione
per diverse parti d' una eredità, successione per testamento e suc-
cessione per legge. E dappoichè la testamentaria successione si
sviluppa prima della legittima; suol essere la regola ragionevol-
mente tradotta così, che, laddove esiste un erede istituito anche
in una sola parte, anche in una sola cosa dell' eredità, egli aver
debba la eredità infiera ad esclusione delle persone chiamate ab
intestato.
Antica e viva la disputa intorno alla ragione. Fino allo scor-
cio del secolo XVIII dominò fra gli autori 1' opinione, che la
nostra regola derivasse dal concetto della rappresentanza del