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2<br />

Appunti di un<br />

venditore di donne<br />

“Qualcuno a suo tempo ha pesantemente decurtato<br />

la mia possib<strong>il</strong>ità di essere. Quello che mi resta<br />

è la possib<strong>il</strong>ità di avere”. Si presenta così <strong>il</strong> protagonista<br />

di Appunti di un venditore di donne, l’ultimo<br />

romanzo di giorgio Faletti, uno che “nella sua vita si è<br />

trovato sempre dalla parte sbagliata di una pistola o di<br />

un coltello”. Lui, conosciuto da tutti come Bravo, ci svela<br />

la sua verità sin dall’incipit: qualcuno lo ha evirato. Da quel<br />

momento, si è tenuto per sé <strong>il</strong> suo segreto e ha deciso di<br />

rifugiarsi nell’anonimato. <strong>Il</strong> suo settore sono le donne. Lui le<br />

vende a uomini che “hanno paura e non hanno tempo…<br />

far andare avanti un’azienda, una banca o un partito<br />

politico. Tutte queste cose <strong>il</strong> tempo se lo divorano.<br />

La paura, invece, è quella di sentirsi dire in faccia <strong>il</strong><br />

monos<strong>il</strong>labo che meno riescono ad accettare: no”. E<br />

nella prigione mentale in cui vive da anni, Bravo divide le sue<br />

ore d’aria col vicino di casa cieco, Lucio, con cui ogni giorno<br />

scambia crittografie. Finchè un giorno una donna gli sussurra<br />

in faccia un desiderio che non sentiva da tempo: “Con<br />

te ci verrei anche gratis”. Lei è Carla, lavora per una ditta<br />

di pulizie e dietro l’apparenza dimessa, Bravo sa che si nasconde una dea e decide di reclutarla. Ma<br />

quella frase sussurrata in faccia non smette di tormentarlo. <strong>Il</strong> romanzo di Faletti appassiona, si beve<br />

d’un fiato, e riporta in vita atmosfere di anni passati. E’ <strong>il</strong> 1978: a Roma le Brigate Rosse hanno rapito<br />

aldo moro, in Sic<strong>il</strong>ia boss mafiosi come gaetano Badalamenti soffocano ogni tentativo di resistenza<br />

civ<strong>il</strong>e, all’ombra della Madonnina le bande di Vallanzasca e turatello fanno salire la tensione<br />

in una città già segnata dagli scontri sociali. Ma anche in questo clima la dolcevita del capoluogo<br />

lombardo, che si prepara a diventare la “M<strong>il</strong>ano da bere” degli Anni Ottanta, non conosce soste. Si<br />

moltiplicano i locali in cui la società opulenta, che nella bella stagione si trasferisce a Santa Margherita<br />

e Paraggi, trova <strong>il</strong> modo di sperperare la propria ricchezza. Quella di Faletti però è una M<strong>il</strong>ano<br />

limitrofa e crepuscolare. Una M<strong>il</strong>ano che si trascina alle prime luci dell’alba fuori dai club di viale<br />

Monte Rosa, la città delle Renault 4 lanciate sulla bretella di Assago, o verso Cesano Boscone, dei<br />

parcheggi umidi accanto ai casali di campagna, dove boss della malavita trasformano autorimesse in<br />

bische e lacché di ogni tipo, con auto dai colori improbab<strong>il</strong>i, sono lì per guardargli le spalle. <strong>Il</strong> fascino<br />

di New York e Montecarlo, palcoscenici di Io uccido, <strong>il</strong> sorprendente thr<strong>il</strong>ler d’esordio di Giorgio Faletti<br />

e di Io sono Dio, <strong>il</strong> suo ultimo libro, lasciano <strong>il</strong> posto in questo nuovo romanzo alla città più noir<br />

d’Italia, un posto che sul finire degli Anni Settanta ha concentrato nelle sue strade alcuni degli eventi<br />

più terrib<strong>il</strong>i della storia repubblicana. “Intanto che dormivate di giorno e vi <strong>il</strong>ludevate di vivere<br />

la notte, <strong>il</strong> mondo è cambiato e non ve ne siete accorti. <strong>Il</strong> ‘68, <strong>il</strong> ‘77, la lotta di classe, la lotta<br />

armata. Tutte cose senza senso, per voi. Peggio ancora, tutte cose sconosciute. Siete solo<br />

nebbia sott<strong>il</strong>e, quel tratto di nulla fra <strong>il</strong> bene e <strong>il</strong> male”. Forse <strong>il</strong> thr<strong>il</strong>ler più umano di Faletti, in<br />

cui vengono citati personaggi, luoghi e situazioni che ha conosciuto e vissuto nei primi anni della sua<br />

carriera. <strong>Il</strong> tributo a un tempo in cui lo stereotipo della terra di nessuno che deve essere conquistata e<br />

dell’uomo capace di creare la propria fortuna imperavano, con buona pace della morale.<br />

Frase della settimana...<br />

“Dal 1° al 31 luglio la Polizia Municipale delle terre<br />

d’Argine ha multato 86 ciclisti”.<br />

Da La Gazzetta di Carpi del 30 luglio.<br />

05.08.2011 n° 31<br />

tra le righe...<br />

<strong>Il</strong> fu centro storico!<br />

Ci sono luoghi che<br />

fanno parte di ciascuno<br />

di noi. Angoli,<br />

scorci ed esercizi commerciali<br />

dai prof<strong>il</strong>i famigliari<br />

che hanno accompagnato<br />

intere generazioni. Immutab<strong>il</strong>i.<br />

Molti di quei punti<br />

di riferimento stanno però<br />

scomparendo. L’uno dopo<br />

l’altro abbassano le serrande<br />

e, insieme ad essi, a<br />

morire, sono veri e propri<br />

pezzi di storia carpigiana.<br />

Molte lacrime sono scese<br />

quando Tosi Dischi, <strong>il</strong> 30<br />

settembre del 2008, dopo<br />

trent’anni, decise di chiudere<br />

baracca e burattini,<br />

sancendo la fine di un’era<br />

all’insegna di lunghi pomeriggi<br />

passati ad ascoltare<br />

musica e quella non<br />

trascurab<strong>il</strong>e di via Paolo<br />

Guaitoli. Stessa sorte anche<br />

per lo storico Bar M<strong>il</strong>ano<br />

che, <strong>il</strong> 30 giugno scorso,<br />

dopo oltre un secolo, ha<br />

chiuso i battenti. Teatro di<br />

P<br />

28.01.2011 n° 04<br />

Quest’anno, lo storIco negozIo dI pIazza martIrI anceschI, compIe 110 annI<br />

Anceschi: commercianti<br />

da quattro generazioni<br />

C<br />

’è una storia che comincia<br />

tanto tempo fa. Precisamente<br />

nel 1902. Carpi non aveva<br />

<strong>il</strong> volto di oggi e la sua area si<br />

riduceva solo al nucleo del centro<br />

storico. Una famiglia in particolare<br />

ha avuto l’onore di veder crescere<br />

e mutare la nostra città: gli Anceschi,<br />

proprietari dagli inizi del secolo<br />

scorso dell’omonimo negozio<br />

di abbigliamento. <strong>Il</strong> capostipite,<br />

Giuseppe Anceschi, seguito dai<br />

figli Cornelio e Giuseppe, aprì<br />

una piccola bottega di sartoria che<br />

ha visto succedersi negli anni i vari<br />

figli. Fino ad oggi. Al compimento<br />

del 109esimo anno di età <strong>il</strong> negozio<br />

di Piazza Martiri conta sulla<br />

disponib<strong>il</strong>ità e la professionalità di<br />

Giuseppe, Rita, Deanna e Arturo.<br />

Rita Anceschi ripercorre questi<br />

splendidi anni all’approssimarsi<br />

del compleanno numero 110. “<strong>Il</strong> stato un bellissimo percorso –<br />

mio bisnonno ha iniziato come continua Rita – impreziosito da<br />

sarto – racconta - in corso Alberto una clientela affezionata, ottima<br />

Pio: da allora <strong>il</strong> negozio si è sposta- e fidelizzata. Abbiamo clienti che<br />

to all’odierna sistemazione risa- si riforniscono da noi non solo da<br />

lente al 1932. Ci siamo tramandati Carpi, ma anche da fuori provin-<br />

l’attività di generazione in generacia, che si spostano appositamente<br />

zione: io rappresento la quarta. <strong>Il</strong> per venirci a trovare. Questo è<br />

mio avo cominciò vendendo drap- molto lusinghiero per noi, poiché<br />

perie, biancheria per la casa, peda- la f<strong>il</strong>osofia della nostra famiglia è<br />

ne, tessuti in metratura, foderame sempre stata quella di ascoltare <strong>il</strong><br />

poi, pian piano, con l’avvento della cliente, oltre a servirlo material-<br />

confezione industriale negli Anni mente. Questo ci ha permesso di<br />

’60, <strong>il</strong> negozio è diventato quello creare rapporti umani importanti.<br />

che è oggi”. Negli anni la famiglia E’, d’altra parte, un mestiere che<br />

ha visto passarle davanti l’intera si fa con <strong>il</strong> cuore, cosa che oggi<br />

città, con i suoi cambiamenti a diventa sempre più diffic<strong>il</strong>e a causa<br />

livello urbanistico e sociale. “E’ di una concorrenza molto forte. Ci<br />

“Questa è la legge del poeta<br />

licenzioso: non può piacere<br />

se non è pruriginoso”<br />

(Marco Valerio Marziale)<br />

ene Immaginifiche è teatro<br />

(perché un attore, <strong>il</strong> carpigiano<br />

Davide Bulgarelli, ci porta<br />

nel mondo delle fantasie sessuali del<br />

poeta dell’ottocento Paul Verlaine,<br />

noto per i suoi eccessi, e del poeta<br />

latino del primo secolo d.C. Marco<br />

Valerio Marziale, nato in Spagna,<br />

che ci dà un ritratto proibito e<br />

inedito dei vizi dell’ Impero romano)<br />

ma è anche una mostra (perché<br />

un pittore, Giorgio Bernucci,<br />

ha selezionato quadri della storia<br />

dell’arte erotica da Schiele a Picasso<br />

a Lempicka e li proietterà durante<br />

lo spettacolo <strong>il</strong>luminando i performers)<br />

ed è pure un concerto (perché<br />

un musicista, <strong>il</strong> carpigiano Enrico<br />

Mescoli, improvviserà performances<br />

vocali e musicali, sperimentando<br />

suoni dissonanti rispetto al<br />

a voce recitante e i testi).<br />

Lo spettacolo debutta in antepri- lma<br />

a Modena <strong>il</strong> 29 gennaio alle<br />

21 e <strong>il</strong> 30 gennaio alle 16, presso lo<br />

spazio, sempre aperto alle novi-<br />

In anteprIma a modena <strong>Il</strong> 29 gennaIo alle 21 e <strong>Il</strong> 30 gennaIo<br />

alle 16, presso la sala teatro sted<br />

Pene Immaginifiche<br />

Enrico Mescoli<br />

Da sinistra: Lucia Morselli in Anceschi, Giuseppe e Rita Anceschi, Deanna Morini in Anceschi e Arturo Anceschi<br />

tà del teatro di ricerca, della Sala<br />

Teatro Sted di viale Muratori 75/d.<br />

La prenotazione è consigliata al<br />

3476511439, così come è consigliata<br />

la visione ad un solo pubblico<br />

adulto.<br />

Davide Bulgarelli<br />

attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti<br />

Direttore responsaB<strong>il</strong>e<br />

gianni prandi<br />

caporeDattore<br />

sara gelli<br />

reDaZione<br />

Jessica Bianchi, Valeria Cammarota, Francesca Desiderio,<br />

Enrico Gualtieri, Federico Campedelli,<br />

Marcello Marchesini, Clarissa Martinelli.<br />

impaginaZione e graFica<br />

L<strong>il</strong>iana Corradini<br />

puBBlicita’<br />

Multiradio - 059698555<br />

stampa<br />

Centro stampa delle Venezie - 049-8700713<br />

reDaZione e amministraZione<br />

Via Nuova Ponente, 24/A CARPI<br />

Tel. 059 645566 - Fax 059 642110<br />

jessica@radiobruno.it, l<strong>il</strong>iana@radiobruno.it<br />

COOPERATIVA RADIO BRUNO arl<br />

Registrazione al Tribunale di Modena N. 1468 del 9 apr<strong>il</strong>e 1999<br />

Chiuso in redazione <strong>il</strong> 3 agosto 2011<br />

13<br />

si è quindi dovuti adattare ai tempi,<br />

tenendosi al passo con i gusti e la<br />

moda. Ma senza esagerare”. In<br />

un secolo, almeno una volta, tutta<br />

Carpi si è vestita da Anceschi e alla<br />

domanda se ci sia un aneddoto o un<br />

cliente che si sia distinto in modo<br />

particolare, Rita risponde che “tutti<br />

i clienti sono speciali”. Ognuno,<br />

con le sue caratteristiche, lascia<br />

qualcosa di sé, si apre e si racconta.<br />

“Chiaramente – afferma - ci sono<br />

anche persone più difficoltose ma<br />

<strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio è decisamente positivo.<br />

Siamo molto fortunati, dobbiamo<br />

tutto ai nostri clienti”. E che dire<br />

dei crocchi di persone che giornalmente<br />

fanno capannello davanti<br />

alle vetrine? “E’ sempre stata una<br />

caratteristica del nostro negozio –<br />

spiega divertita la signora Anceschi<br />

- molti si fermano a salutare:<br />

questa è un’abitudine che perdura<br />

da quando qui lavorava mio nonno<br />

e così è rimasto. Al mattino, per i<br />

conoscenti, la prima tappa obbligata<br />

è qui, anche solo per fare un<br />

saluto, quattro chiacchiere”. Rita<br />

Anceschi si ritiene una donna molto<br />

fortunata: non è da tutti svolgere<br />

un lavoro che sia anche una grande<br />

passione. “E’ una grande fortuna<br />

fare quello che piace – afferma - e<br />

farlo in questo modo, senza la freddezza<br />

di uno scambio commerciale<br />

fine a se stesso. Occorrono attenzione,<br />

carattere e tanta disponib<strong>il</strong>ità.<br />

Quando la sera arrivo a casa,<br />

per mezz’ora ho bisogno di s<strong>il</strong>enzio,<br />

ma la mattina quando mi alzo<br />

sono contenta di andare a lavorare:<br />

è sempre una sorpresa, non sai mai<br />

chi verrà quel giorno. Devo dire<br />

grazie i miei genitori per <strong>il</strong> patrimonio<br />

che ci siamo tramandati:<br />

non solo per le mura, per <strong>il</strong> nome<br />

sulla tenda, ma per tutto quanto ho<br />

ricevuto dalle persone”.<br />

Un’enormità di ricordi affollano la<br />

mente di Rita Anceschi, commossa<br />

al pensiero che, a fine anno, l’attività<br />

chiuderà. “Purtroppo oggi è<br />

venuto a mancare <strong>il</strong> ricambio generazionale<br />

che ci ha sempre contraddistinto<br />

– conclude – e dispiace<br />

molto lasciare la clientela.<br />

<strong>Il</strong> nostro cognome ha sempre connotato<br />

<strong>il</strong> negozio: passare l’attività<br />

ad altri non avrebbe senso. Ma in<br />

futuro e dopo tanto lavoro, spero<br />

proprio di riuscire anche ad annoiarmi<br />

un po’”.<br />

Valeria Cammarota<br />

NEGOZI STORICI<br />

Carpi cambia e <strong>il</strong> centro ha un<br />

nuovo volto. Ti piace? Rispondi su:<br />

www.temponews.it<br />

dibattiti, testimone s<strong>il</strong>enzioso dei grandi eventi che hanno abitato Piazza Martiri,<br />

non è più lì. Per comprare un “Bif” e resistere alla canicola agostana cittadina<br />

occorre superare una soglia tristemente desolata che, probab<strong>il</strong>mente, a breve,<br />

ospiterà l’ennesimo franchising, e proseguire verso altro locale. Ora, a mettere i<br />

sig<strong>il</strong>li - come avevamo già anticipato a gennaio, nel numero 4 - sarà la “bottega”<br />

storica Anceschi. Una storia, la sua, iniziata nel lontano 1902 e che, <strong>il</strong> prossimo<br />

31 dicembre, terminerà. <strong>Il</strong> centro cittadino - eccezion fatta per corso A. Pio<br />

- è ormai un pezzo di groviera tra negozi chiusi, altri che si accingono a farlo<br />

e altri ancora in attesa di risorgere - forse - a nuova vita. Non tutti i buchi però<br />

lasciano lo stesso vuoto. Questioni affettive. Di pelle. Ragioni sentimentali. Vetrine<br />

che, se la morsa della crisi non allenterà la presa, saranno destinate a restar<br />

deserte ancora a lungo e a ricordarci così che un’epoca - quella dell’opulenza - si<br />

è ormai definitivamente chiusa.<br />

Jessica Bianchi

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