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Il radiogoniometro - DF - Sezione Navigazione

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<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

CAPITOLO 2<br />

LA RADIONAVIGAZIONE E LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE<br />

2.0 - <strong>Il</strong> <strong>radiogoniometro</strong> - <strong>DF</strong> (Direction Finding)<br />

<strong>Il</strong> <strong>radiogoniometro</strong> è stato il primo ricevitore radio costruito per<br />

misurare la direzione di provenienza delle onde elettromagnetiche<br />

trasmesse da una stazione fissa (radiofaro) o mobile. Per queste sue<br />

caratteristiche il <strong>radiogoniometro</strong> rimane il solo ricevitore in grado di<br />

misurare le direzioni relative di altre navi che trasmettono un radio<br />

segnale. Per queste sue caratteristiche il <strong>radiogoniometro</strong> ha un ruolo<br />

importante nelle situazioni di emergenza in mare. La SOLAS<br />

(International Convention for Safety of Life at Sea) rese obbligatoria<br />

l'installazione a bordo delle navi con stazza superiore a 1600 tonnellate.<br />

<strong>Il</strong> <strong>radiogoniometro</strong>, inoltre, è importante anche perchè permette di<br />

utilizzare le misure di angolo per la determinazione della posizione<br />

della nave.<br />

2.1 - Antenna del <strong>DF</strong><br />

<strong>Il</strong> metodo migliore per capire le caratteristiche direzionali<br />

dell’antenna è quello di utilizzare un diagramma polare di ricezione. La<br />

figura 2.1 mostra il diagramma di ricezione di una antenna<br />

omnidirezionale (antenna a stilo o dipolo).<br />

Figura 2.1 – Diagramma di ricezione di un’antenna omnidirezionale<br />

In questo caso il segnale di un’onda superficiale, ricevuto dall'antenna,<br />

può arrivare da qualunque direzione dell'orizzonte perciò questo tipo di<br />

antenna non è in grado di misurare la direzione di provenienza del<br />

83


84<br />

Mario Vultaggio<br />

segnale elettromagnetico. <strong>Il</strong> diagramma di ricezione di un dipolo è<br />

rappresentato dalla seguente relazione:<br />

( r)<br />

= cost<br />

e v (2.1)<br />

2.2 - Antenna a telaio (Loop antenna)<br />

L'antenna a telaio è costituita da un conduttore chiuso la cui forma non<br />

è importante: può essere di forma circolare, triangolare e rettangolare.<br />

La forma dell'antenna, che meglio si presta a descrivere la teoria<br />

dell'antenna a telaio, è quella rettangolare dato che le altre forme di<br />

telaio possono essere semplicemente risolte in elementi verticali ed<br />

orizzontali dell'antenna rettangolare.<br />

Ciò è dovuto al fatto che essendo il campo elettromagnetico polarizzato<br />

verticalmente, solo i rami verticali sono indotti elettricamente; i rami<br />

orizzontali sono perciò considerati solo come continuità del circuito<br />

elettrico.<br />

Per lo studio della corrente indotta nell'antenna a telaio<br />

consideriamo due posizioni del piano dell'antenna rispetto alla direzione<br />

del campo elettromagnetico il cui segnale ha ampiezza E e periodo T<br />

1 2π<br />

( f = e w = ):<br />

T T<br />

• piano del telaio perpendicolare alla direzione di propagazione del<br />

segnale;<br />

• piano del telaio parallelo alla direzione del segnale.<br />

Nel primo caso (v. figura 2.2), la distanza dei due rami verticali dalla<br />

stazione trasmittente è la stessa. <strong>Il</strong> campo elettromagnetico indotto nei<br />

due rami è lo stesso sia in ampiezza sia in fase; nei rami orizzontali non<br />

c'è alcun campo elettromagnetico indotto. La differenza di potenziale è<br />

nulla e non circola alcuna corrente all'interno dell'antenna.<br />

Nel secondo caso, il fronte d'onda del segnale trasmesso dalla<br />

trasmittente, considerata notevolmente lontana rispetto alla distanza dei<br />

due rami verticali, il fronte d’onda interseca i due rami del telaio in<br />

istanti differenti; in questo caso il potenziale massimo indotto nei due<br />

rami sarà sempre lo stesso (Ev) ma la distanza fra i due rami causa due<br />

potenziali indotti differenti prodotti dalla fase Φ .


<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

Figura 2.2 – Tensione indotta: a) telaio perpendicolare alla direzione<br />

di propagazione; b) telaio parallelo alla direzione di propagazione.<br />

I due potenziali sono:<br />

e Ev<br />

sin wt<br />

La differenze di potenziale è:<br />

e<br />

loop<br />

= e<br />

= E<br />

1 = e e2 = Ev<br />

sin(<br />

wt + Φ)<br />

1<br />

v<br />

+<br />

( − e ) = E sin wt + [ − E sin(<br />

wt + Φ)<br />

]<br />

2<br />

sin wt − E<br />

v<br />

v<br />

sin wt cosΦ<br />

+ E<br />

85<br />

v<br />

v<br />

=<br />

cos wt sin Φ<br />

eloop = Ev<br />

cos wt sinΦ<br />

(2.2)<br />

avendo trascurato cosΦ unitario essendo la distanza fra i due rami<br />

piccola rispetto alla distanza della stazione trasmittente.<br />

La relazione (2.2) mostra due importante proprietà dell'antenna:<br />

• il segnale indotto nell'antenna è in quadratura ( cos wt ) con il<br />

segnale indotto nel singolo ramo verticale ( sin wt );<br />

• <strong>Il</strong> valore massimo del segnale è E sin Φ .<br />

Per le basse e medie frequenze la fase Φ è sempre molto piccola<br />

cosicché il segnale risultante nell'antenna potrà essere molto minore del<br />

voltaggio indotto nell'elemento verticale. <strong>Il</strong> massimo dell'ampiezza del<br />

segnale di antenna dipende dalla fase dell'angolo Φ ed è funzione<br />

dell'angolo θ che la direzione di propagazione del segnale fa con la<br />

perpendicolare al piano contenente il telaio.<br />

Per dimostrare questa proprietà consideriamo una stazione che trasmette<br />

onde continue di lunghezza λ; i due rami verticali distano dalla stazione<br />

v


86<br />

Mario Vultaggio<br />

d1 e d2; le tensioni indotte nei due rami verticali sono date dalle due<br />

seguenti relazioni:<br />

e<br />

e<br />

1<br />

2<br />

⎡ ⎛ d1<br />

⎞⎤<br />

= Ev<br />

sin⎢w⎜<br />

t − ⎟⎥<br />

⎣ ⎝ c ⎠⎦<br />

⎡ ⎛ d 2 ⎞⎤<br />

= Ev<br />

sin⎢w⎜<br />

t − ⎟⎥<br />

⎣ ⎝ c ⎠⎦<br />

(2.3)<br />

con c velocità della luce nel vuoto ed Ev valore massimo del potenziale<br />

come precedentemente introdotto nelle relazioni (2.2). Indicando con<br />

Δ la distanza fra i due rami verticali dell'antenna a telaio, allora le<br />

relazioni (2.3) possono essere espresse in termini della distanza d della<br />

stazione dal centro della antenna di figura 2.3:<br />

per cui operando la differenza si ha:<br />

e<br />

e<br />

1<br />

2<br />

⎡ ⎛ ⎛ Δ ⎞⎞⎤<br />

= Ev<br />

sin⎢w⎜<br />

t − ⎜d<br />

− cosθ<br />

⎟⎟⎥<br />

⎣ ⎝ ⎝ 2 ⎠⎠⎦<br />

⎡ ⎛ ⎛ Δ ⎞⎞⎤<br />

= Ev<br />

sin⎢w⎜<br />

t − ⎜d<br />

+ cosθ<br />

⎟⎟⎥<br />

⎣ ⎝ ⎝ 2 ⎠⎠⎦<br />

e v<br />

( wt)<br />

ΔΦ<br />

(2.4)<br />

loop = e1<br />

− e2<br />

= kE cos sin<br />

(2.5)<br />

Δ Δ<br />

ΔΦ = w cosθ<br />

= 2π<br />

cosθ<br />

(2.6)<br />

c λ<br />

con k un coefficiente di proporzionalità che dipende dalle caratteristiche<br />

elettromagnetiche del telaio.<br />

L'angolo θ identifica la direzione di provenienza del segnale ed in<br />

navigazione è utilizzato per individuare la direzione (rilevamento) della<br />

stazione trasmittente; il campo indotto eloop ovvero l'intensità della<br />

corrente che circola nel telaio chiuso dipende da questo angolo.<br />

Vi sono due direzioni angolari (θ=0°=180°) per le quali si ha il<br />

massimo di potenziale indotto e due direzioni (θ=90°=270°) nelle quali<br />

il potenziale è nullo.<br />

Se il telaio è di tipo rotante, allora esso può essere ruotato per misurare<br />

il potenziale massimo o nullo e quindi definire la direzione della<br />

stazione rispetto ad una direzione di riferimento (a terra la direzione di<br />

riferimento è il nord geografico, a bordo si fa coincidere con il piano<br />

longitudinale della nave).


<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

Figura 2.3 – Tensione indotta nel telaio con angoloθ rispetto alla<br />

direzione di propagazione.<br />

La figura 2.4 rappresenta il diagramma polare della (2.5) al variare della<br />

posizione del telaio rispetto alla direzione di provenienza del segnale<br />

trasmesso dalla stazione trasmittente; esso è noto come diagramma ad<br />

otto.<br />

Figura 2.4 – Diagramma di ricezione ad otto di un telaio al variare<br />

dell’angolo θ rispetto alla direzione di arrivo del segnale.<br />

La differenza di fase è direttamente proporzionale alla distanza<br />

orizzontale dell’antenna a telaio Δ; il campo indotto Ev è direttamente<br />

proporzionale alla lunghezza dei rami verticali. Queste considerazioni<br />

portano alla seguente relazione di proporzionalità eloop =kΔh con k un<br />

coefficiente di proporzionali . Rappresentando il prodotto Δh, l’area del<br />

telaio, la differenza di potenziale indotta ovvero la corrente che circola<br />

nel telaio chiuso è proporzionale all’area del telaio stesso. Inoltre,<br />

essendo h l’altezza del ramo verticale si potrebbe pensare di aumentare<br />

87


88<br />

Mario Vultaggio<br />

il numero di spirali verticali in modo da aumentare il numero dei rami<br />

verticali. La teoria sull’elettromagnetismo dimostra che il flusso<br />

elettromagnetico indotto non dipende dalla lunghezza del conduttore di<br />

cui sono costituite le spire del telaio ma dalla sua area. Particolare<br />

importante da rilevare è che il potenziale indotto non dipende dalla<br />

forma del telaio.<br />

Queste considerazioni suggeriscono il metodo per determinare θ<br />

conoscendo la posizione del telaio rispetto alla direzione prefissata. Se<br />

il telaio ruota fino a che la misura di eloop si annulla, vuol dire che il<br />

piano del telaio è perpendicolare alla direzione di provenienza del<br />

segnale (il piano d’onda investe simultaneamente i due rami verticali<br />

del telaio) e la direzione di provenienza del segnale è θ= 90°= 270°<br />

rispetto al piano del telaio; se la misura di eloop diventa massima vuol<br />

dire che l’angolo è di θ=0°=180°. La figura 2.3 rappresenta il<br />

diagramma di ricezione di un antenna a telaio. L’orecchio umano è più<br />

sensibile al manico che al massimo; la posizione del minimo eloop è<br />

usata per determinare la direzione di provenienza del segnale.<br />

Rimane il problema dell’ambiguità. Per definire il verso della direzione<br />

si introduce un dipolo verticale accoppiato all’antenna a telaio nella<br />

quale il segnale in arrivo, emesso dalla stazione trasmittente, genera un<br />

campo dato dalla seguente relazione:<br />

eo o v<br />

= k E sin wt<br />

(2.7)<br />

Figura 2.5 – Diagramma di ricezione ad otto e di un antenna a stilo.


<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

nella quale ko dipende solamente dall’altezza dell’antenna verticale; il<br />

segnale dato dalla (2.7) è sfasato di un quarto di periodo rispetto alla<br />

(2.6) (v. figura 2.5); questa sfasatura del segnale è realizzata<br />

elettricamente:<br />

eo o v<br />

= k E cos wt<br />

(2.8)<br />

La somma della tensione del telaio con quella dell’ antenna dipolo da:<br />

'<br />

eloop = eloop<br />

+ eo<br />

= kEv<br />

cosθ<br />

cos wt + ko<br />

Ev<br />

cos wt<br />

' ⎛ k ⎞<br />

eloop<br />

= ko<br />

Ev<br />

⎜<br />

⎜1+<br />

cosθ<br />

cos wt<br />

k ⎟<br />

(2.9)<br />

⎝ o ⎠<br />

La (2.9) può essere ulteriormente modificata elettricamente<br />

modificando il circuito elettrico in modo da rendere k = ko<br />

; questo<br />

intervento elettrico permette di esprimere la (2.9) nel seguente modo:<br />

'<br />

eloop = kEv<br />

( 1+<br />

cosθ<br />

) cos wt<br />

che fornisce un segnale indotto nell’antenna di tipo coseno sinusoidale<br />

la cui ampiezza massima dipende dall’angolo θ (v. figura 2.6) oltre che<br />

Figura 2.6 – Diagramma ad otto e cardioide di ricezione di un’antenna<br />

a telaio associata ad un dipolo.<br />

alle caratteristiche elettromagnetiche del telaio accoppiato al dipolo. <strong>Il</strong><br />

valore massimo indotto del segnale è:<br />

89


' [ ] kE ( 1+<br />

cosθ<br />

)<br />

loop<br />

max<br />

= v<br />

90<br />

Mario Vultaggio<br />

e (2.10)<br />

La (2.10) rappresenta l’equazione della cardioide in coordinate polari e<br />

d è rappresentata in figura 2.5. La (2.10) fornisce un solo massimo<br />

verso la stazione trasmittente ( θ = 0)<br />

ed un solo minimo nel verso<br />

θ = 180°<br />

. La misura di θ comporta le seguenti operazioni:<br />

opposto ( )<br />

• sintonizzazione del ricevitore radiogoniometrico sulla frequenza<br />

della stazione trasmittente;<br />

• ricerca del minimo (perché per la curva ad otto le variazioni del<br />

segnale sono più sensibili nell’intorno del valore nullo);<br />

• inserimento del dipolo verticale per l’impiego della cardioide e la<br />

definizione del verso.<br />

La ricerca del minimo sul diagramma ad otto di equazione:<br />

e = kE<br />

loop<br />

v<br />

cosθ<br />

è giustificata dal fatto che la sua derivata prima:<br />

deloop<br />

= kEv<br />

sinθ<br />

(2.11)<br />

dθ<br />

assume, per = 90°<br />

= 270°<br />

e .<br />

θ , la massima variazione del valore di loop<br />

L’angolo polare θ misurato è riferito all’asse longitudinale della nave la<br />

cui direzione è definita dalla bussola o girobussola di bordo. Nel caso<br />

della stazione radiogoniometrica sistemata a terra la direzione di<br />

riferimento coincide con la direzione del nord geografico.<br />

L’accuratezza del nullo della cardioide dipende dal massimo di tensione<br />

eloop e dalla tensione dell’antenna di senso che dovranno essere uguali.<br />

Se il voltaggio dell’antenna verticale (dipolo) è più di quello<br />

dell’antenna a telaio, la direzione associata al nullo è male definita<br />

mentre se il voltaggio dell’antenna si senso è inferiore a quello<br />

dell’antenna a telaio allora esisteranno due nulli; ciò dipende dalla<br />

differenza di potenziale che rende la cardioide inadatta a determinare il<br />

senso della direzione della stazione.


<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

Figura 2.7 – Diagrammi di ricezione: a) diagramma ad otto; b) e c)<br />

cardioide (da inserire) e definizione del senso per mezzo dell’antenna<br />

dipolo.<br />

Quando si verificano questi casi, l’operatore dovrà agire sul ricevitore<br />

in modo da rendere in entrambi i casi i due voltaggi uguali.<br />

Figura 2.8 – Diagrammi di ricezione: a) cardioide con tensione di<br />

antenna più grande della tensione di eloop;; b) cardioide con tensione di<br />

antenna minore di quella di eloop.<br />

91


92<br />

Mario Vultaggio<br />

2.3 –Antenna Bellini-Tosi<br />

L’antenna a telaio, descritta, presenta delle limitazioni d’uso a causa<br />

dell’accoppiamento tra rotazione della stessa attorno all’asse verticale e<br />

le dimensioni del telaio stesso che deve essere sufficientemente alto<br />

dato che la sua area definisce il valore massimo di eloop. La soluzione a<br />

questo problema è stata introdotta dal sistema Bellini-Tosi<br />

caratterizzato da due telai ortogonali fissi diretti per nord e per est nelle<br />

i installazioni terrestre e per prora-poppa e per madiere in quelle di<br />

bordo. Questa soluzione costruttiva è ancora ogni utilizzata nella<br />

realizzazione di un <strong>radiogoniometro</strong>. (v. figura 2.9).<br />

Figura 2.9 – Telaio Bellini-Tosi<br />

Sul telaio Bellini-Tosi sono valide tutte le considerazioni elettriche<br />

ricavate per il singolo telaio. Nelle stazioni marine l’antenna Bellini-<br />

Tosi è installata a poppavia e sull’asse longitudinale delle navi. Ciascun<br />

telaio fornisce una eloop proporzionale a E v sinθ<br />

e E v cosθ<br />

; nella<br />

determinazione dell’angolo le due componenti eliminano il problema<br />

della rotazione del telaio. La realizzazione tecnica del <strong>radiogoniometro</strong><br />

consiste di due spirali poste nei due piani perpendicolari associati ai due<br />

telai; una terza spirale è libera di ruotare all’interno del campo indotto,<br />

eloop, prodotto dalla due spirali. L’ampiezza del campo indotto è così<br />

proporzionale ai due voltaggi:<br />

[ e ] kE θ , [ e ] = kE sinθ<br />

loop<br />

NS<br />

v cos loop EW v<br />

= (2.12)<br />

inoltre, esiste un campo indotto nella spira rotante, generato dai due<br />

campi indotti (2.12), la cui ampiezza è funzione dell’angolo φ :


<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

[ e ] kE θ cosφ<br />

, [ e ] = kE sinθ<br />

sinφ<br />

loop<br />

NS<br />

v cos loop EW v<br />

= (2.13)<br />

Quando la corrente nella spira rotante è nulla, si ha:<br />

kE θ cosφ<br />

= kE sinθ<br />

sinφ<br />

v cos v<br />

dalla quale si ottiene l’angolo θ essendo:<br />

tan θ = tanφ<br />

(2.14)<br />

l’operatore, ruotando la spira fa variare la corrente indotto fino ad<br />

annullarla. La lettura sul goniometro, associato alla spira, dell’angolo φ<br />

determina l’angolo:<br />

θ = φ + 90° + n180°<br />

(2.15)<br />

Figura 2.10 – Diagramma polare di ricezione del telaio Bellini-Tosi<br />

2.4 – Antenna Adcock<br />

La resistività del suolo può modificare la polarizzazione verticale del<br />

campo elettromagnetico trasmesso dalla stazione trasmittente;<br />

quest’azione può indurre sui rami orizzontali dell’antenna a telaio delle<br />

tensioni indotte e modificare la posizione di nullo da associare alla<br />

direzione misurata dall’operatore.<br />

Per evitare o ridurre quest’effetto prodotto dalla non perfetta<br />

polarizzazione verticale del segnale in arrivo in alcuni telai è eliminata<br />

la connessione orizzontale superiore ed a schermare le connessioni<br />

93


94<br />

Mario Vultaggio<br />

orizzontali tra antenna e ricevitore; antenne costruite con questi<br />

accorgimenti sono dette antenne Adcock<br />

Figura 2.11 – Schema geometrico di antenna Adcock<br />

La figura 2.11 illustra un esempio di antenna Adcock; essa è costituita<br />

da due coppie di due rami verticali (antenna a telaio) collegati da<br />

conduttori orizzontali ben schermati in modo da non essere investiti dal<br />

campo elettromagnetico in arrivo; l’assenza del contributo di questi<br />

rami schermati rende poco sensibile i telai stessi alle riflessioni<br />

ionosferiche e quindi non influenzano il segnale indotto dal campo<br />

elettromagnetico diretto generato dalla stazione trasmittente.<br />

Se si considerano i due telai di figura 2.11, allora nel box<br />

integratore è realizzato il confronto dei due potenziali presenti nei<br />

dipoli:<br />

2πd 2πd −<br />

2 e 2<br />

λ sinφ<br />

λ sinφ<br />

considerando h l’altezza dei dipoli, la differenza di potenziale indotta<br />

sarà:<br />

⎡<br />

ΔV<br />

= Eoh⎢e<br />

⎢⎣<br />

πd<br />

j sin φ<br />

λ<br />

− e<br />

πd<br />

− j sin φ<br />

λ<br />

⎤<br />

⎥<br />

⎥⎦


<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

⎧⎡<br />

⎛ πd<br />

⎞ ⎛ πd<br />

⎞⎤<br />

⎫<br />

⎪⎢cos⎜<br />

sinφ<br />

⎟ + j sin⎜<br />

sinφ<br />

⎟⎥<br />

+ ⎪<br />

⎪⎣<br />

⎝ λ ⎠ ⎝ λ ⎠⎦<br />

⎪<br />

ΔV<br />

= Eo<br />

h⎨<br />

⎬<br />

⎪ ⎡ ⎛ πd<br />

⎞ ⎛ πd<br />

⎞⎤<br />

−<br />

⎪<br />

⎪ ⎢cos⎜<br />

sinφ<br />

⎟ − j sin⎜<br />

sinφ<br />

⎟⎥⎪<br />

⎩ ⎣ ⎝ λ ⎠ ⎝ λ ⎠⎦⎭<br />

πd Δ V ≈ E1h<br />

sin sinφ<br />

λ<br />

così la differenza di potenziale misurata dipende dall’angolo di<br />

incidenza del piano d’onda con il piano del telaio. <strong>Il</strong> valore ricavato è<br />

ottenuto elettricamente dalla combiner box riportata nella citata figura<br />

(v. fig. 2.11).<br />

Per dare una forte direttività alla coppia di telai occorre che un valore<br />

d<br />

grande del rapporto . Questa condizione impone, per segnali nella<br />

λ<br />

banda di frequenze medie e corte una distanza dei dipoli delle antenne<br />

Adcock variabile tra 10 e 20 metri. Questa condizione genera delle<br />

grosse difficoltà ad installare a bordo delle navi antenne di questo tipo;<br />

questo è il motivo per cui antenne di questo tipo sono usate soprattutto<br />

in stazioni radio goniometriche terrestri.<br />

2.5 – <strong>Il</strong> <strong>radiogoniometro</strong> a bordo della nave<br />

L’installazione del <strong>radiogoniometro</strong> a bordo richiede che la direzione<br />

0°-180° del quadrante fisso sia diretto perfettamente nel piano<br />

longitudinale della nave . La posizione dell’antenna deve essere posta<br />

sul piano longitudinale in modo che l’antenna sia simmetrica rispetto ai<br />

ferri o altre antenne di bordo. Dopo l’installazione occorre procedere al<br />

calcolo delle deviazioni dato che a bordo esistono masse ferrose ed<br />

antenne che investiti dal campo elettromagnetico del segnale in arrivo,<br />

sono sede di correnti parassite. Queste correnti reirradiano un campo<br />

magnetico secondaria Hs che si combina con il campo magnetico H del<br />

segnale in arrivo (v. figura 2.12); i due campi sono generalmente sfasati,<br />

tuttavia è possibile decomporre una componente in fase con H la cui<br />

composizione vettoriale da il vettore risultante H’ che determinerà un<br />

errore nella misura della direzione del segnale in arrivo trasmesso dalla<br />

stazione trasmittente. La componente in quadratura contribuisce al<br />

cosiddetto effetto antenna.<br />

<strong>Il</strong> vettore magnetico H’ risultante genera una deviazione nel<br />

rilevamento misurato con il <strong>radiogoniometro</strong>. Questo semplice caso<br />

giustifica l’azione dello studio dei ferri e delle antenne sulle misure<br />

radiogoniometriche; l’azione dei ferri di bordo crea un campo<br />

95


96<br />

Mario Vultaggio<br />

elettromagnetico indotto molto simile a quello creato dal campo<br />

magnetico terrestre che produce deviazioni sulla bussola magnetica. La<br />

natura delle deviazioni è identica a quella della bussola magnetica dato<br />

che le deviazioni assumono lo stesso valore dopo un intero giro della<br />

nave. Le deviazioni prodotte dal campo magnetico indotto di bordo sul<br />

<strong>radiogoniometro</strong> sono di tipo periodico:<br />

( )<br />

δ = f ρ<br />

(2.16)<br />

Figura 2.12 – Composizione vettoriale dei campi magnetici H e Hs<br />

(inserire lo scafo con le due polarità)<br />

Per stabilire i valori della deviazione al variare del rilevamento polare<br />

ρ occorre procedere alla tecnica dei giri di bussola.<br />

r<br />

2.6 – Determinazione delle deviazione del <strong>radiogoniometro</strong>.<br />

Installata l’antenna del ricevitore <strong>DF</strong> sull’asse longitudinale della nave,<br />

la determinazione delle deviazione del <strong>DF</strong> è fatta con la nave in assetto<br />

di navigazione. Nell’effettuare le misure occorre distinguere due<br />

procedure differenti legati alla visibilità ottica della stazione<br />

trasmittente: radiofaro in vista e radiofaro non in vista.<br />

2.6.1 – Metodo a vista<br />

La nave si trova in prossimità del radiofaro (v. figura 2.13); a bordo si<br />

installa, in prossimità dell’antenna del <strong>radiogoniometro</strong>, un grafometro<br />

opportunamente orientato con l’asse 0-180° parallelo al piano<br />

longitudinale della nave; la vicinanza del grafometro all’antenna è una<br />

condizione necessaria per eliminare errori di parallasse. La nave è<br />

ormeggiata presso una boa adibita a questo tipo di misure. Le misure<br />

r


<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

sono effettuate su prore equintervallate su un giro completo di<br />

orizzonte: due operatori osservano simultaneamente sia la misura polare<br />

del radiofaro al grafometro sia quella corrispondente al<br />

<strong>radiogoniometro</strong>. Al termine del giro di orizzonte si ottengono una<br />

serie di misure di angoli polari fatte sia al <strong>radiogoniometro</strong> sia al<br />

grafometro: ρ r e ρ i i . La deviazione, δ r , corrispondente a ρ i<br />

r , è i<br />

espressa dalla seguente relazione:<br />

δ ( −<br />

(2.17)<br />

r = f ρ r ) = ρi<br />

ρ r<br />

i<br />

Figura 2.13 – Composizione vettoriale dei campi magnetici H e<br />

Hs (inserire lo scafo con le due polarità)<br />

Si fa notare che la deviazione è una correzione e non un errore perché<br />

essa, sommata con il proprio segno alla misura errata, fornisce la misura<br />

esatta. Con le deviazioni calcolate si costruisce su un diagramma la<br />

curva delle deviazioni, su un sistema ortogonale. La curva rappresenta<br />

la relazione (2.17). Tracciata la curva, si costruisce la tabella delle<br />

deviazioni.<br />

<strong>Il</strong> metodo a vista per la ricerca delle deviazioni è certamente uno<br />

dei più semplici,perché non richiede alcuna conoscenza delle coordinate<br />

geografiche sia della nave che della stazione trasmittente (radiofaro).<br />

Esso richiede però un’accurata messa a punto del grafometro, onde<br />

evitare un errore costante sulle deviazioni calcolate.<br />

2.6.2 – Metodo con radiofaro non in vista<br />

La stazione trasmittente, in questo caso,non è visibile all’operatore ed è<br />

può essere piuttosto lantana (50-100 mg). Occorre definire il<br />

rivelamento vero Ril v della stazione trasmittente (misurato sulla carta o<br />

97<br />

i


98<br />

Mario Vultaggio<br />

calcolato con metodi analitici). La nave assume le varie prore vere (lette<br />

alla bussola magnetica e correte sia della declinazione che della<br />

deviazione magnetica). Tenuto conto che il telaio è orientato per prora,<br />

si rileva al <strong>radiogoniometro</strong> la stazione trasmittente e per ogni prora<br />

vera si ricava il valore dell’angolo polare:<br />

ρ = Ril − P<br />

(2.18)<br />

i<br />

v<br />

Questa misura si confronta con l’angolo misurato al <strong>radiogoniometro</strong><br />

ρ per ottenere la deviazione:<br />

ri<br />

ri<br />

i<br />

ri<br />

vi<br />

δ = ρ − ρ<br />

(2.19)<br />

Con i valori calcolati si costruisce la curva delle deviazioni del<br />

<strong>radiogoniometro</strong>. <strong>Il</strong> metodo usato è meno accurato di quello precedente;<br />

le incertezze derivano dal maggior numero di parametri impiegati.<br />

2.7 – Curva delle deviazioni.<br />

Dallo studio delle curve di deviazioni risulta che le deviazioni<br />

dipendono soprattutto dall’orientamento che vengono ad assumere le<br />

masse metalliche di bordo rispetto alla direzione delle onde<br />

elettromagnetiche in arrivo. La natura delle deviazioni è di tipo<br />

periodico, cioè la deviazione assume lo stesso valore dopo un giro<br />

completo di orizzonte;queste considerazioni permettono di associare<br />

alla (2.17) e alla (2.19) la proprietà delle funzioni periodicche in termini<br />

dell’angolo polare ρ . A questa funzione può essere applicata lo<br />

sviluppo in serie di Fourier.<br />

La curva delle deviazione (v. figura 2.14), allora, può essere espressa<br />

dal seguente sviluppo in serie:<br />

δ r = f ( ρ ) = + sin + cos + sin 2 + cos2<br />

+<br />

i<br />

r A B ρr<br />

C ρ<br />

i<br />

r D ρ<br />

i<br />

r E ρ<br />

i<br />

r i<br />

(2.20)<br />

+ F sin3ρ<br />

+ G cos3ρ<br />

+ K sin 4ρ<br />

+ Lcos4ρ<br />

+ ...<br />

r i<br />

r i<br />

r i<br />

r i


<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

Deviazione<br />

Giri di bussola - deviazione del <strong>radiogoniometro</strong><br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

-2 0<br />

-4<br />

-6<br />

-8<br />

45 90 135 180 225 270 315 360<br />

Rilevamento polare<br />

99<br />

Deviazione<br />

Figura 2.14 – Rappresentazione della deviazione di un<br />

<strong>radiogoniometro</strong> calcolata con giri di bussola.<br />

I coefficienti A, B, C, ecc., sono espressi in gradi ed hanno il seguente<br />

significato:<br />

• A è una deviazione costante;<br />

• B e C sono delle deviazioni semicircolari;<br />

• D ed E sono delle deviazioni quadratali;<br />

• F e G sono delle deviazioni sestantali;<br />

• K ed L sono delle deviazioni ottantali.<br />

La curva delle deviazioni mostra un carattere quadratale con un valore<br />

molto rilevante della costante D ed è accompagnato da significativo<br />

valore di K associato ad un’armonica ottantale. L’esperienza sullo<br />

studio delle deviazioni dei radiogoniometri suggerisce , per<br />

rappresentare la deviazione, il seguente sviluppo in serie:<br />

δ<br />

ri<br />

= f ( ρ ) = A + Bsin<br />

ρ + C cos ρ + Dsin<br />

2ρ<br />

+<br />

r<br />

r i<br />

r i<br />

r i<br />

+ E cos2ρ<br />

+ K sin 4ρ<br />

I coefficienti della serie (2.20) si ricavano dalle seguenti relazioni:<br />

n<br />

∑<br />

i=<br />

1<br />

A =<br />

δ ri<br />

n<br />

δ r90°<br />

B =<br />

− δ r<br />

2<br />

270°<br />

,<br />

r i<br />

δ r<br />

C =<br />

0°<br />

− δ<br />

2<br />

r<br />

180°°<br />

r i<br />

(2.21)<br />

(2.22)


D =<br />

( δ + δ ) + ( δ + δ ) ( δ + δ ) + ( δ + δ )<br />

r<br />

45 °<br />

r<br />

225°<br />

4<br />

r<br />

135°<br />

r<br />

315°<br />

,<br />

E =<br />

( −δ<br />

+ δ −δ<br />

+ δ −δ<br />

+ δ − )<br />

100<br />

r<br />

0°<br />

r<br />

180°<br />

4<br />

r<br />

90°<br />

r<br />

270°<br />

Mario Vultaggio<br />

(2.23)<br />

1<br />

K = δ r22.<br />

5°<br />

r67.<br />

5°<br />

r122.<br />

5°<br />

r157.<br />

5°<br />

r202.<br />

5°<br />

r247.<br />

5°<br />

r δ<br />

292.<br />

5°<br />

r<br />

(2.24)<br />

337.<br />

5°<br />

8<br />

<strong>Il</strong> coefficiente K può essere anche ricavato in termini del coefficiente<br />

D:<br />

2<br />

2<br />

sin D<br />

tan D<br />

sin K = , tan K =<br />

(2.25)<br />

2<br />

2<br />

2.8 – Progettazione ed installazione di un <strong>radiogoniometro</strong><br />

terrestre: analisi e natura delle deviazioni.<br />

Nell’individuazione dellae scelta del sito costiero per installare una<br />

stazione costiera, occorre tener ben presente che l’antenna del<br />

<strong>radiogoniometro</strong> sia ben visibile e libera da ostacoli. Non esistono siti<br />

ideali esenti da influenze spurie che possono variare la simmetria del<br />

campo elettromagnetico; un aspetto importante da tenere presente è il<br />

fenomeno della rifrazione delle onde elettromagnetiche che si verifica<br />

quando le onde passano da un mezzo all’altro di differente conduttività<br />

(terra-mare e mare-terra). Ricordando che la velocità di gruppo delle<br />

onde superficiali dipende dalla conduttività del suolo, l’onda<br />

elettromagnetica che incide la linea di costa subisce una variazione di<br />

direzione a causa della variazione di conduttività del mezzo (v. figura<br />

2.15).


<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

Figura 2.15 – Rifrazione costiera - variazione della direzione<br />

prodotta dalla linea di costa (settore di bontà).<br />

Dalla legge della rifrazione si capisce che la deviazione è minima<br />

quando la direzione dell’onda incidente è prossima alla direzione<br />

perpendicolare della costa. Le direzioni che incidono con un angolo<br />

molto grande sono sempre da scartare dato che esse sono affette da una<br />

variazione di direzione notevole. Questo fenomeno può essere ridotto<br />

scegliendo opportunamente il sito d’installazione rispetto all’area di<br />

servizio del <strong>radiogoniometro</strong> o radiofaro.<br />

2.9 – Installazione del <strong>radiogoniometro</strong> a bordo delle -Analisi e<br />

natura delle deviazioni.<br />

Come prima accennato, l’antenna del <strong>radiogoniometro</strong> a bordo delle<br />

navi va installata sul piano longitudinale; rimane da capire la natura<br />

delle deviazioni rappresentate dalla relazione (2.21) e come sia possibile<br />

ridurle. Per ottenere le migliori prestazioni occorre capire quale<br />

variazione subiscono le onde elettromagnetiche che investono la<br />

struttura della nave sulla quale sono presenti altri tipi di antenne adibite<br />

ad altri servizi.<br />

Per conoscere l’influenza della struttura della nave sull’antenna del<br />

<strong>radiogoniometro</strong>, occorre, dopo l’installazione dell’antenna, operare dei<br />

giri di bussola e ricavare il diagramma delle deviazioni in funzione della<br />

101


102<br />

Mario Vultaggio<br />

direzione polare come è dato dalla relazione (2.21); successivamente<br />

occorre determinare i coefficienti che sono presenti nella (2.21).<br />

Normalmente il diagramma delle deviazioni presenta un andamento<br />

quadratale; in particolare, dal calcolo dei coefficienti, si nota che i<br />

coefficienti D e K sono più grandi rispetto agli altri coefficienti presenti<br />

nella (2.21) (v. figura 2.16).<br />

Figura 2.16 – Diagramma delle deviazioni di tipo quadrantale.<br />

L’armonica quadrantale è causata da una corrente indotta dallo scafo<br />

della nave che nel giro di bussola produce un campo secondario; questa<br />

campo re-irradiato è in fase con il campo esterno generante cosicché<br />

esso si aggiunge al campo esterno, causando così una variazione della<br />

corretta direzione del campo esterno; l’effetto risultante è quello di<br />

ridurre l’angolo polare di osservazione. Con il rilevamento polare nullo<br />

o 180°, il campo secondario assume il suo massimo valore, ma dato che<br />

esso ha lo stesso orientamento del campo principale, esso non produce<br />

alcun errore. Per le direzioni polari di 90° o 270°, il campo principale<br />

non produce alcun campo secondario perciò non circola alcuna corrente<br />

secondaria indotta dall’azione dello scafo. In queste due direzioni non si<br />

producono errori sulla misura. L’errore massimo pertanto si verifica<br />

nelle direzioni polari ( ρ r = 45°<br />

= 135°<br />

= 225°<br />

= 315°<br />

) .<br />

L’ampiezza del campo secondario dipende dal beamwith(larghezza) e<br />

dal bordo libero della nave; la variazione del bordo libero, sembra però,<br />

di produrre una debole variazione del campo secondario che in pratica<br />

è trascurato. L’azione del beamwith è una quantità fissa per una data<br />

sistemazione dell’antenna del <strong>radiogoniometro</strong> per cui la sua azione<br />

rimane costante; il suo effetto, comunque, diminuisce con il crescere<br />

della distanza dallo scafo della nave. Per questo motivo, come si può<br />

osservare su tutte le navi, l’antenna del <strong>radiogoniometro</strong> è posta molto<br />

in alto rispetto alla struttura dello scafo.


<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

Figura 2.17 – Diagramma tipico delle deviazioni semicircolari<br />

prodotte dal campo secondario indotto – le quattro curve<br />

dipendono dalla posizione relativa della struttura verticale rispetto<br />

all’antenna.<br />

La compensazione di questa deviazione quadratale è effettuata<br />

introducendo una impedenza nel circuito di ricezione; l’operazione è<br />

molto complessa e comunque va opportunamente tarata per annullare<br />

l’azione del campo magneti secondario prodotto dalla struttura metallica<br />

della nave.<br />

L’armonica semicircolare è causata da un conduttore verticale vicino<br />

all’antenna del <strong>radiogoniometro</strong>; nel caso pratico questo condutture può<br />

essere assimilato al fumaiolo della nave, albero o ad una antenna<br />

verticale vicina. <strong>Il</strong> campo secondario indotto, in questi casi, è molto<br />

intenso quando la lunghezza del conduttore verticale è proporzionale<br />

⎛ λ 3λ<br />

5λ<br />

⎞<br />

alla lunghezza d’onda del campo principale ⎜l<br />

≈ , , , ecc⎟<br />

con λ<br />

⎝ 4 4 4 ⎠<br />

la lunghezza d’onda della frequenza del segnale trasmesso dalla<br />

stazione trasmittente.<br />

103


104<br />

Mario Vultaggio<br />

Figura 2.18 – Diagramma tipico delle deviazioni quadratali<br />

prodotte dal campo secondario indotto: a) sezione trasversale; b)<br />

sezione longitudinale.<br />

<strong>Il</strong> massimo errore della semicircolare si ha quando la struttura verticale<br />

re-irradia un campo indotto in fase con l’onda diretta; il campo indotto<br />

risultante è dato dalla somma dei due campi; la direzione misurata al<br />

goniometro φ devia dalla direzione polare dell’onda in arrivo θ (v.<br />

relazione 2.14). L’errore della semicircolare è nullo quando la stazione<br />

trasmittente e la struttura verticale sono sullo stesso allineamento. I<br />

diagrammi rappresentati in figura 2.18 forniscono un possibile<br />

diagramma della deviazione semicircolare agente sul <strong>radiogoniometro</strong>.<br />

2.10 – Calcolo delle deviazioni<br />

<strong>Il</strong> calcolo delle deviazioni del <strong>radiogoniometro</strong> di bordo si determinano<br />

operando misure nell’intero giro di orizzonte il radiofaro sotto angoli<br />

polari equintervallati; la differenza dei corrispondenti rilevamenti polari<br />

radiogoniometrici e veri fornisce una serie temporale come riportata<br />

nella seguente tabella i cui valori sono stati calcolati per mezzo della<br />

relazione (2.19):<br />

ρ v<br />

(gradi)<br />

Tabella 1 - Giro di bussola : valori misurati e calcolati<br />

ρ rad<br />

(gradi)<br />

δ<br />

(gradi)<br />

ρ v<br />

(gradi)<br />

ρ rad<br />

(gradi)<br />

δ<br />

(gradi)<br />

0 0 0 180 179,5 0,5<br />

22,5 20,5 2 202,5 200 2,5<br />

45 40 5 225 219 6<br />

67,5 66 1,5 247,5 245 2,5<br />

90 89,5 0,5 270 269 1<br />

112,5 114 -1,5 292,5 296 -3,5<br />

135 141,5 -6,5 315 321 -6<br />

157,5 160 -2,5 337,5 340 -2,5


<strong>Il</strong> Radiogoniometro<br />

Quindi si calcolo i coefficienti con le relazioni (2.22) – (2.24) qui di<br />

seguito riportati nella tabella 2.<br />

deviazione (gradi)<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

-2<br />

-4<br />

-6<br />

-8<br />

Tabella 2 - Coefficienti della deviazione di un <strong>radiogoniometro</strong><br />

A B C D E K<br />

0.1 -0.25 -0.25 5.88 -0.25 0.06<br />

deviazione del radiogonimetro<br />

0<br />

0 30 60 90 120 150 180 210 240 270 300 330 360<br />

prora gyro (gradi)<br />

Figura 2.19 – Diagramma delle deviazioni residue calcolate dai<br />

dati di tabella 2<br />

Successivamente, per comprendere bene la natura del diagramma delle<br />

deviazioni, i valori calcolati della deviazione sono rappresentati in<br />

diagramma in funzione dell’angolo polare radiogoniometrico. La figura<br />

2.19 mostra l’andamento delle deviazioni calcolate con i coefficienti<br />

riportati in tabella:<br />

2.11 – Compensazione delle deviazioni e calcolo delle deviazioni<br />

residue.<br />

La compensazione delle deviazioni prodotte dai campi secondari indotti<br />

a bordo delle navi è effettuata dopo che si determina la curva delle<br />

deviazioni ed i coefficienti che determinano la curva stessa utilizzando<br />

le relazioni (2.12), (2.22) e (2.23).<br />

La compensazione del <strong>radiogoniometro</strong> avviene effettuando i seguenti<br />

punti:<br />

• controllo preliminare del funzionamento del <strong>radiogoniometro</strong>;<br />

105<br />

Serie1


106<br />

Mario Vultaggio<br />

• eliminazione di potenziali sorgenti di re-irradiazione di campi<br />

indotti;<br />

• effettuazione di un giro completo di orizzonte per la verifica<br />

della completa funzionalità del <strong>DF</strong>;<br />

• tracciamento ed analisi della curva delle deviazioni;<br />

• riduzione delle deviazioni;<br />

• effettuazione del giro di orizzonte per la valutazione degli errori<br />

residue;<br />

• tracciamento del diagramma delle deviazioni residue e<br />

preparazione della tabella delle deviazioni.<br />

Tutte queste operazioni sono precedute dalla verifica che la nave sia in<br />

assetto di navigazione.<br />

La curva delle deviazioni residue può mettere in evidenza che la<br />

compensazione non sia stata effettuata in modo corretto: la curva può<br />

mettere in evidenza una componente quadratale o semicircolare<br />

significativa. In questi casi occorre procedere all’individuazione del<br />

campo secondario indotto che ha prodotto l’armonica ed eliminare la<br />

sua azione.<br />

E’ possibile procedere ad un controllo rapido del <strong>radiogoniometro</strong><br />

effettuando delle misure su due direzioni principali per verificare se<br />

esiste una forte componente quadratale scegliendo direzioni per le quali<br />

la quadratale assume il valore massimo. Si riportano a titolo di esempio<br />

le seguenti osservazioni:<br />

Tabella 3 – Deviazioni residue<br />

v<br />

ρ r<br />

ρ ( )<br />

δ<br />

045° 039° +6°<br />

315° 319° -4°<br />

<strong>Il</strong> valore medio è di 5° ed indica che i rilevamenti polari sono deviati<br />

verso il piano longitudinale della nave; il loro valore indica la presenza<br />

di una deviazione quadratale. Quando le deviazione misurate nelle due<br />

direzioni sono molto differenti tra loro, allora le misure sono affette da<br />

un deviazione semicircolare non trascurabile.

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