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<strong>Speciale</strong><br />

Biogas<br />

efficienza al massimo<br />

IN COLLABORAZIONE CON BTS


2 [ SOMMARIO ]<br />

n. 25/2011<br />

<strong>Speciale</strong> Biogas<br />

coordinamento di Christian Aversa e Roberto Bartolini<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8 Ruminotec,<br />

9<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

Un grande futuro<br />

per le rinnovabili<br />

DI MICHAEL NIEDERBACHER<br />

Il successo del biogas<br />

nei paesi europei<br />

DI HARM GROBRÜGGE<br />

Le prospettive di sviluppo<br />

del biogas in Germania<br />

DI DAVID WILKEN<br />

Ottime premesse<br />

ma qual è il futuro in Italia?<br />

DI VILLER BOICELLI<br />

Valutazioni tecniche<br />

ed economiche delle colture<br />

DI FABRIZIO ADANI<br />

come ottenere<br />

biogas dalla cellulosa<br />

DI MICHAEL STRECKER<br />

La realtà operativa<br />

degli impianti BTS<br />

DI MARLENE HÖLZL<br />

DinaMETAN, sistema dinamico<br />

per l’analisi della biomassa<br />

DI ALBERTO BARBI<br />

Bioaccelerator, come aumentare<br />

la resa dell’impianto<br />

DI HELMUT MITTERMAIR<br />

Il ruolo della fibra grezza<br />

nella produzione di biogas<br />

DI ANDREA FORMIGONI<br />

Biodry, sistema di essiccazione<br />

che valorizza l’azoto<br />

DI ALESSANDRO CHIUMENTI<br />

Anastrip, un metodo<br />

per trattare il digestasto<br />

DI UTE BAUERMEISTER<br />

Biometano, le esperienze<br />

nel trattamento del biogas<br />

DI ULF RICHTER<br />

Supplemento al n. 25/2011<br />

di Agrisole del 24 giugno 2011<br />

Direttore responsabile:<br />

Elia Zamboni<br />

Registrazione:<br />

Tribunale di Milano n. 460 del 20/07/1996


n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />

3<br />

UN GRANDE FUTURO<br />

PER LE RINNOVABILI<br />

[ DI MICHAEL NIEDERBACHER* ]<br />

Biogas nasce<br />

come convegno che<br />

L’Info<br />

forma e informa. Ha<br />

da sempre un carattere<br />

super partes, che lascia da<br />

parte le diatribe di mercato.<br />

Cerca piuttosto di fare il<br />

punto sulla situazione<br />

attuale nel mondo del biogas<br />

e più in generale nell’universo<br />

delle rinnovabili,<br />

e spinge tutto il movimento<br />

verso futuri soluzioni e<br />

sbocchi.<br />

L’edizione del 2011 ha offerto<br />

vari spunti su tematiche<br />

inerenti le realtà italiane ed<br />

europee, su soluzioni tecniche<br />

nuove e affermate per<br />

l’incremento di produzione<br />

ed efficienza e ha infine<br />

rivolto lo sguardo verso tecnologie<br />

che possono essere<br />

una valida alternativa al<br />

biogas convenzionale, senza<br />

però esserne un concorrente.<br />

Da quando sono entrato in<br />

questo mondo più di un<br />

decennio fa mi sono posto<br />

*General Manager TS Energy<br />

Group.<br />

come obiettivo la costruzione<br />

di impianti di biogas per<br />

sostituire almeno un<br />

impianto nucleare. Il<br />

nucleare, pur non producendo<br />

anidride carbonica,<br />

per me è un diretto antagonista<br />

delle rinnovabili, e<br />

non solo perché comporta<br />

alti rischi di sicurezza. Con<br />

il potenziale che il mondo<br />

agricolo italiano ci mette a<br />

disposizione saremmo in<br />

grado di sostituire ben due<br />

centrali nucleari, arrivare<br />

cioè a una potenza nominale<br />

di 2 GW.<br />

Chiaramente dobbiamo fare<br />

fronte anche a problematiche<br />

vere o presunte tali.<br />

L’andamento altalenante<br />

dei prezzi e la coltivazione<br />

energetica a discapito della<br />

coltivazione destinata<br />

all’alimentazione sono tra le<br />

tematiche al centro di ripetute<br />

discussioni. Sicuramente<br />

sono argomenti che non<br />

devono essere presi alla leggere<br />

ed è per questo che noi<br />

di B.T.S. stiamo investendo<br />

molto sull’aumento dell’efficienza<br />

che intendiamo<br />

come un insieme di efficienza<br />

agronomica, biologica,<br />

elettrica e termica. Il futuro<br />

degli impianti di biogas sta<br />

sicuramente nell’utilizzo di<br />

reflui zootecnici, scarti agricoli,<br />

di coltivazioni invernali,<br />

di materiale non “rubato”<br />

all’alimentazione. Bisogna<br />

[ Michael Niederbacher.<br />

allontanarsi da monoculture<br />

dedicate esclusivamente<br />

all’energia, sostenere e tutelare<br />

la biodiversità vegetale.<br />

Con l’aumento dell’efficienza<br />

complessiva degli<br />

impianti saremo in grado di<br />

diminuire fondamentalmente<br />

la quantità di input<br />

necessaria per alimentare<br />

gli impianti. Il potenziale di<br />

miglioramento è tale che in<br />

un futuro non molto lontano<br />

riusciremo ad alimentare<br />

un impianto da 1 MWel con<br />

solo 100 ettari.<br />

Con la tariffa onnicomprensiva<br />

l’Italia ha creato un<br />

mercato fiorente con un<br />

lungo futuro ancora tutto<br />

da scrivere. Ma il biogas<br />

non è solo fonte energetica<br />

per la produzione di energia<br />

elettrica. Se trattato e<br />

purificato è un ottimo vettore<br />

energetico con varie<br />

possibilità di valorizzazione,<br />

come l’immissione nella<br />

rete del gas naturale o l’utilizzo<br />

come carburante per<br />

veicoli. Per la sua ottima<br />

infrastruttura e la sua lunga<br />

esperienza con il gas naturale<br />

l’Italia ha le migliori<br />

premesse per sfruttare tutto<br />

lo spettro offerto dal biogas<br />

e per fungere da pioniere e<br />

da modello per altri Paesi<br />

con produzione di biogas.<br />

Sta però a noi migliorare la<br />

tecnologia e spingere i legislatori<br />

nella direzione giusta.<br />

Buona lettura e un arrivederci<br />

all’Info Biogas 8!


4 n. 25/2011<br />

IL SUCCESSO DEL BIOGAS<br />

NEI PAESI EUROPEI<br />

[ DI HARM GROBRÜGGE* ]<br />

Gestisco un impianto di<br />

biogas dal 1983 nel<br />

Nord della Germania e<br />

da tre anni sono vicepresidente,<br />

dell'Eba (European<br />

Biogas Association). L'Eba si<br />

occupa di produzione sostenibile<br />

di energia rinnovabile<br />

in Europa. Quasi tutti i Paesi<br />

membri dell'Unione Europea<br />

fanno parte anche dell'Eba.<br />

Siamo una rete e una piattaforma<br />

di comunicazione per<br />

informazioni sul biogas in<br />

Europa. Il biogas in Germania<br />

ha avuto un forte sviluppo e<br />

bisogna ammettere che questo<br />

sviluppo lo si deve principalmente<br />

ad un pacchetto<br />

legislativo molto favorevole.<br />

La legge tedesca finora è stata<br />

modificata due volte. Nel<br />

2010 sono stati costruiti più di<br />

1.000 nuovi impianti di biogas.<br />

Questo è uno dei motivi<br />

per cui molti prendono spunto<br />

dalla Germania quando si<br />

tratta di biogas.<br />

Austria. In questo stato, a causa<br />

della legislazione in vigore,<br />

il biogas non si è sviluppato<br />

molto o oggi siamo a 223 kWh<br />

pro capite all'anno. Qui c'è<br />

ancora molto da fare, anche<br />

l'Austria è stato il primo paese<br />

a costruire un impianto per il<br />

trattamento e l'immissione in<br />

rete del biogas.<br />

Danimarca. Già nel 1983 erano<br />

in funzione alcuni grandi<br />

impianti di biogas. C'era<br />

soprattutto l'infrastruttura per<br />

poter utilizzare il calore nelle<br />

vicinanze dell'impianto. Purtroppo<br />

lo sviluppo si è un po'<br />

fermato. In Danimarca abbia-<br />

*Vicepresidente EBA.<br />

mo 212 kWh pro capite all'anno.<br />

Svezia. Qui il biogas è stato<br />

incentivato molto dallo Stato,<br />

anche come carburante. Il biogas<br />

è stato realizzato soprattutto<br />

come impianti di immissione<br />

nella rete del gas. Gli<br />

impianti non sono decentralizzati,<br />

come in Germania, cioè<br />

non sono presso gli agricoltori.<br />

L'associazione svedese del biogas<br />

è stata assimilata dall'associazione<br />

svedese delle industrie<br />

del gas fossile. La produzione<br />

attuale è pari a 146,8<br />

kWh pro capite all'anno.<br />

Svizzera. Ha un'ottima legge<br />

per il biogas però ha un tetto<br />

alla produzione e le spese complessive<br />

sono limitate. Ci sono<br />

molti progetti, ma solo pochi<br />

possono essere realizzati, dato<br />

che i finanziamenti a disposizione<br />

sono pochi. Produzione:<br />

95,75 kWh pro capite all'anno.<br />

Repubblica Ceca. Ha una legge<br />

sulle energie rinnovabili<br />

simile a quella tedesca. Vengono<br />

costruiti molti impianti.<br />

Hanno materie prime agricole<br />

in abbondanza.<br />

Ungheria. È un paese con un<br />

alto potenziale, che però non<br />

viene ancora sfruttato dato che<br />

le leggi non lo permettono<br />

ancora. Non c'è ancora una leg-<br />

[ INFOBIOGAS ]<br />

ge per le energie rinnovabili.<br />

C'è un grande impianto che è<br />

già progettato e c'è molta<br />

superficie agricola che sarebbe<br />

a disposizione per il biogas.<br />

Gran Bretagna. Hanno scoperto<br />

molto tardi la raccolta differenziata.<br />

Ciò spiega perché lo<br />

sviluppo è ancora più o meno<br />

fermo. È un bene che il gas che<br />

viene prodotto nelle discariche<br />

venga raccolto e utilizzato.<br />

Però il materiale in primis non<br />

dovrebbe neanche essere raccolto<br />

in questa maniera nelle<br />

discariche. La produzione di<br />

biogas è pari a 380 kWh pro<br />

capite all'anno.<br />

Francia. Ha una tariffa per<br />

l'energia rinnovabile e le premesse<br />

sono molto buone ma la<br />

macchina burocratica è molto<br />

complicata. Ogni dipartimento<br />

ha le sue direttive che devono<br />

essere seguite. La costruzione<br />

di impianti è quindi ancora<br />

molto difficile.<br />

Dunque ci sono paesi che sicuramente<br />

non hanno meno<br />

potenziale della Germania e<br />

quindi ci sono ampie possibilità<br />

di sviluppo. Anche per questo<br />

motivo l'Unione Europea<br />

ha indicato l'obiettivo, in base<br />

alle normative europee per le<br />

energie rinnovabili, di raggiungere<br />

il 20 % di energie rinnova-<br />

[ TAB. 1 - GLI OBIETTIVI PER IL BIOGAS<br />

PRODUZIONE BIOGAS NREAP FATTORE DI<br />

DI BIOGAS NEL 2010 2020 CRESCITA<br />

GWh GWh 2010<br />

Repubblica Ceca 1.510 5’282 3,5<br />

Danimarca 1.165 4’325 4<br />

Germania 16.300 45’330 3<br />

Francia 3.300 12’023 4<br />

Italia 5.360 9’484 2<br />

Austria 1.870 1’840 1<br />

Svezia 1.360 1’272 1<br />

Regno Unito 23.500 8’887 0,38<br />

[ Harm Grobrügge.<br />

bili sul territorio europeo entro<br />

il 2020, e ogni paese deve raggiungere<br />

una soglia minima di<br />

energie rinnovabili per riuscire<br />

a raggiungere l'obiettivo complessivo.<br />

Alcuni paesi europei non<br />

nascondono le loro ambizioni,<br />

la Germania vuole crescere<br />

ancora molto e anche l'Italia ha<br />

ottime prospettive. Austria e<br />

Svezia non hanno obiettivi<br />

ambiziosi. La Gran Bretagna in<br />

realtà mostra alcuni passi<br />

indietro, fatto logico visto che il<br />

gas da discariche diminuisce di<br />

anno in anno. Se rapportiamo<br />

il potenziale alla realtà ci rendiamo<br />

conto che siamo molto<br />

al di sotto delle possibilità. C'è<br />

ancora molto lavoro da fare e il<br />

biogas, almeno potenzialmente,<br />

ha ancora un lungo futuro.<br />

È possibile andare molto oltre<br />

gli obiettivi descritti nei vari<br />

piani nazionali. I piani sono<br />

sviluppati dai vari governi per<br />

raggiungere gli obiettivi richiesti<br />

dell'UE, ma non per superarli,<br />

in modo da evitare che<br />

l'UE in futuro possa chiedere<br />

obiettivi ancora più ambiziosi.<br />

Le varie associazioni nazionali<br />

del biogas devono lavorare: ad<br />

esempio il potenziale del biogas<br />

per il settore del trasporto è<br />

ancora quasi sconosciuto. L'Italia<br />

forse è abbastanza all'avanguardia,<br />

visto che ci sono molti<br />

veicoli che vanno a gas naturale.<br />

Qui c'è molto potenziale per<br />

il biogas. Il calore viene sfruttato<br />

troppo poco. Qui deve succedere<br />

ancora molto perché si<br />

sfrutti bene anche il calore. ■


n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />

5<br />

LE PROSPETTIVE DI SVILUPPO<br />

DEL BIOGAS IN GERMANIA<br />

[ DI DAVID WILKEN* ]<br />

Attualmente in Germania<br />

ci sono 6.000 impianti di<br />

biogas con una potenza<br />

installata di ca. 2.300 MW elettrici.<br />

Per il 2011 prevediamo la<br />

costruzione di ulteriori 800<br />

impianti di biogas per un<br />

ammontare di ca. 300 MW di<br />

potenza elettrica. 4.300.000 abitazione<br />

vengono fornite con<br />

corrente elettrica proveniente<br />

dal biogas. Il fatturato ammonta<br />

a 4,7 miliardi di Euro. Il biogas<br />

ha creato 19.000 posti di<br />

lavoro, ovviamente abbiamo<br />

incluso anche la coltivazione<br />

dei substrati. La quota di<br />

esportazione arriva al 16 % e la<br />

superficie dedicata al biogas è<br />

di 750.000 ettari. Nel 2011 questi<br />

dati subiranno un'ulteriore<br />

impennata.<br />

Tutto ciò è stato reso possibile<br />

dall'EEG, la legge per l'energia<br />

rinnovabile. Un fattore importante<br />

è la suddivisione in base<br />

alle dimensioni dell'impianto.<br />

La remunerazione per impianti<br />

piccoli è relativamente più<br />

elevata di quella per impianti<br />

grandi. La remunerazione va a<br />

scaglioni: potenza


6 n. 25/2011<br />

OTTIME PREMESSE<br />

MA QUAL È IL FUTURO IN ITALIA?<br />

[ DI VILLER BOICELLI* ]<br />

Il Consorzio Italiano Biogas<br />

e Gassificazione Kiloverde<br />

è la prima aggregazione<br />

volontaria voluta dai<br />

produttori per i produttori<br />

che si è costituita nel 2009. Al<br />

31 dicembre 2010 ha festeggiato<br />

il raggiungimento di<br />

102 soci che rappresentano<br />

aziende produttrici di biogas<br />

e syngas da fonti rinnovabili,<br />

aziende o società industriali<br />

fornitrici di impianti e di tecnologie<br />

e gli enti ed istituzioni<br />

che contribuiscono a vario<br />

titolo al raggiungimento<br />

degli scopi sociali. La mission<br />

del Consorzio è promuovere<br />

e sviluppare la<br />

cogenerazione da biogas e la<br />

gassificazione attraverso il<br />

confronto tra gli operatori di<br />

tutta la filiera, l'ottimizzazione<br />

dei processi produttivi, la<br />

crescita della consapevolezza<br />

che c'è perfetta complementarietà<br />

tra attività agricolo-zootecnica<br />

ed attività<br />

agro energetica. Per questo il<br />

Consorzio organizza gruppi<br />

di lavoro specifici per elaborare<br />

documenti, realizza<br />

eventi, partecipa a convegni<br />

e promuove corsi di formazione,<br />

interagendo con le<br />

*Direttore Consorzio Italiano<br />

Biogas.<br />

[ TAB. 1 - IL BIOGAS IN ITALIA<br />

comunità locali. L'attività<br />

del Consorzio prevede<br />

anche forme di assistenza<br />

agronomica, di assistenza ai<br />

produttori nelle procedure<br />

per l'ottenimento della T.O.<br />

dei certificati bianchi e dei<br />

crediti di carbonio e anche<br />

convenzioni con università,<br />

istituti di ricerca e istituti di<br />

credito. In Italia la potenza<br />

installata con le centrali da<br />

biomassa ha raggiunto 1491<br />

MW, suddivisi in 522 MW da<br />

trasformazione oli vegetali,<br />

502 MW da trasformazione<br />

di biomasse solide e 462 MW<br />

come produzione biogas. Da<br />

una recente indagine (tab. 1)<br />

emerge che nell'anno 2010<br />

sono stati installati 182 nuovi<br />

impianti di biogas, che si<br />

vanno ad aggiungere ai 161<br />

già in funzione e le previsioni<br />

per il 2011 sono di altri 276<br />

nuovi impianti, che porterebbe<br />

il numero totale a 619, con<br />

una dislocazione prevalente<br />

nelle regioni a più alta concentrazione<br />

di allevamenti<br />

zootecnici.<br />

Si fa un gran parlare della<br />

[ INFOBIOGAS ]<br />

[ TAB. 2 - IMPIANTI E SUPERFICI REALMENTE IMPIEGATE<br />

TOTALE TOTALE SUPERFICI<br />

IMPIANTI (MW) (HA)<br />

In attività al 31/12/2009 161 113,5 31.000<br />

In attività al 31/12/2010 343 244,5 64.000<br />

Potenziali al 31/12/2011 619 410 110.000<br />

competizione delle superfici<br />

agricole da destinare al food e<br />

al no food, ma si tratta di un<br />

falso problema dal momento<br />

che, come emerge dalla tab 2,<br />

se tutti gli impianti previsti<br />

sino alla fine del 2011 funzionassero<br />

solo con le biomasse<br />

agricole, la superficie necessaria<br />

per produrle sarebbe di<br />

160.000 ettari. Ma poiché il<br />

33% degli impianti di biogas<br />

è alimentato esclusivamente<br />

con effluenti zootecnici, ecco<br />

la superficie realmente necessaria<br />

per le biomasse si ferma<br />

a 110.000 ettari. Va anche<br />

ricordato che sino al 2007 erano<br />

ben 147.000 gli ettari "congelati"<br />

dal set aside e che la<br />

bietola occupava oltre 200<br />

mila ettari che oggi si sono<br />

ridotti a meno della metà.<br />

Nonostante tutto ciò è<br />

comunque auspicabile un utilizzo<br />

ancora più efficiente<br />

della superficie occupata dalle<br />

colture cosiddette energetiche,<br />

promuovendo i secondi<br />

raccolti ed una rotazione più<br />

ampia tra diverse specie,<br />

tenendo conto delle caratteri-<br />

N. IMPIANTI TOTALE POTENZA TOTALE SUPERFICI<br />

IMPIANTI INSTALLATA (MW) (MW) (HA) (1)<br />

In attività al 31/12/2009 161 161 113,5 113,5 45.200<br />

In attività al 31/12/2010 182 343 131 244,5 97.000<br />

Potenziali al 31/12/2011<br />

(1) Superfici teoriche a raccolto singolo.<br />

276 619 165,5 410 160.000<br />

[ Viller Boicelli.<br />

stiche ambientali, terreno,<br />

irrigazione ecc.<br />

L'Italia produce ogni anno circa<br />

230 milioni di tonnellate di<br />

substrati organici di diversa<br />

qualità e natura che potrebbero<br />

essere utilmente usati nei<br />

processi di digestione anaerobica<br />

per la produzione di energia<br />

elettrica e termica. Il PAN,<br />

Piano di Azione Nazionale<br />

per le energie rinnovabili<br />

approvato di recente, mette il<br />

biometano tra gli obiettivi<br />

prioritari di sviluppo ed indica<br />

un criterio di programmazione<br />

anticipata delle modifiche<br />

degli incentivi che riguarderanno<br />

solo gli impianti che<br />

entreranno in esercizio un<br />

anno dopo l'entrata in vigore<br />

delle modifiche. Per quanto<br />

riguarda il futuro emerge una<br />

sostanziale continuità dell'attuale<br />

sistema incentivante<br />

almeno sino al 31 dicembre<br />

2012, con incentivi differenziati<br />

per taglia di impianto e commisurati<br />

ai costi di installazione.<br />

Si darà priorità agli<br />

impianti a reflui zootecnici e<br />

sottoprodotti gestiti in connessione<br />

con aziende agricole,<br />

con la necessità inderogabile<br />

di progettare i nuovi impianti<br />

di biogas in funzione della<br />

superficie, aziendale e delle<br />

opportunità di mercato. Infine<br />

non va dimenticato che lo sviluppo<br />

della produzione di biogas<br />

ha una forte ricaduta sul<br />

mondo del lavoro dal momento<br />

che sino al 2010 ha coinvolto<br />

circa 3.500 addetti.


n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />

7<br />

VALUTAZIONI TECNICHE<br />

ED ECONOMICHE DELLE COLTURE<br />

[ DI FABRIZIO ADANI* ]<br />

La regione Lombardia,<br />

nell'ambito del programma<br />

regionale di<br />

ricerca in campo agricolo<br />

2007-2009, ha finanziato una<br />

sperimentazione riguardante<br />

la valutazione tecnico-economica<br />

delle colture energetiche<br />

affidata al dipartimento<br />

di produzione vegetale<br />

dell'università di Milano.<br />

Sono state messe a confronto<br />

colture a ciclo primaverile<br />

estivo come il mais (ibridi di<br />

classe 700 in I,II,III° epoca di<br />

semina e ibridi di classe 500)<br />

e il sorgo (foraggero a 2 sfalci)<br />

e colture a ciclo autunnovernino<br />

come triticale, segale,<br />

frumento e miscugli di<br />

graminacee, in cinque località<br />

della pianura padana.<br />

Dalla figura 1 emerge che,<br />

trasformando la produzione<br />

di sostanza secca delle diverse<br />

soluzioni agronomiche<br />

proposte in produzione di<br />

metano espressa in mc/ha,<br />

l'accoppiata mais+triticale è<br />

quella che permette di raggiungere<br />

le rese maggiori. Se<br />

si va poi a valutare il comportamento<br />

delle diverse<br />

rotazioni allo studio sotto<br />

l'aspetto economico, cioè si<br />

raffrontano i costi di coltivazione<br />

con le rese in metano<br />

franco impianto e con una<br />

tariffa omnicomprensiva di<br />

0,28, notiamo come ancora<br />

una volta sia la soluzione<br />

mais+ triticale sia quella che<br />

consente di raggiungere il<br />

ricavo maggiore. Dunque<br />

nei comprensori tipicamente<br />

maidicoli ed irrigui la coltu-<br />

*Università di Milano<br />

[ FIG. 1 - RESA IN METANO A DIFFERENTI INPUT<br />

AGRONOMICI<br />

Metano (mc/ha)<br />

ra sulla quale l'agricoltore<br />

deve puntare per alimentare<br />

il suo impianto di biogas<br />

non può essere che il mais,<br />

mentre nelle aree meno<br />

vocate e senza irrigazione,<br />

può essere più opportuno<br />

preferire il sorgo, dove le<br />

diverse soluzioni colturali si<br />

confrontano sulla base di<br />

due diversi livelli di input<br />

agronomici cioè di alta e bassa<br />

fertilità ed impiego di<br />

mezzi tecnici.<br />

Molto importante ai fini dell'economicità<br />

del'attività<br />

agro energetica è anche lo<br />

studio della reale efficienza<br />

del processo di produzione<br />

del biometano che si misura<br />

/ kWhEE<br />

10.000<br />

9.000<br />

8.000<br />

7.000<br />

6.000<br />

5.000<br />

4.000<br />

3.000<br />

Sistema colturale<br />

[ Fonte: DI.PRO.VE - Facoltà di Agraria - Università degli Studi di Milano<br />

0,28<br />

0,24<br />

0,20<br />

0,16<br />

0,12<br />

0,08<br />

0,04<br />

0,00<br />

Impianto<br />

Colture<br />

1MW<br />

Alti input Bassi input<br />

Mais 1<br />

Raccolto<br />

Segale<br />

Mais 3<br />

Raccolto<br />

Impianto<br />

Colture<br />

500kW<br />

[ Fonte: Università degli Studi di Milano<br />

Erbasilo<br />

+ Mais 2<br />

Raccolto<br />

[ FIG. 2 - IMPIANTI A CONFRONTO<br />

essenzialmente verificando e<br />

mettendo a confronto i costi<br />

di approvvigionamento della<br />

biomassa, di gestione e<br />

manutenzione e di ammortamento<br />

al fine di calcolare<br />

la marginalità reale. Per far<br />

questo sono stati studiati 5<br />

impianti su scala reale: da 1<br />

MW alimentato con solo colture<br />

energetiche, da 1 MW<br />

con colture e sottoprodotti,<br />

da 1 MW con solo rifiuti<br />

organici, da 500 kW con solo<br />

colture energetiche e da 500<br />

kW con colture e sottoprodotti.<br />

I risultati sono riassunti<br />

in figura 2 dove emerge<br />

chiaramente come di fronte<br />

alla tariffa attuale di 0,28<br />

Costi di approvvigionamento biomasse Costi di gestione/manutenzione<br />

Ammortamento Margine<br />

Impianto<br />

Misto<br />

1MW<br />

Triticale<br />

+ Mais<br />

Impianto<br />

Misto<br />

500kW<br />

Triticale<br />

+ Sorgo<br />

Impianto<br />

Rifiuti<br />

1MW<br />

[ Fabrizio Adani.<br />

centesimi a kWh, tutte le<br />

soluzioni prospettate offrono<br />

una marginalità, anche se<br />

molto differente a seconda<br />

dei casi. Ma nell'eventualità<br />

di un riposizionamento verso<br />

il basso della tariffa omnicomprensiva<br />

dopo 2012, non<br />

tutte le soluzioni offrono le<br />

medesime prospettive di<br />

"tenuta economica".<br />

Altro tema affrontato dal<br />

progetto è la corretta gestione<br />

agronomica dei digestati<br />

in uscita dagli impianti di<br />

biogas che da numerosi studi<br />

fatti permette di risparmiare<br />

fino a 300 euro/ha di<br />

concimi minerali, considerando<br />

anche che il 70% della<br />

frazione azotata è in forma<br />

ammoniacale con una efficienza<br />

agronomica pari a<br />

quella dell'urea o del solfato<br />

ammonico. Importante è<br />

anche il sistema di distribuzione<br />

in campo del digestato,<br />

affidato per lo più ai contoterzisti,<br />

che deve essere<br />

effettuata con sistemi<br />

moderni di iniezione od<br />

interramento immediato e<br />

anche con la fertirrigazione,<br />

per evitare emissioni di odori<br />

e volatilizzazione. Sono<br />

state fatte delle valutazioni<br />

economiche sul valore delle<br />

diverse frazioni di azoto,<br />

ammoniacale ed organico da<br />

refluo, da digestato e da<br />

separato liquido e si è calcolato<br />

un range da 1,71 a 3,25<br />

euro per l'ammonicale e da<br />

1,26 a 2,80 euro per quello<br />

organico con valori pari a<br />

2,80 e 1,71 per il digestato.


8 n. 25/2011<br />

RUMINOTEC, COME OTTENERE<br />

BIOGAS DALLA CELLULOSA<br />

[ DI MICHAEL STRECKER* ]<br />

Il metodo Ruminotec<br />

simula il processo digerente<br />

dei ruminanti. È<br />

un primo approccio che da<br />

la possibilità tecnica di<br />

applicare la biologia ruminante<br />

all’esterno di un animale<br />

vivo. È un metodo che<br />

permette di registrare<br />

quantitativamente la<br />

decomposizione del materiale<br />

attraverso in un sistema<br />

continuo, ciò significa<br />

che viene aggiunto e<br />

decomposto sempre nuovo<br />

materiale.<br />

Il primo reattore che contiene<br />

il foraggio rappresenta il<br />

rumine. Questo foraggio<br />

viene lavato con una soluzione<br />

che corrisponde<br />

sostanzialmente alla saliva<br />

di un ruminante. Mentre il<br />

liquido attraversa il rumine,<br />

si arricchisce con gli acidi<br />

grassi in esso prodotti.<br />

Questo liquido viene quindi<br />

trasferito al secondo<br />

reattore. In questo “metano-reattore”<br />

è stata coltivata<br />

una coltura specializzata<br />

a decomporre gli acidi<br />

grassi.<br />

In questo modo la soluzione<br />

si rigenera, è di nuovo in<br />

grado di assumere gli acidi<br />

grassi e ritorna nel rumine.<br />

In questo modo il cerchio si<br />

chiude. Un ulteriore vantaggio<br />

di questo metodo<br />

fermentativo è che l’umidità<br />

non incide in nessun<br />

modo sul processo.<br />

Nel 2007 è andato in funzione<br />

un impianto Rumino<br />

*Intervento tenuto da Helmut<br />

Mittermair.<br />

Tec su larga scala, costituito<br />

da un sistema di reattori a<br />

due stadi, con un‘unità<br />

rumine (ca. 5 m³) e un‘unità<br />

metano per conversione di<br />

acido grasso (ca. 10 m³). Il<br />

sistema è stato avviato con<br />

400 l di contenuto di rumine<br />

proveniente da un<br />

macello. Volevamo provare<br />

che era possibile coltivare<br />

questo contenuto all’esterno<br />

di un animale. Non<br />

avrebbe senso portare un<br />

sistema del genere e dover<br />

andare al macello una volta<br />

al mese, per cambiare tutto<br />

il contenuto.<br />

Abbiamo fatto prove con<br />

fieno, paglia, mais, barbabietola,<br />

insilato d‘erba,<br />

girasole, senape gialla, carta<br />

straccia, cartone, vinacce,<br />

crusca, bucce di barbabietola,<br />

erbacce, ortiche, foglia-<br />

[ INFOBIOGAS ]<br />

[ APPARATO DIGERENTE DEI BOVINI<br />

me, fallopia japonica.<br />

Abbiamo a disposizione un<br />

enorme potenziale, anche<br />

dal punto di vista economico.<br />

Con insilato della pianta<br />

intera dopo 2 giorni tutto il<br />

75 % del materiale era già<br />

decomposto. Anche dal<br />

punto di vista del valore<br />

pH e del potenziale redox il<br />

materiale è decomposto<br />

dopo 4-5 giorni.<br />

Il materiale proveniente<br />

dalla potatura delle piante<br />

ornamentali rappresenta<br />

una valida alternativa. Ha<br />

un enorme potenziale a<br />

patto che la lunghezza delle<br />

particelle sia di 2-3 cm, il<br />

contenuto di umidità non<br />

rappresenta un problema<br />

per la fermentazione, si<br />

può utilizzare subito o può<br />

essere conservato come<br />

insilato. Il fabbisogno gior-<br />

[ METANO-CORRENTE, CALORE E MATERIA PRIMA CHIMICA<br />

[ Helmut Mittermair.<br />

naliero di substrato per<br />

metro cubo di rumine è di<br />

30-70 kg di sostanza secca<br />

organica fermentabile. Parliamo<br />

di un carico organico<br />

superiore a 50 kg.<br />

Abbiamo provato anche<br />

diversi materiali organici<br />

che sono stati essiccati per<br />

48 ore a 60° C e successivamente<br />

sminuzzati ad una<br />

lunghezza delle particelle<br />

di 2-3 cm. Di solito questi<br />

sistemi sono molto efficienti.<br />

Siamo partiti con fieno,<br />

che ha un valore pH molto<br />

stabile, e poi siamo passati<br />

ai vari campioni di cui<br />

sopra, senza avere grossi<br />

problemi.<br />

Le caratteristiche degli<br />

impianti di biogas convenzionali<br />

prevedono una lunga<br />

ritenzione (30-90 giorni),<br />

una decomposizione lenta<br />

dei substrati e sono necessari<br />

grandi fermentatori.<br />

Si utilizza la pianta intera.<br />

20-25 % del substrato non<br />

viene decomposto e risultano<br />

soprattutto residui<br />

fibrosi. L’approccio alternativo<br />

per la soluzione sarebbe<br />

l’utilizzo della microbiologia<br />

del rumine specializzata<br />

nella decomposizione<br />

della cellulosa al posto della<br />

microbiologia dell’intestino.<br />

In parole povere dobbiamo<br />

spostare queste colture in<br />

avanti, dobbiamo lavorare<br />

nel rumine e non nell’intestino.


n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />

9<br />

LA REALTÀ OPERATIVA<br />

DEGLI IMPIANTI BTS<br />

[ DI MARLENE HÖLZL* ]<br />

Nell’ambito del contratto<br />

di assistenza<br />

microbiologica agli<br />

impianti installati da BTS<br />

denominato Metanmax, a<br />

partire dal 2008 sino a tutto<br />

il 2010 sono state effettuate<br />

800 visite e nel solo anno<br />

2010 il laboratorio di BTS<br />

*B.T.S. Italia<br />

[ CAMPIONI METANMAX<br />

Quantità<br />

16.000<br />

14.000<br />

12.000<br />

10.000<br />

8.000<br />

6.000<br />

4.000<br />

2.000<br />

0<br />

Media al mese<br />

Totale anno<br />

Singole analisi<br />

Inizio 2009:<br />

partenza<br />

METANlab<br />

4.560<br />

10.835<br />

14.451<br />

2.890<br />

24289 38456 971<br />

81<br />

1.298<br />

108<br />

2007 2008 2009<br />

Anno<br />

[ Il laboratorio METANlab, situato presso la sede operativa BTS a Porto Mantovano, è unico nel suo genere e<br />

si dedica esclusivamente al mondo del biogas. Attrezzato con apparecchiature all’avanguardia, è in grado di<br />

eseguire svariate analisi importanti per la gestione degli impianti e per l’aumento della loro efficienza.<br />

[ I 10 MIGLIORI IMPIANTI CON CONTRATTO CONTIMAX<br />

POS. IMPIANTO (KW)<br />

SOMMA KWH<br />

GEN-DIC 2010<br />

% DELLA<br />

PRODUZIONE PIENA<br />

ORE PIENE<br />

1 Impianto 1 526 4.572.309 99,23 8.693<br />

2 Impianto 2 1000 8.634.650 98,57 8.635<br />

3 Impianto 3 1000 8.615.930 98,36 8.616<br />

4 Impianto 4 990 8.492.648 97,93 8.578<br />

5 Impianto 5 995 8.462.210 97,09 8.505<br />

6 Impianto 6 990 8.385.328 96,69 8.470<br />

7 Impianto 7 625-999 7.444.401 95,89 8.400<br />

8 Impianto 8 990 8.204.967 94,61 8.288<br />

9 Impianto 9 1015-1020 8.421.751 94,47 8.276<br />

10 Impianto 10 999 8.192.160 93,61 8.200<br />

Totale: 9.509 Somma:<br />

Media:<br />

Media:<br />

Fonte: BTS<br />

kW installati 79.426 MWh 96,64% 8.466 ore<br />

2010<br />

[ Marlene Hölzl.<br />

ha effettuato ben 14451<br />

analisi di laboratorio sui<br />

singoli campioni estratti<br />

dai fermentatori.<br />

Nel 2010 BTS ha installato<br />

complessivamente 23 nuovi<br />

impianti di biogas, 14 in<br />

Italia ( 13 da 990 kW e 1 da<br />

600 kW), 5 in Germania ( 1<br />

da 190 kW, 1 da 250 kW, 2<br />

da 3560 kW e 1 da 500 kW)<br />

e 4 nella Repubblica Ceca (<br />

3 da 620 kW e i da 740 kW)<br />

per un totale di 17,73 MW<br />

di potenza installata. Tutti<br />

gli impianti realizzati sono<br />

entrati in pieno regime in<br />

media dopo sette settimane,<br />

che significa in altre<br />

parole che dopo questo<br />

tempo chiamato di avviamento,<br />

l’impianto riesce a<br />

superare la soglia del 90%<br />

del suo potenziale totale<br />

per 3 settimane consecutive.<br />

La tabella 1 riporta la<br />

classifica dei 10 migliori<br />

impianti BTS installati<br />

dove si nota che al primo<br />

posto si trova un impianto<br />

della potenza di 526 kW<br />

che da gennaio a dicembre<br />

2010 ha realizzato ben<br />

8963 ore piene. Si può<br />

altresì notare come anche<br />

tutti gli altri impianti<br />

abbiano raggiunto valori<br />

invidiabili tant’è che la<br />

media dei dieci è pari a<br />

8466 ore piene con un totale<br />

di kWh in dodici mesi<br />

pari a oltre 79000 Mwh<br />

che corrisponde all'autoconsumo<br />

di energia elettrica<br />

di una città come<br />

Verona.


10 n. 25/2011<br />

DINAMETAN, SISTEMA DINAMICO<br />

PER L’ANALISI DELLA BIOMASSA<br />

[ DI ALBERTO BARBI* ]<br />

Ogni anno migliaia di<br />

euro vengono buttati<br />

al vento a causa di<br />

una cattiva gestione delle<br />

scorte di insilati, di una<br />

pesatura approssimativa<br />

degli ingredienti della razione<br />

e della scarsa conoscenza<br />

dei valori della sostanza secca.<br />

La variabilità del contenuto<br />

di sostanza secca in un<br />

insilato può variare nel tempo,<br />

da maggio a dicembre<br />

per fare un esempio, dal 45<br />

al 30% ma anche nello stesso<br />

giorno (vedi figura 1) in una<br />

trincea riempita con il medesimo<br />

silomais, la percentuale<br />

di sostanza secca varia<br />

raccogliendo il prodotto a<br />

sinistra, a destra ed al centro<br />

e in maniera molto significativa.<br />

I nutrizionisti sono ben<br />

consapevoli di tutti questi<br />

fenomeni e quindi per sopperire<br />

alla variabilità di<br />

composizione dei foraggi<br />

che entrano nella razione,<br />

prevedono sempre quantità<br />

extra di prodotto al fine di<br />

evitare cali di produzione di<br />

latte o, nel caso del biogas,<br />

lo spegnimento del reattore.<br />

La variabilità di composizio-<br />

*Dinamica generale<br />

ne di un foraggio è un dato<br />

di fatto che non può essere<br />

in alcun modo eliminato ma<br />

può essere ben gestito se si<br />

usa un corretto protocollo di<br />

campionamento, se si fanno<br />

campionamenti frequenti e<br />

se si può disporre di sistemi<br />

di analisi veloci ed accurati.<br />

L’affidabilità del dato analitico<br />

e quindi la minimizzazione<br />

del margine di errore<br />

sul campione inviato al<br />

laboratorio è direttamente<br />

proporzionale al tempo che<br />

intercorre tra un prelevamento<br />

e l’altro e al tempo di<br />

risposta del laboratorio. Se il<br />

campione viene prelevato<br />

ogni due settimane e il laboratorio<br />

impiega sette giorni<br />

per fornire i risultati, la differenza<br />

tra il dato analitico e<br />

la realtà nella trincea è pari<br />

al 2,4%. Scende all’1,2% e<br />

[ TAB. 1 - SCOSTAMENTO TRA TEORIA E REALTÀ<br />

COMPONENTE<br />

SS<br />

PESO<br />

MKG<br />

[ INFOBIOGAS ]<br />

[ FIG. 1 - VARIAZIONE DEL FORAGGIO NEL TEMPO<br />

50<br />

45<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

28 mag 17 lug 5 set 25 ott 14 dic 2 feb<br />

[ Modified from undersander et al, 2005<br />

DM°<br />

all’0,7% rispettivamente se<br />

la frequenza di campionamento<br />

passa a 7 e a 3 giorni<br />

e il tempo di lavoro del laboratorio<br />

scende a 3 e a 1 giorno.<br />

Dunque si può affermare<br />

che spedire i campioni di<br />

foraggio ad un laboratorio<br />

per un’analisi chimica è<br />

un’opportunità per una<br />

valutazione retrospettiva,<br />

ma è un grosso limite se si<br />

vuole una gestione ottimale<br />

ed in tempo reale.<br />

DinaMetan è un nuovo strumento<br />

di analisi che offre<br />

l’opportunità di avere diete<br />

per l’impianto di biogas il<br />

più possibile vicine alla formulazione<br />

base. DinaMetan<br />

è composto da un indicatore<br />

di peso ad alto contenuto<br />

tecnologico, un comodo<br />

telecomando, un software<br />

per la gestione della dieta ed<br />

TEORICO ATTUALE VARIAZIONE<br />

PESO<br />

SS<br />

COSTO<br />

(€)/d<br />

SS<br />

PESO<br />

MKG<br />

PESO<br />

MKG<br />

COSTO<br />

(€)/D<br />

Silomais 32% 30 9,6 1.350 35% 27,4 2,6 117<br />

Triticale insilati 30% 10 3 350 33% 9,1 0,9 31,5<br />

Sorgo insilato 28% 10 2,8 300 31% 9 1 30<br />

Pastone 2 2 260 2 0 260<br />

Totale 2.260 438,5<br />

[ Alberto Barbi.<br />

un analizzatore NIR. L’analisi<br />

in tempo reale del foraggio<br />

che va ad alimentare il<br />

digestore, permette all’agricoltore<br />

di razionalizzare la<br />

gestione dell’impianto con<br />

un notevole risparmio sui<br />

costi della ricetta di alimentazione<br />

e anche un risparmio<br />

sull’accensione della<br />

torcia, che si verifica ogni<br />

volta che c’è sovrapproduzione<br />

di gas. I benefici si<br />

possono quantificare con<br />

l’esempio riportato nella<br />

tabella 1 dove è indicata la<br />

ricetta teorica giornaliera<br />

dove il valore della sostanza<br />

secca è stata posta al 32%.<br />

Ma se dall’analisi con Dinametan<br />

il valore della sostanza<br />

secca risultasse il 35%,<br />

non avremmo più bisogno<br />

di 30 Mkg di silomais ma<br />

soltanto di 27 e questo si tradurrebbe<br />

in un risparmio<br />

giornaliero di silomais pari a<br />

117 euro. Applicando lo<br />

stesso concetto anche a tutti<br />

gli altri ingredienti la maggiore<br />

vicinanza del dato<br />

analitico con la realtà ci permette<br />

un risparmio annuo<br />

di oltre 160 mila euro. Per<br />

quanto riguarda invece l’accensione<br />

della torcia, ponendo<br />

una media di 58 volte in<br />

100 giorni equivalenti a 218<br />

volte l’anno significa dissipare<br />

210 mila kWh che a<br />

0,28 euro/kWh fanno altri<br />

58800 euro l’anno che sommati<br />

ai precedenti 160 mila<br />

euro portano ad un risparmio<br />

totale annuo di oltre 218<br />

mila euro.


n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />

11<br />

BIOACCELERATOR, COME AUMENTARE<br />

LA RESA DELL’IMPIANTO<br />

[ DI HELMUT MITTERMAIR* ]<br />

di un<br />

impianto di biogas<br />

L’alimentazione<br />

avviene con fonti di<br />

materia prima molto diversificate,<br />

dai reflui zootecnici ai<br />

prodotti agricoli secondari,<br />

dai residui urbani alle piante<br />

energetiche. Si tratta di substrati<br />

molto eterogenei tra di<br />

loro, costituiti da sostanze<br />

diverse, ma sta di fatto che il<br />

costo della materia prima è<br />

pari al 50% del costo totale di<br />

produzione del biogas. E’<br />

evidente che l’obiettivo dell’agricoltore<br />

è fornire al digestore<br />

del materiale con una<br />

composizione ottimale e tale<br />

da far rendere al massimo il<br />

sistema e questo obiettivo si<br />

persegue prima di tutto in<br />

campo con una corretta scelta<br />

della coltura e l’applicazione<br />

delle tecniche colturali,<br />

poi con una perfetta conservazione<br />

del prodotto nei sili<br />

quindi con sistemi di trattamento<br />

per far si che l’attività<br />

dei microrganismi all’interno<br />

del digestore sia facilitata e<br />

possano quindi agire con la<br />

loro massima potenzialità<br />

fermentativa. La bioestrusione,<br />

attraverso l’applicazione<br />

del Bioaccelerator, è una delle<br />

chiavi vincenti per migliorare<br />

l’efficienza dell’impianto<br />

per la produzione del biogas<br />

e anche per sfruttare<br />

materiali che prima non<br />

potevano essere utilizzati per<br />

la loro composizione, come<br />

stocchi di mais, sfalci d’erba,<br />

paglia ecc. La triturazione e<br />

lo sfibramento attraverso un<br />

trattamento termo-meccani-<br />

*B.T.S. Italia<br />

[ FIG. 1 - COME VARIANO I COMPONENTI<br />

14.000<br />

12.000<br />

10.000<br />

8.000<br />

6.000<br />

4.000<br />

2.000<br />

0<br />

Silomais<br />

2<br />

Silomais<br />

3<br />

co all’interno di un ampio<br />

contenitore dotato di coclee<br />

controrotanti, permette<br />

aumenti di resa in biogas del<br />

35% e del carico organico<br />

sino al 50% oltre a significativi<br />

incrementi di produttività.<br />

Assumono grande importanza<br />

ai fini delle rese le<br />

caratteristiche del foraggio in<br />

termini di emicellulosa, cel-<br />

Silomais<br />

4<br />

Razione Insilato<br />

mais/loietto loietto<br />

50-50<br />

Insilato<br />

triticale<br />

Carboidrati kg in SS Fibra kg in SS Lip. kg in SS Prot. kg in SS Ceneri kg in SS<br />

[ COME MASSIMIZZARE LA CRESCITA MICROBICA<br />

Foraggi con alto contenuto di sostanza secca<br />

Bilanciamento delle frazioni di carboidrati e proteine nella<br />

razione ( sincronizzazione dei fermentatori)<br />

Carboidrati facilmente digeribili che forniscono l’energia<br />

necessaria per una crescita ottimale dei batteri<br />

La proteina disponibile influisce sul fermentatore<br />

Tempo di adattamento 3-4 settimane dopo il cambio di razione<br />

Ph stabile nel liquido del fermentatore<br />

lulosa,lignina e in particolare<br />

proteine, zuccheri e lipidi. La<br />

riduzione della grandezza<br />

delle particelle di foraggio<br />

aumenta la superficie utile<br />

per l’attacco dei batteri ed è<br />

un’ottima premessa per una<br />

buona fermentazione ed<br />

un’assorbimento di acidi<br />

grassi volatili. La lisi cellulare<br />

e l’omogenizzazione delle<br />

[ Helmut Mittermair.<br />

biomasse hanno influenza<br />

sulla velocità di idrolisi e sul<br />

contenuto di sali ed acidi.<br />

Sminuzzare ed omogeneizzare<br />

significa aumentare le<br />

aree di transizione del materiale<br />

ed incrementare la velocità<br />

di trasformazione e di<br />

decomposizione delle singole<br />

reazioni biologiche. Si<br />

ottiene una mobilizzazione<br />

di enzimi e di microelementi<br />

grazie all’aumento della<br />

velocità di transizione e di<br />

trasporto del materiale. Infine<br />

si può parlare di miglioramento<br />

della qualità del digestato,<br />

di riduzione delle<br />

viscosità, dell’energia necessaria<br />

per la miscelazione,<br />

della quantità di miscelazione,<br />

e la prevenzione nella formazione<br />

di strati galleggianti<br />

e di sedimentazioni oltre alla<br />

diminuzione di possibili<br />

fenomeni di intasamento di<br />

tubazioni e pompe. Poiché la<br />

quantità e la composizione<br />

della popolazione microbica<br />

nel fermentatore decidono la<br />

prestazione metabolica dell’impianto,<br />

occorre minimizzare<br />

le azioni che bloccano la<br />

crescita microbica e cioè: 1) il<br />

cambio improvviso della<br />

razione; 2) la sincronizzazione<br />

sbagliata dei fermentatori;<br />

3)un’alimentazione con<br />

quantità elevata di grassi<br />

non saturi che bloccano la<br />

decomposizione delle fibre);<br />

4) l’alimentazione con quantità<br />

eccessive di carboidrati<br />

non strutturati e quindi scarsa<br />

proteina a disposizione<br />

dei fermentatori.


12 n. 25/2011<br />

IL RUOLO DELLA FIBRA GREZZA<br />

NELLA PRODUZIONE DI BIOGAS<br />

che si sta<br />

facendo in Italia nella<br />

L’esperienza<br />

conduzione dei fermentatori<br />

per la produzione<br />

di biogas, soprattutto negli<br />

impianti di più recente realizzazione,<br />

fa avanzare la<br />

convinzione che buona parte<br />

delle conoscenze proprie<br />

del nutrizionista che si occupa<br />

di bovine da latte possa<br />

essere trasferita con successo<br />

anche a chi si occupa della<br />

produzione di biogas.<br />

L’obiettivo della ricerca che<br />

stiamo conducendo insieme<br />

a BTS è di poter prevedere la<br />

risposta energetica fornita<br />

dai diversi foraggi immessi<br />

nei digestori, sulla base della<br />

loro composizione, in<br />

maniera dinamica e cioè nel<br />

corso del processo. Il rumine<br />

della bovina può essere considerato<br />

un grande digestore<br />

dove decine di tonnellate<br />

di batteri di diverse specie<br />

operano incessantemente.<br />

Una componente fondamentale<br />

dei vegetali utilizzati<br />

nell’alimentazione zootecnica<br />

ma anche nei digestori<br />

per la produzione di<br />

biogas, è la fibra. La fibra<br />

non può essere digerita<br />

direttamente dagli animali<br />

ma viene attaccata da<br />

microrganismi che vivono in<br />

speciali camere fermentative<br />

naturali, il rumine e l’intestino,<br />

e da questa viene ricavata<br />

energia che svolge ruoli<br />

dietetici insostituibili. Il processo<br />

di digestione della<br />

fibra da parte dei batteri è<br />

lungo e laborioso ed inizia<br />

dall’interno della cellula,<br />

dove i batteri secernono<br />

enzimi che liberano il glucosio<br />

da pectina, emicellulosa<br />

e cellulosa. La digestione<br />

viene ostacolata ed inibita<br />

dalla presenza di lignina,<br />

che è un componente non<br />

digeribile. Poiché nel rumine<br />

e nell’intestino la fibra<br />

viene trattenuta per un tempo<br />

relativamente breve, una<br />

parte della fibra non viene<br />

digerita. La lignina è componente<br />

essenziale delle<br />

piante ed aumenta la sua<br />

presenza nei tessuti man<br />

mano che avanza la maturità<br />

della coltura, con un<br />

allungamento dei tempi di<br />

digestione. La lignina non<br />

viene digerita dai batteri ma<br />

si lega a cellulosa ed emicel-<br />

[ INFOBIOGAS ]<br />

[ DI ANDREA FORMIGONI* ] [ TAB. 1 - RAPPORTI FRA LIGNINA E NDF INDIGE-<br />

RIBILE (INDF) IN ALCUNI ELEMENTI<br />

*Università di Bologna<br />

N°<br />

MEDIA<br />

INDF/LIGNINA<br />

MIN. MAX.<br />

Buccetta soia 4 0,97 0,56 1,46<br />

Polpe bietola 4 0,71 0,64 0,84<br />

Cruscami 4 2,88 2,82 2,93<br />

Farinaccio grano 4 2.24 1,7 2,61<br />

Medica 20 2,5 1,93 2,92<br />

Fieno misto 3 2,75 2,57 2,99<br />

Loietto 1 3,17 .. ..<br />

Silomais 10 3,64 2,8 4,83<br />

Triticale<br />

(Dimorfipa, 2010)<br />

10 3,63 2,31 4,15<br />

[ TAB. 2 - LIGNINA & FIBRA INDIGERIBILE<br />

NDF<br />

%<br />

LIGNINA<br />

%<br />

INDF/<br />

LIGNINA<br />

INDF<br />

%<br />

DNDF<br />

%<br />

DNDF/NDF<br />

%<br />

45 2,5 3 7,5 37,5 83,3<br />

45 3,5 3 10,5 34,5 76,7<br />

45 4,5 3 13,5 31,5 70,0<br />

45 3,5 2,8 9,8 35,2 78,2<br />

45 3,5 3,8 13,3 31,7 70,4<br />

45 3,5 4,8 16,8 28,2 62,7<br />

lulosa e così facendo rende<br />

una parte della cellulosa<br />

indigeribile. Nella tabella 1<br />

vengono riportati i dati relativi<br />

alla masticazione e alla<br />

velocità di degradazione<br />

della fibra nei digestori in<br />

confronto con quello che<br />

avviene nei ruminanti. In<br />

definitiva la presenza di<br />

lignina rallenta l’utilizzo di<br />

sostanza organica, non è<br />

digeribile quindi non contribuisce<br />

a produrre metano,<br />

rende indigeribile una parte<br />

più o meno rilevante di fibra<br />

che non contribuirà a formare<br />

metano. Se ad esempio<br />

abbiamo un silomais con il<br />

45% di NDF, il 3,5% di lignina<br />

e un rapporto<br />

iNDF/lignina pari a 4 che<br />

costituisce un fattore di indi-<br />

[ Andrea Formigoni.<br />

geribilità, il 31% della fibra<br />

di quel silomais non può<br />

essere digerita nel fermentatore<br />

e quindi ne abbasserà la<br />

resa in biometano. Nella<br />

tabella 2 si riporta l’esempio<br />

di foraggi che a parità di<br />

NDF presentano valori di<br />

lignina crescenti. Si nota che<br />

la quota di fibra utile e quindi<br />

capace di essere digerita,<br />

varia dall’83,3% al 62,7%<br />

man mano che aumenta il<br />

contenuto di lignina. Per la<br />

corretta stima del potenziale<br />

fermentativo delle fonti<br />

fibrose è necessario tener<br />

conto della lignina e della<br />

quota di fibra ad essa legata<br />

e quindi indigeribile. I batteri<br />

per fermentare al meglio<br />

la fibra debbono essere riforniti<br />

di tutti i nutrienti necessari<br />

e il trattamento fisico<br />

degli alimenti rende più<br />

veloce e completa la degradazione<br />

della fibra, quindi il<br />

galleggiamento nel digestore<br />

con mancato o incompleto<br />

contatto batteri-fibra, rallenta<br />

il processo di fermentazione.<br />

La nostra ricerca<br />

mira a predisporre un<br />

modello per la stima dinamica<br />

della produzione di<br />

energia e della sua economicità<br />

e la valutazione della<br />

sostanza organica fermentescibile<br />

tiene conto dei<br />

seguenti parametri: 1)livelli<br />

di lignina, 2)dell’NDF e delle<br />

proteine non degradabili,<br />

3) crescita batterica, 4) composizione<br />

del digestato.


n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />

13<br />

BIODRY, SISTEMA DI ESSICCAZIONE<br />

CHE VALORIZZA L’AZOTO<br />

[ DI ALESSANDRO CHIUMENTI* ]<br />

Nell’ambito del progetto<br />

RiduCa Reflui finanziato<br />

dalla regione<br />

Veneto e coordinato da<br />

Veneto Agricoltura, si sta<br />

conducendo un monitoraggio<br />

delle tipologie di trattamento<br />

degli effluenti di allevamento<br />

ritenute più significative<br />

nell’ottica del rispetto<br />

della Direttiva Nitrati. Le<br />

soluzioni offerte sono molteplici<br />

e possono essere ricondotte<br />

essenzialmente in tecnologie<br />

distruttive, cioè che<br />

comportano l’allontanamento<br />

dell’azoto dal digestato e<br />

in trattamenti conservativi<br />

che non eliminano l’azoto<br />

ma lo rendono utilizzabile.<br />

L’essiccazione del digestato<br />

in uscita dall’impianto di<br />

biogas può essere considerato<br />

un processo conservativo<br />

dal momento che i nutrienti<br />

vengono conservati negli<br />

output del sistema rappresentati<br />

da una matrice organica<br />

essiccata e da una soluzione<br />

di solfato ammonico.<br />

E’ stato proposto un monitoraggio<br />

del primo impianto<br />

di essiccazione realizzato da<br />

BTS in Italia su scala reale,<br />

nell’azienda Andretta che ha<br />

670 bovini all’ingrasso su<br />

una superficie agricola di 86<br />

ettari. L’impianto di biogas<br />

in funzione viene alimentato<br />

con biomasse e liquami e ha<br />

una potenza di 1.069 kWe.<br />

L’essiccazione del digestato<br />

viene effettuata utilizzando<br />

un sistema a doppio nastro<br />

attraversato da un flusso<br />

d’aria riscaldata con l’ener-<br />

*Università di Udine<br />

[ FIG. 1 - L’ESSICCATOIO ANDRETTA<br />

gia termica recuperata dal<br />

raffreddamento del motore e<br />

dei gas di scarico provenienti<br />

dall’unità di cogenerazione.<br />

L’aria in uscita dal letto<br />

di essiccazione viene sottoposta<br />

a lavaggio con acqua<br />

acidificata con acido solforico<br />

con conseguente produzione<br />

di solfato di ammonio.<br />

L’impianto di essiccazione<br />

monitorato è in grado di<br />

trattare una massa pari a circa<br />

il 47% del digestato prodotto,<br />

cioè circa 12,6 t/giorno<br />

determinando una rimozione<br />

dal flusso principale<br />

del digestato del 47% di azoto<br />

trasferito tal quale princi-<br />

palmente al solido essiccato (<br />

1,2 t/giorno) e al solfato<br />

d’ammonio (0,3 t/giorno). Il<br />

prodotto essiccato è caratterizzato<br />

da un contenuto di<br />

sostanza secca dell’ordine<br />

dell’85-90% con un contenuto<br />

di azoto totale di circa<br />

30g/kg. Il solfato di ammonio<br />

è prodotto in una soluzione<br />

al 35% con un pH pari<br />

a 3-4 ed una concentrazione<br />

di ammonio che può raggiungere<br />

anche 1003. Le<br />

caratteristiche e la quantità<br />

di tale prodotto sono strettamente<br />

legate al tipo di prodotto<br />

trattato, alla qualità<br />

dell’aria esausta e infine alla<br />

[ FIG. 2 - SCHEMA DEL SISTEMA DI ESSICCAMENTO<br />

[ Alessandro Chiumenti.<br />

gestione del sistema di<br />

scrubbing acido. I risultati<br />

del monitoraggio indicano<br />

un efficace abbattimento delle<br />

emissioni di ammoniaca<br />

fino al 90% con scrubber a<br />

potenzialità massima ottenendo<br />

concentrazioni di<br />

ammoniaca nell’aria in uscita<br />

accettabili di 11 mg/m 3<br />

contro valori massimi rilevati<br />

dell’ordine di 50 mg/m 3<br />

con minore utilizzo di acido<br />

solforico. Le soluzioni di<br />

tipo conservativo non determinano<br />

dunque una riduzione<br />

dell’azoto ma una sua<br />

valorizzazione agronomica<br />

attraverso il digestato prodotto<br />

mantenendono il potere<br />

fertilizzante anche se con i<br />

nutrienti suddivisi in prodotti<br />

diversi. Gli output di<br />

questi processi quali ad<br />

esempio il digestato essiccato<br />

e il solfato d’ammonio<br />

ottenuti dall’essiccazione<br />

ovvero il concentrato palabile<br />

dell’evaporazione sotto<br />

vuoto, o ancora le frazioni<br />

solide ottenute da processi<br />

di separazione S/L ed il concentrato<br />

derivante dal trattamento<br />

con membrane, sono<br />

tutti processi da un significativo<br />

contenuto di azoto. Il<br />

potenziale agronomico di<br />

questi prodotti è superiore a<br />

quello del digestato e la<br />

riduzione dei volumi da<br />

gestire rappresenta un vantaggio<br />

notevole. E’ bene<br />

tenere presente che ai fini di<br />

una riduzione effettiva del<br />

carico di azoto una parte di<br />

questi prodotti deve essere<br />

trasferita fuori azienda.


14 n. 25/2011<br />

ANASTRIP, UN METODO<br />

PER TRATTARE IL DIGESTASTO<br />

[ DI UTE BAUERMEISTER* ]<br />

Come il liquame anche il<br />

digestato è un fertilizzante<br />

e contiene perciò<br />

nutrienti molto importanti<br />

che devono essere restituiti<br />

all’agricoltura. Per lo spandimento<br />

del digestato come<br />

fertilizzante bisogna osservare<br />

alcuni aspetti particolari:<br />

Come prima cosa abbiamo<br />

restrizioni legislative.<br />

Vale il divieto di spandimento,<br />

durante l’inverno, quando<br />

non c’è un periodo vegetativo,<br />

quando c’è un eccesso<br />

di spandimento, cioè quando<br />

il terreno è sovraccarico, e<br />

in zone sensibili, p. e. nelle<br />

vicinanze di acque. Per questi<br />

e altri motivi bisogna avere<br />

a disposizioni abbastanza<br />

capacità di stoccaggio. Inoltre<br />

anche la quantità di azoto<br />

fertilizzante è limitata dalle<br />

normative. Sotto questo<br />

punto di vista per un<br />

impianto di biogas da 500<br />

kWel risulta necessaria una<br />

superficie di ca. 300 ha, se si<br />

ha un limite di 170 kg di azoto<br />

per ettaro.<br />

Dopo la seconda coltura in<br />

autunno, quando non si coltiva<br />

più, questo valore si<br />

riduce a 80 kg per ettaro e si<br />

ha la necessità di una superficie<br />

doppia. Il tutto porta a<br />

un alto dispendio aziendale.<br />

Abbiamo si nutrienti preziosi<br />

nel digestato, ma sono presenti<br />

in forma molto diluita.<br />

Azoto, fosforo e potassio<br />

sono presenti da 0,1 a 0,6 %,<br />

il resto è acqua, ma anche<br />

humus prezioso. Il tutto<br />

comporta elevati costi di<br />

*G.N.S. - Germania<br />

smaltimento, elevati costi di<br />

stoccaggio e la trasportabilità<br />

è molto limitata.<br />

Il metodo di strippaggio<br />

ANAStrip ® parte dalla considerazione<br />

che conosciamo<br />

bene le caratteristiche chimiche<br />

del digestato e perciò le<br />

sfruttiamo al meglio. Lavoriamo<br />

con il digestato e non<br />

contro il digestato. Sfruttando<br />

le caratteristiche chimiche<br />

dei digestati si estrae<br />

l‘ammoniaca, con ”condizioni<br />

benevoli“ (ca. 80 °C, 0,5<br />

bar), con calore in eccesso<br />

dei cogeneratori, non utilizziamo<br />

ne vapore di strippaggio,<br />

ne altro mezzo esterno<br />

di strippaggio o di liscive o<br />

acidi. Alla fine produciamo,<br />

utilizzando gesso REA o altri<br />

[ INFOBIOGAS ]<br />

[ FIG. 1 - ESEMPIO DI BILANCIO DI EMISSIONI<br />

Impianto di biogas 500 kW (liquame, materia prima rinnovabile)<br />

tipi di gesso al posto di acido<br />

solforico, una soluzione di<br />

fertilizzante concentrato di<br />

solfato d‘ammonio (max. 8<br />

% N e 9 % S) e un fertilizzante<br />

solido di calcio di carbonato<br />

(> 70 % SS). I prodotti<br />

sono fertilizzanti trasportabili.<br />

Rimane anche un fertilizzante<br />

liquido, con azoto<br />

ridotto e con valore fertilizzante.<br />

Nella figura 1 ci riferiamo<br />

all’esempio di un<br />

impianto industriale di riferimento<br />

per il metodo ANA-<br />

Strip ® . Si tratta di un impianto<br />

di biogas da 500 MW vicino<br />

a Brema Qual è l’aspetto<br />

del digestato dopo il trattamento?<br />

Non cambia molto, a<br />

parte l’ammonio, che diminuisce<br />

dell’80%. L’azoto<br />

[ FIG. 2 - SISTEMA GNS DI GASSIFICAZIONE<br />

DI BIOMASSA PER UNA MODULA DA 500 Kwel<br />

[ Ute Bauermeister.<br />

totale viene abbassato a 130<br />

mg/l, il CSB a 3.000 mg/l.<br />

Grazie al metodo si evitano<br />

le inibizioni fermentative. Lo<br />

abbiamo provato in un fermentatore<br />

da laboratorio. Si<br />

comincia con un alto contenuto<br />

di ammonio, che viene<br />

abbassato a 2 g/l tramite il<br />

ricircolo giornaliero di digestato<br />

strippato. La pollina è<br />

stata aumentata nella stessa<br />

misura fino a raggiungere il<br />

100 %. Abbiamo raggiunto<br />

un aumento della resa del<br />

biogas di ca. 34 %. Attualmente<br />

abbiamo in progettazione<br />

alcuni impianti,<br />

soprattutto con alto contenuto<br />

di pollina. Il metodo<br />

ANAStrip ® può essere utilizzato<br />

anche come componente<br />

centrale di un trattamento<br />

completo. Il metodo ANA-<br />

Strip ® si adatta anche al concetto<br />

di bioraffineria, un collegamento<br />

di vari metodi<br />

per lo sfruttamento totale di<br />

tutti i materiali e di tutto il<br />

calore prodotto. Volendo il<br />

digestato solido può essere<br />

sfruttato anche energeticamente,<br />

p.e. tramite gassificazione.<br />

GNS ha sviluppato un<br />

metodo ottimale per la gassificazione<br />

(processo catalitico-parzialmente<br />

allo termico),<br />

con l’aggiunta di un<br />

catalizzatore si riesce a raggiungere<br />

un’alta efficienza<br />

del gas freddo, un alto potere<br />

calorifico, un’alta purezza<br />

dal gas e un abbassamento<br />

dei costi specifici di investimento.


n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />

15<br />

BIOMETANO, LE ESPERIENZE<br />

NEL TRATTAMENTO DEL BIOGAS<br />

[ DI ULF RICHTER* ]<br />

In Germania ci sono all’incirca<br />

6.000 impianti di biogas.<br />

Finora erano focalizzati<br />

sulla produzione di corrente<br />

e calore tramite cogeneratori.<br />

Il problema è che su<br />

molti impianti manca l’utilizzo<br />

del calore. In Germania<br />

la situazione è simile all’Italia:<br />

abbiamo una rete del gas<br />

ben distribuito su tutto il territorio<br />

nazionale. Ciò permette<br />

l’immissione facile del<br />

gas nella rete. Il gas può<br />

essere trasportato dove ce<br />

n’è bisogno. In Germania<br />

attualmente soffriamo un<br />

po’ a causa del biometano,<br />

per motivi di normative ed<br />

economici. L’obiettivo principale<br />

attuale è lo sfruttamento<br />

del biogas nei cogeneratori<br />

per produrre corrente.<br />

Dal 2010 in Germania c’è<br />

una legge per l’accesso alla<br />

rete del gas (Gasnetzzugangsverordnung),<br />

per facilitare<br />

il compito a chi vuole<br />

immettere il proprio gas nella<br />

rete. In Germania chi<br />

immette il gas paga fino a<br />

250.000 € per l’allacciamento<br />

alla rete del gas, il resto viene<br />

pagato dal gestore della<br />

rete, che però può trasferire i<br />

costi sul consumatore finale.<br />

La legge prevede anche il<br />

limite massimo entro cui il<br />

gestore di rete deve permettere<br />

l’allacciamento. Il<br />

DVGW invece prescrive le<br />

normative tecniche per l’immissione<br />

del gas. Tra queste<br />

per esempio: come devo pretrattare<br />

il biogas per poterlo<br />

immettere in rete. Ci sono<br />

*Malmberg - Svezia<br />

[ FIG. 1 - LAVAGGIO AD ACQUA SOTTO PRESSIONE<br />

Gas greggio<br />

Scambiatore<br />

termico<br />

ancora accese discussioni sul<br />

biogas, i detrattori dicono<br />

che il biogas trattato è troppo<br />

“sporco”, che rovina la<br />

rete del gas. Però anche grazie<br />

a interventi politici si è<br />

sulla buona strada, la situazione<br />

sta migliorando. Non<br />

esiste ancora una legge per<br />

l’immissione del gas nella<br />

rete. Ne stanno discutendo<br />

da un bel po’, vale ancora la<br />

legge per le energie rinnovabili.<br />

Gli interessati in Germana<br />

sono agricoltori, pubbliservizi,<br />

imprese elettriche,<br />

investitori.<br />

Le richieste specifiche al<br />

trattamento del biogas<br />

dipendono dall’ubicazione<br />

dell’impianto, dal tipo di<br />

substrato utilizzato, dal funzionamento<br />

dell’impianto.<br />

Inoltre dipendono dall’utilizzo<br />

e dalla qualità del gas<br />

prodotto. Chiaramente c’è<br />

una differenza delle esigenze,<br />

se il gas viene bruciato<br />

per produrre corrente o se<br />

invece è prevista l’immissione<br />

in rete, o se viene utilizzato<br />

come carburante. In<br />

Germania ci sono due tipi di<br />

rete del gas: la rete del gas-<br />

H (ad alto potere calorifico)<br />

Essiccatoio Biometano<br />

Scambiatore<br />

termico<br />

Colonna<br />

flash<br />

Gas di scarico<br />

Scambiatore<br />

termico<br />

Soffiante Compressore Assorbimento Ventilatore Desorbimento Pompa per l’acqua<br />

e la rete del gas-L (a basso<br />

potere calorifico).<br />

Ci sono vari metodi di trattamento<br />

del biogas: - Adsorbimento<br />

dell‘oscillazione di<br />

pressione; Lavaggio ad<br />

acqua sotto pressione; -<br />

Lavaggio fisico con solventi<br />

organici; - Lavaggio chimico;<br />

- Metodo di separazione<br />

tramite membrane; - Metodi<br />

criogenici.<br />

Il metodo proprio di Malmberg<br />

consiste nel lavaggio<br />

ad acqua sotto pressione.<br />

Il gas arriva dall’impianto<br />

di biogas. La desolforazione<br />

serve soltanto per<br />

rimanere entro certi parametri<br />

di emissioni dei gas di<br />

scarico. Si arriva fino a 200 –<br />

300 ppm di acido solfidrico.<br />

Il gas arriva con una leggera<br />

sovrappressione fino a ca.<br />

20 – 50 mbar, poi avviene<br />

una compressione e un raffreddamento.<br />

Il gas giunge<br />

alla colonna di assorbimento,<br />

che, a seconda dell’impianto<br />

è alta tra 10 e 20 m, è<br />

riempita con materiale sintetico<br />

e l’acqua percorre la<br />

colonna nel senso opposto.<br />

Con l’acqua sotto pressione<br />

sciogliamo CO2 (come in<br />

[ Ulf Richter.<br />

una bottiglia di acqua minerale)<br />

e anche l’acido solfidrico,<br />

se c’è. Alla testa della<br />

colonna abbiamo un gas di<br />

prodotto con 96 – 99 % di<br />

metano, a seconda di come<br />

gestiamo il processo. Dipende<br />

anche da quanto azoto e<br />

ossigeno sono contenuti. Il<br />

gas poi attraversa una fase<br />

di asciugamento/essiccazione,<br />

dove raggiungiamo<br />

punti di rugiada di -60, - 80<br />

°C. Poi segue un’analisi del<br />

gas. Se il gas corrisponde<br />

alle esigenze della rete il gas<br />

viene ceduto alla rete, altrimenti<br />

ripercorre il processo.<br />

Ci sono compressori che<br />

portano il gas a 250 bar. Poi<br />

il gas raggiunge o i contenitori<br />

per l’immagazzinamento<br />

o un dispenser per la<br />

distribuzione o viene<br />

immesso direttamente nei<br />

veicoli. Il nostro concetto<br />

prevede impianti standard,<br />

costruiti in forma modulare.<br />

Sono facili da costruire,<br />

dopo 1-2 settimane si possono<br />

mettere in funzione. Più<br />

grande è l’impianto e più si<br />

abbassano i costi per il trattamento<br />

del gas greggio.<br />

Con lo stato attuale è più<br />

sensato avere impianti di<br />

una certa dimensione. I<br />

mezzi di produzione: in<br />

dipendenza dalla stagione<br />

si ha bisogno di più o meno<br />

energia elettrica - ca. 0,20 –<br />

0,30* kWh/Nm 3 gas greggio<br />

(*sistema con recupero di<br />

calore), per compressione,<br />

ciclo dell’acqua, raffreddamento.


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