Edizione 11 - Giugno 2006 - Nobile Collegio Mondragone
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Il <strong>Mondragone</strong><br />
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Infatti, dopo essere entrati nello spazio lasciato<br />
dai prelievi del materiale pozzolanico, effettuati<br />
nel tempo, è possibile vedere sulla parete nord<br />
della cava una parte delle murature della cisterna<br />
messe allo scoperto dagli scavi effettuati per il<br />
prelievo del materiale. Quest’ultima conserva è<br />
costituita da dieci navate, disposte una a fianco<br />
dell’altra, e separate ognuna da un muro di metri<br />
0,80 di spessore, aperto ad intervalli uguali da sei<br />
porte di metri 1,60 di larghezza e metri 2 di<br />
altezza.<br />
La cisterna misura in toto metri 20 sull’asse<br />
minore e metri 31,80 su quello maggiore. Ogni<br />
navata ha una lunghezza di metri 20, una<br />
larghezza di metri 2,50 e un’altezza di metri 4.<br />
Vi sono poi aperture rettangolari di circa 2 metri<br />
di lunghezza che presentano una chiusura<br />
effettuata con opus caementicium verosimilmente<br />
subito dopo il completamento dei lavori di<br />
costruzione.<br />
Queste aperture molto probabilmente sono state<br />
lasciate aperte fino al termine dei lavori di<br />
costruzione per l’esecuzione delle rifiniture<br />
all’interno della cavità.<br />
Questa cisterna quasi certamente ha svolto la<br />
funzione di serbatoio centrale e di limarla per, poi,<br />
rifornire le cisterne della sottostante villa dei<br />
Quintili, ma, quasi certamente, anche i serbatoi<br />
delle costruzioni presenti sui luoghi oggi occupati<br />
dalla villa Parisi, dalla villa Vecchia e dal Bargo<br />
Borghese.<br />
Cisterna di “Macchia della Formica”.<br />
Parte delle strutture murarie della cisterna viste dalla<br />
cavità lasciata dagli scavi nella cava.<br />
Le acque pervenute a questo serbatoio possono<br />
essere state convogliate da diversi punti e<br />
precisamente : dal cunicolo originario<br />
dall’acquedotto Aldobrandini che ancora oggi<br />
raggiunge la zona sovrastante le costruzioni della<br />
villa <strong>Mondragone</strong>; dal cunicolo proveniente da<br />
Rocca priora che attraversa la zona della<br />
Montagnola; e dalla sovrastante sorgente di<br />
Formello situata al di sotto dell’Eremo di<br />
Camaldoli.<br />
La costruzione è stata realizzata utilizzando l’opus<br />
caementicium con coperture a volta a tutto sesto<br />
dove sono presenti apertura circolari e quadrate,<br />
comunicanti con pozzi, verosimilmente lasciate per<br />
poter entrare nella cisterna per eventuali ispezioni,<br />
riparazioni e pulizie.<br />
Veduta parziale di una delle navate della cisterna di<br />
“Macchia della Formica” dove sono visibili due porte di<br />
comunicazione tra una navata e l’altra, il notevole<br />
interramento della cisterna e sulla volta una delle<br />
aperture rettangolari chiuse con una gettata di opus<br />
caementicium al termine della costruzione della cisterna.<br />
L’epoca della sua costruzione può essere<br />
compresa tra il 50 a.C. e il 50 d.C.<br />
Durante l’esecuzione dei lavori per la<br />
ristrutturazione degli edifici da destinare agli scopi<br />
dell’Università sono riapparse molte delle strutture<br />
murarie dell’antico edificio.<br />
Ma già all’epoca del <strong>Nobile</strong> <strong>Collegio</strong>, diretto<br />
dai Padri Gesuiti, numerosi ritrovamenti sono stati<br />
effettuati e sistemati sulle pareti di una sala del<br />
piano superiore a costituire un piccolo antiquarium.<br />
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N° <strong>11</strong> – <strong>Giugno</strong> <strong>2006</strong> pag.28 di 32