Edizione 11 - Giugno 2006 - Nobile Collegio Mondragone
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Il <strong>Mondragone</strong><br />
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Chi è Peter-Hans Kolvenbach<br />
di Gianni Valente (tratto da internet: http://www.30giorni.it/it/articolo.asp?id=439 )<br />
Padre Peter-Hans Kolvenbach in visita alla missione di<br />
Nagaland, in India, nel 1995<br />
Un padre commerciante di Nimega e una madre<br />
dalle antiche origini italiane (si chiamava Jacoba<br />
Johanna Petronella Domesino) sono stati i genitori<br />
di Peter-Hans Kolvenbach, che nasce a Druten,<br />
nei Paesi Bassi, il 30 novembre del 1928.<br />
La formazione giovanile, al collegio Pietro<br />
Canisio di Nimega, si svolge negli anni terribili<br />
della guerra mondiale, con il Paese sotto<br />
occupazione nazista.<br />
L’entrata nella Compagnia di Gesù avviene nel<br />
’48. Dieci anni dopo, nel settembre del ’58, Peter-<br />
Hans lascia la sua terra col primo gruppo di<br />
gesuiti olandesi assegnati al Libano, dove studia<br />
teologia all’Università Saint-Joseph di Beirut e<br />
viene ordinato sacerdote nel ’61.<br />
Nel Paese levantino il gesuita venuto dal nord<br />
passa gli anni centrali della sua vita imbevendosi<br />
delle lingue e delle tradizioni ecclesiali e<br />
liturgiche del Vicino Oriente.<br />
mensile internazionale diretto da Giulio Andreotti<br />
I suoi studi si concentrano sull’armeno. Insegna<br />
prima filosofia, poi linguistica generale e armeno<br />
presso l’Università Saint-Joseph di Beirut.<br />
Nel ’74 è eletto provinciale della viceprovincia<br />
del Vicino Oriente, che include le comunità<br />
gesuite di Libano, Siria ed Egitto.<br />
Sono gli anni in cui il Paese dei cedri inizia ad<br />
essere dilaniato dalla guerra civile.<br />
Kolvenbach vi rimane fino all’81, quando padre<br />
Arrupe lo chiama a Roma come rettore del<br />
Pontificio Istituto Orientale.<br />
Dopo la tormentata fase finale del ministero di<br />
padre Arrupe, colpito da ictus nell’agosto del<br />
1981, il Pontefice affida in via straordinaria la<br />
guida della Compagnia ai gesuiti italiani Paolo<br />
Dezza e Giuseppe Pittau.<br />
I due delegati pontifici “traghettano” la<br />
Compagnia fino allo svolgimento della<br />
trentatreesima Congregazione generale, che il 13<br />
settembre ’83 elegge Kolvenbach preposito<br />
generale.<br />
Pur essendo chiamato a gestire la delicata fase<br />
successiva alla gestione “carismatica” di Arrupe,<br />
che con le sue scelte aveva finito per polarizzare<br />
anche all’interno della Compagnia entusiasmi e<br />
insofferenze, non si può dire che il suo mandato<br />
abbia avuto l’impronta della “normalizzazione”.<br />
Di indole ascetica e spirituale, padre Kolvenbach<br />
ha mantenuto anche nella guida dell’Ordine un<br />
profilo riservato e dialogante, cercando soluzioni<br />
non traumatiche alle controversie, come si è visto<br />
nel ruolo assunto nel “caso Dupuis”, scoppiato per<br />
le riserve manifestate nel ’98 dalla Congregazione<br />
per la dottrina della fede nei confronti delle opere<br />
teologiche del gesuita. Professore alla Pontificia<br />
Università. Gregoriana.<br />
Padre Kolvenbach è membro di due<br />
Congregazioni vaticane (Evangelizzazio-ne dei<br />
popoli e Istituti di vita consacrata) e consultore<br />
della Congregazione per le Chiese orientali.<br />
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N° <strong>11</strong> – <strong>Giugno</strong> <strong>2006</strong> pag.4 di 32