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Brindisi “raccontata”

Ancora un libro sulla mia cittá, ed ancora una volta un libro senza prestese letterarie, né tanto meno storiche. Un libro informale, un racconto, anzi tanti racconti, scelti e riassunti tra quelli in cui mi sono imbattuto, scritti dai viaggiatori, da quei miei amici ideali quali sono tutti i viaggiatori del tempo e dello spazio, e da quelli che hanno conosciuto e scritto di Brindisi in particolare. E quanti saranno stati i viaggiatori che son passati da Brindisi nello spazio degli ultimi tremila anni? Tanti, tantissimi, un´infinitá! Certo, assolutamente non un libro di storia, eppure quella sequenza cronologica che ho voluto seguire nell´ordinare i racconti qui “raccontati”, in qualche modo la storia di Brindisi la lascia intravedere, la lascia scoprire ed indovinare, quanto meno ad un lettore appena appena un pò fantasioso... a me é successo e mi auguro possa succedere anche a qualcun altro!

Ancora un libro sulla mia cittá, ed ancora una volta un libro senza prestese letterarie, né tanto meno storiche. Un libro informale, un racconto, anzi tanti racconti, scelti e riassunti tra quelli in cui mi sono imbattuto, scritti dai viaggiatori, da quei miei amici ideali quali sono tutti i viaggiatori del tempo e dello spazio, e da quelli che hanno conosciuto e scritto di Brindisi in particolare. E quanti saranno stati i viaggiatori che son passati da Brindisi nello spazio degli ultimi tremila anni? Tanti, tantissimi, un´infinitá! Certo, assolutamente non un libro di storia, eppure quella sequenza cronologica che ho voluto seguire nell´ordinare i racconti qui “raccontati”, in qualche modo la storia di Brindisi la lascia intravedere, la lascia scoprire ed indovinare, quanto meno ad un lettore appena appena un pò fantasioso... a me é successo e mi auguro possa succedere anche a qualcun altro!

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giá famoso per i suoi vivai; e cosí si poté costatare come le ostriche brindisine non solo<br />

ritenessero il proprio sapore, ma acquistassero anche quello del luogo ov'erano state<br />

trapiantate.<br />

* * * * *<br />

Caio Giulio Cesare invece, nei suoi “Commentarii de bello civili” del 49 aC, quando racconta di<br />

Brundusium, oltre che per descrivere il porto ed i dettagli tecnici del suo vano tentativo di<br />

sbarrarne il canale di accesso per impedire la fuga di Pompeo, lo fa per segnalare che i suoi<br />

soldati vi si ammalarono di malaria, nell´aria malsana dell´autunno brindisino, rimanendone<br />

decimati: «...gravis autumnus in Apulia circumque Brundusium ex saluberrimis Galliae et<br />

Hispaniae regioinibus omnem exercitum valetudine temptaverat...».<br />

Andrebbe peró segnalato a questo proposito come la malaria, effettivamente patita dai soldati<br />

cesariani a <strong>Brindisi</strong>, non necessariamente fosse del tutto autoctona, essendo anche abbastanza<br />

accreditata la tesi dello storico inglese Peter Atsbury Brunt, secondo la quale i soldati di<br />

Cesare giunti a <strong>Brindisi</strong> erano giá affetti da forme malariche indotte dal plasmodium vivax o<br />

dal plasmodium malariae.<br />

Mappa di Andrea Palladio in ”I Commentari di C. Givlio Cesare” ­ 1575<br />

* * * * *<br />

Marco Anneo Lucano, vissuto tra il 39 e il 65 dC ed autore del famoso poema epico Farsalia<br />

sulla guerra civile tra Cesare e Pompeo, nel Libro II dell´opera, cosí in versi descrive <strong>Brindisi</strong>:<br />

«...Questa città fu un tempo possesso dei coloni Dittèi, che navi cecròpie trasportarono,<br />

profughi attraverso il mare, da Creta, allorquando le vele proclamarono falsamente che Tèseo

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