Brindisi “raccontata”
Ancora un libro sulla mia cittá, ed ancora una volta un libro senza prestese letterarie, né tanto meno storiche. Un libro informale, un racconto, anzi tanti racconti, scelti e riassunti tra quelli in cui mi sono imbattuto, scritti dai viaggiatori, da quei miei amici ideali quali sono tutti i viaggiatori del tempo e dello spazio, e da quelli che hanno conosciuto e scritto di Brindisi in particolare. E quanti saranno stati i viaggiatori che son passati da Brindisi nello spazio degli ultimi tremila anni? Tanti, tantissimi, un´infinitá! Certo, assolutamente non un libro di storia, eppure quella sequenza cronologica che ho voluto seguire nell´ordinare i racconti qui “raccontati”, in qualche modo la storia di Brindisi la lascia intravedere, la lascia scoprire ed indovinare, quanto meno ad un lettore appena appena un pò fantasioso... a me é successo e mi auguro possa succedere anche a qualcun altro!
Ancora un libro sulla mia cittá, ed ancora una volta un libro senza prestese letterarie, né tanto meno storiche. Un libro informale, un racconto, anzi tanti racconti, scelti e riassunti tra quelli in cui mi sono imbattuto, scritti dai viaggiatori, da quei miei amici ideali quali sono tutti i viaggiatori del tempo e dello spazio, e da quelli che hanno conosciuto e scritto di Brindisi in particolare. E quanti saranno stati i viaggiatori che son passati da Brindisi nello spazio degli ultimi tremila anni? Tanti, tantissimi, un´infinitá! Certo, assolutamente non un libro di storia, eppure quella sequenza cronologica che ho voluto seguire nell´ordinare i racconti qui “raccontati”, in qualche modo la storia di Brindisi la lascia intravedere, la lascia scoprire ed indovinare, quanto meno ad un lettore appena appena un pò fantasioso... a me é successo e mi auguro possa succedere anche a qualcun altro!
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
* * * * *<br />
Finalmente, i lavori per il recupero del porto di <strong>Brindisi</strong> iniziarono il 4 marzo del 1776 sotto la<br />
direzione di Andrea Pigonati che consegnó l´opera compiuta il 30 dicembre 1778. Purtroppo<br />
quelle opere dovevano a breve risultare essere state in gran parte mal concepite e mal<br />
eseguite. Pigonati, una volta ricevuto dal re l´incarico di progettare ed eseguire quei lavori,<br />
giunse a <strong>Brindisi</strong> via terra il 17 luglio del 1775 e vi sostó durante svariati mesi e poi, conclusi i<br />
lavori, pubblicó nel 1781 la sua “Memoria del riaprimento del porto di <strong>Brindisi</strong> sotto il Regno<br />
di Ferdinando IV”. Lui non era certo un viaggiatore, ma un ingegnere, e volle comunque<br />
testimoniare alcune sue impressioni sulla <strong>Brindisi</strong> che aveva conosciuto:<br />
«...La cittá di <strong>Brindisi</strong> é situata in una penisola del mare Adriatico abbracciata da due grandi<br />
seni di acqua, che formavano un tempo l´antico commendatissimo porto brindisino. É la cittá,<br />
fortificata di muraglie dalla parte dell´istmo che si frappone fra due seni di acqua, con de’<br />
baluardi e due porte, l´una detta di Mesagne e l´altra di Lecce.<br />
Vi é un castello costruito da Federico II con tutte le regole dell´arte di quel tempo, essendo<br />
formato di grossi pezzi sul gusto delle antiche fabbriche romane. Dentro la piazza del castello,<br />
sopra una porta adorna di disegni grotteschi, esiste in rilievo la statua di Federico II. E Carlo II<br />
D´Angió fece edificare un altro palazzo reale dove al presente ne esistono le rovine, dirimpetto<br />
il convento de’ Padri Minimi.<br />
Venendo da Napoli, dopo aver passato un ponte che attraversa uno dei grandi rami del porto,<br />
incontrammo un fonte di anica struttura, fatto riattare da Tancredi. Quindi osservammo il<br />
convento de’ Padri Cappuccini, una tronca piramide sulla quale l´archivescovo e clero<br />
brindisino la mattina della domenica delle palme cantano, in greco, l´epistola e il vangelo.<br />
Passato il convento de’ Cappuccini entrammo in cittá per la porta detta di Mesagne,<br />
lasciandoci a destra un aquidotto di fabbrica romana e gli avvanzi ancora di una fabbrica<br />
antica che esser poteva un pubblico bagno, o conserva di acqua.