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Brindisi “raccontata”

Ancora un libro sulla mia cittá, ed ancora una volta un libro senza prestese letterarie, né tanto meno storiche. Un libro informale, un racconto, anzi tanti racconti, scelti e riassunti tra quelli in cui mi sono imbattuto, scritti dai viaggiatori, da quei miei amici ideali quali sono tutti i viaggiatori del tempo e dello spazio, e da quelli che hanno conosciuto e scritto di Brindisi in particolare. E quanti saranno stati i viaggiatori che son passati da Brindisi nello spazio degli ultimi tremila anni? Tanti, tantissimi, un´infinitá! Certo, assolutamente non un libro di storia, eppure quella sequenza cronologica che ho voluto seguire nell´ordinare i racconti qui “raccontati”, in qualche modo la storia di Brindisi la lascia intravedere, la lascia scoprire ed indovinare, quanto meno ad un lettore appena appena un pò fantasioso... a me é successo e mi auguro possa succedere anche a qualcun altro!

Ancora un libro sulla mia cittá, ed ancora una volta un libro senza prestese letterarie, né tanto meno storiche. Un libro informale, un racconto, anzi tanti racconti, scelti e riassunti tra quelli in cui mi sono imbattuto, scritti dai viaggiatori, da quei miei amici ideali quali sono tutti i viaggiatori del tempo e dello spazio, e da quelli che hanno conosciuto e scritto di Brindisi in particolare. E quanti saranno stati i viaggiatori che son passati da Brindisi nello spazio degli ultimi tremila anni? Tanti, tantissimi, un´infinitá! Certo, assolutamente non un libro di storia, eppure quella sequenza cronologica che ho voluto seguire nell´ordinare i racconti qui “raccontati”, in qualche modo la storia di Brindisi la lascia intravedere, la lascia scoprire ed indovinare, quanto meno ad un lettore appena appena un pò fantasioso... a me é successo e mi auguro possa succedere anche a qualcun altro!

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Bisogna peró attendere gli inizi del secolo XVIII per incontrare le prime formali descrizioni di<br />

<strong>Brindisi</strong> riportate da veri viaggiatori, che furono per lo piú stranieri. Nel 1717, George<br />

Berkeley, letterato di origini irlandesi, viaggió da Roma a sud, e sul suo “Diario di viaggio in<br />

Italia e Lettere”, a proposito di <strong>Brindisi</strong> segnala il contrasto tra la bellezza ed il rigoglio del<br />

paesaggio agrario circondante la cittá e l´ambiente malsano dell´area portuale, senza quindi<br />

soluzione di continuitá alcuna con quanto aveva giá segnalato il Galateo nel suo De situ<br />

Japygiae quasi 200 anni prima:<br />

«...Giungendo a <strong>Brindisi</strong> venendo da Egnazia, osserviamo una campagna ben coltivata a grano<br />

e vigne, con pochi alberi da frutta. Alla periferia di <strong>Brindisi</strong>, dalla parte dove siamo entrati in<br />

cittá, vi sono fitti aranceti.<br />

La città è costruita male, con case sparpagliate ed è decisamente povera. È di qui che di solito<br />

ancora ci si imbarca per la Grecia, arrivando nella città di Illyricum Dyrrachium, oggi Durazzo.<br />

Il porto interno peró é bloccato e l´aria é irrespirabile. Pochi sono gli abitanti, che stimo si<br />

possano calcolare sui quattromila o cinquemila . Il perimetro della cittá vecchia é all´incirca di<br />

sette miglia.<br />

Le mura sono molto fortificate, i resti molto meno. Camminando lungo le mura osserviamo<br />

che una parte di esse é costituita da antiche rovine e abbiamo riconosciuto alcuni resti delle<br />

mura della città vecchia, molto più grande della nuova. Le strade e le piazze sono del tutto<br />

deserte e parecchi frammenti antichi di colonne sono sparsi per l´intera cittá.<br />

Le chiese non sono granché. Vi abitano numerosi Cappuccini, frati conventuali Minori, e anche<br />

un monsignore greco.<br />

Vi sono due colonne in marmo bianco, una ancora integra, di ordine corinzio con un´urna sulla<br />

cima. Dell’altra resta solo il basamento e un pezzo del capitello che è caduto ed è rimasto sulla<br />

base. Le parti intermedie della colonna, cadendo nel 1528 senza una causa immediata<br />

apparente, si sparsero tutt´intorno. Sulle due colonne c´erano dei puttini e, in cima, il fogliame.<br />

Fidelitas Brundusina sulle colonne, è il motto dello stemma della cittá di <strong>Brindisi</strong>.<br />

Quanto al porto, lo limitano esternamente varie piccole isole più un´isola con ul castello e una<br />

fortezza, poi un porto o baia e, piú all’interno, un altro porto o baia, la testa del cervo, quindi le<br />

corna che abbracciano i lati della cittá. Delle due fortificazioni, la più recente è stata voluta dal<br />

re Filippo II e la aragonese piú antica si trova su una lingua di terra a due miglia dalla città: si<br />

pensa che siano le meglio fortificate di tutto il regno.<br />

I magistrati di <strong>Brindisi</strong>, sindaco, maestro giurato, tesoriere, etc., vengono nominati secondo un<br />

rito particolare, ossia un bambino che tira a sorte delle palline di diverso colore nel municipio<br />

e alla presenza del governatore e del giudice, il giorno della festa della Vergine Assunta.<br />

Abbiamo lasciato <strong>Brindisi</strong> attraversando un ponte su uno stretto golfo del mare, alla fine di<br />

una delle due corna. La campagna sulla strada per Lecce é coltivata a olive e grano, con anche<br />

tante vigne e vari alberi di fico e pere. Gli alberi dei tanti boschetti di ulivi che si susseguono,<br />

sono grandi e molto vecchi. Poi ci sono piccole fattorie e ville, che a tratti si fanno più<br />

numerose...».

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