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L'economia cognitiva di Alessandro Innocenti Carocci ... - LabSi

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sperimentali sono esposti a sollecitazioni ambientali e interpersonali non totalmente<br />

controllabili. Una modalità in<strong>di</strong>retta ma efficace <strong>di</strong> approssimare questo risultato è <strong>di</strong> rendere<br />

le procedure sperimentali il più possibile uniformi e con<strong>di</strong>vise. Tanto più queste procedure<br />

sono dettagliate e, al tempo stesso, <strong>di</strong> semplice descrizione e facile esecuzione, tanto<br />

maggiore sarà la replicabilità <strong>di</strong> un certo <strong>di</strong>segno sperimentale. In pratica, gli esperimenti in<br />

economia prevedono una serie <strong>di</strong> regole procedurali esattamente co<strong>di</strong>ficate. Per esempio, le<br />

istruzioni impartite ai soggetti sperimentali vengono lette ad alta voce e rappresentano l’unica<br />

modalità <strong>di</strong> comunicazione tra chi conduce e chi partecipa all’esperimento. Nelle istruzioni<br />

deve essere inoltre incluso in modo chiaro e semplice ogni dettaglio che sia rilevante ai fini<br />

delle scelte da effettuare e del compenso dato ai soggetti sperimentali.<br />

Il secondo requisito sperimentale è quello del parallelismo, secondo il quale l’esperimento<br />

deve essere strutturato in modo da rappresentare adeguatamente le principali assunzioni del<br />

modello economico da verificare. Come il modello teorico è uno strumento che seleziona un<br />

numero molto limitato <strong>di</strong> variabili tra quelle che determinano un certo comportamento o<br />

evento, così gli esperimenti economici evitano le <strong>di</strong>fficoltà proprie dell’indagine sul campo<br />

semplificando il più possibile le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> laboratorio, in modo da renderle controllabili e<br />

misurabili. Il requisito del parallelismo non può comunque essere esteso senza limitazioni<br />

neppure al modello teorico in sé, in quanto le persone reali presenti in laboratorio non<br />

coincidono con gli agenti economici della teoria. L’utilità <strong>di</strong> un esperimento, come quella <strong>di</strong><br />

un modello, <strong>di</strong>pende dal fatto che le variabili ritenute importanti dallo sperimentatore (e dal<br />

teorico) siano quelle che sono determinanti nel comportamento reale degli in<strong>di</strong>vidui.<br />

Parafrasando il premio Nobel per l’economia Vernon Smith (1982), le proposizioni sul<br />

comportamento degli in<strong>di</strong>vidui e sulla performance delle istituzioni testate in economie <strong>di</strong><br />

laboratorio si applicano anche a microeconomie non <strong>di</strong> laboratorio nella misura in cui vale la<br />

con<strong>di</strong>zione ceteris paribus. Che poi sia tutt’altro che facile determinare con esattezza quando<br />

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