L'economia cognitiva di Alessandro Innocenti Carocci ... - LabSi
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alle <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> probabilità si trasferisce in questo modo dall’io cosciente dell’in<strong>di</strong>viduo<br />
alla <strong>di</strong>mensione fisiologica del funzionamento della sua mente, come organo che consuma e<br />
che quin<strong>di</strong> mette in atto meccanismi automatici per risparmiare energie. Altre interpretazioni<br />
(Maule, 1995) sostengono che l’effetto cornice sia la conseguenza d’impulsi emotivi<br />
in<strong>di</strong>viduali, come paure o desideri, che possono innescare reazioni della mente automatiche e<br />
non consapevoli, come potrebbe avvenire per l’avversione alle per<strong>di</strong>te. In ogni caso, per<br />
comprendere le cause <strong>di</strong> questi comportamenti è necessario stu<strong>di</strong>are come funziona il<br />
cervello, che in base all’evidenza sperimentale non sembra adottare regole stabili, generali e<br />
in<strong>di</strong>pendenti dal contesto, come quelle <strong>di</strong> tipo logico-deduttivo. In questa prospettiva, la<br />
teoria <strong>di</strong> Kahneman e Tversky, più che una semplice lista delle violazioni alla scelta<br />
razionale, <strong>di</strong>mostra come la comprensione dei processi decisionali in economia debba<br />
necessariamente provenire dalla conoscenza delle modalità <strong>di</strong> funzionamento della mente.<br />
3.2. Come funziona la mente? La ricostruzione dei processi mentali ha tra i suoi più<br />
importanti precursori il lavoro sulla computabilità <strong>di</strong> Alan Turing, considerato uno dei<br />
fondatori delle scienze cognitive. Negli anni trenta, Turing elaborò una “macchina teorica”<br />
che prese il suo nome. La macchina <strong>di</strong> Turing era in grado, in linea <strong>di</strong> principio, <strong>di</strong> calcolare<br />
ogni compito che fosse descritto attraverso un algoritmo, cioè per mezzo <strong>di</strong> un elenco finito<br />
<strong>di</strong> istruzioni appropriate. La macchina consisteva <strong>di</strong> un nastro su cui erano riportati solo due<br />
simboli, uno spazio vuoto e una barra trasversale, uno scanner per leggere il nastro e quattro<br />
operazioni, che corrispondevano a “muovere a destra”, “muovere a sinistra”, “cancellare la<br />
barra” e “aggiungere la barra”.<br />
Questa architettura elementare fu utilizzata pochi anni dopo per costruire il primo computer<br />
<strong>di</strong>gitale, ma fu anche la causa <strong>di</strong> una svolta importante nella storia delle scienze cognitive. In<br />
particolare, Donald Hebb (1949), sviluppando il lavoro <strong>di</strong> Turing, <strong>di</strong>mostrò come il<br />
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