L'economia cognitiva di Alessandro Innocenti Carocci ... - LabSi

Questa critica può essere meglio apprezzata prendendo in considerazione il concetto di
preferenze rivelate. Fondando il criterio di razionalità su una serie di assiomi costruiti su
scelte ipotetiche, non si formula alcuna ipotesi sui fini effettivi che l’agente si propone. Ogni
scelta è ammissibile se rispetta gli assiomi necessari a definire la funzione di utilità attesa. Se
la funzione di utilità è massimizzata, la decisione che ne consegue è da considerarsi
razionale, e quindi valida dal punto di vista normativo, indipendentemente dai fini per cui
questa decisione è stata presa. Le preferenze sono quindi rivelate, nel senso che le preferenze
più appropriate per i fini dell’agente sono esattamente quelle che egli manifesta con le sue
scelte. Il problema di quale comportamento debba essere adottato per perseguire i fini che
l’agente si propone è semplicemente aggirato dalle modalità con cui viene costruita la
funzione di utilità attesa.
La teoria della scelta razionale è quindi concettualmente inattaccabile proprio rispetto al suo
principale obiettivo, che è di scegliere i mezzi più appropriati per realizzare i fini
dell’individuo, perché i fini non sono determinati ex ante ma solo ricavati deduttivamente ex
post. Non sorprende perciò che le critiche principali alla teoria della scelta razionale siano
scaturite dai tentativi di investigare se gli assiomi postulati, e le assunzioni che
implicitamente ne derivano, sono confermati o violati quando, dal modello astratto, si passa
alle scelte effettuate in laboratorio.
2.2. Le violazioni della razionalità Il progetto di ricerca che ha dato origine all’economia
cognitiva è proprio la verifica degli assiomi postulati dalla teoria della scelta razionale. In
alcuni articoli pubblicati alla fine degli anni settanta, due studiosi statunitensi, Daniel
Kahneman e Amos Tversky, presentarono una serie di dati ottenuti sottoponendo alcune
scelte ipotetiche a studenti universitari, le cui risposte erano in chiaro contrasto con quanto
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