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L'economia cognitiva di Alessandro Innocenti Carocci ... - LabSi

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seconda fase i sistemi <strong>di</strong> input restano impermeabili a ciò che avviene a livello <strong>di</strong><br />

elaborazione centrale della mente. Ciò implica anche che la presa in esame dei desideri, o<br />

delle preferenze secondo il linguaggio degli economisti, da parte degli in<strong>di</strong>vidui è un<br />

processo che avviene dopo, e non durante, la fase <strong>di</strong> integrazione percettiva.<br />

Da questa ricostruzione emergono <strong>di</strong>fferenze sostanziali tra i processi percettivi e quelli<br />

cognitivi. I processi percettivi sono rapi<strong>di</strong>, involontari, superficiali e isolati dalle conoscenze<br />

generali dell’in<strong>di</strong>viduo. Inoltre essi sono innati e specifici, nel senso che ogni sistema <strong>di</strong> input<br />

usa un linguaggio e simboli <strong>di</strong>versi. I processi cognitivi, che si collocano nel terzo sta<strong>di</strong>o del<br />

processo descritto da Fodor, sono lenti, approfon<strong>di</strong>ti, sotto il controllo volontario degli<br />

in<strong>di</strong>vidui e si caratterizzano per essere non incapsulati e quin<strong>di</strong> generali.<br />

Non è <strong>di</strong>fficile cogliere le implicazioni critiche <strong>di</strong> questa rappresentazione per la teoria della<br />

scelta razionale. Le decisioni non sono più l’oggetto <strong>di</strong> una deliberazione consapevole e<br />

ponderata delle informazioni esistenti, ma piuttosto l’esito finale <strong>di</strong> una procedura in più<br />

sta<strong>di</strong>, in cui gli stimoli esterni, raccolti e co<strong>di</strong>ficati separatamente dai molteplici sistemi <strong>di</strong><br />

input, sono trasmessi attraverso impulsi elettrici da un neurone all’altro e subiscono una serie<br />

<strong>di</strong> adattamenti, in gran parte in<strong>di</strong>pendenti dalla volontà dell’in<strong>di</strong>viduo. Queste trasformazioni<br />

<strong>di</strong>pendono dalla struttura del nostro apparato cerebrale, che è il risultato sia dell’ere<strong>di</strong>tà<br />

genetica sia dell’esperienza. In questo senso, uno degli obiettivi principali delle scienze<br />

cognitive <strong>di</strong>venta proprio quello <strong>di</strong> comprendere come questi sistemi interagiscono e<br />

s’influenzano reciprocamente.<br />

Una delle proposte più suggestive in questa <strong>di</strong>rezione è quella offerta da Antonio Damasio.<br />

Nel suo principale libro, L’errore <strong>di</strong> Cartesio (1994), Damasio propone la fondazione <strong>di</strong> una<br />

vera e propria neurobiologia della razionalità. L’argomento centrale del suo ragionamento è<br />

che, in una mente strutturata in moduli o sistemi <strong>di</strong> input, i processi che conducono alle<br />

decisioni non coincidono necessariamente con quelli connessi alla regolazione biologica e<br />

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