ADESSO Sicilia (Vorschau)

cultura e spettacolo
IL CD DEL MESE
NOMADI 50+1
Uno dei gruppi musicali italiani più
rappresentativi raccoglie in un CD più
di 50 anni di storia della musica. I Nomadi
sono nati nel 1963 e hanno avuto
un successo immediato. All’inizio erano
in due, Beppe Carletti e Augusto Daolio.
Dopo la morte di Daolio e l’arrivo, nel 1993, della nuova voce
Danilo Sacco, il successo non è diminuito. Ancora oggi i loro concerti
registrano il tutto esaurito. Per celebrare i 51 anni di carriera è
uscito Nomadi 50+1, l’album che raccoglie 32 successi e due inediti,
nell’interpretazione della nuova e bella voce di Cristiano Turato, il
cantante che ha sostituito Sacco nel 2013.
VINCI IL CD DEL MESE
Partecipa all’estrazione [Verlosung] dei CD in palio. Entro il 26 agosto vai alla
pagina www.adesso-online.de/gewinnspiel oppure spedisci una cartolina al seguente
indirizzo: Spotlight Verlag, ADESSO, CD del mese – Nomadi 50+1,
Fraunhoferstr. 22, D-82152 Planegg. Per chi non vince, il CD è in vendita,
insieme a tanti altri capolavori della musica italiana, da: MUSIC PARADISE,
Rebgasse 49, CH-4058 Basel, tel. (0041) 61 68192407,
fax (0041) 61 6812127. E-mail imp@musicparadise.ch;
www.musicparadise.ch; Facebook Music Paradise
IN FESTA PER PUCCINI
Il Festival Puccini compie 60 anni. Ogni estate gli appassionati si incontrano
a Torre del Lago, in Versilia, dove il compositore toscano ha
passato la maggior parte della sua vita. Il cartellone è sempre di grande
qualità e nel 2014 si festeggiano ben due compleanni: i 110 anni dalla
prima di Madama Butterfly, con il nuovo allestimento di Renzo Giaccheri,
ex sovrintendente dell’Arena di Verona, e i 50 anni di attività del
regista Ettore Scola, che propone una nuova lettura de La Bohème.
Grandi firme, ma anche spazio ai giovani: la Turandot, una delle opere
più note di Puccini, è affidata all’esordiente Angelo Bertini. Quest’estate
se ne vedranno delle belle, sotto le stelle di Torre del Lago.
Informazioni: www.puccinifestival.it
IL PERCHÉ
MENARE IL CAN
PER L’AIA
Perché si dice “menare il can per l’aia”?
Diedrich Krause
Risponde Anna Bordoni, collaboratrice
dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
Menare il can per l’aia significa “tirare per
le lunghe, non concludere un discorso, non
arrivare mai al punto”. È un’espressione utilizzata
spesso oggi, ma ha un’origine antica,
come testimoniano due termini ormai scomparsi
dall’italiano: menare, un tempo usato
nel senso di “far passare” (menare il giorno,
diceva Leopardi) e aia, che indicava il cortile
della casa di campagna. La frase è citata
per la prima volta nell’Ercolano di Benedetto
Varchi, il più importante libro di linguistica del
XVI secolo. Compare poi (“Com’anche è uso
de’ procuratori, che in corso van menando il
can per l’aia”) nel testo teatrale la Fiera (1618)
di Michelangelo Buonarroti il Giovane, nipote
del famoso pittore e scultore. Poi si trova
nel Malmantile racquistato (“Mentre costui a
ogni cosa appella, E co’ suoi punti mena il
can per l’aia”), poema eroicomico di Lorenzo
Lippi (1688). Secondo alcuni, il cane in questione
è quello da caccia, abituato a grandi
spazi. Quindi portarlo in un luogo piccolo
come l’aia è una perdita di tempo. Secondo
altri, il cane che gira per l’aia senza trovare
quello che cerca è come la lingua di chi parla
molto e non arriva mai al punto. Secondo
un’ultima interpretazione, chi mena il can per
l’aia crea confusione e distrae l’attenzione di
chi ascolta dalle cose sgradite.
Inviate i vostri perché a:
adesso@spotlight-verlag.de
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CD DEL MESE
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Debütant
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IL PERCHÉ
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Hof
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Staatsanwalt
Theaterstück
Maler
Bildhauer
dieser
komisches
Heldenepos
Jagd
ablenken
unangenehm
ADESSO AGOSTO 2014