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ExE & BELLAVITA voice&fashion by Donna Impresa

ExE & BELLAVITA voice&fashion. Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare ad occhi aperti e di vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo vecchio per cambiare tutto!!!. Ti sei mai chiesto perché? Il perché è semplice... se tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente pieno di pirati. Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli antipatici. Noi siamo gli Antagonisti”... Noi siamo pirati. Parola di Capitano ... voice&fashion voice&fashion rubrica a cura Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack nella foto: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo

ExE & BELLAVITA voice&fashion. Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare ad occhi aperti e di vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo vecchio per cambiare tutto!!!. Ti sei mai chiesto perché? Il perché è semplice... se tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente pieno di pirati. Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli antipatici. Noi siamo gli Antagonisti”... Noi siamo pirati. Parola di Capitano ... voice&fashion voice&fashion rubrica a cura
Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack
nella foto: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo

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FABIO DI FABIO<br />

Radio Cosmo International - Monsanpietro Morico<br />

Ribelle ed estroverso come il mio caschetto, ero uno di quei ragazzi la cui età consentiva di<br />

acciuffare al volo l'esistenza del periodo delle Radio Libere. Fondai con i miei amici di allora:<br />

Andrea, Maurizio, Mauro ed Emo ,"Radio Eco" che successivamente diventò Radio Cosmo<br />

International (RCI). Un'esperienza fantastica e temo purtroppo irripetibile. Io ero un po' il jolly<br />

della situazione per la mia duttilità... per la mia capacità di prestarmi a ricoprire una moltitudine di<br />

ruoli... un tuttofare, insomma. Aprire una radio libera a quei tempi non era difficile, bastava una<br />

piccola modifica al modulatore dell'apparecchio CB, un amplificatore, anche di pochi watt, una<br />

frequenza libera, cioè non ancora occupata da un'altra radio, un'antenna, alcune elettroniche<br />

non molto costose come mixer, microfono, cuffie, giradischi, registratore a cassette o<br />

eventualmente a bobine, ma soprattutto un gruppo di amici disposti a coprire le ventiquattrore<br />

della giornata, o perlomeno la maggior parte di esse, perché la prima differenza con la radio<br />

ufficiale era che la radio libera era sempre disponibile e sempre pronta a farti compagnia ma<br />

soprattutto si trasmetteva sempre perché, se la frequenza veniva lasciata libera anche per solo<br />

una mezz'ora, veniva immediatamente occupata da qualche altra radio. Per molti, come me, il<br />

fenomeno tutto italiano delle radio libere è quello cantato e mitizzato dal cinema in film come “I<br />

cento passi” di Giordana o “Radiofreccia” di Ligabue che hanno rappresentato innanzi tutto la<br />

dimostrazione delle potenzialità politiche e di controinformazione della radio, in quel periodo; in<br />

secondo luogo, l'espressione delle potenzialità estetiche, amatoriali solo ad origine, di una<br />

programmazione “altra” rispetto a quella dell'allora monopolio di Stato. Una era la radio libera<br />

“politica”, l'altro la radio libera “estetica”: la prima ha perduto peso, negli anni, preferendo la<br />

politica altre strategie di comunicazione, con poche, radicali eccezioni; la seconda ha plasmato il<br />

fenomeno delle radio private commerciali. Non meno importante, e ciò assumendo ad inciso un<br />

verso della poesia di Dolci: “Esisto anch’io”, il sottolineare la voglia che c’era da parte di alcuni<br />

giovani di distinguersi dalla massa e andare controcorrente. Il prendere coscienza della coincidenza dell'origine “provinciale” del fenomeno<br />

Radio: a suggerire, senza eccessive difficoltà, che la provincia, poco rappresentata dai media d'antan (come oggi, forse: e chissà che Internet<br />

non abbia definitivamente riequilibrato le cose), poteva cullare il nostro desiderio di “libertà”.<br />

NICOLINO SASSI<br />

Radio Canale7eMagic98 Fm - Montappone (Fermo)<br />

"Eravamo non ancora ventenni quando di notte ascoltando “Radio Luxemboug”, ci siamo lasciati convincere dall’idea di creare un radio tutta<br />

nostra, che usasse un linguaggio nuovo, fresco, spontaneo, familiare che parlasse di noi, della nuova generazione. Così noi sognavamo,<br />

“ragazzi di ieri”, il nostro futuro, gettando uno sguardo al di là dei confini nazionali! Era davvero inimitabile, inconfondibile e direi del tutto<br />

innovativo il piglio con il quale i dj internazionali sapevano fare radio, difficile non innamorasi di quelle voci dal tono caldo e profondo, e la<br />

musica di cui riuscivamo a cogliere, forse solo il ritmo catturava pienamente le nostre più profonde emozioni di giovani in cerca della propria<br />

identità. Sembra strano parlarne oggi come di una “rivoluzione” quella che stavamo per fare, ma è proprio così che tutto è cominciato! Io, e<br />

insieme a me pochi altri amici, volevamo aprire una finestra su quel mondo sconosciuto ai più; le piccole radio locali non avevano idea di come<br />

sarebbe cambiato il progetto radiofonico di li a qualche anno: anche il pubblico italiano si sarebbe lasciato conquistare dalla melodia briosa<br />

della musica “d’importazione”, i dj sarebbero diventati i veri protagonisti della loro “fascia” quotidiana. Volevamo a tutti i costi questo<br />

cambiamento! Pieni di energia ed entusiasmo, iniziammo a frequentare una radio locale, quel tanto per acquisire l’esperienza necessaria che<br />

ci avrebbe poi permesso di camminare da soli verso la realizzazione di un grande progetto. Nel 1978 abbiamo così fondato Radio Canale 7,<br />

una stazione ben strutturata, con attrezzature all’avanguardia, un trasmettitore da 800W e un<br />

palinsesto dove spiccavano programmi innovativi che di lì a poco cominciarono finalmente ad<br />

incuriosire e richiamare l’attenzione di un pubblico sempre più vasto. Dagli esordi del tutto fatto<br />

in casa (ricordo ancora le nottate trascorse in sala registrazione a preparare spot, Jingles e le<br />

mitiche pizze per il non stop music) Radio canale 7 sarebbe diventata MAGIC 98FM. Con il<br />

tempo gli ascoltatori iniziarono a fidarsi di noi, a conoscerci, ad amarci, eravamo riusciti a<br />

creare una radio diversa dalla solita “radio all’italiana”. I brani musicali internazionali stavano<br />

diventando più familiari a tutti, come familiari erano ormai Jingles realizzati negli States, le voci<br />

di famosi doppiatori cui affidavamo la realizzazione di spot pubblicitari e non ultime le nostre<br />

voci,Nicolino, Fabio, Claudio, Remo e così di tantissimi altri ragazzi e ragazze che con<br />

competenza e professionalità hanno contribuito al successo della radio e che ancora oggi<br />

ricordo con molta stima ed affetto. Ho trascorso ben oltre 20 anni delle mia vita dietro ad un<br />

microfono, e il ricordo di questi, oggi mi lascia dentro una forte emozione ed anche un po’ di<br />

nostalgia... per tutti questi anni ringrazio i migliaia di ascoltatori che si sintonizzavano ogni<br />

giorno sulle nostre frequenze e con un pizzico di orgoglio mi piace poter pensare che nel<br />

nostro piccolo siamo stati grandi...!!!"<br />

DEDICATO A LEO<br />

"Un ruggito e… lo spettacolo iniziava. Si, perché parlare di Leopardo e soprattutto ascoltarlo<br />

era come assistere ad uno spettacolo. Dotato di una voce inconfondibile, particolare, capace<br />

di adattarla ad ogni disco che proponeva, magari anticipandolo con il suo storico fischio o il<br />

suo canticchiare … era spettacolo puro! Credo ci sia poco da dire, Leonardo è stato un DJ<br />

modello per chi si è cimentato in radio. Alla guida della “sua” astronave, dotata di una consolle<br />

dai cursori infuocati, era un fuoriclasse dell’etere, il numero 1. Un ruggisaluto Leo".<br />

STEFANO CASTORI<br />

Radio Onda Picena- Fermo<br />

Era il lontano 1975 quando nasceva Radio Città Campagna, sotto un<br />

garage della circonvallazione nord, a Fermo. Era la prima radio italiana<br />

insieme ad una milanese e una anconetana, ed è qui che inizio il mio<br />

percorso radiofonico. Il nostro intento era quello di unire la gente, e non<br />

di dividerla come anche oggi troppo spesso accade. Devo dire che<br />

riuscimmo nel nostro buon proposito di creare unità, tanto che la nostra<br />

emittente era seguita da giovani sia di sinistra che di destra legati tra loro<br />

dalla musica. Grande musica, grande gente, grande professionalità.<br />

Essenzialmente Radio Città Campagna rivoluzionò il modo di ascoltare<br />

la radio e fece da apripista alle tante molteplici voci libere che seguirono<br />

nell'etere nonostante anche le difficoltà che nacquero, e che erano<br />

inevitabili per quei tempi, soprattutto in relazione a motivi di carattere<br />

tecnico poiché all'epoca non c'era un'industria nazionale specializzata<br />

nella costruzione di apparecchiature radiofoniche. Si era costretti ad<br />

usare un vecchio impianto valvolare, un residuato bellico… d'altro canto<br />

era anche difficile trovare a Fermo e limitrofe, tecnici specializzati<br />

nell'alta frequenza, tuttavia non ci mancava l'entusiasmo e portammo<br />

ugualmente a termine l'impresa. Uno dei primissimi jingle come sigla, un<br />

percorso singolare attraverso l’esperienza radiofonica milanese da me<br />

fatta per circa tre mesi... un passaggio continuo tra radio, presentazioni<br />

di concerti, feci tutta la tournee a quei tempi di Alice, Lino Banfi ecc. I passaggi erano continui nelle radio: Radiofermo Uno, Radio One, Radio Sem<br />

Stereocivitanova e Radio City per concludere il mio percorso nell'etere con Radio Onda . Ora riproviamo con il web, Radio Italian Cup. Esperienza<br />

massima (sorride compiaciuto e commosso)le 10 puntate di jazz registrate in Basilicata e mandate in nazionale (c'è un appassionato della Provincia<br />

di Macerata che ha ancora tutte le puntate registrate)... Fra i miei cavalli di battaglia, nella mia primissima esperienza radiofonica, Burt Bacharach<br />

che successivamente fu inserito, insieme ad altri, nelle programmazioni dei giovani dell'epoca … (pura follia) eppure con enorme successo. L'amore<br />

per la radio non è mai archiviato ci saranno sorprese nel futuro… ancora oggi nel mio cuore vive il ricordo di bellissime esperienze ed io non posso<br />

fare altro che ringraziare tutti quelli che mi ricordano nei bui pomeriggi di club 101.<br />

FABIO CASTORI<br />

Radio Fermo uno - Radio Onda - Fermo<br />

Radio libera. Un concetto giurassico oggi considerato dai più benevoli<br />

vintage, ma allora era completamente rivoluzionario. Bastava avere un<br />

mixer, due piatti e un microfono. Alzavi i cursori, la magia si accendeva e<br />

la tua musica, le tue parole, da una cittadina qualsiasi, volavano<br />

nell’etere fino a Bologna, Firenze, Bari, persino dall’altra parte<br />

dell’Adriatico, in Jugoslavia, in Albania. Non c’erano limiti, perché,<br />

nonostante quell’utopica idea si stesse diffondendo a macchia d’olio,<br />

c’era spazio per tutti e non c’erano davvero confini. Forse allora, noi che<br />

siamo stati protagonisti di quell’avventura, non ci siamo resi conto che<br />

stavamo scrivendo una pagina di storia destinata a cambiare per sempre<br />

il mondo dei media e della comunicazione. A quei tempi ero il cucciolo di<br />

una nidiata di dj e di conduttori radiofonici che sarebbero diventati dei<br />

veri e propri miti. Poco più che adolescente, nel 1976, mi ero fatto le<br />

ossa nella radio dei rockettari, Radio Città Campagna. Appena un anno<br />

dopo era arrivata la chiamata della radio rivale, Radio Fermo Uno, per<br />

entrare a far parte degli speaker del programma cult della musica disco<br />

“Open Sesame”. Queste due emittenti erano state tra le prime radio<br />

libere italianee-sediuna, oggi, magari qualcuno non conosce neanche<br />

l’esistenza e della seconda si ha un’immagine totalmente diversa da<br />

quella della fine degli anni ’70 - erano due realtà avanguardistiche che<br />

dettavano legge e dispensavano prestigio a chiunque ne facesse parte.<br />

Forse, per la mia età, gli ormoni erano fin troppo presenti dentro di me e<br />

la mia voce profonda, anomala per un ragazzino, aveva attirato<br />

l’attenzione di quelli che allora erano i numeri uno. Così la mia parola<br />

d’ordine divenne: “ Rabbiusbiccofexendevermoscex”. Era un<br />

divertente scioglilingua inventato da uno degli ideatori di Open Sesame,<br />

il compianto Mario “Marvil” Rossetti. Era privo di senso logico, ma<br />

suonava divinamente. Un po’ come il “Prisencolinensinainciusol” di Celentano. Era stato coniato, mettendo insieme una serie di parole che preferisco<br />

non ripetere. Se Leopardo poteva essere paragonato al Maradona della radio, Marvil, purtroppo con fortune alterne, era quanto meno il Roberto<br />

Baggio della situazione: geniale, originale e coinvolgente. A me, a neanche tre mesi dalla sua scomparsa, piace ricordarlo così. Così come mi piace<br />

ricordare quando tutti insieme ci ritrovavamo in sala di registrazione per selezionare quelli che sarebbero stati i successi da suonare alla radio.<br />

Perché, strano ma vero, eravamo noi a scegliere - in base alla bellezza del brano - e non le major discografiche, non le multinazionali della musica,<br />

che hanno imposto nell’ultimo ventennio i dischi da passare alla radio. Forse citare una strofa scritta da Eugenio Finardi è fin troppo banale: ma<br />

quella radio era libera, ma libera veramente.

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