PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA REGIONE LAZIO - CAL

More documents

Recommendations

Info

41.2 STIMA DELLE APPARECCHIATURE E QUANTITATIVI DI PCB IN ESSI CONTENUTI .................................. 454 41.2.1 Veicoli a fine vita ................................................................................................................................. 454 41.2.2 Elettrodomestici ................................................................................................................................... 454 41.3 ULTERIORI AZIONI PER UNA CORRETTA GESTIONE ................................................................................. 454 42 PROPOSTA PER UN PROGRAMMA DEI CONTROLLI........................................................................ 455 42.1 DEFINIZIONE DEL PROGRAMMA DEI CONTROLLI .................................................................................... 455 42.2 IMPLEMENTAZIONE DEL PROGRAMMA DEI CONTROLLI ......................................................................... 456 PARTE OTTAVA – BONIFICA DEI SITI CONTAMINATI ............................................................................. 457 43 INTRODUZIONE ............................................................................................................................................. 457 44 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ............................................................................................ 458 45 STATO DI ATTUAZIONE NELLA REGIONE LAZIO ............................................................................ 460 46 ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE .................................................................................................. 460 47 PROGRAMMA DI INTERVENTI IN TEMA DI BONIFICHE DEI SITI INQUINATI ...................... 461 47.1 L’ANAGRAFE REGIONALE DELLE AREE INQUINATE ............................................................................... 462 47.2 LO STATO DI ATTUAZIONE DELLE LINEE GUIDA DI CUI ALLA D.G.R. N. 451/2008 ............................ 463 47.3 IMPLEMENTAZIONE DI UN SIT-GIS PER LA GESTIONE DELL’ANAGRAFE REGIONALE DEI SITI INQUINATI ................................................................................................................................................................. 463 ALLEGATI .................................................................................................................................................................. 465 - ALLEGATO I - IMPIANTI DI COMPETENZA REGIONALE IN AIA AI SENSI DEL D. LGS 59/2005 – DATI AGGIORNATI A GIUGNO 2010. ............................................................................................. 465 - ALLEGATO II - IMPIANTI DI COMPETENZA REGIONALE SOTTOPOSTI A PROCEDURA DI AUTORIZZAZIONE ORDINARIA AI SENSI DEL D. LGS 152/2006 – DATI AGGIORNATI A GIUGNO 2010. 481 - ALLEGATO III - AL CAPITOLO 24 ............................................................................................................ 492 INDICE DELLE TABELLE DELLA SEZIONE II ................................................................................................ 518 9
1 INTRODUZIONE In un contesto normativo, sociale ed economico nazionale ed europeo in rapida evoluzione, vi sono numerose motivazioni che impongono la necessità di formulare un nuovo Piano regionale dei rifiuti. Dall’emanazione del precedente Piano regionale del 2002, sono infatti intervenute numerose innovazioni normative, fra cui: - il decreto discariche (D.Lgs. 36/2003) che ha imposto il divieto dei rifiuti non trattati in discarica e la riduzione dei rifiuti biodegradabili, - il nuovo codice ambientale (D. Lgs. 152/06) che disciplina con maggiore dettaglio numerosi temi in materia di competenze, programmazione e regolazione della materia dei rifiuti, prima non chiariti dalla disciplina vigente (D. Lgs. 22/97), - le normative comunitarie ed il relativo recepimento nella legislazione nazionale avvenuto con D.Lgs. 205/2010. Nel contempo il mancato adempimento degli obblighi di legge è stato oggetto di opposizione della Commissione europea, a cui l’approvazione di questo Piano risponde. Anche i mutamenti economici e sociali determinano nuovi obblighi e l’esigenza di costruire nuovi percorsi. La crescente pressione ambientale derivante dalla crescita economica, impone la ricerca e l’adeguamento della strategia regionale in materia di produzione dei rifiuti, di efficienza e di recupero. I rifiuti nel Lazio devono diventare input di una catena di recupero. Marginale deve essere il loro smaltimento. Lo studio di soluzioni adeguate è comunque influenzato da un crescente ruolo attribuito al mercato per la gestione dei rifiuti per quanto concerne alcune fasi della filiera che sono lasciate all’autoregolazione del mercato e della relativa concorrenza. Il decreto ambientale, in linea con l’evoluzione e la tendenza comunitaria in materia di concessioni ed appalti, limita fortemente il ruolo delle Amministrazioni pubbliche. Permangono competenze di programmazione, che tuttavia assumono la caratteristica di orientamento o indirizzo, mentre minore è la forza coercitiva e prescrittiva del contenuto della programmazione stessa. Tale assunto è coerente con quanto espresso nell’osservazione formulata dall’autorità Garante per la Concorrenza e del Mercato del 15 luglio 2009, n.AS550, alla Regione Lazio, che recita “Nelle more dell’emanazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti, l’Autorità coglie pertanto l’occasione per evidenziare la necessità di superare gli effetti restrittivi della concorrenza prodotti dalle determinazioni commissariali in base alle quali non solo veniva individuato il numero di impianti di recupero presenti sul territorio, ma anche stabiliti i quantitativi di RSU da conferire agli impianti stessi. Tali variabili devono essere affidate al confronto competitivo tra gli operatori liberamente e legittimamente presenti sul mercato. L’Autorità auspica che i principi concorrenziali sopra formulati possano essere tenuti in considerazione in occasione dell’elaborazione del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, in modo che lo stesso non risulti ingiustificatamente discriminatorio nei confronti di operatori interessati a operare nel mercato del recupero dei rifiuti”. L’auspicio dell’Autorità garante, insieme a quanto ribadito dall’art. 181 c.5 nella recente riformulazione effettuata dal D.Lgs. 205/2010, in riferimento alla libera circolazione delle frazioni oggetto delle raccolte differenziate, pone il pianificatore nell’impossibilità di definire la destinazione dei flussi di rifiuti delle raccolte differenziate. Inoltre il Legislatore con DPR 168/2010 all’articolo 2, introduce nella gestione dei servizi pubblici locali un principio gerarchico che vede nella concorrenza nel mercato priorità rispetto alla concorrenza per il mercato, laddove si verifichino condizioni di monopolio naturale definendo che: “Gli enti locali verificano la realizzabilita' di una gestione concorrenziale dei servizi pubblici locali, limitando l'attribuzione di diritti di esclusiva, ove non diversamente previsto dalla legge, ai casi in cui, in base ad una analisi di mercato, la libera iniziativa economica privata non risulti idonea, secondo criteri di proporzionalita', sussidiarieta' orizzontale ed efficienza, a garantire un servizio rispondente ai bisogni della comunita', e liberalizzando in tutti gli altri casi le attivita' economiche compatibilmente con le caratteristiche di universalita' ed accessibilita' del servizio.” Questa soluzione pro mercato si scontra in parte con la realtà dei fatti. Il mercato, autonomamente, non sembra adeguato a realizzare tutti gli interventi necessari. Diminuiscono è vero le caratteristiche di monopolio naturale della configurazione industriale ottimale (per effetto dell’evoluzione tecnologica), ma tende ad aumentare l’importanza della giusta definizione del livello della domanda e delle esternalità. I beni pubblici e le esternalità negative sono del resto due fattispecie di fallimenti del mercato, per i quali l’economia del benessere invoca l’interevento pubblico. Il ruolo che la Regione Lazio intende perseguire nella pianificazione della gestioni dei rifiuti è quello di assicurare soluzioni ambientalmente compatibili, tecnologicamente efficienti, economicamente sostenibili e fondate sulla garanzia della legalità. 10
Page 1 and 2: PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA
Page 3 and 4: SEZIONE I - RIFIUTI URBANI
Page 5 and 6: 6 IL SISTEMA IMPIANTISTICO DI GESTI
Page 7 and 8: 10.4 LA PIANIFICAZIONE DEGLI IMPIAN
Page 9 and 10: 17.3.1 Impianti di trattamento mecc
Page 11: 32.1 DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE
Page 15 and 16: 2 Il contesto normativo 2.1 Il Pian
Page 17 and 18: n. 65 del 15 luglio 2003, con il pr
Page 19 and 20: agli Stati membri. La Direttiva 200
Page 21 and 22: - per i veicoli prodotti prima del
Page 23 and 24: degli imballaggi e dei rifiuti di i
Page 25 and 26: Tutte le imprese che utilizzano Pcb
Page 27 and 28: non differenziati provenienti dalla
Page 29 and 30: del mare può adottare appositi dec
Page 31 and 32: ) promuovere il reimpiego, il ricic
Page 33 and 34: Chiunque esercita l’attività di
Page 35 and 36: iciclaggio: - entro il 31 dicembre
Page 37 and 38: 3. Il piano regionale di gestione d
Page 39 and 40: - D.G.R. 18 aprile 2008, n. 239 rec
Page 41 and 42: 2.2.2 L’oggetto della pianificazi
Page 43 and 44: La Circolare del 30.06.2009 si pron
Page 45 and 46: 3.2 Le caratteristiche fisiche Il L
Page 47 and 48: Tabella 3.2.1. Zone protette per ti
Page 49 and 50: Figura 3.3-1. Densità abitativa Fo
Page 51 and 52: Tabella 3.3.6. Turisti: arrivi e pr
Page 53 and 54: Rieti Roma Viterbo 3.5 Le infrastru
Page 55 and 56: Figura 3.5-2 La rete ferroviaria Fi
Page 57 and 58: Tabella 3.5.3. Porti turistici nell
Page 59 and 60: La Tabella 4.2.1 evidenzia che quas
Page 61 and 62: La crescita della produzione dei ri
Page 63 and 64:
Stima della composizione media rifi
Page 65 and 66:
convivono utenze domestiche ed indu
Page 67 and 68:
20 01 36 apparecchiature elettriche
Page 69 and 70:
4.6 Modello di previsione di produz
Page 71 and 72:
Figura 4.6-2 Auto correlogramma del
Page 73 and 74:
Tabella 4.6.3. Statistica della reg
Page 75 and 76:
Figura 4.7-1. Rifiuti prodotti nell
Page 77 and 78:
Tabella 5.2.1. Tipologie di servizi
Page 79 and 80:
COMUNE ab. GESTORE ORGANICO CARTA E
Page 81 and 82:
COMUNE ab. GESTORE ORGANICO CARTA E
Page 83 and 84:
Da un punto di vista demografico, l
Page 85 and 86:
Tabella 6.2.1. Impianti di trattame
Page 87 and 88:
Descrizione Localizzazione Via Valc
Page 89 and 90:
Descrizione Localizzazione Comune P
Page 91 and 92:
Descrizione Scheda tecnica Impianto
Page 93 and 94:
Scheda tecnica impianto produzione
Page 95 and 96:
6.3 Impianti di compostaggio Il sis
Page 97 and 98:
6.4 Impianti di termovalorizzazione
Page 99 and 100:
Scheda tecnica Impianto di termoval
Page 101 and 102:
Scheda tecnica. Impianto di termova
Page 103 and 104:
Scheda tecnica Impianto di gassific
Page 105 and 106:
Page 107 and 108:
Scheda tecnica Discarica Cerreto -
Page 109 and 110:
Giorni/anno funzionamento effettivi
Page 111 and 112:
Page 113 and 114:
Page 115 and 116:
Page 117 and 118:
Note Scheda tecnica Discarica Malag
Page 119 and 120:
PARTE TERZA - IL CONTESTO ISTITUZIO
Page 121 and 122:
d) le modalità di funzionamento de
Page 123 and 124:
7.2.1 SubATO Frosinone Il SubATO di
Page 125 and 126:
La Provincia di Rieti ha una popola
Page 127 and 128:
Tabella 7.2.5. Comuni del Sub-ATO V
Page 129 and 130:
Tale classificazione è destinata a
Page 131 and 132:
impatti complessivi dell’uso dell
Page 133 and 134:
altro materiale; 2. promozione di p
Page 135 and 136:
8.4 Redazione di un piano d’azion
Page 137 and 138:
persistere nella promozione al cons
Page 139 and 140:
8.6.2 Prima stima delle quantità d
Page 141 and 142:
9 Strategie per l’incremento dell
Page 143 and 144:
Figura 9.2-1. Comuni per aree omoge
Page 145 and 146:
Viterbo Montefiascone A Viterbo Nep
Page 147 and 148:
Viterbo Capranica B Viterbo Cellere
Page 149 and 150:
Roma Filacciano C Roma Magliano rom
Page 151 and 152:
Tabella 9.2.7. Abitanti per ciascun
Page 153 and 154:
Nei comuni dell’area omogenea C,
Page 155 and 156:
Tabella 9.3.2. Elenco delle frazion
Page 157 and 158:
Tabella 9.3.3. Integrazione dell’
Page 159 and 160:
Tabella 9.5.2 bis. Rese di captazio
Page 161 and 162:
Tabella 9.5-7. Stima dei flussi di
Page 163 and 164:
Tabella 9.5-16. Quantitativi (t/ann
Page 165 and 166:
Nelle aree omogenee in cui si preve
Page 167 and 168:
pratica conferma come il risultato
Page 169 and 170:
I turisti sono il target group più
Page 171 and 172:
Partenza delle consegne Magazzino d
Page 173 and 174:
10 Analisi dei fabbisogni e stima d
Page 175 and 176:
10.2 L’impiantistica esistente Co
Page 177 and 178:
Tabella 10.2.5. Impianti localizzat
Page 179 and 180:
operazione di trattamento prelimina
Page 181 and 182:
successivi) come definite nella tab
Page 183 and 184:
Tabella 10.4.5. Compost ottenibile
Page 185 and 186:
Figura 10.5-2. Flussi SubATO Frosin
Page 187 and 188:
Figura 10.5-4 Flussi SubATO Latina.
Page 189 and 190:
Figura 10.5-6. Flussi SubATO Latina
Page 191 and 192:
Figura 10.5-8. Flussi SubATO Roma -
Page 193 and 194:
Figura 10.5-10. Flusso SubATO Rieti
Page 195 and 196:
Figura 10.5-12. Flussi SubATO Rieti
Page 197 and 198:
Figura 10.5-14. Flussi SubATO Viter
Page 199 and 200:
10.6 Schema di flusso ATO regionale
Page 201 and 202:
Figura 10.6-3. Flussi regionali. An
Page 203 and 204:
effettivamente funzionante e dedica
Page 205 and 206:
10.8 Schema di flusso ATO regionale
Page 207 and 208:
Figura 10.8-3.Scenario di controllo
Page 209 and 210:
dei rifiuti, sarà aumentata almeno
Page 211 and 212:
Tabella 11.2.5. Produzione di allum
Page 213 and 214:
Tabella 11.3.4. Convenzioni stipula
Page 215 and 216:
flussi in uscita diretti nel Nord I
Page 217 and 218:
PROV. RAGIONE SOCIALE COMUNE PIATTA
Page 219 and 220:
11.5 Criticità del sistema ed aspe
Page 221 and 222:
tipologie. Le maggiori contrazioni
Page 223 and 224:
precedente) - ai Comuni sia riconos
Page 225 and 226:
Tabella 11.5.3. Corrispettivi per l
Page 227 and 228:
Tabella 11.5.10. Corrispettivi per
Page 229 and 230:
Tabella 11.5.14. Corrispettivi aggi
Page 231 and 232:
al 30 %. Relativamente agli imballa
Page 233 and 234:
12 Impianti di compostaggio da racc
Page 235 and 236:
12.1 Norme di riferimento Il panora
Page 237 and 238:
La presenza dei fanghi nella matric
Page 239 and 240:
Figura 12.2-1. Schema generale di p
Page 241 and 242:
o avanzamento fino all’estremità
Page 243 and 244:
fertilizzanti di cui intende confer
Page 245 and 246:
- la definizione del costo di utili
Page 247 and 248:
Scelta delle BAT La scelta delle BA
Page 249 and 250:
- Carico dell’impianto con un car
Page 251 and 252:
controllo delle polveri e delle emi
Page 253 and 254:
che consiste nel produrre la reazio
Page 255 and 256:
ilevanti intrinseci al funzionament
Page 257 and 258:
Tabella 13.4.1. Rendimenti medi. Re
Page 259 and 260:
13.6 Tecniche alternative di tratta
Page 261 and 262:
14 Impianti di termovalorizzazione
Page 263 and 264:
Funzionamento in continuo anziché
Page 265 and 266:
Impiego di sistemi di coibentazione
Page 267 and 268:
Figura 14.2-3. Ricavi di gestione t
Page 269 and 270:
1999/31/CE relativa alle discariche
Page 271 and 272:
anni, siano coperti dal prezzo appl
Page 273 and 274:
15.1.4 Criteri costruttivi e gestio
Page 275 and 276:
Controllo delle acque e gestione de
Page 277 and 278:
E’ indispensabile un piano di man
Page 279 and 280:
- rifiuti che contengono sostanze c
Page 281 and 282:
Tabella 15.1.1. D.M. 27 settembre 2
Page 283 and 284:
- le condizioni di autorizzazione d
Page 285 and 286:
15.1.10 Piano di sorveglianza e con
Page 287 and 288:
conferimento da applicare a seguito
Page 289 and 290:
in esercizio. Come accennato, i cri
Page 291 and 292:
ASPETTI AMBIENTALI FATTORI ESCLUDEN
Page 293 and 294:
ASPETTI IDROGEOLOGICI E DI DIFESA D
Page 295 and 296:
ASPETTI TERRITORIALI FATTORI ESCLUD
Page 297 and 298:
ASPETTI TERRITORIALI FATTORI PREFER
Page 299 and 300:
Tipologia Discariche - caratteristi
Page 301 and 302:
Tipologia Termovalorizzatori-caratt
Page 303 and 304:
16.11 Ecocentri Per tale tipologia
Page 305 and 306:
Tabella 17.2.1. Costi di raccolta p
Page 307 and 308:
17.4 I costi di gestione dei rifiut
Page 309 and 310:
17.5 I costi di gestione dei rifiut
Page 311 and 312:
18 Riduzione del conferimento dei r
Page 313 and 314:
forma di calore attraverso termoval
Page 315 and 316:
maniera significativa sulla “geog
Page 317 and 318:
Programmi a valutazione e riesame a
Page 319 and 320:
Tabella 19.2.3. Tempi di realizzazi
Page 321 and 322:
ALLEGATI 1. ALLEGATO AL CAPITOLO 3
Page 323 and 324:
Codice Comune Comune Codice Comune
Page 325 and 326:
Codice Comune Comune Codice Comune
Page 327 and 328:
Tabella A2.3. Piano Provinciale di
Page 329 and 330:
3. ALLEGATO AL CAPITOLO 8 3.a Green
Page 331 and 332:
Figura A3. 1. Mappa del piano di co
Page 333 and 334:
3.f Stovigliame usa e getta La comp
Page 335 and 336:
Figura A3. 3. Destinazioni finali d
Page 337 and 338:
INDICE DELLE TABELLE DELLA SEZIONE
Page 339 and 340:
Tabella 9.2.7. Abitanti per ciascun
Page 341 and 342:
Tabella 11.3.3. Convenzioni stipula
Page 343 and 344:
Tabella 16.4.2. Fattori di attenzio
Page 345 and 346:
[33]. ANCI-CONAI, Accordo Quadro AN
Page 347 and 348:
PREMESSA La Sezione II di Piano con
Page 349 and 350:
21 Quadro normativo di riferimento
Page 351 and 352:
3. I piani regionali di gestione de
Page 353 and 354:
smaltimento dei rifiuti. […] 5. N
Page 355 and 356:
Piani provinciali 1. Entro novanta
Page 357 and 358:
L’art. 15 della Dir. 2008/98/CE d
Page 359 and 360:
ifiuti in ottemperanza al previgent
Page 361 and 362:
Tabella 22.1-2. Piano provinciale d
Page 363 and 364:
23 I dati utilizzati 23.1 Le fonti
Page 365 and 366:
REGIONE 1-9 addetti 10-19 addetti U
Page 367 and 368:
REGIONE 1-9 addetti 10-19 addetti U
Page 369 and 370:
RSP con attività ISTAT non determi
Page 371 and 372:
ATTIVITÀ ECONOMICHE Intermediazion
Page 373 and 374:
Nell’ultimo anno ufficiale, il 20
Page 375 and 376:
Cod. CER RS NP RS P RS Tot. 03 92.1
Page 377 and 378:
25.2 Dati di gestione a livello reg
Page 379 and 380:
Tabella 25.2-4. Gestione dei rifiut
Page 381 and 382:
25.2.1 Dettaglio della gestione per
Page 383 and 384:
Tabella 25.2-6. Riepilogo delle ope
Page 385 and 386:
destinati anche quantitativi deriva
Page 387 and 388:
Infine, il quadro dell’assetto im
Page 389 and 390:
26 Criteri di localizzazione 26.1 I
Page 391 and 392:
ASPETTI AMBIENTALI FATTORI GRADO DI
Page 393 and 394:
26.3 Aspetti idrogeologici e di dif
Page 395 and 396:
Tabella 26.4-1. Fattori escludenti
Page 397 and 398:
FATTORI PREFERENZIALI Accessibilit
Page 399 and 400:
Tipologia Idrogeologia Discariche -
Page 401 and 402:
Tipologia Aspetti strategico funzio
Page 403 and 404:
PARTE SESTA - LINEE GUIDA PER LA GE
Page 405 and 406:
L'ANCI, le Associazioni della Distr
Page 407 and 408:
) RAEE domestici storici, derivanti
Page 409 and 410:
A livello nazionale, l’ISPRA forn
Page 411 and 412:
Tabella 28.4-2. Quantitativi di RAE
Page 413 and 414:
Laboratori di Analisi: con il codic
Page 415 and 416:
30 Veicoli fuori uso 30.1 Riferimen
Page 417 and 418:
Gli estremi della ricevuta dell’a
Page 419 and 420:
così articolati: - tempi adeguamen
Page 421 and 422:
Fonte: Rapporto Rifiuti 2008, ISPRA
Page 423 and 424:
Pertanto, nella tabella successiva
Page 425 and 426:
sottoprodotti, possono essere utili
Page 427 and 428:
- prestazioni sostanzialmente confo
Page 429 and 430:
di amianto fino a 100 mg/kg potevan
Page 431 and 432:
CER 13 01 09* Oli minerali per circ
Page 433 and 434:
- Batterie ed accumulatori - Altri
Page 435 and 436:
Nei sacchi destinati al conferiment
Page 437 and 438:
34.3 Definizione e classificazione
Page 439 and 440:
dell’irrigazione a pioggia, sia p
Page 441 and 442:
- una sostanza riconosciuta come to
Page 443 and 444:
q) la descrizione delle modalità d
Page 445 and 446:
specifiche modalità di etichettatu
Page 447 and 448:
Qualsiasi apparecchio che contiene
Page 449 and 450:
40.2 Analisi dell’Inventario L’
Page 451 and 452:
Infatti, un gran numero di apparecc
Page 453 and 454:
- Anche se è da perseguire il prin
Page 455 and 456:
- evitare rischi di sversamenti di
Page 457 and 458:
41.2 Stima delle apparecchiature e
Page 459 and 460:
) Verranno valutati gli stati di co
Page 461 and 462:
Pertanto, assumendo a riferimento b
Page 463 and 464:
45 Stato di attuazione nella Region
Page 465 and 466:
contaminati sul territorio regional
Page 467 and 468:
previsto dal modello ex ANPA indica
Page 469 and 470:
Tabella A1 6. Impianti di competenz
Page 471 and 472:
N° COMUNE IMPIANTO 6 Frosinone LOC
Page 473 and 474:
N° COMUNE IMPIANTO 7 Morolo 8 Patr
Page 475 and 476:
N° COMUNE IMPIANTO 11 San Vittore
Page 477 and 478:
N° COMUNE LOCALITÀ IMPIANTO GESTI
Page 479 and 480:
N° COMUNE SEDE IMPIANTO 9 Collefer
Page 481 and 482:
N° COMUNE SEDE IMPIANTO 29 Tivoli
Page 483 and 484:
N° COMUNE SEDE IMPIANTO GESTIONE T
Page 485 and 486:
Tabella A2 1 Impianti di competenza
Page 487 and 488:
Page 489 and 490:
Page 491 and 492:
N° COMUNE SEDE IMP. GESTIONE TIP.
Page 493 and 494:
N° COMUNE SEDE IMP. GESTIONE TIP.
Page 495 and 496:
- ALLEGATO III - al Capitolo 24 IMP
Page 497 and 498:
IMPIANTI DI RECUPERO DITTA (DENOMIN
Page 499 and 500:
Page 501 and 502:
Page 503 and 504:
Page 505 and 506:
IMPIANTI IN PROCEDURA ORDINARIA COM
Page 507 and 508:
IMPIANTI IN PROCEDURA ORDINARIA COM
Page 509 and 510:
IMPIANTI IN PROCEDURA SEMPLIFICATA
Page 511 and 512:
COMUNE LOCALITÀ SEDE IMPIANTO Cani
Page 513 and 514:
COMUNE LOCALITÀ SEDE IMPIANTO Loc.
Page 515 and 516:
IMPIANTI IN PROCEDURA SEMPLIFICATA
Page 517 and 518:
COMUNE LOCALITÀ SEDE IMPIANTO Stra
Page 519 and 520:
COMUNE LOCALITÀ SEDE IMPIANTO Loc.
Page 521 and 522:
INDICE DELLE TABELLE DELLA SEZIONE
Page 523:
Tabella 22.2-2. Numero complessivo
show all

PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA REGIONE LAZIO - CAL

Create successful ePaper yourself

Delete template?

Save as template?