VERA... Anche Civita Castellana ha la sua - Campo de'fiori
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<strong>Campo</strong> de' fiori 92.qxp:1-52.qxd 05/06/12 09.36 Pagina 11<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 11<br />
Maternity blues<br />
C<strong>la</strong>ra, Eloisa, Rina e Vincenza sono detenute<br />
nell’unico ospedale psichiatrico giudiziario italiano<br />
specializzato in madri infanticide. Pur<br />
essendosi tutte macchiate dello stesso delitto,<br />
sono molto diverse tra loro. Accomunate, però,<br />
dal senso di colpa per un delitto che <strong>ha</strong> schiantato<br />
le rispettive esistenze …<br />
a cura di<br />
Catello Masullo<br />
IN CONCORSO ALLA 68. MOSTRA INTER-<br />
NAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA<br />
DI VENEZIA (2011) NELLA SEZIONE ‘CON-<br />
TROCAMPO ITALIANO’. FABRIZIO CATTANI<br />
HA RICEVUTO LA MENZIONE SPECIALE DEL PREMIO LINA<br />
MANGIACAPRE.<br />
Tratto dall’Opera letteraria “From Medea” di Grazia Verasani (Ed.<br />
Sironi) Scritto e diretto da Fabrizio Cattani. Ripropone ancora una<br />
volta Andrea Osvart come protagonista (ed ancora Pascal Zullino)<br />
come nel suo precedente, intrigante, “Il Rabdomante”. E questa<br />
volta coglie nel segno. Grazie anche al<strong>la</strong> enorme crescita nel<strong>la</strong> abilità<br />
attoriale del<strong>la</strong> Osvart, che non aveva convinto nel film precedente.<br />
Questo “Maternity Blues” è un film coraggioso, che affronta<br />
un tema di estrema delicatezza. Un vero tabù culturale. Si esce<br />
dal<strong>la</strong> ipocrisia sull’argomento, riconoscendo il fatto che le fantasie<br />
omicide sono provate da tutte le madri. Un film riuscito. Con molti,<br />
significativi, primi piani su occhi dolorosi e disperati. Bel<strong>la</strong> e virtuosistica<br />
<strong>la</strong> carrel<strong>la</strong>ta che passa circo<strong>la</strong>rmente su tutte le storie del film.<br />
Momenti di grande intensità. Come <strong>la</strong> canzone scritta da Eloisa per<br />
il figlio che <strong>ha</strong> ucciso. Veramente struggente. Confezione convincente.<br />
Interpretazioni sofferte e credibili. Da non perdere.<br />
Curiosità : allo stesso Festival di Venezia, negli stessi giorni, veniva<br />
proposto uno dei film più intensi di Cristina Comencini, “Quando <strong>la</strong><br />
Notte”, che affronta con analogo coraggio e sensibilità, lo stesso<br />
argomento.<br />
TITOLO : MATERNITY BLUES<br />
REGIA : Fabrizio Cattani<br />
INTERPRETI PRINCIPALI :<br />
Andrea Osvárt ... C<strong>la</strong>ra<br />
Monica Bar<strong>la</strong>deanu ... Eloisa<br />
Chiara Martegiani ... Rina<br />
Daniele Pecci ... Luigi<br />
Marina Pennafina ... Vincenza<br />
Elodie Treccani ... Giulia<br />
Pascal Zullino<br />
ORIGINE : ITALIA<br />
DISTRIBUZIONE : FANDANGO<br />
DURATA: 95’<br />
SOGGETTO : DRAMMATICO<br />
VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi) 7.5/8<br />
Legenda:<br />
CAPOLAVORO **** quattro stelle - equivalente in decimi: 10<br />
DA NON PERDERE *** tre stelle - equivalente in decimi: 8<br />
DISCRETO ** due stelle - equivalente in decimi: 6<br />
DA EVITARE * una stel<strong>la</strong> - equivalente in decimi: meno di 6<br />
FRASI DAL CINEMA<br />
“Tu credi in Dio?<br />
No!<br />
Peccato, farai il doppio del<strong>la</strong> fatica!”. (Marina Pennafina e Andrea Osvárt).<br />
“il ruolo di madre non mi si addiceva. Per il mondo siamo pazze. Mai nessuno che pensa<br />
che è da pazzi mettere al mondo qualcuno!”. (Monica Bar<strong>la</strong>deanu ad Andrea Osvárt).<br />
“Stavamo par<strong>la</strong>ndo di Ray C<strong>ha</strong>rles e <strong>la</strong> moglie. ma voi l’avete mai vista?<br />
No.<br />
Nemmeno lui!”. (Monica Bar<strong>la</strong>deanu e le altre).<br />
“Credo che Dio abbia un grande problema: non è riuscito a separare il bene dal male! Ed è per farci partecipi di questo suo problema<br />
che ci mette in queste sofferenze… Tu, Luigi, devi accettare che c’è del male dentro di noi, però possiamo cambiare, anche se<br />
siamo tanto fragili!”. (L’amico sacerdote e Daniele Pecci).<br />
“Come dicono gli inglesi : garbage in, garbage out!”. (Lo Chef Maurizio)<br />
“Faccio progressi, potrei uscire di qui prima di diventare rugosa, o con le tette mosce. O pessimiste, come dice Vincenza, cioè che<br />
guardano in giù!”. (Chiara Martegiani legge ad Andrea Osvart una lettera ad un amico di penna).<br />
“Tu credi in Dio, io no. L’unico giudice che ho è nel<strong>la</strong> mia testa. E, ti giuro, basta!”. (Andrea Osvárt a Marina Pennafina).<br />
“Mi sorprendo ancora di quanto possa essere coraggioso ed ostinato il cuore di una donna!”. (Voce fuori campo di Andrea Osvart,<br />
ad esergo finale)