VERA... Anche Civita Castellana ha la sua - Campo de'fiori
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<strong>Campo</strong> de' fiori 92.qxp:1-52.qxd 05/06/12 09.36 Pagina 13<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori 13<br />
in danze sotto il palco buona parte del<br />
pubblico intervenuto! Sono circa le 21.15<br />
quando scende il buio nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> che continua<br />
ad accogliere i ritardatari; le sagome<br />
dei componenti del<strong>la</strong> band si intravedono<br />
intente a disporsi sul<strong>la</strong> scena e,<br />
all’accensione delle luci di palco, il primo<br />
stupore: i musicisti, inizialmente in 4,<br />
sono vestiti in perfetta “mise” Tuareg. Al<strong>la</strong><br />
sinistra del palco, completamente avvolto<br />
da una toga bianca con il capo nascosto<br />
dal tagelmust, il tipico copricapo di cotone<br />
dei nomadi del deserto, con gli occhi che<br />
appena si intravedono dal<strong>la</strong> fessura tra il<br />
turbante e <strong>la</strong> sciarpa posta a protezione<br />
del<strong>la</strong> bocca, il percussionista è seduto e<br />
già intento a impartire, sul tamburo fermo<br />
tra le sue ginocchia, quel ritmo che sarà<br />
pressochè un fondo costante nel corso<br />
del<strong>la</strong> serata: una cadenza ipnotica e un<br />
suono profondo. Il concerto parte con un<br />
brano, “Amidinin”, tratto dall’Album<br />
“Amassokoul” del 2004: sul palco, oltre al<br />
citato percussionista anche due chitarristi<br />
e una corista anche lei in perfetto costume<br />
femminile Tuareg con un mantello che <strong>la</strong><br />
veste da capo a piedi e il volto scoperto,<br />
come da diversa usanza rispetto agli uomini<br />
Tuareg. Il chitarrista che sul fronte del<br />
palco canta ,<strong>ha</strong> un volto massiccio, folti<br />
baffi, <strong>la</strong> pelle scura, è avvolto in un<br />
pesante mantello verde, con un nero e<br />
piatto tagelmust sul capo, risultando possente<br />
così ammantato, suona e muove il<br />
suo corpo ondeggiando. Il concerto, artico<strong>la</strong>to<br />
su di una scaletta di una ventina di<br />
brani dai quali, però , sono esclusi quelli<br />
dell’ultimo cd “Tassili”, ad un certo punto<br />
si accende di entusiasmo dopo ripetute<br />
sollecitazioni del<strong>la</strong> cantante: alcune ragazze<br />
seguite da signore un po’ più attempate<br />
<strong>la</strong>sciano le loro poltroncine, si liberano<br />
di giacche e tacchi, imitando sotto il palco<br />
le movenze di braccia ,gambe e fianchi<br />
,dei musicisti come si fosse tutti ad una<br />
festa in un accampamento di tende Tuareg<br />
in pieno deserto e con gli, ormai, immancabili<br />
telefonini, videocamere, Ipad che<br />
“vo<strong>la</strong>no” alti sopra le nostre teste a<br />
riprendere il tutto. Chi volesse esser un<br />
superficiale osservatore, non esiterebbe a<br />
commentare che non si<br />
distingue un brano dall’altro<br />
…ma non è così ! La<br />
differenza è nelle rincorse<br />
e sovrapposizioni degli<br />
alterni intarsi dei tre chitarristi<br />
e nelle diverse<br />
armonizzazioni vocali dei<br />
membri del<strong>la</strong> tribù<br />
Tinariwen ,impreziositi da<br />
quei gridolini tremuli che<br />
ogni tanto vengono emessi<br />
dal<strong>la</strong> cantante e presenti in<br />
diverse composizioni del<br />
gruppo e proprio tipici<br />
del<strong>la</strong> musica dei Tuareg. Il<br />
coivolgimento è totale ed,<br />
ormai, anche coloro che<br />
mantenevano ancora <strong>la</strong><br />
compostezza nelle file<br />
retrostanti si sciolgono al<br />
caldo e graffiante “desert<br />
blues” e avanzano ispessendo<br />
<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> di sotto palco<br />
per <strong>la</strong> buona pace degli stewards<br />
di sa<strong>la</strong>. Alle 22,45<br />
dopo averci deliziato con<br />
un “tempo supplementare”<br />
di tre brani, di cui uno chitarra<br />
e voce eseguito in<br />
solitario da uno dei chitarristi<br />
e un altro con l’intervento<br />
di un ulteriore musicista<br />
salito sul palco per un<br />
unico pezzo dall’atmosfera<br />
rarefatta<br />
resa ancor più di<strong>la</strong>tata<br />
dal suono del<br />
f<strong>la</strong>uto traverso, <strong>la</strong><br />
carovana dei<br />
Tinariwen si avvia a<br />
<strong>la</strong>sciare definitivamente<br />
<strong>la</strong> scena<br />
godendosi una meritatissima<br />
“standing<br />
ovation”.<br />
GLI “UOMINI BLU”<br />
… CI HANNO FATTO<br />
NERI!<br />
Carlo Cattani©maggio<br />
2012