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CERAMICA TEVERE s.r.l. - Campo de'fiori

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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Lorenzo Picchetto, al Sax,<br />

Antonio Gelanga, alla tromba,<br />

Luigi Silveri “Giggiò”, alla<br />

fisarmonica, Fausto Sedan,<br />

alla fisarmonica ed infine Plinio<br />

Mei, alla batteria. Il gruppo<br />

dell’Orchestra Aurora, quindi<br />

ha avuto nel tempo un’alternanza<br />

di elementi che per<br />

numero era paragonabile<br />

all’imbattibile Orchestra radiofonica,<br />

poi televisiva Angelini,<br />

di Cinico Angelini. Nato nel<br />

primo dopoguerra, è intorno<br />

alla metà degli anni ’50 che il<br />

gruppo si fa conoscere e stimare<br />

in provincia. A Civita<br />

Castellana l’Aurora era regina e<br />

con lei si partecipava ai pomeriggi<br />

musicali, chiamati “The<br />

Danzanti”, o si organizzavano<br />

serate danzanti e veglioni, sia<br />

all’interno della Sala Cicuti, sia<br />

nel salone delle feste<br />

dell’Albergo Flaminio. Gli<br />

appuntamenti erano vari e le<br />

feste danzanti erano curate un<br />

po da tutti, si poteva partecipare<br />

al “Veglione dei Cacciatori”,<br />

a quello “Dei Signori” all’interno<br />

del Circolo d’Elite con sede nel<br />

palazzo Trocchi. Il “Veglione<br />

Rosso” organizzato dall’allora<br />

Partiti della Sinistra ; quello<br />

Comunista e quello Socialista,<br />

che si svolgeva all’interno del<br />

Palazzo Baroni, oggi Palazzo<br />

Montalto-Belei. Riguardo il<br />

Partito Comunista, questo si<br />

avvaleva anche dei vasti locali<br />

del circolo E.N.A.L. “Giovanni<br />

Amendola” avente la sede in<br />

Corso Bruno Buozzi nei locali<br />

oggi sede della Banca di Roma.<br />

Il paese dove si poteva ballare<br />

con l’Orchestra Aurora, fuori<br />

dalle mura cittadine era<br />

Vignanello. Le sedi: il cinema<br />

Cimino e la sala interna ed<br />

esterna nei locali - terrazza di<br />

Pietrò. Ogni domenica pomeriggio<br />

le coppie si formavano e<br />

crescevano a suon di Beguine,<br />

Fox Trot, Rumbe e Sambe. Non<br />

esistevano gli attuali “Balli di<br />

Gruppo” e l’Hully Gully era di là<br />

da venire, qualche lento era la<br />

gioia e delizia delle coppie presenti.<br />

Un altro appuntamento<br />

che vedeva l’Orchestra Aurora<br />

quale attrazione fissa, erano le<br />

feste di San Giovanni nel quartiere<br />

di Catamello, dove oltre ai<br />

nomi già fatti si potevano<br />

aggregare con l’orchestra<br />

anche elementi che facevano<br />

parte della Banda Cittadina,<br />

come Francesco Sacchetti, altro<br />

brillante clarinetto già avanti<br />

con l’età, e altri bravi strumentisti,<br />

la musica rendeva tutti<br />

giovani. C’è da dire che il gruppo<br />

che formava l’Orchestra<br />

Aurora era legato in ogni modo<br />

da una forte amicizia che continuava<br />

anche fuori dagli appuntamenti<br />

canonici, si potevano<br />

ascoltare divertiti nelle feste di<br />

“Villa Padella”, l’abitazione privata<br />

di Alfredo Cima in Via<br />

Rosselli, oggi via transitata ma,<br />

50 anni fa, vera periferia come<br />

l’intera zona di Catamello,<br />

oppure in Via Pistola dove esistevano<br />

degli orti e tra questi<br />

quello di proprietà di Giggiò,<br />

suocero di Giovanni Rossini. I<br />

componenti dell’orchestra<br />

Aurora non hanno mai mostrato<br />

pretesa di notorietà, a tutti<br />

bastava un piccolo introito,<br />

anche di natura mangereccia,<br />

visti i tempi di carestia che il<br />

dopoguerra regalava a profusione,<br />

e come ci si rimaneva<br />

male quando si andavano a<br />

fare “i servizi” e sul palco dei<br />

musicanti non arrivava ne<br />

materiale commestibile ne alcolici<br />

vari, visto che lo slogan ufficiale<br />

del gruppo era “ Dio ce ne<br />

scampi della sete dei musicanti”.<br />

L’orchestra Aurora è stata la<br />

colonna sonora di moltissime<br />

coppie ancora viventi, che<br />

attualmente hanno compiuto<br />

una bella manciata di anni,<br />

intorno la settantina. Ragazzi<br />

18enni allora che si raccomandavano<br />

agli strumentisti di eseguire<br />

molti lenti, perché…?<br />

Facile immaginarlo.<br />

Tempi andati, tempo che fu, ma<br />

una cosa è certa, le orchestre<br />

da ballo hanno sempre continuato<br />

ad essere uguali, senza<br />

mutare nel tempo e mantenendo<br />

sempre lo stesso potere di<br />

attrazione.<br />

NOTA<br />

* “mattara” - era così chiamata in dialetto<br />

la madia, il mobile che serviva alle<br />

nostre nonne per custodire l’impasto<br />

della farina e lievito per confezionare il<br />

pane e conservarne la base acida,<br />

appunto la pasta lievitata).<br />

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