CERAMICA TEVERE s.r.l. - Campo de'fiori
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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Il primato ad esempio di aver vinto, tra l’altro,<br />
ventitre titoli italiani consecutivi. Altro esempio,<br />
che avvalora ancor più la straordinaria bravura<br />
di questo super campione, è quello che nel<br />
1992, per la classe oltre 2500 e nel gruppo A,<br />
vince tutte le undici tappe da Biella a Madonna<br />
di Campiglio. Germano era un pilota ricco di<br />
temperamento ma anche dotato di molta tecnica.<br />
All’arrivo aveva spesso i calzini lacerati per la<br />
forza con cui azionava i pedali del freno e della<br />
frizione, ma era spesso anche sfinito per l’esatta<br />
applicazione delle strategie vincenti che<br />
usava in gara. Nella Mille Miglia di Monza, alla<br />
guida di una Beta Montecarlo Turbo, sotto una<br />
pioggia battente, schizza subito in testa e vince<br />
davanti a piloti come Patrese e Alboreto. Sui<br />
giornali dell’epoca veniva denominato “il drago”<br />
ed era frequente il paragone con il leggendario<br />
Nuvolari, tanto che alla fine delle gare, coperti<br />
ancora dalla tuta, venivano scambiati l’uno per<br />
l’altro. ...continua sul prossimo numero<br />
...continua da pag.6<br />
L’anno 1584 sancisce la consacrazione della<br />
festività di Sant’Anna; S. Gioacchino celebrato<br />
dapprima il 20 marzo dello stesso anno, si celebra<br />
nel nuovo calendario liturgico il 26 Luglio<br />
insieme a Sant’Anna. Uno scritto del II sec. traccia<br />
la storia di Sant’Anna, che dopo una lunga<br />
sterilità ottiene dal Signore la nascita di Maria.<br />
Da allora le trepidanti mamme in attesa del<br />
parto celebrano e invocano la protezione di<br />
Sant’Anna.<br />
Breve storia della religiosità<br />
di Civita Castellana<br />
Attraverso una lettura dei reperti archeologici e<br />
dalle testimonianze letterarie possiamo ricostruire<br />
la religiosità e la devozione dei nostri<br />
antenati sino all’era cristiana. Ricordiamo le bellissime<br />
decorazioni in terracotta dei templi urbani<br />
di Vignale e Scasato e suburbani, come Sassi<br />
e Celle. La loro bellezza ed imponenza, ancora<br />
visibile nei reperti esposti nel Museo romano di<br />
Villa Giulia è dimostrata dalla notevole espressività<br />
della statua frontonale raffigurante Apollo (<br />
fine IV – inizi III sec. a.C.) e di Giunone Curite,<br />
proveniente dal santuario di Minerva allo<br />
Scasato. Giunone somma divinità protettrice<br />
del popolus Falisco rimane oggetto di culto e<br />
divinazione anche dopo la fine del fiero popolo<br />
Falisco.<br />
I potenti Romani colonizzatori e vincitori, nel<br />
241 a.C. distruggono Falerii Veteres e trasferiscono<br />
i pochi superstiti in una nuova città,<br />
Falerii Novi. Come ricordare il loro passato, la<br />
loro identità e religione?. Con una solenne processione<br />
che da Falerii Novi attraverso un cammino<br />
di fede per la via Sacra, raggiunge il<br />
Tempio consacrato a Giunone Curite, edificato<br />
sin dal VI sec. a.C. in località Celle, lungo il<br />
corso del Rio Maggiore (sotto l’ospedale<br />
Andosilla). Una giovane sposa, originaria di<br />
Falerii Veteres porta il suo uomo, Ovidio, poeta<br />
latino del tempo di Ottaviano Augusto nei luoghi<br />
della sua infanzia ed il poeta, compose una<br />
coreografica descrizione negli AMORES III, 835”<br />
I Sacerdoti stavano preparando i sacri riti di<br />
Giunone con giuochi solenni e con bue locale.<br />
Fu gran premio alla mia permanenza ivi, benché<br />
sia scoscesa la via che vi conduce” della singolare<br />
e sentita processione per la Via Sacra. All’<br />
ubicazione stessa del Tempio di Giunone Curite<br />
si è giunti tramite questo scritto di Ovidio ed al<br />
ritrovamento fortuito di ex voto in un luogo<br />
sacro, dentro le gelide acque del “Fosso dei<br />
Cappuccini”. Una lapide in bronzo, ritrovata a<br />
Falerii Novi nel 1870, rappresenta la devozione<br />
di alcuni cuochi falisci “ A Giove, a Giunone, a<br />
Minerva i Falisci che si trovano in Sardegna offrirono<br />
in dono” ed un’altra rinvenuta presso Porta<br />
Giove, ci indica presumibilmente l’ubicazione del<br />
Tempio di Minerva, venerata dai discendenti dei<br />
Falisci. Nell’area di Falerii Novi nasce il messaggio<br />
evangelico. Il cristianesimo, col pesante tributo<br />
di sangue e fede dei primi martiri, lascia in<br />
quelle ancor possenti, quanto abbandonate<br />
mura, il sacrificio di due martiri del terzo secolo,<br />
Santi Gratiliano e Felicissima, probabili patroni<br />
della ricostruita Civita nell’Alto Medievo. Nella<br />
zona dei templi pagani sorsero le prime chiese<br />
rupestri tra cui quella di Sant’Anselmo e S.<br />
Ippolito, vicino al tempio dello Scasato. Intorno<br />
all’anno 1000 il Vescovo di Civita, Crescenziano,<br />
seguendo le orme e gli scavi dell’imperatore<br />
Ottone III, trova le spoglie dei martiri Marciano<br />
e suo figlio Giovanni presso la chiesa di S.<br />
Teodora a Rignano Flaminio. Con la traslazione<br />
delle reliquie a Civita Castellana, dapprima nella<br />
chiesa di S.Ippolito, si narra di episodi ed eventi<br />
prodigiosi ( acqua purissima che all’improvviso<br />
sgorga dall’immagine di S. Teodora - gigli che<br />
in pieno inverno fioriscono ed erba che rinverdisce<br />
). Tra i fedeli inizia il culto dei nuovi SS.<br />
Martiri. La volontà popolare, la devozione dei<br />
fedeli e per decisione del Vescovo Crescenziano,<br />
i Santi Marciano e Giovanni diventano i protettori<br />
di Civita Castellana.<br />
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