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Novembre - Ilmese.it

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Robert Bresson<br />

in una rassegna<br />

Si comincia il 26 novembre<br />

con “Perfidia” del 1944<br />

altre c<strong>it</strong>tà europee, fa sfondo al dramma<br />

degli emigrati. Il film è la storia di Demba<br />

e del fratello Yaro, immigrati senegalesi in<br />

Italia. Il 30/11 è in programma “L’arche<br />

du desert” (1997) dell’algerino Chouikh.<br />

Romeo e Giulietta nel deserto dell’Algeria.<br />

Amim e Myriam si amano, ma le loro famiglie<br />

sono in lotta. Quando la loro relazione<br />

viene scoperta, lo scontro è inev<strong>it</strong>abile e<br />

violento. Una metafora universale per denunciare<br />

l’orrore della violenza integralista.<br />

posizione confessando alle autor<strong>it</strong>à ecclesiastiche un’inesistente<br />

attiv<strong>it</strong>à stregonesca. Il 17/11 sono in programma<br />

il corto “Fame” (1991), che recupera le vecchie comiche<br />

del cinema muto, e il lungo “Segreti di Stato” (2003), in cui<br />

l’eccidio di Portella della Ginestra del 1947 viene ricostru<strong>it</strong>o<br />

attraverso carte d’archivio e testimonianze processuali<br />

nuove. Tre corti il 18/11: “Bambini di Buti” (1978), in cui<br />

un bimbo mette in scena il Conte Ugolino; “Il Cantamaggio”<br />

(1978), viaggio con Dario Fo nella tradizione dei “maggi”;<br />

“Medea – Il teatro del maggio di Buti” (1972), in cui il<br />

regista filma con rigore la performance di un “maggio”<br />

basato sul personaggio di Medea. La rassegna si conclude<br />

il 19/11 con la proiezione dei due corti “Il cartapestaio”<br />

(1979), sul laborioso processo creativo di un maestro di<br />

sculture papier mache, e “Puccini a Torre del Lago”, filmato<br />

d’epoca r<strong>it</strong>rovato, e il lungo “Puccini e la fanciulla” (2008),<br />

che ricostruisce una pagina drammatica che pervade la<br />

v<strong>it</strong>a e la musica del Maestro. Al termine delle proiezioni ci<br />

sarà l’incontro con Paolo Benvenuti.<br />

L’ 1/12 si vedrà “Mirka” (1999) dell’algerino<br />

Benhadj. In un villaggio di montagna,<br />

dove si vive semplicemente, la violenza e<br />

l’odio serpeggiano in ogni azione ed in ogni<br />

parola; è la triste ered<strong>it</strong>à di una sanguinosa<br />

guerra che anni prima sconvolse il paese.<br />

La calma apparente in cui vivono Kalsan<br />

ed Elena viene improvvisamente sconvolta<br />

dall’arrivo di Mirka, un trovatello alla ricerca<br />

della propria madre.<br />

Info: 059 236288<br />

In apertura alcune<br />

immagini dai film<br />

africani in rassegna alla<br />

Truffaut.<br />

Nel box a centro pagina<br />

un’immagine di Paolo<br />

Benvenuti.<br />

Nel box a destra:<br />

Robert Bresson, a cui è<br />

dedicata una rassegna<br />

che inizia il 26<br />

I temi maggiori dell’opera bressoniana<br />

(la ricerca d’amore e la delusione, l’orgoglio<br />

e la disperazione, l’intransigenza<br />

e l’irriducibil<strong>it</strong>à) sono rievocati nella<br />

personale “Cinema del trascendente”<br />

in onda alla sala Truffaut tra novembre<br />

e dicembre (8 t<strong>it</strong>oli in versione<br />

originale con sottot<strong>it</strong>oli <strong>it</strong>aliani) dedicata<br />

a un autore nutr<strong>it</strong>o di studi filosofici,<br />

non riconducibile ad alcuna scuola o<br />

movimento, appartato<br />

e dalla complessa<br />

genesi spir<strong>it</strong>uale.<br />

Di Robert Bresson<br />

(1907-1999) sono<br />

proposti in novembre<br />

3 t<strong>it</strong>oli. Il 26/11 si<br />

inizia con “Perfidia”<br />

(1944). Ispirato a Diderot,<br />

il film prende<br />

spunto da un intreccio<br />

mondano piuttosto<br />

cinico per farne uno<br />

studio di grande essenzial<strong>it</strong>à<br />

e di grande<br />

semplic<strong>it</strong>à sulla tragedia<br />

dell’amore, scegliendo<br />

di filmare solo<br />

i gesti e gli sguardi.<br />

Si prosegue il 2/12<br />

con “Diario di un curato di campagna”<br />

(1950). Da Bernanos, la storia di un<br />

giovane prete dell’Artois che, malgrado<br />

la buona volontà, colleziona insuccessi<br />

e viene isolato dai suoi parrocchiani<br />

ipocr<strong>it</strong>i e dai suoi superiori. Il 3/12 è<br />

la volta di “Un condannato a morte è<br />

fugg<strong>it</strong>o” (1956). Nel 1943 un uomo<br />

della Resistenza condannato a morte<br />

prepara minuziosamente la fuga dal<br />

carcere nazista di Lione. Seguiranno<br />

altri 5 t<strong>it</strong>oli: “Pickpocket”, “Il processo<br />

di Giovanna d’Arco”, “Au Hasard Balthazar”,<br />

“Mouchette”, “L’Argent”.<br />

Info: 059 236288<br />

cinema

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