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di MARInA leonardi<br />
Il 4 dicembre apre la nuova mostra della Civica<br />
la prima della nuova direzione Pierini che porta<br />
in Galleria opere di grandi artisti contemporanei<br />
come Kapoor, Anselmo, Plensa, Long, Attia…<br />
E per l’occasione riapre al pubblico la Palazzina<br />
Dopo le interessanti iniziative realizzate<br />
per il Festival Filosofia ora<br />
la Galleria Civica, guidata dal neo<br />
direttore Marco Pierini, alza il sipario sulla<br />
sua prima mostra che sarà inaugurata<br />
sabato 4 dicembre nelle due sedi della<br />
Palazzina dei Giardini, rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a alla c<strong>it</strong>tà<br />
dopo i lavori di restauro e a Palazzo Santa<br />
Margher<strong>it</strong>a. T<strong>it</strong>olo della mostra Lo spazio<br />
del sacro organizzata e coprodotta in<br />
tandem, come ormai d’ab<strong>it</strong>udine, dalla<br />
Galleria Civica e dalla Fondazione Cassa<br />
di Risparmio di Modena.<br />
Si tratta di una collettiva che presenta<br />
opere provenienti da ist<strong>it</strong>uzioni pubbliche<br />
e collezioni private <strong>it</strong>aliane e straniere, di<br />
alcuni fra gli artisti della scena contemporanea<br />
internazionale che hanno maggiormente<br />
riflettuto sul tema del sacro:<br />
Adel Abdessemed, Giovanni Anselmo,<br />
Kader Attia, Paolo Cavinato, Chen Zhen,<br />
V<strong>it</strong>torio Corsini, Josep Ginestar, Anish<br />
Kapoor, Richard Long, Roberto Paci<br />
Dalò, Jaume Plensa, Wael Shawky.<br />
Tra le opere in mostra ci piace segnalare<br />
Arizona Circle di Richard Long, che<br />
proviene dalla preziosa collezione privata<br />
di Giuseppe Panza, uno dei più sensibili<br />
raccogl<strong>it</strong>ori di arte contemporanea in<br />
Italia, scomparso purtroppo proprio di<br />
recente.<br />
Ma torniamo a Lo spazio del sacro, dove<br />
ogni opera occuperà in completa sol<strong>it</strong>udine<br />
un ambiente della Galleria, da una<br />
parte accentuando il rapporto diretto,<br />
esclusivo, intimo che ciascuna di esse<br />
instaura con lo spettatore, dall’altra amplificando<br />
la propria capac<strong>it</strong>à di entrare in<br />
relazione con gli spazi arch<strong>it</strong>ettonici.<br />
L’idea che sta alla base della mostra si<br />
riallaccia al pensiero di Mircea Eliade,<br />
grande intellettuale rumeno e storico<br />
delle religioni e cioè che il sacro, nell’arte<br />
contemporanea: “è divenuto irriconoscibile,<br />
si è camuffato in forme, propos<strong>it</strong>i e<br />
significati che sono apparentemente ‘profani’.<br />
Il sacro non è scontato, com’era per<br />
esempio nell’arte del Medioevo. Non si<br />
riconosce immediatamente e facilmente,<br />
perché non è più espresso attraverso il<br />
Sipario sullo Spazio<br />
Atelier d’autore<br />
Vis<strong>it</strong>a allo studio<br />
di Andrea Chiesi<br />
Marco Pierini quando arrivò<br />
a Modena l’aveva<br />
buttata lì come un’idea<br />
tra tante e invece le vis<strong>it</strong>e<br />
di gruppo agli atelier degli<br />
artisti hanno preso corpo<br />
davvero. E così, dopo<br />
Wainer Vaccari ora è Andrea<br />
Chiesi ad aprire le<br />
porte del suo laboratorio,<br />
il 10 novembre alle ore<br />
18. Nel corso della vis<strong>it</strong>a<br />
sarà proprio il<br />
direttore Pierini<br />
a guidare il<br />
pubblico introducendo<br />
i vis<strong>it</strong>atori<br />
ad una<br />
conversazione<br />
con l’artista.<br />
Che anche in<br />
questo caso è<br />
un personaggio<br />
già affermato<br />
nel mondo<br />
dell’arte internazionale. Andrea<br />
Chiesi è infatti tornato da<br />
poco nel suo<br />
studio dei Tre<br />
Olmi, a pochi<br />
chilometri da<br />
Modena, dopo<br />
una residenza<br />
di diversi mesi<br />
a Brooklyn. A<br />
New York il<br />
p<strong>it</strong>tore modenese<br />
ha tenuto<br />
nell’ultimo<br />
periodo diverse<br />
personali. Classe 1966,<br />
Chiesi si è da sub<strong>it</strong>o distinto<br />
per il suo impegno costante<br />
nell’arte e per il<br />
suo linguaggio particolare<br />
che si è evoluto restando<br />
fedele a sé stesso. Ora<br />
non possiamo che restare<br />
incantati di fronte alle<br />
linee essenziali delle sue<br />
archeologie industriali che<br />
nel 2008 hanno incantato<br />
anche la giuria del<br />
prestigioso premio Terna.<br />
Prenotazioni per la vis<strong>it</strong>a<br />
(gratu<strong>it</strong>a): tel. 059 203<br />
2919<br />
[08] - il mese novembre \2010