06.12.2014 Views

Anna Maria e Gianni Gallucci by Donna Impresa Magazine

Di madre in figlio: cambia la governance casi virtuosi di passaggio generazionale. Anna Maria e Gianni Gallucci cover by http://www.donnaimpresa.com È un momento particolarmente favorevole per il brand Gallucci, icona del Made in Italy da due generazioni. Sono passati infatti oltre cinquant’anni da quando i fratelli Mario e Giuseppe Gallucci aprirono la bottega artigiana destinata a diventare un’ icona dell’eleganza e della creatività italiana. Oggi è uno dei marchi più importanti nelle calzature da bambino, con prodotti distribuiti nei principali mercati del mondo con grande apprezzamento della loro qualità a conferma della validità della missione aziendale: produrre scarpe nel rispetto della più rigorosa tradizione italiana che rispondano alle esigenze di comfort e salute dei piedi dei bambini. Da due anni questo brand ha aperto la prima boutique monomarca in Via Borgospesso, 18 a Milano, nel cuore del quadrilatero della moda, e successivamente la seconda a San Benedetto del Tronto, nella centralissima Via Mario Curzi. Delle strategie del brand e dell’approccio all’innovazione ne abbiamo parlato con la Signora Anna Maria, cuore pulsante ai vertici della prestigiosa azienda. (...) intervista a cura di Carlo Del Turco _ scatti by Roberto Baldassarri Style Photo@reporter

Di madre in figlio: cambia la governance casi virtuosi di passaggio generazionale. Anna Maria e Gianni Gallucci cover by http://www.donnaimpresa.com
È un momento particolarmente favorevole per il brand Gallucci, icona del Made in Italy da due generazioni. Sono passati infatti oltre cinquant’anni da quando i fratelli Mario e Giuseppe Gallucci aprirono la bottega artigiana destinata a diventare un’ icona dell’eleganza e della creatività italiana. Oggi è uno dei marchi più importanti nelle calzature da bambino, con prodotti distribuiti nei principali mercati del mondo con grande apprezzamento della loro qualità a conferma della validità della missione aziendale: produrre scarpe nel rispetto della più rigorosa tradizione italiana che rispondano alle esigenze di comfort e salute dei piedi dei bambini. Da due anni questo brand ha aperto la prima boutique monomarca in Via Borgospesso, 18 a Milano, nel cuore del quadrilatero della moda, e successivamente la seconda a San Benedetto del Tronto, nella centralissima Via Mario Curzi. Delle strategie del brand e dell’approccio all’innovazione ne abbiamo parlato con la Signora Anna Maria, cuore pulsante ai vertici della prestigiosa azienda. (...)
intervista a cura di Carlo Del Turco _ scatti by Roberto Baldassarri Style Photo@reporter

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

MATRICARDI SpA<br />

Di<br />

WINTER/SPRING 2011-2012<br />

donna impresa magazine<br />

www.donnaimpresa.com<br />

progetti<br />

movimento<br />

questo luogo fatto di<br />

parole appartiene a tutte<br />

NOI<br />

DONNE<br />

speciale<br />

DOSSIER<br />

il cuore verde dell’Italia<br />

MODA<br />

www.matricardispa.com<br />

Proprietà editoriale e progetto grafico DONNA IMPRESA<br />

a Toronto con<br />

STEPHAN CARAS<br />

LUI<br />

SCARCHILLI<br />

Vittorio racconta Gassman<br />

JACK VITA BELLA<br />

becousethenight<br />

storia di copertina<br />

ANNA MARIA<br />

& GIANNI<br />

GALLUCCI


Di madre in figlio: cambia la governance<br />

casi virtuosi di passaggio generazionale<br />

<strong>Anna</strong> <strong>Maria</strong><br />

e <strong>Gianni</strong><br />

<strong>Gallucci</strong><br />

È un momento particolarmente favorevole per il brand <strong>Gallucci</strong>,<br />

icona del Made in Italy da due generazioni. Sono passati infatti oltre<br />

cinquant’anni da quando i fratelli Mario e Giuseppe <strong>Gallucci</strong><br />

aprirono la bottega artigiana destinata a diventare un’ icona<br />

dell’eleganza e della creatività italiana. Oggi è uno dei marchi più<br />

importanti nelle calzature da bambino, con prodotti distribuiti nei<br />

principali mercati del mondo con grande apprezzamento della loro<br />

qualità a conferma della validità della missione aziendale: produrre<br />

scarpe nel rispetto della più rigorosa tradizione italiana che<br />

rispondano alle esigenze di comfort e salute dei piedi dei bambini.<br />

Da due anni questo brand ha aperto la prima boutique monomarca in<br />

Via Borgospesso, 18 a Milano, nel cuore del quadrilatero della moda, e<br />

successivamente la seconda a San Benedetto del Tronto, nella<br />

centralissima Via Mario Curzi. Delle strategie del brand e<br />

dell’approccio all’innovazione ne abbiamo parlato con la Signora<br />

<strong>Anna</strong> <strong>Maria</strong>, cuore pulsante ai vertici della prestigiosa azienda.<br />

intervista a cura di Carlo Del Turco_ scatti <strong>by</strong> Roberto Baldassarri Style Photo@reporter<br />

Qualità assoluta e made in Italy sono dunque i cardini della<br />

vostra strategia. Cosa significa in concreto?<br />

Significa non solo non rinnegare la nostra storia, ma darle continuità;<br />

vuol dire aver rispetto per le proprie origini, nonché un forte senso di<br />

responsabilità nei confronti del territorio e di tutte le persone che<br />

lavorano direttamente o indirettamente per la nostra azienda. E’<br />

l’essere fedeli a questi valori. E’ per tutto questo che circa dieci anni<br />

fa, nel momento dei grandi cambiamenti, l’ inizio della<br />

globalizzazione, nel momento di fare la scelta della vita, abbiamo<br />

preso la decisione strategica di continuare a produrre tutti i nostri<br />

prodotti in Italia, a Monte Urano, nella nascente zona industriale dove<br />

abbiamo costruito il nuovo stabilimento concepito a regola d’arte per<br />

efficienza e grande comfort di tutti quelli che ci lavorano e passano la<br />

gran parte della loro vita! Oggi posso affermare che i nostri clienti e<br />

consumatori ci premiano perché si riconoscono in questa fedeltà,<br />

perché sono alla ricerca di un prodotto ben fatto, e vogliono<br />

conoscere la storia che c’è dietro ad ogni singolo bene acquistato,<br />

emozionarsi e condividere la passione delle mani che lo hanno<br />

disegnato e poi creato.<br />

Uno degli slogan che mi hanno maggiormente colpita è il<br />

seguente “il bene più grande … le nostre mani … hanno<br />

custodito i gesti più antichi, rinnovato le tradizioni più<br />

autentiche … protetto milioni di bambini". Si percepisce da<br />

queste parole la sensibilità al prodotto la manualità degli esperti<br />

artigiani che realizzano con cura e maestria diverse lavorazioni<br />

delicate che nessuna macchina al mondo può effettuare con lo<br />

stesso amore e dedizione.<br />

Più che uno slogan è una parte saliente della nostra strategia<br />

STORIA DI COPERTINA


aziendale ovvero: NON voler essere un’ industria che produce<br />

grandi quantità a scapito iperbolico della qualità ma restare una<br />

azienda di piccole/medie dimensioni che produce ogni singola<br />

scarpa con il massimo della qualità ed attenzione ai dettagli. Cioè<br />

continuare ad operare sempre nel rispetto delle proprie radici che<br />

sono quelle dell’arte manifatturiera tipica della nostra regione, le<br />

Marche, che da sempre detiene la leadership della qualità nel<br />

mondo. Se tutti i più grandi marchi hanno una loro base nelle<br />

Marche un motivo chiaro ci sarà? La maestria e il know-how dei<br />

nostri artigiani. La nostra azienda ha fatto tesoro di questo<br />

patrimonio fatto di valori radicati e competenze tecniche<br />

ineguagliabili facendoli diventare il punto cardine della nostra<br />

strategia: la produzione artigianale di alta qualità. Parlando di<br />

scarpe, nessuna macchina al mondo può fare il lavoro raffinato ed<br />

attento della mano dell’ uomo!<br />

Avete basato il vostro lavoro sull’eccellenza traendo spunto<br />

dalla tradizione, ma con forti capacità innovative, questo lo<br />

scatto di differenza. Come si concilia l’innovazione con la<br />

decennale tradizione artigianale che contraddistingue il<br />

marchio?<br />

Quando accennavo prima all’ efficienza del nostro nuovo<br />

stabilimento, la stessa includeva anche le scelte tecnologiche<br />

avanzate a livello produttivo fatte già a quel tempo per migliorare il<br />

taglio delle pelli di prima scelta utilizzate nelle nostre produzioni. La<br />

tecnologia è diventata parte integrante del nostro vivere quotidiano,<br />

ma ne facciamo sapiente uso: ovvero non la poniamo al centro della<br />

strategia ma la utilizziamo con attenzione, per migliorare l’ efficienza<br />

produttiva e far sì che il prodotto conservi inalterata la sua forte<br />

valenza artigianale. Reputo che la tecnologia sia fondamentale<br />

invece per sviluppare e rafforzare le relazioni con i nostri clienti e<br />

consumatori. Stiamo investendo in punti di contatto diversificati con i<br />

clienti traendo vantaggio dai progressi della tecnologia digitale.<br />

Signora <strong>Anna</strong> <strong>Maria</strong>, al di là dei più o meno manifesti desideri di<br />

affermazione professionale di una donna, vi è sempre un<br />

successo al quale essa non vuole, in nessun caso, rinunciare<br />

quando è mamma: quello di poter gioire dell’amore dimostratole<br />

dai figli attraverso una moltitudine di gesti, non ultimo quello di<br />

non sottrarsi, una volta grandi, alle responsabilità di custodire<br />

gelosamente tutto ciò che i genitori hanno costruito<br />

faticosamente fino a quel momento. Il passaggio generazionale<br />

è uno dei momenti più significativi nella storia di un’azienda e<br />

soprattutto quando esso avviene in modo responsabile e non<br />

traumatico, come in questo specifico caso, vale davvero la pena<br />

di raccontarlo…<br />

Si. E’ proprio così! Ho vissuto un’ intera vita ad intraprendere avendo<br />

dei figli da crescere ho dovuto saper gestire il tempo da dedicare a<br />

lavoro e famiglia, con fatica ma grande costanza, pensando all’<br />

azienda quando ero a casa e viceversa,tenendo sempre conto delle<br />

esigenze della famiglia e quelle lavorative, cercando di ricordarsi<br />

sempre tutto,ecc. Realizzare poi che i tuoi figli ormai cresciuti, ti<br />

dimostrano quanto tu sia ancora importante per loro, che si<br />

interessano, suggeriscono,ascoltano con pacatezza, si fanno ben<br />

volere da tutti e sono rispettosi verso gli altri: significa che sono sulla<br />

buona strada per iniziare il percorso del passaggio generazionale.La<br />

strada sarà comunque lunga e faticosa, anche perché, il percorso<br />

deve iniziare dalla “gavetta”. E' necessario conoscere tutti i


fondamentali di un prodotto tecnico e complicato come le calzature: dai sistemi<br />

costruttivi ai materiali;dalla preparazione delle commesse ai cicli produttivi; dai<br />

segreti degli acquisti al controllo di gestione; dal marketing alla vendita, e così<br />

via! Il solo pensiero che questo sarà il progetto per il futuro prossimo mi rende<br />

felice ed orgogliosa! Felice perchè tutti i sacrifici e gli sforzi fatti in tutti questi<br />

anni non sono stati vani; orgogliosa di aver cresciuto dei figli che ci stanno<br />

ripagando con tanto amore.<br />

Innovazione, ricerca, sviluppo, sostenibilità<br />

e... amore: questi i gap di vantaggio di<br />

un'azienda il cui passaggio generazionale,<br />

non è stato elemento di criticità, bensì<br />

salto di qualità soprattutto dimensionale.<br />

<strong>Gianni</strong> e Andrea<br />

<strong>Gallucci</strong><br />

un passaggio di consegne di<br />

successo ...<br />

<strong>Gianni</strong>: qual’ è il ruolo dei canali digitali nella vostra strategia di<br />

marketing e comunicazione, e quali gli obiettivi futuri?<br />

Non si può non cogliere le opportunità regalate dalla rete… la società<br />

contemporanea lo impone; ed è sulla base di queste certezze che anche noi<br />

negli ultimi anni abbiamo avviato diverse iniziative di Marketing sui new media,<br />

quali social network ed applicazioni per mobili. I canali digitali,la multicanalità e<br />

le nuove tecnologie costituiscono un’opportunità senza precedenti, per<br />

conoscere meglio i nostri clienti e farci conoscere sempre più dai nostri<br />

consumatori. Molte iniziative già realizzate o comunque in fase di studio sono<br />

rivolte a raccogliere e ad analizzare le informazioni e i desideri dei nostri clienti<br />

in tutte le possibili occasioni di contatto: vendite registrate dal sistema di CrM<br />

distribuito in tutti i negozi, assistenza post vendita, risposta alle campagne di<br />

marketing, social network. Le nuove tecnologie permettono infine di agevolare<br />

il personale dei negozi fornendogli immediatamente, attraverso dispositivi<br />

mobili, informazioni aggiuntive sia sulle caratteristiche dei prodotti che sulle<br />

preferenze dei clienti sempre nell’ottica di rendere migliore la shopping<br />

experience del cliente.<br />

<strong>Gallucci</strong> si distingue per l’attenzione alle tematiche di tutela ambientale e<br />

di etica del lavoro. Quali, le iniziative messe in campo?<br />

I temi della responsabilità sociale e della sostenibilità sono stati da sempre al<br />

centro delle nostre attenzioni. E' sbagliato considerarli dei freni al business,<br />

bensì, al contrario, proprio attraverso un maggior controllo, un’ attenta<br />

regolamentazione e trasparenza è possibile cogliere opportunità di sviluppo,<br />

salvaguardare il know-how e aumentare l’efficienza nonché l’efficacia nella<br />

filiera produttiva. La nostra esperienza è iniziata negli anni ‘80 con un<br />

processo volontario orientato alla responsabilità sociale ovvero al pieno<br />

rispetto dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori all’interno della nostra<br />

organizzazione, con pericolare attenzione alle politiche di salvaguardia del<br />

territorio; attualmente è in corso un progetto molto importante che io con<br />

orgoglio sto portando avanti nel quale si pone l'attenzione sulla riduzione delle<br />

emissioni di C02, utilizzo di energie alternative, riutilizzo dei materiali di scarto<br />

e riciclo, è per questo che è organizzato un sistema di raccolta differenziata<br />

lungo tutta la filiera produttiva.Posso dire che sono in molti ad apprezzare la<br />

nostra filosofia e ciò è gratificante, ma lo è ancor di più vedere i risultati<br />

sorprendenti che stiamo ottenendo ogni giorno.


siamo vicini alla natura, siamo vicini al nostro futuro e<br />

al futuro dei nostri bambini<br />

La Natura ha bisogno di attenzioni, è necessario il nostro sforzo per condividere con i consumatori le<br />

iniziative da noi intraprese. Vogliamo dare ai consumatori l’opportunità di capire e imparare di più da ciò<br />

che <strong>Gallucci</strong> sta facendo per aiutare a salvaguardare l’ambiente, ma vogliamo anche supportarli a fare<br />

azioni in favore dell’ambiente.<br />

GALLUCCI_MONTEURANO_ITALY


GALLUCCI E L'AMBIENTE<br />

Per determinare il nostro impatto ambientale, noi consideriamo l’intero ciclo di vita<br />

dei nostri prodotti, analizziamo il ciclo di vita prendendo in considerazione tutte le<br />

emissioni associate ai nostri prodotti. Ciò include la reperibilità e la lavorazione<br />

delle materie prime, la produzione, l’imballaggio, il trasporto, l’uso del prodotto e il<br />

suo smaltimento. È da tenere anche in considerazione che tutte le nostre scarpe<br />

sono realizzate interamente in Italia, e tutto il processo di produzione si svolge<br />

all’interno dello stabilimento <strong>Gallucci</strong> in modo da ridurre al minimo le emissioni<br />

determinate dai trasporti di trasferimento delle merci in fase di lavorazione,<br />

riducendo così le nostre emissioni di Co2.<br />

FABBRICAZIONE<br />

Uso dei materiali<br />

Da diversi anni i designer e tecnici <strong>Gallucci</strong> sono all'avanguardia nello sviluppo di<br />

prodotti più attenti alla durabilità, al comfort e morbidezza. Man mano che i nostri<br />

prodotti si perfezionano, diminuiscono la quantità di materiali usati per produrli e la<br />

generazione di emissioni di CO2. Ad esempio, la linea Goodyear ha una<br />

robustezza non indifferente ma allo stesso tempo grande morbidezza e flessibilità,<br />

eppure è stata progettata per utilizzare una bassissima percentuale di collanti.<br />

ELIMINAZIONE DELLE SOSTANZE<br />

TOSSICHE<br />

Costruire prodotti ecocompatibili significa anche valutare attentamente l'impatto<br />

ambientale dei materiali usati per la loro creazione. Dal pellame, ai fondi e<br />

accessori presenti nei nostri prodotti fino alla carta e all'inchiostro degli imballaggi, il<br />

nostro obiettivo è restare in prima linea sul fronte della riduzione o eliminazione<br />

delle sostanze nocive. Oggi la più grande sfida ambientale per le aziende del<br />

nostro settore è la presenza nei prodotti di sostanze nocive, stiamo collaborando<br />

con i nostri partner nella fabbricazione per eliminare tali sostanze dai nostri prodotti.<br />

PRODUZIONE RESPONSABILE<br />

<strong>Gallucci</strong> si impegna a garantire la sicurezza delle condizioni di lavoro nei propri<br />

stabilimenti, che i dipendenti siano trattati con dignità e rispetto e che i processi di<br />

fabbricazione siano rispettosi dell'ambiente. Salvaguarda i posti di lavoro italiani.<br />

SMART PACKAGING<br />

Confezioni costruite anche con materiali riciclati e collanti naturali sono un gran<br />

vantaggio per il pianeta. La carta e il cartone utilizzati sono riciclati o provengono<br />

da foreste gestite responsabilmente. Può sembrare un piccolo cambiamento, ma<br />

ha un grande impatto positivo sul nostro ambiente.<br />

GALLUCCI s.r.l._Viale I° Maggio, 53_63015 Monte Urano (Fm) www.galluccishoes.it<br />

T. +39 0734 847174 _ F. +39 0734 847121_ mail: info@galluccishoes.it


PREDILIGERE IL SENTIERO DELLA GREEN ECONOMY<br />

SIGNIFICA NON SOLTANTO MIGLIORARE LA QUALITÀ<br />

DEI PRODOTTI, MA ANCHE CONQUISTARE UN POSTO<br />

DI RILIEVO NEL MERCATO INTERNAZIONALE, NON IN<br />

ULTIMO CREARE OCCUPAZIONE.<br />

,<br />

Il cuore<br />

verde<br />

www.donnaimpresa.com 15<br />

che unisce<br />

l’Italia<br />

Sta attraversando tutti i settori dell’economia<br />

italiana, creando innovazione e possibilità di<br />

sviluppo. Si tratta della green economy,<br />

conosciuta anche come “economia<br />

ecosostenibile, la quale, secondo il rapporto<br />

GreenItaly 2011, presentato il 14 Novembre a<br />

Milano, potrebbe fornire un’importante chiave di<br />

risoluzione della crisi economica.


Un terzo delle imprese che investono in tecnologie green possono vantare una presenza sui mercati esteri quasi doppia rispetto a quella<br />

rilevata per le imprese che non puntano sulla sostenibilità ambientale. Anche per quanto riguarda l’occupazione essa sembra fruire di una<br />

marcia in più, tanto che nel 2011 il 38% delle assunzioni programmate dalle imprese è riconducibile all’eco-sostenibilità. Un fenomeno rilevante<br />

dunque, che attraversa la penisola in maniera trasversale, senza grandi differenze tra le Regioni del nord e quelle del sud, e che vuole proporsi<br />

come una delle strade principali per rilanciare l’economia italiana, puntando su qualità, innovazione e rispetto dell’ambiente. Da quanto si<br />

evince dal rapporto GreenItaly 2011, sembra che in Italia “economia verde” significhi più riorganizzazione in chiave ecosostenibile dei comparti<br />

tradizionali dell’industria che sviluppo dei comparti propriamente ambientali (fonti rinnovabili, riciclo dei rifiuti ed altri). Ma la green economy è<br />

anche una maniera straordinaria per rivitalizzare l’insieme del Made in Italy, dall’agricoltura ai settori più tradizionali, con una maggiore<br />

attenzione all’innovazione, all’ambiente e alla qualità. che è molto legata al tema del territorio, delle comunità, della coesione sociale. Chi in<br />

passato, o magari anche ora, ha pensato che l’Italia potesse essere competitiva indebolendo i diritti o favorendo licenziamenti più facili o<br />

addirittura sottopagando i lavoratori, era diretto su una strada sbagliata. Su quel terreno non possiamo che perdere rispetto a quei paesi<br />

emergenti che sono maggiormente competitivi di noi. L’Italia vince quando, facendo sistema, scommette sulle cose che la rendono unica.<br />

Diceva Carlo <strong>Maria</strong> Cipolla “ La missione dell’Italia è produrre all’ombra dei campanili cose che piacciono al mondo” a rammentare che l’Italia è<br />

rimasta forte perché si è prodotta una spinta verso la qualità, che è figlia di politiche ambientali. Questo discorso può valere in tantissimi settori,<br />

come quello del vino o della ceramica. Questa specie di “green economy in salsa italiana” diventa una chiave per ragionare sull’economia del<br />

futuro. Abbiamo bisogno di un’idea ambiziosa dell’Italia, che consenta di dare speranza e fiducia agli imprenditori, ai giovani, a coloro che<br />

devono poi cimentarsi con un altro tipo di economia e purtroppo invece, troppe volte la politica e l’economia ufficiale non sono state capaci di<br />

dare questa visione a lungo termine. Seneca diceva " Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare”.<br />

Il concetto di sviluppo<br />

sostenibile<br />

Il concetto di “sostenibilità” assume nel corso degli ultimi venti anni una crescente importanza nel panorama internazionale, ispirando una<br />

molteplicità di orientamenti politici all’interno dei diversi Paesi, a cui sottostanno concetti complessi e insoliti quali quello di “equità intergenerazionale”<br />

o idee più semplici e consolidate di assistenza sociale e/o salvaguardia dell’ambiente. Il principio di sviluppo sostenibile, sorto<br />

negli anni ’50 in seguito alla sempre crescente drammaticità dei problemi di deterioramento ambientale, si colloca oggi in un contesto che non è<br />

(più) prettamente ambientale, ma presuppone un quadro di riferimento più ampio ed organico. In esso convergono linee evolutive di diversa<br />

natura – politica, istituzionale, culturale, scientifica – maturate in ambito internazionale e nei singoli paesi, all’interno delle istituzioni e nei<br />

movimenti di opinione, in un intreccio tra scala globale e scala locale che rappresenta un elemento strutturale dei nuovi scenari e di un<br />

rinnovato approccio. L’ idea di sviluppo sostenibile rappresenta pertanto una formula sintetica che può essere utilizzata in differenti contesti per<br />

comunicare diversi contenuti, cui sottostanno diversi approcci, esegesi politiche e strumenti di analisi. La definizione più conosciuta, e sulla<br />

quale esiste maggiore consenso, di sviluppo sostenibile è quella proposta dal Rapporto Brundtland: "uno sviluppo che soddisfi i bisogni del<br />

presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni". Molto più importante della definizione,<br />

comunque, e quant’anche più intricata, è l’individuazione delle condizioni, dei parametri e dei vincoli che in concreto devono essere considerati<br />

nell’accertare la “sostenibilità” di un qualsivoglia sistema sottoposto ad analisi, così come alquanto complessa, ma altrettanto importante risulta<br />

l’identificazione dei limiti del sistema medesimo. Argomenti quali “equità inter-generazionale o intra-generazionale” e “sostituibilità delle risorse”,<br />

che sono di fondamentale importanza nel quadro teorico dello sviluppo sostenibile, acquisiscono un significato differente in relazione al<br />

contesto in cui sono adottati e devono poter trovare un’adeguata trasposizione nelle politiche concrete attraverso cui la sostenibilità è<br />

perseguita. Al fine di verificare l’attuale capacità dell’ambiente naturale di far fronte alle attività umane (funzione “sorgente”) possiamo<br />

analizzare alcuni dati sulla disponibilità e sui trend di consumo di alcune risorse basilari (ad esempio l’energia) in differenti aree del pianeta. Va<br />

da se pensare che non è pertanto razionalmente propugnabile l’idea di poter mantenere uno sviluppo (inteso come crescita) nel tempo senza<br />

tener conto di quelli che sono i limiti del pianeta, sia come fonte di risorse in lento (forse) ma progressivo esaurimento che in qualità ricettore dei<br />

residui nocivi delle attività antropiche. In un quadro di analisi così stabilito, scaturisce la necessità, avendo appurato l’esistenza di effetti negativi<br />

delle diverse attività antropiche sulle “funzioni ambientali”, di adoperare vincoli e/o incentivi all’utilizzo di determinate risorse e di incorporare<br />

codesti vincoli in tutte le strutture sociali attraverso cui vengono condotte tali attività (governi, mercati, aziende, agenzie di regolazione, ecc.),<br />

per correggere la distribuzione di rischi e costi sia a livello spaziale (entro la medesima generazione) quanto a livello temporale (tra generazioni<br />

successive). Le conseguenti modalità attraverso cui operare al fine di mantenere intatte le capacità del pianeta di soddisfare i bisogni umani<br />

possono quindi essere ricondotte essenzialmente a due: un restringimento degli effetti dannosi delle attività umane, conseguita attraverso<br />

strumenti di politica ambientale ed attraverso l’innovazione (sostituzione di risorse non rinnovabili con risorse rinnovabili, innovazione nell’uso<br />

delle tecnologie ed innovazione nell’utilizzo del territorio); una graduale modifica della struttura del sistema economico, mirata alla<br />

dematerializzazione e all’espansione dei settori a basso consumo di risorse. Lo sviluppo sostenibile così come lo abbiamo qui di seguito inteso,<br />

si basa pertanto in maniera sostanziale sulle capacità delle diverse istituzioni di sviluppare strategie, innovazioni e servizi volti a salvaguardare<br />

il capitale naturale e ad perfezionarlo con le altre forme di capitale (artificiale, umano, culturale, sociale) che entrano nel processo di sviluppo in<br />

modo che emergano le evidenti complementarietà e le interrelazioni esistenti tra tutti questi patrimoni disponibili. Molteplici tentativi sono stati<br />

condotti nel decennio passato per incorporare il concetto di sostenibilità nell’impostazione e nella pianificazione politica, sia a livello<br />

internazionale che all’interno dei singoli Paesi. Gli sforzi compiuti, pur tuttavia, non hanno portato ai risultati sperati, forse anche perché sono<br />

stati spesso fondati su criteri d’azione alquanto vaghi. Il primo piano d’azione formale in tema di sviluppo sostenibile risale alla Conferenza di<br />

Rio, tenutasi nel Giugno 1992. La Dichiarazione di Rio approfondisce, in effetti per la prima volta in un contesto istituzionale globale (Nazioni<br />

Unite), le problematiche concernenti lo sviluppo sostenibile. Successivamente si assiste, quantomeno all’interno delle due principali macro aree<br />

del mondo occidentale (Stati Uniti ed Unione Europea) ad una progressivo inserimento del concetto di sviluppo sostenibile tra i principi ispiratori<br />

degli indirizzi politici generali. Benché con differenze per nulla trascurabili nell’impostazione, nel corso dell’ultimo decennio il principio di<br />

sviluppo sostenibile inizia inoltre, in queste due aree del mondo, ad individuare piani ed azioni all’interno di quei settori che sono da sempre<br />

ritenuti più legati al tema della sostenibilità (energia, trasporti, agricoltura). Le politiche per lo sviluppo sostenibile conferiscono quindi<br />

inizialmente un nuovo assetto alle tradizionali politiche ambientali, coerente con la necessità di considerare le questioni prioritarie nel loro<br />

complesso. Per quanto riguarda l’Unione Europea ciò che sembra emergere dal lavoro condotto finora a livello comunitario ed all’interno degli<br />

Stati Membri sono linee comuni sull’approccio da seguire per assestare una politica di lungo periodo sullo sviluppo sostenibile. Queste linee<br />

prevedono il coordinamento “orizzontale” tra diversi ministri per la concezione di un quadro d’azione integrato, la definizione di orizzonti di<br />

riferimento stabili e di sistemi di verifica chiari che costituiscano un caposaldo per le decisioni da adottare negli anni a seguire, la partecipazione<br />

attiva (e non solo in consultazione) di tutte le parti in causa (che si può ottenere solo trasponendo i piani generali in piani a livello locale).<br />

La sostenibilità, concettualmente definita ad un livello molto aggregato, tipicamente globale, viene sempre più declinata in modo da prendere in<br />

considerazione i diversi livelli politico/amministrativi (ed in particolare il livello locale) al fine di adottare condotte efficaci che possano orientare<br />

concretamente le prassi operative. In Italia, benché le politiche in materia ambientale siano state adottate con un certo ritardo rispetto ad altri<br />

Paesi Europei, la risposta all’invito delle Nazioni Unite (UNCED) in tema di sviluppo sostenibile è piuttosto rapida tanto che alla fine del 1993,<br />

viene predisposto il Piano Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile in Attuazione dell’ Agenda 21. Tale piano ovvio si ispiri alle linee guida<br />

dell’Unione Europea, che si trovano nel V Programma d’Azione Ambientale. In tale piano, se da un alto non sono presenti né dissertazioni<br />

relative ai criteri ed alle condizioni per il raggiungimento della sostenibilità né una strategia in riferimento a obiettivi specifici di sostenibilità,<br />

dall’altro comincia però ad essere posta in evidenza l’urgenza di integrare le considerazioni di carattere ambientale nelle differenti politiche<br />

settoriali (industria, trasporti, energia, agricoltura, turismo) così come la necessità di inserire nell’analisi politica i costi e benefici ambientali, sia<br />

a livello privato (produttori/consumatori) che a livello pubblico (contabilità nazionale). Un significativo passaggio in relazione a programmi e<br />

politiche ufficiali per lo sviluppo sostenibile e per l'Agenda 21 da parte del Ministero dell'Ambiente, sembra compiersi nel maggio del 1998 con<br />

l'approvazione del Nuovo Programma per la Protezione dell'Ambiente il quale prevede, tra i vari settori d’intervento, uno relativo agli strumenti<br />

per lo sviluppo sostenibile. Più di recente, in seguito alla sottoscrizione dell’accordo sul Protocollo di Kyoto ed alla ratifica dello stesso da parte<br />

del legislatore italiano, si assiste da un lato alla stesura di una “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia” e dall’altro alla<br />

disposizione di nuove linee guida per le politiche di riduzione dell’effetto serra. In queste linee guida si assume che, fino al 2010, si registri una<br />

crescita media annua del PIL del 2%. Ciò premesso, al fine di pianificare la riduzione emissioni di gas ad effetto serra viene costruito uno<br />

scenario “tendenziale”,oalegislazione vigente, basato sugli effetti di misure già avviate o “decise”, ed uno scenario “di riferimento”, che<br />

esamina gli effetti aggiuntivi di altre misure, già “individuate” anche a fini diversi da quelli di abbattimento delle emissioni. Si assume infine che<br />

la situazione delle emissioni al 2008-2012 (e al 2005) sia quella derivante dagli effetti prodotti dalle misure dei due sopra citati scenari. Tenuto<br />

conto che l’obiettivo al 2008-2012 è quello di avere emissioni pari a 487,1 MtCO2, si conclude che è imprescindibile individuare politiche e<br />

misure per un’ulteriore riduzione.<br />

Sostenibilità ed energia<br />

Il settore energetico è senz’altro uno degli ambiti per i quali il concetto di sviluppo sostenibile acquista recentemente un significato<br />

particolarmente forte, alla luce delle crescenti preoccupazioni da un lato sull’impatto dei cicli energetici sull’uomo e sull’ambiente e dall’altro<br />

sull’affidabilità delle riserve totali di fonti fossili (petrolio e gas naturale in particolare), a fronte della notevole rilevanza che queste detengono nei<br />

consumi energetici mondiali, e sul peso che le infrastrutture del settore (impianti, reti) possono avere sulla gestione sostenibile del territorio.<br />

Per quanto concerne il primo aspetto, quantunque il settore energetico incida in termini di impatto su tutti i comparti ambientali, le questioni<br />

connesse alle emissioni in atmosfera costituiscono uno degli aspetti più critici. Al settore dell'energia, che rappresenta una delle maggiori<br />

sorgenti di emissioni di inquinanti atmosferici e di gas climalteranti, vengono, infatti, ricondotte alcune fra le più preoccupanti problematiche che<br />

preoccupano il pianeta a livello globale, regionale e locale: il cambiamento climatico, l'acidificazione e la qualità dell'aria. Esse sono in varia<br />

misura connesse alle emissioni in atmosfera di composti quali anidride carbonica (CO2), monossido di carbonio (CO), ossidi di zolfo (SOx),<br />

ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili diversi dal metano (COVNM), particelle sospese (PST), protossido d'azoto (N2O), metano<br />

(CH4). Queste emissioni, esclusa la parte derivante da fenomeni naturali, sono in prevalenza legate all'utilizzo di combustibili fossili quali fonti<br />

energetiche in diversi ambiti (trasporti, industria, energia, ecc.). Per quanto riguarda il secondo aspetto bisogna analizzare l’impatto del settore<br />

sulle risorse naturali in genere, ed in particolare sulle risorse che in maggior misura possono essere soggette ad esaurimento. Occorre quindi<br />

considerare il consumo dei combustibili fossili, ma anche l’uso del territorio, che è una parte fondamentale del capitale complessivo investito<br />

nelle attività del comparto energetico. Sempre più, soprattutto in Paesi e Regioni contraddistinti da elevate densità abitative, il territorio diviene<br />

bene inestimabile oggetto di possibili usi concorrenti da parte dei cittadini. Le infrastrutture del settore energetico rappresentano uno di questi<br />

possibili utilizzi e perciò una giusta attenzione deve essere destinata alla valutazione degli impatti di tali infrastrutture sul sistema economicoambientale<br />

nel suo complesso. Il terzo resoconto del Comitato Intergovernativo delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (IPCC,<br />

Intergovernamental Panel on Climate Change), pubblicato nel 2001, asserisce che appare ormai evidente un’influenza per nulla trascurabile<br />

delle attività umane sul clima complessivo indicando infatti, dati alla mano, come le concentrazioni atmosferiche di gas climalteranti,<br />

responsabili del cosiddetto "effetto-serra", sono notevolmente aumentate rispetto all'epoca preindustriale e come la temperatura media globale<br />

dei bassi strati dell'atmosfera è aumentata, rispetto alla fine del XIX secolo, di un valore medio globale di 0.6 °C, e tuttavia racchiuso fra 0.4 e<br />

0.8°C. Queste tendenze, se confermate nei prossimi anni, lasciano spazio ad ipotesi di aumento del livello dei mari, di maggior frequenza di<br />

piene ed inondazioni, di impatti sulle colture agricole e sulla biodiversità. Fenomeni che sarebbero accompagnati da forti ripercussioni anche<br />

nel campo economico e sociale, a causa delle modifiche delle opportunità di sviluppo per i vari paesi del pianeta, soprattutto per quanto<br />

riguarda le iniziative economiche, l'occupazione e la distribuzione della ricchezza. L'intensità di questi impatti presenta tuttora margini di<br />

incertezza. La comunità scientifica ha compiuto notevoli progressi nel chiarire i meccanismi che legano le emissioni di gas serra alle<br />

concentrazioni di queste sostanze in atmosfera. Non è stato però ancora provato in modo definitivo che l'incremento della temperatura<br />

osservato sia effetto dell'aumento delle concentrazioni di gas serra in atmosfera. Esiste in ogni caso un generale accordo sulla necessità e<br />

l'urgenza di politiche di riduzione delle emissioni di gas serra: le previsioni di aumento della temperatura media al 2100 variano infatti da2a3.5<br />

°C. Al settore energetico, ed in particolare all'utilizzo di combustibili fossili, è in larga misura riconducibile anche il fenomeno dell'acidificazione,<br />

causa di danni all'ecosistema forestale, ai laghi, alle acque sotterranee e di superficie, ai suoli, al patrimonio artistico e culturale ed ai materiali<br />

in genere. I principali inquinanti responsabili di fenomeni di acidificazione sono l'ammoniaca (NH3), gli ossidi di zolfo (SOx) e gli ossidi di azoto<br />

(NOx). Mentre l'ammoniaca si genera prevalentemente da attività di tipo agricolo, le altre due classi di composti sono invece intrinsecamente<br />

legate all'utilizzo di combustibili fossili, dei quali rappresentano un residuo di combustione. Alla luce di tali considerazioni è perciò quanto mai<br />

importante valutare in termini corretti costi e benefici delle diverse tipologie di fonti energetiche. E' evidente pertanto, in considerazione di<br />

quanto appena esposto, che le politiche energetiche rappresentano un nodo basilare per il raggiungimento di quegli obiettivi di sostenibilità che<br />

la comunità internazionale ed i diversi Paesi ritengono di dover perseguire nel prossimo futuro.


green<br />

Perché il<br />

fotovoltaico?<br />

Perché quello del<br />

surriscaldamento<br />

globale non è un<br />

complotto, ma la<br />

realtà dei fatti.<br />

La temperatura della Terra sta salendo, precisamente di 1°C dal<br />

1950. A confermare quello che era già stato scoperto da vari<br />

gruppi di ricerca sono gli scienziati del progetto Berkeley Earth<br />

Surface Temperature. Sembrerebbe che la produzione di<br />

quantità, anche modeste, di energia sulla superficie della terra<br />

alteri il clima in modo drammatico e che si ponga fin d’ora la<br />

necessità di ricorrere all’energia solare che è l’unica che non<br />

comporti inquinamento termico.<br />

economy<br />

Albori<br />

«L'effetto fotovoltaico" è noto fin dal 1839; esso trova il suo fondamento<br />

nell'esperienza del fisico francese Alexandre Edmond Becquerel il quale presentò<br />

alla Accademia delle Scienze di Parigi la sua "Memoria sugli effetti elettrici prodotti<br />

sotto l'influenza dei raggi solari". La scoperta di tale fenomeno avvenne casualmente.<br />

Mentre effettuava alcuni esperimenti in laboratorio egli notò infatti che due elettrodi di<br />

Platino simili, immersi nella soluzione debolmente conduttrice di nitrato di piombo,<br />

acquistavano una differenza di potenziale elettrico se la regione attorno a uno di essi<br />

veniva illuminata; ne dedusse che la d.d.p. dipendeva dall’intensità e dal colore della<br />

luce. Un primo tipo di dispositivo a stato solido, progenitore delle celle solari, venne<br />

realizzato molti anni più tardi, e precisamente nel 1876, da Smith Adams Day ed era<br />

una giunzione tra Selenio ed alcuni ossidi metallici che raggiungeva un'efficienza di<br />

conversione dell'1%. Nel 1893 Rigollot notò un fenomeno analogo a quello<br />

sperimentato da Becquerel, servendosi però di elettrodi fluorescenti. Fu nel 1908 che<br />

Merritt ed Hodge svolsero studi più scrupolosi di questi fenomeni, proprio nel tentativo<br />

di determinarne le reali cause, ma giunsero alla erronea conclusione che il tutto era<br />

dovuto ad una variazione di resistenza degli elettrodi durante l'esposizione alla luce.<br />

Nichols, sulla base di accuratissimi calcoli teorici, arrivò invece a confermare<br />

l'esistenza della f.e.m. (forza elettromotrice) trovata da Rigollot e Goldmann, ed in un<br />

ampio studio sull'argomento, calcolò il valore di tale f.e.m. e ne studiò anche la<br />

variazione a seconda della durata dell'illuminazione. Fu Goldmann a battezzare come<br />

"potenziale foto-elettrico" tale f.e.m. e, notando tuttavia che la sua grandezza era<br />

indipendente dall'intensità della luce eccitante, fu indotto erroneamente a pensare<br />

che il potenziale avesse origine dall'effetto foto-elettrico di Hallwachs che aveva<br />

caratteristiche simili. Infatti Hallwachs, alcuni anni addietro (e precisamente nel 1888),<br />

aveva scoperto che i metalli isolati elettricamente, quando venivano esposti a luce<br />

ultravioletta, acquisivano una carica negativa per cui associò tale fenomeno<br />

all'emissione di corrente elettrica (effetto foto-elettrico di Hallwachs). Sempre nel<br />

tentativo di determinare con esattezza le cause generatrici del fenomeno, Bauer ed<br />

altri studiosi, approdarono alla convinzione che il tutto fosse legato ad una modifica<br />

nelle proprietà chimiche delle sostanze coinvolte ed al fatto che la soluzione<br />

conduttrice finisse col reagire chimicamente con gli elettrodi attraverso processi di<br />

ossidazione o riduzione. In seguito furono avanzate ulteriori teorie, ma solo più tardi<br />

si cominciò a chiarire la vera natura del fenomeno fotovoltaico. Negli anni '40 vennero<br />

realizzati i primi prototipi sperimentali di cella fotovoltaica ma, è solo nella primavera<br />

del 1953 che, studiando il silicio e le sue possibili applicazioni nell’elettronica, Gerald<br />

Pearson, fisico presso i laboratori Bell, realizzò involontariamente una cella solare a<br />

silicio molto più efficace di quella a selenio. Altri due scienziati della Bell (Darryl<br />

Chapin e Calvin Fuller) di seguito perfezionarono la scoperta di Pearson e<br />

realizzarono la prima cella in grado di convertire in elettricità abbastanza energia<br />

solare per alimentare dispositivi elettrici di uso quotidiano: il primo giorno di sole del<br />

1954 la cella al silicio funzionava con un rendimento del 6%. Successivamente, negli<br />

anni ’60, si cominciò a pensare di produrre “nastri e fogli” di silicio, al fine di risolvere il<br />

problema legato agli ingenti sprechi di materiale dovuti al taglio dei lingotti. Ancora<br />

negli anni ’60 Shurland propose l’utilizzo del solfuro di Cadmio e, nel ’67 era<br />

ufficialmente pronta la prima cella a solfuro di cadmio depositato su plastica. Fu solo<br />

negli anni ’70 però, che cominciarono ad essere sviluppate, nell’ambito delle<br />

applicazioni spaziali, celle all’arseniuro di Gallio, le quali presero definitivamente piede<br />

solo nell’ultimo decennio del secolo. Vennero sviluppati procedimenti per produrre<br />

silicio policristallino, meno costosi e meno dispendiosi di quelli per il monocristallino<br />

ed è in particolare dopo la crisi petrolifera del ’73 che Carson ottiene per caso una<br />

pellicola sottile di silicio amorfo idrogenato che, nel ’76 raggiunge il rendimento del<br />

5,5%. In quegli anni il DOE PV Research and Development Programme<br />

sperimentava pellicole sottili al silicio cristallino, e tutta una gamma di nuovi materiali:<br />

CIS, CdTe, InP, Zn3P2, Cu2Se, WSe2, GaAs, ZnSiAs. È interessante a tal punto<br />

ossservare come, l’utilizzo di pellicole sottili, fosse già stato proposto dallo stesso<br />

Chapin, già all’epoca delle sue prime scoperte. Tornando ad epoche più recenti, a<br />

partire dai primi anni ’80, scopriamo che tal Barnett, per conto della SERI, si interessò<br />

al tellururo di cadmio e alle pellicole di silicio policristallino, fondando la società<br />

“AstroPower”, oggi ben nota. Ed è sempre nei primi anni’80 che Martin Green,<br />

lavorando alla tecnologia del silicio, sostituì la serigrafia con solchi in rame realizzati<br />

SOLARE FOTOVOLTAICO, SOLARE TERMICO,EO-<br />

LICO, BIOMASSE, GEOTERMIA, IDROELETTRICO<br />

Energie Rinnovabili<br />

www.donnaimpresa.com 19


con il laser. Nel 1988 i fogli si silicio venivano ricavati da poligoni ottagonali,<br />

migliorando in tal modo il rendimento del processo e diminuendone la fragilità. Nel<br />

1997 veniva ufficialmente “lanciata” la prima cella a giunzione tripla a silicio amorfo. I<br />

ricercatori del FV ebbero un ruolo chiave nella scoperta di nuovi materiali<br />

semiconduttori e strutture ibride, dando avvio ad importanti contributi alle tecniche di<br />

crescita epitassiale e di crescita delle pellicole lattice-matched; una delle prime<br />

applicazioni delle strutture ibride a semiconduttore sull’GaAs e le giunzioni III-V,<br />

sviluppate originariamente per i campi FV a concentrazione.<br />

In Italia<br />

Sempre con dei congegni simili, circa 20 anni dopo la scoperta di Alexandre Edmond<br />

Becquerel, Antonio Pacinotti (1841-1912) studia le “Correnti elettriche generate<br />

dall’azione del calorico e della luce”. Con già alle spalle il primato mondiale nel 1859<br />

della produzione della corrente continua indotta, Pacinotti, anch’egli giovanissimo, si<br />

interessa dell’effetto fotoelettrico. Sperimenta , attraverso l’utilizzo di diversi sali e<br />

metalli presi in uso fino a quel momento, alla ricerca di quella che lui chiama la<br />

“disposizione” adatta per la creazione di una corrente elettrica dalla radiazione solare.<br />

Nelle sue esperienze Pacinotti si impegna con determinazione a capire le differenze<br />

nella creazione di “Correnti elettriche ottenute dal calorico” e di quelle derivanti invece<br />

dalla “Azione dei raggi solamente luminosi,” arrivando a ipotizzare come “il massimo<br />

dell’azione calorifica sia nel rosso dello spettro” mentre “il massimo di azione chimica<br />

comparisca invece nel violetto.” Da queste esperienze trae il convincimento che lo<br />

stato della superficie delle lastre aveva una grande influenza sulla corrente che si<br />

può far nascere con l’azione dei raggi solari. Il lavoro di Pacinotti sull’effetto<br />

fotoelettrico è solo sporadicamente ricordato, eppure egli si pose molte domande<br />

chiave sull’argomento al fine di comprendere quelle che chiamava le “proprietà<br />

chimiche della luce.” Intuisce, anche se timidamente, che il "calorico raggiante" e la<br />

radiazione luminosa sono la medesima cosa, un concetto che sarà mezzo secolo<br />

dopo trattato nel lavoro di Plank sul corpo nero. Successivamente fu il chimico<br />

Giacomo Ciamician, figlio di una ricca famiglia di commercianti armeni immigrati in<br />

Italia, ma che visse nel corso della sua carriera scientifica a Vienna, Giessen, Roma,<br />

Padova, ma principalmente a Bologna, dove fondò il locale Istituto di Chimica che<br />

tutt’oggi porta il suo nome, a riprendere le tesi fino a quel momento prodotte<br />

tracciandone un ulteriore profilo scientifico. Ciamician, lo ricordiamo, fu anche<br />

membro dell’Accademia dei Lincei dal 1893 e Senatore del Regno Italiano dal 1910.<br />

Tra le sue 400 pubblicazioni scientifiche, la relazione “La fotochimica dell’avvenire,”<br />

presentata nel 1912 all’VIII Congresso Internazionale di chimica applicata a New<br />

York, fu considerato un testo di riferimento per molti anni. Nella sua relazione<br />

Ciamician giudica tutte le forme di energia inferiori alla luce naturale del sole.<br />

Predisse addirittura il riscaldamento solare delle case, le celle fotovoltaiche, l’uso<br />

della luce in agricoltura e l’applicazione industriale e di sintesi dei combustibili solari<br />

“La civiltà moderna – sentenziò - è figlia del carbon fossile; questo offre all’umanità<br />

civile l’energia solare nella forma più concentrata; accumulata nel tempo d’una lunga<br />

serie di secoli, l’uomo moderno se n’è servito e se ne serve con crescente avidità e<br />

spensierata prodigalità per la conquista del mondo. Come il mitico oro del Reno, il<br />

carbon fossile è per ora la sorgente precipua di forza e ricchezza. La terra ne<br />

possiede ancora enormi giacimenti: ma essi non sono inesauribili. L’energia solare<br />

fossile è la sola che possa giovare alla vita e alla civiltà moderna? Là dove la<br />

vegetazione è ubertosa e la fotochimica può essere abbandonata alle piante, si potrà<br />

con colture razionali, come ho già accennato, giovarsi delle radiazioni solari per<br />

promuovere la produzione industriale. Nelle regioni desertiche invece dove le<br />

condizioni del clima e del suolo proibiscono ogni coltura, sarà la fotochimica artificiale<br />

che le metterà in valore. Sull’arido suolo sorgeranno colonie industriali senza fuliggine<br />

e senza camini: selve di tubi di vetro e serre d’ogni dimensione – camere di vetro –<br />

s’innalzeranno al sole ed in questi apparecchi trasparenti si compiranno quei processi<br />

fotochimici di cui fino allora le sole piante avevano il segreto e il privilegio, ma che<br />

l’industria saputo carpire: essa saprà farli ben altrimenti fruttare perché la natura non<br />

ha fretta mentre l’umanità è frettolosa. E se giungerà in un lontano avvenire il<br />

momento in cui il carbone fossile sarà completamente esaurito, non per questo la<br />

civiltà avrà fine: chè la vita e la civiltà dureranno finché splende il sole! E se anche<br />

alla civiltà del carbone, nera e nervosa ed esaurientemente frettolosa dell’epoca<br />

nostra, dovesse fare eseguito quella forse più tranquilla dell’energia solare, non ne<br />

verrebbe un gran male per il progresso e la felicità umana. La fotochimica<br />

dell’avvenire non deve peraltro essere riserbata a sì lontana scadenza: io credo che<br />

l’industria farà cosa assennata giovandosi anche presentemente di tutte le energie<br />

che la natura mette a disposizione; finora la civiltà moderna ha camminato quasi<br />

green<br />

Dall’inizio<br />

dei tempi l’uomo<br />

ha usato lo stretto necessario che la grande madre gli ha<br />

messo a disposizione. Con l’avvento della società moderna<br />

grazie anche ad un diffuso benessere economico, la collettività<br />

in modo graduale ha innalzato i propri consumi fino a rompere<br />

l’equilibrio naturale tra risorse e consumo. Fortunatamente è<br />

sempre più diffusa la sensibilità iconologica, ossia il preservare<br />

in mondo per le generazioni future. Gli scienziati ci hanno<br />

messo nella condizione, pure conservando abitudini<br />

confortevoli, di utilizzare fonti di energia che non intaccano le<br />

risorse e l’equilibrio naturale, in sintesi le “fonti rinnovabili”. In<br />

ingegneria energetica con il termine energie rinnovabili si<br />

intendono quelle forme di energia generate da fonti di energia<br />

che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano o non sono<br />

"esauribili" nella scala dei tempi "umani" e, per estensione, il cui<br />

utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni<br />

future. Sono dunque forme di energia alternative alle tradizionali<br />

fonti fossili e molte di esse hanno la peculiarità di essere anche<br />

energie pulite ovvero di non immettere in atmosfera sostanze<br />

nocive e/o climalteranti quali ad esempio la CO2. Esse sono<br />

dunque alla base della cosiddetta economia verde.<br />

economy


green<br />

L’eolico<br />

è una tecnologia<br />

capace di<br />

trasformare<br />

l’energia del vento<br />

in energia elettrica.<br />

Il suo principio di funzionamento è tra i più antichi del mondo. Il<br />

vento è una delle principali fonti rinnovabili di energia, basti pensare<br />

ai mulini a vento o alla navigazione con imbarcazioni a vela, è però<br />

sbagliato pensare che l'eolico sia una tecnologia semplice e poco<br />

sofisticata. Esistono tipologie molto variegate di aerogeneratori. Ce<br />

ne sono di piccola taglia, così come ne esistono di dimensioni<br />

enormi , che svettano ad altezze di oltre i 50 metri. Le stesse pale<br />

eoliche possono essere molto lunghe, anche 40 metri. I moderni<br />

mulini a vento sono conosciuti con il nome comune di “pale<br />

eoliche”, le quali sono tuttavia soltanto una parte del sistema. Il<br />

nome più corretto è quello di aerogeneratore. Una serie di<br />

aerogeneratori compone un impianto eolico o una Wind Farm.<br />

economy<br />

esclusivamente coll’energia solare fossile: non sarà conveniente utilizzare meglio<br />

anche quella attuale”? Tra i fisici italiani che si dedicarono particolarmente alle ricerche<br />

sull’energia solare Alessandro Amerio va ricordato per i lavori sulla radiazione solare,<br />

che iniziò a Messina quando, negli anni 1906-1908, frequentò l’istituto di fisica di<br />

quella Università del quale ne era direttore Orso Mario Corbino. Quest’ultimo aiutò<br />

Amerio a mettere insieme gli strumenti che gli consentirono di intraprendere i suoi<br />

studi sperimentali sulla radiazione solare sebbene poi sciaguratamente, il terremoto di<br />

Messina la distrusse e, con essa, il lavoro appena iniziato. Grazie all’interessamento<br />

del Ministero Amerio poté riprendere le sue osservazioni e misurazioni, finanche con<br />

maggiore disponibilità di mezzi, sul terrazzo dell’Istituto Fisico di Roma in via<br />

Panisperna, presso gli Osservartori di Alagna, du Col d’Olen, di Regina Margherita sul<br />

Monte Rosa a quasi 4600 metri sul mare. Per lo svolgimento del lavoro superò non<br />

poche difficoltà organizzative anche con un non lieve sacrificio personale. Già subito<br />

dopo le prime ricerche svolte a Messina, che erano state riavviate con successo,<br />

Amerio aveva avuto modo di far conoscere ed apprezzare le sua attività attraverso la<br />

pubblicazione di alcune sue note sul Nuovo Cimento e negli Atti dell’Accademia dei<br />

Lincei, tanto le sue tesi trovarono consenso presso la comunità scientifica che, su<br />

proposta della stessa Accademia dei Lincei, la Società Reale di Londra gli conferì il<br />

premio internazionale Joule per il biennio 1910-1911. I risultati ottenuti sulla radiazione<br />

solare in una lunga serie di misure vennero successivamente completati e presentati<br />

nel 1914 in una voluminosa memoria dei Lincei dal titolo “Ricerche sullo Spettro e<br />

sulla Temperature della fototsfera solare.” In tale memoria, Amerio, dopo aver<br />

discusso e valutato gli errori che si possono commettere nel determinare la<br />

temperature della fotosfera solare supponendo che essa irradi come un corpo nero,<br />

descrive i dispositivi sperimentali usati e gli artifici impiegati allo scopo di giungere a<br />

determinare l’emissione integrale della fotosfera solare e la distribuzione spettrale<br />

dell’energia emessa tenendo conto dell’assorbimento dell’atmosfera terrestre e<br />

dell’atmosfera solare. Dopo la pubblicazione di questa memoria gli studi sulla<br />

radiazione solare vennero da Amerio stesso ripresi e ulteriormente perfezionati in<br />

alcuni particolari, fra l’altro nella messa a punto del suo Pireliometro integrale, ciò nel<br />

mentre la sua attività di ricerca si ampliava anche ad altri campi della Fisica.<br />

L’interesse di Amerio per l’uso dell’energia solare è egregiamente riportato nella sua<br />

relazione “L’utilizzazione del calore solare e l’autarchia nazionale” al Congresso della<br />

Società Italiana per il Progresso delle Scienze, Venezia 1937. Fra gli italiani, non<br />

possiamo non menzionare anche Mario Dornig insigne docente presso le Università di<br />

Vienna e di Milano il quale, sostenitore dell’energia solare per oltre 40 anni già a<br />

partire dai primi decenni del 1900, identificò (nel 1916) i seguenti punti chiave per lo<br />

sviluppo economico dell’Italia: a) l’uso integrato e razionale dell’energia; b)<br />

l’esplorazione delle risorse minerarie; c) le previsioni a lungo termine e la possibilità di<br />

influenzare i fenomeni meteorologici di maggior rilievo; d) l’uso razionale e sistematico<br />

dell’intelligenza degli animali. Per quanto riguarda l’energia solare Dornig sintetizzò 20<br />

anni di sue pubblicazioni e articoli in una relazione dal titolo “L’energia solare,”<br />

pubblicata in due parti sulla rivista “L’Ingegnere”, nel 1939 e nel 1940. Il lavoro<br />

accademico di Dornig ispirò pionieri e imprenditori del settore dell’energia solare<br />

(Biacchi, Romagnoli, Amelio, Gasperini, Andri), che costruirono vari prototipi,<br />

principalmente pompe e motori solari, durante gli anni trenta del novecento. Tuttavia,<br />

con la seconda Guerra mondiale, la maggior parte di queste ricerche e di queste<br />

esperienze andò dispersa e fu presto dimenticata. Nel 1955 Dornig partecipò al<br />

Simposio mondiale sulle applicazioni dell’energia solare in Arizona promosso<br />

dall’AFASE, su invito dello Stanford Research Institute, con il sostegno della Ford<br />

Foundation, in rappresentanza dell’amministrazione italiana della Somalia. Nel riferire<br />

sul Simposio, Dornig ricordò il lavoro da lui svolto nel campo dell’energia solare<br />

nell’arco di oltre 40 anni e manifestò tutto il proprio apprezzamento per l’iniziativa dello<br />

Stanford Research Institute di avere per la prima volta al mondo riunito insieme gli<br />

scienziati del settore dell’energia solare. Secondo Dornig, al Simposio furono<br />

presentate molte relazioni, ma la maggior parte di esse non dava nessuno spunto<br />

pratico. Solo poche delle macchine esposte nella mostra meritavano una certa<br />

attenzione, tra queste la pompa solare Somor per il sollevamente dell’acqua dal<br />

sottosuolo, realizzata da Ferrucci Grassi, suo allievo nella facoltà di ingegneria, e<br />

Daniele Gasperini. Nel Simposio fu confermata secondo Dornig la convenienza a<br />

utilizzare l’energia solare senza concentrarla, argomento a cui teneva. Nella sua<br />

relazione volutamente escluse di riferire dei collettori solari termici, per i quali, secondo<br />

Dornig, vista la loro semplicità, si potevano considerare molti problemi ormai in buona<br />

parte risolti. Dornig dedicò la maggior parte della sua relazione alla scoperta della<br />

cella fotovoltaica al silicio avvenuta nel 1953, ai dispositiivi termoelettrici, al<br />

riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, alle cucine solari, alla dissalazione, ai<br />

forni solari, alle pompe solari, alla biomassa. Due pagine della sua relazione furono<br />

dedicate a “Energia Solare e Energia Nucleare.” Dornig nota come sin dagli inizi


dell’agricoltura l’energia solare non sia mai stata causa di distruzione e di morte. Per<br />

Dornig il Simposio dell’Arizona del 1955 dovrebbe essere considerato una pietra<br />

miliare per l’applicazione scientifica e tecnologica dell’energia solare a beneficio<br />

dell’umanità. In Arizona, secondo lui, non furono scoperti nuovi principi, ma fu<br />

realizzata l’associazione sistematica di diverse discipline – geografia, astronomia,<br />

climatologia, fisica, termodinamica, chimica, agronomia, fisiologia, gastronomia,<br />

economia, scienze sociali, e altre. Questa associazione di diverse discipline avrebbe<br />

condotto al razionale uso dell’energia solare al fine di valorizzare le terre marginali,<br />

specialmente nei paesi caldi e aridi, migliorando l’agricoltura e la produzione di cibo.<br />

Ma è Giovanni Francia colui che può essere considerato l’italiano che nel novecento<br />

ha dato il maggiore contributo teorico e pratico allo sviluppo delle tecnologie per l’uso<br />

dell’energia solare. Nato a Torino nel 1911 e morto a Genova nel 1980, Francia,<br />

dall’iscrizione alla facoltà di ingegneria nel 1929 passò a matematica per cause di<br />

forza maggiore – perse il padre e allo stesso tempo fu colpito dalla tubercolosi, che lo<br />

costrinse per quattro anni nel sanatorio Giovanni Agnelli tra le montagne del Sestriere<br />

dove studiò da autodidatta – stupiva i suoi collaboratori per la facilità con la quale<br />

utilizzava gli strumenti matematici per risolvere i problemi pratici. Anche come docente<br />

universitario di analisi e geometria, dal 1935 al 1938 presso il Politecnico di Torino e,<br />

successivamente, presso le Facoltà di Scienze, Ingegneria e Architettura<br />

dell’Università di Genova, rivelava un approccio non convenzionale nell’insegnamento,<br />

anticipando a volte temi quale il calcolo numerico, del quale pare non ci fossero molti<br />

professori disposti a parlarne ai propri studenti di ingegneria agli inizi degli anni<br />

cinquanta. È proprio dagli inizi degli anni cinquanta che comincia per Francia un<br />

periodo ricco di invenzioni e progetti. Nell’arco di oltre vent’anni registra vari brevetti,<br />

alcuni rilevanti anche dal punto di vista economico, in ambito automobilistico,<br />

aeronautico, spaziale, tessile, elettromeccanico. Il settore al quale si dedicherà con<br />

tutte le sue forze dalla fine degli anni cinquanta è quello dell’energia solare. Con le sue<br />

intuizioni e sperimentazioni presso la Stazione solare di S.Ilario, con l’invenzione delle<br />

strutture a nido d’ape o antirraggianti del 1961 e con i pionieristici impianti solari a<br />

concentrazione Fresnel lineari del 1963 e puntuali del 1965, richiama l’attenzione di<br />

tutto il mondo su Genova, che a metà degli anni settanta poteva essere considerata<br />

“capitale mondiale del solare”. L’idea centrale di Francia era che il calore solare,<br />

abbondante ma a bassa densità e a bassa temperatura, dovesse essere raccolto in<br />

modo da ottenere le temperature necessarie per far funzionare macchine e impianti<br />

delle società tecnologicamente e industrialmente avanzate, a cominciare da quelli per<br />

la produzione di energia elettrica. Un obiettivo che perseguì esprimendo sempre nei<br />

suoi progetti una profonda semplicità, capace di cogliere l’essenza dei fenomeni fisici,<br />

descritti in altrettanto essenziali ed efficaci rappresentazioni matematiche e<br />

geometriche. I concetti a base degli impianti di Francia tutt’oggi conservano<br />

un’immutabile validità, testimoniata dalla nascita di varie imprese solari nel mondo che<br />

in quei concetti hanno un sicuro riferimento. Ma Francia non solo inventò macchine e<br />

sistemi solari d’avanguardia per il suo tempo. Prima dello shock petrolifero del 1973,<br />

nel 1970, sviluppò insieme a due giovani architetti, Karim Amirfeiz e Bruna Moresco, e<br />

ad altri collaboratori, un visionario progetto di un complesso urbanistico del tutto nuovo<br />

per una popolazione di circa 100.000 abitanti, strettamente collegato allo sfruttamento<br />

dell’energia solare, e tale da costituire un nucleo ripetibile, indipendente ed autonomo<br />

dal punto di vista energetico. Alla base di questo progetto, documentato con disegni,<br />

calcoli, studi particolareggiati, plastici ed esperienze varie, vi era la convinzione di<br />

Francia che fosse possibile immaginare un’ “unità urbana in cui i servizi essenziali –<br />

illuminazione, riscaldamento, elettricità – fossero assicurati in maniera autonoma<br />

dall’energia solare”. L’illuminazione diurna, sarebbe stata fornita tutta dalla radiazione<br />

solare, attraverso 100.000 metri quadrati di aperture capaci di far penetrare la “luce<br />

guidata” del sole all’interno degli spazi di vita e di lavoro. Per il riscaldamento invernale<br />

sarebbe stato utilizzato l’eccesso dell’energia solare estiva immagazzinata nel terreno<br />

sottostante la città. Si ipotizzava che la piccola quantità di energia elettrica richiesta dal<br />

nucleo urbano per i soli fabbisogni domestici potesse essere fornita da centrali<br />

termoelettriche solari, come quelle progettate e sperimentate da Francia a S. Ilario.<br />

Tra gli studi di Francia è praticamente sconosciuta la sua singolare analisi fisico<br />

matematica sull’equilibrio termico della Terra. Più di trent'anni fa espose la teoria<br />

secondo cui il clima terrestre potrebbe essere alterato dalla crescente produzione di<br />

calore artificiale sulla superficie della Terra e, quindi, non solo dal cambiamento della<br />

trasparenza dell’atmosfera dovuto alle emissioni di gas serra. Nella sua analisi Francia<br />

arriva alla seguente conclusione: sembrerebbe che la produzione di quantità, anche<br />

modeste, di energia sulla superficie della terra alteri il clima in modo drammatico e che<br />

si ponga fin d’ora la necessità di ricorrere all’energia solare che è l’unica che non<br />

comporti inquinamento termico.<br />

green<br />

L’idroelettrico<br />

da quasi un secolo e<br />

mezzo dighe e<br />

centrali idroelettriche<br />

fanno parte del<br />

paesaggio delle<br />

nostre montagne,<br />

contribuendo a<br />

consolidare nel<br />

nostro immaginario<br />

l’idea che<br />

l’idroelettrico è una<br />

risorsa energetica<br />

pulita, disponibile e<br />

rinnovabile.<br />

L’energia viene ricavata dal corso di fiumi e di laghi grazie<br />

alla creazione di dighe e di condotte forzate. Esistono vari<br />

tipi di diga: nelle centrali a salto si sfruttano grandi altezze<br />

di caduta disponibili nelle regioni montane. Nelle centrali<br />

ad acqua fluente si utilizzano invece grandi masse di<br />

acqua fluviale che superano piccoli dislivelli; per far<br />

questo però il fiume deve avere una portata considerevole<br />

e un regime costante.<br />

economy


Si laurea in ingegneria elettronica presso<br />

l’università Politecnica delle Marche nel 2005.<br />

Successivamente si inserisce nel settore dell’energia trasferendosi in Olanda per conto<br />

dell’EURATOM, (European Atomic Energy Community ) al fine di lavorare in qualità di<br />

Project Engineer nel settore della fusione termonucleare portando avanti progetti di<br />

diversa natura, nello specifico del settore per il cui sviluppo era stato chiamato. Ed è lì che<br />

inizia il percorso professionale di Marco a diretto contatto con l’energia; rotta che<br />

continuerà a seguire con successo in Italia dopo il suo rientro. L’esperienza biennale<br />

maturata in Olanda, che di fatto culmina nel 2007, gli consente di cogliere appieno, anche<br />

in virtù dell’esperienza maturata nel settore, le occasioni fornite dal Governo per lo<br />

sviluppo di quella che definiamo “la nuova frontiera dell’energia”. Difatti è anche grazie<br />

all’emanazione del primo conto energia (ovvero in virtù degli incentivi messi a<br />

disposizione di quanti, in quegli anni, avevano deciso di proiettarsi professionalmente<br />

sull’energia pulita), che ha iniziato ad investigare nuove possibilità di sviluppo di business<br />

nel mercato italiano. Si inserisce come ingegnere progettista e Construction Manager<br />

successivamente, nella realizzazione di parchi fotovoltaici di alta potenza di picco.<br />

Focalizza la sua attenzione sul centro Italia ed in particolare sulla regione Marche, ove<br />

risiede.<br />

Cos’è un impianto fotovoltaico, Marco?<br />

Un impianto fotovoltaico trasforma l’energia della radiazione solare in energia elettrica da<br />

poter utilizzare immediatamente. I generatori di energia di un impianto fotovoltaico sono i<br />

moduli fotovoltaici, che a loro volta sono composti da celle fotovoltaiche, prodotte<br />

prevalentemente in silicio monocristallino o policristallino; alcuni materiali come il silicio<br />

infatti, appositamente trattati, possono produrre energia elettrica se irraggiati dalla luce<br />

solare. Le celle, collegate in serie tra di loro, trasformano l’energia solare in energia<br />

elettrica; la corrente continua prodotta dalle celle è convertita in corrente alternata con<br />

una frequenza di 50 hertz. Tale conversione di energia è eseguita dall’inverter o<br />

convertitore, funzionale, inoltre, a proteggere l'impianto da disturbi o anomalie derivanti<br />

della rete. Le celle fotovoltaiche dunque collegate tra loro costituiscono un “modulo”, un<br />

insieme di moduli compone una stringa fotovoltaica. La potenza dell’impianto che si andrà<br />

a realizzare è naturalmente proporzionale al numero di pannelli che si intende utilizzare.<br />

Al fine di consentire all’impianto fotovoltaico prestazioni e rese ottimali, occorre<br />

individuare il corretto posizionamento dei moduli fotovoltaici e progettare accuratamente<br />

l’intero sistema.<br />

Perché installare un impianto?<br />

Gli impianti fotovoltaici, già diffusi all’estero da anni, stanno ottenendo rapidamente anche<br />

in Italia il favore di molte aziende e famiglie, poiché lo sviluppo di celle solari al silicio ad<br />

alto rendimento, unitamente agli incentivi economici ministeriali previsti dal “Conto<br />

Energia” e la possibilità “Scambio e\o vendita” dell’energia elettrica prodotta, si sono<br />

rivelati la soluzione ideale per tutti coloro che vogliono abbattere, fino ad azzerarli, i propri<br />

costi della bolletta energetica sfruttando un sistema del tutto ecologico nel pieno rispetto<br />

della natura. I vantaggi sono ormai noti ed evidenti a partire dall’inesauribilità e la<br />

disponibilità del tutto gratuita della fonte di energia primaria (il sole), oltre l’assenza di<br />

immissione nell’atmosfera di anidride carbonica o di altri gas dannosi e causa del<br />

cosiddetto “effetto serra” e “buco dell’ozono” responsabile degli importanti cambiamenti<br />

climatici del nostro pianeta. Non ultimo poi, il vantaggio che deriva dalla pressoché<br />

assenza di manutenzione dei componenti in quanto si tratta di componenti “statici”, cioè<br />

senza nessuna parte in movimento meccanico. Un impianto fotovoltaico può essere<br />

montato su superfici come tetti, facciate, balconi, terreni, ecc. e può costituire esso stesso<br />

un elemento architettonico di pregio e parte attiva nella certificazione energetica<br />

dell’edificio.<br />

Un impianto fotovoltaico quanta CO2 riduce?<br />

E' possibile stimare la quantità di emissione di anidride carbonica e di altre sostanze<br />

inquinanti contribuenti all'innalzamento dell'effetto serra pari a 0,35 kg per ogni kWh<br />

prodotto mediante un sistema a generazione fotovoltaica. Ipotizzando una produzione<br />

media annuale, alle latitudini dell'Italia centrale, pari a 1460 kWh, con un impianto di<br />

potenza nominale da 1 kWp, si può dire che la quantità di anidride carbonica non emessa<br />

in un anno sia pari a 780 Kg per ogni chilowatt di picco installato. Se si considera il ciclo di<br />

vita previsto per la durata media di un impianto, pari a circa 30 anni, la stima complessiva<br />

a fine ciclo sarà di circa 23.400 Kg di emissioni di CO2 evitate per ogni chilowatt di picco<br />

installato.<br />

Sposato, fidanzato o single?<br />

Single.<br />

Come si vive l’essere single, oggi?<br />

Essere single può essere anche molto divertente. Questo però alla lunga ... diciamo pure<br />

che all’orizzonte, fra i miei progetti più ambiti c’è il cominciare a costruire le fondamenta di<br />

un solido rapporto ... sai, non lascio nulla al caso, essendo io ingegnere (sorride ...)<br />

MARCO<br />

CINALLI<br />

C.da Montecantino 87 _ Massignano (AP)<br />

marcosolarpv@gmail.com _ mobile: 340.1422309<br />

LEVERE"FABBRICHEDILAVORO"<br />

Ingegneria,architettura<br />

e green economy:<br />

www.donnaimpresa.com 27


Il suo interesse per le rinnovabili nasce già con la carriera<br />

universitaria in Ingegneria Ambientale; interesse che ha<br />

ulteriormente approfondito negli anni 2002/2003 in<br />

Spagna, durante un master post-laurea in “Tecnologia<br />

ambientale”.<br />

Sempre In Spagna, negli anni successivi, ha lavorato nel settore del trattamento delle acque ed in seguito nel<br />

campo delle rinnovabili. E’ nel 2006, quando per motivi familiari si è trasferito in Italia e precisamente ad Ascoli<br />

Piceno città natale di sua moglie Paola Agostini dalla quale aspetta una bambina, che Carlos Alberto ha aperto<br />

la ditta individuale “Soluzione Ambiente” dedicandosi al settore energetico in edilizia oltre che alla certificazione<br />

energetica ed al solare termico, settore attraverso il quale, anche grazie al I° conto energia nel 2007, ha<br />

notevolmente rafforzato la sua, sebbene già consolidata, penetrazione sul territorio mettendo a punto una più<br />

che ragguardevole quantità di impianti domestici di piccola dimensione. Riconducibile alla seconda metà<br />

dell’anno 2009, il momento del vero boom del fotovoltaico in Italia, il suo volgere lo sguardo alla certificazione<br />

energetica e ad impianti di dimensioni maggiori: i cosiddetti “campi fotovoltaici”, collaborando con vari gruppi di<br />

investimento italiani ed esteri ed investitori privati italiani. Ha progettato, sviluppato ed autorizzato circa 12 MW<br />

di impianti a terra senza però mai abbandonare gli impianti domestici di piccola taglia per i quali prospetta la<br />

soluzione “chiavi in mano” così come la sola progettazione ed autorizzazione. Il 2010-2011 è l’arco temporale<br />

nel quale l’impegno si è rivolto prevalentemente al supporto logistico, di cantierazione e nella direzione lavori di<br />

tre delle centrali fotovoltaiche precedentemente autorizzate. Nel frattempo, l’esperienza pluriennale maturata<br />

nel campo del fotovoltaico, gli ha consentito di operare anche come consulente per il disbrigo delle pratiche<br />

Enel, GSE e Agenzia delle Dogane per vari impianti di grande taglia. Le prospettive di crescita della ditta sono<br />

ottime, anche nonostante le attuali politiche energetiche del Governo ed i conseguenti tagli alle tariffe<br />

incentivanti. Ci sono per lui interessanti progetti di inserimento in Romania e Grecia anche per quel che è<br />

relativo all’eolico, alla cogenerazione da biomasse e, non ultimi, al geotermico e idroelettrico, ciò senza tuttavia<br />

smettere di credere nel solare, nel termico e fotovoltaico che restano ancora campi di primario interesse.<br />

Da cosa è costituito un sistema fotovoltaico?<br />

Un sistema fotovoltaico è essenzialmente costituito da un generatore, da un sistema di condizionamento e<br />

controllo della corrente elettrica generata, da un eventuale accumulatore di energia o batteria (per rendere<br />

disponibile in tutte le ore la corrente elettrica continua generata), dalle strutture di sostegno per i moduli. Il<br />

generatore fotovoltaico è costituito da un insieme di moduli fotovoltaici collegati in maniera tale da ottenere i<br />

valori di potenza e tensione desiderati. Più moduli formano un pannello. Un insieme di pannelli, collegati<br />

elettricamente in serie costituisce una stringa. Più stringhe costituiscono il generatore fotovoltaico. Il sistema di<br />

controllo della corrente elettrica è costituito da un inverter (che trasforma la corrente continua prodotta dai<br />

moduli in corrente alternata fruibile dalle utenze) e da un dispositivo che massimizza la potenza trasferibile dal<br />

generatore fotovoltaico (il cosiddetto inseguitore del punto di massima potenza).<br />

I sistemi fotovoltaici hanno un forte impatto estetico?<br />

Le valenze estetiche dei moduli fotovoltaici richiedono la consapevolezza di dover lavorare con materiali e<br />

componenti innovativi, caratterizzati da aspetti cromatici, dimensionali e percettivi unici. Negli edifici di nuova<br />

costruzione, tali caratteristiche possono essere utilizzate all'interno del progetto come occasioni di<br />

innalzamento qualitativo delle caratteristiche estetiche del manufatto. Negli edifici storici e negli interventi di<br />

recupero di architetture di particolare valenza, saranno da utilizzare componenti specifici con superfici<br />

traslucide, caratterizzate da colori differenti o sostituire parti e componenti con elementi nuovi, quali tegole o<br />

scandole fotovoltaiche, vetri per infissi, lamelle di persiane, superfici flessibili con celle in silicio amorfo. In<br />

quest'ultimo caso la valutazione delle proposte terrà in forte considerazione l'impegno profuso nella<br />

massimizzazione dell'integrazione delle nuove tecnologie nei contesti di particolare pregio architettonico.<br />

I moduli fotovoltaici possono essere coperti in qualche modo?<br />

ll progetto di integrazione dei moduli fotovoltaici può essere sviluppato secondo due distinte linee di intervento:<br />

sostituendo parti e componenti con specifiche soluzioni, lasciando rileggere senza mimetismi le valenze<br />

estetiche delle nuove tecnologie, oppure minimizzando le interferenze tra le parti differenti dell'edificio,<br />

mediante uno studio appropriato delle soluzioni di dettaglio.<br />

Come e dove possono essere installati i moduli fotovoltaici?<br />

Devono essere posizionati rivolti a Sud, con un'inclinazione ottimale delle superfici di captazione di circa 20 -<br />

30° rispetto al piano orizzontale. Se non è possibile questo posizionamento si può anche sfruttare la facciata<br />

del palazzo, anche se la disposizione verticale, alle latitudini italiane non è quella ottimale, perché comporta un<br />

abbassamento dei rendimenti, non potendo sfruttare al massimo la radiazione solare diffusa. Sono, in ogni<br />

caso, da valutare attentamente le condizioni di soleggiamento, evitando le zone d'ombra o l'interferenza anche<br />

di piccoli ostacoli, quali pali o alberi che rischiano di compromettere il rendimento o l'intero funzionamento del<br />

sistema. I luoghi di posizionamento possono essere i seguenti: su tetti inclinati, sfruttando generalmente la<br />

pendenza delle falde del tetto; su coperture piane, mediante l'utilizzo di adeguate strutture di sostegno per<br />

raggiungere l'inclinazione ottimale dei moduli; sulle facciate dell'edificio, sfruttando in prevalenza la radiazione<br />

solare diffusa, anche se con rendimenti minori; su frangisole, brise-soleil, tettoie, lamelle anche orientabili,<br />

collocate sulle facciate degli edifici, evitando tutte le possibili situazioni di ombreggiamento; su lucernai,<br />

utilizzando moduli completamente opachi o anche moduli traslucidi che permettono il passaggio parziale della<br />

luce solare negli spazi interni sottostanti; su balaustre, parapetti e fioriere, generalmente in facciata degli edifici;<br />

su pensiline e altre strutture di copertura di spazi pedonali o parcheggi.<br />

CARLOS ALBERTO<br />

MUNERA<br />

Via Vidacilio 17 _ Ascoli Piceno _<br />

ing_munera@soluzioneambiente.com _ www.soluzioneambiente.com<br />

mobile: 3297372980


Francesco è un ingegnere industriale<br />

laureatosi con il massimo dei voti (e lode)<br />

all’Università Politecnica delle Marche. Vive<br />

a Fermo con la sua Compagna Alessandra<br />

Spreca, in dolce attesa. Francesco si<br />

occupa dacchè è iniziata la sua carriera, di<br />

impiantistica in genere (civile ed industriale)<br />

sebbene poi, vista la forte spinta propulsiva<br />

delle energie rinnovabili di questi ultimi anni,<br />

abbia deciso di dedicarsi prevalentemente a<br />

questo settore sia per ciò che concerne la<br />

parte termotecnica, quanto per quella<br />

elettrica.<br />

Il suo trascorso professionale è costellato da una vasta moltitudine di impianti di<br />

cogenerazione e trigenerazione, ciò prima che l’approccio alle energie rinnovabili<br />

gli fornisse l’intuizione che quella neonata sensibilità ambientale era il preludio di un<br />

diverso modo di concepire la vita e con essa, l’economia. Oggi, neppure<br />

quarantenne, vanta già un curriculum di tutto rispetto che, dati alla mano, fanno<br />

oltre 25 megavat di impianti progettati in tutta Italia. Nel suo futuro, oltre il bellissimo<br />

evento di diventare papà, c’è il mercato estero. In effetti ci confida di voler ampliare<br />

il suo orizzonte professionale, sempre nel campo delle rinnovabili, dell’impiantistica<br />

civile ed industriale, della cogenerazione e trigenerazione, del biogas e biomasse al<br />

Nord Africa ed all’Europa dell’Est che ad oggi risultano ancora territori poco sfruttati<br />

sebbene con grandi potenzialità.<br />

Fotovoltaico perché Francesco?<br />

Innanzi tutto perché rispetta l’ambiente: la produzione e il consumo di energia<br />

fotovoltaica non hanno effetti inquinanti, poi anche perché è un ottimo investimento:<br />

esso rappresenta un affare per l’investitore, garantito da un rendimento certo e da<br />

brevi tempi di ritorno dell’investimento. Indispensabile sottolineare come la<br />

posizione geografica e l’irraggiamento solare del nostro Paese consenta di sfruttare<br />

al meglio l’energia fotovoltaica con conseguenti vantaggi per il privato quanto per<br />

l’economia italiana, nonché come la vita operativa utile ci ciascun impianto sia molto<br />

lunga oltre che essere adattabile a qualsivoglia spazio e/o struttura.. a partire dal<br />

piccolo terrazzo di casa fino agli insediamenti industriali ed i terreni non utilizzati: un<br />

impianto fotovoltaico installato in terreni non edificabili e difficilmente coltivabili,<br />

permette una alta rendita assicurata.<br />

A riprendere uno slogan che personalmente ho trovato molto incisivo. “Lo<br />

stato dalla parte del sole” ci spieghi in maniera esaustiva che cosa si intende<br />

per “Conto Energia”?<br />

Il "Conto Energia" è il decreto che fissa un incentivo per 20 anni per privati, imprese<br />

ed enti pubblici che installano un impianto solare fotovoltaico (cioè un impianto che<br />

genera elettricità dall'energia solare) allacciato alla rete elettrica. L'incentivo è<br />

ovviamente proporzionale all'energia elettrica generata. E’ attraverso il Quarto<br />

Conto Energia, decreto che stabilisce i nuovi incentivi per il fotovoltaico, che si è<br />

raggiunto un compromesso tra il ministero dello Sviluppo economico e quello<br />

dell'Ambiente affinchè tali incentivi vengano erogati nel momento stesso in cui i<br />

nuovi impianti fotovoltaici saranno collegati alla rete elettrica e, non di meno, è<br />

previsto un indennizzo ai proprietari degli impianti qualora ci fossero ritardi nella<br />

connessione. Uno degli aspetti principali del nuovo decreto riguarda le diverse<br />

riduzioni tariffarie che si succederanno nel corso del periodo di validità e che si sono<br />

rese necessarie in quanto il costo degli stessi pannelli fotovoltaici si è ormai ridotto<br />

rispetto agli anni scorsi. Nonostante i tagli in programma il livello delle tariffe resterà<br />

buono e garantirà sicuramente la convenienza degli investimenti negli impianti,<br />

siano essi residenziali che industriali. La remunerazione sarà ovviamente diversa<br />

dal Nord al Sud, perché il medesimo impianto da 3kW che a Milano produce in un<br />

anno c.a. 3500 kWh, a Palermo, dove c'è più sole, potrà produrre, nel medesimo<br />

arco temporale, oltre 4500 kWh. Pertanto, riferendoci ad un impianto su edificio<br />

installato in Giugno 2011, noteremo come il proprietario dell'impianto di Milano<br />

riceverà dal GSE 3500 x 0,361 = 1.263,50 € all'anno, mentre il proprietario<br />

dell'impianto di Palermo riceverà 4500 x 0,361 = 1.624,5 € annuali.<br />

E la bolletta dell'energia elettrica?<br />

Riprendendo l'esempio precedente, se il mio consumo annuo è, ad esempio, di<br />

3500 kWattora (chiamati "scatti" sulla bolletta), e il mio impianto produce 3500<br />

FRANCESCO<br />

RONGONI<br />

C.da Camera 72_ Fermo _<br />

mobile: 389.1230448<br />

francesco.rongoni@gmail.com


kWattora all'anno, la bolletta si compensa con lo "scambio sul posto". Questo<br />

meccanismo si effettua con il GSE con un conteggio su base annua dei kWattora<br />

consumati e dei kWattora prodotti. Dal 2009 il GSE provvede a rimborsare<br />

direttamente il costo dell'energia elettrica pagato al proprio gestore.<br />

E dunque, se installo un tetto fotovoltaico risparmio anche sulla bolletta<br />

elettrica?<br />

Certamente, se istallo sul tetto di casa un impianto fotovoltaico che produce 3500<br />

kWattora/anno, oltre a ricevere gli incentivi di cui sopra, mi viene rimborsato dal<br />

GSE anche il costo pagato per l'energia elettrica, che ad esempio per il primo anno<br />

è di c.a. 600 €<br />

L'incentivo del Conto Energia e il risparmio sulla bolletta elettrica si<br />

sommano?<br />

Sì, i due importi si sommano, e quindi in un anno guadagno a Milano 1.263,50€ dal<br />

Conto Energia e 600 € dallo scambio sul posto, e quindi, con un impianto da 3500<br />

kwh/anno, ricavo 1863,50 € all'anno. A Palermo, il mio ricavo è di 1.624,5 + 600 =<br />

2224,50 € all'annue.<br />

Vediamo allora che cosa succede in 20 anni…<br />

In 20 anni, il guadagno del Conto Energia + il risparmio sulla bolletta sono:<br />

(1263,50€ + 600 €) x 20 anni = 37.270 € a Milano; (1624,50 € + 600 €) x 20 anni =<br />

44.490€aPalermo.Questoragionamento semplificato non tiene conto dei<br />

prevedibili aumenti della bolletta elettrica: se soltanto ipotizziamo un aumento<br />

medio della bolletta del 5% l'anno, le cifre precedenti diventano di oltre 40.000 € a<br />

Milano e di oltre 50.000€aPalermo.<br />

E quanto costa un impianto che produca 3500 kWattora all'anno?<br />

Al Nord Italia per ottenere questa produttività ho bisogno di un impianto da 3 kW di<br />

potenza, e il costo chiavi in mano è di c.a. 12.500€+IVA… comedirecheconil<br />

Conto Energia ho un rendimento dal 300 al 400% sul capitale investito , senza<br />

alcun rischio finanziario. I nostri conterranei del Sud sono ancora più fortunati a tal<br />

proposito, perché hanno più sole,ealorobastaunimpianto da 2,34 kW per<br />

produrre la stessa energia; ciò vuol dire che spenderanno c.a. 10.500 € IVA e<br />

installazione incluse: ma per loro il capitale sarà più che quadruplicato .<br />

Deducibilità 55% IRPEF per 5 anni<br />

Nonostante la palese evidenza economica, alcuni "incontentabili" sono soliti<br />

chiedere se è possibile anche dedurre il costo dell'impianto dall'Irpef. La risposta in<br />

questo caso è negativa, o più precisamente, deducibilità IRPEF e conto energia<br />

sono in alternativa: o l'uno o l'altro, e pertanto è difficile che si vada a scegliere un<br />

risparmio del 55% contro una convenienza di oltre il 300%, non ti sembra?<br />

Proseguendo nelle mie riflessioni, e più precisamente nell'ottica di un crollo<br />

futuro dell'energia disponibile pro capite (crollo oramai ampiamente palesato<br />

dai più che, seppure annunciato come possibile e non assodato, pone, al di là<br />

dell’ovvio quesito relativo all’attendibilità della notizia, quello di ragionare su<br />

come far fronte ad una richiesta comunque sempre maggiore di energia),<br />

quali, le risorse a cui appellarci per far fronte a questo nuovo scenario ed al<br />

contempo per alleggerire il peso di questa fortissima dipendenza nei<br />

confronti di quei paesi fornitori dai quali inesorabilmente dipendiamo? La<br />

situazione sarebbe senz'altro drammatica e condurrebbe a scenari<br />

semiapocalittici ..<br />

La disponibilità di adeguate risorse energetiche e il possesso di tecnologie per la<br />

loro produzione ed il loro consumo rappresentano la condizione necessaria per il<br />

progresso economico e civile di un paese . L'energia utilizzata oggi a livello<br />

mondiale che trae origine da combustibili fossili sono, per loro stessa natura,<br />

esauribili. Al contrario, il sole e il vento, l'acqua e la biomassa, le maree e il calore<br />

della Terra costituiscono tutte fonti inesauribili e rinnovabili di energia. Le loro<br />

tecnologie di sfruttamento producono, inoltre, un impatto sull'uomo e sull'ambiente<br />

assai limitato, e rappresentano l'unica opzione percorribile per aggredire alle radici<br />

il problema dell'effetto serra, causato dall'accumulo di anidride carbonica<br />

nell'atmosfera. Le energie rinnovabili pertanto, energia eolica, solare (termica e<br />

fotovoltaica), idraulica, mareomotrice, geotermica e da biomassa, sono da ritenersi<br />

un’alternativa fondamentale ai combustibili fossili. Il loro impiego permette di ridurre<br />

non soltanto le emissioni di gas a effetto serra provenienti dalla produzione e dal<br />

consumo di energia, ma anche la dipendenza dell’Unione europea (UE) dalle<br />

importazioni di combustibili fossili, in particolare gas e petrolio, ciò a rispondere alla<br />

tua domanda sulla necessità di una, sebbene graduale, conquista di un’autonomia<br />

energetica.


Generazioni<br />

a confronto<br />

sulle<br />

“Dune del Delta”<br />

La Del Vecchio Carlo Costruzioni Edili è un partner affidabile per enti<br />

pubblici e privati; essa nasce dall'esperienza maturata nel campo<br />

della famiglia Del Vecchio. Impegnato nel cantiere di famiglia fin da<br />

ragazzo, Carlo grazie alla propria tenacia, fatica e costanza,<br />

acquisisce professionalità e competenza che oggi mette a<br />

disposizione dei propri clienti.<br />

“Il progetto che sto realizzando con la mia ditta a Ravenna – ci dice - e, nello specifico, si tratta di un parco botanico e zoologico<br />

che intende ispirarsi a una nuova filosofia alle cui basi c’è un rapporto diverso, più lucido e consapevole, tra l’uomo e l’ambiente, e<br />

più in particolare, tra l’uomo e gli animali. Stiamo attraversando un periodo storico contraddistinto da una crescente sensibilità verso<br />

questi nostri vicini di casa sul pianeta. Occorre pertanto operare affinchè questa non resti una moda ma cresca verso una nuova<br />

cultura ecologica”. Alla mia domanda su come fosse possibile comprendere e amare qualcosa che non si conosce, che non si tocca<br />

con mano, risponde “È proprio partendo da questo principio che Le Dune del Delta vuole creare un luogo che permetta all’uomo di<br />

appassionarsi degli animali e dell’ambiente, di capire le intime leggi che regolano il delicato equilibrio di rapporti e dipendenze<br />

presenti in ogni nicchia ecologica, portando al grande pubblico uno sguardo d’insieme dell’animale e del suo mondo. Incontrare e<br />

conoscere per poter comprendere, rispettare e tutelare la natura che ci circonda. Per far questo il Parco terrà conto delle esigenze<br />

etologiche degli animali, mettendo a disposizione gli spazi regolamentati dalle leggi regionali, provvedendo al loro benessere, con<br />

acque correnti, ricoveri all’ombra, alimentazione quanto più possibile naturale, locali adeguati, ecc. Sia per gli animali indigeni che<br />

per quelli esotici, i luoghi di permanenza prevedono dei ricoveri dove l’animale possa occultarsi, lasciando a lui la decisione se<br />

mostrarsi al pubblico oppure restarsene invisibile. Il parco inoltre vuole porsi in collaborazione con il Corpo Forestale e i Centri di<br />

Accoglienza per animali esotici, al fine di offrire ospitalità, cure e assistenza agli animali esotici provenienti dalle più svariate<br />

situazioni. La vera punta di diamante de “Le Dune del Delta” saranno le tre Palazzine della Divulgazione: (“Interattività con gli<br />

Animali: la Nursery”, “Le Bio Diversità Notturne” e, un omaggio alle terra di Ravenna, il progetto scientifico/divulgativo “Dal Mare alla<br />

Terra”), strutture a tema che permetteranno a tutti i visitatori un incontro guidato e più ravvicinato con aspetti altrimenti poco visibili<br />

del mondo animale. Le tre Palazzine Divulgative sono concepite oltre che per i normali visitatori, anche per accogliere un pubblico<br />

scolare di ogni età e grado, grazie alla presenza di personale esperto e alla realizzazione di progetti didattici loro dedicati. Ma non<br />

solo le scuole, anche le Università potranno guardare a Le Dune del Delta come a un partner ideale per itinerari di studio e<br />

osservazione sul campo, nell’ambito della zoologia, etologia, veterinaria, botanica e molte altre discipline”.<br />

COSTRUZIONI EDILI<br />

CARLO<br />

DEL VECCHIO<br />

C.da Casciotta 1/d _ Capodarco di Fermo_impresadelvecchio.c@libero.it _ mobile: 334.6274121<br />

nella foto: da destra: Giuseppe, Stefano e Carlo


In primo piano:<br />

La Spendente che si è costituita come cooperativa nell’anno 1989 con lo<br />

scopo di organizzare e gestire attività e servizi in genere per assicurare<br />

occupazione ai propri soci, è passata in un ventennio da 25 soci lavoratori<br />

iniziali ai 100 attuali, con un fatturato sempre crescente. L’ambito territoriale<br />

in cui opera è quello delle provincie di Fermo, Ascoli piceno e Macerata. E’<br />

dal febbraio 2001 che essa ha iniziato il percorso della Qualità Totale,<br />

incominciando ad implementare alcune procedure tali da garantire la<br />

continuità dei servizi erogati nel rispetto delle leggi che li regolamentano e<br />

offrendoli giorno dopo giorno a livelli qualitativi sempre più elevati. Oggi si<br />

pone l’obiettivo di essere energico ed affidabile supporto agli enti locali<br />

offrendo servizi e personale qualificato: pulizie di enti pubblici e privati;<br />

trasporto scolastico; raccolta rifiuti igiene urbana; raccolta differenziata ad<br />

una percentuale dell’80%; assistenza anziani e assistenza negli scuolabus;<br />

gestione mense (per un totale di circa 20 comuni).<br />

Come<br />

CARLO<br />

avviene la raccolta differenziata dei rifiuti?<br />

La Splendente<br />

LARACCOLTADIFFERENZIATAFRALIMITICULTURALIE<br />

NUOVEPROSPETTIVEDICRESCITA.<br />

Ne parliamo con Massimo Del Prete.<br />

I rifiuti differenziati sono raccolti ogni giorno; per ogni tipo un giorno<br />

prestabilito. La frazione di organico viene raccolta sette giorni su<br />

sette, invece al fine di evitare cattivi odori.<br />

La vostra Cooperativa opera nelle Marche e nello specifico in tre,<br />

delle cinque province: e cioè Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. In<br />

relazione a questa premessa, mi chiedevo quanto potesse essere<br />

radicata, in questa terra, tale cultura e come, a parer tuo, nel<br />

momento in cui essa non sia considerata che agli albori, come sia<br />

possibile coinvolgere maggiormente le persone ad eseguirla in<br />

maniera più responsabile ...<br />

Per riuscire in questa iniziativa è necessaria una grande<br />

determinazione soprattutto ove, e mi ricollego alla tua domanda,<br />

come nelle nostre zone, non è ancora radicata la cultura della<br />

raccolta differenziata. Mi sento di ringraziare in modo particolare tutti<br />

i nostri operatori, i quali, ogni giorno, con grande convinzione<br />

svolgono il loro lavoro. Fondamentale e necessaria è la<br />

collaborazione dei cittadini, degli enti e delle Pro-loco, anche se<br />

bisogna fare di più, ad esempio attraverso l’emanazione di un<br />

disciplinare, vale a dire di una serie di regole da seguire per poter<br />

differenziare bene i rifiuti.<br />

In futuro, potete prevedere vantaggi per i cittadini che faranno<br />

raccolta differenziata? E quali vantaggi ci saranno in generale?<br />

Sicuramente ci saranno vantaggi per tutti, non solo economici. I<br />

cittadini si sentiranno protagonisti nella creazione di un ambiente più<br />

pulito grazie alla loro collaborazione, al loro coinvolgimento in prima<br />

persona, rendendosi così protagonisti di civiltà. In futuro, se i<br />

cittadini continueranno a collaborare praticando più attivamente la<br />

raccolta differenziata e praticandola correttamente, i benefici non si<br />

faranno attendere e saranno possibili anche agevolazioni tariffarie<br />

sulla bolletta della nettezza urbana. La raccolta oggi viene per lo più<br />

ancora effettuata porta a porta davanti alle abitazioni e davanti a tutti<br />

i negozi .. ma bisognerebbe a mio parere, sensibilizzare sempre<br />

maggiormente le amministrazioni affinchè vengano create isole<br />

ecologiche ove siano previsti contenitori per tutti i tipi di raccolta;<br />

isole ecologiche ben fatte per ogni singolo condominio e frazione<br />

che non debbano sembrare discariche metropolitane a cielo aperto.<br />

Qualche consiglio ai cittadini per una corretta raccolta differenziata<br />

La qualità della raccolta differenziata è molto importante. È<br />

importante separare bene i rifiuti, perché vengono remunerati in<br />

base alla loro purezza (carta, cartone, vetro). Ad esempio, nella<br />

raccolta di carta e cartone non devono essere presenti parti<br />

plastificate come pellicole che inquinano la purezza della partita di<br />

rifiuti. Analogo discorso per il vetro, nel quale non devono essere<br />

presenti parti metalliche, tappi che andrebbero gettati nell’apposito<br />

contenitore. Questo per evitare che una partita di differenziata sia<br />

trasformata in indifferenziata perché non pura, annullando gli sforzi<br />

e gli impegni di chi differenzia.<br />

Quali sono le prospettive della cooperativa per il futuro?<br />

Il nostro obiettivo è quello di ampliare le aree di raccolta<br />

differenziata porta a porta in tutti i comuni e di compiere un servizio<br />

sempre più efficace in modo da raggiungere nei prossimi anni una<br />

percentuale addirittura superiore al già soddisfacente dato (80%) di<br />

rifiuti differenziati. Inoltre, il nostro scopo è di riuscire a coprire<br />

attraverso tutti nostri servizi, l’intero territorio delle provincie nelle<br />

quali operiamo. Tornando al differenziato è utile precisare come vi<br />

sia la consapevolezza che nella nostra regione il servizio sia stato<br />

attivato in ritardo rispetto ad altre regioni e città d’Italia… e in grave<br />

ritardo rispetto all’Europa, in particolare ai Paesi del Nord, ma vale<br />

la pena recuperare in fretta il tempo perduto perché ,sono certo, e<br />

anche i cittadini se ne convinceranno sempre di più, che fare un<br />

servizio di questo genere all’ambiente equivale a fare un servizio<br />

per tutti rendendo il cittadino protagonista in questo processo di<br />

rispetto e di civiltà, non solo nei confronti dell’ambiente, ma anche e<br />

soprattutto verso se stesso.<br />

PETRITOLI _ ITALY<br />

MASSIMO<br />

DEL PRETE<br />

LA SPLENDENTE - Via Pacifico Marini 52_ petritoli _ Tel. 658493<br />

info@lasplendente.it _www.lasplendente.it


Le donne<br />

lo fanno<br />

meglio.<br />

Le donne, dicono i sondaggi, sono più brave a<br />

carpire le mute sollecitudini di una natura che<br />

rivendica il suo sacrosanto primato a tornare al<br />

centro degli interessi collettivi. Non ci sono risposte<br />

facili, né tantomeno strade facili e di questo tutti ne<br />

siamo consapevoli. Ci sono però molti percorsi<br />

intrapresi con coraggio, impegno, finanche a volte,<br />

abnegazione e ciò è già molto perché rispetto ed<br />

amore viaggiano di pari passo. Amore per il nostro<br />

futuro, che è anche e soprattutto il futuro dei nostri<br />

figli, che si trasforma in azione attraverso la vita di<br />

persone che hanno risposto alla chiamata di salvare<br />

la nostra specie, e molte di queste persone sono<br />

donne. Donne le cui storie gridano un messaggio:<br />

credere e sostenere che un mondo sano, prospero,<br />

pacifico, amorevole, giusto e sostenibile è non solo<br />

possibile, ma che sta succedendo. Proprio ora.<br />

Ingegneria,architettura<br />

Leie economy:<br />

green LEVERE"FABBRICHEDILAVORO"


Le Dune del Delta un parco<br />

per gli animali, l’ambiente e<br />

la ricerca scientifica<br />

La scelta progettuale è stata quella di allestire un Parco dove gli animali (solo esemplari nati e<br />

cresciuti in Italia, già in cattività) vivono in stato semi-brado come filosofia vincente per il<br />

benessere degli animali mantenuti, prendendo le distanza dalla tipologia più diffusa, almeno in<br />

Italia, dello zoo, che prevede diversamente la detenzione degli animali all’interno di gabbie che<br />

lo rinchiudono in ambienti spesso, marcatamente artificiali.<br />

RAVENNA<br />

ITALY<br />

A parlarci del progetto, l’Architetto che<br />

nel deserto” deve, non solo curare la conservazione, ma anche la<br />

promozione alla società.<br />

lo ha eseguito:<br />

Sebbene sia facilmente intuibile, ti chiedo di dirci il perché della<br />

ALESSANDRA denominazione “Animal Docet”..<br />

RUSTICALI<br />

“Animal Docet” ovvero “gli Animali Insegnano”, è un’area destinata alla<br />

concreta familiarizzazione con quelle specie animali che da millenni<br />

affiancano l’uomo aiutandolo nelle necessità.<br />

Come è strutturato e a quali funzioni assurge il Polo scientifico<br />

In che cosa si differenzia Alessandra, questa iniziativa da quelle Divulgativo, l’altro spazio che unitamente all’area Animal Docet<br />

già presenti in Italia?<br />

alla quale poc’anzi accennavamo, hai ritenuto appellare “la punta<br />

Oltre che per la particolare attenzione posta nel percorso guidato di diamante del Parco” ?<br />

all'interno del parco, e per i suoi aspetti di Ricerca e Didattica, si Il Polo scientifico Divulgativo è costituito essenzialmente da spazi, unici<br />

differenzia per le sinergie con l'Università degli Studi di Bologna, Centro per caratteristiche in Italia, in cui si svolgeranno incontri, conferenze e<br />

Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali, Polo di mostre, soprattutto in funzione educativa, per bambini e ragazzi delle<br />

Ravenna, e soprattutto si distingue per il rapporto con l'ambiente suole, che potranno acquisire nuove conoscenze e l’attitudine al<br />

circostante. Il parco è stato concepito nel rispetto dell’equilibrio tra rispetto consapevole della natura e degli animali.<br />

uomo e ambiente e tra uomo e animali, con particolare attenzione alle Parliamo di sostenibilità, quali i criteri?<br />

direttive europee relative alla custodia degli animali selvatici nei giardini Molta attenzione è stata rivolta alla sostenibilità ambientale<br />

zoologici. Uno degli obiettivi del Parco Tematico Faunistico è quello di dell’intervento che ha guidato le scelte dei materiali, delle tecniche e<br />

offrire ai visitatori delle occasioni per entrare in contatto più intimo, e se delle tecnologie utilizzate per la realizzazione e la gestione del Parco: i<br />

possibile operativo, con la natura ragion per cui esso si sostanzia di un materiali per la realizzazione dei riporti del terreno rispettano le<br />

progetto realizzato con particolare attenzione verso al sua integrazione caratteristiche di “materiali non inquinanti e non classificabili come<br />

con il territorio e il paesaggio che lo accoglie. Ed è sempre nel rispetto rifiuti; minima impermeabilizzazione delle superfici, che consente il<br />

della sostenibilità che sono stati declinati gli elementi che<br />

recupero totale del suolo per altri usi in caso di dismissione dell’attività;<br />

caratterizzano questa porzione di territorio mantenendo il rapporto tra immobili di progetto di tipo “leggero e “smontabile”, ovvero costruiti<br />

terra e acqua che qui, data la presenza dominante della campagna e adottando sistemi “Struttura/Rivestimento” connessi a secco; recupero<br />

dei suoi terreni agricoli, e di molti canali e fiumi, di cave e del mare, e riutilizzo interno delle acque per ridurre al minimo gli sprechi di acqua<br />

risulta essere molto forte. In tutta l’area destinata agli animali è stato pulita e non ultimo, l’ utilizzo di energia derivante da fonti di energia<br />

lasciato il terreno naturale, arricchito con dei dolci dislivelli artificiali rinnovabile.<br />

(collinette) e molti piccoli specchi d’acqua; sono stati inoltre inseriti Leggo nel progetto che i ricoveri degli animali, così come pure la<br />

ambienti rocciosi e ambienti simil -savana (sabbioso), dove si andranno Grande Serra sono stati realizzati con tecnologie a secco, ovvero?<br />

ad allocare gli animali collegati al biotipo stretto naturale (esempio Ovvero strutture semplici con coperture leggere che richiamano le<br />

fenicotteri nel lago, dromedari e zebre zona di savana, cervi e daini strutture agricole per i fabbricati di servizio che punteggiano la<br />

zona rocciosa, bovidi zona boschiva).<br />

campagna circostante, realizzate totalmente in legno: la struttura è<br />

Quali, le caratteristiche del Parco sia dal punto di vista strutturale<br />

costituita da un sistema di capriate sorrette da pilastri entrambi di legno<br />

massello, e il rivestimento è realizzato con doghe sovrapposte<br />

che da quello dei servizi offerti al visitatore..<br />

anch’esse in legno. Queste tecnologie, oltre ad aver permesso di<br />

Cominciamo nel dire innanzi tutto che l’ingresso, allacciato ad una<br />

comprimere i tempi esecutivi grazie alla completa prefabbricazione in<br />

bretella dell’arteria di grande traffico S.S. Adriatica, avviene mediante<br />

stabilimento degli elementi e a velocizzare la fase di assemblaggio<br />

una strada in stabilizzato che attraversa il parcheggio auto e autobus,<br />

degli stessi in cantiere, rendono queste costruzioni reversibili. Esse<br />

piantumato oltre che con alberi e arbusti naturali, anche con grandi<br />

consentono di smontare e sostituire, in caso di necessità, gli edifici o<br />

alberi tecnologici che provvedono all’ombreggiamento e alla captazione<br />

solo alcune parti (adeguamento dimensionale, funzionale,<br />

dell’energia solare mediante un impianto fotovoltaico integrato.<br />

deterioramento), e poi di recuperare e riutilizzare gli elementi costituitivi<br />

Superate le biglietterie, il percorso continua per 3.3 Km conducendo, in<br />

stessi, riducendo, o addirittura eliminando, la produzione di macerie e<br />

un unico senso di marcia, il visitatore ad emozionanti diretti incontri con quindi di scarti.<br />

gli animali ospitati all’interno, accolti in grandi spazi separati per i Se parliamo di sostenibilità non possiamo non puntare<br />

diversi biotipi naturali e provvisti di ricoveri di legno di dimensioni<br />

l’attenzione sulla scelta di alimentare il parco con energia solare…<br />

opportune. Vorrei sottolineare che l’exursus, qualora lo si preferisse per No, non possiamo tralasciare questo importante aspetto. Sia a<br />

suggestione, può essere anche effettuato con il proprio veicolo, invece copertura della Grande Serra quanto sulla chioma degli alberi<br />

che usufruire del trenino elettrico condotto dagli addetti. A separare il tecnologici di tutta la superficie del parcheggio sono stati, in effetti,<br />

Parco dal parcheggio è la Grande Serra, una pensilina metallica installati, dei pannelli fotovoltaici per limitare l’utilizzo di energia<br />

coperta ma aperta lungo tutto il suo perimetro, che ospita: un punto prodotta da fonti non rinnovabili. La scelta di adottare queste<br />

ristoro, gli uffici, i servizi igienici, un infopoint, dei negozi ed un<br />

tecnologie, e disporle visibilmente all’interno del parcheggio in cui è<br />

auditorium. Da evidenziare che la Grande Serra oltre ad essere uno convogliato il traffico in entrata e in uscita al Parco e sulla Grande<br />

spazio avveniristico e multimediale dedicato al tempo libero e al relax, Serra che si affaccia ad esso, manifesta l’attenzione verso l’ambiente e<br />

che offre la possibilità di connettersi tramite totem interattivi alle attività la volontà di sensibilizzare i visitatori ai temi del risparmio energetico e<br />

del Parco per scoprire quali percorsi sono presenti e avere tutte le promuovere l’utilizzo delle tecnologie solari per la produzione di energia<br />

informazioni necessarie direttamente sul proprio telefonino,<br />

elettrica.<br />

rappresenta un punto di accesso all’unico percorso pedonale che Ulteriore chiarimento su ciò che avete definito l’ “ Oro Blu”<br />

del<br />

consente di raggiungere il Polo Scientifico Divulgativo e l’area Animal Parco, sebbene poi appaia piuttosto scontato che il riferimento è<br />

Docet i quali, insieme, costituiscono la punta di diamante del<br />

alle risorse idriche...<br />

programma. Concepiti come spazi dedicati allo studio e alla<br />

Sì, è infatti a quelle che ci riferiamo. Gli impianti idrici implementati<br />

divulgazione delle intime leggi che regolano il delicato equilibrio di sono volti al recupero e riutilizzo delle acque usate all’interno del Parco<br />

rapporti e dipendenze presenti in ogni nicchia ecologica e portando al con una gestione sostenibile delle sorgenti che riducono al minimo gli<br />

grande pubblico uno sguardo d’insieme dell’animale e del suo mondo, sprechi di acqua pulita e che, nello specifico, sono costituiti da: un<br />

consentono ai visitatori di appassionarsi agli animali e all’ambiente. Impianto di trattamento e recupero acque di prima pioggia; un Impianto<br />

Importante precisare infine come, queste aree, derivino dalla<br />

di depurazione e recupero acque dei laghetti e di lavaggio delle stalle<br />

convinzione che, un tale progetto, se non vuole restare una “cattedrale ed infine, due impianti di trattamento acque primarie del canale irriguo.


PAOLA<br />

AGOSTINI<br />

Via Vidacilio 17 _ Ascoli Piceno<br />

ITALY<br />

ASCOLI PICENO<br />

ITALY<br />

In Africa si è tenuto il 18 e 19 novembre scorsi a Kampala in Uganda, la<br />

trentaquattresima edizione della sessione plenaria dell'Organizzazione Intergovernativa<br />

sui Cambiamenti Climatici (Ipcc). Preoccupa non poco l'aumento del 5% di fabbisogno<br />

energetico. Il responso è inequivocabile e possiamo riassumerlo in una semplice<br />

frase: si fa poco per le rinnovabili. In quest’incontro è stato formalmente approvato un<br />

documento scientifico, accompagnato da una relazione più propriamente “politica”,<br />

sulla gestione di eventi “estremi” causati dal surriscaldamento globale. L’incontro di<br />

Kampala ha di fatto anticipato la conferenza sul clima di Durban in Sudafrica di fine<br />

novembre. Anche secondo l'ultimo rapporto dell'International Energy Agency (IEA),<br />

reso noto il 9 novembre 2011, lo scenario è molto più preoccupante: se nel 2010, a<br />

causa dell'aumento del 5% del fabbisogno energetico, l'emissione di anidride<br />

carbonica nell'atmosfera ha raggiunto un nuovo picco, per i prossimi vent'anni non si<br />

prevede un cambio di rotta. Anzi la crescita economica globale, l'inarrestabile spinta<br />

demografica e l'accesso di milioni di persone al mondo dei consumi richiederanno<br />

sempre di più energia. Sarà sempre più difficile rimanere sotto la soglia dei 2°C, mentre<br />

bisognerà considerare gli effetti di un drammatico aumento di 3,5oC. Soltanto un<br />

investimento deciso sulle energie rinnovabili potrebbe fermare la corsa al disastro.<br />

Dalla conferenza di Durban l’IPCC ha pubblicato un documento molto preciso ed<br />

esaustivo sulle risorse e sulle possibilità delle energie rinnovabili (RE) che chiarisce la<br />

difficoltà della situazione ma anche tendenze incoraggianti e vie concrete da<br />

percorrere. Secondo il documento le RE (che sommano varie diverse fonti: l’energia<br />

idroelettrica, solare, eolica, geotermica, oceanica e la “bioenergia” a cui si aggiungono<br />

una infinità di varianti) fornivano nel 2008 circa il 19% del fabbisogno totale di energia<br />

(altre fonti calcolano una percentuale di poco inferiore, ma il dato dipende da molti<br />

fattori): un trend in aumento ma ancora troppo lento per incidere veramente<br />

sull’aumento della temperatura. Ancora una volta il problema non è tecnologico ma<br />

politico. Infatti la ricerca scientifica nel settore, pur non avendo gli stessi finanziamenti<br />

per esempio dell’industria militare, sta facendo passi da gigante nel miglioramento del<br />

rendimento energetico, nell’abbattimento dei costi di produzione, allestimento e<br />

gestione delle strutture necessarie. Nell’introduzione al documento si legge tra le altre<br />

cose: “A livello teorico il potenziale delle energie rinnovabili eccede elevatamente tutta<br />

l’energia utilizzata da tutte le economie della Terra… Le energie rinnovabili possono<br />

offrire un gran numero di possibilità e non solo nei riguardi della mitigazione dei<br />

cambiamenti climatici ma anche nella direzione di uno sviluppo economico equo e<br />

sostenibile, dell’accesso all’energia, della sicurezza nei rifornimenti, dell’impatto sulla<br />

salute e sull’ambiente a livello locale”. Incentivi fiscali e stanziamento di soldi pubblici<br />

che vadano in questa direzione sono una strada possibile per diffondere le energie<br />

rinnovabili: ma soltanto un cambio di mentalità collettivo potrebbe portare al reale salto<br />

di qualità. Ma come nasce l’amore per le rinnovabili? Lo chiediamo ad un ingegnere<br />

donna che da molti anni è nel settore.<br />

Il mio percorso professionale comincia con la carriera universitaria con laurea nel 2001 a pieni<br />

voti in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna.<br />

Sono sempre stata propensa alle esperienze professionali all’estero perché convinta che<br />

queste allarghino gli orizzonti e diano una formazione completa, quindi, dopo una breve<br />

esperienza lavorativa in una azienda multinazionale marchigiana nel settore ambiente e<br />

sicurezza, mi sono recata in Spagna per frequentare un master post-laurea di durata biennale<br />

in “Tecnologia ambientale”, focalizzato principalmente sulle energie rinnovabili. In Spagna ho<br />

vissuto per qualche anno, lavorando in una realtà prestigiosa come Ford España S.A. nel<br />

settore qualità. Nel 2006, presentendo l’aria di crisi che già si stava abbattendo sulla Spagna,<br />

ho deciso di tornare in Italia insieme a mio marito, ad Ascoli Piceno, mia città natale. Al<br />

principio ho lavorato nello studio di ingegneria di mio padre, già ottimamente avviato, che<br />

principalmente si occupava di edilizia ed urbanistica. Con la mia presenza ho cercato fin da<br />

subito di portare il settore ambientale nello studio, allargando il nostro campo di azione<br />

dapprima all’energetica e poi anche alle rinnovabili, dapprima solare termico e poi fotovoltaico.<br />

Con l’avvento del Conto energia, dal 2007 al 2009, ho cominciato ad occuparmi<br />

principalmente del fotovoltaico attraverso la progettazione e lo svolgimento di pratiche edilizie,<br />

Enel e GSE per impianti domestici di piccola taglia. A partire da metà 2009 fino ad oggi,<br />

quando in Italia il settore del fotovoltaico ha visto una importantissima crescita, ho cominciato<br />

a progettare, autorizzare e disbrigare tutte le relative pratiche per vari campi fotovoltaici per<br />

una potenza totale di circa 12 MW. Ho realizzato anche vari studi di fattibilità e progetti<br />

preliminari su centrali a biomasse, in particolare ad olio vegetale. Parallelamente, non ho mai<br />

abbandonato le varie attività con cui è nato lo studio: edilizia ed urbanistica, assieme alla<br />

certificazione energetica ed all’impiantistica. Inoltre, grazie all’esperienza maturata nel settore<br />

delle rinnovabili, ho cominciato anche l’attività di consulente per varie ditte ed altri<br />

professionisti.<br />

Non possiamo allora che augurarci, Paola un roseo futuro per le rinnovabili ...<br />

Checkup sulla febbre del pianeta<br />

in primo piano: Paola Agostini, un ingegnere donna che ha basato la sua carriera sulle rinnovabili


Questo<br />

luogo fatto<br />

di parole<br />

appartiene<br />

a tutte noi<br />

donne<br />

VALERIANA MARIANI<br />

AMMINISTRATORE<br />

di World Service<br />

la comunicazione pensata<br />

EDITORE<br />

<strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong> <strong>Magazine</strong><br />

PRESIDENTE NAZIONALE<br />

<strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong><br />

(Artigianato, Commercio<br />

& Industria)<br />

PRESIDENTE<br />

di Aziende Associate<br />

PRESIDENTE NAZIONALE<br />

DI.<strong>Donna</strong> International<br />

Coraggiose che sembravano sul punto di mollare,<br />

ma che hanno trovato la forza per ripartire e<br />

sconfiggere le difficoltà. Una rubrica pensata per<br />

raccontare storie di cambiamenti, sfide, dolori,<br />

metamorfosi e rinascite. Pensata, perché<br />

possiate sentirvi libere di parlare e descrivere<br />

quanto un passato non sempre felice sia stato<br />

schiacciato dalla voglia di rialzare la testa, e<br />

guardare al futuro con occhi diversi e una forza<br />

maggiore. Una rubrica che parlerà di gioie, dolori,<br />

traguardi raggiunti e perché no, da raggiungere;<br />

viaggi dell'anima o verso<br />

Valeriana<br />

terre lontane, alla<br />

<strong>Maria</strong>ni<br />

ricerca di una vita meno vacua e più appagante.<br />

Al femminile naturalmente.<br />

rubrica a cura di Valeriana <strong>Maria</strong>ni<br />

DONNA IMPRESA MAGAZINE - MILANO - ROMA - TORINO - BARI<br />

FIRENZE - BOLOGNA - VERONA - NAPOLI - PORTO SAN GIORGIO - ITALY<br />

www.donnaimpresa.com 45


VIAGGI<br />

ViaTintoretton.7_63066Grottammare(AP)_Tel.0735.632622_Fax.0735.730238_info@estorilviaggi.it<br />

ESTORIL<br />

GROTTAMMARE_ITALY<br />

FEDERICA<br />

MARIANI<br />

con Massimiliano Giorgi e Cristina <strong>Maria</strong>ni (a sinistra<br />

nella foto) all’interno della loro agenzia.<br />

Intervistare mia sorella Federica è<br />

cosa assai difficile, e non solo per me.<br />

Molto timida e riservata, non è<br />

abituata a fotografi, luci, flash o<br />

notorietà in genere in quanto se ne<br />

tiene argutamente alla larga. La cosa<br />

fuor modo apprezzabile di lei è che<br />

riesce a sorridere anche quando la<br />

vita non le regala occasione di farlo.<br />

Sul viso un’espressione serena con<br />

un sorriso appena accennato che si<br />

distende appena mi scorge. Mi<br />

accingo a salutarla con un abbraccio,<br />

il medesimo gesto di affetto che<br />

rivolgo al marito Massimo ed a<br />

Cristina (la più giovane delle donne di<br />

casa <strong>Maria</strong>ni), i quali quotidianamente<br />

condividono con lei la gestione di<br />

quella che non è semplicemente una<br />

professione, ma una passione che si<br />

sono trovati a condividere...<br />

Una location, quella che hai creato con il tuo compagno, Federica<br />

… che sembra sollecitare il desiderio di partire verso orizzonti<br />

ancora non esplorati. Sarà la moltitudine dei colori sapientemente<br />

abbinati, sarà quella luce proveniente dalla grande vetrata che<br />

percorre l’intera facciata dell’agenzia e che si proietta sulla grande<br />

quantità di oggetti provenienti dai Paesi più disparati come ad<br />

invocare di viverli, quei luoghi … sta di fatto che le suggestioni<br />

sono così tante da alimentare il desiderio di fuggire dalle plumbee<br />

tinte di una quotidianità fatta di posti e situazioni che non sempre<br />

possiamo scegliere. A partire da questa premessa, vorrei chiederti<br />

di parlarmi della filosofia che è alla base di una attività particolare<br />

come la tua in cui le aspettative del cliente sono molto alte, che si<br />

tratti di viaggi di lavoro piuttosto che di piacere…<br />

La nostra agenzia di viaggi nasce più di dieci anni fa dalla nostra<br />

grande passione per i viaggi, e soprattutto per la volontà di condividere<br />

le nostre esperienze con le persone che come noi amano conoscere il<br />

mondo. Abbiamo costruito un’azienda forte e dinamica, giovane e<br />

proiettata verso il futuro. La nostra forza e' data dall’attenzione verso il<br />

cliente e dalla professionalità con la quale costruiamo ogni viaggio. E<br />

per questo che vantiamo la collaborazioni con aziende leader nel<br />

settore viaggi, primi fra tutti Alpitour, Francorosso e Costa Crociere con<br />

i quali abbiamo ottenuto grandissimi traguardi. Garantiamo sempre ai<br />

nostri clienti i migliori standard di servizio, offrendo inoltre la nostra<br />

assistenza sia prima che durante il viaggio. Il nostro obiettivo è cercare<br />

continuamente una qualità sempre più alta, abbinata ad un’offerta di<br />

prodotti ampia e completa. Dalle proposte low budget per i giovani e le<br />

famiglie, alle proposte più esclusive e suggestive per i veri amanti del<br />

viaggio. La nostra filosofia aziendale può essere quindi riassunta in<br />

servizi, garanzie per i clienti, etica, cultura del viaggiare. Tanti sono i<br />

progetti per il futuro, come ad esempio l’apertura di nostre filiali per<br />

espanderci nel territorio.


Una tipa tosta. E'<br />

indubbio, anche se lei,<br />

scherzando, si<br />

definisce fragile. Ma è<br />

troppo intelligente<br />

perché ci creda, ed io<br />

troppo caparbia per<br />

crederle. E poi è<br />

bellissima, così bella da<br />

pormi quasi in<br />

soggezione. Ma siamo<br />

amiche ed è bellissimo<br />

che sia proprio lei, dove<br />

altri (uomini e donne)<br />

hanno tentato invano, a<br />

mettermi in una<br />

condizione di piacevole<br />

riverenza. Ora, sono<br />

qui di fronte a lei, rapita<br />

dalla descrizione che ci<br />

regala di se stessa che,<br />

sebbene io conosca,<br />

non mi sottrae dal<br />

rimanerne affascinata.<br />

Ogni volta, come fosse<br />

la prima. Evito di<br />

chiamarla "architetta", è<br />

una cosa che non<br />

sopporto il demarcare il<br />

“genere”...<br />

SI RACCONTA<br />

MONICA<br />

BUCCICONE<br />

Studio Panzarasa_Garlasco (PV)_Via Marconi 27_mail: monicaarchi@libero.it


Una cosa che non ha molto senso, a<br />

parer mio e, sono certa, che una donna<br />

come Monica voglia essere riconosciuta<br />

come un "architetto" (non credo che una<br />

"a" o in una "o" per lei facciano la<br />

differenza) e che di fronte ad un suo<br />

progetto, uno si chiedesse solo se è ben<br />

fatto oppure no. Quello che adoro in<br />

particolar modo però, è il suo riuscire a<br />

trovare il lato positivo in ogni cosa e in<br />

ogni persona, sempre. Parliamo qualche<br />

minuto e subito comprendo che il<br />

sottrarmi all’arduo compito di raccontarla,<br />

è “cosa buona e giusta”… preferisco sia<br />

lei a farlo, in quanto consapevole che<br />

non riuscirei mai ad adempiere al fine di<br />

tracciarle un profilo che la descriva in<br />

tutta la sua essenza.<br />

Risaie come linee rette orizzontali. Vie campestri come linee rette verticali nel loro quasi<br />

impossibile punto d’incontro all’infinito. L’architettura del paesaggio da dove provengo: una<br />

terra che ha nome Lomellina. Una realtà di paese. Genitori molto attivi, tutt’ora giovanili.<br />

Sandro ed Angela. Una forte presenza nella mia vita. Un’esempio. Di capacità, di abnegazione.<br />

Il loro lavoro nella davvero “grand Milan” . Grande in ogni senso. Il fratellone Luca. La prima<br />

formazione scolastica nella realtà locale per approdare già negli ultimi due anni della scuola<br />

secondaria superiore, nell’area milanese. L’istituto d’arte, (arredamento-ebanisteria) e già a 17<br />

anni l’esperienza di vivere lontana da casa, per motivi di studio. Il corso di laurea<br />

quinquennale, quando ancora esisteva solo quello, presso il Politecnico di Milano, con<br />

specializzazione in Tutela e Recupero del Patrimonio Storico. L’esame di stato. L’inserimento<br />

nel mondo del lavoro. Corsi ed aggiornamenti professionali continui. La qualifica già dal 2008<br />

di certificatore energetico. Sono trascorsi 15 anni. Di continui cambiamenti, legislativi. Nella<br />

società. Nell’economia. Nei modi di essere e fare delle persone. In appoggio allo Studio<br />

Panzarasa di Garlasco, uno degli studi storici della piccola cittadina. Il settore leader della mia<br />

attività e di quella di studio appunto, è la ristrutturazione, il restauro. La presenza dell’ingegner<br />

Panzarasa, figlio del Geometra Franco, titolare dell’attività e mezzo secolo operante nel<br />

settore, insieme a diversi esperti catastali e di topografia, assicurano la piena realizzazione del<br />

progetto anche a livello di struttura statica, nonché poi l’accatastamento e l’esecuzione di ogni<br />

pratica annessa. I programmi di disegno che utlizziamo, ci consentono di realizzare studi e<br />

rendering tridimensionali di una buona qualità. Nella attività quindi si spazia dalle pratiche<br />

catastali, affidate agli esperti in studio, alla progettazione di capannoni a servizio delle aziende<br />

agricole. Dalla lotizzazione industriale o residenziale alla gestione condominiale.<br />

Dall’assistenza alla vendita immobiliare, alla certificazione energetica, settore in crescita.<br />

Opero anche a Milano, a Pavia, con piccoli interventi di ristrutturazione d’appartamenti. A<br />

Vigevano. Oltre che nei paesi limitrofi allo studio. Sono capitati lavori anche in altre regioni, tra<br />

cui la Liguria, il Piemonte.<br />

Poter guardare lontano senza spaventarsi, consapevoli<br />

dei propri limiti, difetti, debolezze; consapevoli che la<br />

propria forza interiore ci condurrà alla meta, qualunque<br />

essa sia. Salita dopo salita discesa dopo discesa,<br />

pianura dopo pianura e curva dopo curva.<br />

Fotografie: Donato Franchini - Garlasco (PV)<br />

qui<br />

Siamo<br />

Probabilmente le donne non<br />

hanno la visibilità di cui godono<br />

gli uomini, ma nel campo della<br />

progettazione si sta ormai<br />

affermando una parità di<br />

presenze di entrambi i sessi. La<br />

figura dell'architetto/designer<br />

donna esisteva anche nel<br />

passato, ma viveva all'ombra<br />

delle figure maschili, un esempio<br />

storico come Alvar Aalto e sua<br />

moglie Aino ne sono la più<br />

chiara testimonianza. Credo che<br />

la differenza stia nell'impegno<br />

che questa professione richiede:<br />

dall'architettura è difficile<br />

staccare, è una professione fulltime,<br />

24 ore su 24. E' una<br />

professione che richiede molto<br />

impegno e molte volte non ci si<br />

vuole dedicare totalmente ma si<br />

possono avere altre priorità nella<br />

vita, come una famiglia o altre<br />

attività. L'unica cosa che è<br />

cambiata è la storia, la società<br />

contemporanea richiede molto<br />

più impegno, addirittura<br />

abnegazione, e le donne<br />

patiscono il dover decidere di<br />

rinunciare alla famiglia a scapito<br />

del lavoro, e ciò non vuol dire<br />

che la loro creatività sia<br />

compromessa all’interno di<br />

questa scissione casa-lavoro,<br />

essa resta immutata, finanche<br />

maggiormente volta a<br />

rispondere appieno a tutte<br />

quelle esigenze cui siamo<br />

chiamati oggi: il progettare<br />

ambienti a “misura d’uomo”…<br />

spazi vivibili all’interno dei quali il<br />

design sacrifica parte della<br />

creatività al confort. Ed è per<br />

questo che ci sono, e ci<br />

saranno sempre, più architetti e<br />

designer donne.


Professione<br />

cantautrice<br />

Siciliana, comincia a cantare e a scrivere canzoni all’eta’ di 17 anni. Con varie<br />

formazioni suona in giro per l’Italia spaziando tra cover jazz, folk, blues, rock, pop.<br />

Gli esordi degli anni ’90 la vedono attivamente impegnata sia come autrice melodista che come vocalist, e ciò contemporaneamente al portare<br />

avanti la sua attività live che si svolge in giro tra Milano, Modena, Bologna e Roma con varie formazioni ma anche con molti concerti acustici -<br />

chitarra e voce - in cui prevalentemente suona, oltre le covers anche i suoi brani di allora, tutti in lingua inglese ma soprattutto con un sound ed<br />

una costruzione lontani dalla melodia italiana tipica di quel momento. E’ alla fine degli anni novanta che vince una borsa di studio indetta dalla<br />

Siae per accedere al Cet (la scuola fondata da Mogol) al corso compositori; qui apprende una serie di parametri che caratterizzano il pop<br />

italiano ed internazionale di quegli anni. Comincia a scrivere canzoni con testi in italiano. Sempre in quell'anno firma un contratto di edizioni<br />

con la Kromaki Music di Radio Montecarlo e 105, e continua l'attività live in giro per l’Italia. Fin dal principio la vena compositiva ed autorale di<br />

Adriana viene influenzata da vari generi: dal pop al jazz ,dal rock al folk pur rimanendo sempre personale, autentica e riconoscibile, mentre la<br />

sua vocalità assume sempre più un colore ed un tono preciso. L’interpretazione e il lavoro sul colore della voce diventano un obbligato, rispetto<br />

al tecnicismo che imperversa e che spesso accosta il canto ad una gara di atletica leggera, mentre il canto come una qualunque altra forma<br />

d’arte è, per lei, innanzitutto un esperienza spirituale interiore molto forte, fosse anche solo gioia pura. Nel 2005 Adriana decide di aprire un suo<br />

marchio di autoproduzione e comincia l’avventura di produttrice di se stessa sviluppando un progetto acustico che si chiama La Fabbrica dei<br />

Sogni” che riprende un brano di sua composizione inedito e che dà il nome al suo marchio di produzione appunto “La Fabbrika” che diventa il<br />

nome del percorso dato al coraggio di fare questo investimento su se stessa: Adriana produce da sola il suo disco sia come produttrice<br />

esecutiva che artistica insieme ai due videoclip di “Non Credo” e “Una <strong>Donna</strong>” (il singolo anteprima dell’album (il mio modo di dirti le cose) va<br />

nella top ten della classifica di gradimento delle radio web locali e regionali e music control la indie music like per sei settimane al sesto posto e<br />

col videoclip del medesimo brano entra tra i migliori video indipendenti sia al “piv” che al “pivi” i due maggiori concorsi per videoclip italiani.<br />

Nel 2010 finalmente ultima l’attuale album dove Adriana decide di riportare alla luce la canzone pop jazz degli anni 70 del periodo di Mina e<br />

comincia a muoversi in quella direzione mantenendo influssi folk e rock. Decide di fare un album con sonorità retrò che riprendono gli anni 50<br />

ma con un tocco indie e moderno, un mix tra la melodia degli anni trenta insieme ad un tocco di british pop alla Portished e Morcheeba con un<br />

tocco di Carol King. Un album insomma che ha la pretesa di poter aprire delle porte, quelle dell’onesta artistica e dell’eleganza creativa,.<br />

Questo è il percorso che ha segnato la realizzazione (in due anni dal 2008) dell’album IL MIO MODO DI DIRTI LE COSE, attualmente in<br />

vendita su itunes e nei maggiori negozi digitali e non. Il videoclip del brano “Non Credo” lanciato come singolo dell’album in febbraio 2011<br />

ottiene un successo davvero notevole per una artista indipendente in sei mesi conta 56.000 visualizzazioni. Proprio in questi giorni e’ partita la<br />

promozione del secondo singolo dell’album il brano intitolato “3Sul Rouge un mix di tango e di pop jazz anni 70: un brano accattivante<br />

sensuale ed ironico alla cui produzione del videoclip (che verra’ girato in un paesino della Sicilia) sta lavorando anche Walter Garibaldi, noto<br />

autore e regista di programmi televisivi ed ex naufrago dell’ultima edizione dell’isola dei famosi, oltre alla signora Gianna Orru mamma di<br />

Valeria Marini, Abi Ballottelli e Francesca de Andre’ (rispettivamente sorella del famoso calciatore e figlia di Cristiano de Andre’ nonché<br />

compagne di avventura di Walter nel reality) che assurgono al ruolo di attrici come coprotagoniste di Adriana.<br />

SIRACUSA_ITALY<br />

ADRIANA<br />

SPURIA<br />

adrianaspuria@gmail.com<br />

TRAMONTANO<br />

ISABELLA<br />

L’Occhialaia, un negozio di ottica dove lavorano soltanto donne.<br />

Nasce il venti ottobre del nuovo secolo da un’idea di Isabella Tramontano, economista, per<br />

iterare la tradizione familiare. Figlia di ottici, cresciuta tra lenti a contatto e oftalmiche, decide di<br />

creare qualcosa di “diverso”, di accedere a un settore molto maschile, dove le donne al massimo<br />

erano “addette alle vendite”, da protagonista. Meglio, rendendo le donne protagoniste. Nasce<br />

così un negozio femmina, con un nome di genere femminile, con una compagine societaria tutta<br />

rosa, dove le dipendenti sono “curvilinee”. Per punti: L’Occhialaia: non ti sbagli, ci vai e ci trovi<br />

donne. Socie: culturalmente la donna ha nel DNA l’Economia, che etimologicamente vuol dire<br />

“arte di reggere e bene amministrare le cose della famiglia”, quindi: perché no? Dipendenti:<br />

volendo professionalità, le socie hanno deciso di rivolgersi direttamente alle scuole di ottica e<br />

optometria e, quando ai presidi hanno chiesto le eccellenze femminili, hanno avuto visi straniti,<br />

hanno dovuto spiegare che la donna ha una perizia e una pazienza singolari. In più: la legge più<br />

ironica e vera del marketing afferma che gli uomini guardano le donne e le donne guardano le<br />

donne, quindi nessun pericolo di discriminazione da parte delle clienti, e – dal celeberrimo<br />

termine coniato dal giornalista Simpson del giornale The Indipendent nel ‘94 – si cavalca la<br />

società metrosexual che vuole uomini attenti all’aspetto e amanti dello shopping. Da questi punti<br />

di partenza nasce “L’Occhialaia”, e vive bene con voglia di crescere. In un Sud particolare, la<br />

provincia di Salerno (Nocera Inferiore), in cui essere solo donne potrebbe a volte spaventare<br />

L’Occhialaia_Via Zanzara 13, 15_ isabella.tramontano@gmail.com<br />

NOCERA INFERIORE_SALERNO_ITALY<br />

Lavoro: Le donne del Sud sono le piu’ sfiduciate. A<br />

documentarlo è l’Istat, con riferimento ai dati del primo<br />

trimestre del 2011. Dalle cifre emerge come il fenomeno<br />

colpisca soprattutto le donne e il Mezzogiorno. Quasi la metà<br />

degli “scoraggiati”, e precisamente 698 mila (il 45% del<br />

totale) è, infatti, rappresentata da donne meridionali. Spesso<br />

la donna è confinata in ruoli marginali sia in termini di<br />

opportunità culturali, che professionali oltre che all’interno del<br />

nucleo familiare. Non solo nelle economie meno avanzate,<br />

ma anche nei Paesi più evoluti, le donne riscontrano più<br />

difficoltà rispetto agli uomini nel costruire il proprio futuro.


MILANO_ITALY<br />

GERALDINE DE<br />

LORENZA<br />

VULPIAN<br />

Con un background<br />

BENZI<br />

di altissimo livello, arriva a Fidenza Village Geraldine<br />

de Vulpian. che ricoprirà la carica di Direttore Marketing di Fidenza Village,<br />

uno dei nove Chic Outlet Shopping del gruppo Value Retail, sfruttando al<br />

meglio la sua lunga esperienza nel settore della moda e del lusso.<br />

Laureata all’Ecole Supérieure des Sciences Economiques et<br />

Commerciales – ESSEC – France, ha iniziato la sua carriera da Louis<br />

Vuitton a Parigi, dove in pochi anni è passata da Assistant Store Manager a<br />

Product Manager di accessori e pelletteria. Nel 2002 passa al prestigioso<br />

brand di alta gioielleria del gruppo Richemont, Van Cleef & Arpels, come<br />

Group Product Manager – VCA International. In quel periodo si è distinta<br />

per il lancio mondiale della collezione di gioielli della Maison, “A Mid<br />

Summer Night’s Dream”. Tra il 2003 e il 2005, in qualità di Direttore<br />

Marketing e Comunicazione VCA per l’Europa e il Medio Oriente,<br />

Geraldine ha coordinato un team di esperti, con il quale ha creato il primo<br />

piano strategico di marketing e comunicazione globale della zona,<br />

contribuendo a incrementare le vendite oltre le proiezioni. Del 2005 la<br />

decisione di lavorare come agente indipendente plurimandatario, primo<br />

obiettivo, quello di esplorare un nuovo territorio per Van Cleef and Arpels, il<br />

Canada, dove segue l’apertura di 4 punti vendita. Poi, per La Montre<br />

Hermès, Geraldine è agente esclusivo per il Canada e le zone duty free<br />

degli Stati Uniti: scelta delle strategie di posizionamento, distribuzione e<br />

marketing diretto sul territorio, con il risultato di quadruplicare le vendite<br />

canadesi tra il 2006 e il 2009. Oggi Geraldine si impegna su un fronte<br />

nuovo, ma coerente con il suo vissuto: Fidenza Village che fa parte del<br />

Gruppo Value Retail, leader nella progettazione, realizzazione e gestione di<br />

shopping outlet village di lusso; sul web all’indirizzowww.fidenzavillage.com<br />

JOUMANA<br />

HADDAD<br />

Semplice, bellissima, strepitosamente sexy. Joumana è una donna<br />

coraggiosa per le cose che racconta sulle condizioni delle donne nel<br />

mondo arabo-islamico. Controcorrente, impegnata intellettualmente, svela<br />

la sua vita, smaschera i tabù, le contraddizioni del mondo arabo ....<br />

E’ una poetessa, giornalista e responsabile delle pagine culturali del quotidiano libanese An Nahar. È anche la capo<br />

redattrice di Jasad, una rivista in lingua araba specializzata nelle arti e la letteratura del corpo. È stata dal 2007 al<br />

2011 l’amministratrice dell’IPAF, un premio letterario che ricompensa ogni anno un romanzo arabo, e ora fa parte<br />

del comitato dei gestori del premio. Ha già pubblicato varie raccolte di poesia e racconti: i suoi libri sono stati<br />

tradotti e pubblicati in molti paesi del mondo. È inoltre membro del comitato del libro e della lettura presso il<br />

ministero della cultura libanese. Numerosi i riconoscimenti a cominciare dal premio del giornalismo arabo nel<br />

2006, fino a proseguire a quelli che le sono stati attribuiti rispettivamente nel novembre 2009, ovvero il “Premio<br />

Internazionale Nord Sud della fondazione Pescarabruzzo” per la sezione poesia, e nel febbraio 2010: il “Premio<br />

Blue Metropolis per la letteratura araba a Montreal”. Nell’agosto 2010 ha infine ricevuto il Premio Rodolfo Gentili a<br />

Porto Recanati, perché “ mi batto da sempre - mi confida - per dar voce a tutte le donne, in particolare a quelle che<br />

voce ancora non hanno e non possono avere perché prigioniere di pregiudizi maschili”.<br />

TRADUZIONI E LINGUE<br />

DI BEATRICE<br />

DAMIANI<br />

L'agenzia “Traduzioni e lingue” nasce tre anni fa e fornisce servizi linguistici<br />

di varia natura: dalla traduzione di testi all'insegnamento di lingue, anche<br />

online, per poter comunicare con tutto il mondo. Essa collabora con i più<br />

importanti studi legali e di consulenza d'Italia, con i tribunali e le aziende più<br />

prestigiose. La sua fondatrice, Beatrice Damiani, ha una vera passione per<br />

le lingue. Prima e dopo essersi laureata in “Traduzione e Mediazione<br />

Linguistica”, ha trascorso diversi periodi all'estero, negli Stati Uniti e in<br />

Europa. Ogni giorno ha occasione di parlare in lingua straniera, grazie<br />

all'insegnamento, ma anche ai suoi contatti in tutto il mondo. “ Non basta<br />

sapere una lingua per definirsi un traduttore”-dice.“ Un traduttore –<br />

continua – ha frequentato una scuola specifica, ha studiato le tecniche di<br />

traduzione e ha le capacità necessarie per capire le varie sfumature che<br />

una lingua può assumere”. Il suo messaggio è rivolto a tutti coloro, privati e<br />

aziende, che si avvalgono di “chiunque” per soddisfare le proprie esigenze<br />

di traduzione. Molte persone si spacciano per traduttori senza averne le<br />

capacità e i requisiti necessari, offendendo così questa professione. Le<br />

lingue sono molto importanti al giorno d'oggi, per comunicare, per viaggiare<br />

e per mantenere le relazioni con i mercati esteri. Tutti dovrebbero<br />

conoscere almeno una lingua straniera. “Traduzioni e lingue” è qui per<br />

questo; per mettervi in relazione con il mondo.<br />

Info: www.traduzionielingue.eu _ beatrice.damiani@alice.it<br />

RICCIONE_ITALY


Giornata iniziata con tempo incerto ma la bellezza ed<br />

il calore del pigro sole dicembrino, che se ne sta a<br />

sonnecchiare accovacciato dietro una moltitudine di<br />

grossi nuvoloni nonostante l’ora tarda, l’ho trovata<br />

nell’ufficio di Eleonora, adorabile brunetta tutto pepe<br />

schietta e spiritosa, la cui forza di carattere e l’acume<br />

di cui è dotata emergono sin dai primissimi approcci.<br />

Quello che ho scoperto in questo bellissimo vis a vis<br />

e che non pensavo le appartenesse (non così tanto,<br />

almeno), è che dietro quell’aspetto di “donna che sa<br />

quello che vuole e come ottenerlo” si nascondesse<br />

una sensibilità tanto grande da tener vivi i ricordi della<br />

sua non facile infanzia come fossero cose da non<br />

dimenticare, differentemente a quanto normalmente<br />

si è tenuti a fare, di più … nonostante oggi sia una<br />

professionista affermata non lesina il raccontare i suoi<br />

difficilissimi esordi lavorativi ed una infanzia diversa,<br />

per condizione, rispetto ai suoi coetanei che non<br />

rinunciavano (complice l’età) a rammentarle quanto<br />

fosse diversa da loro. L’essere orgogliosa della sua<br />

estrazione sociale oggi, come allora, sebbene poco<br />

più che una bambina, e l’assurgere ogni attimo<br />

vissuto come qualcosa comunque di importante nella<br />

sua formazione, la rendono unica. Questo suo lato<br />

umano, prima ancora del fatto che la stimi moltissimo<br />

dal punto di vista professionale, mi hanno indotta a<br />

chiederle di parlarmi di lei, affinchè potessi accoglierla<br />

all’interno di questa mia parentesi interamente<br />

dedicata alle donne. Quelle vere, come lei.<br />

Nasco il 12 gennaio 1961 all’ospedale di Fermo. Vivo fino all’età di 6 anni a Marina<br />

Palmense, piccolo paese del fermano. Lavorando a quell’epoca mio padre con<br />

una ditta che costruiva autostrade, mi ritrovo a fare la prima elementare in un<br />

paese della Liguria “Spotorno” dove ne’ io ne’ tantomeno mia madre avevamo<br />

amici. Ma essendo il mio un carattere socievole ci misi poco a fare conoscenza<br />

con i miei compagnetti di scuola, unico problema era la lingua, non perché in<br />

Liguria non si parlasse in italiano, bensì perché io non lo parlassi, essendo<br />

abituata ad interloquire in dialetto fermano; barriera linguistica che superai da lì a<br />

pochissimi mesi, arrivando persino ad abbandonare completamente quel gergo<br />

dalle forti caratterizzazioni che è tipico del mio territorio di origine, a favore di un<br />

italiano quasi impeccabile, se non fosse per l’accento ligure che nel frattempo<br />

avevo assunto. Tutto ciò però durò solo un anno in quanto la professione di mio<br />

padre non consentiva di essere stabili in un luogo per lunghi periodi. E difatti, nel<br />

’68, ebbe la necessità di trasferirsi in Svizzera, e di conseguenza anche io e mia<br />

madre con lui. Noi si abitava ai confini in un paese, Porto Cesareo, carino<br />

suggestivo per quel che mi ricordo … in particolare per un grande lago situato<br />

vicino casa dove nuotavano dei grandissimi cigni bianchi. Qui siamo rimasti un<br />

anno e mezzo circa, dopo di che facemmo ritorno a Marina Palmense e ci<br />

stabilimmo in casa dei miei nonni dove abitavano anche i miei zii e mia cugina:<br />

eravamo una famiglia numerosissima. Ulteriore trasferimento di mio padre, questa<br />

volta a Marghera. Differentemente dalle altre volte però, non volle che noi lo<br />

seguissimo in quanto Marghera ai tempi era considerata una città piena di smog<br />

ELEONORA<br />

LUCIANI<br />

ma anche, e soprattutto perché, consapevole del fatto che questo suo peregrinare di luogo in luogo non mi<br />

giovasse. Mio padre dunque partì da solo e noi rimanemmo dai nonni. Frequentai la terza elementare a Marina<br />

Palmense, finalmente con i miei amichetti dell’asilo che fino ad allora non ebbi più avuto modo di frequentare.<br />

Iniziai anche la quarta elementare a Marina Palmense ma non riuscii neppure a terminare l’anno scolastico<br />

quando a mio padre venne proposto di trasferirsi in un’isola della Cina: Formosa. Questa volta mio padre non<br />

accettò l’incarico, perdendo di fatto il lavoro. Ovvio che a quel punto dovesse cominciare a guardarsi intorno<br />

cercando, fra le più diversificate soluzioni lavorative che offrivano la nostra terra, quella che gli consentisse<br />

finalmente di insediarsi in pianta stabile nel territorio natio. Da lì a poco tempo gli proposero di acquistare una<br />

stazione di Servizio a Porto San Giorgio con annesso lavaggio e bar; accettò. Mia madre era titubante in quanto<br />

non aveva mai fatto la barista né tanto meno lavato auto… ma sebbene ciò accondiscese al desiderio di mio<br />

padre, che invece si intendeva di meccanica, il quale riteneva opportuno rimboccarsi le maniche e tentare questa<br />

esperienza lavorativa. Noi, e cioè io e mio fratello minore, rimanemmo dagli zii per un periodo sufficiente al che<br />

mamma e papà trovassero un appartamento in loco. Lo trovarono da lì a poco tempo a Porto San Giorgio e<br />

pertanto ci trasferimmo lì. Poco più che dodicenne iniziai, sfruttando il periodo delle vacanze scolastiche estive, a<br />

“dare una mano ai miei …ovvio per quel mi fosse possibile, complice anche mio fratello che, sebbene più piccolo,<br />

condivise con me l’intento di alleggerire il gravoso peso che i nostri genitori avevano assunto nell’investire in una<br />

attività sul nascere. Naturalmente la mattina erano i miei ad alzarsi alle sei per andare a lavoro… io mi svegliavo<br />

più tardi, facevo alzare mio fratello, gli preparavo la colazione e, con la bici raggiungevo con lui la stazione di<br />

servizio, che distava cinque chilometri da dove abitavamo. Sempre con la bici, a mezzogiorno, tornavo a casa e<br />

preparavo pranzo, occupandomi nel frattempo anche della pulizia della casa, oltre che del lavaggio e stiraggio dei<br />

capi.. ciò ovviamente con il plauso di mia madre e mio padre consapevoli che la mia pur manifesta inesperienza,<br />

tipica di una bambina di quell’età, contribuiva notevolmente, comunque fosse la qualità delle mansioni<br />

domestiche svolte domestiche, ad alleggerire il lavoro a mia madre. Nel periodo scolastico mi era affidata la cura<br />

di mio fratello: ero io che dovevo provvedere al che ottemperasse ai doveri scolastici, e non solo. All’età di 14 anni<br />

mio padre mi regalò il motorino, quel dono per me fu importantissimo, non solo perché diventavano più agili gli<br />

spostamenti se confrontati al pedalare, quanto per il fatto che quel nuovo, straordinario, mezzo di locomozione, mi<br />

consentiva di ritagliarmi una parentesi tutta mia all’interno di quella pesante quotidianità. Il raggiungere gli amici<br />

per una pur breve passeggiata in Viale della Stazione era un momento indimenticabile, se visto nell’ottica di una<br />

adolescente investita di responsabilità molto più grandi di lei come il gestire la contabilità della stazione di servizio<br />

e la riscossione degli insoluti dai clienti. A 16 anni dovetti prendere in mano tutta la gestione dell’attività dei miei<br />

perché papà si comperò un camion e cominciò a girare l’Italia. Non ricordo momenti particolarmente significativi<br />

della mia vita di adolescente che non siano collegati con il lavoro e la famiglia. Fino all’età di 18 anni non sono mai<br />

andata al mare, nonostante abitassi a Porto San Giorgio, e nemmeno ad una gita della scuola… ma non importa,<br />

ho imparato tantissimo: ciò lo attesta che non appena maggiorenne fui assunta in una ditta edile con 40<br />

dipendenti col compito di occuparmi di ordinaria amministratore e percependo uno stipendio che, a quei tempi, gli<br />

stessi amici che sentenziavano che io “puzzassi di benzina” adesso mi invidiavano. Io però avevo la macchina e<br />

loro no, io avevo sempre soldi in tasca e loro no… io avevo maturato una esperienza di vita tale che francamente<br />

dubito siano riusciti nel tempo ad eguagliare. Oggigiorno svolgo la professione di commercialista… ma il mio<br />

studio non è minimamente paragonabile agli altri, perché pensato a “dimensione d’uomo”. Un luogo dove<br />

parallelamente al salvaguardare gli interessi del cliente, si respira semplicità, cordialità, lealtà.. fedeltà ad un<br />

impegno che è quello di agire sempre, pur nel rispetto delle procedure, in ottemperanza al desiderio delle persone<br />

che in me ripongono la loro fiducia. La passione con la quale svolgo le mie funzioni penso sia l’elemento cardine<br />

del mio successo… sarà che la formazione professionale per me è avvenuta parallelamente alla mia crescita di<br />

individuo… sarà che il passato mi impone di tener memoria di tutte le esperienze maturate … sarà anche che ho<br />

vissuto sulla pelle la difficoltà di intraprendere in qualcosa destinato ad essere il sostegno economico della tua<br />

famiglia…e sarà infine che la mia umile estrazione sociale e le difficoltà alle quali io e la mia famiglia siamo stati<br />

sottoposti mi<br />

hanno<br />

insegnato che<br />

le persone<br />

hanno innanzi<br />

tutto bisogno<br />

di lealtà.<br />

Instaurare un<br />

rapporto di<br />

fiducia<br />

equivale ad<br />

instaurare<br />

anche un<br />

rapporto di<br />

amicizia.. ed<br />

questo che io<br />

offro, oltre<br />

l’ovvia<br />

professionalità<br />

Eleonora fotografata all’interno del suo ufficio con i suoi collaboratori; nell’ ordine<br />

da destra: Antonella, il figlio Mattia, Valentina e Chiara<br />

maturata in<br />

tanti anni di<br />

applicazione.<br />

Via Sacconi 39 _ Porto San Giorgio _ T. 0734 677798 _ F. 0734 685750 _mail: commerciale@cedluciani.it _ Italy


TORONTO_CANADA<br />

nella foto: CARAS ATELIER<br />

MODA<br />

STEPHAN<br />

CARAS<br />

Come hai iniziato ad interessarti alla moda?<br />

La mia sorella maggiore era una stilista e questo ha inciso molto<br />

sulla mia scelta. Fin da piccolo passavo la maggior parte del tempo<br />

nel suo studio, giocando e facendo esperimenti con i pezzi di stoffa<br />

avanzati, che lei teneva in una scatola. Mi è sempre piaciuto creare<br />

modelli differenti usando i tessuti e mischiare insieme i colori più<br />

insoliti.<br />

Da dove prendi l'ispirazione?<br />

Sono la femminilità e la bellezza in generale ad ispirarmi. Per tutte le<br />

mie collezioni, l'ispirazione viene dalla femminilità che esprimono le<br />

donne. Rispetto e ammiro questa qualità. Il mio obiettivo è sempre lo<br />

stesso: come trasferire e materializzare la femminilità in qualcosa<br />

che ogni donna può indossare ed esprimere al meglio.<br />

Ha detto che la sua ispirazione viene dalla femminilità che le<br />

donne esprimono. Pensa che tutte le donne esprimano<br />

femminilità?<br />

Sì, è una caratteristica che le donne possiedono per natura. Ciò che<br />

impedisce ad alcune donne di fare uscire la loro naturale femminilità,<br />

è la mancanza di sicurezza in se stesse. Una donna esprime la sua<br />

femminilità in modo naturale se indossa qualcosa che le sta bene<br />

sia per lo stile, sia per il colore, senza lasciarsi influenzare dalle<br />

tendenze del momento. Le donne hanno bisogno di indossare ciò<br />

che riesce a far esprimere al meglio la parte migliore del loro<br />

carattere, e che sia allo stesso tempo compatibile con la loro<br />

personalità e la complessità del colore. Secondo il mio punto di vista,<br />

la moda è l'espressione di se stessi.<br />

In che modo decide come sarà la sua prossima collezione?<br />

Non decido mai in anticipo il look o i modelli della mia collezione. Non<br />

mi faccio influenzare dalle tendenze e amo esprimere la mia<br />

individualità attraverso la femminilità naturale di una donna. Lascio<br />

che la mia immaginazione spazi tra le linee della creatività. Le mie<br />

collezioni nascono dall'ispirazione e vengono ultimate dalla “sensualità<br />

femminile”.<br />

Cosa ti piace di più nel disegnare vestiti?<br />

Quando riesco a trasformare l'idea di un modello specifico in forma<br />

fisica e renderlo sensuale e indossabile.<br />

Qual è la parte più stimolante?<br />

Quando credi di aver creato tutto e ti rendi conto che quello che hai<br />

realizzato può essere reinventato. Ogni volta che lasci spaziare la tua<br />

immaginazione, si apre un nuovo orizzonte di creatività.<br />

Come definiresti lo stile dei tuoi modelli?<br />

Femminile, indossabile, pratico e sempre sensuale. La sensualità è<br />

una componente fondamentale del mio stile, anche nella sua forma<br />

più semplice.<br />

Come vorresti che si sentisse una donna quando indossa i tuoi<br />

modelli?<br />

Nel modo in cui una donna si dovrebbe sempre sentire... Femminile,<br />

sensuale e disinibita.<br />

Che cos'è per lei la moda?<br />

La moda significa espressione. E' un'affermazione della bellezza<br />

interiore e della sensualità. Il modo in cui vestiamo svela tutta la<br />

nostra individualità e sensualità.<br />

La Stephan Caras Design Inc. si trova all'interno di un<br />

meraviglioso palazzo di alto valore architettonico, i cui interni


sono stati progettati proprio da lei. Come si<br />

sente ogni volta che entra in questo<br />

straordinario ambiente di lavoro?<br />

Ho progettato io stesso gli interni di questo<br />

meraviglioso palazzo per rappresentare la<br />

nostra immagine e, allo stesso tempo, soddifare<br />

le nostre esigenze. Volevo creare un ambiente<br />

che fosse unico e dove fosse piacevole<br />

realizzare le mie collezioni. Ho ottenuto tutto<br />

questo combinando classe e modernità,<br />

abbinate all'intramontabile stile neoclassico.<br />

Provo un senso di orgoglio ogni volta che entro<br />

in questo splendido spazio.<br />

Preferisce la moda maschile o quella<br />

femminile?<br />

Decisamente quella femminile. Divento molto<br />

creativo con i vari modelli e i diversi tessuti con i<br />

quali riesco a lavorare. Sono anche molto<br />

ispirato dalla femminilità, che da sola<br />

basterebbe a stimolare la mia creatività. Mi<br />

piace anche disegnare abiti da uomo, ma qui, la<br />

scelta dei modelli e dei tessuti risulta più limitata.<br />

Qual è per lei la donna ideale?<br />

Una donna sicura di se stessa e che riesce a<br />

capire ed esprimere la sua naturale sensualità.<br />

Come sono cambiate le donne negli anni?<br />

Sono più sicure di se stesse rispetto alle<br />

donne degli anni d'oro, come Sophia Loren o<br />

Jayne Mansfield?<br />

Ava Gardner, Brigitte Bardot, Gina Lollobrigida e<br />

Raquel Welch. Queste sono state le<br />

protagoniste degli anni d'oro del cinema. Tutte<br />

hanno rappresentato il simbolo della donna<br />

sicura di se stessa di quell'era. Secondo me, è<br />

stata Jacqueline Kennedy Onassis a fare la<br />

differenza. Lei non seguiva le tendenze, aveva<br />

un suo proprio stile che ha influenzato il pubblico<br />

e la moda di tutto il mondo. La mia risposta è sì!<br />

Le donne di oggi sono molto più sicure di se<br />

stesse.<br />

Lei sostiene la comunità usando i modelli<br />

locali per la sua collezione?<br />

Amo sostenere i modelli locali. In ogni comunità<br />

professionale e artistica, la collaborazione locale<br />

dà ancora più forza alla comunità. Il Canada<br />

dispone di modelli eccellenti e io sono felice di<br />

lavorare con loro.<br />

Lei incoraggia i giovani d'oggi a rischiare e li<br />

aiuta a realizzare i propri sogni?<br />

Assolutamente sì! La vita senza i sogni è come<br />

un viaggio senza meta. Abbiamo bisogno di<br />

inseguire i nostri sogni con tutti i rischi che tutto<br />

ciò comporta. Il rischio più grande nella vita è<br />

quello di non correre rischi. Come diceva Don<br />

Chisciotte, “non importa se vinci o perdi, ciò che<br />

importa è che inseguiamo quello che stiamo<br />

cercando”.<br />

Che consiglio darebbe a chiunque volesse<br />

intraprendere la carriera della moda?<br />

Bisogna essere preparati e lavorare duramente,<br />

credere fermamente nelle proprie capacità<br />

stilistiche e disporre di molte conoscenze<br />

tecniche. Bisogna finanziarsi e lavorare sempre<br />

con la consapevolezza che... “C'è sempre<br />

qualcuno più bravo di te”.<br />

Caras in un momento della sfilata


Atelier<br />

La Stephan Caras Design Inc. è ubicata nel centro di Toronto ed è la<br />

sede centrale e casa d'alta moda del rinomato designer a livello<br />

internazionale, Stephan Caras. L’ atelier si trova all'interno di un<br />

edificio di grandissimo valore architettonico e storico: inizialmente<br />

costruito nel 1905, per essere la sede della Canadian Bank of<br />

Commerce. Frank Darling and John Pearson, i medesimi architetti<br />

che hanno progettato il palazzo che attualmente ospita il Parlamento<br />

di Ottawa e il museo Royal Ontario, hanno concepito per primi<br />

questo centenario edificio. I dettagli della costruzione sono<br />

rigorosamente classici. La facciata sud è notevole, con la sua<br />

elevazione convessa, e i particolari della muratura in pietra includono<br />

le colonne ioniche, le cartouche, la fascia scritta, il cornicione e il<br />

parapetto modulare. La facciata ovest è invece divisa in campate con<br />

vetrate composte da muratura di pietrame articolato e cartouche. I<br />

dettagli architettonici dell'edificio sono la dimostrazione di un'arte<br />

molto raffinata. Gli interni sono in stile moderno e progettati dallo<br />

stesso Stephan Caras. Troviamo tendaggi pregiati, drappeggi, pareti<br />

rivestite in tessuto, tappezzeria e mobili artigianali finemente lavorati.<br />

Notevole è l'elegante scala a chiocciola che si trova al piano nobile.<br />

L'originale scala in quercia nella parte nord finale dell'edificio,<br />

unitamente alla parete in muratura che si trova a nord, è stata<br />

restaurata al suo stato originale. L'edificio conserva pertanto il suo<br />

aspetto originario attraverso questi elementi e, allo stesso tempo, si<br />

mescola con l'espressione artistica di Stephan. Attualmente,<br />

l'esperienza e l'atmosfera di questa costruzione di grandissimo<br />

impatto estetico, sono paragonabili a quelle che si respirano in una<br />

casa di moda europea.<br />

CARAS ATELIER - 744 Queen street east • Toronto On • M4M 1H4 • Canada • tel: (416) 703-6929 fax: (416) 703-1567<br />

La moda<br />

significa<br />

espressione.<br />

E' una<br />

affermazione<br />

della bellezza<br />

interiore. Il<br />

modo in cui<br />

vestiamo<br />

svela tutta<br />

la nostra<br />

individualità e<br />

sensualità<br />

“<br />

”<br />

Stephan Caras è nato a Corinto, in Grecia, e ha studiato a Melbourne,<br />

in Australia. Ancora un adolescente si butta nel mondo della moda e<br />

della recitazione, frequentando il Royal Melbourne Institute of<br />

Technology, l'Accademia di moda di Melbourne, e la St. Martin’s<br />

Theatre School. Lo stile del giovane designer era innovativo e si<br />

distingueva molto, tanto da fargli vincere, in Australia, il premio "Gown<br />

of the Year". Inoltre, ha disegnato i costumi delle concorrenti ai concorsi<br />

di bellezza di Miss Universo, Miss Regina del Pacifico, Miss Teen<br />

International e Miss Mondo. La sua carriera comprende collaborazioni<br />

con le più prestigiose case di moda, quali Guy Laroche e Hermes, a<br />

Parigi. Negli anni, Stephan Caras è stato invitato a numerosi eventi di<br />

<strong>Maria</strong> in tour nel deserto Saudita<br />

moda internazionali. Ha fatto sfilare le sue collezioni a New York,<br />

Dallas, Chicago, Osaka, Hong Kong, Athens, Toronto, ed è stato<br />

presentato alla finale della sfilata di gala presso “Igedo”, a Dusseldorf,<br />

in Germania. In alcuni di questi eventi, Stephan ha condiviso il palco<br />

con stilisti come Emanuel Ungaro, Christian Dior, Jean-Paul Gaultier,<br />

Zandra Rhohdes, Isaac Mizrahi e <strong>Donna</strong> Karan. La sede centrale della<br />

Stephan Caras Design Inc., si trova in un magnifico palazzo storico nel<br />

centro di Toronto, in Canada. La società è stata fondata più di vent'anni<br />

fa. La sua Odissea l'ha portato a viaggiare attraverso cinque diversi<br />

continenti, dove ha acquisito una visione internazionale della moda;<br />

tale visione, insieme alla sua esperienza, stabilisce un nuovo standard<br />

di eleganza per le donne. I suoi modelli, magistralmente drappeggiati e<br />

ben cuciti enfatizzano la femminilità e il lusso. Abiti creati per la donna<br />

di oggi, che è molto sicura di sé, la cui sottile sensualità e la femminile<br />

semplicità, non sono mai scontate, ciò guadagnandosi dignitosamente<br />

il titolo di “stilista che ama le donne”.


New Generation<br />

nella foto Roberto Baldassarri e Sara Ben Zidane<br />

E’con noi la griffe<br />

Chiara Banelli<br />

22 anni, friulana d’origine, Chiara fin da bambina amava il disegno e vestiva le bambole,<br />

cosa piuttosto comune per una fanciulla di quell’età se non fosse per il fatto, che per lei,<br />

diversamente dalla quasi totalità delle altre che abbandonano il sogno man mano che<br />

diventano grandi, creare abiti femminili diventa la sua principale passione, prima ancora che<br />

una professione alla quale dedica la totalità del suo tempo.<br />

E’ nel 2007 che la giovanissima Chiara incontra Santo Versace, una parentesi molto significativa nella sua vita professione. Nel 2009<br />

consegue il diploma come Tecnico abbigliamento Moda all’ISIS R. D’Aronco di Gemona del Friuli (Ud), anno in cui partecipa al concorso di


nella foto: Chiara Banelli _Trelli (Ud)_Friuli Venezia Giulia _ khiara17@hotmail.it<br />

moda denominato “A Moda D'Autore” nella<br />

categoria studenti aggiudicandosi un più che<br />

ragguardevole 2° posto. Il 2010 si presenta pieno<br />

di novità per la, seppur talentuosa, ancora acerba<br />

ragazza che nonostante la poca esperienza svetta<br />

ai primissimi posti dei concorsi ai quali partecipa: a<br />

cominciare dal Premio Speciale al concorso Moda<br />

d'Autore nella categoria professionisti, fino a<br />

giungere ai secondi posti rispettivamente ai<br />

concorsi “Premio alla Creatività Città di Sarzana” e<br />

“Concorso Nazionale S.M.A.C Fashion Awards di<br />

Salerno” attraverso quest’ultimo, Chiara ha<br />

conquistato “di.diritto” la possibilità di partecipare<br />

all'evento Mare d'amare 2011 a Firenze Fortezza<br />

da Basso, come stilista, portando una collezione di<br />

capi beach wear: collezione che presenterà<br />

successivamente ad una personale all'evento<br />

“Stintino on Fahion 2011”. Nel luglio 2011 la<br />

vediamo impegnata in un ulteriore concorso, a<br />

Matera: il “Premio Moda città dei Sassi” dove si<br />

aggiudica il premio della Critica. Innumerevoli<br />

anche le mostre nel suo territorio natio nelle quali<br />

ha presentato le sue creazioni nell’arco di tempo<br />

compreso fra il mese di aprile fino all’ottobre<br />

successivo, in cui è stata ospite al Castello di<br />

Villalta di Fagagna (Ud). Fra gli altri: la sua<br />

presenza al Museo Carnico di Tolmezzo, a “Magia<br />

del legno Sutrio” , la “Festa della donna Tolmezzo”<br />

e, non ultima la sua rappresentazione presso il<br />

Palazzo Frisacco di Tolmezzo (Ud) nell’evento “Tra<br />

le pieghe della moda” di Pino Grasso, ricamatore<br />

tra i più prestigiosi al mondo del quale serba un<br />

prezioso ricordo. Da annoverare infine, fra le sue<br />

ultime esperienze, quella che la vede confezionare<br />

capi per compagnie teatrali e la collaborazione con<br />

“Carnica Arte Tessile, Tessitura Jaquard” di Villa<br />

Santina di Udine. La sua particolarità? Quella di<br />

conservare intatta la memoria di quella<br />

preziosissima eredità che le è stata tramandata: il<br />

lavoro manuale, quello svolto con una dedizione e<br />

maestria tali da lasciare increduli al sol pensiero<br />

che capi tanto rari per maestria e ricercatezza<br />

possano essere il risultato del paziente lavoro di<br />

una ragazza poco più che ventenne. A lei vanno<br />

tutti i nostri più sinceri apprezzamenti.<br />

Sara Ben Zidane, nella foto con Roberto Baldassarri, indossa abitoed accessori di Chiara Banelli<br />

®<br />

®<br />

®<br />

®<br />

IN<br />

PRIMO PIANO<br />

Marco Bordò<br />

L’ idea nacque qualche anno fa con la voglia di<br />

legare il piacere al dovere. Inizialmente la<br />

concezione era quella di unire le mie più grandi<br />

passioni, il “Mondo Beverage” e La Belle<br />

Epoque, per la realizzazione del mio più grande<br />

sogno. Nato in una famiglia in cui mia madre<br />

ventenne intraprese l’ avventura di aprire un’<br />

Azienda di distribuzione all’ ingrosso di<br />

Beverage, sono cresciuto circondato da scaffali<br />

di bottiglie e da grandi personaggi che del<br />

mondo beverage ne hanno fatto una ragione di<br />

vita. Crescendo, quella realtà e quel<br />

meraviglioso”mondo” divenivano affascinanti ai<br />

miei occhi e prendeva forma dentro di me il<br />

desiderio di concretizzare in qualcosa di mio le<br />

preziose conoscenze acquisite in quegli anni.<br />

Diplomato in geometri mi trovai presto dinanzi<br />

alla scelta tra una vita da architetto, passione<br />

coltivata nel corso del tempo, o quella da<br />

imprenditore, realizzando il mio più grande<br />

sogno, quello di avere un locale tutto mio. Così i<br />

primi anni dopo il diploma li dedicai interamente<br />

agli studi per acquisire sempre più conoscenze<br />

approfondite e professionalità in ogni aspetto<br />

del vasto panorama che è appunto il Beverage.<br />

La mia passione profonda per tale settore mi<br />

portò ad essere molto deciso a specializzarmi e<br />

di conseguenza a soddisfazioni immense già in<br />

tenera età. Nel corso di qualche anno ottenni il<br />

Brevetto Internazionale di Barman (IBA), quello<br />

nella foto da sinistra: Roberto, Marco (titolare Belle Epoque), Sara, Luca e Leonardo


da Sommelier (ASI), divenni Socio AIBES<br />

(Associazione Italiana Barman e<br />

Sostenitori) e AIS (Associazione Italiana<br />

Sommelier) e vari altri diplomi e attestati in<br />

distillazione, liquoristica, birre, enologia,<br />

caffetteria, free style e flair. Terminati gli<br />

studi e concorsi vari mi dedicai alla ricerca<br />

di una giusta location per dare forma e<br />

concretezza al mio sogno. Poi finalmente<br />

trovata, come imparai da un grande<br />

imprenditore milanese, non troppo centrale<br />

non troppo periferica, mi presi la<br />

soddisfazione grandissima di progettare fin<br />

nei minimi dettagli tutto il locale, così da<br />

avere un locale che fosse unico già dal<br />

design. Due lunghi mesi li trascorsi tra mille<br />

idee che mi fecero cambiare più volte quello<br />

che poi fu il progetto esecutivo. Tutto è su<br />

misura, anche le cose più insignificanti.<br />

Belle Epoque Café è un American Lounge<br />

Bar che si ispira appunto al periodo storico<br />

della Belle Epoque (1870-1914). Questo<br />

mezzo secolo segno un modello di vita<br />

europeo, “ l’ età gaudente ”, durante il quale<br />

si conobbero i frutti di un grande benessere<br />

con la conseguente nascita della moderna<br />

società dei consumi, del progresso, della<br />

prosperità e delle felicità materiali. La<br />

seduzione del comfort accessibile a tutti<br />

dispiegava i suoi benefici dinanzi agli occhi<br />

di milioni di consumatori. Di quest’ epoca<br />

Parigi ne fu la capitale, città-vetrina.<br />

Testimoni di tutta la Belle Epoque furono<br />

proprio i café, i quali non erano “i frettolosi<br />

bar dei nostri giorni”. Belle Epoque Café si<br />

rifà proprio a quei café parigini, unici e<br />

audaci luoghi d’ incontro mondani, dove<br />

lasciandosi disinibire dalla “nounce” dell’<br />

ambiente circostante, ci si perde<br />

momentaneamente in un’ isola lontana dalla<br />

quotidianità. Il nome del locale fu la prima,<br />

ed inizialmente l’ unica cosa certa, il punto<br />

di partenza. Intorno a ciò iniziai a progettare<br />

il tutto. Subito dopo il design pensai all’<br />

aspetto più importante di un vero e proprio<br />

American Lounge Bar: la politica aziendale<br />

e l’ impostazione del lavoro che, non poteva<br />

che essere totalmente protesa alla continua<br />

e imprescindibile ricerca di qualità e<br />

ricercatezza dei prodotti. Dalla cocktaileria<br />

alla selezione distillati, liquori, birre e tutto il<br />

resto, passando per il servizio “ad hoc” ed<br />

una selezione e formazione del personale,<br />

per arrivare alle più piccole scelte, tutto l’ ho<br />

pensato di altissima qualità. Un locale che<br />

fosse davvero unico! di nuova concezione,<br />

dove la parola d’ ordine è qualità! Dove tutto<br />

ciò che non troverete mai altrove qui c’ è,<br />

dove un occhio di riguardo particolare viene<br />

rivolto ai prodotti rarissimi, da collezione o<br />

addirittura a quelli da investimento e con<br />

una costante ricerca e aggiornamento al<br />

fine di migliorare sempre di più, per<br />

passione ma soprattutto per far si che il<br />

Belle Epoque Café sia sempre riconosciuto<br />

come oggi non un locale, ma … il locale!”<br />

Hotel Principe di Savoia _ Milano<br />

Pirelli Pzero1100<br />

Dettagli tecnici<br />

Lunghezza: 9,99 m; lunghezza fuori tutto: 11,37 m;<br />

larghezza esterna: 3,54 m; larghezza interna: 2,37 m<br />

Il lusso incontra ilMY<br />

cinema a Milano<br />

dove il The Space<br />

Cinema Odeon ha<br />

svelato la nuova sala<br />

‘Suite’, un nuovo<br />

modo di vivere il<br />

cinema. Nella sala<br />

tutto è studiato per<br />

garantire una visione<br />

da veri vip, con<br />

poltrone Frau in pelle<br />

regolabili al posto<br />

delle classiche<br />

sedute, il meglio della<br />

tecnologia audio e<br />

video anche per le<br />

proiezioni in 3D<br />

grazie al nuovo<br />

schermo in lamina<br />

d’argento, e una sala<br />

drink con aperitivo a<br />

buffet.<br />

SICIS<br />

THE ART MOSAIC FACTORY<br />

LUXURY<br />

RAVENNA_ITALY


ROMA_ITALY<br />

GIANCARLO<br />

SCARCHILLI<br />

Regista e Sceneggiatore alla presentazione del suo film “ Vittorio racconta Gassman ”<br />

www.donnaimpresa.com 71<br />

nella foto da sinistra: i tre fratelli Jacopo, Paola e Alessandro Gassman con Giancarlo Scarchilli


Cristiana Capotondi, Giancarlo Scarchilli in una scena del film “Scrivilo sui muri”<br />

Uomo colto e raffinato, sguardo<br />

magnetico e con un dolce sorriso<br />

disarmante che fa pensare alle<br />

struggenti spiagge greche dove<br />

fugge ogni qualvolta sente il desiderio<br />

di ritrovare se stesso. L’ho incontrato<br />

nel suo suggestivo appartamento nel<br />

cuore di Trastevere, luogo in cui il<br />

tempo davvero sembra essersi<br />

fermato. La tecnologia non fa per lui,<br />

lo si intuisce dalle decine e decine di<br />

libri accatastati ovunque e dall’infinità<br />

di rilegati in cui conserva i suoi scritti:<br />

sceneggiature, piuttosto che<br />

emozioni tradotte in poesia. Foto<br />

ovunque, quasi a non voler<br />

disperdere la memoria di quello che è<br />

… e di quello che è stato.<br />

“Vittorio racconta Gassman" è sicuramente uno dei film biografici<br />

più riusciti della cinematografia italiana ed internazionale. Giancarlo<br />

è il regista che l'ha ideato e realizzato. Il film è stato un vero e<br />

proprio successo di critica e di pubblico, sia in Italia che all'estero.<br />

Ricevendo riconoscimenti e premi ovunque; compreso un premio<br />

speciale alla regia dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti<br />

Cinematografici Italiani (Premi Nastri d'Argento). Quello che ha reso<br />

preziosa ed unica quest'opera è il suo esser riuscito a far raccontare<br />

a Vittorio Gassman stesso - dieci anni dopo la sua scomparsa - la<br />

sua storia professionale ed umana. Ed è da qui che deriva il titolo<br />

del film: VITTORIO (l'uomo) racconta GASSMAN (il Mattatore dello<br />

spettacolo e della cultura italiana). Il film è stato presentato alla 67ª<br />

edizione del Festival dell'Arte Cinematografica di Venezia il giorno<br />

della sua inaugurazione, il primo settembre; poi è stato richiesto e<br />

presentato un po' ovunque, all'interno di manifestazioni e festival:<br />

Roma, Parigi, Milano, Torino, Los Angeles, Strasburgo, ecc. Dopo il<br />

Festival di Venezia, VITTORIO racconta GASSMAN è uscito in dvd<br />

presso le edicole (gruppo editoriale La Repubblica-Espresso); poi,<br />

caso davvero più unico che raro, è stato anche presentato nelle sale<br />

cinematografiche (10 mesi dopo l'uscita in dvd!) distribuito da<br />

Medusa. Giancarlo Scarchilli "nasce" al cinema proprio con Vittorio<br />

Gassman e il regista Sergio Citti. Per molti anni è il loro più stretto<br />

collaboratore in film come "Due pezzi di pane", "Minestrone", "Di<br />

padre in figlio", "Sogni e bisogni" , ecc. Con Gassman e Citti instaura<br />

subito un profondo e proficuo sodalizio professionale ed umano.<br />

Gassman stesso parla di lui pubblicamente (nella sua autobiografia<br />

"Un grande avvenire dietro le spalle" ) come di un suo grande amico<br />

e lo vuole spesso con sé. Lo stesso rapporto di amicizia si instaura<br />

con Sergio Citti. Prima di essere coinvolto nel cinema come<br />

sceneggiatore e regista, Giancarlo ha coltivato l'arte della poesia,<br />

"scoperta" durante il suo soggiorno londinese. Ancora oggi la poesia<br />

continua ad essere una presenza importante e costante nella sua<br />

vita. Non dice mai " ho scritto una poesia"... ma "... mi è arrivata una<br />

poesia "; dichiara anche "Posso decidere di scrivere dei racconti, un<br />

romanzo, un film... una poesia, no. Non si può decidere di scrivere<br />

una poesia. Le poesie arrivano da sole; bisogna solo saperle<br />

ascoltare e non rovinarle con i nostri limiti". Al momento sta<br />

lavorando al film "Il quinto volto", un triller storico ambientato nel<br />

mondo dell'arte all'epoca del Rinascimento di cui mi ha ampiamente<br />

parlato una sera a cena in un tipico ristorantino a due passi da casa<br />

sua; uno di quegli incontri che lasciano il segno… complici il suo<br />

entusiasmo, la personalità carismatica e, non ultime, la delicatezza<br />

dei gesti e la dolcezza delle sue note vocali sublimate dalla lettura di<br />

una sua poesia.<br />

DI LUI, VITTORIO GASSMAN, NELLA SUA AUTOBIOGRAFIA, HA DETTO:<br />

“...La qualità che più mi rasserena in Giancarlo è la fiducia nella vita e nella forza del caso, la capacità di non programmare l'arte né i sentimenti"


Giorgio Brunelli:<br />

360°<br />

di autentica, puerile, disinibita Intellighenzia.<br />

Prima del senso c’è il suono, prima delle parole c’è la voce. Quella voce ha potere sulle cose: le chiama all’umanità, le rende umane. E ciò che<br />

stupisce di Giorgio Brunelli è proprio il fatto che sia tanto seducente ascoltarlo così come leggerlo. Che fosse un artista straordinariamente<br />

sorprendente, un filosofo d’avanguardia ed inconsueto saggista, lo sapevo già … ma che mi sorprendesse nell’esercizio di voce narrante dei suoi<br />

racconti, è cosa che mi ha stupito alquanto. Tutto ciò, sebbene pure non sia mio costume soffermarmi troppo sui convenevoli ma, che dire, i suoi<br />

racconti metatestuali (non sono certo sia la definizione corretta, ma è la mia) sono affascinati... come fossero una scatola narrativa che al suo interno<br />

ne contiene un'altra: una sorta di matrioska lessicale. Preferisco mille volte un autore che azzarda un esperimento piuttosto che uno che resti stretto<br />

tra i libri di tecnica narrativa. Se non si osa non si innova.<br />

dicono di lui:<br />

dedicato a Jo’ da Valeriana, con affetto e stima<br />

E'il Brunelli che ho conosciuto; aspro, duro, solitario, senza intermediazioni, diretto, privo delle sovrastrutture che imputa, a ragione, all'uomo<br />

contemporaneo carico di ambizioni artefatte sorrette da vanagloriosi intellettualismi 'decadenti', ancorato saldamente all'esteriorità di un involucro che<br />

è sempre piu' vuoto di contenuti e di sostanza. In De Sprofondis, Brunelli, 'prostituendosi' spesso all'io narrante, pennella i suoi personaggi<br />

evindenziandone una conoscenza profonda con lo sguardo di un clochard che osserva l'inane e fatuo agitarsi degli uomini. La risultanza è un<br />

parossistico 'teatrino' di stucchevole pletora di saccenti, d'abbottonata intellighenzia, donne inghirlandate, spacciatori a buon mercato di parole e<br />

promesse, in una rappresentazione immaginifica del nulla. Egli sa bene di rischiare di essere identificato esso stesso nel borioso intellettuale che<br />

aborre e condanna, ma ben attrezzato di brutale cinismo demistificatorio- condicio sine qua non al camaleontico narratore puro e feroce-, ci offre<br />

depistandoci con la bonaria provocatorietà di questo 'bok treiler' --ricorrendo ad un linguaggio sgrammaticato, arrochito e strascicato da perduto uomo<br />

di 'strada' antitetico alla figura dell'integrato 'vincente'-, l'acquisto dei suoi pungenti racconti drama-satirici al prezzo che 'suona a cinque euri'.<br />

Simbolicamente invece fra le righe, Brunelli disvela guasconamente il bluff, di avercele rese con elegante coerenza di pensiero, rilasciandole a breve<br />

in rete, gratuitamente fruibili. http://www.youtube.com/watch?v=JQ4f2iQk0Vg<br />

recensione di Bruno Castelli<br />

SULL’ARTE<br />

Vivere da persona coerente,<br />

necessita -paradossalmente- la<br />

ferma rivendicazione del diritto<br />

soggettivo all'incoerenza<br />

pertanto adotto come regola<br />

aurea: non definirti in effimeri e<br />

claustrofobizzanti cliché<br />

autorappresentativi. Mi<br />

piacerebbe davvero ricompattare<br />

l'entusiasmo compressorepresso<br />

degli artisti e<br />

sconfiggere quel loro senso<br />

d'appartenenza al mondoconcusso<br />

da uno svuotamento<br />

anedonico decimanteconvogliandolo<br />

in una corrente<br />

dal Manifesto scarno, azzerante<br />

e ottimista, e da qui ripartire<br />

'primitivamente' con un<br />

linguaggio rigenerato e puro,<br />

scevro da compromissioni<br />

interferenti: il Formattivismo.<br />

Quel romantico Sogno, violato e<br />

perduto, dovrà tornare all'origine<br />

dei nostri unici possedimenti<br />

stabili. Dovrà tornare all'origine.<br />

(Giorgio Brunelli)<br />

VERONA_ITALY<br />

Conosciuti nel 2008 abbiamo costruito uno studio a Monte Urano ed<br />

abbiamo iniziato a lavorare ad un nostro progetto non appena tornati<br />

da un lungo viaggio a New York. Durante questo viaggio abbiamo<br />

avuto la possibilità di stare a stretto contatto con l’orchestra di Winton<br />

Marsalis e di conoscere Rossella Piccino, giovane registra di Lecce<br />

con la quale poco dopo realizzeremo la colonna sonora di un suo film:<br />

“Hanna & Violka”. Contaminati dall’esperienza newyorkese, abbiamo<br />

iniziato a comporre dei nostri brani, cercando di fare molta attenzione<br />

alla ricerca sonora, e alla sperimentazione elettronica durante il<br />

processo di arrangiamento.Il progetto piace molto a Cose Di<br />

Musica(agenzia di notevole rilevanza nel mercato delle produzioni<br />

artistiche musicali) che in quel periodo stava cercando un repertorio<br />

per <strong>Anna</strong> Oxa. La produzione decide di inserire quattro brani nostri<br />

all’interno dell’album “PROXIMA”, ma chiede anche la nostra totale<br />

collaborazione all’arrangiamento dell’intero lavoro, per cercare di<br />

mantenere la stessa continuità timbrica e per dare omogeneità al<br />

sound generale del disco. Iniziano quindi collaborazioni con gli altri<br />

autori(Ivano Fossati, Francesco Bianconi dei Baustelle, Pacifico ecc.).<br />

Iniziamo poi una serie di collaborazioni con il Mexico, tramite Loris<br />

Ceroni, noto produttore discografico del mercato latino. Abbiamo<br />

l’occasione di lavorare per <strong>Maria</strong> Josè e di poter arrangiare per lei il<br />

singolo “Una Occasion Par Amarnos”, che rimane primo nella classifica<br />

di iTunes messicana per diverse settimane, scavalcando anche “Waka<br />

Waka” di Shakira. Produciamo poi una girls /band emergente sempre<br />

per il messico: TAO in uscita proprio questi giorni il disco dal nome<br />

“TOXICO”. Questa serie di collaborazioni ci portano poi a partecipare<br />

ad un concerto/evento con i nomi più noti del panorama pop<br />

messicano. Abbiamo avuto, infatti, l’opportunità di suonare con Camila,<br />

Maira Josè, Alejandra Guzman, Reyli, Lucia Mendez, Fandango e molti<br />

altri. Tornando in Italia abbiamo collaborato con la Saatchi & Saatchi<br />

per la realizzazione di una pubblicità progresso. Lo spot è andato in<br />

onda nei canali RAI durante il periodo natalizio 2010. Attualmente<br />

stiamo lavorando a nuovi progetti. Uno vede la stretta collaborazione<br />

con Patrizio Rossi Viozzi (X-Factor 3). Grazie anche alla collaborazione<br />

di Silvia Catasta abbiamo prodotto il suo nuovo singolo “where will you<br />

be” andato in programmazione radiofonica pochissimi giorni fa su<br />

raitunes. Si può riascoltarlo scaricando il podcast della puntata o<br />

attraverso youtube. Parallelamente stiamo lavorando ad un progetto<br />

strumentale. Un duo acustico minimale e molto intimo che vede la<br />

stretta collaborazione con Roberto Piermartire (noto trombettista che<br />

vanta collaborazione con Avion Travel, Paolo Belli, Petra Magoni ecc) e<br />

Toti Panzanelli (chitarrista di Concato, Venditti, Patty Pravo ecc).<br />

info. pierini.m@gmail.com<br />

Marco & Marco<br />

MONTE URANO_ITALY<br />

nelle foto Marco Mattei e Marco Pierini


OGGI<br />

IMPRENDERE<br />

Cito testualmente: “Confindustria Fermo, sorta nel 1979, è una<br />

delle cinque associazioni di Confindustria operante nelle<br />

Marche. Ad essa attualmente aderiscono circa 500 aziende<br />

(circa 10.000 dipendenti) suddivise in 12 Sezioni<br />

merceologiche: calzatura, accessori, cappelli, edili, lapidei,<br />

metalmeccanici, terziario innovativo, trasporti, gomma e<br />

plastica, agroalimentare, costruttori di impianti e turismo.<br />

L'Associazione svolge quotidianamente attività di<br />

rappresentanza e di consulenza a beneficio delle ditte<br />

associate attraverso una struttura operativa, con un direttore<br />

coadiuvato da funzionari e dipendenti”. Una premessa che<br />

merita di essere però approfondita viste anche le dinamiche di<br />

crescita dell’associazione e, non di meno, le esigenze di una<br />

contemporaneità in continuo divenire. Ed è proprio in virtù di<br />

queste considerazioni che ti chiedo una più dettagliata<br />

descrizione dei vostri servizi…<br />

Confindustria Fermo, offre innanzitutto un servizio di<br />

rappresentanza, intesa però come tramite tra le necessità delle<br />

aziende e il mondo politico a livello nazionale e regionale. E’ proprio<br />

Confindustria Fermo che porta ai tavoli regionali la sintesi di quelle<br />

che sono le problematiche che le aziende incontrano giornalmente<br />

nel mercato del lavoro ed è proprio grazie a quest’ associazione che<br />

spesso le aziende hanno il modo di far conoscere concretamente<br />

quali sono le necessità e i bisogni più immediati di tutti gli associati<br />

che rappresentano il tessuto produttivo del territorio fermano.<br />

Certamente oltre a quello di rappresentanza, un altro importante<br />

servizio che Confindustria Fermo offre ai suoi associati è quello<br />

sindacale, probabilmente oggi più che mai le aziende sono costrette<br />

loro malgrado a far scelte aziendali non sempre facili o condivise dai<br />

propri collaboratori e l’ associazione ha il compito di sostenere le<br />

aziende e dare loro supporto tecnico e professionale, indispensabile<br />

ad affrontare situazioni, sino ad ora magari sconosciute a tutte le<br />

medie e piccole aziende, che fanno parte dell'associazione. Servizio<br />

al Credito e Consulenze Legislativo-Finanziario. Questi altri due<br />

servizi che Confindustria Fermo è in grado di offrire ai suoi associati,<br />

troppo spesso infatti le aziende vedono limitarsi il credito offerto<br />

dagli istituti bancari ed e' proprio in questi casi che essa cerca di<br />

intervenire con accordi ben precisi e sicuramente con condizioni più<br />

favorevoli per le aziende ad essa iscritte. Per quanto riguarda le<br />

consulenze Legislativo-Finanziario l’ associazione ha al proprio<br />

interno funzionari o consulenti in grado di supportare eventuali<br />

richieste di chiarimento o cambiamenti in atto di leggi che possano<br />

riguardare tutto ciò che è legato al mondo del lavoro, dal semplice<br />

documento necessario per l’ esportazione a richieste ben più<br />

specifiche da formulare magari alla Camera di Commercio. Oltre a<br />

tutti questi che possiamo definire servizi tecnici, non dobbiamo<br />

assolutamente dimenticare quanto l'associazione faccia nel campo<br />

dell’ internazionalizzazione per le proprie aziende, azioni che vanno<br />

dal supporto per fiere all’ estero alle quali le aziende partecipano per<br />

promuovere e vendere i propri prodotti, al creare momenti di contatti<br />

tra i vari enti che si occupano di promozione all'estero del nostro<br />

Made in Italy, sino ad arrivare alla ricerca di quelle che possano<br />

essere le potenzialità del nostro territorio e studiare eventuali azioni<br />

di sostegno per le nostre aziende al di fuori dei confini Italiani.<br />

Quali, i programmi più immediati della tua Presidenza..<br />

Ho cercato sin dall’ inizio della mia presidenza, di far ruotare il mio<br />

operato e quello del mio Gruppo intorno a quattro parole chiavi e<br />

cioè: Formazione, Cultura d'impresa, Internazionalizzazione e<br />

aggregazione. Credo fermamente che tali concetti siano alla base di<br />

ogni Giovane Imprenditore, la formazione: indispensabile nel mondo<br />

del lavoro, ogni attività che svolgiamo, dal semplice incontro con un<br />

docente al più serio e professionale corso con un tema ben<br />

specifico, ognuno di questi argomenti è formativo per ognuno di noi<br />

e sicuramente ci sarà utile nella nostra vita professionale e privata.<br />

Quando parlo di Cultura d’ impresa, intendo far conoscere ai giovani<br />

magari ancora studenti, quello che l’ impresa può rappresentare per<br />

il loro futuro, il mondo del lavoro non deve più essere visto come un<br />

mondo così lontano da quello scolastico, va avvicinato ad esso e<br />

solo riuscendo a trasmettere ai giovani l’ amore e magari l’<br />

ambizione per un lavoro che dia soddisfazioni sia personali ma<br />

anche economiche potremmo davvero vedere un futuro per le<br />

nostre aziende e per il nostro territorio. Internazionalizzazione<br />

perchè oggi è di vitale importanza riuscire ad avere adeguati<br />

strumenti per operare nel mercato globale, oggi i nostri clienti<br />

potrebbero trovarsi a migliaia di km di distanza, parlare lingue<br />

diverse ed esigere prodotti opposti da quelli che siamo abituati a<br />

presentare ed allora dobbiamo saper interpretare le esigenze del<br />

mercato ed avere i prodotti giusti al momento giusto. Aggregazione<br />

e metterei anche futuro, tutti specialmente noi giovani dovremmo<br />

innanzitutto aggregarci, far squadra, mettere insieme le nostre<br />

competenze e le nostre necessità solo così potremo sperare di<br />

avere un futuro in un mercato sempre più esigente che non<br />

permette errori.<br />

Essere figli di imprenditori non è una garanzia di successo, è<br />

un’opportunità preziosa da coltivare sebbene anche sia<br />

innegabile il privilegio (o la fortuna, che dir si voglia) di avere<br />

alle spalle una solida azienda familiare. Per questi imprenditori<br />

di seconda generazione, quali secondo te, i problemi da<br />

affrontare?<br />

Credo che per gli imprenditori di seconda generazione, il primo<br />

problema da affrontare sia innanzitutto il dover operare in un<br />

contesto totalmente diverso da quello che magari i nostri genitori si<br />

sono trovati di fronte, è indiscutibile il fatto che oggi un imprenditore<br />

specialmente se giovane debba essere in grado di avere nozioni<br />

che spaziano dall’ economia alla tecnica di produzione di un<br />

prodotto; gli investimenti che il mercato oggi esige sono di gran<br />

lunga superiori a quelli di qualche anno fa, parliamo sia di tempo<br />

che di denaro. Un altro serio problema che ci troviamo ad affrontare<br />

è la mancanza di manodopera specializzata in tutti quei settori legati<br />

alla produzione, spaziando da quello calzaturiero a quello edile.<br />

Chi è il Giovane Imprenditore, oggi? E’ possibile tracciarne un<br />

profilo? E quale dovrebbe essere il suo ruolo?<br />

Oggi il Giovane Imprenditore, ha secondo me sulle spalle una<br />

grande responsabilità, rappresentiamo infatti il futuro di questo<br />

paese, noi siamo, secondo me già oggi, la classe dirigente di<br />

domani e non parliamo di frasi fatte. Ogni giovane dovrebbe,<br />

facendo sempre tesoro dell'esperienza di chi lo ha preceduto,<br />

cercare di dare un’ impronta personale al proprio percorso<br />

professionale, non esiste a parer mio un profilo ben definito del<br />

giovane imprenditore ma dovrebbe essere considerato tale ogni<br />

giovane che attraverso la propria ambizione e il proprio impegno si<br />

prefigga e riesca a costruire qualcosa di concreto, che sia utile alla<br />

società, che riesca a portare avanti magari plasmandola<br />

dolcemente, secondo i suoi desideri, l’ azienda che ha alle spalle<br />

senza cambiarne la natura o magari se questo avvenga, fare dell’<br />

azienda il proprio orgoglio.<br />

Se io ti chiedessi di chiudere l’intervista con un messaggio<br />

positivo, il tuo, quale sarebbe?<br />

Sarebbe un: Ciao ragazzi ... mi rivolgo a voi, un consiglio che mi<br />

sento di darvi è ... credeteci sempre; la vita ci offre davvero mille<br />

opportunità, il mondo del lavoro ci fa davvero crescere, esso è<br />

secondo me la miglior palestra di vita, le mille difficoltà che<br />

possiamo incontrare giornalmente, sono niente nei confronti della<br />

soddisfazione che possiamo avere nel veder realizzato un nostro<br />

progetto. Dobbiamo essere umili e al tempo stesso determinati, solo<br />

cosi faremo nostro ciò che in cuor nostro già lo è».<br />

CRISTIANO<br />

FERRACUTI<br />

Imprenditore calzaturiero (Missouri) Presidente Giovani Industriali del fermano<br />

MONTE URANO_ITALY


Good Morning<br />

Avvocato!<br />

A tu per tu con Roberto Mandolesi, candidato Sindaco alle amministrative della<br />

primavera 2012 per la città di Porto San Giorgio.<br />

Intervista a cura di Bruno Romano Baldassarri<br />

Parlaci di te e della tua famiglia ...<br />

Risiedo a Porto San Giorgio sin dalla nascita (1964). La mia famiglia<br />

ha sempre vissuto lì, da quattro generazioni, ed è molto conosciuta in<br />

città, tanto che la Polisportiva Mandolesi ha il nome di mio zio<br />

Umberto, noto sportivo, morto in guerra. Sono sposato con Sara, e<br />

ho due figli: Giulio, 16 anni, studente al Liceo Scientifico, e Viviana,<br />

13 anni, che frequenta il Liceo Classico. Per ciò che concerne la mia<br />

vita professionale, come ben saprai, sono Avvocato, abilitato al<br />

patrocinio dinanzi alla Corte Suprema di Cassazione, e ho due studi<br />

legali di riferimento, uno a Porto San Giorgio e l’altro a Roma,<br />

associato con altri dieci colleghi. Personalmente, sono specializzato<br />

nel diritto penale militare e nelle materie che riguardano tutto il<br />

personale delle Forze Armate e di Polizia, civile e militare.<br />

Qual è il tuo cliente tipo, Roberto?<br />

Sicuramente un militare o un agente di polizia che ha problemi con la<br />

propria Amministrazione, che, se non risolti, possono incidere<br />

negativamente sul piano economico e sulla carriera. In alcuni casi –<br />

penso ad esempio all’irrogazione della massima sanzione di stato: la<br />

perdita del grado/destituzione – il potenziale assistito rischia di<br />

perdere il posto di lavoro (ed anche la pensione).<br />

Anche un “Ufficiale”?<br />

Certamente. Tra i miei assistiti ci sono alti ufficiali/dirigenti (Colonnelli<br />

e Generali, Primi dirigenti e Questori), anche in servizio all’estero<br />

(presso Ambasciate) ed in territori di pace/guerra<br />

(Kosovo/Afghanistan).<br />

Quanto è difficile oggi “fare” l’Avvocato?<br />

Non saprei, per me non lo è mai stato. Volevo fare l’avvocato fin da<br />

piccolo e quindi ho coronato un sogno. Difficile, semmai, è farlo in<br />

modo onesto, soprattutto nei confronti del cliente. Mi spiego. Se una<br />

persona viene da te con l’intenzione di fare “ricorso” a tutti i costi,<br />

anche quando non ve ne sono i presupposti, devi saper dire di no e<br />

spiegargli il perché. Può darsi che questo, nel breve periodo non dia<br />

delle soddisfazioni (in termini economici), ma posso garantire, per<br />

esperienza personale, che alla fine gratifica, moralmente ed<br />

economicamente.<br />

Non sempre però è così, tanto che la tua categoria non gode di<br />

buona fama, in Italia e all’Estero?<br />

Credo che non esista un Avvocato onesto o disonesto, ma un essere<br />

umano che, in quanto tale, si diversifica in più categorie. In ogni<br />

campo, dalla medicina alla scuola, dall’impresa alla politica, esiste il<br />

“malaffare” e la “disonestà”, basta saper scegliere, e scartare. Non<br />

bisogna generalizzare, fare cioè “di tutta un’erba un fascio”, ma saper<br />

distinguere bene. Il mondo sta cambiando, e non in meglio,<br />

purtroppo, ma guai a rassegnarsi, sarebbe la fine dell’umanità.<br />

Bisogna aver fiducia, tenacia e sperare che le cose migliorino;<br />

ognuno di noi dovrà impegnarsi – in famiglia, nel lavoro e nelle<br />

proprie molteplici quotidiane attività – in questa direzione.<br />

Ti candidi a Sindaco di Porto San Giorgio. Come nasce questa<br />

sua decisione?<br />

Ho iniziato ad interessarmi di politica a 23 anni, ed a soli 28 anni<br />

sono stato eletto Sindaco (uno dei più giovani d’Italia, per poco più di<br />

un anno, tra il 1993/94), e poi Consigliere provinciale fino al 1999.Alla<br />

scadenza di quest’ultimo mandato ho deciso di smettere, per<br />

dedicarmi alla famiglia e al lavoro, consapevole del fatto che non mi<br />

sarei mai “mantenuto” facendo politica, perché non volevo esserne<br />

condizionato.<br />

Cosa ti ha spinto allora a dedicarti di nuovo alla politica?<br />

Sicuramente la passione, che ho sempre avuto fin da ragazzo, e la<br />

consapevolezza di avere, oggi, un’indipendenza economica ed il<br />

tempo necessario per dedicarmi, con la giusta competenza e la<br />

necessaria serietà, alla risoluzione dei problemi della mia città.<br />

Certamente non lo faccio per ambizione personale, non foss’altro<br />

perché la carica di Sindaco l’ho già ricoperta diciassette anni fa…<br />

Raccontaci come è nata la tua candidatura ...<br />

Con alcuni amici abbiamo maturato un’idea: realizzare un<br />

programma (soprattutto) amministrativo e (non solo) politico, chiaro e<br />

semplice, da definire nel dettaglio con altre forze politiche e/o<br />

movimenti, senza pregiudizi legati alla collocazione politica.<br />

Un progetto nuovo che, oltre ai problemi legati alla vita di tutti i giorni,<br />

individui tre o quattro punti significativi e risolutivi per le sorti di Porto<br />

San Giorgio. Convinti che in ambito locale ha poco senso parlare di<br />

politiche di sinistra, di centro o di destra, essendo importante dare<br />

una soluzione pratica ed immediata a tali problemi.<br />

Quali sono questi problemi?<br />

Penso, ad esempio, al ripristino di un “Pronto Soccorso” attrezzato;<br />

alla pulizia e cura periodica di piazze, strade e marciapiedi; alla<br />

sicurezza e all’ordine pubblico; ad un’efficace raccolta dei rifiuti solidi<br />

urbani; alla particolare cura del verde pubblico; al definitivo<br />

abbattimento delle barriere architettoniche, che in molti casi non<br />

consentono alle persone non più abili di godersi una tranquilla<br />

passeggiata per le vie della città; ed altro ancora. Nel frattempo,<br />

però, bisognerà anche risolvere il problema del Porto, dell’Area ex<br />

Gran Hotel, dell’ex Cinema Excelsior, e del Lungomare; gli stessi<br />

problemi rimasti irrisolti da più di vent'anni.<br />

Cosa ti fa pensare che potresti riuscirci?<br />

E’ impossibile non riuscire a farcela, visto che questi problemi<br />

interessano tutti i sangiorgesi. Probabilmente, in passato, ci sono<br />

stati interessi molto forti che, contrapponendosi, l’hanno<br />

materialmente impedito; oppure qualcuno si è “distratto”<br />

interessandosi ad altro. Si tratterà allora di impiegare un diverso<br />

metodo di approccio. Mi spiego: ho già detto che non sarò tipo da<br />

lasciarsi “tirare per la giacca”, e che se non sarò in grado di risolverli,<br />

avrò l'obbligo morale (perché su ciò chiederò i consensi) di dire ai<br />

miei concittadini per quali motivi e chi sono i soggetti che me lo<br />

avranno impedito.<br />

Basta questo?<br />

No, ma è un buon inizio. E poi, non bisogna dimenticare che<br />

l’economia di Porto San Giorgio si fonda su tre grandi settori:<br />

Commercio, Turismo e Pesca. Le scelte strategiche, quindi,<br />

dovranno essere finalizzate a valorizzare questi settori vitali per la<br />

Comunità sangiorgese. Bisognerà quindi avere l'umiltà di ascoltare i<br />

problemi degli Operatori e delle Associazioni che li rappresentano.<br />

Non potranno imporsi scelte “dall’alto” o per la convenienza di questo<br />

o quel partito. E’ necessario invece coinvolgere i cittadini anche<br />

mediante l’utilizzo di referendum consultivi. Inoltre, abbiamo altri<br />

progetti innovativi, quali: la realizzazione di Parcheggi pubblici, sul<br />

lungomare e nelle aree più strategiche del paese; la costruzione di<br />

un Polo unico scolastico altamente attrezzato (stile Campus); la<br />

riqualificazione dei Quartieri periferici; e la particolare attenzione<br />

soprattutto per i Giovani, gli Anziani e le Famiglie in difficoltà.<br />

ROBERTO<br />

MANDOLESI<br />

Avvocato abilitato al patrocinio della Corte Suprema di Cassazione<br />

PORTO SAN GIORGIO_ITALY


AL SERVIZIO<br />

delle<br />

IMPRESE<br />

Un servizio di qualità richiede i più alti standard<br />

professionali (competenza psicologica e tecnica<br />

associata ad adeguati supporti professionali) ed il<br />

loro continuo aggiornamento e miglioramento,<br />

oltre ovviamente a valori morali oggettivi e<br />

condivisi. Requisiti che fanno parte del curriculum<br />

di Gianfranco che vanta una più che ventennale<br />

esperienza nel settore<br />

Qual'è nello specifico il tuo lavoro?<br />

Opero nel settore parabancario e cioè nella locazione finanziaria più<br />

facilmente denominata leasing, che è un contratto attraverso il quale<br />

una società di leasing acquista un determinato bene solitamente<br />

costoso (immobile, bene strumentale, automezzo pesante ecc.ecc.) e<br />

lo concede in leasing con possibilità di riscatto a fine contratto.<br />

Quindi siete concorrenti delle banche?<br />

Assolutamente no. Intanto le società di leasing sono partecipate da<br />

grandi istituti di credito, e poi nel 2011, bisogna dire che lo strumento<br />

del finanziamento ha un suo preciso iter. Per esempio, per l'elasticità<br />

di cassa delle imprese c'è lo scoperto di conto corrente, per le fatture<br />

c'è l'anticipo salvo buon fine e per gli investimenti di grandi importi da<br />

ripartire in più anni, c'è appunto il leasing che permette tra l'altro una<br />

maggiore e più precisa deducibilità fiscale.<br />

In questi periodi di forti tensioni dei mercati come siete messi?<br />

Cerchiamo di consigliare i clienti, dicendo loro che debbono fare<br />

massima attenzione all'uso degli strumenti finanziari a loro<br />

disposizione. Cioè di accedere ad ogni strumento bancario a seconda<br />

dell'uso che se ne deve fare. Per esempio non ha senso usare uno<br />

scoperto di conto corrente per acquistare un autocarro, perchè poi si<br />

resta senza liquidità. Poi applichiamo alle operazioni di leasing le<br />

agevolazioni attualmente in essere per abbattere i costi degli interessi.<br />

Quali sarebbero queste agevolazioni?<br />

Attualmente sono aperte alcune agevolazioni aventi caratteristiche<br />

nazionali. Parlo della Legge 1329/65 che è utile per acquisto di<br />

macchinari nuovi di importo elevato (sopra Euro 150/Mila) oppure la<br />

L. 240/81 per gli artigiani con contributo canoni in conto interessi. A<br />

queste agevolazioni possiamo unire i Fondi BEI (della Banca Europea<br />

degli Investimenti) che grazie ad un accordo che i vertici di Unicredit<br />

hanno preso appunto con la BEI e che permettono un abbattimento<br />

per alcune operazioni di uno 0,25% sul tasso Euribor (indicizzato)<br />

che sarà usato per la singola operazione.<br />

Come vedi l'Italia nel futuro? Riuscirà ad uscire dalla crisi che la<br />

tiene intrappolata oggi?<br />

L'Italia è un grande paese, pieno di brava gente capace ed in grado di<br />

dirigere una impresa. Quindi ce la farà, a patto però che si ritrovi<br />

quello spirito di sacrificio che ha contraddistinto la generazione degli<br />

anni 50 e 60, quando tanti bravi italiani (i nostri padri ed i nostri nonni)<br />

hanno, rimboccandosi le maniche, ricostruito dal nulla un paese<br />

distrutto e destinato alla povertà, trasformandolo nell'ottava economia<br />

del mondo.<br />

GIANFRANCO<br />

VASTAROLI<br />

Agente in attività finanziaria<br />

PORTO SAN GIORGIO_ITALY


IN PRIMO PIANO<br />

gioco<br />

www.donnaimpresa.com 83<br />

di<br />

squadra<br />

i fratelli Matricardi<br />

da sinistra: Cristiana, Ippolito e Rossana<br />

MATRICARDI S.P.A<br />

progetti in movimento<br />

Facciamo strada insieme…<br />

Un nuovo modo di pensare flessibile, performante, accurato e sicuro come mai prima in Italia. Non una semplice società<br />

di trasporti ma un progetto innovativo e specializzato, una realtà di eccellenza tutta italiana, forte delle esperienze, delle<br />

sinergie e delle performance che sono proprie di una struttura moderna che è diventata leader del trasporto su strada.<br />

L’obiettivo è quello di voler offrire un servizio sempre più competitivo ed efficace su tutta la penisola investendo energie in<br />

un progetto che è in continuo divenire.


Un altro tassello si aggiunge al<br />

processo di crescita della Matricardi<br />

che ha rafforzato i servizi offerti dalla<br />

società al Nord Italia attraverso<br />

l’apertura di tre nuove sedi in<br />

Lombardia; ciò a sottolineare l’ormai<br />

avvenuta evoluzione dell’azienda<br />

che è passata in pochissimo tempo,<br />

da un sistema centro Italia ad uno<br />

più ampio con il preciso intento di<br />

rispondere alla necessità di<br />

agevolare i flussi. Sinonimo da<br />

sempre di precisione ed affidabilità,<br />

l’azienda marchigiana ha voluto<br />

rimarcare la propria vocazione al<br />

servizio rispondendo in modo<br />

attento alle esigenze di una società<br />

maggiormente orientata alla<br />

flessibilità ed alla sicurezza.<br />

Un altro tassello si aggiunge al processo di crescita della<br />

Matricardi che ha rafforzato i servizi offerti dalla società<br />

al Nord Italia attraverso l’apertura di tre nuove sedi in<br />

Lombardia; ciò a sottolineare l’ormai avvenuta<br />

evoluzione dell’azienda che è passata in pochissimo<br />

tempo, da un sistema centro Italia ad uno più ampio con<br />

il preciso intento di rispondere alla necessità di<br />

agevolare i flussi. Sinonimo da sempre di precisione ed<br />

affidabilità, l’azienda marchigiana ha voluto rimarcare la<br />

propria vocazione al servizio rispondendo in modo<br />

attento alle esigenze di una società maggiormente<br />

orientata alla flessibilità ed alla sicurezza. Un parco<br />

automezzi di ultima generazione rispettoso della<br />

normativa CEE, servizi di massima qualità, unitamente<br />

ad uno staff esperto ed alla serietà con cui l’azienda<br />

porta avanti ogni singolo trasporto, è ciò che ha<br />

consentito alla Matricardi una progressiva crescita fino a<br />

diventare leader indiscusso a scala nazionale del<br />

trasporto su strada. Abbiamo incontrato i giovani titolari<br />

dell’azienda ed a loro abbiamo chiesto di parlarci del<br />

proprio lavoro e della filosofia aziendale che si è<br />

dimostrata vincente in considerazione dei traguardi che<br />

sono stati raggiunti: “ E’ da alcuni anni che le attività<br />

logistiche sono al centro di un processo di<br />

trasformazione ed innovazione estremamente<br />

dinamico. Sono cambiati i modi di fare logistica, e con<br />

essi sono cambiati anche il significato, le dimensioni e gli<br />

attori principali – ci dice Ippolito, il terzogenito dei tre<br />

figli, a cui è stato affidato il ruolo di amministratore<br />

dell’azienda di famiglia – La società contemporanea ci<br />

impone formule nuove e dinamiche capaci di soddisfare<br />

la moltitudine di necessità alle quali giornalmente siamo<br />

chiamati a rispondere – continua – ed è proprio<br />

nell’ottica di questa consapevolezza, contraddistinta<br />

anche dallo slogan “progetti in movimento”, che giorno<br />

dopo giorno rinsaldiamo la nostra volontà di esser<br />

partner sensibili ed affidabili del cliente e non<br />

semplicemente fornitori di un servizio, come di solito<br />

accade”. Un modo di vedere la vita, prima ancora che


Via Bernini 32 _ Trodica (MC) _ T.0733 564396<br />

nella foto: Giuseppe Matricardi con i figli<br />

una politica commerciale vincente, quella che unisce il pensiero di questi fratelli che sono riusciti, come mai ci è capitato di vedere sin d’ora, a<br />

porre lo spirito di squadra al di sopra di tutto “La nostra azienda è nata e continua ad essere un progetto corale in cui i piani strategici vengono<br />

condivisi: le persone che lavorano con noi siano esse dipendenti che collaboratori, ricevono piena libertà e fiducia nello svolgimento delle<br />

proprie funzioni aziendali – precisa la secondogenita Rossana – in cui ognuno, senza distinzione di ruolo, cerca di dare il meglio di se<br />

stesso per il bene di tutti. Un saluto, una stretta di mano, un sorriso.. piuttosto che un abbraccio non sono cose da lesinare, da noi… “. “ Il<br />

trasporto, così come concepito da noi – ci dice Cristiana,<br />

la primogenita – non è pertanto il semplice veicolare le merci da una location ad<br />

un’ altra, ma diversamente è visto nell’ottica del diventare partner responsabili ed accorti affinchè il cliente trovi, attraverso noi, un ulteriore<br />

punto di forza. La serietà e la competenza non sono optional dai quali poter transigere e in virtù della professionalità che ci ha sempre<br />

contraddistinto, siamo oggi in grado di offrire servizi di trasporto di “primaria qualità”, in contrapposizione ad altre aziende di settore presenti<br />

sul mercato – sottolinea – perchè attenti al rispetto delle normative sulla sicurezza stradale, del lavoro e dell’ambiente. Da circa 60 anni<br />

garantiamo al cliente velocità e precisione nelle consegne ad un prezzo onesto – conclude Cristiana – quasi a rivendicare il principio secondo<br />

il quale un servizio di qualità ha necessariamente il suo costo. Il rispetto è alla base del nostro rapporto con gli altri, sempre e comunque …<br />

questo è quello che ci è stato insegnato da nostro padre, fondatore insieme al suo papà dell’azienda, che ancora non si sottrae, nonostante<br />

“<br />

abbia delegato a nostro favore, alla responsabilità morale di essere qui con noi, ogni giorno, a vegliare sul mantenimento di quei valori che ci<br />

ha trasmesso e che ci caratterizzano”.<br />

Il divenire da Eraclito a Pirandello, è la<br />

sostanza dell'Essere, poiché ogni cosa è soggetta<br />

al tempo e alla trasformazione. Anche quello<br />

che sembra statico alla percezione sensoriale in<br />

verità è dinamico e in continuo cambiamento<br />

”<br />

MATRICARDI S.p.A LOGISTICA - TRASPORTI Via Toscana 7/9 Monte San Pietrangeli email: info@matricardispa.com<br />

I SERVIZI: *Tempi di resa 24/48 ore *Servizio di logistica e logistica integrata * Trasporti ADR; Servizi on line: http://www.matricardispa.com<br />

CENTRI OPERATIVI: *Abruzzo (Pescara tel. 085.4315219; Colonnella tel. 0861.700220) *Marche(Ancona tel. 071.2901136) *Toscana<br />

(Fucecchio tel. 0571.261012; Segromigno tel. 0583.928795; Calenzano tel. 055.8874518; Arezzo tel. 0575.410522) *Umbria (Perugia tel.<br />

075.5271380) *Veneto (Arzignano loc. Tezze 0444.482924)<br />

Febersnc<br />

ASSEMBLAGGIO FONDI E LAVORAZIONE CALZATURE


CRISI: CHE FARE?<br />

lo chiediamo ai giovani titolari della Omega Model<br />

di Francesca Palmieri<br />

Visita alla sede di una delle giovani aziende doc nella nuova provincia<br />

di Fermo; L’Omega Model snc, che dopo aver consolidato negli anni la<br />

sua presenza sul mercato, non si arrende alla crisi che attanaglia<br />

ormai da tanto tempo uno dei settori fiore all’occhiello per la nostra<br />

regione, quello calzaturiero. “L’Omega Model dopo aver festeggiato il<br />

traguardo dei dieci anni di attività confermandosi come una delle<br />

aziende più apprezzate del proprio settore, non si arrende e punta<br />

sempre più sulla qualità dei propri prodotti”. Questo è quanto ci<br />

sentiamo di poter affermare dopo anni di confronto sul mercato, dicono<br />

i tre soci fondatori. Azienda giovane dicevamo, infatti i titolari Monti<br />

Giampaolo, Maroni Massimo e Paglialunga Luca viaggiano in età<br />

comprese tra i 38 ed i 40 anni, se a questo aggiungiamo che hanno<br />

già festeggiato il decimo anno di attività, possiamo sicuramente<br />

affermare di essere in presenza di una giovane realtà. Andiamo allora<br />

insieme a conoscere le armi vincenti di questa piccola azienda di casa<br />

nostra, che come molte altre della zona contribuisce a tenere alto il<br />

valore del vero made in Italy.<br />

Di che cosa si occupa la vostra azienda di preciso?<br />

La nostra azienda offre molteplici servizi al mercato attuale, nelle più<br />

disparate forme, dalla progettazione 3D fino al realizzo completo del<br />

modello fisico su resina, copriamo ogni singola fase, nello specifico:<br />

consulenza per realizzazione di prototipi e modelli; studio per<br />

dimensionamento in base ai passaggi del materiale di stampaggio;<br />

realizzazione di prototipi con possibilità di piazzare direttamente la<br />

forma per avere l’effetto suola montata; ideazione di disegni in 2D per<br />

l’immagine della suola sia su laterale che su battistrada; realizzazione<br />

di modelli finiti; programmazione CAD/CAM per realizzazioni della<br />

parte meccanica dello stampo; e molto altro ancora. Diciamo che è<br />

nata principalmente per la produzione di modelli da utilizzare nella<br />

costruzione di stampi per fondi di calzatura, ma poi pian piano ha<br />

anche allargato i confini in molteplici settori, collaborando anche con la<br />

realizzazione di programmazione CAD con aziende del settore<br />

alimentare, dentale, meccanico.<br />

Per che tipo di stampi realizzate i vostri modelli?<br />

Grazie alle conoscenze acquisite negli anni possiamo coprire quasi la<br />

totalità delle esigenze di mercato realizzando prototipi e modelli definiti<br />

per quasi tutti i tipi di materiale da stampaggio oggi utilizzato (tipo<br />

gomma, tr, pu, pvc, eva, tpu, ecc.). Produciamo modelli per la<br />

realizzazione di stampi di suole monocolori, bicolori, tricolori da uomo,<br />

donna e bambino.<br />

Quindi in sostanza realizzate una suola in tutto e per tutto uguale<br />

a quelle che tutti noi ammiriamo coloratissime quando<br />

indossiamo le nostre scarpe la mattina?<br />

Diciamo di si, più o meno, ma il modello da noi prodotto molte volte<br />

può anche non essere conforme alla suola che vedete incollata sulle<br />

nostre scarpe, perché qualche volta può mancare di pezzi o particolari<br />

che vengono aggiunti meccanicamente dagli stampisti stessi in stadi<br />

successivi di lavorazione dello stampo in alluminio.<br />

Quando nasce la vostra azienda, e perché? Ripercorriamo<br />

insieme un po’ della vostra storia.<br />

L’Omega Model snc nasce nell’ormai lontano 1999, quando l’intuizione<br />

di uno dei soci fondatori, Monti Giampaolo, lo porta a rendersi conto<br />

che il tradizionale sistema di costruzione dei modelli per il realizzo degli<br />

stampi di fondi per calzature, è ormai sorpassato. Bisogna aggiungere<br />

a quello che è solo lavoro manuale (infatti i modelli venivano realizzati<br />

completamente a mano con legno ed altri materiali come gomme,<br />

lastrine con incisioni già impresse ecc.) qualcosa di più. Già in quegli<br />

anni si era diffuso l’utilizzo di frese a controllo numerico, che<br />

consentivano sì di velocizzare la produzione ottenendo chiaramente<br />

una qualità superiore, ma come negativo necessitavano comunque del<br />

primo modello realizzato a mano, poiché non facevano altro che<br />

sviluppare nelle diverse taglie l’originale che veniva quindi copiato. Da<br />

qui l’idea di affiancare a questo tipo di fresatrici l’utilizzo di sistemi<br />

computerizzati CAD/CAM, che consentissero di progettare e quindi di<br />

fresare successivamente su resine speciali tutto ciò che al computer<br />

venisse creato. Ricalcando così la strada percorsa da alcune officine<br />

meccaniche che avevano già inserito questo tipo di tecnologia nel<br />

settore dello stampo, venne fuori l’idea di applicare al settore della<br />

modelleria manuale il famoso CAD/CAM. Qui entrano in ballo gli altri<br />

due soci: Maroni e Paglialunga i quali, lavorando ormai da tanto tempo<br />

presso una famosa officina meccanica della zona ed utilizzando<br />

abitualmente questo tipo di tecnologia, hanno consentito di sviluppare<br />

l’idea in brevissimo tempo. Nasce così l’Omega Model che riassorbe la<br />

vecchia modelleria manuale del Monti e comincia la sua avventura nel<br />

mercato della calzatura.<br />

Ecco allora cosa sono tutti questi monitor nella vostra nuova<br />

sede!<br />

Già, da allora ne è stata fatta di strada, allo start i CAD erano soltanto<br />

due, una sola fresatrice, tanta voglia di provare e tante notti in bianco<br />

per far decollare il nostro progetto. Ora, a dieci anni di distanza, le<br />

stazioni CAD sono diventate quattro, l’affitto è stato sostituito dal<br />

nostro nuovo stabile di proprietà in Via Giovanni Agnelli presso la<br />

nuova zona industriale Girola a Fermo, e la nostra prima fresatrice è<br />

stata affiancata già quattro anni fa dall’innovativo sistema di fresatura a<br />

cinque assi in continuo, che consente di lavorare i modelli in tutte le<br />

posizioni, avendo così fresature sempre più precise, veloci, pulite, in<br />

una parola qualità.<br />

Quanto dicevamo all’inizio quindi.<br />

Certo, è la qualità che ci differenzia da tutti, specialmente da chi fa<br />

concorrenza sleale. L’Italia è sempre stato un Paese che fà la<br />

differenza, senza nulla togliere agli altri Paesi noi pensiamo che ogni<br />

nazione ha i suoi campi dove riesce ad eccellere, ma l’Italia ragazzi la<br />

invidiano tutti. Le macchine più belle sono le nostre, gli stilisti più<br />

copiati sono i nostri, e nel nostro specifico caso, le calzature più amate<br />

sono quelle italiane. L’italiano crea, non copia.<br />

Allora secondo voi quale sarà il futuro della modelleria?<br />

A parer nostro bisogna come prima cosa capire che non ci si può<br />

mettere in concorrenza con Paesi dove la manodopera costa un terzo<br />

della nostra, e che l’unica cosa da fare è crearsi un mercato dove non<br />

ci possano attaccare, e questo possiamo farlo solo facendo capire<br />

all’utilizzatore finale che una qualità superiore, ha un costo superiore,<br />

ma ha anche una durata superiore.<br />

Il riferimento è ai prodotti importati vero?<br />

Chiaro, lei metterebbe un paio di scarpe al suo bambino che durano<br />

un terzo di una produzione locale? Ma soprattutto siamo informati sui<br />

materiali con cui sono realizzati alcuni prodotti? Il nostro settore, come<br />

quello del tessile, sono i più bersagliati, i costi di realizzo sono sempre<br />

più alti in Italia, e la lotta è sempre più serrata.<br />

Pensate che “l’artigiano” possa farci uscire dalla crisi?<br />

Non ci farà uscire dalla crisi, ma può darci una mano ad alleviarla. Si<br />

ricordi che è l’artigianato il settore trainante dell’Italia, e non le grandi<br />

aziende come invece vogliono farci credere. L’artigiano non usufruisce<br />

di agevolazioni importanti per aprire filiali all’estero, non ha sgravi<br />

fiscali né potere economico per poter aggirare i problemi, i problemi li<br />

deve affrontare e risolvere. Se vuole forza lavoro, l’artigiano deve<br />

assumere in loco, creando nuovi posti di lavoro in Italia si va avanti,<br />

questo si deve capire. Le altre sfere dovrebbero proteggere le piccole<br />

aziende che fanno lavorare con continuità i loro collaboratori, non<br />

favorirne la cessazione dell’attività.<br />

Qual è la vostra speranza per il futuro?<br />

Speriamo di rivederci qui tra altri dieci anni per una nuova intervista,<br />

magari con l’azienda un po’ più grande e tecnologica.<br />

C’è qualcuno che volete ringraziare per il vostro successo?<br />

Sì, tutto il nostro parco clienti, che da anni ci consente di lavorare in<br />

maniera continuativa e con cui si è creato un rapporto di stima e<br />

rispetto reciproci che purtroppo oggi è sempre più difficile trovare.<br />

OMEGAMODEL<br />

Via G Agnelli 36/38 - 7/9 Fermo - Italy T. 0734.440249 email: info.omegamodel@gmail.com<br />

IN PRIMO PIANO


URUBORO<br />

UTRECHT_ HOLLAND<br />

“L’homo sapiens del XXI secolo deve<br />

imparare di nuovo a dominare la lingua e<br />

l’artista lo aiuta con la propria arte che si fa<br />

strumento didattico. I dipinti e le sculture di<br />

Paolo Sistilli arrivano come un pugno<br />

pesante su una liscia superficie. E per poco<br />

si getta uno sguardo nella profondità<br />

incommensurabile. E poi, lentamente, torna<br />

la pace”. Liberamente tratto da<br />

ESPRESSIONI DI COMUNICAZIONE NON<br />

VERBALE a cura di Dick Adelaar, Utrecht<br />

TESSERA<br />

acrilico su cartone ondulato<br />

PAOLO<br />

ALESSANDRA<br />

LUMACHELLI<br />

SISTILLI<br />

“De 21ste eeuwse homo sapiens moet<br />

opnieuw de taaal laren beheersen. De<br />

kunstenaar helpt hem via zijn kunst aan<br />

leermiddelen. Paolo Sistilli schilderrijen en<br />

sculpturen komen aan als een hevige<br />

vuistslag op een glad wateroppervlak.<br />

Tijdelijk wordt een blik gegund in de<br />

onmetelijke diepte. Daarna keert de rust<br />

langzaam terug”. Vrij naar UITINGEN VAN<br />

NON-VERBALE COMUNICATIE<br />

Dick Adelaar, Utrecht 29 novembre 2010.<br />

"Distruggere il muro del silenzio" è un manuale incentrato sul<br />

riconoscimento e la lotta degli abusi infantili, destinato a chiunque<br />

intenda avere una conoscenza del fenomeno. Dà anche la possibilità<br />

al lettore di avvicinarsi alla grafologia, facendone uno strumento di<br />

cultura generale. Nel testo si trovano esempi di scritture e di disegni,<br />

in particolare l'evoluzione della scrittura di una grande abusata,<br />

famosa per essere entrata nel firmamento dei miti del cinema, Marilyn<br />

Monroe. Alessandra lumachelli, toscana, sociologa, esperta in abusi e<br />

scrittrice, si definisce "grafoterapeuta", in quanto ritiene che la<br />

grafologia sia davvero "pedagogia del gesto grafico", e possa, quindi,<br />

donare consapevolezza e portare in superficie ciò che sarebbe<br />

altrimenti nascosto e non utilizzabile per la crescita personale.<br />

MACERATA _ITALY<br />

ROBERTO CICCHINE’<br />

CUPRA MARITTIMA_ITALY<br />

piùmenoinfinito<br />

Non è un percorso rettilineo quello che porta<br />

Roberto alla realizzazione del lavoro finito.<br />

Non c’è in lui la volontà di rendere, attraverso<br />

l’obiettivo fotografico, l’oggettività: essa è<br />

filtrata dalla sensibilità dell’artista che<br />

restituisce uno sguardo sulle cose e un taglio<br />

che sfuggono alla normale osservazione. Le<br />

storie che racconta sono provinciali, come<br />

provinciale – nell’accezione positiva di<br />

osservare con occhio curioso e sempre<br />

nuovo - è il suo modo di porsi di fronte ai suoi<br />

soggetti, che inconsapevolmente, si trovano<br />

al centro del racconto composto da<br />

frammenti di quotidianità e di vita. I<br />

protagonisti dei suoi scatti non emergono per<br />

ciò che realmente e fisicamente sono, ma<br />

escono dall’immagine per il dettaglio che<br />

l’artista di loro vuole sottolineare. Indaga<br />

l’infanzia, la vecchiaia, gli stati d’animo<br />

altalenanti tra due categorie accomunate dal<br />

ricordo e dalla malinconia.<br />

testo e cura Simonetta Angelini<br />

GALLERIA MARCONI<br />

www.donnaimpresa.com 91


ANDREA GALLUCCI<br />

eventi d’arte<br />

Genova<br />

VANGOGHEILVIAGGIO. Pittura<br />

degli spazi percorsi da Turner a<br />

Gauguin a Rothko.<br />

Palazzo Ducale, 12 novembre 2011<br />

-15 aprile 2012<br />

Firenze<br />

AMERICANI A FIRENZE. Sargent e<br />

gli impressionisti del Nuovo Mondo.<br />

Fondazione Palazzo Strozzi, 02<br />

marzo -15 luglio 2012<br />

Roma<br />

TINTORETTO<br />

Scuderie del Quirinale, febbraio -<br />

giugno 2012<br />

Rimini<br />

DA VERMEER A KANDINSKY.<br />

Capolavori dai musei del mondo a<br />

Rimini<br />

Castel Sismondo, 21 gennaio - 03<br />

giugno 2012<br />

Legnano<br />

(Milano)<br />

ZORAN MUSIC. Se questo è un<br />

uomo<br />

Palazzo Leone da Perego, 19<br />

novembre 2011 – 19 febbraio 2012<br />

Repubblica di San<br />

Marino<br />

DA HOPPER A WARHOL. Pittura<br />

americana del XX secolo a San<br />

Marino<br />

Palazzo Sums, 21 gennaio - 03<br />

giugno 2012<br />

Lucca<br />

LUCCA PHOTO FEST, dal 19<br />

novembre all'11 dicembre.<br />

Tema della settima edizione:<br />

Sguardi d’Oriente.<br />

Forlì<br />

WILDT. L'anima e le forme da<br />

Michelangelo a Klimt.<br />

Musei San Domenico, 28 gennaio –<br />

17 giugno 2012<br />

Rovigo<br />

IL DIVISIONISMO.Lalucedel<br />

moderno<br />

Palazzo Roverella, 25 febbraio - 24<br />

giugno 2012<br />

a teatro<br />

GENNARO FRANCIONE<br />

L'autore<br />

Gennaro Francione è nato a Torre del Greco (NA). Ha intrapreso la carriera<br />

giudiziaria svolgendo in quel di MonzaeaRomafunzioni di Pubblico<br />

Ministero, Giudice Istruttore, Giudice di Tribunale, dirigente<br />

dell'Amministrazione Penitenziaria. Attualmente vive nella capitale dove, col<br />

grado di Consigliere di Corte di Cassazione, svolge funzioni di giudice presso<br />

la sezione penale del Tribunale. Sposato con una maltese, la dolce Astrid, ha<br />

due splendidi figli: David Gregor e Maya. Giudice-scrittore dell'Onda di Temi,<br />

regista e drammaturgo di fama internazionale (fra i suoi più prestigiosi<br />

riconoscimenti vi è quello di consulente del M.I.C.S. - Museo Internazionale del<br />

Cinema e dello Spettacolo), Gennaro è anche apprezzabilissimo pittore<br />

patafisico, compositore di musica classica e folk ma soprattutto scrittore,<br />

prediligendo il genere esoterico, gotico e fantastico.<br />

L'Adramelek Theater<br />

Nella strutturazione informazionale del teatro Francione ha ideato il "Progetto<br />

Icartheatrum", col motto "Se il popolo non va al teatro, il teatro va al popolo",<br />

nel senso di portare gli spettacoli presso la miriade di teatri di comunità. Il<br />

nucleo del progetto è stata la fondazione della compagnia "Adramelek<br />

Theater" nell'aprile 1994. Adramelek è il demone asinino con le ali. L'artista, il<br />

drammaturgo, l'attore, sono asini alati che mettono le ali per ribaltare il loro<br />

destino verso la Bellezza superando le banalità di un mondo assurdo.<br />

Francione ha realizzato quello che chiama "teatro uroborico", un teatro<br />

mirabolante, assorbente, grottesco, intrecciato, compatto, per attuare la<br />

quadratura del cerchio" . Nel suo progetto urobormassmediale<br />

ha trovato alleati nell'ipertransavanguardia del Medioevo Atomico in<br />

associazioni prestigiose come il Teatro Patologico di Dario D'Ambrosi. Tutta<br />

l'azione dell'Adramelek Theater si svolge comunque sotto l'egida dell'Antiarte<br />

2000 il movimento di Rivoluzione dell'Estetica internettiano, antiartistico e<br />

iperpolitico da lui stesso escogitato.<br />

Fra i suoi più recenti lavori<br />

Il racconto dei fatti di Balvano fattogli dal suo papà che ha trasposto in<br />

CALABUSCIA (edito da Aetas Internazionale - Roma, ottobre 1994 ora in<br />

corso di ristampa per i caratteri della Herald editrice di Roma;<br />

http://www.antiarte.it/cyberomanzofrancione/calabusc.htm). Vi si narra della<br />

fuga dopo l'armistizio lungo tutto la penisola di due napoletani Gennaro e<br />

Vincenzo, padre e figlio, alla ricerca di una salvezza che si rivela una mera<br />

chimera. La vita è un'eterna Calabuscia, una gabbia. Un libro-denuncia della<br />

smemoratezza della storia per un incidente che riportava alle gravi<br />

responsabilità del governo italiano e degli alleati. In questa battaglia di<br />

recupero della memoria, Gennaro riuscì a coinvolgere le università italiane ma<br />

non le istituzioni, che negarono la richiesta dei familiari di istituire a livello<br />

nazionale il 3 marzo giorno della memoria dei 600 morti di Balvano. E’ per<br />

organizzare la memoria del treno e la protesta perenne (che ancora oggi non<br />

trova accoglimento da parte dello Stato) che ha istituito il sito “Treno di Luce –<br />

Treno di Pace” per trasformare il treno maledetto in simbolo di luce contro tutte<br />

le guerre. Il Treno di Luce non è solo un convoglio materiale ma un mezzo<br />

celeste per ricordare tutti quei morti, vittime di un olocausto inutile, frutto della<br />

guerra e della vita cosiddetta civile che sopraffà i poveri. Per questo il Treno di<br />

Luce vuol viaggiare sulle rotaie del Cyberspazio per portare il suo messaggio<br />

di pace contro la guerra e la sopraffazione dei deboli ad opera dei forti.<br />

Info<br />

“TRENO DI LUCE, TRENO DI PACE CONTRO LE GUERRE” Telegrammi.<br />

726 lists.peacelink.it/nonviolenza/2011/11/msg00000.html _ TRAGEDIA DI<br />

BALVANO http://www.antiarte.it/trenodiluce<br />

AFFIDABILI COMPAGNI DI VIAGGIO<br />

AUTOTRASPORTI MARCO & C.<br />

PELLINI<br />

Via Giuseppe Sacconi 39 _ 63822 PORTO SAN GIORGIO (Fm) info: 335.6179580<br />

SERVIZI NAZIONALI


Captain Jack<br />

becousethenight<br />

I’m Jack, vengo dal pianeta mondo, dove<br />

tutto è incominciato, il mio cuore pulsa in<br />

quattro quarti con cassa in battere ... la mia<br />

" history" è tutta nella mia libreria colma di<br />

vinili e cd, " my home" è il mondo " my<br />

language" è quella universale della musica ...<br />

Viaggio, ascolto, osservo il mondo che<br />

cambia di ora in ora sotto i miei occhi ed<br />

insieme a lui cambio io e anche la mia<br />

musica ... becouse the night??? ... " la<br />

musica è un banchetto sul quale ci sfamiamo<br />

... se crediamo nella notte, ci fidiamo, perché<br />

stanotte c'è solo la musica!!! "<br />

This is my life ... good times people!!!!!!<br />

AL CHIARO DI LUNA<br />

CHALET ANDREA<br />

www.captainjack.it<br />

PINETA <strong>by</strong> VISIONAIRE<br />

LE GALL<br />

etra x<br />

BY<br />

CAPTAIN<br />

JACK<br />

&deejay<br />

cool winter<br />

“ ”<br />

2011 / 2012<br />

www.donnaimpresa.com 95<br />

ELLAVITA


My best friends<br />

voice<br />

“Sono nata a San Paolo del Brasil, sotto il<br />

segno dell’ariete; frutto di un mix di razze,<br />

Italo-Espaniche da parte materna e Afro-<br />

Indigene da parte di mio padre – mi dice la<br />

sensualissima Danny – per cui cantare,<br />

ballare e animare fanno parte della mia<br />

cultura. Dopo un corso da indossatrice<br />

decido di venire in Italia a lavorare come<br />

traduttrice di importanti firme italiane, questo<br />

mi ha dato possibilità fare importanti incontri<br />

nel circuito dello spettacolo. Nasce così la<br />

mia carriera da cantante e vocalist”. Oggi<br />

Danny oltre che seguire i suoi progetti<br />

discografici lavora nei più importanti locali<br />

d’Italia affiancando importanti djs come<br />

vocalist. Il suo carattere solare e molto<br />

socievole unitamente ad un sex appeal<br />

delicatissimo ed un gradevole savoire fare,<br />

diventando un vero punto di forza per i<br />

Locali dove si esibisce.<br />

DANNY DE GODOY<br />

FEDERICO PIGNATARI in arte PIGNA: una<br />

carriera costellata di presenze nei locali<br />

notturni più in auge dell’intero panorama<br />

nazionale. Attualmente Vocalist Resident al<br />

“Pineta <strong>by</strong> Visionnaire” e “Pacifico Dinner” di<br />

Milano Marittima il sabato sera, si esibisce<br />

anche nel centro di Roma nel nuovissimo<br />

“Withe Club” dove ha ricreato l’atmosfera del<br />

Pacifico oltre che la calarsi, nella esclusiva<br />

serata della domenica, a Milano presso il ristodisco<br />

“Tocqueville 13”. “La musica è<br />

assolutamente fondamentale - risponde alla<br />

mia richiesta di quanto la ritenesse importante<br />

– non solo per me in quanto passione<br />

cresciuta parallelamente alla mia vita – mi dice<br />

– bensì ella vita di ognuno… chi di noi non ha<br />

una propria colonna sonora che ripercorre e PIGNA<br />

accompagna i momenti importanti della vita?<br />

Esistono tracce per i momenti belli e tracce anche per i ricordi brutti e negativi, sono tutte tappe di un percorso che<br />

ci caratterizza e ci differenzia l’un l’altro rendendoci unici. Come le fotografie che fermano visivamente un ricordo<br />

o un preciso momento, così le le canzoni “impressionano” attimi, particolari, gioie e dolori che ci hanno forgiato”<br />

Dall’88 in discoteca, in tutti ruoli, da sempre organizzatore di eventi , dj e animatore, tra i primi vocalist, da quando<br />

questo ruolo è diventato fondamentale nella buona riuscita di serate da ballo. Avevamo molto meno spazio rispetto<br />

ad oggi, ma io me lo sono sempre conquistato con la tecnica, la professionalità, lo studio, la passione per il suono<br />

della mia voce riprodotta da un microfono, qualcosa di magico che da subito mi ha rapito. La radio divenne negli anni<br />

il naturale sbocco alle mie aspirazioni, passione che non ho mai abbandonato da che è entrata nella mia vita, nel 98.<br />

Un arco di tempo, quello a cavallo fra la fine degli anni 90 ad oggi, in cui ho collezionato un più che ragguardevole<br />

numero di presenze nei migliori locali della regione e non solo: Zen Club, Mahè, Flexus, Le Gall, Green Leaves,<br />

Babaloo, Novavita, Lola, Nina, Soda, Gialù, Tenda Rossa, Tartaruga, Palace – Number One, Taboo, Nero di Sole, La<br />

Terrazza, Disco Faleria, Glamour…. e poi la recente svolta con le serate al Club Pineta di Milano Marittima e le<br />

successive partenze per diversi Clubs d’Italia. Fra le cose<br />

importanti della mia vita professionale il continuare a produrre<br />

musica, fra quelle insostituibili relative alla mia vita privata: la<br />

famiglia. Mia moglie e mio figlio. Nel mio futuro ci sono grandi<br />

progetti con la Merli Entertainment, al fianco dei miei amici<br />

Gianluca Jay , Alessandrino e Alberto Merli, ovvio che tutto ciò<br />

tutto ciò con la fiducia di tutti i collaboratori, gestori e titolari di<br />

Locali, senza di loro .<br />

ORIANO THE VOICE<br />

le gall<br />

PORTO SAN GIORGIO<br />

MR. GIORGIO JAY & JAY LUX<br />

CRISTINA CAPRIOTTI<br />

Via Garibaldi,98 _ 63019 _ Casette D’Ete (Fm) _ Sito Web http://www.cristinacapriotti.com _ E-mail: cristinacapriotti@libero.it<br />

Make up Artist<br />

delle Star<br />

Visagista, estetista, truccatrice, esperta in medicina<br />

estetica e fisioterapia, Cristina ha al suo attivo la<br />

cura dell’immagine di personaggi famosi del jet-set<br />

nazionale e internazionale. Da Mara Venier,<br />

Samantha De Grenet, Alba Parietti, Eather Parisi,<br />

Natalia Estrada, Adriana Volpe, Cecilia Capriotti,<br />

Franco Califano, Franco Oppini, Claudio Lippi, Lino<br />

Banfi, Paolo Bonolis, Giancarlo Magalli, Fabrizio<br />

Frizzi ... a Marcus Schenkenberg, Gianna Nannini,<br />

Cristian De Sica, Massimo Boldi, Alessandro<br />

Gassman, Irene Pivetti, Rosanna Lambertucci,<br />

<strong>Maria</strong> Giopvanna Elmi e numerossissimi altri fra i<br />

personaggi più conosciuti del mondo dello<br />

spettacolo, si sono affidati alla sua conclamata<br />

esperienza. Il suo Istituto di Bellezza si caratterizza,<br />

oltre che per l’utilizzo di prodotti di altissima qualità<br />

ed attrezzature tecnologicamente avanzate, per<br />

l’accoglienza e la riservatezza che sono propri di<br />

una donna che ha compreso come le relazioni<br />

interpersonali non siano semplicemente la base<br />

della crescita professionale, bensì rappresentino<br />

una ricchezza insostituibile della crescita personale.<br />

Le persone che si affidano a lei sono le medesime<br />

che poi diventano sue confidenti, ed amiche. La<br />

dolcezza e la sincerità le sono proprie; ogni suo<br />

consiglio è sulla base del rispetto che instaura con<br />

ciascuno, ed è questo il quid in più che fa di lei una<br />

professionista insostituibile, oltre che indimenticabile<br />

dal punto di vista più strettamente umano. Mamma<br />

di un bellissimo bambino, Lorenzo ... si divide con<br />

estrema destrezza fra la casa e le serate mondane,<br />

quelle a cui viene chiamata dal suo foltissimo<br />

pubblico di ammiratori a rappresentare quanto di più<br />

grande ci sia in lei: la sua travolgente semplicità.<br />

modellista<br />

ANTOLLONI<br />

Alessandro<br />

Via Ancona 128_Porto Sant’Elpidio_mobile 338.8936043_mail:antollonialessandro@alice.it


grottazzolina _info@suolificioantares.it _ T. 0734.632735 _ F. 0734.636777 _ www.suolificioantares.it

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!