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GISNe - Anatomia, Farmacologia e Medicina Legale

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Modificazioni dell’espressione genica del recettore GABA A in cellule ippocampali in coltura<br />

indotte dal progesterone<br />

Maria Cristina Mostallino a e Giovanni Biggio abc<br />

a Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Neuroscienze, Sezione di Cagliari; b Dipartimento di<br />

Biologia Sperimentale, Sezione di Neuroscienze, c Centro di Eccellenza per la Neurobiologia delle<br />

Dipendenze, Università di Cagliari, Cagliari<br />

L’espressione delle subunità che compongono il recettore GABA A nei neuroni può essere<br />

modificata da alcuni modulatori endogeni della funzione del recettore come i neurosteroidi. Questi<br />

effetti dei neurosteroidi potrebbero essere dovuti ad una loro azione diretta sul recettore GABA A<br />

che poi, attraverso uno specifico meccanismo di signalizzazione intracellulare, potrebbero<br />

controllare la trascrizione genica e quindi l’espressione di specifiche subunità del recettore. Gli<br />

steroidi neuroattivi come l’allopregnanolone (AP), un metabolita del progesterone (PROG),<br />

esercitano diversi effetti sulla plasticità del recettore in diverse popolazioni neuronali, questo<br />

potrebbe spiegare alcune delle azioni fisiologiche esercitate da questi composti.<br />

Per queste ragioni lo scopo del nostro studio è stato quello di verificare se l’esposizione cronica al<br />

PROG o all’AP e la loro brusca interruzione, fossero in grado di modificare l’espressione genica<br />

della subunità delta del recettore GABA A nelle cellule di ippocampo di ratto in coltura.<br />

I recettori GABA A contenenti le subunità delta sembrerebbero localizzati solo in posizione<br />

extrasinaptica e possiedono un’alta affinità l’agonista 4,5,6,7-tetraidroisoxazolo-[5,4-c]piridina-3-<br />

olo (THIP) e per i neurosteroidi. Per cui le variazioni nell’espressione genica di questa subunità<br />

potrebbero contribuire allo sviluppo di quelle alterazioni dello stato mentale associate a fluttuazioni<br />

sia fisiologiche che farmacologiche dei livelli dei neurosteroidi.<br />

Per questo studio sono stati utilizzati neuroni ippocampali di ratto in cultura. Il trattamento su<br />

queste cellule è stato iniziato 6 giorni dopo l’inizio della coltura e sono state trattate per 1,2,4,6<br />

giorni con AP (1 µM) o con PROG (1 µM) da solo o associato alla finasteride (1 µM). Nei gruppi in<br />

cui il trattamento è stato interrotto, le cellule sono state trattate per 6 giorni con AP o PROG,<br />

successivamente il medium contenente gli ormoni è stato sostituito con medium privo di ormoni e<br />

le cellule sono state processate dopo un’incubazione di altre 3-24 ore.<br />

Il saggio dell’RNA protetto da RNasi (RPA) e gli studi di immunocitochimica utilizzando degli<br />

anticorpi specifici per la subunità delta hanno mostrato che dopo 24 ore di trattamento con PROG si<br />

ha un aumento significativo del mRNA e della proteina delta, mentre dopo 2 giorni sino a 6 giorni<br />

di trattamento si osserva una diminuzione sia del mRNA che della proteina delta. Al contrario 3 o 6<br />

ore dopo la sospensione del trattamento i livelli rispettivamente di mRNA e di proteina delta sono<br />

ancora bassi ed aumentano significativamente, rispetto ai livelli di controllo, dopo 9 ore per<br />

l’mRNA e 12 ore per la proteina. I livelli di entrambi, mRNA e proteina per la delta, ritornano ai<br />

valori di controllo rispettivamente dopo 12 e 24 ore. Questi effetti sono stati osservati anche dopo<br />

trattamento con AP. Inoltre la modulazione della subunità delta indotta dal PROG è bloccata dalla<br />

somministrazione di finasteride, inibitore della 5alpha-riduttasi, un enzima che converte il PROG in<br />

AP. Le variazioni molecolari osservate sono accompagnate anche da variazioni nella funzione del<br />

recettore GABA A .<br />

Nel loro insieme questi risultati indicano che l’esposizione prolungata e la successiva brusca<br />

interruzione modulano sia l’espressione genica della subunità delta che la funzione del recettore<br />

GABA A e che questi effetti sono mediati dall’AP. Questi risultati sono consistenti con l’idea che<br />

questo ormone abbia un ruolo importante nella modulazione delle correnti toniche.

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