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Luglio / Agosto - Sardinews

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Embedded in Sardegna<br />

totale di cinquemila ore e con una spesa di 300 mila euro”.<br />

La comunicazione e il marketing sono affidati a Ilaria Mura, cagliaritana,<br />

laurea in Lettere, tesi in Epigrafia latina, esperienze<br />

lavorative alla Professionisti Associati e poi stage alla Sda Bocconi.<br />

Dice che “i punti di forza Akhela sono i contatti con le<br />

persone interne all’aziende e con i clienti. Fra tutti c’è un buon<br />

feeling”.<br />

Uno dei settori chiavi è il data-centre, “covo” autentico di ingegneri<br />

informatici. A dirigere l’area produttiva Ict c’è Antonio<br />

Crobe, sassarese del rione Montegrappa, studi di Informatica a<br />

Milano. “Qui progettiamo, sviluppiamo, eroghiamo i servizi,<br />

molto spesso agiamo all’interno delle aziende degli stessi nostri<br />

clienti, dovunque esse siano”. Daniela Costa, cagliaritana,<br />

coordina un nutrito gruppo di donne che erogano “servizi di<br />

manutenzione applicativa della capogruppo Saras. In sostanza<br />

manteniamo in efficienza le piattaforme informatiche della<br />

raffineria”. Tanti sardi e qualche innesto internazionale. È ingegnere<br />

elettronico anche Kateryna Radchenko, ucraina, laurea a<br />

Sebastopoli, in Sardegna da sette anni, è una system manager.<br />

“Mi trovo bene, lavoro in un settore per il quale ho studiato, mi<br />

auguro che l’azienda cresca e si consolidi”.<br />

La zona più “segreta” è l’area-sistemi e prodotti embedded. Fabrizio<br />

Airoldi e Beatrice Canetto di Bortigali sono impegnati al<br />

telefono. Ci sono ingegneri giunti dall’India e dalla Cambogia.<br />

Non c’è tempo per i cronisti.<br />

Akhela non è sola a casa sua. Ospita anche Stream (che da qui<br />

lavora per grandi gruppi internazionali) e anche uno dei maggiori<br />

produttori di pc al mondo, un vero colosso top secret che ha<br />

creato a Macchiareddu il proprio centro di vendita e assistenzaclienti<br />

gestito dalla stessa Stream.<br />

A dirigere uno stabilimento così moderno e complesso è un ingegnere<br />

di 55 anni, Piercarlo Ravasio, laurea in Ingegneria elettronica<br />

al Politecnico di Milano. Ha iniziato a lavorare mentre era<br />

ancora all’università. “Nel 1971 ho iniziato alla Olivetti di Ivrea<br />

nel settore R&S, dal 1989 al 1991 ho diretto tutta la ricerca”. Importanti<br />

le altre tappe: sette anni in Italtel, poi il rientro a Ivrea,<br />

dal ’91 al ’99 all’Elsag della Finmeccanica, poi la Ipm (Industria<br />

politecnica meridionale) di Napoli, nel 2001 è alla Sintek del<br />

gruppo Moratti, poi in Saras Lab nel 2003 ed eccolo trasformare<br />

Saras Lab in Akhela dove oggi è amministratore delegato.<br />

Perché l’Italia ha perso la Olivetti<br />

“Il mercato era diventato difficile e Olivetti si è persa d’animo.<br />

Poi è stato deciso di investire nei servizi anziché nella tecnologia.<br />

Ed è iniziato il tramonto”.<br />

E in Akhela<br />

Sono tre i settori base: quello embedded. Questo è legato ai<br />

software di bordo delle nostre auto, dal controllo dei motori a<br />

quello dei finestrini automatici, alla chiusura con telecomando<br />

a distanza, sono sistemi complessi che comunicano fra loro. Tra<br />

gli embedded anche i software per l’intrattenimento: dai cd, alla<br />

radio, alla soppressione dei rumori. Dice Ravasio: “Per ottenere<br />

che la voce sia evidenziata serve un “silenzio virtuale”, esistono<br />

sistemi di beaming che all’interno dei vari rumori della vettura<br />

pongono l’attenzione su un segnale e si depura proprio il segnale<br />

vocale”.<br />

Si è parlato anche di aerei. Aggiunge il direttore: “Qui a Macchiareddu<br />

ci occupiamo di sistemi di navigazione inerziale in<br />

collaborazione con l’azienda campana Vulcanair e il Cira, il centro<br />

italiano per le ricerche aerospaziali. E stiamo progettando un<br />

cook-pit elettronico per portare nell’aviazione privata lo stesso<br />

livello di interfaccia dell’aeronautica commerciale”. E poi una<br />

terza nicchia: i compressori video, cioè i videotelefonini di prossima<br />

generazione. “I primi – annuncia Ravasio – saranno installati<br />

e venduti in Messico”.<br />

Qual è il vostro punto di forza tecnologico<br />

“Aiutiamo i nostri clienti a verificare che i sistemi informatici<br />

siano sicuri e non attaccabili da hacker, da pirati”.<br />

Qual è il futuro dell’Ict<br />

“Problematico. L’Italia è diventata un Paese grande consumatore<br />

ed è esterodipendente. Vent’anni fa nel mercato mondiale dei<br />

semiconduttori l’Italia aveva un valore di utilizzo attualizzato ad<br />

oggi pari a 50 miliardi di euro. Oggi la stessa cifra è di circa un<br />

miliardo. Ciò vuol dire che l’Italia non ha più una sua industria<br />

elettronica. Dove vogliamo andare allora”.<br />

C’è chi ipotizza la crisi prossima anche nell’informatica. Si<br />

dice che tra il 2006 e il 2007 proprio nell’Ict, nella sola Italia,<br />

ci saranno fra dieci e ventimila esuberi. È un dato reale o<br />

soltanto allarmistico<br />

“È un dato molto vicino al vero, forse diecimila esuberi, non<br />

credo ventimila. Ma lo stato dell’arte informatica non è allegro.<br />

La struttura informatica italiana è frastagliata, nel 2004 sono<br />

nate oltre ventimila aziende con una o due persone. Nel mondo<br />

le aziende Ict hanno dimensioni che raggiungono decine di migliaia<br />

di dipendenti ed è in atto un imponente “consolidamento”.<br />

Nell’Ict in particolare piccolo vuol dire perdere e prima o poi si<br />

può soccombere”.<br />

E il futuro Akhela<br />

“Ha la sua forza nei rapporti internazionali. Potremmo fare poco<br />

o nulla in Sardegna, poco o nulla in Italia. Il mercato Ict è il<br />

mondo. E Akhela in questo mondo ha piantato buone radici. E<br />

le vuole consolidare”.<br />

G.M.<br />

luglio - agosto 2006<br />

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