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Embedded in Sardegna<br />
totale di cinquemila ore e con una spesa di 300 mila euro”.<br />
La comunicazione e il marketing sono affidati a Ilaria Mura, cagliaritana,<br />
laurea in Lettere, tesi in Epigrafia latina, esperienze<br />
lavorative alla Professionisti Associati e poi stage alla Sda Bocconi.<br />
Dice che “i punti di forza Akhela sono i contatti con le<br />
persone interne all’aziende e con i clienti. Fra tutti c’è un buon<br />
feeling”.<br />
Uno dei settori chiavi è il data-centre, “covo” autentico di ingegneri<br />
informatici. A dirigere l’area produttiva Ict c’è Antonio<br />
Crobe, sassarese del rione Montegrappa, studi di Informatica a<br />
Milano. “Qui progettiamo, sviluppiamo, eroghiamo i servizi,<br />
molto spesso agiamo all’interno delle aziende degli stessi nostri<br />
clienti, dovunque esse siano”. Daniela Costa, cagliaritana,<br />
coordina un nutrito gruppo di donne che erogano “servizi di<br />
manutenzione applicativa della capogruppo Saras. In sostanza<br />
manteniamo in efficienza le piattaforme informatiche della<br />
raffineria”. Tanti sardi e qualche innesto internazionale. È ingegnere<br />
elettronico anche Kateryna Radchenko, ucraina, laurea a<br />
Sebastopoli, in Sardegna da sette anni, è una system manager.<br />
“Mi trovo bene, lavoro in un settore per il quale ho studiato, mi<br />
auguro che l’azienda cresca e si consolidi”.<br />
La zona più “segreta” è l’area-sistemi e prodotti embedded. Fabrizio<br />
Airoldi e Beatrice Canetto di Bortigali sono impegnati al<br />
telefono. Ci sono ingegneri giunti dall’India e dalla Cambogia.<br />
Non c’è tempo per i cronisti.<br />
Akhela non è sola a casa sua. Ospita anche Stream (che da qui<br />
lavora per grandi gruppi internazionali) e anche uno dei maggiori<br />
produttori di pc al mondo, un vero colosso top secret che ha<br />
creato a Macchiareddu il proprio centro di vendita e assistenzaclienti<br />
gestito dalla stessa Stream.<br />
A dirigere uno stabilimento così moderno e complesso è un ingegnere<br />
di 55 anni, Piercarlo Ravasio, laurea in Ingegneria elettronica<br />
al Politecnico di Milano. Ha iniziato a lavorare mentre era<br />
ancora all’università. “Nel 1971 ho iniziato alla Olivetti di Ivrea<br />
nel settore R&S, dal 1989 al 1991 ho diretto tutta la ricerca”. Importanti<br />
le altre tappe: sette anni in Italtel, poi il rientro a Ivrea,<br />
dal ’91 al ’99 all’Elsag della Finmeccanica, poi la Ipm (Industria<br />
politecnica meridionale) di Napoli, nel 2001 è alla Sintek del<br />
gruppo Moratti, poi in Saras Lab nel 2003 ed eccolo trasformare<br />
Saras Lab in Akhela dove oggi è amministratore delegato.<br />
Perché l’Italia ha perso la Olivetti<br />
“Il mercato era diventato difficile e Olivetti si è persa d’animo.<br />
Poi è stato deciso di investire nei servizi anziché nella tecnologia.<br />
Ed è iniziato il tramonto”.<br />
E in Akhela<br />
Sono tre i settori base: quello embedded. Questo è legato ai<br />
software di bordo delle nostre auto, dal controllo dei motori a<br />
quello dei finestrini automatici, alla chiusura con telecomando<br />
a distanza, sono sistemi complessi che comunicano fra loro. Tra<br />
gli embedded anche i software per l’intrattenimento: dai cd, alla<br />
radio, alla soppressione dei rumori. Dice Ravasio: “Per ottenere<br />
che la voce sia evidenziata serve un “silenzio virtuale”, esistono<br />
sistemi di beaming che all’interno dei vari rumori della vettura<br />
pongono l’attenzione su un segnale e si depura proprio il segnale<br />
vocale”.<br />
Si è parlato anche di aerei. Aggiunge il direttore: “Qui a Macchiareddu<br />
ci occupiamo di sistemi di navigazione inerziale in<br />
collaborazione con l’azienda campana Vulcanair e il Cira, il centro<br />
italiano per le ricerche aerospaziali. E stiamo progettando un<br />
cook-pit elettronico per portare nell’aviazione privata lo stesso<br />
livello di interfaccia dell’aeronautica commerciale”. E poi una<br />
terza nicchia: i compressori video, cioè i videotelefonini di prossima<br />
generazione. “I primi – annuncia Ravasio – saranno installati<br />
e venduti in Messico”.<br />
Qual è il vostro punto di forza tecnologico<br />
“Aiutiamo i nostri clienti a verificare che i sistemi informatici<br />
siano sicuri e non attaccabili da hacker, da pirati”.<br />
Qual è il futuro dell’Ict<br />
“Problematico. L’Italia è diventata un Paese grande consumatore<br />
ed è esterodipendente. Vent’anni fa nel mercato mondiale dei<br />
semiconduttori l’Italia aveva un valore di utilizzo attualizzato ad<br />
oggi pari a 50 miliardi di euro. Oggi la stessa cifra è di circa un<br />
miliardo. Ciò vuol dire che l’Italia non ha più una sua industria<br />
elettronica. Dove vogliamo andare allora”.<br />
C’è chi ipotizza la crisi prossima anche nell’informatica. Si<br />
dice che tra il 2006 e il 2007 proprio nell’Ict, nella sola Italia,<br />
ci saranno fra dieci e ventimila esuberi. È un dato reale o<br />
soltanto allarmistico<br />
“È un dato molto vicino al vero, forse diecimila esuberi, non<br />
credo ventimila. Ma lo stato dell’arte informatica non è allegro.<br />
La struttura informatica italiana è frastagliata, nel 2004 sono<br />
nate oltre ventimila aziende con una o due persone. Nel mondo<br />
le aziende Ict hanno dimensioni che raggiungono decine di migliaia<br />
di dipendenti ed è in atto un imponente “consolidamento”.<br />
Nell’Ict in particolare piccolo vuol dire perdere e prima o poi si<br />
può soccombere”.<br />
E il futuro Akhela<br />
“Ha la sua forza nei rapporti internazionali. Potremmo fare poco<br />
o nulla in Sardegna, poco o nulla in Italia. Il mercato Ict è il<br />
mondo. E Akhela in questo mondo ha piantato buone radici. E<br />
le vuole consolidare”.<br />
G.M.<br />
luglio - agosto 2006<br />
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