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Luglio / Agosto - Sardinews

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Made in Sardinia<br />

Nuovi successi commerciali internazionali degli Argiolas di Serdiana e Tremontis di Paulilatino<br />

La griffe di Giacomo Tachis brinda Mirse<br />

Turriga e Angialis nel podio di Bruxelles<br />

Maria Luisa, Valentina e Francesca, figlie di Franco con il cugino Antonio figlio di Giuseppe noto Pepetto.<br />

Sotto Giacomo Tachis e i gemelli Pepetto e Franco col padre Antonio, fondatore dell’azienda.<br />

Per andare con ordine cronologico<br />

bisogna partire con l’ultimo nato,<br />

Mirse, un after dinner profumato di<br />

bacche e foglie di mirto sardo battezzato<br />

da Giacomo Tachis, il prestigioso winemaker<br />

che ha portato per il mondo il nome<br />

Sardegna. Un liquore di 30 gradi, dentro<br />

una bottiglia elegante nera tipo bordolese<br />

ma disegnata ad hoc, sentite i profumi<br />

del Mediterraneo e della Sardegna. E poi,<br />

per stare alla cronaca più recente, c’è da<br />

riferire di un rinnovato successo della<br />

bottiglia regina delle cantine Argiolas<br />

di Serdiana, vale a dire di quel Turriga<br />

con la madre mediterranea nell’etichetta<br />

e che ha conquistato un nuovo primato<br />

ottenendo a Bruxelles un’altra medaglia<br />

d’oro in una selezione con 5447 campione<br />

dell’enologia mondiale. Medaglia d’oro<br />

che va ancora una volta a questo vino<br />

eccellente che strappa successi in una<br />

competizione con la Francia, il Portogallo,<br />

con tanti altri vini italiani, spagnoli, cileni,<br />

australiani. Non solo: sempre a Bruxelles,<br />

nella tredicesima edizione mondiale<br />

che si svolge nella capitale dell’Unione<br />

Europea, un altro prodotto degli Argiolas<br />

– l’Angialis – vino da dessert ottenuto<br />

soprattutto da uve Nasco, ha conquistato<br />

la medaglia d’argento dopo essersi fregiato<br />

lo scorso anno della medaglia d’oro con<br />

la motivazione del miglior vino da dessert<br />

fra le Alpi e il Polo Nord. Un successo<br />

per le cantine di una famiglia che – da un<br />

secolo – si dedica con passione e competenza<br />

alla viticoltura e che oggi, con<br />

l’uso delle nuove tecnologie, è diventata<br />

un’azienda di riferimento per l’enologia in<br />

campo internazionale. E così sui giornali<br />

specializzati trovate la Sardegna e gli<br />

Argiolas nel gotha dei blasoni delle cantine<br />

italiane, dagli Antinori ai Ricasoli, a Mario<br />

Schiopetto da Capriva delle manse arcivescovili<br />

di Gorizia, i nettari della Magna<br />

Grecia proposti da Ettore Ercolino con<br />

Serpico, Patrio, Campanaro e Privilegio.<br />

Per poi citare la Langa Felix dei Ceretto,<br />

fino ai Barbera di Giacomo Bologna di<br />

Rocchetta Tanaro, il Sodi di San Niccolò<br />

di Castellare (Toscana) ottenuto da uve<br />

sangiovese con una piccola aggiunta di<br />

malvasia nera. Nell’olimpo italiano dei<br />

vini il Turriga di Argiolas sfila e primeggia<br />

con Mamma Maremma dei Frescobaldi,<br />

Ca’ del Bosco di Franciacorta, il Trebbiano<br />

di Edoardo Valentini, l’Amarone<br />

della Valpolicella di Giovanni Allegroni, il<br />

Barolo di Giacomo Conterno, il Teroldego<br />

di Elisabetta Foradori, i vini debuttanti<br />

del calabrese Librandi, la griffe Gaja<br />

del vino italiano all’estero, il campione<br />

Sassicaia del marchese Mario Incisa della<br />

Rocchetta, il Sagrantino di Montefalco in<br />

Umbria per finire col Sauvignon e il super<br />

Pinot Grigio. Non ci si stupisca allora se<br />

il marchio Argiolas faccia viaggiare la<br />

nostra isola per il mondo, se dal Giappone<br />

vengano gli importatori a tener conferenze<br />

nella nostra università per far parlare<br />

della qualità dei prodotti e della qualità<br />

del marketing. Perché la produzione<br />

senza la commercializzazione non esiste<br />

e viceversa. Ecco perché nell’aula magna<br />

della facoltà di Economia, a Cagliari, col<br />

preside Roberto Malavasi, con l’assessore<br />

all’Agricoltura Francesco Foddis trovate<br />

anche la signora Tara Tan Kitaoka, titolare<br />

di Vinarius, importatrice per il Sol Levante<br />

dei migliori vini italiani. “I prodotti Argiolas<br />

li vendiamo solo ai ristoranti e alle<br />

catene di negozi specializzati che meritano<br />

questi vini, non possono, non debbono<br />

essere svenduti”, dice Kitaoka. Foddis<br />

va in sollucchero, dice che “la Sardegna<br />

ha una serie di prodotti di nicchia e che<br />

possono competere egregiamente nella<br />

gara alimentare internazionale, dal vino ai<br />

formaggi, dal miele all’olio”. La giapponese<br />

ascolta e conferma: “Della Sardegna<br />

noi proponiamo, per tutto il bacino asiatico<br />

di nostra competenza, i prodotti migliori,<br />

sì il meglio del made in Sardinia, adesso<br />

aggiungeremo il Mirse, è già nei nostri<br />

cataloghi”.<br />

22 luglio - agosto 2006

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