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Made in Sardinia<br />
Nuovi successi commerciali internazionali degli Argiolas di Serdiana e Tremontis di Paulilatino<br />
La griffe di Giacomo Tachis brinda Mirse<br />
Turriga e Angialis nel podio di Bruxelles<br />
Maria Luisa, Valentina e Francesca, figlie di Franco con il cugino Antonio figlio di Giuseppe noto Pepetto.<br />
Sotto Giacomo Tachis e i gemelli Pepetto e Franco col padre Antonio, fondatore dell’azienda.<br />
Per andare con ordine cronologico<br />
bisogna partire con l’ultimo nato,<br />
Mirse, un after dinner profumato di<br />
bacche e foglie di mirto sardo battezzato<br />
da Giacomo Tachis, il prestigioso winemaker<br />
che ha portato per il mondo il nome<br />
Sardegna. Un liquore di 30 gradi, dentro<br />
una bottiglia elegante nera tipo bordolese<br />
ma disegnata ad hoc, sentite i profumi<br />
del Mediterraneo e della Sardegna. E poi,<br />
per stare alla cronaca più recente, c’è da<br />
riferire di un rinnovato successo della<br />
bottiglia regina delle cantine Argiolas<br />
di Serdiana, vale a dire di quel Turriga<br />
con la madre mediterranea nell’etichetta<br />
e che ha conquistato un nuovo primato<br />
ottenendo a Bruxelles un’altra medaglia<br />
d’oro in una selezione con 5447 campione<br />
dell’enologia mondiale. Medaglia d’oro<br />
che va ancora una volta a questo vino<br />
eccellente che strappa successi in una<br />
competizione con la Francia, il Portogallo,<br />
con tanti altri vini italiani, spagnoli, cileni,<br />
australiani. Non solo: sempre a Bruxelles,<br />
nella tredicesima edizione mondiale<br />
che si svolge nella capitale dell’Unione<br />
Europea, un altro prodotto degli Argiolas<br />
– l’Angialis – vino da dessert ottenuto<br />
soprattutto da uve Nasco, ha conquistato<br />
la medaglia d’argento dopo essersi fregiato<br />
lo scorso anno della medaglia d’oro con<br />
la motivazione del miglior vino da dessert<br />
fra le Alpi e il Polo Nord. Un successo<br />
per le cantine di una famiglia che – da un<br />
secolo – si dedica con passione e competenza<br />
alla viticoltura e che oggi, con<br />
l’uso delle nuove tecnologie, è diventata<br />
un’azienda di riferimento per l’enologia in<br />
campo internazionale. E così sui giornali<br />
specializzati trovate la Sardegna e gli<br />
Argiolas nel gotha dei blasoni delle cantine<br />
italiane, dagli Antinori ai Ricasoli, a Mario<br />
Schiopetto da Capriva delle manse arcivescovili<br />
di Gorizia, i nettari della Magna<br />
Grecia proposti da Ettore Ercolino con<br />
Serpico, Patrio, Campanaro e Privilegio.<br />
Per poi citare la Langa Felix dei Ceretto,<br />
fino ai Barbera di Giacomo Bologna di<br />
Rocchetta Tanaro, il Sodi di San Niccolò<br />
di Castellare (Toscana) ottenuto da uve<br />
sangiovese con una piccola aggiunta di<br />
malvasia nera. Nell’olimpo italiano dei<br />
vini il Turriga di Argiolas sfila e primeggia<br />
con Mamma Maremma dei Frescobaldi,<br />
Ca’ del Bosco di Franciacorta, il Trebbiano<br />
di Edoardo Valentini, l’Amarone<br />
della Valpolicella di Giovanni Allegroni, il<br />
Barolo di Giacomo Conterno, il Teroldego<br />
di Elisabetta Foradori, i vini debuttanti<br />
del calabrese Librandi, la griffe Gaja<br />
del vino italiano all’estero, il campione<br />
Sassicaia del marchese Mario Incisa della<br />
Rocchetta, il Sagrantino di Montefalco in<br />
Umbria per finire col Sauvignon e il super<br />
Pinot Grigio. Non ci si stupisca allora se<br />
il marchio Argiolas faccia viaggiare la<br />
nostra isola per il mondo, se dal Giappone<br />
vengano gli importatori a tener conferenze<br />
nella nostra università per far parlare<br />
della qualità dei prodotti e della qualità<br />
del marketing. Perché la produzione<br />
senza la commercializzazione non esiste<br />
e viceversa. Ecco perché nell’aula magna<br />
della facoltà di Economia, a Cagliari, col<br />
preside Roberto Malavasi, con l’assessore<br />
all’Agricoltura Francesco Foddis trovate<br />
anche la signora Tara Tan Kitaoka, titolare<br />
di Vinarius, importatrice per il Sol Levante<br />
dei migliori vini italiani. “I prodotti Argiolas<br />
li vendiamo solo ai ristoranti e alle<br />
catene di negozi specializzati che meritano<br />
questi vini, non possono, non debbono<br />
essere svenduti”, dice Kitaoka. Foddis<br />
va in sollucchero, dice che “la Sardegna<br />
ha una serie di prodotti di nicchia e che<br />
possono competere egregiamente nella<br />
gara alimentare internazionale, dal vino ai<br />
formaggi, dal miele all’olio”. La giapponese<br />
ascolta e conferma: “Della Sardegna<br />
noi proponiamo, per tutto il bacino asiatico<br />
di nostra competenza, i prodotti migliori,<br />
sì il meglio del made in Sardinia, adesso<br />
aggiungeremo il Mirse, è già nei nostri<br />
cataloghi”.<br />
22 luglio - agosto 2006