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Innovazione<br />
Un gruppo di docenti: da sinistra Cinzia Siddi, Maurizio Virdis, Antioco Floris e il ricercatore Gianluca Borzoni.(foto F.Falchi, <strong>Sardinews</strong>)<br />
grado di fare realmente.”<br />
E all’università Maurizio Virdis, professore<br />
di Filologia Romanza e Linguistica<br />
Sarda alla Facoltà di Lettere dell’Università<br />
di Cagliari, la vede così: “Riguardo<br />
le mie tesi è molto difficile che i motori<br />
di ricerca possano fornire agli studenti un<br />
qualche aiuto. Certamente il Condaghe<br />
di Santa Maria di Bonarcado non si trova<br />
su Internet. Credo che l’uso di Internet<br />
possa avere un valore come spunto, per<br />
prendere delle idee, anche perché basta<br />
prendere una frase, digitarla, e, se lo<br />
studente ha copiato, è facile scoprirlo.<br />
Ma devo dire che proprio a causa della<br />
particolarità della materia che insegno,<br />
questo non mi è mai capitato”. Ad Antioco<br />
Floris, docente di Storia e Critica<br />
del Cinema alla Facoltà di Scienze della<br />
Formazione, le cose sono andate diversamente:<br />
“In genere, chi mi chiede la tesi<br />
è motivato e lavora, ma è naturale che<br />
cerchi di aiutarsi quando l’impegno non<br />
è sufficiente a garantire i risultati desiderati.<br />
Purtroppo mi è capitata di recente<br />
una tesi “copiata e incollata”: me ne sono<br />
accorto perché non c’era padronanza dal<br />
punto di vista lessicale. Alle parti in cui<br />
la scrittura era particolarmente curata se<br />
ne alternavano altre sconnesse, anche in<br />
relazione al contenuto. La mancanza di<br />
approfondimento saggistico è, insieme<br />
al lessico ed alla struttura grammaticale,<br />
uno dei segnali che confermano il cosiddetto<br />
“copia e incolla”. Se uno legge in<br />
maniera approfondita ciò che lo studente<br />
ha scritto e non si accontenta di dire “sì”,<br />
si accorge se il lavoro lo ha “scritto” la<br />
rete. Naturalmente usare Internet non è<br />
un crimine, anzi è comodo, soprattutto<br />
per trovare il materiale, anche se spesso<br />
non dà tutto quello che serve”.<br />
Per confermare o smentire quanto dichiarato<br />
dai docenti, lo stesso questionario<br />
(escludendo la domanda sulle traduzioni<br />
dal greco e dal latino) è stato consegnato<br />
ad un gruppo di studenti universitari<br />
provenienti da facoltà differenti (filosofia,<br />
scienze della formazione, lettere,<br />
giurisprudenza). Le risposte hanno dato<br />
un risultato curioso: sembra che quasi<br />
nessuno abbia mai utilizzato internet e<br />
il “copia incolla” per scrivere delle tesine,<br />
e che l’uso sia ristretto al reperimento<br />
del materiale per motivi di studio. Alcuni<br />
parlano di “speculazione sulla cultura”,<br />
riferendosi ai siti che offrono tesine a pagamento,<br />
e addirittura di frode verso se<br />
stessi “in quanto si rinuncia a compiere<br />
un lavoro di conoscenza”.<br />
Per indagare ancora più fondo sulla<br />
questione, si è voluto domandare direttamente<br />
agli studenti universitari quale<br />
fosse il loro rapporto con internet e fino<br />
a che punto i motori di ricerca possano<br />
essere un valido strumento di studio e di<br />
approfondimento. “Parlare di approfondimento<br />
mi sembra eccessivo”risponde<br />
Alessandra, 23 anni, studentessa di Lettere<br />
Moderne“ Quando mi trovo in difficoltà,<br />
e questo succede di frequente dal<br />
momento che gli orari delle lezioni sono<br />
massacranti ed il tempo per studiare è<br />
veramente poco, uso i principali motori<br />
di ricerca per compilare le tesine. Rimaneggio<br />
quello che trovo su internet inserendo<br />
appunti presi a lezione e, quando<br />
è possibile, lo integro con parti prese direttamente<br />
dai testi.” Roberta, ventenne<br />
iscritta in Scienze della Formazione, parla<br />
di “deontologia professionale” rispetto<br />
ad internet. “Quello dello studente è un<br />
lavoro come un altro. Nessuno si fiderebbe<br />
di un medico che studia su internet e<br />
utilizza le informazioni, spesso stravolte<br />
e poco attendibili, che circolano in rete.<br />
luglio - agosto 2006<br />
Personalmente mi è capitato, e non lo<br />
nascondo, di utilizzare Google per creare<br />
degli schemi veloci per poter ripassare,<br />
ma neanche al liceo mi è passato per la<br />
testa di utilizzarlo per evitare di fare i<br />
compiti. E non lo userò certamente quando<br />
sarà il momento di scrivere la tesi. Mi<br />
sentirei in colpa”<br />
Gianluca Borzoni, ricercatore di Storia<br />
delle Relazioni Internazionali alla<br />
Facoltà di Scienze Politiche, sorride:<br />
“Posso confermare una cosa riguardo<br />
l’atteggiamento degli studenti universitari<br />
nei confronti del “copia incolla”<br />
da Internet: lo fanno e non si sentono<br />
assolutamente in colpa. Utilizzano i siti<br />
di tesine “ufficiali”o Wikipedia perché<br />
hanno un tasso di approfondimento inferiore<br />
e dunque il lavoro si velocizza.<br />
Ma dal momento che in rete non esistono<br />
dei controlli “di qualità”, le date sono<br />
spesso sbagliate e per una materia come<br />
Storia delle Relazioni Internazionali le<br />
date sono fondamentali. Non vi è dubbio<br />
che Internet sia utile: le fonti e la documentazione<br />
edita o inedita sono spesso<br />
reperibili on-line nei siti americani e<br />
questo semplifica, ma permette anche di<br />
approfondire e completare il lavoro. Ad<br />
esempio, la documentazione delle Foreign<br />
Relations of United States è on-line.<br />
Ormai è molto frequente trovare vicino<br />
alla bibliografia classica una sitografia.<br />
Certamente, ripeto, la qualità spesso è<br />
piuttosto scadente. Bisognerebbe fare<br />
come negli Stati Uniti, dove il controllo<br />
sui siti è fenomenale. Gli stessi utenti si<br />
accorgono degli errori, li segnalano e si<br />
accordano con i siti per migliorarne la<br />
qualità.” Ma per questo forse bisognerà<br />
aspettare il XXII secolo.<br />
Francesca Falchi