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Luglio / Agosto - Sardinews

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Solidarietà<br />

Quarto Rapporto sull’economia sociale e civile finanziato dalla Fondazione del Banco di Sardegna<br />

Sono 2099 le organizzazioni del terzo settore<br />

Ogni sardo dona in media alle Onlus 108 euro<br />

Le organizzazioni del terzo settore<br />

sono andate acquisendo negli anni<br />

una crescente importanza e visibilità<br />

nello scenario economico e politico<br />

italiano, testimoniato dall’approvazione<br />

nell’ultima finanziaria di un articolo che<br />

permette di destinare il 5 per mille dell’imponibile<br />

ad una associazione del terzo<br />

settore. “Terzo settore” o “settore non<br />

profit” sono termini che racchiudono un<br />

variegato mondo che comprende tutte le<br />

organizzazioni che svolgono un’attività<br />

senza fini di lucro nel vasto campo del<br />

sociale.<br />

Per il quarto anno consecutivo tale realtà è<br />

stata al centro dell’indagine annuale condotta<br />

dallo Iares (Istituto Acli per la ricerca<br />

e lo sviluppo) di Cagliari e finanziata<br />

dalla Fondazione del Banco di Sardegna.<br />

Presentato venerdì 30 giugno presso la<br />

sala convegni del Banco di Sardegna, il<br />

quarto Rapporto sull’Economia Sociale e<br />

Civile in Sardegna – presto disponibile in<br />

libreria - ha delineato e messo in evidenza<br />

caratteristiche, punti di forza ed elementi<br />

critici nel contesto isolano.<br />

In Sardegna il terzo settore rappresenta<br />

una realtà consolidata e importante sia<br />

per la tipologia di servizi offerti, molto<br />

spesso in nicchie e aree in cui l’intervento<br />

pubblico è carente, sia per la capillarità<br />

di diffusione di tali organizzazioni che<br />

rappresentano, anche a livello occupazionale,<br />

un’importante realtà economica.<br />

Le organizzazioni del terzo settore censite<br />

al 2006 sono 2099, di cui 1475 sono<br />

associazioni, 7 fondazioni, 78 Ipab e 569<br />

cooperative sociali, prevalentemente di<br />

tipo A. Come ha ricordato Antonello Caria<br />

(Iares) nel suo intervento, vi è una costante<br />

crescita del numero degli operatori,<br />

in particolare delle cooperative sociali.<br />

Tale tipologia di organizzazione presenta<br />

una crescita costante (+10,8 per cento dal<br />

2003 al 2006) soprattutto nelle aree produttivamente<br />

meno avanzate dell’Isola.<br />

Tale diffusione sul territorio permette alla<br />

popolazione di rapportarsi con la realtà<br />

del terzo settore in maniera costante. Non<br />

a caso il 52 per cento delle persone intervistate<br />

dichiara di conoscere il settore e il<br />

73 per cento ritiene che svolga un ruolo<br />

importante delle società sarda. Nonostante<br />

ciò il rapporto della popolazione sarda<br />

con le organizzazioni del terzo settore<br />

rimane controverso. Se analizziamo questo<br />

rapporto utilizzando come chiave di<br />

lettura la propensione alle donazioni private<br />

– come mostra l’intervento di Vania<br />

Statzu (Crenos) - vediamo che la popolazione<br />

sarda è generosa. Il 55 per cento<br />

degli intervistati dichiara di effettuare<br />

delle donazioni per un importo medio di<br />

circa 108 euro a famiglia. Analizzando la<br />

donazione nello specifico, emerge come<br />

il campione sia nettamente diviso tra chi<br />

dona cifre cospicue in maniera costante<br />

– prevalentemente nei confronti della<br />

ricerca scientifica, la beneficenza nei<br />

confronti di poveri e bisognosi, il settore<br />

sanitario e quello socio assistenziale – e<br />

chi dona piccole cifre solo se sollecitato.<br />

L’elemento rilevante è che solo il 32 per<br />

cento dei donatori dona ad associazioni<br />

che operano in Sardegna per una donazione<br />

media di 80 euro. Alla domanda<br />

specifica, gli intervistati hanno risposto<br />

che donerebbero maggiormente nei confronti<br />

del terzo settore isolano se avessero<br />

maggiore informazione e fiducia nei<br />

confronti di tali organizzazioni: questo<br />

può spiegare perché, sebbene la donazione<br />

media complessiva sia aumentata in<br />

un anno di 30 euro, solo uno è andato alle<br />

non profit che operano in Sardegna.<br />

Proprio sul ruolo della fiducia è incentrata<br />

la prima parte dell’intervento di<br />

Vittorio Pelligra. Il suo lavoro misura la<br />

propensione fiduciaria della popolazione<br />

sarda. Egli mostra come il livello di fiducia<br />

generalizzata della popolazione sarda<br />

sia inferiore alla media nazionale, come<br />

sia minimo nei confronti delle istituzioni<br />

politiche e come sia negativamente correlato<br />

con la soddisfazione finanziaria.<br />

La seconda parte dell’intervento presentato<br />

da Vittorio Pelligra è stato scritto in<br />

collaborazione con Monia Unali e riguarda<br />

le cooperative di inclusione sociale. Il<br />

saggio parte dalla constatazione che “le<br />

cooperative sociali sono uno degli strumenti<br />

più innovativi ed efficaci nel processo<br />

di inserimento lavorativo e sociale<br />

dei soggetti svantaggiati, differenziandosi<br />

nettamente, sia dai cosiddetti “laboratori<br />

protetti”, nei quali il lavoro viene considerato<br />

terapeutico in sé, e di conseguenza<br />

quindi non retribuito, né inserito all’interno<br />

di una organizzazione con finalità<br />

economico-produttive, ma anche da altri<br />

tipi di interventi regolamentativi basati<br />

sull’introduzione di “quote obbligatorie”<br />

o di tipo compensativo, finalizzati alla riduzione<br />

dei costi derivanti dall’assunzione<br />

di lavoratori svantaggiati nelle imprese<br />

tradizionali”. Nel loro lavoro i due autori<br />

mostrano come le cooperative sociali forniscano<br />

un’effettiva opportunità ai soggetti<br />

esclusi dal mercato del lavoro ma<br />

come spesso tutta la carriera lavorativa di<br />

tali soggetti si compia all’interno di tali<br />

strutture senza che si possa chiaramente<br />

definire in termini di accresciute opportunità<br />

nel mercato del lavoro l’esperienza<br />

maturata. Emergono da tale studio, inoltre,<br />

alcune carenze e criticità nel sistema<br />

di monitoraggio degli interventi di inserimento<br />

che si riflettono nella valutazione<br />

complessiva delle politiche pubbliche di<br />

inclusione.<br />

In conclusione i brevi interventi degli<br />

ospiti alla tavola rotonda hanno sottolineato<br />

la necessità di far interagire le<br />

organizzazioni del terzo settore e le sue<br />

politiche con le altre politiche di sviluppo<br />

e di programmazione per riuscire a creare<br />

fiducia, elemento fondamentale per creare<br />

capitale sociale e promuovere lo sviluppo<br />

economico.<br />

Va. St.<br />

34 luglio - agosto 2006

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