Domenico A. Nesci, Tommaso A. Poliseno ... - Doppio Sogno
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gli oggetti perché non trovava un altro modo per entrare in contatto con lei<br />
quindi ho capito che questa cosa funziona .<br />
e<br />
2<br />
Mi ha colpito molto quello che diceva il professore circa un mondo che nasce oltre<br />
un mondo che va in rovina nella malattia. È una cosa che sposo molto volentieri<br />
anche perché credo che nel film è ampiamente documentato: la malattia può<br />
diventare anche un opportunità per rivedere le cose, gli eventi, le persone, per<br />
rivedere se stessi. Si vede, per esempio, che la malata fuma uno spinello per la<br />
nausea, per i chiari effetti antiemetici della marijuana. Dice: come è strana la vita,<br />
mi viene consentito di fumare uno spinello . Riesce quindi a ridisegnare una certa<br />
scala di valori nella sua esistenza, riesce a vedere le cose positive che ci sono in<br />
ognuno, riabilita appunto l altra donna. Ecco quindi la malattia come opportunità,<br />
perché anche nella malattia c è una crescita. È difficile pensare ad una crescita che<br />
prepara alla morte però, probabilmente, c è questo. Quando confessa a J ulia<br />
Roberts la sua malattia allora stai morendo e lei risponde non oggi . Come se,<br />
appunto, lo dicevamo l altra volta, in un altro incontro, il cancro a differenza di<br />
altre malattie più acute, come diceva Bartoccioni, il cancro è un galantuomo perché<br />
ci conviviamo per un po di tempo, e quindi ti da la possibilità di metabolizzare<br />
questa idea della morte e quindi di rivedere la tua vita.<br />
11<br />
È possibile che io abbia una visione distorta dell esperienza clinica che è quella di<br />
una psichiatra, che nella maggior parte della volte vede persone in cui la malattia<br />
provoca la distruzione anche di quei pochi equilibri che precedentemente c erano. A<br />
me sembra che per l appunto quella situazione sia assolutamente improbabile:<br />
quella in cui la malata di cancro comunica alla nuova fidanzata del marito di essere<br />
ammalata con quelle modalità. Può essere, ripeto, che non appartenga all orizzonte<br />
delle mie esperienze, spero che c è ne siano, mi sembra che siano una visione molto<br />
edulcorata. Personalmente ho anche una difficoltà a pensare, in termini direi quasi<br />
filosofici, alla malattia come un opportunità. Io credo che la malattia sia una<br />
necessità che comporti delle necessità anche di rielaborare cioè la malattia come<br />
Rivista internazionale di psicoterapia e istituzioni numero 7 copyright©2005 2