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Domenico A. Nesci, Tommaso A. Poliseno ... - Doppio Sogno

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era malata di cancro. E questo m ha fatto riflettere un un po perché non è<br />

così facile, veramente, dirlo. Questa è una cosa che mi ha suscitato in quel film<br />

proprio mi ha fatto pensare.<br />

26<br />

E per riallacciarmi alla cosa un passaggio che mi ha impressionato tantissimo era<br />

quello quando lei, no fa praticamente l ultima visita e dove si vede che le terapie<br />

non sono andate bene, e anche la terapeuta dice però non è ancora tutto perso, ci<br />

sono anche altre possibilità uno potrebbe andare a Parigi, uno potrebbe provare<br />

non lo so dove e penso che sia una cosa che succede, anche in realtà, molto<br />

spesso, quando il malato capisce che non ha più senso che e che invece anche quel<br />

passaggio che si parlava prima, dove la malattia ci insegna qualcos altro, vuol dire<br />

dove la vita improvvisamente cambia completamente, e anche i significati cambiano<br />

completamente, lei dice no ora voglio andare a casa a vivere, tra parentesi,<br />

intensamente, tutti i giorni che mi sono ancora rimasti e si siede poi poi ne il<br />

resto del passaggio lei fa di tutto per vivere, non per godersi ma per vivere tutti i<br />

giorni e tutti i minuti e tutti gli aspetti, no della vita, che ora hanno un altro<br />

significato, però che vanno vissuti insieme con la famiglia, insieme con tutti quelli<br />

che rimangono, e anche per prepararsi per quello che viene dopo, dopo di lei.<br />

9<br />

C è stato un pezzo, quando lei ha comunicato al marito che stava aveva questa<br />

malattia che a un certo punto il marito ha detto vabbè l affronteremo insieme<br />

ma a me è sembrato, in quel momento, che quella persona comunque stava sola nel<br />

proprio dolore, e che comunque lui anche con queste parole non riusciva ad<br />

avvicinarla più di tanto, perché comunque lui stava era una sorta di compagno ma<br />

non riusciva ad accompagnarla nel vero senso del termine.<br />

27<br />

E a me colpiva in qualche modo Normalmente nel nel quando lavoravamo in<br />

piccoli gruppi ero sempre intervenuta, mi venivano sempre delle associazioni, così<br />

stamattina non mi veniva assolutamente nulla. E e poi ho pensato forse anche<br />

perché, in fondo, nel film quello che siamo noi operatori è un aspetto che non è, in<br />

qualche modo, non è visto, diciamo e questo film apre uno squarcio sulla famiglia<br />

e sulle relazioni che che ci sono in una famiglia dopo un evento della malattia<br />

Rivista internazionale di psicoterapia e istituzioni numero 7 copyright©2005 3

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