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Domenico A. Nesci, Tommaso A. Poliseno ... - Doppio Sogno

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cultura di non trascurare quest area antropologicamente vitale del nostro lavoro.<br />

Ritrovo questo discorso con tantissime implicazioni di quello che abbiamo detto nel<br />

sogno della collega perché è un sogno di smarrimento, è un bed and breakfast<br />

sconosciuto di una città non familiare, no Intuitivamente mi seguite subito: una<br />

perdita di riferimenti culturali, di orientamento, e in quello smarrimento, che è<br />

anche l incontro con il nuovo, con il paziente, con l estraneo, con l alieno, con il<br />

doppio, compaiono i fantasmi. Tra i fantasmi più persecutori che noi possiamo<br />

conoscere, come giustamente ci ricordava <strong>Domenico</strong> Scafoglio, è quello della<br />

decomposizione del corpo che ci può catturare, contagiare e portare, trasportare,<br />

nel regno di morti. Allora decomposizione che comunque ha tanti correlati;<br />

adesso sarebbe lunghissimo raccogliere tanti contributi e diciamo che è un po<br />

anche quel traffico di organi che veniva nominato, ma nel senso degli scambi, nel<br />

senso che parti interne dell altro, cioè del paziente, effettivamente ci possono anche<br />

cadere addosso e sconvolgere. Bene, riprendendo il discorso sulla de-composizione<br />

del corpo noi abbiamo credo attraversato un lungo cammino insieme che ci ha fatto<br />

rivivere come noi ri-componiamo anche il corpo; non solo lo de-componiamo ma<br />

anche lo ricomponiamo continuamente. E l immagine a cui è legato questo è quella<br />

che ha portato sempre la collega quando raccontava che al mattino ha aperto le<br />

finestre e alla luce del sole ha visto che era anche una bella casa, no Che era<br />

vivibile. Alla luce della coscienza, alla luce della cultura, il nuovo può essere reso<br />

vivibile e credo che ci sia un continuo percorso che noi facciamo, rifacciamo di<br />

continuo, e che costantemente è rievocato dalla relazione con il paziente.<br />

Continuamente accade questo e continuamente il nostro lavoro in sostanza è preso,<br />

è preda, di questa necessità di reintegrare il più possibile, ma non solo tecnicamente<br />

ma anche culturalmente, un passaggio, un rito di passaggio che ci colpisce<br />

profondamente, che ci riguarda anche direttamente.<br />

Dott.<strong>Nesci</strong><br />

Io dico due parole raccogliendo l invito di <strong>Tommaso</strong> e spontaneamente mi viene<br />

voglia anche a me di ringraziare, come ha fatto prima la collega. Io però vorrei<br />

ringraziare <strong>Domenico</strong> Scafoglio per una cosa molto particolare, per la scelta del<br />

film. Perché questo film, assolutamente a prescindere dal valore o non valore del<br />

film come tale, per me è stato preziosissimo perché io ci ho colto due cose che vorrei<br />

Rivista internazionale di psicoterapia e istituzioni numero 7 copyright©2005 4

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