Domenico A. Nesci, Tommaso A. Poliseno ... - Doppio Sogno
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miei figli potranno, potranno vedermi e ricordarmi, quindi, in un certo senso, io<br />
esisterò ancora pur non essendo più fisicamente presente.<br />
2<br />
Rispetto a Blade Runner perché anche per me è un film proprio adorato e e<br />
appunto, in cui ci sono questi mutanti che hanno una brevissima vita programmata,<br />
e l altra caratteristica è che hanno una memoria costruita, cioè hanno una memoria<br />
falsa, nel senso che ci sono è una memoria che i programmatori creano per loro,<br />
come se non si potesse vivere senza una memoria, sia pure finta, infatti hanno delle<br />
foto di cose di cui loro assolutamente non ricordano è una memoria costruita ad<br />
arte, come se in realtà è senza memoria, non c è neanche futuro cioè, senza<br />
memoria non si può neanche andare avanti in realtà il tema delle foto, che pure<br />
ricorre molto spesso ieri è ricorso, diciamo, nel film, secondo me è importante<br />
anche per questo, per creare una memoria, perché viene creata una memoria per i<br />
figli nelle con le foto della madre, e questa fotografa, non a caso l altra donna è<br />
una fotografa perché lei, in realtà, immortala, quindi è come se desse ancora vita a<br />
questa donna, dopo la morte, nelle foto in cui viene appunto im-mor-ta-la-ta.<br />
5<br />
Mi sento che è il momento di raccontare un altro sogno di questa notte, che forse è<br />
il primo che ho fatto e ho sognato il momento in cui noi stiamo nell aula ad<br />
aspettare che prima o poi si incomincerà questo lavoro. Ho sognato la pausa, la prepausa.<br />
In questa pre-pausa noi che eravamo presenti ci leccavamo, ci leccavamo<br />
l un l altro e stamattina ero un po turbata da questo leccamento, sinceramente,<br />
forse anche per questo, insomma, arriva a questo punto [il racconto di] questo<br />
sogno. E ci ho molto pensato, appena sveglia, e anche poi durante la notte, nei<br />
vari risvegli, e mi faceva pensare a due cose. La prima cosa a cui mi aveva fatto<br />
pensare è incominciare leccandosi le ferite con le quali già arriviamo a qualunque<br />
lavoro, perchè poi sempre quando noi andiamo a lavorare tanto più quando<br />
lavoriamo in ambiti come questo le nostre cicatrici sono tutte presenti, insomma,<br />
e qualcuna ancora sanguinante dobbiamo curaci pure le nostre. Però mi ha fatto<br />
pensare anche ad un altra cosa, mi ha fatto pensare al bisogno di entrare in intimità<br />
per poter concedere delle parti un po più evolute, o anche le parti più personali,<br />
perché qui noi portiamo i nostri sogni e sono la cosa più personale che abbiamo. E<br />
Rivista internazionale di psicoterapia e istituzioni numero 7 copyright©2005 2