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Domenico A. Nesci, Tommaso A. Poliseno ... - Doppio Sogno

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Pensavo al particolare proposta che abbiamo avuto di questo workshop, che ha<br />

previsto due tempi, la sera uno spazio particolare, che è la notte, e poi il lavoro la<br />

mattina [in realtà, come in tutti i rituali, c è un ritmo tripartito: la proiezione serale<br />

del film, la notte che è il limen, la soglia, lo stato NON A NON B, e il workshop<br />

vero e proprio, N.d.A.]. E pensavo a questa, proprio, diciamo, la parte strutturale di<br />

questa proposta, unita anche al fatto che molti hanno dormito non nel loro luogo di<br />

casa, quindi non hanno trovato rifugio in luoghi conosciuti, nel proprio letto,<br />

insomma, fino ad arrivare all esperienza orrifica del bed and breakfast ma, per<br />

esempio, anch io non ho dormito a casa mia, incredibilmente, no Perché abito più<br />

distante, sembrava più comodo dormire a casa di un amica, cosa che ti fa vivere una<br />

dimensione un po bizzarra, no lievemente, quanto basta un po destrutturante<br />

uno dorme a me, per esempio, ha fatto un effetto buffissimo dormire in un letto<br />

singolo improvvisamente sbattevo contro qualche altra cosa, che non sono<br />

abituata! Allora pensavo proprio a quanto la proposta del workshop ha permesso di<br />

entrare in contatto con dei pezzi molto destrutturati di noi, fino alle cose molto<br />

arcaiche. Pensavo continuamente a parlare di cattedrali, mura romane, cioè pezzi<br />

proprio ancestrali, cose molto antiche che emergevano dai sogni e come questo<br />

attraversamento non è così, insomma, sereno, facile, in cui si incontrano tanti<br />

nostri e poi, allora, la parte, chiamiamola così, digestiva, più riflessiva, il tentativo<br />

di tirare fuori, di guardarle alla luce del sole, di comunicarle.<br />

22<br />

Io invece pensavo a al concetto della soglia di casa, della casa come mondo interno,<br />

come comunque una nostra rappresentazione interna al io ho mio padre<br />

ricoverato in ospedale in questo momento per quell operazione, per l asportazione<br />

di un tumore maligno. In questo momento è in ospedale, il post operatorio<br />

comunque, ovviamente, non è una cosa semplice, lui non sta bene ancora. E<br />

pensavo alla nostra la nostra, mia e della mia famiglia, resistenza quasi angosciosa<br />

nel nell impedire fisicamente di farlo tornare a casa. Cioè noi stiamo cercando di<br />

tenerlo in ospedale il più possibile perché non lo vediamo bene, e loro ci stanno<br />

praticamente, fra virgolette, ci stanno dicendo di portarlo a casa. Il passaggio del<br />

del portarlo a casa e stavo pensando adesso, è molto angoscioso, cioè io sono<br />

angosciata da questa cosa perché lui tornerà a casa che non sta bene. Tra l altro, lì<br />

Rivista internazionale di psicoterapia e istituzioni numero 7 copyright©2005 2

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